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Democrazia 2.0di Carlo Crespellani Porcella
Approfondimento per la Scuola di Politica Tracce di contemporaneità
presso La Collina Serdiana (CA) 7 aprile 2013versione non definitiva, rivista il 22 maggio
Drawing Hands by M. C. Escher, 1948, Lithograph.
Parlare oggi di Democrazia 2.0, ovvero di una nuova generazione della pratica e della concezione di democrazia ci obbliga a fermarci sul senso di alcuni concetti come quello di politica e di potere. E non meno quello emergente dei nuovi social media applicati alla politica e alla dinamica dei soggetti collettivi e delle comunità, attraverso cui elaborare un nuovo modo di concepire la partecipazione alla vita sociale e alla gestione dei beni pubblici. Da questo quadro emerge il significato profondo di una democrazia che necessita non solo di una componente rappresentativa all’interno delle istituzioni (right hand), ma anche di un processo strutturato che “per capillarità”
Carlo Crespellani PorcellaDemocrazia 2.0
Approfondimenti a seguito dell’evento di Scuola di Politica Trame di Contemporaneità - La Collina 7 aprile 2013
Versione provvisoria del 22 aprileFile : democrazia partecipativa2.0 CCP v6.doc
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alimenti, attraverso la democrazia partecipativa, il contributo costruttivo, basato su un consenso critico dei cittadini alla vita della polis (left hand).
Quale scenario si configura e come indirizzare le energie di ognuno di noi per realizzare una nuova e rafforzata democrazia?
SommarioDemocrazia 2.0.....................................................................................................................................1
Premessa per affrontare il tema di Democrazia 2.0....................................................3Il Potere....................................................................................................................3La Politica................................................................................................................. 6I Media: massmedia e new media..........................................................................12I Soggetti Collettivi.................................................................................................15
Democrazia 2.0.........................................................................................................21La Democrazia Rappresentativa............................................................................21Democrazia Diretta o Partecipativa.......................................................................23Strumenti e metodi partecipativi...........................................................................26Il processo decisionale...........................................................................................32Democrazia partecipativa: ruoli e responsabilità...................................................34Piattaforma............................................................................................................36Possibili scenari......................................................................................................37Democrazia Liquida e scenari di convergenza.......................................................37
Allegati: Cosa bolle in pentola...........................................................................................................40
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Premessa per affrontare il tema di Democrazia 2.0Ci sono termini come Democrazia 2.0 e lo stesso termine e-democracy che nascono dal mondo delle tecnologie informatiche e che creano un nuovo significato di scenari possibili futuri. Il primo con l’appendice 2.0 allude a quanto succede ai software che oltre alla manutenzione ordinaria, necessitano delle revisioni strutturali che comporta la nascita di una versione 2, da cui 2,0 dove invece la cifra decimale rappresenta piccole variazioni. Insomma con 2.0 si intende una nuova generazione di qualcosa, in questo caso di democrazia. E il termine e-democracy allude a quanto si può fare attraverso l’electronic (ovvero le tecnologie digitali e la rete).
Parole, slogan, idee in divenire. Dobbiamo però cercare di comprendere questo nuovo scenario inquadrando il tema e ponendo alcuni paletti che definiscano il nostro dominio o diciamo meglio i pilastri su cui poter costruire un significato condiviso di democrazia 2.0, con, ma anche senza le tecnologie digitali.
I paletti che credo debbano essere di riferimento sono relativi ad alcuni significati correlati, come quello di Potere, di Politica, di Media (mass media, social-media) e di soggetti collettivi, oltre ovviamente quello stesso di democrazia.
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Figura 1 – Per affrontare le diverse forme emergenti della Democrazia 2.0 è utile approfondire preliminarmente i 4 pilastri che la condizionano: il potere, la politica, i media e la natura dei soggetti collettivi
Il Potere Ampio è lo spettro nel definire cos’è il potere e come viene esercitato. Da quello inteso dal nuovo Papa Francesco che intende depotenziare poteri forti terreni della Chiesa per elevarsi a quelli di servizio, a quello inteso e praticato dalla malavita organizzata. Al suo interno vi è la colorazione del significato collegato al senso del servizio (poter fare ciò che è giusto e buono) a quello di decidere e poter fare quanto è di proprio interesse o piacere con abuso verso gli altri e il mondo ( dalla malavita organizzata alle violenze sui più deboli e verso la natura).
In altri termini poter gestire il potere significa avere la possibilità di decidere, controllare e gestire risorse (valoriali, idee, danaro, beni materiali e immateriali, persone, comportamenti, eventi, territori…) secondo una propria scala di valori e interessi, che si traduce anche nella possibilità di identificare, indirizzare,
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Democrazia 2.0
Democrazia Rappresentativa & Partecipativa
Democrazia liquida e
Iper-democrazia
Politica
Potere
Media
Soggetti
collettivi
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influenzare o prendere e mettere (o far mettere) in atto delle decisioni spesso con scenari alternativi articolati.
Si parla sovente di Poteri forti intendendo quelli della Finanza, dei colossi dell’economia come le multinazionali, il commercio lecito e illecito, ma anche quello della Chiesa e dello Stato ( o degli Stati), su cui agisce principalmente la Politica. Quest’ultima, possiamo dire che nei paesi democratici oggi è delegata a gestire il potere istituzionale ovvero il potere legislativo esecutivo e giudiziario secondo un principio di indipendenza reciproca. Con organi di garanzia e di controllo autonomi. Ma non si può trascurare il peso posseduto dai media sotto cui va annoverato un insieme di soggetti gestori di stampa, radio, televisione, pubblicità, editoria ed enterteinment, internet, telecomunicazioni e ICT. Non a caso definito il IV potere.
I poteri, come d’altronde anche tutto quanto genera valore, sono presenti a più livelli, sul piano delle risorse e beni materiali e immateriali (come informazione, conoscenze), come sulle organizzazioni e le persone e ancora sul piano dei processi.
Figura 2 - Il potere si manifesta su diversi piani: sul possesso e controllo delle diverse risorse (comunicazione, informazione, conoscenze, ambienti, territori, beni materiali e immateriali come immobili, danaro) sulle persone e sulle relative relazioni (leadership, coordinamento, cooperazione) e sui diversi processi che normano (o nei fatti gestiscono) le diverse forme di deliberazione (compresa la fase della definizione delle azioni e poi del processo decisionale , del consenso, del controllo e delle relative retroazioni)
Dalla tabella possiamo cogliere la manifestazione del potere su diversi livelli. Utile rimarcare l’esistenza di un potere derivante dalla presenza di vincoli o processi (come un sistema di regole, di norme o di procedure definite), intesi come una sequenza o
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Comunicazione
Informazione e Istruzio
ni
Conoscenze
Coordinamento
Organizzazione
Cooperazione
(consenso)
Leadership
Guida, Reputazione e Coinvolgiment
o
Controlloveto,
trasparenza
Deliberazione
Decisione(transazione
)persone
processi
risorse e artefatti
Territori Ambiente
Risorse economic
he
Risorse finanziari
e
Beni eTecnologi
e
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insieme di azioni correlate. Un processo di deliberazione ad esempio è da intendersi come lo sviluppo di un’ipotesi di intervento (azioni, norme ecc.), poi il momento decisionale e infine quello del controllo (che a loro volta sono dei processi).
Figura 3 - Un esempio di processo deliberativo che incorpora le diverse fasi preliminari, quella della decisione e del controllo
Certo è che ad ogni potere possiamo notare che si contrappongono forze contrarie (normalmente non uguali come intensità) denominabili contropoteri, il tutto all’interno di reti composte da centri di potere. Ad essi, per una sorta di equilibrio dinamico si configurano retroazioni e soprattutto nei sistemi evoluti, si sviluppano sistemi regolatori e di controllo come ad esempio gli organi di garanzia. Gestire il potere significa saper mediare con i contropoteri, saper sviluppare opportunità e sinergie, saper costruire altri e nuovi presìdi. Nello schema, in modo arbitrario e semplificativo, ho provato a elencarli e ad aggregarli per macrocategorie legate alle tipologie di: economia e finanza, della politica dell’etica, dei media e dei servizi.
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Definizione
dell’Agenda
Controllo
DecisioneIdentificazione e costruzione delle soluzioni
Realizzazione
mediazioni Verifica
Deliberazione
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Figura 4 - Un esempio di rappresentazione delle diverse forme di potere interconnesse tra loro: sulla destra quella legata alle risorse materiali e immateriali (potere economico, della conoscenza e del lavoro), a sinistra quelli della politica e in alto a sinistra quelli legati ai valori etici, sociali e culturali, ai beni comuni e in alto quelli correlati ai servizi pubblici e ai media, attraverso cui la cittadinanza, intesa come utenza, si relaziona a tali risorse.
Sarebbe utile esplorare il dominio dei contropoteri e degli organi di garanzia per ognuno dei presidi del potere. Eccone un esempio :
POTERE CONTRO-POTERE CONTROLLO/GARANZIA
Dispone di Denaro e risorse finanziarie
Compete, controlla, blocca, porta via
Potere legislativo, ammin. e giudiziarioServizio d’informazione
Dispone di Risorse e Patrimoni immobiliari
Compete controlla, blocca, porta via
Potere legislativo, ammin. e giudiziarioServizio d’informazione
Possiede idee, valori , Sostiene altre idee e Servizio d’informazione
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Legislativo
Esecutivo Giudizia
rio
Media Informazione
Pubblicità Stampa,
Radio, TV, Web Mobile
Partiti
Visibilità - Privacy
Organi di controllo
Economic
o-industrial
i
Finanziari
Organizzazio
ni varie
(Sindaca
ti Fondazioni, ONG NoProfit
)
Malavita
organizzata e lobby illegali
Organi di garanzia
Servizi Pubblic
i
SicurezzaSanit
àLavor
oIstruzione
Mobilità
Spettacolo
Fiscal
ità Admi
n
Borse
Enti e
Istituzio
ni
CulturaliSociali
ReligioseTerritoria
liAmbientali
Cittadini
Conoscenza
Denaro
Politica
Etica
Lavoro
PrincipiDiritti e
dover
i
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certezze , ascendente, leadership
valori, compete, controinforma , scredita Potere giudiziario
Eroga Comunicazione e Conoscenza
Controinforma, compete, scredita
Servizio d’informazione Potere giudiziario
Organi ad hoc (es Corecom)
Gestisce il Consenso Protesta , Critica, scredita
Servizio d’InformazionePotere giudiziario
Prende Decisioni Prende altre decisioni, contesta la decisione,
agisce altrimenti Informazione
Figura 5 - Tabella esplicativa delle tipologie di potere, di contropotere e di controllo
E’ sotto gli occhi di tutti come ognuno di questi poteri tende naturalmente ad essere pervasivo, cioè ad “invadere” ed essere presente su altri ambiti. La Finanza che condiziona la politica, la politica che condiziona la comunicazione che a sua volta condiziona la stessa politica, l’economia (attraverso la pubblicità), gli stili di vita ecc. E la politica?
La Politica Stride sentire al tempo stesso frasi “ i Politici sono tutti corrotti, oppure non mi coinvolgere su questioni politiche perché non mi interessa”, e “attraverso l’impegno nella politica l’uomo assume dignità e garantisce la migliore convivenza”. Queste due facce della medaglia vanno necessariamente tenute in conto nel nostro quadro, sapendo che la Politica è gestione del potere e si manifesta in diversi modi.
