VOCI DI CASA · Colori in perfetta armonia tra di loro, che variano da quello più vivace a quello...
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VOCI DI CASA
Periodico della
Fondazione
Villa Giovanni XXIII - ONLUS
N. 26
Gennaio
2018
Anno VIII
Festa delle caldarroste Pag. 12
Noi con voi: la bellezza
della fragilità Pag. 13
Folkèmigra a
Villa Giovanni Pag. 5
“Insieme è bello”.
I ragazzi della
Parrocchia Crocifisso
a Villa Giovanni
Pag. 6
Tombolata di inizio anno con la Croce Rossa Italiana
Pag. 8
Pensieri in libertà Pag. 9
La mia vita a Villa Giovanni
Pag. 10
“Non c’è cosa più bella che regalare un sorriso”
Pag. 11
Il laboratorio di découpage
Pag. 12
La cucina della nonna Pag. 13
...e infine alcuni dei no-stri compleanni
Pag. 17
SOMMARIO:
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FESTA DELLE CALDARROSTE
Nel mese di Ottobre si è svolta la
festa delle caldarroste.
Il pomeriggio alle ore 5, alcuni opera-
tori hanno acceso il fuoco e hanno
arrostito le castagne già tagliate la
mattina da altre operatrici . Poi han-
no festeggiato ciascuno di noi, of-
frendoci castagne, già arrostite.
Quel giorno abbiamo sentito tanta
gioia dentro di noi e ci siamo riscaldati. Quel giorno faceva molto freddo, però ab-
biamo provato tanto calore dentro di noi. Io sono stata molto contenta, perché do-
po tanto tempo ho assaggiato le castagne arrostite, e così sono stata molto felice.
Nella Schiavone
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“NOI CON VOI: LA BELLEZZA DELLA FRAGILITÀ”
Il giorno 30 Novembre 2017 i
ragazzi delle classi I H e I B
dell’istituto comprensivo Sy-
los di Bitonto hanno toccato
con mano la fragilità dei
“nonni speciali” di Villa Gio-
vanni XXIII, presentando il
nuovo progetto “Noi con voi:
la bellezza della fragilità”.
I ragazzi si sono impegnati molto, creando con la loro fantasia, giochi e balli e pre-
sentando due canti che hanno colpito profondamente il cuore degli ospiti.
I nonni nel vedere questi ragazzi si sono emozionati, perché per loro averli vicino è
una gioia immensa, dimenticando per un attimo le loro tristezze e i loro dolori.
In questa serata che ha coinvolto tutti, ha parlato anche il dott. Valentino Losito,
soffermandosi sul significato della bellezza della fragilità attraverso tre oggetti.
Il primo è stato una piantina bella e fragile, che rappresenta la bellezza e la fragi-
lità nello stesso tempo , come quella dei “nonni speciali”; il secondo, un regalo di
nozze, quindi affettivamente importante come i nonni; il terzo, la carta velina, la
più fragile tra tutte le carte ma apparentemente bella.
I sorrisi e l’entusiasmo dei ragazzi sono arrivati dritti ai cuori dei “nonnini” e la
loro gioia si è percepita tutta. Al termine di questa serata tutti gli ospiti di Villa
Giovanni si sono dispiaciuti che fosse già finito tutto, ma i ragazzi hanno promesso
che sarebbero tornati per vivere insieme a loro altri momenti.
I ragazzi sono contenti di aver iniziato con tanto amore questo cammino, che li fa-
rà crescere e aiuterà i “nonni speciali” a trascorrere alcuni momenti di gioia e
spensieratezza.
Martina Moretti, 1 H
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L’arcobaleno ha mille colori,
ognuno può rappresentare le
nostre emozioni o le nostre
personalità, o i nostri legami
con persone speciali: gli anzia-
ni. Colori in perfetta armonia
tra di loro, che variano da
quello più vivace a quello più
spento, ma con una personalità
al di fuori di ogni limite.
Noi ragazzi della 1 B e della 1 H abbiamo potuto sperimentare la calma, ma anche
la simpatia di questi tesori spe-
ciali, pietre speciali da trattare
con cura e delicatezza.
Il 15 Dicembre 2017 alle ore
18,30 noi ragazzi abbiamo let-
teralmente squarciato il cielo
con le nostre voci bianche,
creando una luce che abbagliava
il volto degli anziani con un sor-
riso molto dolce e divertito.
