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Vincenzino news Giornalino dell’Istituto San Vincenzo de’ Paoli a cura della 1A sec. primo grado
a.s.2010-11
EDITORIALE L’idea di realizzare
il giornalino
dell’Istituto “San
Vincenzo” è nata
durante un incontro
di programmazione
tra gli insegnanti di
lettere ed il
sottoscritto
nell’estate scorsa.
Si è deciso di
affidarne la
realizzazione, per
l’anno scolastico in
corso, agli allievi della prima media. Così la
professoressa Guglielmino e il professore
Bortoluzzi hanno presentato il progetto ai
ragazzi che , da subito entusiasti, si sono
messi a lavoro dimostrando motivazione,
voglia di collaborare, di indagare, ascoltare
e mettersi alla prova! Vedendoli
all’opera,sono emerse le finalità principali
del giornalino: sviluppare la conoscenza
reciproca tra gli studenti e di farli
conoscere anche fuori dalla scuola.
Argomenti del giornalino sono quindi:
notizie , dati, commenti, interviste...Il
tutto, anche se con la naturale supervisione
dei docenti,affidato alla ideazione, alla
redazione ed alla libera espressione dei
ragazzi. Invito i lettori a prestare dunque
la massima attenzione ed apprezzamento
per l’impegno e lo sforzo profusi dagli
studenti della prima media per la
realizzazione del giornalino.
Buona lettura a tutti!
Il preside
Luciano Bonacini
PREGHIERA Signore Gesù,
benedici, guida e
proteggi i ragazzi di
questa scuola San
Vincenzo e tutti i ragazzi
del mondo che hanno nel
cuore grandi progetti di
pace, di giustizia e di
serenità.
Illumina le loro menti,
riempi il loro cuore
d’amore verso tutti; fortifica la loro
volontà perché di fronte a scelte
impegnative sappiano decidere
coraggiosamente per realizzare i grandi
ideali e i segreti progetti che Tu, Signore
Dio hai preparato per raggiungere il vero
bene.
Fa’ che non si scoraggino mai di fronte alle
difficoltà e che ogni loro conquista sia a Te
gradita e benedetta.
Sostieni i loro insegnamenti e le loro
famiglie nel prezioso compito di educatori e
conforta tutti con la Tua benedizione.
AMEN
Augurio
A tutti voi ragazzi, ai vostri insegnanti e
alle vostre famiglie giunga il nostro vivo e
sincero augurio di BUON NATALE e di un
sereno ANNO NUOVO.
Dio vi benedica e vi protegga.
Con affetto,
le vostre “suore della Carità” e di SANTA
GIOVANNA ANTIDA.
Intervista a
Suor Mariagrazia e ...
- Quando avete preso i voti e come mai avete scelto
quest’Ordine?
Ho scelto questo Ordine perché apriva tutte
le strade: ospizi, ospedali, missioni e scuole.
- Qual è il vostro compito all’interno della scuola? Le
piace?
Il mio compito all’interno della scuola è
seguire la portineria e la scuola materna e
mi piace molto questo compito anche se è
abbastanza faticoso.
- Come si svolge la vostra giornata?
Mi alzo alle 5 e 30 e faccio meditazione
con le altre suore. Alle 6 vado insieme alle
altre alla Cappella e alle 7 faccio colazione
e inizio il servizio di portineria. Alle 9
inizio a preparare la mensa . Alle 11 e 30
sto con i bambini della materna e seguo
soprattutto la portineria. Noi suore verso sera
diciamo delle preghiere e guardiamo il
TeleGiornale, poi andiamo a dormire.
- Quali rapporti avete con la scuola? E con i ragazzi?
Con la scuola non ho tanti rapporti, ma
con i ragazzi ne ho molti e veramente belli.
Quando ero più giovane facevo anche la
portinaia, direttrice e maestra.
- Ci potete parlare di alcuni posti “segreti “ di questo
Istituto (soffitta, ecc.)?
C’è la soffitta che non è molto sicura
se i pavimenti sono bagnati e se ci si
cammina sopra c’è il rischio che
si sfondino. Poi c’è una Cappella sull’orologio.
Stefano Mennea
Foto Chiara Taormina e Gabriele Salsi
...Suor Francesa
- Quando avete preso i voti e come mai avete scelto
quest’Ordine?
Ho
preso i
voti a
25 anni
e ho
scelto
questo
Ordine
perché
si dedicava alle
missioni (primo posto come mio interesse),
agli anziani (secondo posto) e alla scuola
(terzo posto), anche se adesso faccio la
maestra.
- Qual è il vostro compito all’interno della scuola? Le
piace?
Il mio compito all’interno della scuola è
quello di educatrice ed insegnante e mi piace
molto.
- Come si svolge la vostra giornata?
Alla mattina faccio colazione e bevo il
caffè, poi preghiera o meditazione e la Messa.
Poi vado in Portineria, comincio a lavorare
con il compito di educatrice ed insegnante
poi impieghi casalinghi (lavare,stirare,ecc….).
- Quali rapporti avete con la scuola? E con i ragazzi?
Per la scuola faccio mezz’ora di portineria
poi con i ragazzi vado in aula a fare
lezione.
- Ci potete parlare di alcuni posti “segreti “ di questo
Istituto (soffitta, ecc.)?
C’è l’appartamento delle suore ed in
San Spiridione due tombe per terra dentro
cui seppellivano gli orfanelli della scuola
(che un tempo era un orfanatrofio femminile
e che, di fianco, aveva una casa con gli
orfanelli maschi) che morivano per
il freddo perché non c’erano i finestroni.
