Vie Festival 2015 - Programma

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Martedì 13, ore 19 Mercoledì 14, giovedì 15, ore 21

Teatro delle Passioni, Modena

Memorie di un pazzo di Nikolaj Gogol’

regia Levan Tsuladze con Zura Berikashvili, Roberta De Stefano,

Eleonora Giovanardi, Ana Grigolia, Nika Kuchava, Leonardo Lidi, Koko Roinishvili, Massimo Scola

Kote Marjanishvili State Drama Theatre e Emilia Romagna Teatro Fondazione

Durata 1h 30’ Prima nazionale

Spettacolo in italiano e georgiano con sovratitoli in italiano

Culla del teatro georgiano – la sua fondazione risale al 1928 – nonché centro di produzione internazionale di teatro contemporaneo, il Kote Marjanishvili State Drama Theatre unisce le proprie risorse ed energie a quelle di Emilia Romagna Teatro Fondazione per mettere in scena un testo di Gogol’, Memorie di un pazzo, per la regia di Levan Tdsuladze, direttore artistico del teatro di Tbilsi. In scena quattro giovani attori della Scuola di Formazione di ERT assieme a quattro giovani attori georgiani. Memorie di un pazzo è un’opera che guarda alla follia come approdo di libertà. Poprishchin è un impiegato statale di basso livello che aspira a essere notato da una bella donna, figlia di un alto funzionario, di cui si è innamorato. Nel diario registra accuratamente il suo graduale scivolare nella pazzia. Man mano che la sua follia diventa più profonda, inizia a sospettare che due cani abbiano una storia d’amore e crede di avere scoperto le lettere che questi si sono inviati. Alla fine comincia a pensare di essere l’erede al trono di Spagna. Rinchiuso in manicomio, è convinto di prendere parte a una strana incoronazione. È così che nella follia Poprishchin raggiunge la grandezza. La vicenda di questo umile anti-eroe solleva numerosi interrogativi. Com’è possibile, per una persona come lui, sopravvivere in un mondo enorme, pieno di informazioni, eventi, notizie e con gerarchie? Come si ottiene la libertà personale? Possiamo accettare le condizioni, i limiti e allo stesso tempo sognare qualcosa di grande e diverso o c’è un’altra strada? Esiste una forma di libertà parallela?

www.marjanishvili.ge/en/

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Martedì 13, mercoledì 14, giovedì 15, venerdì 16, ore 20.30

Sabato 17 ore 20

Domenica 18 ore 17.30

Arena del Sole, Bologna

La prima, la migliore testo e regia Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari

con Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari, Davide Berardi

Emilia Romagna Teatro Fondazione

Durata 1h 10’ Prima assoluta

Volgendo lo sguardo agli spettacoli che dal 2003 a oggi abbiamo realizzato, ci accorgiamo che il conflitto, con noi stessi e con la realtà circostante, è stato e continua a essere il motore della nostra ricerca. Le dinamiche, i mutamenti e le opportunità da questo prodotte e derivate, sono attrazioni irresistibili verso cui tendiamo come attori, autori ed esseri umani. L’occasione questa volta è quella del centenario del primo conflitto mondiale che sconvolse l’Italia, l’Europa e il pianeta intero. È incredibile come studiando un evento accaduto ormai tanto tempo fa ci si senta coinvolti da situazioni e sensazioni che sembrano raccontare la nostra contemporaneità. E allora la condizione di una generazione ‘perduta’ per un’ideologia criminale propagandata a tutto spiano, la distanza fra il popolo e chi governa, il cambiamento epocale e il conseguente smarrimento esistenziale, diventano metafore per raccontare la nostra condizione, il nostro tempo nel nostro paese. L’idea ci è venuta qualche anno fa leggendo il romanzo confessione Niente di nuovo sul fronte occidentale di E. M. Remarque. L’autore in maniera lucida e feroce racconta di popoli lanciati uno contro l’altro, per odio e per orgoglio, e al contempo riflette e fa riflettere sulla situazione di depressione e disperazione che avvolge senza tregua la società ieri come oggi. Di qui è iniziata un’indagine, storico-letteraria ancora in atto, che mescola le materie di interesse, dal politico al sociale, dall’economico all’artistico, fornendo una contaminazione di linguaggi, stili ed argomentazioni in cui è sempre più interessante avventurarsi per proseguire il nostro cammino di ricerca, la nostra avventura alla scoperta di chi siamo, di chi siamo stati e di chi potremo un giorno divenire.

Gianfranco Berardi, Gabriella Casolari

www.berardicasolari.it

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Martedì 13, mercoledì 14, ore 21

Arena del Sole, Bologna Martedì 20, Mercoledì 21, Giovedì 22, Venerdì 23, ore 21

Sabato 24, ore 20 Domenica 25, ore 15.30

Teatro delle Passioni, Modena

Faust Una ricerca attraverso il linguaggio dell’Opera di Pechino

di Li Meini basato sul dramma “Faust: prima parte” di Johann Wolfgang Goethe

traduzione Fabrizio Massini progetto e regia Anna Peschke

con gli attori della China National Peking Opera Company Liu Dake, Xu Mengke, Wang Lu, Zhang Jiachun

con i musicisti della China National Peking Opera Company Wang Jihui, Ju Meng, Wang Xi, Niu LuLu e con i musicisti Vincenzo Core, Laura Mancini, Giacomo Piermatti

China National Peking Opera Company e Emilia Romagna Teatro Fondazione

Durata 1 ora e 30 minuti Prima assoluta

Spettacolo in italiano e cinese, con sovratitoli in italiano

Allieva del grande Maestro Heiner Goebbels, la giovane regista tedesca Anna Peschke per questo progetto

ha lavorato alla creazione di un nuovo linguaggio fra Oriente e Occidente.

Grazie alla collaborazione con la China National Peking Opera Company, ha indagato le potenzialità insite

nell’alfabeto gestuale e musicale dell’antica Opera di Pechino, per esplorare nuove vie espressive per la

visione scenica occidentale.

Lì dove l’Occidente perde la parola può entrare in gioco l’espressività rituale dell’Oriente e dove la rigidità

della tradizione orientale si farà scalfire emergeranno pieghe di senso e di espressività rivitalizzanti per la

comprensione contemporanea.

www.annapeschke.de

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Martedì 13, ore 21.30

Teatro Storchi, Modena

Isolotto ideazione e interpretazione Virgilio Sieni

musica Eivind Aarset eseguita dal vivo dall’autore luci Mattia Bagnoli

Durata 1 ora

Prima assoluta

Artista caro a VIE, coreografo di fama internazionale e direttore della Biennale Danza di Venezia, Virgilio Sieni torna in scena dopo quindici anni con un nuovo solo Isolotto che presenta in prima assoluta al Teatro Storchi di Modena.