Inoltre abbiamo potuto catapul-
tarci in un mondo dove il tempo si ferma quando tu lo preferisci, un mondo in cui la
lentezza e la calma sono gli in-
gredienti essenziali di ogni azio-
ne. Abbiamo provato delle emo-
zioni grandissime miste ad ecci-
tazione, gioia, stupore, ma so-
prattutto una sensazione di le-
game tra noi e parte del mondo
che ci circonda, un involucro
protettivo e saggio per tutti
coloro che hanno un’intera vita
da affrontare: gli anziani. Gra-
zie per tutto ciò che ci insegnate anche attraverso una piccola favola.
Noemi Lopez, I B
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FOLKÈMIGRA A VILLA GIOVANNI
L’associazione Folkèmigra nasce dall’incontro di musicisti provenienti da percorsi
diversi ma con una radice unica:
l’amore per la musica popolare.
Gli anziani che un tempo si riuni-
vano con gli strumenti tipici,
mandolini, chitarre, fisarmoni-
che sono stati musa ispiratrice
per questi amici che da ragazzi-
ni li ammiravano a rimanevano
incantati da quei suoni pregni di
storia e tradizione. L’esigenza
di tramandare un sapere orale e
di colmare un vuoto musicale creatosi nel tempo li spinge a fondare un gruppo che
ha come scopo unico quello di salvaguardare e valorizzare la musica nata nei bassi,
nei sottani, nei vicoli stretti, nelle feste del paese e nelle sale da ballo di un tem-
po. La musica dell’allegria e della spensieratezza, degli sfottò, delle serenate e dei
canti di lavoro. Questo è l’obiettivo che si sono prefissi i componenti del gruppo
FOLKèMIGRA che con grande sinergia e impegno riescono a centrare. A fare da
cornice alla musica ci sono i balli che vengono tramandati con appositi corsi a tutti
i componenti dell’associazione.
L’intervento a Villa Giovanni XXIII è stato voluto in comune accordo da tutti i
componenti proprio per portare una ventata d’allegria agli ospiti che si sono diver-
titi ricordando i canti e i balli e le pastorali natalizie che si suonavano un tempo.
Per noi dell’associazione Folkèmigra è stata veramente un’esperienza bellissima e
toccante che ci ha lasciato una grande emozione nel cuore. Per questo cercheremo
di essere presenti durante l’anno organizzando altri momenti ricreativi. Un ringra-
ziamento speciale a tutto lo staff di Villa Giovanni XXIII che con grande profes-
sionalità e dedizione ci ha seguiti in questo nostro intervento musicale.
Francesco Minuti
Presidente Folkèmigra
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“INSIEME È BELLO”. I RAGAZZI DELLA PARROCCHIA CROCIFISSO A
VILLA GIOVANNI
Per me questa esperienza è stata ma-
gnifica e commovente, inoltre mi ha
toccato il cuore. Da fuori la struttura
sembrava un ospedale, ma appena en-
trato ho visto che era molto acco-
gliente e grande
Benedetto Elia
È stato bello divertirsi con gli anziani, giocare e renderli felici. Abbiamo ballato
con gli anziani e abbiamo costruito un presepe vivente con loro.
Annalisa Persia
Divertimento perché gli anziani hanno bisogno di compagnia e questo mi ha fatto
molto divertire.
Christian Depinto
È difficile scrivere ciò che pensi, è anche difficile dire quel che pensi, ma quando
mi hanno chiesto di scrivere quello che ho provato, io ho pensato ad una sola parola
per descrivere questa esperienza e
non fraintendetemi se dico: compas-
sione. Lo dico perché mi hanno vera-
mente commosso, mi facevano pian-
gere. Erano teneri, mi piaceva l’at-
mosfera (e poi in quello stesso posto
so che c’era da qualche parte, ma
non sapevo dove, il fratello di mio
nonno). Ma alla fine tutto è stato
bello. Ciao a tutti.
Francesco Pio Mancini
Divertimento perché gli anziani han-
no bisogno di compagnia e questo mi
ha fatto molto divertire.
Christian Depinto
Quest’esperienza mi ha fatto prova-
re tanta gioia e felicità.
Pasquale Fiore
Andare ad augurare buon Natale agli anziani, giocare e ballare con loro è stato me-
morabile e sensazionale. Ora sono gioioso che gli anziani siano felici.
Non è solo divertirsi ma è trasmettere ad altri qualcosa di migliore, impossibile da
vivere da solo.
Emanuela De Francesco
Per me quest’esperienza è stata bel-
lissima, soprattutto i giochi con le
mollette e il presepe vivente.
Voglio intendere questa esperienza
con divertimento.
L’atmosfera che si era creata era
intensa, familiare.