Il termine assume diversi significati, e la stessa lingua inglese distingue:
Policies: leggi e atti giuridici attuati dal potere politico per gestire la cosa pubblica
Politics: dinamiche dei partiti o gruppi per il potere politico (democratico o meno).
Polities: consenso della collettività al potere politico e la coesione intra-societaria delle classi.
Dentro tali definizioni sono evidenti i poteri legislativo ed esecutivo, il ruolo dei partiti, le dinamiche legate al consenso e alla coesione sociale.
In questa sede credo però sia utile concentrarsi sull’aspetto legato all’indirizzo e gestione della convivenza sociale e delle risorse pubbliche, attraverso il potere legislativo ed esecutivo. Tali azioni prevedono la partecipazione attiva dei cittadini, singoli o riuniti in soggetti collettivi (partiti, associazioni, ecc.) dentro o in sintonia con le istituzioni, attraverso gli organi di governo (amministrazioni locali e centrali). Si intende quindi che le scelte e le azioni del soggetto pubblico sono svolte alla luce della
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dialettica e della partecipazione democratica espressa da identità, da valori, istanze sociali e culturali manifestate principalmente attraverso la forma in cui la democrazia attualmente si esprime: la rappresentanza elettorale.
La nostra sovranità, quella che è definibile come il potere del popolo, (che appunto significa democrazia) viene oggi sostanzialmente esercitata attraverso una rappresentanza eletta a presiedere dentro le istituzioni, facendo così parte dell’ordinamento dello Stato attraverso cui si formulano le leggi e si gestisce il governo dello Stato. I principi fondamentali, i diritti e i doveri dei cittadini e l’organizzazione dello Stato sono espressi nei 139 articoli della Costituzione che è il riferimento principe del nostro ordinamento. Il sistema democratico è attualmente basato sulla rappresentanza espressa “attraverso “il sistema dei partiti.
E’ quindi evidente che il ruolo della politica sia relativo alla “governance” del sistema istituzionale attraverso cui scrivere, mettere in atto le leggi, mentre il potere giudiziario presiede l’interpretazione e il rispetto delle leggi.
Questo potere di democrazia di tipo parlamentare si è progressivamente indebolito anche alla luce dell’emergere della pervasività (nel bene e nel male) dei media multimediali come la TV che ha sempre di più svolto un ruolo di snodo intermedio tra il sistema politico e i cittadini, costruendo quello che possiamo definire l’ “opinione pubblica” ovvero la rappresentazione mediatica del pensiero e la volontà dei cittadini.
Questo fatto ovviamente riguarda tutti poteri:
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Figura 6 - Tra società civile e le forme del potere (valoriali-ideologiche, della politica e del danaro) esiste sempre una “mediazione” data dai “media” che comunque filtrano e producono informazione e conoscenze
In questo quadro il potere politico comunica anche con se stesso attraverso i media non solo sul piano dell’informazione ma anche dell’ enterteinment. Un effetto-spettacolo che coinvolge e condiziona la dinamica dialettica secondo canoni di comunicazione verbale e non verbale con effetti talvolta tipici dell’esasperazione del dissenso e su cui si costruisce anche il consenso. Non è raro assistere ad una argomentazione spesso impropria e debole, facilmente basata sull’accusa e l’insulto, che non trova interesse ad essere costruttiva e progettuale. E’ frequente non trovare condivisione neanche nelle analisi della situazione e addirittura si utilizzano frequentemente in modo improprio i dati e i metodi statistici. La gestione dei tempi e i ritmi, nonché delle interruzioni pubblicitarie imposti dal modello televisivo, i format di spettacolarizzazione fatti per appassionare e ottimizzare l’audience e la necessaria semplificazione a tematiche complesse, rendono lasca la comunicazione e incapace di profondità.
Nella chart è esplicitato anche come la comunicazione del potere economico finanziario si basa sul potere dei media (con la pubblicità quindi il consumo) e l’informazione. Ma a differenza del potere economico che trova riscontro praticamente immediato (pubblicità), la comunicazione politica trova riscontro in modo lasco, solo attraverso le elezioni (e oggi anche con la comunicazione strumentale dei sondaggi utilizzati spesso in modo improprio). Il modello pubblicitario di consenso applicato al mercato è stato preso come riferimento dalla politica attraverso il modello definito dagli studi internazionali “berlusconiano” . Questo schema utilizza il sistema dei
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Politica
Denaro (Economia)
Società
Media
Ideologie
TV, Radio, Brand
Quotidiani, Stampa, Web, Mobile
Opinione pubblicaC’è differenza tra: “come la società pensa e decide ” e quella chiamata “opinione pubblica” costruita dai media
I media possiamo considerarli sempre al centro
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sondaggi per identificare pragmatiche e puntuali aspettative attraverso cui costruire il consenso elettorale (es piano casa, abolizione ICI, rimborso IMU). L’albero di trasmissione del potere mediatico sul piano politico ha molti meccanismi a disposizione: può evidenziare o mascherare attraverso l’oblio, può comunicare e contro comunicare per poter indirizzare il consenso verso una specifica o una possibile tesi. Lo spostamento dell’attenzione e la ridondanza comunicativa permettono di spostarsi dal piano reale al piano delle tesi che si intendono sostenere e così costruire una tesi poi consolidata nell’opinione pubblica come un fatto reale, il tutto secondo una propria strategia comunicativa. Consenso e dissenso, vittimismo e allegorie, provocazioni e allusioni, insinuazioni e lettura parziale o distorta della storia (di fatti e persone), può così essere messa in atto secondo criteri di screditamento o di esaltazione.
Figura 7 - Esempi di flussi informativi tra poteri e tra questi e i cittadini. E’ evidente la dialettica tra forze politiche attraverso i media (informazione ma anche enterteinment) tra ideologie e politica e soprattutto tra poteri e cittadini attraverso la creazione dell’opinione pubblica plasmata nel succedersi dei fatti dagli stessi media. Le retroazioni sono di tipo lasco o immediato. La pubblicità (potere economico e la politica elettorale) è di norma immediata anche se è lasca l’interazione politica (elezioni a distanza di anni)
In questo contesto è abbastanza evidente che il ruolo della politica (potere socio-politico) collegato a quello mediatico, interagisce sia con il potere ideologico che quello economico finanziario. Ed avviene alternando periodi in cui si orienta più su uno rispetto all’altro in funzione del contesto storico, la tensione ideale o le esigenze degli interessi contingenti.
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Cittadini - utenti
Opinione pubblica
POTERE Media* e
informazione
POTEREEconomico Finanziario
InformazioneAdvertisingMediaEntertainmentTLC Industria ICT
TV, Radio, Quotidiani, Stampa, Web
Finanza, Industria,
CommercioAssociaz
Categoria , Lobbies, Mafia
Elettori Consumatori
Retroazione lasca
Retroazion
e immediata
POTERE
Ideologico
(servizio)
Progressisti - ConservatoriReligioni - Chiesa Movimenti e communituies(ambientalisti, ecologisti)Concezioni della societàLegislativoGiudiziario Esecutivo
PartitiAssociazionismo SindacatiForze e agenti sociali
Maggioranza – MinoranzaCoalizioni
POTERE Socio-
Politico
IstituzioniStato Regioni EE.LL.
Associazionismo No profitFondazioni
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La pluralità dei poteri determina un “potere diluito” ma al tempo stesso permangono i presìdi di alcuni poteri forti determinando puntuali centri di potere: eventi e trasformazioni nascono da poteri e contropoteri che possono trovare degli equilibri ma anche subire o reagire a forti squilibri. Può avere un importante ruolo quello svolto dagli organismi di controllo o/e di garanzia istituzionali e al tempo stesso il sistema dei poteri può essere (anzi spesso è) condizionato da ulteriori soggetti come associazioni più o meno occulte (centri di potere come malavita organizzata, lobbies) e forme di auto-organizzazione che condizionano/contaminano in modo sotterraneo i poteri espliciti (politica, economia, finanza, ideologie, informazione).
Figura 8 - I presìdi degli organi di garanzia e quelli di controllo (legali, ma altri illegali)
La politica in questo contesto è ciò che ci permette di indirizzare e gestire la convivenza sociale e le risorse pubbliche. Inoltre deve anche garantire l’equilibrio dinamico dei poteri-contropoteri, gestire la presenza, l’indipendenza e l’efficienza degli organi di garanzia, oggi sempre più critici e chiave del sistema. Solo così i soggetti individuali (cittadini) e collettivi (vari tipi di organizzazioni, non solo i partiti) possono così realmente partecipare alla vita del paese.
La politica quindi si esprime non solo attraverso il proprio apporto “dentro” le istituzioni e di conseguenza attraverso le scelte e le azioni poste in essere dal soggetto pubblico legislativo ed esecutivo o anche dentro il sistema dei partiti, ma
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Opinione pubblica
Legislativo
GiudiziarioEsecutivo
POTERE Media* e informazione
POTEREEconomico finanziario
InformazioneAdvertisingMediaEntertainmentTLC Industria ICT
partitisindacati
Forze sociali
Maggioranza – minoranzaCoalizioni
POTERE Socio-Politico
TV, Radio, Quotidiani, Stampa, Web
Finanza, Industria …
La complessità del “poder diluido” comporta un ruolo crescente degli organi di controllo e di garanzia
ORDINI PROF.LI ASSOCIAZ CATEG
CSMCORTE CONTI
Comit Vigil RAICORECOM
BANKITALIA
ASSOC CONSUMATORI
Autorità per Privacy
COMMISSIONI PARLAMENTARIPRESID. CAMEREPRESIDENTE REPUBBLICA
Cittadini
MALAVITA
ORGANIZZATA
Mafia, Andrang
heda, Camorra
POTERE Ideologico
COPASIR Comit Parlam Sicur Repubblica.
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anche attraverso e alla luce della dialettica e della partecipazione democratica espressa da identità, da valori, istanze sociali e culturali della società civile che deve trovare sempre migliori forme per esprimersi e partecipare positivamente alla dialettica politica (nel senso alto del termine).
In questo contesto ci pare opportuno soffermarci con i temi che la politica deve affrontare sulla propria organizzazione, ovvero sui temi della Meta-politica. Una sorta di dominio in cui ci si concentra sulla definizione e amministrazione delle regole che governano la politica. E i processi democratici, soprattutto oggi che c’è bisogno di nuovi scenari partecipativi e ci sono le condizioni di poter abilitare anche ambienti, metodi e tecnologie idonee.
Evidentemente l’argomento coinvolge:
• Istituzioni, partiti politici, soggetti collettivi (pubblici e privati), organi di garanzia, oltre ai cittadini.
• Media (IV Potere) informazione e controinformazione pubblica• Partecipazione, Inclusione sociale• Responsabilità civile, etica, rappresentanza e forme di delega• Metodi, processi e tecnologie di supporto che molto possono fare, ma a patto
che vengano progettate e utilizzate in modo appropriato.
Certo è che i due piani (della politica e della meta politica), non sempre distinti da una separazione netta, sono i due pilastri della democrazia che oggi trova nel nostro ordinamento e nel sistema costituzionale le basi della democrazia rappresentativa.
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Figura 9 – La democrazia è oggi esercitata attraverso organi rappresentativi, che operano sul piano della politica che della stessa organizzazione della politica (meta politica, indipendenza e rapporti tra i poteri, organi di controllo ecc. )
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Politica
Organizzazione della Politica
DemocraziaOggi:
DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
Forma di governo esercitato dal popolo
attraverso la rappresentanza dentro le istituzioni
democratiche
Potere del popolo
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I Media: massmedia e new mediaE’ noto a tutti il ruolo svolto dai mass media, come stampa, radio e soprattutto televisione nella democrazia attuale, al punto che si può parlare di democrazia mediatica che ha affiancato e condizionato la stessa democrazia parlamentare.