Sotto alla scuola pare che ci sia una
cripta; sarà vero?
Visita al teatro
municipale di Reggio
Emilia Romolo Valli
Anno Domini 1857
In un soleggiato giorno la classe IA (delle
scuole medie) , è andata a visitare il teatro
municipale del capoluogo emiliano: il Romolo
Valli.
La classe era entusiasta, ma non appena i
ragazzi sono entrati nei sotterranei del
teatro,tutta la felicità si è trasformata in
brividi.
In questi luoghi erano esposte le opere di Luigi
Ghirri e Franco Cigarini.
Essi, sono due personaggi nati nei dintorni di
Reggio: Ghirri nasce nel 1943 a Fellegara, una
frazione di Scandiano,in provincia. Nasce in lui
la passione per la fotografia negli anni
cinquanta, ed in ognuna delle sue opere, da quel
momento, mette tutta la passione che un
fotografo può nutrire per il proprio lavoro.
Gigarini, invece, nasce a Reggio nell’Emilia nel
1924 e muore durante la realizzazione di un suo
progetto nel 1982 dopo aver girato vari
reportage per il mondo (eh … l’ispirazione di un
uomo dove porta!)
L’atmosfera nelle viscere del teatro era tetra,
ed il tutto contornato da location con specchi
deformanti,lucine a neon color fucsia. Tra le
cose più particolari viste, sicuramente la
giostrina arrugginita,ma con ancora interruzioni
di colori vivaci, è una delle migliori: questa era a
sé stante, in una stanza comunicante con le
altre. Questo particolare oggetto ha colpito
tutti, ma penso che a certi, faccia pensare a
bambini, che felici la fanno
ruotare,insieme,magari senza neanche
conoscersi tra loro.
In una seconda camera, era incisa una scritta
che può dar da pensare: Voi porterete l’ Italia
alla rovina. Questa particolare frase, risale alla
Seconda Guerra Mondiale (chissà quale persona
l’avrà mai scritta … soprattutto a chi era
indirizzata?).
Oltre a sotterranei, che potevano essere de
sfondo per alcuni film gialli, le guide hanno
mostrato ai nostri compagni una zona usata
come “parcheggio” per cavalli, carrozze e
calessi posizionata sotto la platea; gli ingressi a
teatro erano divisi a seconda del ceto sociale.
Risalendo in superficie attraverso più di cento
gradini, questi “esploratori” sono arrivati in una
parte di sottotetto interamente in legno,
risalente al diciannovesimo secolo.
Al centro, vi è un’apertura, attraverso la quale
viene calato l’Astrolampo: il lampadario che
pende nella sala dello spettacolo.
Il soffitto del salone è costruito a volta, e dalla
sala in questione è possibile vedere la sua
struttura a travi incrociate che formano
quadrati concavi.
Il meraviglioso lampadario da mille e una notte
è al centro di una sala affrescata e ricoperta in
oro.
All’ultimo piano della loggia, vi erano i posti per
le persone che “non vivevano nello sfarzo”,
mentre man mano si arrivava più in
basso,all’epoca, si incontravano i benestanti.
Sopra al favoloso palco è stato posizionato un
orologio che funziona con un meccanismo a
pendolo interno.
Abbandonando lo splendore del complesso e
risalendo un numero ampio di scale, si raggiunge
un’ altra porzione di sottotetto dedicata
anch’essa all’arte
La sala dei pittori prende il nome dalle attività
svolte nel sottotetto,è dotata di piccole ma
numerose finestre che spesso vengono oscurate
in presenza di mostre. In fondo, nella
pavimentazione,vi è uno sportello piuttosto
lungo che occupa tutta la parete, grazie a cui
una volta fatti i fondali di scena, questi
venivano calati giù, nella “dispensa dei fondali”.
La sala è interamente in legno; per sostenere il
soffitto del teatro è stata utilizzata una trave
unica. In una piccola stanza adiacente al salone
principale sono conservati ancora attrezzi in
pietra, utilizzati per creare i colori ricavati da
estratti naturali. All’interno è presente
un’impalcatura attraverso cui si poteva
osservare l’andamento dei lavori, tra cui la
creazione dei fondali e altri dipinti. Nella sala
sono contenuti i burattini di Otello Sarzi
costruiti con materiali
innovativi(spugna,stoffa,materiali di
riciclo,piccole parti in plastica,ecc.) e sono
presenti alcuni manifesti dei suoi spettacoli.
All’interno del salone è anche esposto il teatro
con cui Sarzi eseguiva i suoi spettacoli e nel
sottotetto sono conservati i burattini fatti .
Perfettamente conservato è lo spolvero degli
affreschi serbato nel salone teatrale , dove si
trova anche l’autoritratto “burattinesco”
dell’artista. Nella medesima stanza è presente
un teatrino con cambio manuale dei fondali. In
una buia camera è esposto un teatrino di carta
risalente all’800. In un’altra piccola stanza sono
ben visibili 2 burattini di nome Jhon e Masha
realizzati con materiale fluorescente, queste
opere non sono però state create da Otello
Sarzi.
Ecco l’intervista fatta a Solima Sarzi,
Figlia di Otello Sarzi:
-Suo padre ha mai preso spunto dalla propria
vita per costruire i burattini ?
Sì, mio padre prendeva spunto dagli avvenimenti
più importanti e dedicava ai cari i suoi
spettacoli.
-Lei era presente agli spettacoli di suo padre ?
Seguivo molti dei suoi spettacoli: potevo
scegliere se stare in platea con le altre
persone, o stare nel carretto dove dovevo,
però, stare in silenzio.