Che cos’è danzare se non mettersi in cammino, curiosi dei nuovi margini che l’arcipelago del corpo lascia apparire? Porsi sulla soglia della caduta e lasciare che le infinite figure inscritte nel corpo si manifestino nell’incontro con la narrazione articolare. Dunque l’uomo che danza edifica lo spazio dell’incerto con tutta la precisione possibile, cercando di dare un contorno a ogni cosa sconosciuta e incompiuta, inseguendo l’unità come principio di ogni cosa. Nel celebrare l’armonia come condizione del senso e della mescolanza tra le cose, nell’essere mare delle emozioni, il tratto di tempo che chiamiamo danza altro non è che lo spazio dell’incontro tra uomo e natura. Le danze in serie che compongono questo Isolotto si aprono alle coincidenze per esplorare le infinite diramazioni del corpo, quasi a ripercorrere – nell’impossibilità di esserci – tutte le fasi di crescita dell’uomo, tutti i tratti della vita. A partire dalle azioni primarie – camminare a quattro zampe, alzarsi, inchinarsi, voltarsi – la gravità si fa sostanza dello sguardo dando luogo a un atlante inedito sul corpo della danza.

www.sienidanza.it

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Mercoledì 14, giovedì 15, venerdì 16, dalle ore 18 alle 22

Sabato 17 dalle 16 alle 20 Domenica 18 dalle 17 alle 21

Teatro delle Passioni, Modena

dopo ideazione Gabriella Salvaterra

con la collaborazione di Miguel Jofrè Sarmiento

luci Sergio Taddei

paesaggio sonoro Francisco Javier Garcia

paesaggio olfattivo Giovanna Pezzullo

Durata 45 minuti

Prenotazione obbligatoria

Prima assoluta

In certe condizioni le cose possono perdere i loro contorni, che svaniscono impalpabili nell’aria, mescolandosi e offuscandosi. È in questo momento, quando raggiungono la loro massima bellezza, quando si smette di vedere e si incomincia a sentire.

Gabriella Salvaterra presenta un’installazione sensoriale abitata, un distillato maturo e appassionato di una lunga ricerca creativa che ha sviluppato insieme alla compagnia Teatro de los Sentidos, di cui è attrice – “creatrice degli immaginari” da sedici anni. Con la sua compagnia, l’artista ha sviluppato una particolare modalità di intervenire sullo spazio, per far sì che gli oggetti perdano i loro contorni e si confondano con noi stessi. dopo diluisce e sfuoca i confini tra teatro e installazione, per creare un luogo di immaginazione da percorrere in piccoli gruppi, che prende vita a partire dall’esperienza intima e personale dei suoi visitatori. dopo è una cammino verso le rotture materiali, simboliche ed emotive della nostra vita, e al tempo stesso una voce che ci sussurra la nostra capacità di riparare.

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Mercoledì 14, ore 20.30

Teatro Comunale, Modena

Danza del Tè Nanfang Song and Dance Company

Durata 2 ore

Prima nazionale

In occasione della settimana finale del Guangdong (Repubblica Popolare della Cina) presso Expo, il

Dipartimento della Cultura della provincia del Guangdong invia in Emilia-Romagna una delegazione

composta da cinquantadue ballerini, per celebrare il rapporto di partenariato tra Guangdong e Regione

Emilia-Romagna sottoscritto dal Presidente Stefano Bonaccini a maggio 2015.

Riconosciuta e applaudita a livello nazionale e internazionale, da oltre cinquant’anni la Nanfang Song and

Dance Company si fa portavoce di un messaggio culturale della nazione cinese, mettendo in scena i suoi

spettacoli non solo in Asia ma in paesi di tutto il mondo fra cui Francia, Spagna, Italia, Gran Bretagna, Austria,

Sud Africa, Turchia e Isole Fiji solo per citarne alcuni.

La tradizionale arte nazionale cinese si traduce nella vitalità e nel caratteristico folklore delle pièce della

compagnia come Danza del tè,uno spettacolo di danze collettive, una rara occasione per immergersi in uno

scenario tradizionale della vita locale del Guangdong ricco di sapori e profumi d’Oriente.

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Venerdì 16, ore 21

Sabato 17, ore 19

Teatro Ermanno Fabbri, Vignola

Fenêtres di Mathurin Bolze

con Karim Messaoudi

Compagnie les mains les pieds et la tête aussi

con il sostegno dell’Istituto Francese di Parigi e la Città di Lione

la compagnia è convenzionata con DRAC Rhône Alpes e REGION Rhône Alpes

Durata 55 minuti

Fenêtres si ispira a Il barone rampante di Italo Calvino e più in particolare alla decisione del protagonista Cosimo che decide di vivere in una capanna su un albero. Questa strana presa di posizione diventa la regola del gioco di Bachir, personaggio che vive in un cubo dotato di finestre dove inventa una vita con una gravità minore, meno presente. Un pavimento che rimbalza, un piano verticale, una casa che traballa, una lampada da terra che guarda verso l’interno: niente si trova al proprio posto, tutto viene scombinato per una quotidianità da reinventare. Uno tra i primi lavori della compagnia Les mains les pieds et la tête aussi, Fenêtres viene ripreso con un nuovo interprete: Mathurin Bolze trasmette a Karim Messaoudi le chiavi e i segreti di questo spaccato di vita a tre dimensioni. Si tratta di un nuovo Bachir da scoprire, il Bachir esploratore lunare, il nostalgico del mare, il Bachir in gabbia o il Bachir astronauta d’interni.

www.compagnie-mpta.com

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Sabato 17, ore 19 Domenica 18, ore 20

Teatro Comunale, Modena / Ore 19

Brevi danze giovanili ideazione e coreografia Virgilio Sieni

musica Corale Savani di Carpi assistenti al progetto Gaia Germanà e Daina Pignatti

interpreti Samuele Baschieri, Caselli Silvia, Mariateresa Diomedes, Gianfranco Giannerini, Franca Giovanardi, Margherita Giovannini,

Lorena Grattoni, Camilla Guarino, Camilla Gualdini Casadei, Giuseppina Monaco, Anna Moruzzi, Maria Letizia Obertis, Lea Oppenheim, Andrea Pelati, Serena Saba, Viola Sansone, Elisa Tinti,