Figura 10 - La correlazione tra le forme di democrazia e l’evoluzione dei media. Dalla democrazia parlamentare basata su quotidiani e Radio a quella massmediatica basata su TV e web a quella post-mediatica basata su l web2.0 e all’evoluzione del III spazio (presenza e online contemporanei)Ora si ipotizza una democrazia liquida ancora in evoluzione, verso l’iperdemocrazia intesa come democrazia innestata profondamente nei cittadini
Ma l’avvento delle tecnologie web, la sua pervasività, tempestività e interattività come l’avvento di nuovi modi di sviluppare e rendere disponibili applicazioni e l’organizzazione della conoscenza su base digitale, ha innestato una rivoluzione nel mondo dei massmedia. Questa trasformazione ha visto il cambiamento strutturale in moltissimi ambiti, da quello della comunicazione interpersonale con la posta elettronica, all’informazione (giornali online, website e portali informativi e di documentazione, di qualità molto variabile) al mondo delle transazioni online (e-commerce) fino alla revisione dei processi delle imprese e della stessa amministrazione pubblica ( e-business, e-government).
Questa rivoluzione massmediatica digitale è per alcuni aspetti interpretabile come un’estensione della televisione e di potenziamento nel web dell’approccio della televisione, in quanto al suo interno si è sviluppata una fortissima distribuzione di informazioni, ma sempre secondo il principio “da uno a molti”, anche se la barriera d’accesso è stata molto più bassa. E’ vero d’altro canto che la barriera d’accesso all’emittenza si è abbassata per effetto della nascita di ambienti come forum, e blog.
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Democrazia
Parlamentare
Democraz
ia Mass mediatica
DemocraziaPost mass-
mediaticaTelevisi
oneQuotidianiRadio
Web 2.0III spazio
Media abilitanti
Web
Democrazia
liquida(rappresentativa
e delibera
tiva)
IperDemocrazi
a
1989 2010 2013
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Mancava a questa prima generazione del web però un’interattività matura e profonda, quella che permette di poter beneficiare del contributo e di nuove forme di conoscenza che nascano dal basso e con forte interazione tra utenti.
Dal web quindi sono emerse istanze e opportunità che hanno portato questo nuovo media ad ampliare la sua natura, verso direi tre direttrici:
1. Contents, applicazioni orientate a contenuti digitali sempre più estesi, efficaci e raffinati (multimedialità, animazioni, scritture collaborative, strutture applicative funzionali ed ergonomiche, anche su dispositivi mobili)
2. Social Events: Eventi online sincroni, basati sulla condivisione di risorse testuali, audio e video come streaming live (web TV, Twitter per la parte testuale)
3. Social Media: forme di comunicazione nuove che amplificano la relazione tra soggetti (direi indipendentemente dal contenuto) e per questo abilitatori di reti di soggetti collettivi online (social network)
Figura 11 - I passaggi chiave dell’evoluzione dei media, osservati sull’asse dei contenuti e quello del sistema delle relazioni tra soggetti (individuali e collettivi). I cerchi concentrici evidenziano i passaggi dall’old media (editoria e comunicazione in presenza) ai mass media, poi al web che continua ad evolvere verso tre assi: quello dei contenuti digitali quello degli eventi online (sincroni) e quello verso i media sociali di interazione collettiva (asincroni, ma anche parzialmente sincroni)
In altri termini si è fatta strada una seconda generazione del web (non a caso denominata web2.0) che ha introdotto questo movimento dal basso che costruisce
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Web
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(asyncronous)
Social Events
(syncronous)
Informazioni &
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Piattaforme
elearning
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contenuti, si basa su eventi sincroni e non solo asincroni, potenzia le reti tra soggetti individuali e favorisce la dimensione denominabile del III spazio, ovvero uno spazio dove la presenza e la località si integrano con la virtualità in rete, creando spazi ibridi e contesti nuovi.
Non tutto è oro ciò che luccica e molta strada va fatta sull’uso intelligente di questi nuovi strumenti con potenzialità elevate ma che vanno sedimentati nella cultura contemporanea. Flussi e sbrodolate di commenti illeggibili con insulti e senza argomentazione, relazioni di rete assolutamente basate su contatti irrilevanti in termini di profondità e di frequenza, sovrabbondanza di contenuti privi di valore non solo scientifico o di espressività ma anche di semplice relazione basata sul buon senso, motori di ricerca critici negli aspetti semantici e nelle immagini. Ed ancora spamming, identità non esplicita, privacy violata e contraccolpi alla reputazione di ognuno di noi condizionata o condizionabile. Ma a questi rischi di un organismo (se così possiamo definirlo) in forte crescita, ci sono su un altro fronte le condizioni per poter indirizzare il web 2.0 verso il supporto a nuovi processi democratici e partecipativi, verso la valorizzazione delle potenzialità di soggetti individuali e soggetti collettivi e verso l’organizzazione della sempre più complessa macchina che gestisce contenuti (motori semantici, strumenti di tagging, tools per visualizzazione di dati e informazioni, applicazioni nuove di partecipazione e di delega, strumenti di formazione, ecc.
Figura 12 – I principali strumenti dell’evoluzione dei media, dei mass media, del web e del web di seconda generazione, ovvero quella di interazione con l’utenza. Ora il suo sviluppo sta aprendo alle
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(webinar)
CONOSCENZE
CONNETTIVE
(conoscenze
divergenti e
controinformazione)
CONOSCENZECOLLETTIVE(conoscenze convergenti)
Dibattito, Idee, Valori …
Informazione strutturata
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nuove forme di interazione sociale a supporto dei processi democratici di natura partecipativa e alla cosi detta democrazia liquida
Certo è che possiamo notare come i saperi e la loro rielaborazione possono essere osservati secondo due grandi macrofiloni: quelli dove c’è convergenza di visione da parte delle diverse persone e quelli dove esiste una intrinseca pluralità di visioni e di interpretazioni. Possiamo definire le prime conoscenze collettive ( ad esempio la scrittura del dizionario di wikipedia da parte di una pluralità di persone anche estremamente estesa) e quelle a complemento definibili conoscenze connettive. Queste ultime sono basate su informazione e contro informazione, dibattito, scontro, incontro successivo, visioni differenti ma condivise, generate da dibattito, su idee, valori, letture della realtà strutturate.
Questi due contesti necessitano di diversi strumenti. Soprattutto la dialettica che coinvolge una pluralità estesa di soggetti che partecipano in contesti sincroni e asincroni, ha bisogno di supporti tecnologici adatti a questo processo che raccoglie istanze multiple, le mette a punto con contributo degli altri, gestisce i distinguo, costruisce alternative e consolida le proposte per poi poterle selezionare e approvare
secondo priorità. Questo implica ovviamente non solo processi che coinvolgono singoli soggetti, soggetti collettivi e comunità ma anche adottare stili relazionali, comportamenti specifici. Ed emerge anche l’importanza di trovare forme che semplifichino ma non sviliscano la costruzione del consenso.
I Soggetti CollettiviIl senso di comunità e il ruolo dei soggetti collettivi si è sempre manifestato nella storia dell’uomo che appunto si caratterizza per il suo senso sociale e non di solo branco. Non siamo cioè un semplice insieme di soggetti individuali. L’avvento della rete ha ulteriormente amplificato la dimensione delle comunità virtuali e ci ha posto di fronte a nuovi contesti e anche a nuovi saperi non solo legati alla tecnologia ma soprattutto alla sociologia e alla comunicazione, non a caso facendo sorgere concetti come i social media, i social network ecc.
Si è anche fatta strada un’idea che non fa derivare più il concetto di soggetto collettivo come somma di tanti soggetti individuali bensì, ribaltando il punto di vista, fa dedurre il soggetto individuale come l’intersezione unica e irripetibile di molteplici soggetti collettivi. Questo fatto che potrebbe essere un discorso filosofico di lana caprina diventa significativo nelle strutture delle società complesse dove esiste una pluralità e granularità di soggetti collettivi (gruppi, comunità, aggregazioni,
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Figura 13 – Possiamo notare che esistono due categorie di saperi e conoscenze: quelle collettive in cui è facile convergere progressivamente da parte della collettività (informazioni oggettive, saperi strutturati) e conoscenze condizionate da saperi pregressi, ideologie e visioni multiple: conoscenze che possono interconnettersi il cui valore e i cui utilizzi sono legati alla diversità di vedute (informazione e controinformazione, visioni critiche, creative e inedite, ambiguità). Quest’area di info-diversità va supportata nei processi di conoscenza e di democrazia
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organizzazioni trasversali, tutti con forti interscambi e contaminazioni) e quindi soggetti individuali estremamente differenti per esperienze e approcci, non catalogabili sotto criteri generali. Una rivoluzione copernicana che vede il soggetto individuale come un’originale espressione di una pluralità derivante dal complesso contesto sociale.
Mi piace esprimere questo concetto con due rappresentazioni che ben mettono in luce questa polifonia di personalità in ognuno di noi.
Figura 14 - La nostra dimensione soggettiva si manifesta in relazione al rapporto con gli altri soggetti (individuali o collettivi) anche a seconda del ruolo svolto. Personalità e ruolo si adattano e si esprimono in modo differenziato a seconda dei contesti
E’ questa la pluralità che emerge nei nostri conflitti interiori, nelle manifestazioni coerenti o incoerenti del nostro vivere, nelle visioni multiple e nei nostri dubbi e certezze1.
1 Un esempio eclatante di questi giorni è stata una sessione nella votazione del Presidente della Repubblica in cui un quarto dei deputati elettori del PD dopo una manifestazione collettiva di idea e volontà nel sostenere Prodi, si è poi espressa differentemente nell’urna segreta in coerenza con il proprio pensiero individuale
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Personale privata
Gruppo fiduciario
Comunità estesa
PubblicoGrup
po fiduciarioPerso
nale riservata
Ruolo professionale
Ruolo sociale
La distinzion
e tra ruolo e
persona (già
esistente) si
estende e si
amplifica a più
contesti
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Figura 15 – L’ io individuale si manifesta a seconda della propria vocazione interiore esprimendo le diverse dimensioni della persona e manifestando la coerenza o i conflitti tra le varie componenti
Tutto questo ha determinato l’evoluzione del senso di comunità. Si è passati da soggetti collettivi basati su un’omogeneità globale (soggetto collettivo composto da soggetti individuali omogenei) tipica dell’era industriale (o di quella dove la capacità critica individuale è assente) a quella di soggetti eterogenei espressa nell’era dei servizi che identifica gruppi di soggetti individuali come “target” fino a individuare il concetto di personalizzazione tipico del marketing contemporaneo.
Oggi possiamo dire di essere in presenza di soggetti multipli aggregati anche in comunità istantanee, oggi amplificate dall’uso e dal collegamento attraverso la rete. La sociologa ed economista Saskia Sassen nelle sue pubblicazioni analizza i soggetti collettivi nelle città globali definendoli “moltitudini” e che oggi osserviamo essere capaci di esprimersi attraverso manifestazioni sincrone.