-In che anno Otello Sarzi ha iniziato a costruire
i suoi personaggi ?
Mio padre ha iniziato nel 1956 in seguito a
un’alluvione nel Polesine, dove si era recato
come volontario e, vedendo i bambini scossi
dall’accaduto,decise di costruire dei burattini
coi materiali che lo circondavano in quel
momento.
-Vi è un’associazione che porta il nome di suo
padre ? Da chi è stata fondata ? Di che cosa si
occupa ?
Vi è l’Associazione Famiglia Sarzi, fondata da
lui stesso,che ha lo scopo di aprire una scuola
per burattinai.
-C’è una storia che suo padre amava
particolarmente ?
Al mattino è la storia che preferiva
interpretare: questa storiella era dedicata ad
una donna amata tanto in gioventù.
Federica Pe’, Arianna Torelli, Lisa Vinichenko
IL FUMETTO GIOCO
Realizzato da Martina Bonomi
Intervista a bambini di IV
- Come ti chiami? Eddimilson
- Che classe frequenti? IV A
- Quale e’ la tua maestra? La mia maestra
è la Catia
- La tua impressione sulla maestra. E’ dolce,
capace e gentile
- Hai avuto un cambio di maestra? Ho avuto
un cambio di maestra quest’anno tra
la Chiara e la Catia.
- Come ti sembra la scuola? Non è stata
difficile fino alla terza, poi quando
si inizia a studiare diventa sempre
più difficile.
- Hai degli amici a scuola? Si, i miei
migliori amici sono Veronica e
Lorenzo.
- Hai avuto delle difficoltà in questi anni? Non
ho avuto alcuna difficoltà in questi
anni.
- Come sono state le gite che hai fatto? Le mie
gite preferite sono state quelle
all’Italia in Miniatura e il
Pellegrinaggio a Cesenatico.
- Come ti chiami? Veronica
- Che classe frequenti? IV A
- Quale e’ la tua maestra? La mia maestra
è la Catia.
- La tua impressione sulla maestra. E’ dolce e
generosa.
- Hai avuto un cambio di maestra? Si, perché
quest’anno ho cambiato scuola e
quindi anche maestra.
- Come ti sembra la scuola? Questa scuola
è più bella ma anche un po’ più
difficile dell’altra.
- Hai degli amici a scuola? Si. Eddimilson
e Gaia.
- Hai avuto delle difficoltà in questi anni? No.
- Come sono state le gite che hai fatto? Non
ho fatto gite nell’altra scuola.
Intervista a bambini di I - Come ti chiami? Francesca
- Che classe frequenti? I B
- Chi è la tua maestra? La mia maestra è
Valeria.
- La tua impressione sulla maestra. E’ molto
brava e ci fa fare tante cose belle.
- Qual e’ stato l’impatto con i compagni? Sono
molto bravi ed i miei amici sono
Sofia, Serena ed Emanuele.
- Come è stato l’impatto con la scuola? Per
me la scuola è molto bella e ci vengo
volentieri, ma bisogna impegnarsi
molto.
- Hai delle idee per la redazione del giornalino?
Mi piacerebbe mettere qualche
filastrocca sulle vocali e consonanti.
- Come ti chiami? Francesco
- Che classe frequenti? I C
- Chi è la tua maestra? La mia maestra è
la Chiara.
- La tua impressione sulla maestra. E’ brava
e gentile.
- Quale e’ stato l’impatto con i compagni? I
miei compagni sono bravi e
simpatici. I miei migliori amici sono
Tommaso e Matteo. Non ho nessuna
amica fra le femmine.
- Come è stato l’impatto con la scuola? La
scuola per me è molto facile.
- Hai delle idee per la redazione del giornalino?
Mi piacerebbe mettere filastrocche
umoristiche.
LA SCUOLA IN PASSATO
La scuola San Vincenzo è un aggregato di
edifici di cui le nostre classi sono solo una
piccola parte: infatti, percorrendo i
corridoi e le scale interne, si possono
“scoprire” nuovi ambienti a noi prima
sconosciuti.
Uno di questi è, ad esempio, la casa delle
suore che si trova a pianterreno dello
stabile, tra il cortile interno e Via Nuova.
La casa è di modeste dimensioni ed è
composta da un corridoio, nella cui parete
di destra è appeso un crocefisso (fig.4); da
una piccola sala arredata in modo semplice,
con un tavolo, un televisore, una credenza
ed un quadro (fig. 1) raffigurante Santa
Giovanna Antida di Thouret che è la Madre
fondatrice dell’ordine a cui appartengono le
suore.
Figura 1
Vi sono inoltre due bagni e cinque
stanzette che fungono da camere da letto.
Nella casa ci abitano, cinque suore
appartenenti all’ordine delle Figlie della
Carità di San Vincenzo De’ Paoli: Suor Elia
che è la Madre Superiora (fig.2), Suor
Anna, Suor Francesca, Suor Maria Grazia e
Suor Elisa.
In passato la situazione era molto diversa.
Le suore che abitavano all’interno
dell’istituto erano circa una ventina e le
stanze a loro dedicate erano collocate al
secondo ed al terzo piano del palazzo. Le
camere erano ampie, lussuosamente
arredate e avevano pareti affrescate con
bellissimi dipinti, con erano appesi preziosi
quadri antichi. Le grandi finestre
guardavano su Via Emilia Santo Stefano e
su Via Nuova.
