virtù e felicità ellenismo e cristianesimo

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Il Bene: Il Bene: virtù e virtù e felicità felicità Le filosofie ellenistiche: la vita buona come saggezza La vita buona come beatitudine: l’etica cristiana

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Il Bene: virtù Il Bene: virtù e felicitàe felicità

Le filosofie ellenistiche: la vita buona come saggezza

La vita buona come beatitudine: l’etica cristiana

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Il calcolo razionale dei piaceriIl calcolo razionale dei piaceriL’etica diviene la parte più importante della

filosofia, che è ora arte del ben vivere, la cui suprema virtù è la saggezza. È il primato del vivere bene sul conoscere, della felicità sulla verità.

EpicureismoEpicureismo: il piacere è il bene supremo, lo scopo a cui ogni essere tende, il movente di ogni azione. Il bene è ciò che fa star bene il corpo e i sensi. La ragione diviene mezzo e la virtù strumento per conseguire una vita felice. La ragione deve soppesare, discernere e selezionare, mettendo in atto il calcolo dei piaceri.

Il piacere è assenza di dolore del corpo e assenza di turbamento dell’anima: eliminazione del bisogno, della mancanza, della sofferenza.

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Quali desideri ...Quali desideri ...

Mangiare, bere, dormire … il giusto

Desiderio di cibo raffinato …

Smodato desiderio di gloria e fama

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Il quadrifarmacoIl quadrifarmacoLa conoscenza è un farmaco;con essa l’uomo

guarisce dalla false paure e dai bisogni innaturali da cui si genera il dolore:

La Ragione diviene regolatrice: fuggire il male, conseguire il bene: logica intellettuale che persiste nel mondo greco.

MALI TERAPIA

La paura degli dei e dell’aldilà

Gli dei non si occupano degli uomini

La paura della morte Quando ci siamo non c’è, quando c’è non ci siamo

La mancanza del piacere Il piacere è facilmente raggiungibile

Il dolore fisico Se acuto è provvisorio o porta alla morte, se lieve è

sopportabile

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Liberazione dalle passioniLiberazione dalle passioniStoicismoStoicismo: scopo ultimo della vita: la felicità come

bene supremo. L’etica chiarisce i mezzi per raggiungerla.

Ogni ente tende a conservare e incrementare il proprio essere, perseguendo ciò che gli giova e fuggendo ciò che nuoce.

La natura dell’uomo è la razionalità: bene è ciò che giova al logos, male ciò che gli nuoce. Il bene/male del corpo sono moralmente indifferenti (si sottraggono alla valutazione morale: fatti biologici e materiali).

L’uomo può scegliere tra: beni morali, mali morali e indifferenti che, sul piano materiale, possono essere comunque valori e dunque preferibili, degni di essere scelti (la ricchezza è meglio della povertà).

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Liberazione dalle passioniLiberazione dalle passioniLa virtù è vivere secondo natura, cioè secondo

ragione e provoca la felicità.La passione turba la virtù, cioè la felicità e

dunque la ragione. La passione è una malattia dell’anima. La saggezza sarà allora conquistare la totale assenza delle passioni (apatheia).

La passione sgorga dalla conoscenza (intellettualismo socratico) poiché corrisponde ad un calcolo erroneo circa il bene che deriverà da una data cosa. Le false valutazioni circa un male presente o futuro generano infatti dolore e paura.

La virtù è premio a se stessa, l’uomo deve perseguirla indipendentemente da ciò che ne consegue.

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La virtù basta e se stessaLa virtù basta e se stessaIl vizio sarà punizione a se stesso. L’infelicità e

il tormento già puniscono il malvagio.Il saggio stoico e dunque già e sempre felice

poiché superiore agli eventi esterni, indifferente alle condizioni materiali di vita, geloso custode della sua ragione.

La morale esige sforzo, impegno, rigore per lottare contro le passioni irrazionali. Il dovere morale degli stoici è un’azione conveniente alla natura umana, conforme alla ragione: agire secondo natura.

Non è un’etica deontologica, non risponde un obbligo morale, imposto da una legge esterna o dalla coscienza interiore.

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La vita buona come beatitudine: etica La vita buona come beatitudine: etica cristianacristiana

Il cristianesimo non è solo una dottrina morale ma è una religione: si deve diventare santi non solo saggi.

La morale greca è antropocentrica,naturalistica e immanentistica: il bene è opera della ragione umana che ottiene una vita buona e felice compiendo una inclinazione naturale. Il cristianesimo genera una morale teocentrica, trascendente in cui il bene è un dovere ordinato da dio: in esso bene morale è subordinato al bene teologico.

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Tommaso d’Aquino (1225-1274 ca.)Tommaso d’Aquino (1225-1274 ca.)Per Tommaso d’ogni cosa attende al suo bene,

ma secondo un ordine introdotto da Dio nella natura al momento della creazione del mondo. C’è natura e sopra natura dunque ci sono due fini e due tipologie di felicità:

La naturale e la soprannaturale, l’una esige virtù naturali, l’altra virtù teologali, cioè provenienti da Dio. La contemplazione della divina sapienza aristotelica diventa la visione trascendente e oltremondana di Dio.

Ma la novità cristiana riguarda la volontà: qui il cristiano si gioca la salvezza o la dannazione poiché alla volontà si legano le nozioni di libertà e di peccato (questa ultima sconosciuta al pensiero greco)

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La libertà è una caratteristica tipica della volontà umana, che è facoltà autonoma rispetto all’intelletto e indifferente ai motivi che adesso adduce. L’uomo può sempre scegliere pur senza apparenti motivazioni razionali.

Il cristianesimo concepisce Dio come persona, come essere dotato di intelligenza e di volontà libera: l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio dunque con intelligenza e libertà. L’uomo, libero, può anche ribellarsi a Dio. La fede è adesione libera a Dio che precede la conoscenza: credo che significa dirigere la volontà verso Dio ed è un atto diverso dal comprendere. Ci si affida a Dio e da questa scelta nasce la salvezza: ad esse sono destinati coloro che vogliono ubbidire a Dio.

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Agostino da Ippona (354-430)Agostino da Ippona (354-430)il fine dell’uomo e la ricerca della felicità che si

può conseguire con la virtù. La virtù e il rispetto più dell’ordine naturale che Dio ha imposto al mondo. L’ha detto e rispetto dell’ordine della creazione, l’amore per Dio, mentre il vizio è il disordine dell’anima e l’amore per le cose inferiori. L’uomo virtuoso volge il suo desiderio e la sua volontà a Dio e dunque è felice. L’uomo ha un cuore smisurato: desiderio infinito e di infinito che solo in Dio, eternità permanente, può essere placato.

Veramente felice, beato, è solo chi possiede Dio e la vera beatitudine nasce dal possesso del bene che non può essere smarrito

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Il vizio è il disordine dell’anima, il peccato è perversione della volontà che segue un’innaturale desiderio per le cose create: il male non è ignoranza, ma cattiva volontà. Il conflitto tra il bene il male riguarda non l’intelletto ma solo la volontà che è malata poiché essa non dipende né dal corpo né dall’intelletto.

La volontà è libera autonoma sovrana, e in bilico tra il bene e il male.