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L’io di
ruolo
L’io di
stato L’io di
credo(idee e valori)
Ruolo professionaleIncaricoPaternità – maternitàResponsabilità sociale
Naturale: genere,
fisionomia, (viso, espressività
timbro voce)
Sociale:Nome e
Cognome Nazionalità - Regionalità
Natalità, Etnia
Estrazione sociale
Appartenenza
Idee politiche, religiose
Idee di gestione e
comportamentiPriorità nei
principi
Sistemi di attese
L’io di comportamento(azioni, reazioni)
Coerenza/incoerenza tra i diversi Io Prioriorità evolubilità Esplicitazione e mascheramento
Look&feel (abbigliamento, acconciatura ecc.)Interessi (generi di musica, di cinema, di sport …)Gusto estetico : colori, abbinamenti, arredamento..)Pulsioni - EmotivitàL’io di stato “desiderato” (es avatar con le ali)
L’io di feeling(percezioni e gusti)
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Figura 16 – I soggetti collettivi si evolvono da collettività omogenee semplicemente aggregate, a collettività differenziate composte da soggetti eterogenei stabili, a collettività costituite dinamicamente e in funzione di aspetti puntuali, rafforzate dalla presenza on-line.
Queste forme di comunità “istantanee“ legate a eventi o istanze puntuali possono essere utili e interessanti, ma vanno indirizzate affinché non si corrano dei rischi nel banalizzare e accelerare processi che hanno bisogno invece di confronto ed elaborazioni più profonde a monte dei momenti decisionali.
Quest’aspetto diventa chiave anche nel significato di rappresentanza. Il politico nei fatti oggi rappresenta una comunità di soggetti di un territorio e sostiene una certa idea politica considerandosi espressione di una comunità di riferimento omogenea. Oggi si sente il bisogno di altre forme di partecipazione e rappresentanza in aggiunta e ad integrazione della rappresentanza istituzionale basata sugli spazi partitici, non solo per alcune tipologie di istanze e questioni emergenti, per questioni di coscienza individuale e di etica, ma anche per la gestione delle questioni rilevanti di indirizzo e di scelte puntuali.
Per poter entrare in merito a quali comunità a cui riferirsi e quali comunità attivare a interpretare le istanze e le idee dei cittadini, credo importante evidenziare le tipologie di comunità che possono e devono essere attivate per poter dare reali contributi nella vita sociale e culturale del paese.
E’ evidente che il tema delle comunità di riferimento si intreccia anche con quello della trasparenza, della conoscenza informata e infine della rappresentanza e della
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La molteplicità, l’eterogeneità di ogni individuo e l’ampliamento delle esperienze condivisibili, porta allo sviluppo dinamico delle comunità virtuali
Soggetto collettivo
come somma di soggetti
individuali omogenei
Soggetto collettivo composto
da soggetti eterogen
ei
Soggetti collettivi coesistenti composti dinamicamente da soggetti eterogenei su singoli aspetti e
per interessi specifici e
momentaneiComunit
à dell’era
“industriale”
Comunità
nell’era dei
servizi
Comunità virtuali
e on-demand
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delega. Oggi ci sono le condizioni per poter rafforzare i principi di trasparenza e concepire forme di delega più articolata e più responsabile, che permetta di demandare in modo selettivo in funzione dell’argomento trattato e in funzione del livello di conoscenza del problema da parte del soggetto delegante. Ed inoltre la delega può essere concepita con la possibilità di revoca, così da escludere dei mandati irreversibili.
Questo comporta concentrazioni di deleghe su soggetti singoli o gruppi che hanno il compito di raccordarsi costantemente con i propri referenti e significa anche che nascono comunità nuove non solo su istanze specifiche ma anche su tematiche più ampie e strutturali ( ambiente, fiscalità, scuola, istruzione, sanità ecc.)
In particolare è utile esplorare come devono configurarsi le comunità per assolvere questo tipo di ruolo. Esistono singoli (o gruppi di) soggetti che, oltre ad avere interessi comuni, condivisi con altri soggetti sul piano informativo, abbiano il desiderio e la tensione positiva di condividere e scambiare idee, opinioni ed esperienze. La concomitanza di queste due componenti (condivisione di informazioni e desiderio di scambio di esperienze) genera la presenza di una comunità di apprendimento dentro cui c’è la reale possibilità e la disponibilità a mettere in discussione (e cambiare) le proprie idee e a trovare soluzioni condivise, quanto meno visioni multiple e analisi dello stato delle cose. Su questo si innestano comunità di pratiche dove la generazione e la circolarità del sapere trova condizioni favorevoli e dove progettualità e creatività si inseriscono su relazioni interpersonali basate su legami stabili e sul coinvolgimento positivo. In questo contesto fiduciario si può modulare anche il proprio giudizio potendo contare non solo sulle proprie conoscenze ma anche sulla base di quelle degli altri. E non potendo condividere tutto costantemente, è utile potersi affidare anche a coloro che stimiamo o consideriamo informati e coscienti sul tema. Questo è quanto permette di utilizzare la delega dinamica spesso adottata verso soggetti che fan parte di una comune comunità di pratica o di apprendimento.
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Figura 17 – La natura delle comunità può essere osservata tenendo conto della capacità di queste di condividere informazioni e conoscenze (comunità di interesse) e dall’altra di condividere esperienze, emozioni e opinioni (comunità di partecipazione) . Quando queste due dimensioni sono presenti si formano le comunità di apprendimento, spazi dentro cui si è disposti a mettersi in discussione. Le comunità di pratica sono specifiche comunità di apprendimento capaci di imparare progressivamente dall’operato costantemente condiviso tra i soggetti coinvolti
Oggi la rete può aiutare ad attivare processi e ambienti in cui si potenziano le comunità territoriali esistenti attraverso una presenza in rete e al tempo stesso si sviluppano comunità nate magari in un contesto virtuale attraverso eventi ibridi online e in presenza.
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23
Dim
ensi
one
part
ecip
ativ
a
Completezza archiviFacilità di accessoVelocità di consultazione
Comunità di
Apprendimento
Istanza di partecipazioneScambio di opinioni ed esperienze
Istanza di Partecipazione in equilibrio con le esigenze di certificazione delle informazioniComunit
à di Interess
e
Comunità di
Partecipazione
Dimensione informativa
Comunità di Pratica
Circolarità del sapereProgettualità e creativitàLegami stabili e profondiCoinvolgimento
Disponibilità a mettere in discussione
la propria idea
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Figura 18 – Ibridazione e contaminazione tra comunità fisiche e virtuali attraverso la condivisione di capitali di conoscenze e la comunione sociale. Si possono creare e coprire nuovi spazi sociali basati su capitali sociali di rete.
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Comunità su
mondo
fisicoComunit
à virtualeFonte: elaborazione dalla definizione di
Howard Rheingold del 1993
Capitale socialedi rete
colonizzare socialmente nuovi
spazi
Capitale di conoscenze, competenze, abilità, esperienze indiv.li
Comunione sociale senso di vicinanza, presenza e condivisione, partecipando ad una comunità
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Figura 19 – L’intelligenza connettiva rappresenta la forma dialettica dell’intelligenza collettiva e permette di valorizzare la diversità delle intelligenze e dei saperi. Mentre quella collettiva è più utile nelle fasi dell’operare e del coordinamento (tutti condividono o si adeguano all’operato deciso comunemente), quella connettiva è fondamentale nelle fasi di esplorazione conoscitiva, immaginazione, creatività e progettualità.
Si manifesta sempre più prepotentemente l’esigenza di costruire contesti in cui, oltre all’intelligenza collettiva, frutto di una convergenza di saperi, pensieri e valori condivisi, ci siano le condizioni e i metodi per valorizzare quanto emerge da scambi e confronti dinamici indirizzando queste diversità non in conflittualità ma in occasioni di nuove visioni, anche se differenti.
Lo sforzo da farsi è considerare i momenti di confronto come spazi dove la capacità critica e le visioni differenti trovano ragion d’essere per conoscere, immaginare progettare e poi invece avere momenti di sintesi e di elaborazione per confluire e convergere nell’operare e nel coordinarsi, al fine di ridurre qualunque forma di
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Intelligenza connettiva
Intelligenza connettiva: oltre quella collettivaIntelligenza collettiva
I singoli partecipano con la loro identità individualeConoscenza non come un fenomeno isolato ma distribuito
Nuovi saperi e creatività basata su un nuovo modo di concepire, condividere, rappresentare e costruire
l’informazione e la conoscenza
Convergenza di pensiero e valori
Confron
ti e scambi
dinamici,
con possibil
e converg
enza di
pensiero e di
valorisolo ex
post
Moltiplicazio
ne e
combinazione di
intelligenze
La intel-diversità come valore L’omogeneità come valore
I.Connettiva per conoscere, immaginare, progettare
I Collettiva per operare, coordinarsi
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dissipazione successiva. Tale stile di comportamento va costruito secondo metodi di gestione del conflitto e va strutturato e favorito anche con il supporto di applicazioni e ambienti in rete.
A questo punto possiamo affrontare il tema della chiave che è quello di immaginare ma anche con realismo, come effettivamente ipotizzare una possibile seconda generazione di gestione della nostra democrazia.
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Democrazia 2.0
La Democrazia RappresentativaAttualmente i rappresentanti politici vengono scelti attraverso pubbliche elezioni. I singoli partiti e le eventuali coalizioni candidano propri rappresentanti che si presentano agli elettori, in certi casi esprimendo pubblicamente il loro progetto politico basato su idee, valori, istanze e un programma d’azione. Essi manifestano implicitamente o esplicitamente orientamenti ideologici e/o interessi specifici. Il ruolo dei partiti risulta quindi essere chiave e necessario per la partecipazione politica. Cittadini e società civile scelgono all’interno di questa offerta, in certi casi senza poter dare preferenze sui candidati.
Il politico eletto parteciperà all’azione legislativa e nel caso esecutiva che gli dà la responsabilità di rappresentare tutti i cittadini. Attualmente non esistono forme di retroazione strutturata nei confronti dei cittadini relativa al proprio mandato. La comunicazione è attuata principalmente con i mass media basata su incontri, manifestazioni pubbliche, conferenze stampa, interviste o altre azioni. I mass media riportano e rappresentano anche l’opinione pubblica e la stessa rete sta attuando alcune forme di retroazione debole. I politici presentano la propria azione anche attraverso i siti istituzionali o attraverso siti individuali più o meno interattivi (siti web, blog, social network) con cui principalmente informano il proprio elettorato su quanto viene da loro svolto. Si sta facendo strada anche strada una sorta di maggiore trasparenza attraverso la dichiarazione di diverse informazioni personali come il proprio curriculum vitae, lo stato reddituale e patrimoniale.
Il ruolo dei partiti si manifesta non solo nell’elaborazione del programma proposto ma anche nella scelta dei candidati da proporre in lista e attualmente anche nella scelta del singolo candidato proposto o nell’ordine di lista che definisce le priorità dei candidati eleggibili in funzione dei voti presi dalla lista.
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Figura 20 – L’opera di Escher ben rappresenta la complementarietà delle due forme di democrazia rappresentativa e partecipativa, ognuna delle quali disegna, supporta e plasma l’altra
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Per ovviare a questa discrezionalità determinata all’interno dei partiti alcuni di questi hanno istituito le elezioni denominate primarie che stabiliscono il candidato da proporre in fase di elezioni o l’ordine di lista. Qualche obiezione rimane nel come i partiti gestiscono questa fase in quanto alcuni candidati più in sintonia con l’apparato di partito, sono nei fatti spesso favoriti nella visibilità e nella proposizione alle primarie.