Goffredo Togliani, Roberto Tomesani, Uliano Vescovini

Compagnia Virgilio Sieni in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione

ospitalità LAMINARIE/DOM la cupola del Pilastro Bologna nell’ambito delProgetto interregionale di residenze artistiche realizzato con il contributo diRegione Emilia-Romagna

durata 50 minuti prima assoluta

Brevi danze generate da avventure del corpo. Gli interpreti, persone comuni, giovani e anziani, si incontrano a coppie sul piano del gesto, disposti verticalmente nello spazio, una coppia dietro l’altra. Ogni danza risveglia negli interpreti un bosco di risonanze, di movimenti che si elaborano per trasmissione destinando un avvenire a ogni dettaglio di fragilità e bellezza. Appare così un ballo che nasce dallo sguardo sull’altro, dall’idea di impronta e vicinanza, da una costante ricerca del senso di comunità. La Corale Savani modula ogni duetto assorbendone le intuizioni coreografiche secondo un sistema polifonico di accenni sonori che continuamente si dileguano in canzonette appena accennate.

www.sienidanza.it

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Sabato 17 ore 19 Domenica 18 ore 21.30

Teatro delle Passioni, Modena

El loco y la camisa ideazione e regia Nelson Valente

con Gabriel Beck, Carlos Rosas, Lide Uranga, Mariana Fossatti,

Julio Greco

Banfield Teatro Ensamble

Durata 1 ora e 20 minuti Prima nazionale

Spettacolo in lingua spagnola con sovratitoli in italiano

La pazzia, i rapporti familiari, la violenza domestica e la verità: questi i principali temi che tracciano un filo conduttore in El loco y la camisa, spettacolo simbolo del teatro indipendente argentino. Acclamato da pubblico e critica, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, messo in scena per cinque anni consecutivi, El loco y la camisa è una commedia noir, dolce e gioiosa al tempo stesso che colpisce immediatamente il pubblico con l’universalità dei suoi temi e delle sue emozioni.

Nelson Valente, attore, drammaturgo e direttore della Banfield Theatre Ensemble di Buenos Aires, una delle più importanti e grandi realtà culturali argentine, firma la regia e la drammaturgia di questo spettacolo che così commenta: «Una famiglia nasconde un pazzo in tutti modi possibili. Lo nascondono dentro e fuori. Cancellarlo sarebbe la soluzione ideale. Il pazzo cresce così informe e mostruoso come un corpo chiuso dentro a un corsetto. La sua abilità–condanna è dire quello che vede senza filtri».

www.teatroensamble.com.ar

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Sabato 17 ore 21

Teatro Storchi, Modena

Répétition testo, regia, coreografia Pascal Rambert

con Emmanuelle Béart, Audrey Bonnet, Stanislas Nordey, Denis Podalydès (sociétaire de la

Comédie-Française) e Claire Zeller

T2G-Théâtre de Gennevilliers centre dramatique national de création contemporaine coproduzione Festival d’Automne à Paris, Célestins Théâtre de Lyon, Théâtre Vidy-Lausanne, TAP – Théâtre Auditorium de Poitiers, Théâtre National de Strasbourg, La Comédie de Clermont-Ferrand, scène nationale,

CDN Orléans/Loiret/Centre, CNCDC de Châteauvallon, Le phénix scène nationale Valenciennes

Durata 2 ore e 15 minuti Prima nazionale

Spettacolo in francese con sovratitoli in italiano

Pascal Rambert è capace di innescare sulla scena reazioni infinite dalle conseguenze inaspettate, creando momenti teatrali di rara intensità. Ne è dimostrazione il recente Clôture de l’amour in cui gli interpreti – Audrey Bonnet, Stanislas Nordey nell’edizione francese, Luca Lazzereschi e Anna Della Rosa in quella italiana – hanno offerto la cronaca sublime delle ultime fasi della separazione di una coppia. È lo stesso percorso caratterizzato da una semplicità e da una curiosità inarrestabili a spingere Pascal Rambert a ricercare un altro momento di grazia, non più incentrato sul tema dell’amore e della separazione, ma riguardante questa volta la scrittura e la creazione artistica. Al centro diRépétition, un’indagine sull’essere umano, sull’artista, confuso, messo a nudo. Vi si ritrovano i due interpreti di Clôture de l’amour, Audrey Bonnet e Stanislas Nordey, affiancati da Emmanuelle Béart e Denis Podalydès. Uno spettacolo in forma di equazione priva di incognite: in una sala prove, Emmanuelle (attrice), Audrey (attrice), Denis (scrittore) e Stan (regista) assistono all’implosione della loro unione artistica. Una macchina implacabile, un gioco dinamico che coinvolge il corpo e sfida il silenzio fra rimbalzi, confidenze, ipotesi, supposizioni, aggressioni, verità e finzioni. E quando finalmente tutto tace, quando l’interprete ha esaurito le ragioni della sua volubilità, crolla sconfitto. È solo allora, in quel momento, che l’artista entra in scena. Per il testo Répétition, Pascal Rambert è stato recentemente insignito del Premio annuale Emile Augier per la letteratura e la filosofia, Medaglia di bronzo.

www.theatre2gennevilliers.com

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Sabato 17 ore 21 Domenica 18 ore 16

Arena del Sole, Bologna

BiT coreografia e design Maguy Marin

in stretta collaborazione con Ulises Alvarez, Kaïs Chouibi, Laura Frigato, Daphné Koutsafti, Mayalen

Otondo, Cathy Polo, Ennio Sammarco

co-produzione théâtre Garonne – scène européenne à Toulouse. Théâtre de la ville / Festival

d’automne à Paris. Monaco Dance Forum – Les ballets de Monte-Carlo. Opéra de Lille. La Filature,

Scène nationale de Mulhouse. Ballet du Nord – Centre Chorégraphique National de Roubaix Nord-

Pas de Calais. Charleroi Danses – Le Centre chorégraphique de la Fédération Wallonie – Bruxelles.

MC2: maison de la culture de Grenoble. Théâtre de Nîmes – scène conventionnée pour la danse

contemporaine. Compagnie Maguy Marin.