Figura 2
Al piano terra, con la facciata che guarda
su Via Nuova, si trova poi la chiesa di San
Spiridione che è molto antica, costruita nel
1759. Essa è dedicata a San Spiridione che
non è un santo italiano, ma greco ed era
anch’egli un orfano, poi diventato un
sacerdote. Si pensi che questo istituto in
origine era un orfanotrofio femminile.
Successivamente, nel 1950, l’orfanotrofio
venne chiuso e la casa fu acquistata dalle
suore della carità che ne fecero una scuola.
Nella sala materna odierna in passato c’era
un teatrino, mentre nella casa delle suore
c’era una cucina, e nella palestra c’era un
refettorio. Nelle aule c’erano dei dormitori
e la presidenza di oggi era l’ufficio della
presidenza dell’orfanotrofio.
All’entrata della chiesa c’era un chiusino
con scritto “ PRO PUERIS” (fig.3) dove al
di sotto venivano sepolti i bambini e dalla
porta principale entravano i sacerdoti,
mentre da quelle laterali entravano le
bambine orfane.
Figura 3
Le suore pregavano nella cappella ed i
quadri esposti furono dipinti dai pittori
Mattia Benedetti e Francesco Vellani
Figura 4
Andres Alvarez, Federico Boni,
Andrea Rizzo
Foto di Chiara Taormina e Gabriele Salsi
QUIZ STOP !
AL FEMMINILE E AL MASCHILE, TE NE
INTENDI?
Indica con una crocetta la risposta esatta.
SEI ESPERTA DI DANZA? CHI ERA RUDOLF NUREJEN?
1) UNO SCACCHISTA RUSSO CELEBRE?
2) UN GIOCATORE UCRAINO DELLA JUVENTUS?
3) UNO DEI PIU' GRANDI BALLERINI D'OGNI
TEMPO?
COS'E' IL PAS DE DUEUX?
1) UN PASSO DI DANZA?
2) UNA SALSA PICCANTE?
3) UN VENTO CHE SOFFIA IN BRETAGNA?
PRIMA DI DANZARE E' MEGLIO......?
1) FARE ¾ ORE DI CORSA?
2) FARE STRETCHING PER IL TEMPO
NECESSARIO?
3) MANGIARE NON MENO DI 200 GR. DI PASTA?
SEI ESPERTO DI CALCIO?
DOVE GIOCA KAKA'?
4) REAL MADRID?
5) BENFICA?
6) MILAN?
DI CHE NAZIONALE E' DAVID SILVA?
4) PARAGUAY?
5) SPAGNA?
6) NIGERIA?
COME SI DICE QUANDO UN GIOCATORE E' IN FUORI
GIOCO E TORNA SULLA LINEA DEI DIFENSORI PER
RICEVERE LA PALLA?
4) FUORIGIOCO DI RITORNO?
5) FUORIGIOCO DI VELOCITA'?
6) FUORIGIOCO DI RIENTRO?
NEL DERBY DI MILANO V.S. INTER – MILAN 14.11.2010
CHI ARBITRO'?
1) RIZZOLI?
2 ) WEB?
3) TAGLIAVENTO?
QUAL E' IL DUO DI GIOCATORI OLANDESI DEL MILAN
STELLARE?
1) GULLIT - VAN NISTEROY?
2) VAN BASTEN - TOTTI?
3) VAN BASTEN –
GULLIT?
A cura di Alessandra Lombardi con la
collaborazione di Gabriele Salsi e Stefano
Mennea
IL MONDO DEL NATALE
C’era una volta una bambina di nome Sofia, che aveva
11 anni. Viveva a Perugia con i suoi genitori in una
villa. Sua madre era una nota violinista e suo padre un
importante senatore. Sofia viveva ormai nell’attesa
del giorno di Natale, la sua festa preferita.
Un giorno Sofia stava giocando in giardino con il suo
cane, Star. A un certo punto le venne in mente che i
preparativi per il pranzo di Natale non erano ancora
iniziati. Così mandò il suo cagnolino nella cuccia e
andò in casa. Entrò gridando: ”Mamma, mamma!”. La
madre di Sofia, Donatella, sussultò e per poco non
fece cadere il prezioso candeliere d’oro che stava
lucidando. “Sofia, ma che cosa succede?” “Mamma,
organizzerò tutto io per il pranzo che faremo a
Natale!”. Donatella cercò di dirle qualcosa, ma Sofia
non la ascoltò: ”Ma sì, certo! Farò le decorazioni,
preparerò i regali e allestirò la tavola. Tu dovrai
solamente cucinare…”. La madre disse: ”Sofia,
quest’anno non festeggeremo Natale; è una festa
inutile ed infantile, e tu ormai sei grande. Babbo
Natale non esiste e tu lo sai. Invece il 25 dicembre
andremo ad una riunione d’affari a New York”. Sofia
rimase impietrita. Non poteva immaginare un 25
dicembre senza Natale. Senza dire nulla, uscì di
corsa sbattendo violentemente la porta. Corse fuori
piangendo, con le lacrime che scendevano copiose sul
suo viso. Si accucciò vicino al suo cane e pianse.
Pianse per un periodo che le sembrò interminabile.
A un certo punto iniziò a nevicare e, come per magia,
davanti a lei si materializzò un portone di legno
massiccio da cui proveniva… un buonissimo profumo di
biscotti al burro e al cioccolato!!!
Sofia non esitò ad aprire il portone per vedere quello
che c’era dietro. Subito si ritrovò in uno strano
posto: c’erano case costruite con pandori, auto con
ghirlande, non c’erano fabbriche, ma solo botteghe di
legno e al posto delle scuderie per cavalli, c’erano
scuderie per renne; ma certo, era ovvio! Si trovava
nel mondo di BABBO NATALE!