Figura 21 – L’attuale processo democratico si sviluppa che attraverso il sistema dei partiti e permette ai cittadini di eleggere la propria rappresentanza politica per l’espletamento dei poteri legislativi ed esecutivi. I rappresentati politici rappresentano tutti i cittadini con una delega di mandato senza una strutturata forma di retroazione, oggi svolta principalmente attraverso il sistema dei massmedia.
Il modello di democrazia rappresentativa si sviluppa e si consolida secondo il principio di espressione della volontà del popolo attraverso le elezioni dei propri rappresentanti (a cui viene data quindi delega globale di rappresentanza) come il modo di esprimere la volontà popolare in contrasto alle forme di monarchia assoluta e di dittatura.
Le delusioni derivanti dalla nascita spontanea di una casta politica (monocratica o partitocratica) che si autodefinisce privilegi e si perpetua con facilità, ha messo in discussione non solo l’operato di persone poco orientate all’esercizio del potere come
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Cittadi
ni
Democraz
ia rappresentativa
Delega del mandato
Rappresentanti Politici
Partiti
Legisla
tivo
Esecutivo
Valori
Idee
Istanze
Interessi
Camera del Senato
Camera dei Deputati
Governo
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servizio, ma ha posto le basi all’analisi critica del sistema di governo basato sulla (sola) democrazia rappresentativa.
Sotto accusa è il sistema dei partiti come centro di potere istituzionalizzato che però periodicamente (e forse naturalmente) tende alla deriva nel perseguire più interessi di singole caste che dell’interesse comune. La questione morale si ripresenta nei ricorsi storici. Quando la tensione ideale scema e si manifestano (anche se spesso in modo non evidente) più prepotentemente gli interessi di poteri forti o di interessi personali (anche se per solo prestigio personale), il sistema dei poteri politici presta il fianco a possibili presidi antidemocratici dentro il sistema degli stessi partiti.
Il rapporto tra società civile e dell’uomo politico, quest’ultimo inteso come rappresentante del popolo e come espressione di un partito politico, probabilmente dovrà evolvere verso un modello differente rispetto al passato. Nello schema proposto si mette in luce l’evoluzione del ruolo del politico in funzione della trasformazione del comportamento del cittadino da ruolo passivo a proattivo nel processo partecipativo. (elaborazione da schema di Stefano Stortone).
Figura 22 – Il ruolo del politico ( e la “frase tipo”)I del politico al crescere del livello di coscienza civile del cittadino ( da passivo, ad attivo e a proattivo). La progressiva partecipazione del cittadino trasforma il ruolo del politico e lo fa evolvere da decisore solitario a leader e interlocutore chiave nel processo partecipativo
E’ nella trasformazione del livello e della qualità del coinvolgimento dei cittadini che si può trasformare il sistema democratico.
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Informare Passivo
Consultare
Coinvolgere
Cooperare
Capacitare
(empower)“Vi
teniamo informati”
“Vi ascoltiamo , abbiamo bisogno dei vostri commenti e informazioni
“Le vostre opinioni sono tenute in considerazione, ma senza impegno”
“Abbiamo bisogno delle
vostre opinioni, ci impegniamo a
tenerne conto”
“”Metteremo in atto le
vostre scelte”
Scala della partecipazione e delle relative “promesse”
Attivo Proattivo
involvedcommitted
informed
Cittadinanza attiva
Politico
Cittadino
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Dal primo passo derivante dalla trasparenza dell’operato del politico si passa al progressivo coinvolgimento dei cittadini, prima con fasi di ascolto e di proposizione lasca, fino alla capacità dei cittadini nell’essere proattivi e di essere attori primari nella gestione di (parte dei) beni pubblici.
Si può aprire così il processo democratico anche alla partecipazione diretta dei cittadini senza necessariamente una mediazione svolta esclusivamente dal sistema dei soli partiti e dei rappresentanti politici.
Democrazia Diretta o Partecipativa Da diversi anni, con esperienze in varie nazioni, principalmente ma non solo nel Sud America, in Europa e negli US, si è consolidata una pratica di partecipazione della cittadinanza alla gestione della politica. Queste esperienze hanno rappresentato una forma alternativa o complementare alla gestione dei beni e delle risorse pubbliche capaci di coinvolgere la cittadinanza e di interpretare la stessa politica tradizionale basata sulla rappresentanza con un ruolo diverso da quello che osserviamo nella politica attuale.
Credo oggi fondamentale elaborare strategie lungimiranti nell’intendere questo fenomeno come parte della gestione dei beni pubblici, della dialettica pubblica, insomma una realtà che l’attuale sistema politico non può più prescindere.
Tale processo non è identificabile o gestibile in un partito o in un movimento in quanto sarebbe politicamente orientato, ma deve essere istituzionalmente autonomo nella sua struttura (stiamo parlando di meta politica), così da accogliere la dialettica democratica che si consolida secondo criteri analoghi a quanto si sviluppa dentro un partito, ma a differenza dei partiti si consolida tra soggetti accomunati non dal pensiero politico stretto ma dall’appartenenza ad un territorio o all’interesse per una tematica specifica. Questo non vuol dire che non si devono confrontare o avere idee politiche ma che il confronto, l’elaborazione, la mediazione e la sintesi sono sviluppati anticipatamente su questi tavoli di lavoro. E’ da questo processo deliberativo che poi possono svilupparsi processi attuativi o di ratifica nelle sedi istituzionali (Consigli Comunali o Regionali, in Parlamento).
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Figura 23 - Le due dimensioni della democrazia: quella rappresentativa e quella diretta (votazioni referendum, petizioni ecc.) rafforzata ora da quella partecipativa basata su processi deliberativi articolati ( raccolta, analisi proposte, decisioni controllo, con cui realizzare mediazioni di conflitti, realizzare tecniche di problem solving e problem setting)
Il tema della partecipazione attiva si sostanzia in processi di ascolto, raccolta, elaborazione e valutazione di proposte, di definizione di priorità. Tale partecipazione non si esplica solo nel processo decisionale. E quest’ultimo si deve sviluppare secondo criteri più articolati e più efficaci. Per tutto questo dovremmo trovare termini che intendano questi possibili scenari. Qualcuno l’ha identificato in democrazia deliberativa.
Fabiola De Toffol e Alessandra Valastro nel Dizionario di Democrazia Partecipativa alla voce democrazia deliberativa affermano:
Nel lessico anglosassone il verbo to deliberate viene utilizzato ponendo in risalto l’aspetto partecipativo e consensuale rispetto al momento della mera decisione: quest’ultima, singola tappa di un processo più ampio, si qualifica per il carattere dialogico del confronto.
Ecco quindi le diverse fasi e il potenziamento progressivo del ruolo partecipativo.
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Cittadini
Democrazia
rappresentati
va
Democrazia
diretta o partecip
ativa
Assenza di deleghe
Delega del mandato
Sistema Politico
Partecipazion
e attiva
Raccolta proposteValutazione proposteVotazione priorità
PartitiSocietà
civile
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Figura 24 – La diversa natura della dimensione partecipativa al crescere del coinvolgimento dei cittadini e i relativi metodi e strumenti a supporto
Nelle pratiche di democrazia partecipativa ci sono metodi che qui sotto segnalo (dal Dizionario di Democrazia Partecipativa già citato). Ognuno ha sue peculiarità che permettono di attivare alcuni processi come il Bilancio Partecipativo. Quest’ultimo ha manifestato una sua valenza sul piano locale (comunale o d’area) in quanto i cittadini partecipano e decidono alla luce di un budget predefinito messo a disposizione dall’amministrazione. Oltre al processo decisionale il ruolo dei cittadini si esplica anche nell’efficace monitoraggio e controllo della fase realizzativa.
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Trasparenza, evidenza
condivisione pubblica
Eventi Web ConferenceStreaming Video LiveContenutiOpen Data&Esplorazione Progetti 3D
Passivo
Attivo
Proattivo
Interazione
QuesitiVotazioniTwitter
Cooperazione
Potenziamento e contribuzione
ResponsabilizzazioneApplicazioni e contenuti di collaboratione
Informato
Controllo
CoinvoltoDecisioni eValutazioni
Contributivo
CollaborazioneCoordinamento
Costruzione di
Contenuti& Eventi
Monitoraggio
Gruppi di lavoro ristrettiCondivisioni esteseValutazioni Consolidamento & Contaminazione delle Idee
Needs Statistic
s Background
Processi e retroazioni
______________________________________________________________________________
Strumenti e metodi partecipativi
Qui di seguito si presentano sinteticamente di esempi di metodi, strumenti e organi adottabili per ottenere un’esperienza partecipativa.
Figura 25 – Esempi dei tre aspetti (metodi, organi e strumenti) da tenere in conto nelle iniziative partecipative e necessari per ottenere dei risultati ( es. bilancio partecipativo, piano strategico, proposte di legge, gestione di una vertenza di un intervento territoriale ecc.)
World CafèMetodo per facilitare il dialogo collaborativo e la condivisione di conoscenze nei grandi gruppi. I partecipanti, divisi in piccoli gruppi, discutono di un problema intorno ad un tavolino, magari anche mangiando qualcosa, in un clima disteso e collaborativo. I risultati sono poi riportati in un incontro plenario.
L’e-TM (Electronic Town Meeting)Ideato dall’associazione America Speaks sull’onda dei tradizionali town meeting statunitensi, l’Electronic Town Meeting (e-TM) permette di coniugare i vantaggi della discussione per piccoli gruppi con quelli di un sondaggio rivolto ad un ampio pubblico, offrendo le condizioni per riuscire a costruire un’agenda dei lavori in modo progressivo, sottoponendo a televoto dell’assemblea le domande che la discussione ha prodotto.
Fase iniziale di lavoro in cui i partecipanti vengono informati grazie agli apporti di documenti ed esperti,
Discussione in piccoli gruppi; grazie all’aiuto di facilitatori, ogni gruppo contribuisce all’elaborazione di un testo di discussione che viene sintetizzato e che costituisce la base per la fase successiva
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World Café Deliberati
ve Opinion
PoolOpen space Technology
Town Meetin
g
Planning for Real
Citizen Juries
Bilancio Partecipativo
Consigli
Piano strategico
Proposte di legge
Metodi e processi partecipativi Strumenti e piattaforme online per deliberazione e gestione deleghe
Liquidfeedback
Aiersis
ConferenzeOrgani partecipativi istituzionali Assemblee
______________________________________________________________________________
Formulazione di domande o proposte da sottoporre all’attenzione del pubblico e sulle quali i partecipanti possono esprimersi individualmente
Voto in tempo reale mediante appositi telecomandi.
Le potenzialità di questo modello per i processi di democrazia deliberativa sono ormai riconosciute a livello internazionale, tanto che questa metodologia ha conosciuto un’ampia diffusione in vari contesti
Deliberative PollingIl sondaggio deliberativo, ideato da James Fishkin, nasce dalla necessità di fornire all’opinione pubblica la possibilità di compiere scelte consapevoli e informate su temi di grande rilevanza, percepiti come complessi, controversi e portatori di incomprensioni, allarmi, a volte pregiudizi. Questa tecnica prevede la selezione di campioni casuali e rappresentativi della popolazione di riferimento : dopo aver somministrato un questionario ad ogni campione – mirato a rilevare le opinioni individuali sul tema che si vuole affrontare – i partecipanti vengono convocati per un fine settimana deliberativo. I due modelli base, che possono essere abbinati, sono quelli dell’interazione faccia-a-faccia e dell’interazione on line. Si tratta di una tecnica a metà fra un esperimento scientifico e una *consultazione: nel sondaggio deliberativo i partecipanti sono in vario modo stimolati a partecipare attivamente e a documentarsi; nella realtà di tutti i giorni, invece, i *cittadini possono avere resistenze a documentarsi su tutto quello che ha a che fare con temi di rilevanza politica, anche perché quest’ultima è sempre più di frequente investita di valori negativi.