Durata 1 ora

Nota per la sua particolare attenzione alla realtà sociale e alla sfera della condizione umana, Maguy Marin

non tradisce il suo credo in quest’ultimo allestimento, BiT, in cui teatralità sanguigna, rabbia e grottesco si

mescolano a elementi di puro lirismo. Attraverso l’esplorazione del concetto di ritmo, Maguy Marin arriva a

definire il senso della vita umana, paragonata a un percorso in costante mutazione, una successione di istanti

che creano un ritmo su una più ampia scala, il ritmo di una vita.

Da un istante al successivo, questa ritmicità è ciò che ci è più vicino e tuttavia rimane sconosciuta: ogni

nostro gesto – passo, parola, respiro – delinea motivi ritmici composti da una sequenza di istanti.

Gradualmente, ciò che viviamo si mescola a ciò che abbiamo già vissuto e già anticipa, a metà strada tra

memoria e attesa, ciò che vivremo a un livello successivo. Le possibilità, così numerose inizialmente, si

riducono progressivamente fino a definire l’esistenza di un singolo individuo, un ritmo che rivela un unico

modo di sperimentare il tempo.

L’alternarsi di ritmi veloci e lenti, di attese, inizi, pause, sottolineature, intensità, impennate, toni, tempi

caratterizza il presente di un’esperienza sensibile segnata da ogni evento passato e, al contempo,

anticipatrice del suono di ogni prossimo accadimento.

Emergono così ritmi e fluidità variegate, istanti che costituiscono le molte parti di ogni singola esistenza

umana tra le altre, altrettanto particolari; tutte coesistono in un insieme di pura musicalità.

www.compagnie-maguy-marin.fr

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Sabato 17 ore 21 Domenica 18 ore 17

Palazzo dei Pio, Carpi

MM&M Movies, Monstrosities and Masks

Dodicesima parte di Interior Sites Project di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti

con Roberta Bosetti e Renato Cuocolo regia Renato Cuocolo

Prenotazione obbligatoria Durata 1 ora e 5 minuti

“I racconti degli altri, i film, la televisione, i libri, le immagini, insieme ai nostri genitori ci hanno tirati su, ci hanno intrattenuto, confortato, imbrogliato, disciplinato e ci hanno detto che cosa potevamo e che cosa non potevamo fare. E hanno giocato un ruolo importante nel trasformarci, non in una persona, ma in tutte le persone buone o cattive che ci sono arrivate attraverso quello che abbiamo letto, visto e ascoltato. Abbiamo un teatro nella testa.” CB MM&M si interroga sull’identità e sulla natura artificiale di ogni autobiografia. Partendo da elementi autobiografici affrontiamo il rapporto realtà/finzione e l’ambigua relazione tra attore/persona e personaggio. Esiste una autobiografia di noi come spettatori. Il film è un pezzo di vita di ciascun spettatore. E i titoli di coda, le luci che si riaccendono in sala segnano la fine di un frammento di esistenza vissuto guardando uno schermo. Nella nostra autobiografia come spettatori il cinema rappresenta una nuova dimensione dell’esperienza. Un luogo in cui il fantastico si fa verosimile, anzi quotidiano. Un luogo che muta la nostra percezione della realtà e di noi stessi: quella conscia e quella inconscia, i sogni e i ricordi. Anche le memorie si impastano di immagini, di cinema di fotografia, e la percezione del passato, non solo quello personale, ma anche quello collettivo, è tinta di bianco e nero o dei colori caldi degli anni cinquanta e sessanta, l’età dell’oro della cinefilia. Con MM&M cerchiamo di costruire l’identità personale e il tempo della vita sulla base di tagli e piani cinematografici. MM&M è un viaggio dai confini incerti, fra i sentimenti che proviamo e quelli che ci rappresentiamo, fra quello che pensiamo di essere e quello che siamo costretti ad essere. Illusione, rappresentazione, finzione si sovrappongono e infine diventano una cosa sola con quello che è. MM&M è uno spettacolo sull’identità. Sull’esplorazione dell’identità, considerando ché uno è tanto più autentico quanto più è vicino a quello che ha sognato di essere.

www.cuocolobosetti.org

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Sabato 17 ore 22.30

Domenica 18 ore 17.30 Teatri di Vita, Bologna

I DREAM con Michele Abbondanza

di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni con la collaborazione di Tommaso Monza

Compagnia Abbondanza/Bertoni

con il sostegno di Ministero per i beni e le attività culturali – Dip. Spettacolo, Provincia autonoma di Trento – Servizio Attività Culturali, Comune di Rovereto – Assessorato alla contemporaneità,

Prima assoluta

Durata 1 ora

La Compagnia Abbondanza/Bertoni, una delle realtà artistiche più significative e prolifiche del panorama italiano, affianca alla creazione di spettacoli un percorso di formazione e di ricerca di teatro danza contemporaneo. VIE Festival ospita, dopo Try del 2006, il primo assolo della carriera artistica di Michele Abbondanza, la metà maschile della compagnia. «Questa prima occasione di solitudine scenica mi induce all’outing coreografico, a una riflessione sul presente in forma di memoria» afferma Abbondanza che prosegue: «Proprio la forma, dopo iniziali effluvi di parole, è uscita fuori prepotentemente e così partito da un punto, mi ritrovo misteriosamente in un altro. Un punto non a caso; un punto che in fondo, conosco bene, dove il corpo, i suoi contorni, spasmi, fragilità, eccessi e difetti, assurgono a unici e definitivi simboli. Capita che alcune visioni ti prendano le gambe, ti facciano infilare una parrucca e non ti impediscano più di recitare una patetica felicità. Immagini che improvvisamente appaiono come in un sogno ed ecco che la memoria del corpo esce allo scoperto e ti ritrovi come un consenziente burattino a seguire una partitura di movimenti che non sapevi più di sapere e sfogliando il corpo come un libro leggi e senti vibrare qualcosa in te. Come in un gioco di specchi strizzi il caleidoscopio della mente: è l’attraversamento di un percorso somatico; coreografie, passi, esercizi ma anche semplici camminate, azioni di servizio, posizioni di pausa sedute; tic e riflessi condizionati che escono come un flusso di memoria inconscio ed incosciente. Seduto, in attesa, imbacuccato a pensare con quell’incantamento bolso e un po’ autocompiaciuto di certi momenti di flessione e riflessione, capita di andare indietro e magari di pensare a quand’era l’alba e le forme ancora incerte e il passo malfermo, ti impedivano di camminare da solo.»

www.abbondanzabertoni.it

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Domenica 18, ore 11.30 Teatro San Leonardo, Bologna