Sofia era al settimo cielo dalla gioia e non poté
trattenersi dal curiosare qua e là. Mentre correva, si
scontrò con una piccola elfa che stava portando delle
scatole piene di decorazioni alla bottega di suo
padre. “Scusa, ti ho fatto male? Io sono Sofia.”disse
la bambina.”No, non è niente! Io mi chiamo Pandorina
e abito qui, a DOLCE NATALE!” rispose l’elfa.
Pandorina fece da “guida turistica”a Sofia
mostrandole il meraviglioso paese. Ormai era buio e
Sofia non sapeva dove andare. Pandorina allora le
disse: ”Se vuoi, potresti passare la notte a casa mia.”
”Oh, sarebbe fantastico! Grazie Pandorina!”rispose la
ragazzina.
Giunte a casa della piccola elfa, tutti i suoi parenti
chiesero in coro:”Chi è lei, Pandorina?” ”Lei è la mia
nuova amica: si chiama Sofia!” rispose la piccola elfa.
Fece capolino nel salotto anche la madre di
Pandorina, che accolse l’ospite con grandencortesia.
“Vi sembra il modo di trattare gli ospiti? Dovreste
proprio vergognarvi!” disse rivolta ai suoi parenti
“Dovreste almeno salutare!”. Sofia ricevette scuse e
saluti, e tanti complimenti. Infatti era una bambina
dolce, beneducata e molto carina. Dopo una buona
mezz’ora passata a chiacchierare con Sofia e i suoi
parenti, Pandorina chiese a sua madre: ”Mamma,
Sofia può restare a dormire da noi? Non so da dove
venga, ma ha detto che non vuole tornarci”. La madre
di Pandorina rispose:”Ma certo, può restare quanto
vuole: è una ragazzina così gentile…Ma almeno
dobbiamo sapere da dove viene. Ha un modo strano di
vestirsi e sembra non conoscere niente di questo
posto. Sicuramente non è di qui”. Pandorina non era
mai andata oltre i confini di DOLCE NATALE, ma
neanche del mondo di BABBO NATALE, delimitato da
portoni di legno misteriosi.
I suoi genitori, in realtà, una volta l’avevano portata
in un paese confinante con la sua città, PANETTONE
CANDITO, dove abitava sua nonna. Di solito era la
nonna ad andare a trovare la nipotina, però quel
giorno era malata così i genitori, non avendo trovato
nessuno che potesse occuparsi di Pandorina, l’avevano
portata con loro per augurare alla nonna una pronta
guarigione. Pandorina non immaginava neanche
lontanamente che potesse esistere un mondo
parallelo al suo (quello di Sofia, cioè il nostro), perciò
pensò che la sua amica provenisse da PANDORO
INNEVATO o da qualche altro paese del mondo di
BABBO NATALE. Dovete sapere che nel mondo, dove
abita Pandorina ci sono sette paesi, ognuno di un
colore diverso per distinguerlo dagli altri; perciò se
vi capiterà di andare nel mondo di BABBO NATALE,
per capire dove siete finiti, vi basterà seguire la
seguente legenda:
DOLCE NATALE-VERDE
PANETTONE CANDITO-GIALLO
PANDORO INNEVATO-ROSSO
ALBERO INVERNALE-BIANCO
REGALI FELICI-ROSA
SLITTA DEGLI AUGURI-ARANCIONE
CANTO MELODIOSO-AZZURRO
Pandorina sapeva queste cose, ma ignorava
completamente l’esistenza del nostro mondo. Così
tornò in salotto e riprese a scherzare e giocare con
Sofia, la quale fu felicissima di dormire a casa della
sua nuova amica. Nei giorni che seguirono, Sofia
scoprì un sacco di cose sulla vita degli elfi, e divenne
molto amica di Pandorina. Se qualcuno chiedeva: ”Chi
è l’amica di Sofia?” tutti rispondevano: ”L’amica di
Sofia è Pandorina” e viceversa. Un giorno la madre di
Pandorina annunciò che sarebbero andati a trovare
Babbo Natale, che abitava in una casa proprio nel
punto d’incontro dei paesi del mondo degli elfi. Sofia
era molto contenta di andare a conoscere Babbo
Natale, ma anche un po’ preoccupata perché i
genitori della sua amica volevano sapere da dove
veniva. Ora voi penserete che non si debba essere
preoccupati del fatto che i genitori della tua migliore
amica scoprano di dove sei quando tu non vuoi
dirglielo. E se anche lo venissero a sapere, che
motivo c’è di angustiarsi? Invece Sofia preoccupata
lo era eccome, e per due motivi:
a. I genitori di Pandorina avrebbero chiesto notizie
sulla sua nazionalità a Babbo Natale, che a quanto
pare sapeva tutto sui bambini.
2.Sofia aveva paura che, una volta scoperta la sua
origine, la mamma e il papà di Pandorina l’avrebbero
cacciata di casa, temendo per l’incolumità della figlia.
Infatti sapeva che gli abitanti del suo mondo non
erano ben visti da quelle parti.
Così fece di tutto per ritardare l’uscita, ma i genitori
di Pandorina furono irremovibili. Con lo stomaco in
subbuglio, Sofia si avviò insieme alla famiglia della
piccola elfa. Tutti erano allegri, tranne lei. Pandorina
non capiva come mai la sua amica fosse così triste:f
orse non le piaceva Babbo Natale, o forse la loro
compagnia l’annoiava. Arrivati alla casa di Babbo
Natale, Sofia rimase estasiata, dimenticando per un
momento le sue pene. L’abitazione era un grande
panettone, la porta era di uvetta e canditi, le
finestre di zucchero filato e biscotti, il tetto era di
wafer, le grondaie di bastoncini di zucchero e i
cespugli intorno alla casa erano pasticcini glassati.