Per approfondimenti: http://cdd.stanford.edu
Open Space TechnologyIdeato dall’associazione America Speaks sull’onda dei tradizionali town meeting statunitensi, l’Electronic Town Meeting (e-TM) permette di coniugare i vantaggi della discussione per piccoli gruppi con quelli di un sondaggio rivolto ad un ampio pubblico, offrendo le condizioni per riuscire a costruire un’agenda dei lavori in modo progressivo, sottoponendo a televoto dell’assemblea i quesiti che la discussione ha prodotto.
L’OST è una tecnica di gestione di *workshop particolarmente adatta ad aprire il confronto su questioni complesse relativamente alle quali non esiste una soluzione univoca.
Ideata da Harrison Owen negli anni ’80, si basa sull’autorganizzazione ed è caratterizzata da semplicità, informalità, autogestione.
Funziona in contesti caratterizzati da:
a) necessità di discutere un argomento reale; b) esistenza di un gruppo di partecipanti numeroso ed interessato; c) presenza di punti di vista diversi, anche in conflitto tra loro.
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L’OST non dovrebbe essere utilizzata in contesti in cui si ritiene che la soluzione del problema sia nota, o in cui chi detiene il potere sostanziale ritenga di conoscere la risposta o di sapere in anticipo chi può risolvere il problema in discussione.
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Bilancio PartecipativoTra i vari tipi di strumenti di democrazia partecipativa va annoverato il Bilancio partecipativo la cui forte valenza è effetto del fatto che viene assegnato uno specifico budget da parte dell’ente, il che determina nei cittadini la certezza che in tempi ridotti potranno vedere e toccare con mano la propria scelta.
Figura 26 - La fase strettamente deliberativa e quella esecutiva con i relativi sottoprocessi, i ruoli svolti e la loro natura (ascolto, costruzione del consenso, valutazione, gestione dell’operatività)
Le varie fasi sopradescritte (raccolta proposte, valutazione, votazione priorità, realizzazione controllo) descrivono la fase deliberativa ed esecutiva. Ci sono più soggetti e gestori del processo che intervengono. In una ipotesi elaborata da Stefano Stortone per il Comune di Canegrate notiamo ad esempio : un comitato di garanzia, un gruppo di supporto e un team di coordinamento. Nei fatti questi organi sono composti da cittadini con certe caratteristiche (es. nel comitato di garanzia non devono essere presenti all’interno amministratori pubblici o politici). Questi organi di norma vengono rinnovati ogni anno.
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Raccolta proposte(definizi
one agenda)
Valutazione proposte(Analisi, fattibilità
…)
Votazione priorità Controll
o e verifich
e(monitoraggi
o)
Realizzazione
decisioneanalisi
Consenso
Dissenso
consensoValutazionepluralità di visioni
Convergenza operazionale
confronto riscontro
Fase deliberativa
Fase esecutiv
a
______________________________________________________________________________
Figura 27 – Gli organi di gestione del processo partecipativo e la natura delle figure coinvolte (Comune di Canegrate)
La questione su cosa porre come oggetto della partecipazione spazia ovviamente a seconda dello specifico caso. Ci sono situazioni legate a grossi interventi, molto significativi e con ricadute sul territorio e sui cittadini evidenti, strutturali e di norma irreversibili. Il processo partecipativo si manifesta necessario e coinvolgente. Ma negli altri casi alcune caratteristiche non si manifestano contemporaneamente. Essi si possono manifestare lungo una scala polarizzata su due versanti: quelli semplici, evidenti e coinvolgenti ai più e quelli invece più complessi, meno percepibili negli effetti immediati e di norma più strutturali . Quelli più semplici sono spesso ben identificabili e comprensibili da tutta la cittadinanza, facilmente comunicabili, visibili e facili da monitorare (sono sotto gli occhi di tutti) e per questo attrattivi per un processo decisionale semplice.
Quelli più complessi invece presuppongono un minimo bagaglio culturale (conoscenze tecniche, urbanistiche, del territorio), e comunque necessitano di più approfondite fasi di acquisizione di conoscenze attraverso delle presentazioni e la disponibilità di dati e documentazione, necessitano un dibattito più articolato e di norma generano minore interesse per il grande pubblico. Incidono però profondamente sugli aspetti strategici (infrastrutture, piani di sviluppo, aspetti di sostenibilità, energia, mobilità e trasporti, servizi ecc.). I processi partecipativi correlati sono quindi meno coinvolgenti e inducono un interesse selettivo (per i soli esperti o professionisti, meno per la
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Raccolta proposte(definiz
ione agenda
)
Valutazione proposte(Analisi,
fattibilità …)
Votazione priorità
Controllo e
verifiche
(monitoraggio)
Realizzazione
decisioneSpecificazion
e Bilanci
o prevent
ivo
Bilancio preventivo
preliminare
confronto
Comitato di Garanzi
a
Gruppo di
Support
o
Coordinamen
to
Comitato di Garanzi
a
Gruppo di
Support
o
Coordinamen
toFonte: Documento Stefano Stortone per il Comune di Canegrate
1 anno
ascolto bisogni
______________________________________________________________________________
cittadinanza generica). Su questi temi serve inoltre esperienza, studio, analisi approfondita, attività spesso considerate noiose ai più e dove il rapporto di causalità (azione ed effetto) è poco esplicito (bassa percezione dei benefici, malgrado possano essere costanti nel tempo o essere importanti negli effetti indotti).
Figura 28 – Le tipologie di intervento polarizzate tra semplicità e complessità, ovvero tra interventi semplici ( in termini di identificazione, comprensione, monitoraggio, effetto, facile decisione e accattivante per la popolazione) e complessità (piani e progetti strutturali, di norma più difficili da analizzare e capire, poco coinvolgenti e che obbligano ad approfondimenti e dibattiti prima delle decisioni, difficilmente monitorizzabili)
E’ pertanto necessario porre particolare attenzione ai diversi passaggi organizzativi e partecipativi nei diversi casi, sia quelli che si fermano su questioni ordinarie che non incidono più di tanto (istanze semplici) anche se promettenti in termini di coinvolgimento, ma anche su quelli che invece sono le questioni sono complesse, difficilmente semplificabili in termini comunicativi, noiose e poco appetibili a più, ma che incidono profondamente sullo sviluppo del territorio.E’ possibile in entrambi i casi scivolare in una demagogia partecipativa, dove le analisi possono essere pilotate da interessi e da poteri occulti, o dove i tecnocrati svolgono in modo improprio il proprio ruolo. Affinché non si perda l’opportunità di una democrazia partecipativa bisogna tener conto di due differenti esigenze complementari, quella della raccolta delle proposte dei cittadini valorizzando re le istanze semplici che favoriscono l’inclusione e la partecipazione e quella al tempo stesso di attivare approfondimenti e dibattiti sui temi strutturali e strategici.
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Piani e Progetti strutturali(pianificazione urbanistica, trasporti)
Interventi specifici
funzionali
Azioni coordinat
e
Semplici istanze
Causa Effetto
Ben Identificabil
e Comprensi
bileComunica
bileVerificabileMonitoriabi
le
Benefici
strutturali e
profondi
Semplicità
Complessità
Decisione
Approfondimento e Dibattito
actractive
NoiosoProfondo
(strumenti per pensare
complesso)
______________________________________________________________________________
Infatti un processo partecipativo anche di valore senza l’inclusione sarebbe fallimentare, come anche un processo composto da semplici istanze o da una decisione non sarebbe un valore profondo per la democrazia, anzi rischierebbe di diventare come un pasto prelibato stracotto all’esterno e crudo all’interno.
Figura 29 – I progetti partecipativi devono trovare il giusto equilibrio tra l’inclusione sociale (ovvero ampia partecipazione) che si nutre di forte ascolto e di facili decisioni e la progettualità, intesa come l’attività più complessa e articolata che arriva alle decisioni dopo un lungo percorso, magari meno attraente ai più, attraverso l’approfondimento e il dibattito dei temi più strutturali
Quest’ aspetto, ovvero quello che ci porta a prendere decisioni senza costruire il processo che determina una specifica scelta, rischia infatti di non far condividere i presupposti del problema e quindi di aver preso delle decisioni senza coscienza sociale, demagogiche in cui è carente o assente la fase della valutazione delle proposte, l’analisi del problema, la raccolta e l’elaborazione di ipotesi alternative, quindi la costruzione delle soluzioni senza creatività. Metaforicamente parlando la decisione si configura come la punta di un iceberg dimenticandoci dell’importanza e del peso di cosa ci sta sotto: la valutazione delle alternative, la creazione di uno sfondo condiviso, l’analisi dei problemi e delle opportunità, la raccolta e l’esplorazione di diverse proposte.
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Inclusione
Focus
Progettualit
à
cuocere
acqua salata
bollore
bollire
sciogliere asciugaretagliare
porre in vaso
steccare e legare
acciughe
vitellosenz’osso
limone
olio
capperi
salsa
carote cipolla
macinare
tonnosott’olio
filtrare
DecisioneApprofondi
mento e DibattitoDecisione
______________________________________________________________________________
.
Figura 30 – La metafora dell’iceberg ci suggerisce che la parte emersa di un processo deliberativo sia la decisione che però sottende molti aspetti preliminari sommersi che devono esser noti e che compongono il nodo partecipativo. Il nodo parte dall’ascolto e composto dalla raccolta delle proposte, dall’analisi, dalla creazione di uno sfondo condiviso, dalla valutazione delle alternative e solo dopo il quale deve avvenire il processo decisionale.
E anche sul piano della decisione è infatti importante elaborare la scelta alla luce delle giuste alternative e mettendosi nelle condizioni di operare nel contesto corretto. Esistono pertanto tanti aspetti da considerare come una serie di quesiti al contorno espressi dal disegno.
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decisione
Raccolta delle
proposte
Creazione sfondo condivis
o
Valutazione
alternative
Analisi dei
problemi e delle
opportunità
Ascolto
Nodo partecipati
vo:Solidariet
à cognitiva
______________________________________________________________________________
Figura 31 - Il nodo binario della decisione SI o NO del generico Quesito A implica diversi quesiti associati
Il processo decisionale Bisogna inoltre ricordarsi che spesso il contesto ideale per un’analisi che determina una decisione senza farsi condizionare negativamente dall’aspetto emotivo ed istintivo (che va tenuto in conto ma guidato anche dall’analisi razionale) è quella di elaborare riflessioni e valutazioni in piccoli gruppi per poi concludere il processo decisionale in contesti estesi.