Ilenia Milillo
Secondo me è stata la giornata più bella della mia vita. Quando sono entrato ho
visto degli anziani seduti in cerchio che mi facevano tenerezza, ma soprattutto mi
hanno fatto ricordare i miei tre nonni defunti. Abbiamo giocato, ballato e cantato
tutti il tempo. Alla fine mi è dispiaciuto andar via perché gli anziani erano calmi,
tranquilli e quando si parlava di ballare non si tiravano indietro. Ciao e spero di ri-
tornarci perché mi sono molto divertito.
Simone Rizzi
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TOMBOLATA DI INIZIO ANNO CON LA CROCE ROSSA ITALIANA
“Non vi è niente al mondo di cosi ir-
resistibilmente contagioso come una
persona che ride ed è di buon umore”
(Canto di Natale di Charles Dickens).
Musica, festa, balli e tanta allegria
nella Fondazione Villa Giovanni
XXIII - Onlus di Bitonto. Il gruppo
dei giovani volontari della Croce
Rossa Italiana – Comitato di Bari - sede di Bitonto, il giorno 5 Gennaio 2018 si è
impegnato nella realizzazione della tradizionale Tombolata di Inizio anno.
Angela, Domenico, Peppe, Pasqua e Rosa sono solo alcuni dei protagonisti di questa
splendida attività che ha coinvolto gran parte degli ospiti della struttura e che è
iniziata da subito con numerose vincite e sorprese. La vivacità e l’entusiasmo dei
presenti si è subito scatenata in un interminabi-
le trenino che ha coinvolto tutti, dai più grandi
ai più piccoli, e che è proseguita al centro pista
con brani della musica italiana e non. Straordi-
naria e scoppiettante la performance di una del-
le partecipanti che ha rubato la scena con la sua
irrefrenabile energia.
Divertito e compiaciuto anche chi, senza gioca-
re né ballare, si è rivisto in quei volontari, in
quei passi di danza e in quei sorrisi. Chi ha semplicemente assistito senza parlare e
chi invece ha raccontato di sé e della propria famiglia. Questa attività è una delle
tante che rendono il Volontariato un “dare per ricevere”. Ogni volta che si saluta
un volto stanco ma riconoscente, ci si sente persone migliori. Persone arricchite da
tanta saggezza e consapevolezza e stimolate dalla bellezza della semplicità.
Roberta Abbatantuono
Croce Rossa Italiana
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PENSIERI IN LIBERTÀ
Il Natale nella casa di riposo è stato molto bello. All’inizio delle feste sono venuti i
bambini della scuola media a cantare insieme a noi i canti di Natale, a recitare le
poesie, ad abbellire il presepe piccolo sotto l’albero, ad ornare i comodini con gli
alberelli di Natale e le porte delle nostre stanze con altri alberi. Poi un giorno, pri-
ma di Natale, col gruppo della Parrocchia dei Santi Medici, abbiamo recitato il ro-
sario e, dopo aver mangiato un poco di panettone, abbiamo ballato fino a sera di-
vertendoci molto. Prima dell’Epifania abbiamo giocato a tombola, divertendoci mol-
to, abbiamo giocato fino a sera, e poi abbiamo ballato molto. Abbiamo vinto i regali,
sentendo tanta gioia nel cuore. Grazie a tutti voi.
Pasqua La Grasta
Il Natale ha portato nel mio cuore gioia e serenità. Abbiamo organizzato tante fe-
ste e sono venuti e trovarci tante persone. Un giorno sono venuti i ragazzi della
scuola media “Carmine Sylos” che hanno portato un albero ciascuno, tutto ornato,
da mettere sui comodini delle stanze. Poi ci hanno aiutato a costruire un pezzo alla
volta un albero grande da mettere nel salone delle feste. Poi un’altra festa è stata
quando di pomeriggio è venuto un gruppo della Caritas dei Santi Medici a recitare
il Rosario. Subito dopo hanno offerto un pezzetto di panettone e poi un complesso
ha organizzato la musica da ballo. Tutti noi abbiamo ballato, divertendoci un mon-
do. La vigilia di Natale è venuto Babbo Natale che ci ha portato i doni di Natale. A
me ha portato una sciarpa bellissima di lanettina, le calze caldissime e un borselli-
no. Nello stesso giorno abbiamo bevuto lo spumante con i dolci. Il giorno di Natale
abbiamo bevuto di nuovo lo spumante. La sera di capodanno ho indossato la cami-
cetta laminata nera, con una maglia rossa e ho assistito alla Santa Messa, durante
la quale ci siamo scambiati gli auguri di buon anno. Il giorno prima dell’Epifania ab-
biamo giocato a tombola. Io ho vinto una tombola e come regalo ho avuto una ca-
sacca beige. Il giorno dell’Epifania abbiamo assistito alla Santa Messa. Io sono
stata molto contenta e felice. I miei parenti mi hanno fatto tutti gli auguri di Na-
tale.