Conversazione Snejanka Mihaylova, Silvia Pasello

musica Lisa Holmqvist

Madri Spirituali è prodotto nel quadro di Cantiere Moline, da Emilia Romagna Teatro Fondazione Il lavoro è curato e seguito dallo sguardo critico di Piersandra Prima assoluta Di Matteo

Durata 2 ore Prenotazione obbligatoria

Si ringrazia AngelicA per la preziosa collaborazione

Da anni Snejanka Mihaylova conduce una ricerca sulla relazione tra teatro e pensiero, situando la propria pratica artistica al confine tra teatro, filosofia e editoria. Con Madri Spirituali, percorso di ricerca biennale (2015-2016) prodotto da ERT, l’artista bulgara continua la sua indagine sul ‘pensiero acustico’, sulla relazione tra pensiero e voce dedicandosi al tema dell’’incontro’ come trasmissione di conoscenza affettiva, potenzialità trasformatrice del pensiero. Conversazione con Silvia Pasello è la prima di una serie di ‘colloqui’ che investigano la nozione di ‘maternità spirituale’, mettendo a confronto differenti voci femminili, fra teatro, psicanalisi e religione. «Silvia Pasello – afferma Snejanka Mihaylova – è un’attrice che ha attraversato importanti momenti di storia del teatro italiano. Nella sua pratica ho sempre percepito l’instaurazione di una relazione singolare tra teatro e pensiero. Negli anni ho spesso discusso con lei sulle potenzialità della scena, sulla dimensione essenziale del teatro, quanto riconosce nell’esperienza della conoscenza una forza di vocazione. L’invito, questa volta, è a conversare su questioni che riguardano la sua relazione con il teatro, accogliendo uno spazio senza personaggio e copione, praticando ‘la relazione’ con sé, il mondo, l’altro come istanza inseparabile dalla vita». Le conversazioni sono accompagnate da una ‘preghiera’ realizzata con la compositrice svedese Lisa Holmqvist.

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Domenica 18, ore 19.30 Teatro E. Fabbri, Vignola

Barons perchés Baroni rampanti

ideazione Mathurin Bolze

con Karim Messaoudi e Mathurin Bolze

Compagnie les mains les pieds et la tête aussi/La comédie de Valence CDN Drôme Ardèche

con il sostegno dell’Istituto Francese di Parigi, Città di Lione e Commissione nazionale per le arti circensi

La compagnia è convenzionata con DRAC Rhône Alpes e REGION Rhône Alpes

Prima assoluta

Durata 55 minuti

Il nuovo lavoro di Mathurin Bolze mantiene lo stesso impianto scenico diFenêtres: ritroviamo Bachir, più giovane e più vecchio allo stesso tempo. Mathurin Bolze e Karim Messaoudi insieme in scena per creare una doppia presenza nel cubo di Bachir. Chi è questa seconda e strana presenza? Sarà solo un’ombra? Un fratello? Si sta inventando un amico immaginario? Bachir è diventato pazzo? O sta soltanto sognando? Come in un romanzo di Dostoevskij o di Poe, la stranezza di questa doppia presenza solleva molti dubbi. Bachir va su e giù nella della casa-gabbia piena di crepe: uno spazio mentale e tuttavia concreto. Entriamo allora completamente in un immaginario sospeso, fatto di tempo che passa, di solitudine e di fraternità.

www.compagnie-mpta.com

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Lunedì 19, ore 20.30 Teatro Manzoni, Bologna MOTUS / SEZIONE AUREA

King Arthur musica Henry Purcell

testo John Dryden regia Daniela Nicolò, Enrico Casagrande drammaturgia e traduzioni Luca Scarlini

attori Glen Çaçi, Silvia Calderoni attori in video Enrico Casagrande, Damiano Bagli, Ian Çaçi, Era Çaçi

ensemble Sezione Aurea Yuliya Poleshchuk (soprano), Carlo Vistoli (controtenore), Luca Giardini (direzione e violino), Alessandro Taverna (consulenza al progetto)

Nell’ambito dei Concerti di Musica Insieme 2015/16

Durata 1 ora e 10 minuti

Premio Ubu Speciale nel 1999 «per la coerenza testarda e creativa di una ricerca visionaria nel ridisegnare spazi e filtrare miti»: ecco il biglietto da visita di Motus, la compagnia teatrale fondata nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, che di premi da allora ne ha ricevuti molti, grazie alla sua speciale facoltà di contaminare parole e visioni, spazi e suoni. King Arthur di Purcell e Dryden, creato nel 2014, si presenta come una semi-opera caratterizzata da una forte modernità. Una sfida stimolante, che Motus coglie insieme a Sezione Aurea per regalare alla partitura di Henry Purcell, riconosciuto come il ‘padre’ della musica inglese, l’incanto di un universo di immagini illusorie e miraggi. «King Arthur è un terreno di incontro fra musica e parole assolutamente originale. I suoni sono strumenti di metamorfosi – affermano Daniela Nicolò e Luca Scarlini - il canto spetta a presenze sovrannaturali, spiriti o figure mitologiche che non hanno diritto di parola, e da parte loro i personaggi del dramma non godono di nessuna facoltà musicale. Da una tale dialettica – rara nella storia del teatro occidentale – derivano il carattere ibrido del lavoro, detto ‘semi-opera’, e la sua anomalia fascinosa. La tensione fra parola e canto, fra lotte terrene e forze sovrannaturali, non poteva non attrarci. Così come le infinite possibilità di rifrazione – e attualizzazione – di questa dramatick opera in cui il territorio magico del desiderio convive con la scena della politica. (…) King Arthur di Dryden/Purcell si svela come un’interrogazione sulla funzione dirompente della musica, sulla sua forza e sui pericoli che induce. E la musica è la soglia su cui l’azione segna un suo limite – da superare o da infrangere – innescando una dialettica, in scena e nei sensi, pronta a sfociare in squilibrio, in scontro: in guerra.»

www.musicainsiemebologna.it www.motusonline.com

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Martedì 20, ore 21 Arena del Sole, Bologna

May B coreografie Maguy Marin

Compagnie Maguy Marin Maison des Arts et de la Culture de Créteil

La Compagnie Maguy Marin è sostenuta da le Ministère de la Culture et de la Communication la Ville de Lyon la Région Rhône-Alpes et reçoit l’aide de l’Institut français pour ses projets à l’étranger