La rete sta trasformando questo quadro mettendo in luce la complementarietà e la necessità di avere diversi contesti sia diacronici (orizzonti temporali di giornate e settimane) che sincronici (eventi in contemporanea di piccoli gruppi)
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Ipotesi risposta chiusa binaria
Quesito A
Si
No
Perché prima della decisione bisogna porsi il problema :
di chi pone il quesitodella definizione del quesito Adella proposizione (comunicazione) del quesito Adelle alternative al quesito Adello studio delle conseguenze del SI o NOche A abbia risposte diverse da SI e NO :(Non so. Si e no. Né si né no, Più si che no, più no che sidel Pregresso: se prima era SI allora …. (conservazione vs cambiamento)del cambio di opinione: No, no,no,…si delle condizioni (contesto) in cui si scegliedi come gli altri han deciso e pensano tra si e noDei tempi di risposta e se il quesito è reiteratodella temporaneità e validità della decisione
Il nodo delle
decisioni
______________________________________________________________________________
Figura 32 – Il processo decisionale collettivo necessita che venga elaborato da nuclei ridotti di soggetti capaci di interagire e valorizzare il pensiero espressivo e creativo individuale, per poi procedere a decisioni collettive di ampie collettività. Infatti è noto che la dimensione individuale singola e ancor più quella collettiva di grandi masse è condizionata principalmente dalla componente emotiva e non da quella razionale. L’intelligenza emotiva va valorizzata nei lavori di gruppo e nel coinvolgimento collettivo.
Sul processo decisionale bisogna anche segnalare l’importanza di gestire un’articolazione deliberativa più complessa rispetto ad un semplice si o no. In particolare oggi le applicazioni di democrazia partecipativa permettono di gestire quesiti multipli attraverso cui poter selezionare più opzioni su diverse proposte che tengano conto anche del grado di preferenza (approvare più soluzioni ma preferirne una).
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Peso della componente razionale nelle decisioni
N° soggetti coinvolti
Gruppi di 3-10
persone
Soggetto
individuale
______________________________________________________________________________
Elaborazione e valutazione
proposteVotazioni a preferenza
Controllo e verifiche
Metodo Schultze• Grado di preferenza verso una
proposta• Unico voto su diverse proposte
concorrenziali o complementari• Approvazione multipla su più
proposte
NO
SI
Astenuto
Non Voto
SI SI
NO
Scelta multipla articolataScelta singola semplice
Tradizionale Differenziata
Maggiore preferenza
Voto
Altri aspetti :• Trasparenza• Voto palese o anonimato formale• Delega pubblica
Figura 33 – Il tema delle votazioni a preferenza ci fa migrare da un modello tradizionale (basato sul non voto che condiziona il quorum e il voto astenuto, si e no o a preferenza di partito ecc.) ad una scelta differenziata con l’adozione del metodo Schultze attraverso cui esprimere l’approvazione o meno di più istanze e la possibilità di esprimere una maggiore preferenza tra quelle approvate. Il voto online pone comunque quesiti di trasparenza (voto palese o anonimato) e di delega pubblica.
Sui processi decisionali, in riferimento al piano strategico, è utile tener conto anche delle retroazioni e delle rielaborazioni (ipotesi di alternative di intervento che sorgono alla luce anche delle discussioni). Questo significa prevedere strumenti differenti per le diverse fasi, così da permettere approfondimenti, studi, contributi e rappresentazioni adeguate della complessità e delle alternative.
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Figura 34 – Le diverse fasi di un piano strategico territoriale e i corrispondenti e possibili strumenti tecnologici di supporto
Democrazia partecipativa: ruoli e responsabilitàDue aspetti chiave per poter ottenere efficaci processi di democrazia partecipativa sono la definizione dei ruoli e le responsabilità dei vari attori coinvolti, oltre i cittadini. Questi soggetti adottando e utilizzando metodologie, strumenti e procedure idonee caso per caso, permettono e determinano la qualità e l’efficienza dei processi di democrazia diretta.
La partecipazione dei cittadini come parte attiva anche nell’organizzazione, è certamente un punto fondamentale, ma al tempo stesso è necessario garantire alcune funzionalità e alcuni ruoli che garantiscano la partecipazione, la corretta visibilità, i contributi e l’espressività di categorie deboli e senza adeguata voce. Queste figure primariamente abilitano e facilitano la corretta partecipazione, redigono gli esiti e supportano il processo nel suo complesso.
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Fase di ascolt
o
Agenda e
priorità
Presentazione
ascolto e condivisi
one sintesi
Elaborazione
e proces
so progettuale
Ipotesi alternative
di interve
nto
Coinvolgimento
Diffusione
Presentazione ascolto
e condivis
ione sintesi
confronto verifica
conoscenza consapevolezzacondivisioneproposizione
Scritture collaborati
ve
Strumenti di coprogettazi
one
Applicativi
mobile, webe i
tradizionali
massmedia
Visual communicationData collection
Media Asset Management
Project
Management
Visual Experience(ambienti e visualizzazione 3D,
augmented reality)
Controllo
Gestione territoriale
(di analisi e di piano) - GIS
consenso
Realizzazione
______________________________________________________________________________
Al tempo stesso esiste l’esigenza, soprattutto nei casi di iniziative complesse, di avere altri soggetti capaci di elaborare gli orientamenti e le proposte (es.: presentare i progetti complessi per trasformare idee grezze in valutazioni informate, supportare l’elaborazione dei cittadini, verificare fattibilità tecniche, normative e finanziarie delle proposte, consolidare istanze simili da riproporre i cittadini ecc.). Tali soggetti devono essere capaci di rappresentare dati, di trasformare analisi complesse in rappresentazioni significative da sottoporre alla collettività, di essere trait d’union anche con altre realtà territoriali, così da uniformare linguaggi, rappresentazioni e metodi.
Questo è soprattutto necessario alla luce delle tematiche che si intendono trattare: se si vuole passare dalle questioni strettamente territoriali di valenza locale ad argomenti di natura generale (istruzione, energia ecc.) che, anche se hanno impatti che toccano tutti noi, comportano scelte di natura regionale o nazionale.
Figura 35 – I diversi attori coinvolti in un processo partecipativo: A sinistra i cittadini espressione dei territori e utenti/fruitori/attori di specifiche tematiche, in alto gli abilitatori, soggetti professionisti o meno che si fanno carico di dare voce a tutte le tipologie di cittadini, di coinvolgerli, di svolgere un ruolo di facilitatori. In basso altre figure professionali capaci di elaborare le istanze emergenti, verificarne fattibilità normativa e tecnica e di re-immetterle nel circuito partecipativo, e infine a destra i politici che si fan carico di recepire le istanze e di portarle a compimento. Al centro le tipologie e la struttura del processo partecipativo..
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Progettisti
Professional
Abilitatori professionalCatalizzatoriFacilitatoriComunicatori /publisher
PerformerEsecutori
Estensori di PianoElaboratori delle Istanze
Politici
Territori
CitizenCategorie deboli*Portatori d’interessiO.LeaderStackholder
TematicheCittadi
ni
Raccolt
a proposte
Valutazion
e proposte
Votazion
e prior
ità
Controllo e verifich
e
* stranieri, minori, anziani, malati, ecc.
Processi di democrazia Partecipativa:Es .:Bilancio PartecipativoOpen Space Technology eTM- Electronic Town MeetingDeliberative Polling (decisione informata di un campione selezionato)
certificazioni
______________________________________________________________________________
I quesiti aperti sono quindi legati a come far evolvere questo scenario, differenziando le opportunità di democrazia partecipativa sui diversi piani, di tipo tematico o territoriale come ad esempio:
strettamente locale ( di prossimità, di quartiere o di centro urbano e di città)
quello di vasta area, soprattutto fondamentale per le aree metropolitane
quello regionale quello nazionale.
Su questo contesto è necessario reinterpretare aspetti come le strutture, le procedure, i contenuti delle attività, insomma le regole di gestione: l’organizzazione, i metodi, i saperi emergenti, la documentazione, la prassi. Qui la storia ci aiuterà a capire dove e come andare.
La Biennale di Democrazia svolta in questi giorni a Torino ha dato attraverso lo stesso discorso del Presidente della Camera Laura Boldrini indicazioni delle prospettive su cui possiamo e dobbiamo orientare la nostre “utopie” :
Mi sembra invece un’utopia necessaria, alla quale guardare con grande attenzione, quella di una partecipazione sempre più estesa dei cittadini grazie anche agli strumenti della Rete. La società italiana mantiene, nonostante la crisi che colpisce anche i soggetti della rappresentanza sociale e politica, un alto livello di partecipazione. E’ la partecipazione che ci rende cittadini consapevoli, come ci vuole la nostra Costituzione, mentre una forte spinta economica e comunicativa, che investe tutte le società, vorrebbe fare di noi (e soprattutto dei nostri ragazzi) consumatori in servizi o permanente effettivo, la cui cittadinanza si esplica al massimo nella deposizione di una scheda nell’urna.
La rete offre nuove e grandi possibilità di informazione e di coinvolgimento, ma non mi attrae una presunta democrazia diretta che funzioni secondo lo schema “uno schermo, un voto”. Molto può essere fatto per potenziare gli strumenti della democrazia parlamentare, accorciando le distanze che separano rappresentanti e rappresentati.
Spero che possa essere presto portata alla discussione della Camera la proposta che rafforza l’iniziativa legislativa popolare. Fin qui lo strumento non ha prodotto risultati apprezzabili: in passato i testi sottoscritti da almeno 50mila cittadini sono rimasti troppo spesso a prender polvere nei cassetti parlamentari, non avendo a disposizione alcuna corsia preferenziale. Dobbiamo impegnarci a modificare i regolamenti parlamentari, in modo da rendere rapido e obbligatorio l’esame del testo sottoscritto da un numero
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adeguato di cittadini e per consentire ai promotori di quel disegno di legge di poter seguire direttamente l’iter della proposta.
PiattaformaIl processo partecipativo viene potenziato e meglio strutturato quando esiste un’organizzazione e un costante contributo attraverso la rete. Uno degli esempio più noti di applicazione che gestisce una parte del processo deliberativo è Liquidfeedback, sviluppato dal partito pirata in Germania e utilizzato in diverse realtà e tradotto in diverse lingue. Di seguito esplicito un esempio di declinazione delle sue funzioni per una realtà locale, anche se al lo stesso modo può essere utilizzato in realtà nazionali, d’impresa. Ovviamente questa piattaforma indirizza solo alcune tematiche del processo partecipativo, in particolare quella della gestione delle proposte, dalla loro proposta e sostegno di una minima base di promotori al loro iter di arricchimento e integrazione con altre proposte fino alla loro proposta per essere poi sottoposto ad approvazione.
Figura 36 – Esempio di strutturazione di un’applicazione. In questo caso l’applicativo Liquidfeedback prevede diversi strumenti tra cui quelli di delega e di gestione dei processi basati su una bacheca con diverse unità, ognuna delle quali si articola in modalità gerarchica con più sezioni e ognuna di queste in singole aree.
Possibili scenari
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Stessa piattaforma, accessi differenziati
Unità Rac
colta
proposte
Elaborazione
e valutazion
e proposte
Votazioni
a preferen
za
Controllo e verifiche
Aree
Economia
Ambiente
Poetto
Regione Sardegna
Vasta Area CA
Cagliari
Villanova
S.Elia
Quartu S.E
Mobilità
Poetto
Residenzialit
à
Istruzione
Accesso
Pedonalità
Lavori in
Corso
Centri
sociali
Servizi
Pratiche edilizie
Mobilità sost.
Accesso
a CA
Molentargius
Racc Differenz.