Sofia e i suoi amici entrarono e videro la signora
Natale che piangeva disperata, china sul tavolo del
salotto. I genitori della piccola elfa andarono a
consolare la povera signora:”Che cosa è
successo,Mamma Natale?”. La poverina disse tra i
singhiozzi:”Mio marito era uscito stamattina per
comprare il tè che mancava per oggi, sapete
dovevano arrivare degli ospiti. Verso
mezzogiorno,vedendo che non tornava, ho detto agli
ospiti di venire domani perché non avrei più fatto in
tempo a preparare il “TEA PARTY”. Ho aspettato
ancora un po’, ma Babbuccio non tornava. Cosi ho
chiesto aiuto ai vicini di tutti i paesi e insieme
l’abbiamo cercato,ma non l’abbiamo trovato. Come
sono disperataaa!!!” concluse scoppiando in lacrime. Il
padre di Pandorina disse: ”Questa non ci voleva:tra 8
giorni è Natale! Chi distribuirà i regali ai bambini?”.
La moglie lo squadrò:”Ti preoccupi di questo?
Dovresti vergognarti! Babbo Natale è scomparso e tu
pensi solo ai regali! Sicuramente gli è successo
qualcosa…” concluse. Il marito si scusò con Mamma
Natale, che disse:”No, non preoccuparti. In fondo hai
ragione tu. Il mestiere di mio marito è quello di
distribuire doni ai bambini buoni e bravi. Se non lo
farà, l’equilibrio del Natale verrà sconvolto”.
A quelle parole, anche la madre di Pandorina s’incupì.
Tutti tacquero. Nella casa c’era un silenzio di tomba.
Nessuno osava fiatare. Ad un certo punto Sofia
disse: ”Andrò io a cercarlo”. Tutti la guardarono,
increduli. Come poteva pensare una bambina di 11 anni
di ritrovare Babbo Natale dopo che più di 500
persone non erano riuscite a scovarlo? Ma Sofia,
decisa, ripeté:”Io lo vado a cercare. Chi vuol venire
con me parli adesso o taccia per sempre”. Vedendo
che nessuno accennava ad un “sì”, Sofia
borbottò:”C’era da aspettarselo…” e si avviò verso la
porta. Ma proprio mentre stava per aprire, Pandorina
la fermò:”Aspetta,verrò io con te!”. Sofia, felice, le
fece un sorriso e la prese per mano. I genitori della
piccola elfa dissero in coro:”Noi vi aiuteremo. Ma non
possiamo venire con voi. Abbiamo troppe ordinazioni
per domani, e se non lo faremo potremo dire addio
alla nostra carriera di “creatori di decorazioni”. Ci
dispiace davvero moltissimo.”. Sofia disse:”Non fa
niente”.
Ritornarono immediatamente a Dolce Natale., nella
bottega dei genitori di Pandorina e le ragazze
presero:
-UNA CORDA DI LIQUIRIZIA;
-UNA TENDA DA CAMPEGGIO DI ZUCCHERO FILATO;
-DUE CAPPOTTI FATTI DI MIELE CONDENSATO E
INDURITO;
-UNA DOZZINA DI PICCHETTI DI PISTACCHIO;
- SCARPONI DA NEVE DI MARMELLATA INDURITA;
-PANTALONI DA SCI DI
-PROVVISTE VARIE.
Inoltre il padre di Pandorina aggiunse:”Può darsi che
Babbo Natale si sia perso sul monte Gelatoso . Molti
si sono smarriti lì!”.
Le due amiche partirono per il monte Gelatoso (una
vetta di gelato di tutti i gusti). Ci misero una
settimana ad arrivare dall’altra parte, ma non
trovarono nessuno. Ormai mancava solo un giorno a
Natale. Le due ragazzine erano stremate e decisero
di fermarsi un attimo. Mancava ancora qualche metro
per arrivare sino in fondo al monte. Sofia
disse:”Abbiamo ancora un giorno intero: un’infinità di
tempo. Dobbiamo continuare a cercare!”. Pandorina
però non era d’accordo:”Ascolta, Sofia. Io direi di
rinunciare. Abbiamo fatto il possibile, e se non è
bastato…pazienza!”. Sofia la guardò ammutolita:”Vuoi
dire che dovremmo rinunciare dopo aver fatto tutta
questa strada!?” “Sì”, rispose l’elfa,” Quest’anno il 25
dicembre sarà senza Babbo Natale”. Sofia ribatté:
”Come puoi dire una cosa del genere? Pensa a tutti
quei bambini del mondo parallelo a questo, che non
riceveranno niente a Natale!” “Non sapevo esistesse
un mondo parallelo al nostro…-si difese Pandorina-
Comunque non mi interessa nulla di quei bambini: da
noi ci penserà Mamma Natale a distribuire i doni.
Non capisco perché ti preoccupi tanto di quel mondo:
tu sei di questo,esattamente come me!”.
A quelle parole, Sofia non seppe più trattenersi:”Ti
sbagli, io sono di quel mondo! Non vi ho detto niente
perché pensavo che mi avreste cacciata di casa! Non
volevo tornare nel mio universo perché proprio il
giorno che mi hai incontrata, ho scoperto che
quest’anno io e la mia famiglia non avremmo
festeggiato il Natale! Così ho pensato che avrei
potuto festeggiarlo qui, insieme a voi, e che sarebbe
stato bello comunque. Sarei tornata nel mio mondo
solo il 26 dicembre…”. Pandorina rimase a bocca
aperta. Si sentì lo stomaco chiuso in una morsa
stretta,e non riuscì a sostenere lo sguardo di Sofia.