Durata 1 ora e 30 minuti

La coreografa francese Maguy Marin ha scritto capitoli indimenticabili nel campo della danza contemporanea, come May B, un classico creato nel 1981 con la sua storica formazione. Un pezzo unico, fuori dal tempo che ha affermato la cifra coreografica di Maguy Marin nella scena internazionale. La coreografa francese si è confrontata qui con lo stesso Beckett, scandaglio ideale per esaminare l’assurdità della condizione umana, tema caro alla Marin. Una pièce capace di trasferire in movimento e azione la condizione di una umanità ormai prossima alla deriva. Dieci personaggi con il volto coperto da uno spesso strato di gesso bianco traducono, in una sorta di parata, situazioni grottesche, violente e angoscianti. «Questa pièce ispirata a Beckett, il cui lavoro pone in contraddizione il movimento e l’atmosfera teatrale con l’estetica di una performance di danza – scrive Maguy Marin –, ci ha permesso di porre le basi per tradurre alcuni dei nostri gesti fra i più intimi, nascosti e ignorati. Per riuscire a scoprire quei piccoli e grandi gesti che compongono molte vite insignificanti in cui l’attesa crea un vuoto, uno spazio silenzioso che si riempie di esitazione. Quando i personaggi di Beckett desiderano quiete non riescono a muoversi; ma poi bene o male lo fanno. In questo lavoro essenzialmente teatrale, il punto per noi non è quello di sviluppare parole e discorsi quanto piuttosto di cercare il punto di incontro tra il movimento applicato al teatro e il linguaggio coreografico della danza».

www.compagnie-maguy-marin.fr

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Mercoledì 21, ore 21 Arena del Sole, Bologna

Sono Pasolini per coro a voci naturali e un lettore

di Giovanna Marini testi di Pier Paolo Pasolini

musiche di Giovanna Marini direzione Giovanna Giovannini chitarra, voce Giovanna Marini

preparazione del coro Gloria Giovannini

Teatro di Roma – Teatro Nazionale una coproduzione di AngelicA, Arena del Sole, VIE Festival, Cineteca di Bologna

nell’ambito di “Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna” promosso da Comune di Bologna e Fondazione Cineteca di Bologna, all’interno delle

iniziative “Pasolini 1975/2015” riconosciute dal MiBACT

Anteprima in forma di concerto

Durata 1 ora e 15 minuti

Il progetto Sono Pasolini prevede due produzioni parallele legate alle forze e alle istituzioni di due città connesse alla vita di Pasolini, Bologna e Roma. VIE Festival ospita un’anteprima in forma di concerto dello spettacolo che debutterà nella sua forma scenica a Roma al Teatro India il 27 ottobre 2015. In scena il Coro Arcanto di Bologna e Giovanna Marini, artisticamente legati dal 2004 grazie ai progetti commissionati, prodotti e riscoperti da AngelicA. Pier Paolo Pasolini si trova di fronte a se stesso. Nel quarto canto del suo bellissimo poema in italiano Le ceneri di Gramsci, Pasolini dice: “Lo scandalo del contraddirmi, dell’essere / con te e contro te”. Il lettore legge I giovani infelici, uno scritto postumo, redatto nei primi giorni del 1975, tratto da Lettere Luterane. Il coro ascolta, canta e commenta, ma sempre con parole di Pasolini. Non quelle in lingua italiana, la lingua che usa per i suoi saggi, bensì in friulano, la lingua di sua madre che lui ha studiato e voluto fortemente imparare, per parlare con i suoi concittadini e studenti. Sulla scena si svolge un confronto: l’italiano e il friulano, il Pasolini scrittore, critico e saggista e il poeta, che ha cantato con tanto amore e tanta poesia la sua giovinezza in Friuli.

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Giovedì 22, ore 19 Venerdì 23, ore 21 Sabato 24, ore 20

Domenica 25, ore 17 Teatro delle Moline, Bologna

Illusioni di Ivan Vyrypaev

traduzione e regia Teodoro Bonci del Bene con Carolina Cangini, Kristina Likhacheva, Jacopo Trebbi,Teodoro Bonci del Bene

ideazione e conduzione tecnica Matteo Rubagotti Big Action Money

Prima assoluta

Durata 1 ora e 10 minuti Prenotazione obbligatoria

Illusioni fa parte di “Cantiere Vyrypaev”, un progetto di approfondimento sul drammaturgo russo Ivan Vyrypaev che la compagnia italo russa Big-Action Money porta avanti dal 2013. Scritto nel 2012 e rappresentato per la prima volta al Teatro Praktika di Mosca, il testo solleva quesiti che riguardano il tempo e lo spazio in cui fluttuano le nostre vite. In scena quattro storie, quelle di due coppie di sposi che hanno vissuto assieme tutta la vita finché improvvisamente, in punto di morte, scoprono di non sapere chi sia la persona con la quale hanno trascorso tutta la vita. Un alternarsi imprevedibile di voci e di corpi in cui gli attori-personaggi parlano in terza persona, si scambiano ruoli e si rivolgono direttamente al pubblico, come se ciascuno degli attori contenesse in sé tutti e quattro i protagonisti in un unico fluire d’ascolto. Uno spettacolo da ascoltare e da immaginare, un gioco di scatole cinesi che coinvolge attivamente il pubblico in un match di scambi di personaggi, rimbalzi e ribaltamenti di punti di vista.

www.bigactionmoney.com

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Giovedì 22, ore 21 Venerdì 23, ore 19 Sabato 24, ore 22

Domenica 25, ore 17 Teatri di Vita, Bologna

LUS un concerto di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato

testo Nevio Spadoni musica Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato

Ermanna Montanari (voce), Luigi Ceccarelli (live electronics), Daniele Roccato (contrabbasso)

regia Marco Martinelli

Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro

Durata 1 ora

Ermanna Montanari e Luigi Ceccarelli hanno creato raffinate pagine di teatro in musica, dall’Isola di Alcina a La mano, spettacoli del Teatro delle Albe per cui Ermanna Montanari ha ricevuto il Premio Ubu come “miglior attrice italiana” nel 2000 (L’isola di Alcina) e il Premio Lo Straniero dedicato “alla memoria di Carmelo Bene” nel 2006 (Sogno di una notte di mezza estate e La mano), mentre Ceccarelli ha vinto il Premio Ubu nel 2002 per il suo lavoro musicale con le Albe. Ora i due si cimentano con LUS (LUCE), un poemetto di Nevio Spadoni in lingua romagnola, centrato su Bêlda, veggente e guaritrice delle campagne romagnole di inizio Novecento. Una figura potente di donna vittima dell’ipocrisia del paese, che nell’orgoglioso grido di rivolta contro la codardia degli uomini si permette un maleficio di morte ai danni di un “pretaccio”, colpevole di aver disseppellito la madre di lei. In questo concerto, il testo-preghiera-maledizione di Spadoni si sposa con un’architettura sonora originale realizzata da Ceccarelli e Roccato, contrabbassista solista e compositore, una delle voci più originali della scena musicale internazionale. Un’alchimia che vede duellare in scena tre figure con i loro “strumenti”: la voce caleidoscopica della Montanari, il computer di Ceccarelli per l’elaborazione elettronica in tempo reale e il contrabbasso di Roccato. Diretto da Marco Martinelli, LUS è un concerto che racconta, senza raccontare, la magia incantatoria dei suoni, antica come il mondo, incarnata con forza nel nostro presente, nelle “facce”, malate e istupidite, disegnate ad acquerello da Margherita Manzelli.