Istruzione
Professionisti
consultazioneDocen
ti
Uffici Quartu S.E
Didattica
Univ CA e SS
Bacheca a più livelli
delega
delega
ARGOMENTI Centro della ScienzaLaboratori itinerantiLab OsservatorioConsolidamento sedi…
Cittadini
Sezioni
ARGOMENTI Servizi AssistenzaAnimazione
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Figura 37 – L’attivazione di un nuovo esteso e generalizzato processo di partecipazione attiva suggerisce di reinterpretare le componenti della democrazia rappresentativa (ad esempio le strutture, le procedure i contenuti delle attività, quindi le regole presenti ad esempio nel Parlamento ) in nuovi elementi del sistema. Questa componente partecipativa potrebbe confluire nella futura Camera delle Regioni (ex Senato) definibile a tal scopo Camera dei Territori. Le strutture vanno ripensate con nuove forme di organizzazione, le procedure rigide in processi e metodi, i contenuti tradizionali (proposte di legge, norme ecc. ) in saperi organizzati secondo specifici report, progetti, trasformando quindi le attuali regole in nuove nell’ambito partecipativo secondo prassi derivanti dall’esperienza
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Strutture ------------- OrganizzazioneProcedure ------------- Metodi/processiContenuti Attività-----
Saperi contributi, report, progetti
Regole ---------------- Prassi
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Figura 38 – La democrazia partecipativa potrà intercettare nuove istanze e nuove modalità di intervenire nella gestione delle diverse tematiche. A seconda del contesto territoriale (locale, regionale o nazionale) e a seconda della tematica specifica emergeranno le migliori prassi sui diversi livelli
Democrazia Liquida e scenari di convergenzaContrapporre la democrazia rappresentativa e partecipativa è istintivo e naturale. Da una parte l’approccio diretto senza mediazioni e dall’altro quella di delega totale.
Poter ipotizzare una delega modulata e dinamica aiuta a percorrere un terzo spazio alternativo in cui è possibile partecipare in prima persona sui temi di maggiore interesse e in cui ci si sente capaci di poter discernere e al tempo stesso poter delegare in modo magari non irreversibile un soggetto di fiducia sui temi in cui non abbiamo capacità di dare un contributo.
Lo scenario che emerge è evidente ed è rappresentato dallo schema dove nella colonna di sinistra la democrazia partecipativa si declina diretta e deliberativa, mentre a destra si rappresenta quella attuale globalmente rappresentativa. In mezzo si configura una modulazione della delega capace di esprimere la democrazia liquida e quella che possiamo definire l’iperdemocrazia, ovvero una democrazia capace di coinvolgere profondamente i cittadini pur garantendo una possibilità di delega dinamica.
Democrazia Diretta
DemocraziaDeliberativa Democrazia
Rappresentativa(Parlamentare)
Cittadini
Delega variabile
Delega irreversibile
Democrazia Liquida
Nessuna Delega
Partecipazione(proposte e contributi)
Decisioni(votazioni)
PoliticiCittadini Cittadini, altri cittadini e Politici
Iper Democrazia
Attuale sistema
Figura 39 – La definizione delle forme della democrazia alla luce del processo decisionale e di formazione delle proposte ( in alto a sinistra) e la modalità di gestione della delega ( le tre linee verticali) Le forme di democrazia si esprimono da quella diretta e deliberativa (a sinistra) quando svolta direttamente senza deleghe a quella rappresentativa basata sulla delega completa e irreversibile data con le elezioni (a destra). Nella colonna di mezzo lo sviluppo di quella definita la democrazia liquida e l’iperdemocrazia che gestiscono la delega in modo variabile per le decisioni e la partecipazione.
Alla luce di queste definizioni possiamo immaginare uno scenario di convergenza in cui la democrazia partecipativa confluisca nella Camera dei Territori, che inglobi la
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Strutture ------------- OrganizzazioneProcedure ------------- Metodi/processiContenuti
Attività----- Saperi contributi, report, progetti
Regole ---------------- Prassi
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possibile futura Camera delle Regioni (l’attuale Camera del Senato, come ipotizzata dai saggi nominati da Napolitano) e una “rappresentanza“ derivante dal processo di democrazia liquida.
Figura 40 - L’attivazione di un nuovo esteso e generalizzato processo di partecipazione attiva suggerisce di reinterpretare le componenti della democrazia rappresentativa (ad esempio le strutture, le procedure i contenuti delle attività, quindi le regole presenti ad esempio nel Parlamento ) in nuovi elementi del sistema. Questa componente partecipativa potrebbe confluire nella futura Camera delle Regioni (ex Senato) definibile a tal scopo Camera dei Territori.
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Cittadini
Democrazia
rappresentativa
Democrazia diretta
o partecipa
tiva
Assenza di deleghe
Delega del mandato
Politici
Partecipazione attiva
Raccolta proposteValutazione proposteVotazione priorità
Partiti
Legislativo
EsecutivoCamer
a delle
Regioni e
della Democrazia
partecipativa
Camer
a dei Deputati
Governo
Camera dei
Territori
Società civile
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Allegati: Cosa bolle in pentolaDiverse sono le esperienze italiane che riguardano la trasparenza e i processi di democrazia partecipativa, sia in ambito istituzionale nazionale nelle diverse realtà locali. Qui di seguito solo qualche appunto di riferimento che sarà aggiornato all’occorrenza.
La Camera dei Deputati da oltre 10 anni ovvero dal 2000, ha avviato un processo di complessiva riorganizzazione delle strutture amministrative della Camera alla luce di vari fattori:
• modifiche regolamentari del ’97• cambiamenti indotti dalla riforma del titolo V della Costituzione• revisione dei trattati europei
Il principio dell’integrazione funzionale tra le strutture è divenuto così un criterio organizzativo fondante dell’apparato amministrativo e normale modalità operativa..Al contempo, il principio di imparzialità è stato declinato come modo di essere e di operare dell’apparato, sia nelle procedure, sia nell’organizzazione delle strutture, ma anche nei contenuti delle attività, anche attraverso la codificazione delle regole che presiedono ai diversi settori funzionali.
L’Amministrazione si apre inoltre alla cooperazione con le altre istituzioni e con i soggetti esterni.
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Questa premessa è fondamentale per capire da dove innestare i nuovi processi di crescente “empowerment” dei cittadini alla vita politica del paese. Passo significativo aggiuntivo svolto in questi anni dalla Camera è stata la progressiva apertura alla trasparenza attraverso la creazione del sito Dati.camera.it. e all’implementazione delle filosofie denominate opendata e linked data.
Dati.camera.it mette a disposizione della collettività tutto il patrimonio di dati storico, utile soprattutto agli addetti ai lavori: giornalisti, uffici studi regionali, partiti politici ecc., ma anche ai cittadini interessati a conoscere ed approfondire informazioni e conoscenze relative agli uomini politici e alle attività parlamentari.
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integrazione funzionale
tra le strutture
principio di imparzialità
modo di essere e di operare
procedure
organizzazione delle strutture
contenuti delle attività
cooperazione con
soggetti esterni
altre istituzion
i
Codificazione delle regole
Attivazione stili
comportamentali
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L’intervento è stato realizzato attraverso una codifica denominata RDF-XML che permette di codificare i dati secondo una determinata ontologia, fatto importante verso l’accessibilità e il riuso dei dati relativi a tutti gli aspetti parlamentari: persone, attività legislative come le proposte di legge, gli emendamenti, le leggi approvate ecc.
Insomma si sono fatti i passi fondamentali per rendere concreto il cosidetto semantic web. Sul sito dati.camera.it è stato messo a disposizione un patrimonio di oltre 1 milione di dati in formato RDF che permette di operare sui metadati (informazioni sui dati). Tutto questo consente l’accesso ai dati non solo da parte degli utenti, ma anche alle applicazioni terze rispetto alla Camera, attraverso la filosofia di linked Open Data. Un esempio sono le applicazioni SPARQL e il navigatore semantico ELDA che sono state realizzate.
La strada per rendere effettivamente fruibili questi dati ora passa per strumenti che possano manipolare grandi moli di dati (dati aggregati ad esempio) soprattutto nella clusterizzazione, nella visualizzazione, insomma in tutto quello che serve per una lettura facile e al tempo stesso efficace da parte di un utente finale.
Il passo della trasparenza e della profonda fruibilità delle informazioni è una condizione necessaria, a questo si dovrà sempre più affiancare la disponibilità di ambienti relazionali e tecnologici capaci di abilitare i nuovi processi di partecipazione attiva da parte di diversi soggetti..
Rendere efficace e costruttivo il ruolo dei cittadini basandosi su nuovi contesti di partecipazione attiva non solo è possibile e necessario, ma è anche reale. Esistono importanti esperienze in varie regioni d’Italia (Toscana, Emilia, Lombardia, Piemonte) non solo relative alla progressiva apertura e trasparenza dell’operato dei politici e delle Amministrazioni, ma anche nell’implementazione dei processi di democrazia partecipativa.
La Camera, che ha svolto un ruolo di apripista istituzionale sul fronte dell’opendata, potrebbe svolgere un ruolo importante anche su questi nuovi versanti, in particolare:
1. implementare soluzioni per l'accesso e il contributo sulle attività parlamentari (quindi non solo lettura di dati generati dalla camera) da parte di soggetti terzi, rappresentanti di vario tipo (regionali ad esempio) e di cittadini attivi: questo necessita di regole per l'accesso, per i contributi, per la clusterizzazione dei dati ecc. ovvero per recepire in modo creativo, ma anche produttivo e secondo criteri di significatività i contributi di tutti su interrogazioni parlamentari, proposte di legge ecc. La soluzione credo debba prevedere sia i contributi elaborati sia nei contesti in presenza , ma anche online e sperimentati in ambienti ibridi. Ci sono strumenti che possono aiutare questo processo ma vanno sperimentati, messi a punto su casi reali. Alcuni strumenti sono stati usati da politici come Cancelleri (M5S per l'elezione
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del presidente Regione Sicilia) dallo stesso Ambrosoli per la definizione delle priorità del suo programma elettorale alle elezioni regionali in Lombardia.Ci sono già state indicazioni da parte di onorevoli come Francesco Barbato deputato IDV che aveva proposto la piattaforma Fiquidfeedback in Parlamento. Leggo che : Le persone, iscritte ad un sistema (nel suo caso al Partito Pirata) hanno accesso ad un'applicazione che permette di formulare proposte e progetti, di arricchirli, di emendarli con meccanismi che tegono conto dei suggerimenti ( Liquid Feedback (un software che ormai è entrato nel linguaggio corrente, anche dei media, visto che pure Santoro ha provato ad utilizzarlo)
2. L'utilizzo di processi partecipativi e della loro condivisione a livello locale (città e aree urbane) ma anche regionale e osservati/partecipati anche dalla comunità parlamentare....
3. valorizzare l'esperienza della Camera per supportare le amministrazioni regionali e locali che intendono fare altrettanto in termini di trasparenza
L’ ipotesi che proporrei è attivare una o più sessioni di approfondimento (e magari sessioni di formazione) alla Camera con interni e alcuni esperti, con cui condividere esperienze e far partire qualche progetto pilota. Con esperti intendo primariamente le persone che hanno avuto esperienza di democrazia partecipativa e poi anche esperti tecnologi (come le stesse organizzazioni che operano alla Camera ... o altre ).
Open Government Partnership
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Portale di OpenPolis , associazione per la trasparenza dei dati (opendata)
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TrasparenzaVisibilitàPartecipazione
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Esempio interessante di visualizzazione efficace dei dati
Descrizione della composizione delle Camere sotto diverse chiavi di lettura
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Esempio di petizione online con il coinvolgimento nominativo dei deputati, visibilità sul web dell’adesione ed elaborazioni dei dati per partito
Democrazia 2.0 non parla con nessuno…. (?).. Si…. parla con tutti
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