Si vergognava. Si vergognava di essere stata così
egoista e capì di aver sbagliato. Gli occhi le
diventarono lucidi e a stento riusciva a trattenere le
lacrime. Aveva fatto una figuraccia con la sua
migliore amica. Sofia a sua volta divenne triste:”Mi
dispiace di aver urlato. Dovevo sfogarmi. Non ce la
facevo più a tenermi questo peso dentro.”A quelle
parole tutte e due scoppiarono a piangere, e si
abbracciarono. Tra i singhiozzi si promisero a vicenda
che non avrebbero mai più litigato tra di loro e
fecero la pace. Si asciugarono le lacrime e si
drizzarono in piedi. Stavano per rimettersi in
cammino quando Pandorina inciampò su un pezzo di
legno e scivolò giù per il monte. La piccola elfa
urlava:”Ti prego, Sofia, AIUTAMI!!!!”.
Sofia allora corse più veloce che poteva per salvare
la sua amica, ma a sua volta scivolò su un altro pezzo
di legno e così raggiunse Pandorina, però non nel
modo che sperava. Insieme scivolarono fino in fondo
al monte, proprio in direzione di un portone di legno.
Erano vicine al confine del mondo di BABBO
NATALE.
Il portone inspiegabilmente si aprì e loro rotolarono
fino ad un grosso albero. Quando le due ragazze
ripresero i sensi, Sofia gridò:”Siamo nel mio
mondo!”poi si guardò intorno:”Siamo a Perugia, nel
giardino di casa mia! Questo è lo stesso portone che
ho attraversato per arrivare nel tuo mondo!” Il cane
della ragazzina le venne incontro e la salutò
scodinzolando. Sofia e Pandorina videro qualcosa che
si muoveva dietro un grosso cespuglio. Impaurite si
consultarono e decisero di andare a vedere che cosa
poteva essere: avanzarono timorose verso il
cespuglio.
Quando furono vicine, contarono fino a tre e poi
balzarono avanti. Di fronte a loro apparve Babbo
Natale! Le due ragazze allora esclamarono: ”Babbo
Natale! Cosa ci fai tu qui?”.
Babbo Natale rispose:”Sono partito per andare a
comprare il tè per il “TEA PARTY”. Volavo sulla mia
slitta,quando mi sono accorto che le mie renne erano
stanche. Così mi sono fermato sul monte Gelatoso.
Ma all’improvviso sono scivolato insieme alla slitta e
alle renne. Scivolavo in direzione dell’unico portone
guasto di tutto il regno. Infatti questo si è aperto
senza che nessuno lo avesse spalancato. Così sono
finito qui. Gli adulti della casa non mi hanno notato,
perché solo i bambini possono vedermi.
Le mie renne possono ripartire con abbastanza
energie solo se mangiano del cioccolato, e io non ne
ho.” Le due ragazzine allora diedero il loro cioccolato
a tutte le renne, che poterono far ripartire la slitta.
Anche Sofia e Pandorina saltarono a bordo del mezzo
magico insieme a Babbo Natale, e fecero ritorno nel
mondo degli elfi. I genitori della piccola elfa furono
felici di rivederle. Sofia raccontò a tutti della sua
provenienza, ma nessuno la sgridò o la cacciò. Così
Sofia si sentì sollevata.
Il giorno seguente Sofia ripartì per il suo mondo.
Quando fu davanti a casa sua suonò e i genitori
appena la videro, la abbracciarono chiedendole: ”Ma
dove sei stata? È da più di una settimana che ti
cerchiamo!”. Sofia allora raccontò l’accaduto e portò
i genitori nel mondo di BABBO NATALE. La mamma
e il papà di Pandorina divennero molto amici di quelli
di Sofia, che promisero alla figlia che non sarebbero
mai più andati via per il giorno di Natale. Sofia e i
genitori insieme ai loro nuovi amici festeggiarono un
Natale in allegria e anche gli anni seguenti
trascorsero il 25 dicembre nel mondo di BABBO
NATALE.
FINE
Racconto di Marta Gabbi ed Eleonora
Pedrelli
RELAX
la vignetta di Giulia Michelini
IL CRUCIVERBA
VERTICALI:
1 Animale con la lingua lunga
2 Piccolo pappagallo domestico
3 Si mimetizza
4 Vive in branchi
5 Vede la preda da molto alto
ORRIZONTALI:
1 Vede al buio
2 Sente tutti i rumori ed è il
migliore amico dell’uomo
3 Insetto che salta e vola
4 Incrocio tra leone e tigre
5 Vive anche 90 anni e si porta il guscio
Giulia Michelini
LA POSTA DI MR X
Caro Mr X,
la maestra Catia è molto buona, perché?
Emanuel Coccorullo 4°A
Carissimo Mr X,
perché la maestra Catia ci fa usare il bianchetto e le altre maestre no??
lettera firmata 4 A
Caro Emanuel e Anonimo,
anch’io ho conosciuto Catia ed è molto buona: mi regalava sempre delle caramelle finché sono diventato
grasso come un uovo. Voi fate un intervallo lungo? Beh, io lo facevo, e mi divertivo tanto!!! Alcune volte
si scordava i compiti! Non so voi, ma io le volevo tanto bene!Consideratavi fortunati! Per il
bianchetto,credo che…sbagliando s’impara!!!Parola di Mr X!