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Giovedì 22, ore 21.30 Teatro Storchi, Modena

Supercodex

composizione Ryoji Ikeda grafica, programmazione Tomonaga Tokuyama

Durata 40 minuti

Ljós

di fuse* Durata 20 minuti

in collaborazione con NODE

Supercodex completa la trilogia inaugurata nel 2005 con Dataplex e proseguita tre anni più tardi con Test Pattern, presentato dal vivo in Italia nel 2010 proprio a NODE: tre lavori in cui Ikeda ha confezionato i risultati di una complessa ricerca sul rapporto dualistico fra il suono digitale e la sua traduzione in forma di dati informatici. L’obiettivo prefisso dall’artista con questa trilogia – nato sui risultati di quel percorso di pulizia, riduzione ai minimi termini e scomposizione esteriorizzato nei capolavori +/- e Matrix – è proprio l’elaborazione di una matematica del suono, di un principio di calcolo in grado di trasformare gli algoritmi in mezzi espressivi autentici, e al tempo stesso di elaborare rappresentazioni visive e sonore delle informazioni in essi contenute. Una dinamica concettuale espressa da sempre per mezzo, oltre che del suono, della componente visiva e performativa, sul quale il giapponese si è concentrato negli ultimi anni, commutando le sue performance in vere e proprie installazioni multimediali.

www.ryojiikeda.com fuse* è un collettivo italiano di artisti mediali fondato nel 2007 con lo scopo di esplorare le potenzialità espressive date dall’uso creativo del codice e delle tecnologie digitali. ll progetto Ljós (‘luce’ in islandese) è stato concepito proprio in continuità con il percorso intrapreso da fuse* nel campo delle arti digitali e performative ricercando la connessione profonda tra luce, spazio, suono e movimento. In questo scenario la danzatrice Elena Annovi rappresenta il fulcro centrale della performance, il tramite attraverso cui lo spettatore accede uno spazio surreale ed onirico fatto di suoni ed immagini che reagiscono ed interagiscono in tempo reale con essa. Il corpo, sospeso nella vastità del cosmo, esplora la propria fisicità e scopre la potenza del gesto per tornare in relazione con la rete neurale da cui il gesto stesso ha origine grazie al pensiero, Ljós, la luce interiore.

www.fuseworks.it

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Venerdì 23, Ore 21.30 Sabato 24, Ore 19.30

Teatro Comunale, Modena

Go down, Moses di Romeo Castellucci

regia, scene, luci, costumi Romeo Castellucci testi Claudia Castellucci e Romeo Castellucci

musica Scott Gibbons con Rascia Darwish, Gloria Dorliguzzo, Luca Nava, Stefano Questorio, Sergio Scarlatella

Socìetas Raffaello Sanzio in coproduzione con Théâtre de la Ville with Festival d’Automne à Paris, Théâtre de Vidy-Lausanne,

deSingel International Arts Campus /Antwerp, Teatro di Roma, La Comédie de Reims, Maillon Théâtre de Strasbourg / Scène Européenne, La Filature Scène nationale-Mulhouse, Festival

Printemps des Comédiens, Athens Festival 2015, Le Volcan, Scène nationale du Havre, Adelaide Festival 2016 Australia, Peak Performances 2016 Montclair State-USA

con la partecipazione del Festival TransAmérique-Montreal

Durata 1 ora e 15 minuti

Protagonista della scena d’avanguardia con il suo teatro provocatorio e destrutturante, Romeo Castellucci è stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Teatro di Venezia e, di recente, la laurea ad honorem in Discipline della Musica e del Teatro conferitagli dall’Università di Bologna. Dopo il discusso Sul concetto di volto nel figlio di Dio il regista affronta una figura apicale della cultura religiosa occidentale, Mosè. Ma si tratta di un Mosè dissolto nelle scene, la cui figura tralascia la narrazione biografica per estendersi su concetti, sentimenti e caratteri di una rivelazione che agisce ora, nel tempo attuale. In una dimensione sospesa fra quotidianità e presente, Mosè si avvicina allo sguardo dello spettatore procedendo per quadri e frammenti che emergono come increspature nello spazio-tempo della vita quotidiana, oscuramente percepita come esilio. Il titolo evoca la celebre canzone spiritual degli schiavi neri d’America, che si identificavano con il popolo ebraico, in quanto preveggenza del loro ritorno all’Africa. Gli israeliti, capaci di ritornare dall’esilio di Babilonia e – grazie a Mosè – di affrancarsi dalla schiavitù di Egitto, erano il simbolo della loro prossima liberazione, così come ora, quel canto degli schiavi d’America, può significare la condizione della nostra schiavitù incorporea, in esilio dall’essere.

www.raffaellosanzio.org

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Sabato 24, Ore 21.30, Domenica 25, ore 20 Teatro Storchi, Modena

En avant, marche! regia Frank Van Laecke e Alain Platel

composizione e direzione musicale Steven Prengels

di e con Chris Thys, Griet Debacker, Hendrik Lebon, Wim Opbrouck, Gregory Van Seghbroeck (bastu-ba), Jan D’Haene (tromba), Jonas Van Hoeydonck (tromba),

Lies Vandeburie (tromba militare), Niels Van Heertum (eufonio), Simon Hueting (corno), Witse Lemmens (batteria), Steven Prengels (direttore)

e con la Banda A. Ferri Città di Modena diretta dal Maestro Andrea Pedrazzi drammaturgia Koen Haagdorens