Nella Schiavone
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LA MIA VITA A VILLA GIOVANNI
Sono un’insegnante elementare e mi chia-
mo Nella Schiavone.
Vi racconto un po’ la mia vita all’interno
della struttura.
La dottoressa Antonia Fallacara sostiene
un colloquio sulla lettura del giornale, la
Gazzetta del Mezzogiorno, molto inte-
ressante. Una volta alla settimana so-
stiene una lezione sugli esercizi di me-
moria. Io sono molto contenta e soddi-
sfatta di ciò.
Frequento ogni mattina il laboratorio di
Maria Rosa, un’educatrice che possiede
un diploma di Laurea. Grazie a lei, sono
riuscita a scrivere bene ciò che mi suc-
cede. Infatti parecchi mesi fa sono riu-
scita a scrivere bene e a leggere e capi-
re quello che leggo.
Poi un giorno il nostro direttore vide i
disegni che avevo colorato. Fu molto con-
tento e si congratulò con me.
Nella mia stanza ci facciamo compagnia reciproca io e la mia amichetta più piccola
di me. I suoi parenti, quando vengono a trovarla, mi portano i dolcetti.
Io sono molto contenta di vivere nella Casa di riposo, perché mi sento bene.
Nella Schiavone, ospite
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“NON C’È COSA PIÙ BELLA CHE REGALARE UN SORRISO”
Mi chiamo Graziella e da circa un anno sono volontaria nella struttura.
Sono in pensione dall’in-
segnamento, ma penso di
fare il miglior lavoro di
sempre.
Alcuni mi chiedono che
cosa io faccia e cosa io
possa ricevere da questa
esperienza. Io rispondo
dicendo che porto sorri-
si, abbracci, calore e
tanta dolcezza. Faccio, insomma, un po’ di compagnia extra a chi ne ha bisogno.
Non c’è cosa più bella che regalare un sorriso a qualcuno, che sia di un minuto o
provochi una serenità che duri di più! Le nostre partite a carte, alcune volte rallen-
tate, altre veloci, con regole di gioco decise al momento in base alle abilità o disa-
bilità perché tutti siano coinvolti, così animate, divertenti e uniche, ne sono una
testimonianza.
Fare qualcosa che ha senso e che è importante per gli ospiti della struttura mi ri-
compensa sicuramente.
Stiamo pian piano diventando amici, anche se alcuni ospiti li conoscevo già perché
ho frequentato la struttura per una cara parente.
Credo che l’esperienza sarà sempre più interessante per il rapporto costruttivo
con il personale e l’amicizia con le altre volontarie Carmela De Pinto e Angela
Schiavone.
Graziella La Forgia, volontaria
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IL LABORATORIO DI DÉCOUPAGE
Il laboratorio di découpage settima-
nale, che prevede l’esposizione fina-
le dei lavori, vuole realizzare mo-
menti di aggregazione attraverso
l’incontro e la relazione.
L’obiettivo del découpage prevede il
coinvolgimento degli ospiti nelle at-
tività proposte e il potenziamento
della motivazione al lavoro di gruppo.
Le attività vengono svolte in un ap-
posito spazio attrezzato e viene usa-
to materiale di vario genere: pasta,
riso, plastica, pennelli, stoffa, vetro,
colla, calzini.
Con questo materiale hanno realizza-
to pupazzi di Natale con molta sod-
disfazione del lavoro fatto. Hanno
inoltre ricordato i loro vissuti e man-
tenuto così la loro memoria intellettiva e operativa.
Anna Ciliberti
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LA CUCINA DELLA NONNA
PATATE RISO E COZZE
(LA TJEDD)
Oggi voglio portarvi alla ri-scoperta di un'antica e gustosa specialità della
cucina pugliese, dalla quale vi lascerete deliziare e che vi dimostrerà – anco-
ra una volta – come la cucina della nostra amata Regione sia ricca di influen-
ze delle diverse epoche storiche susseguitesi: sto parlando del piatto a ba-
se di patate riso e cozze.
Considerata la regina delle minestre, le sue origini risalgono al 1600, ovvero
al periodo della dominazione spagnola. Questa specialità barese, basata ap-
punto sul riso, può esser paragonata alla paella spagnola, soprattutto per
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l’utilizzo di alcuni ingredienti simili (il riso, i frutti di mare, i pomodorini, la
cipolla…); ma il modo barese di condire differisce considerando che si ado-
perano ingredienti tradizionali della zona di Bari.