Ciao Mr X,
ti farò una domanda importante, la prima media è difficile?
Ve lo chiedo perché ho molta paura.
Bisogna chiamare gli insegnanti “prof”, ce ne sono molti e ci sono molte più materie.
Comunque grazie per aver fatto questo giornalino, spero che mi risponderete presto e che mi
pubblicherete.
Grazie da Irene Sezzi 5A
Carissima Irene,
le medie sono il grado di scuola più difficile di tutti!!I prof sono SUPERCATTIVI, stretti con i voti, di
tutto e di più!!... ma no, cosa credevi?! I prof sono simpatici e ci sono materie molto divertenti, insomma
sono molto diverse dalle elementari,ma di sicuro si cresce mentalmente!!AUGURISSIMI,Irene! Mr X
Caro Mr. X,
In che anno è nato l’Istituto San Vincenzo? Davide Mennea 4A
Ciao Davide,
questo Istituto è nato come convento nella prima metà del ‘700, poi è diventato un orfanotrofio, un
collegio ed infine una scuola.
Aloha Mr. X,
esistono gli alieni??lettera firmata 4A
Cara Anonima,
ma certo, non penserai di essere sola nell’Universo!! Gli alieni…SIAMO NOI!!! Soprattutto tu, che ci hai
scritto questa lettera… beh, è uno scherzo alieno, infatti me lo hanno insegnato proprio i Marziani! Un
saluto “alienesco” da Mr X.
LA SOFFITTA
La soffitta è il luogo più antico dell’istituto:in origine veniva
chiamata “granaio”ed era adibita a magazzino. Attualmente
viene usata per conservare gli oggetti utilizzati nelle feste
(natalizie o pasquali), che vengono conservati in appositi
scaffali.
A est dell’entrata c’è una finestra che permette di vedere
l’altare di S. Spiridione e sotto un tavolo c’è un pertugio da cui è
visibile una parte della cappella. Sopra questa finestra c’è uno
scomparto chiuso che adesso viene usato per conservare i
mattoni rimasti dopo il restauro della scuola. Le suore anticamente non avevano i lavandini e usavano
dei lavabi fatti di ferro dove si lavavano i piedi e le mani. Sotto il catino c’era inoltre un vaso da notte.
In S. Spiridione c’è poi una porta nascosta la quale conduce ad una balconata : qui molto tempo fa il coro
cantava perche il suono si amplificava e si sentiva in tutta la chiesa.
Inoltre di fronte ad un vecchio altare c’è anche una porta murata che una volta conduceva alla casa
delle suore.
Daniele Ceraolo, Tommaso Bonetti,
Matteo Catellani
Foto Tommaso Cosci
LE RICETTE
La CAPONATA
La caponata è un prodotto tipico della gastronomia siciliana
Si tratta di un insieme di ortaggi fritti con sugo di pomodoro,cipolla,sedano,olive e capperi in
salsa agrodolce. Ne esistono numerose varianti,a seconda degli ingredienti: le ricette
classiche raccolte in tutta l’isola sono 37. La caponata,diffusa in tutto il mar M editerraneo,è
generalmente utilizzata oggi come contorno o un anticasto ma sin dal 1700 costituiva un piatto
unico, accompagnata dal pane. L’etimologia deriverebbe dal “capone”, nome con il quale in
alcune zone della Sicilia viene chiamata la‘lampuga’ un pesce dalla carne pregata ma piuttosto
asciutta che veniva servito nelle tavole dell’aristocrazia condito con la salsa agrodolce tipica
della caponata. Il popolo,non potendo permettersi il costoso pesce,lo sostituì con l’economiche
melanzane. Ed è questa la ricetta giunta fino a noi. Qualcuno sostiene che il nome del piatto
derivi dalle “caupone”, taverne dei marinai
La caponata catanese
Si distingue dalle altre caponate (appunto perché è una tipica specialità catanese )per la
presenza dei seguenti ingredienti:melanzane , peperoni, pomodori, cipolle ,sedano ,aglio, olive
bianche, patate, capperi, pinoli,basilico,olio, aceto, sale, pepe.
La caponata napoletana
Nella cucina napoletana, prende il nome di caponata un piatto completamente diverso, fatto
con freselle (ciambelle biscottate di pane duro)bagnate condite con aglio, olio, pomodoro,
origano ebasilico
Caponatina
Caponatina è il termine con il quale nel 1916 venne chiamata la caponata che, per la prima volta
veniva prodotta seguendo le innovative tecniche di conservazione a lunga scadenza a carattere
industriale. La caponatina, cosi chiamata per il piccolo contenitore in cui veniva prodotta,si
differenzia dalla CAPONATA solo nel taglio più piccolo degli ortaggi e grazie a questa sua
caratteristica ne rende il gusto ancor più saporito. In Sicilia, ancora oggi, a partire dalla fine
della seconda guerra mondiale, la produzione di caponatina non è mai stata interrotta.
A cura di Mirko Di Liberto e Luca Bonini
Carissimi lettori,
la redazione sarebbe infinitamente contenta se voi contribuiste
ad arricchire i prossimi numeri con disegni, racconti,
giochi...insomma ogni cosa divertente vi passi per la mente!
Mettete tutte le idee nell’apposita cassetta di Mr X (in segreteria)
e...
BUONE IDEE!!!
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo
numero, in particolare ai professori Stefania Guglielmino e Roberto Bortoluzzi
Auguri di
Buon Natale dalla redazione