Proprio come la paella, questa ricetta prende il nome dal contenitore in cui
è cotta. “Tiella”, infatti, in dialetto pugliese, significa teglia, nome di origi-
ne vernacolare derivante dalla parola tieèd, che ha il significato di tegame
che la tradizione vuole sia di coccio o terracotta, alta e di forma circolare.
Questa è una chiara ed inequivocabile testimonianza della dominazione ope-
rata dagli spagnoli nel corso del Seicento, i quali ci hanno consegnato questa
specialità barese che oggi è annoverata tra i piatti più importanti e cono-
sciuti della tradizione pugliese. Tutti gli ingredienti sono sapientemente si-
stemati in un ampio tegame da metter in forno.
La combinazione di patate riso e cozze nasce come piatto povero, prepara-
to con gli ingredienti sempre presenti nelle case dei contadini. Nel corso
degli anni, è stata poi arricchita con le cozze, pesce comunque economico.
Moltissime sono le varianti di questo piatto che sono tramandate di genera-
zione in generazione.
Il fatto che le tracce della sua origine si perdano cosi lontano nel tempo, ha
incoraggiato la diffusione di varianti alla ricetta originaria.
E’ un piatto che si compone di pochi ingredienti: ogni variazione però, deve
rispettare pochi principi base, come quello di utilizzare solo ingredienti
semplici, freschi e buoni, come le cozze, il riso, le patate, le cipolle e
i pomodorini.
La variante più popolare è quella con l’aggiunta delle zucchine.
Tutti gli ingredienti vengono infornati “a crudo”, per questo motivo è un
piatto che richiede un tempo di cottura abbastanza lungo... ma vale davvero
la pena aspettare la cottura!!!
Per quanto riguarda la composizione della tiella, non è necessario seguire
delle regole fisse, essendo piuttosto una ricetta che dà spazio alla creativi-
tà.
Di seguito propongo la ricetta barese che ha come variante le zucchine.
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Ingredienti per 4 persone:
1 kg di cozze di Taranto
250 g di riso (a chicco grande come il Roma o l'Arborio)
500 g di pomodorini fiaschetto
500 g di patate
2 cipolle grosse
100 g di zucchine
3 cucchiai di pecorino grattuggiato
oli qb
aglio qb
prezzemolo qb
sale qb
pepe qb
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Preparazione:
Pulire le patate (si raccomanda di usare quelle a pasta gialla), tagliarle a
fette spesse e riporle nel tegame ricoperte di acque per non farle annerire.
Staccare le cozze dal giunco, lavarle raschiando i gusci. Prenderle una per
volta e, con il coltello adatto, aprirle facendo in modo che il frutto rimanga
tutto in una valva e metterle in un piatto , conservando il liquido.
Lavare il riso. Tritare un ciuffo di prezzemolo, pulire uno o due spicchi d'a-
glio e le cipolle.
Quando tutto è pronto, cominciare a riempire il fondo della tiella con i po-
modorini spezzettati e le cipolle affettate; condire con aglio e prezzemolo
finemente tagliuzzati, un pizzico di sale, un po' d'olio di oliva, pepe e for-
maggio pecorino.
Su questo strato di condimento, sistemare una fila di patate e, su queste, le
cozze con il guscio rivolto verso il basso.
Sulle cozze spargere il riso e condire ancora con pomodoro, prezzemolo,
aglio, formaggio e olio. Per ultimo, mettere un altro strato di patate condite
come prima; in più cospargere il tutto con fettine di zucchine e mollica di
pane grattuggiata. Aggiungere il liquido delle cozze e acqua.
Durante la cottura nel forno per 35 minuti, controllare che vi sia sempre
liquido sufficiente e, se ne occorre, aggiungere un po' di acqua per volta,
evitando che la teglia riesca, in ultimo, troppo brodosa. Servire il piatto non
molto caldo...
… e deliziatevi il palato...
Laura Fano
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...E INFINE ALCUNI DEI NOSTRI COMPLEANNI
Grazia Carrieri
Francesca Montaruli
Maria Antuofermo
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Pasqua Maffei
Antonia Vacca
Rosa De Nicolò
Michele Chirico
N. 25 Pagina 19
Giovanna Pedota
Vito Achille
Cosimina Fallacara
Angela De Palo
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Maria Turturro
Maria Giancaspro
Antonio Fornari
Michela Lembo
N. 25 Pagina 21
Carmela Misurelli
Giovanni Chiumarulo
Lucia Cutrone
Cristina Fallacara