NTGent and les ballets C de la B in collaborazione con VLAMO

coproduzione La Rose Des Vents (Villeneuve d’Ascq, FR), TorinoDanza (IT), Théâtre National de Chaillot (Paris, FR), Les Théâtres de la Ville de Luxembourg (LU), Festspielhaus St. Pölten (AU), Lud-wigsburger

Schlossfestspiele (DE), Festival Printemps des Comédiens Montpellier (FR), Croa-tion National Theatre Zagreb (HR), Le Maillon Strasbourg (FR), GREC-Festival de Barcelona (ES), KVS Brussel (BE), Brisbane Festival

(AUS), Théâtre Vidy-Lausanne(CH) distribuzione Frans Brood Productions

Durata 1 ora e 40 minuti

Nel creare En avant, marche! Frank Van Laecke e Alain Platel hanno tratto ispirazione dalle bande di ottoni e fiati che da decenni svolgono un ruolo fondamentale nella vita sociale e culturale di ogni città. Nel 2012 questa riflessione ha portato il museo Huis van Alijn della città belga di Ghent a creare una mostra di foto e oggetti legati alla tradizione delle bande del passato e del presente proprio sotto il nome di En avant, marche!. Grazie al lavoro di Stephan Vanfleteren e di altri fotografi, sulla mostra è stata creata una pubblicazione che raccoglie foto di musicisti e majorette provenienti dagli archivi e dai nostri giorni. Con lo stesso titolo, Van Laecke, Platel e il compositore Steven Prengels, hanno ideato questo lavoro, che dopo il successo internazionale di Gardenia nel 2010, li vede di nuovo insieme in scena. I due registi si avvicinano al mondo delle bande come fosse una società in miniatura, con le sue regole esclusive: un collettivo di individui eterogenei che cerca di marciare in un’unica direzione mantenendo la rotta. Un patto che viene mantenuto il meglio possibile, a volte con cadute ed errori: una vera e propria metafora dell’intera società. È proprio il senso di comunità uno dei concetti chiave attorno a cui Van Laecke, Platel e Prengels hanno sviluppato questo nuovo allestimento, cercando di trasmettere il ruolo potente e la forza trascinante della musica nella vita quotidiana. «Musica – commenta Prengels – come metafora di qualcosa che trascende l’aneddotica delle fanfare. Qualcosa di molto più grande come la società, forse, o la vita nella sua totalità».

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VIE EVENTI Tutti gli eventi sono a ingresso libero

Incontro / presentazione del libro

La strada collettiva di Francesca Proia, Anastasia Mostacci, Adele Cacciagrano, Il Vicolo Editore, 2015 16 ottobre, Arena del Sole, Bologna Alle autrici e all’editore, moderati da prof.ssa Laura Mariani, è affidata la presentazione di questo volume fresco di stampa: un libro a tre voci che parla di differenti percezioni, di sogno lucido, di corpi sottili, di punto-sorgente e del soffio, capace di modificare ciò che crediamo essere la realtà. Una sorta di performance di lunga durata che, oltre alla dimensione del sogno, sviluppa soprattutto l’aspetto della ricerca collettiva dell’intersoggettività. Incontro

Nuovi sguardi sul nuovo circo Una riflessione condivisa sul circo di creazione contemporaneo 17 ottobre, Arena del Sole, Bologna Esiste un patrimonio vivente di “circo contemporaneo”? Qual è la sua storia? La sua estetica? Ci sono differenze tra Italia ed Europa? A che punto sono le connessioni, non le distanze, tra il circo e il resto dello spettacolo dal vivo? Arte, intrattenimento, impresa, riqualificazione urbana, spettacolo teatrale e/o spettacolo di strada, normative… Un confronto a tutto tondo con artisti, Istituzioni e operatori italiani ed europei. Convegno di studi

Lo scandalo del teatro a cura di Bruna Filippi, Claudio Longhi, François Lecercle, Clotilde Thouret. 22 e 23 ottobre, Laboratori delle Arti, Bologna 24 ottobre, Sala Consiglio Comunale, Modena Le giornate di studio sono organizzate dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e dall’Université Paris-Sorbonne (progetto Haine du théâtre). Il convegno si propone di riflettere sulle ricorrenti manifestazioni di disapprovazione e di ostilità nei confronti del teatro. Questa caratteristica particolare della storia del teatro occidentale e le sue diverse modalità d’espressione nel corso dei secoli saranno indagate con particolare riferimento ad alcuni paesi d’Europa, nel periodo compreso fra il XVI sec. e il XXI sec. Incontro / presentazione del libro

Il teatro e il suo dopo Un libro di artisti in omaggio a Marco De Marinis a cura di Fabio Acca e Silvia Mei, Editoria & Spettacolo, Spoleto 2014 25 ottobre, Arena del Sole, Bologna I curatori, in presenza di alcuni protagonisti della scena teatrale italiana, con il coordinamento di Piergiorgio Giacchè, ci condurranno in questo viaggio-tributo allo studioso Marco De Marinis, che sarà presente all’incontro. Allo speciale Festschrift hanno contribuito più di trenta artisti con scritti inediti, immagini e bozzetti che i due allievi di diversa generazione di De Marinis hanno organizzato in un percorso sul filo delle predilezioni tematiche del maestro. Una originale riflessione sul senso, recto e verso, della storia del teatro, e non solo.

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BIGLIETTERIA

I biglietti di VIE Festival sono in vendita con le seguenti modalità:

Biglietteria telefonica – tel. 059/2136021 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00

Modena Teatro Storchi – Largo Garibaldi, 15 martedì ore 10/14 e 16.30/19.00, da mercoledì a venerdì ore 10/14, sabato ore 10/13 e 16.30/19.00

Bologna Arena del Sole – Via Indipendenza, 44 – tel. 051/2910910 da martedì a sabato ore 11/14 e 16.30/19; domenica ore 16.30/19

Vignola Teatro Ermanno Fabbri - via Pietro Minghelli 11. Tel. 059/9120911 dal 24 settembre – martedì, giovedì, sabato dalle 10.30 alle 14.00

Un’ora prima dell’inizio degli spettacoli i biglietti saranno in vendita in ciascun luogo di spettacolo.

VENDITA ON LINE www.emiliaromagnateatro.com www.viefestivalmodena.com www.vivaticket.it

INFORMAZIONI

Modena Ufficio Festival viale Carlo Sigonio 382 – tel. 059/305738 [email protected]

Bologna Arena del Sole Via Indipendenza, 44 – tel. 051/2910910

Carpi Teatro Comunale Piazza Martiri, 72 – tel. 059/649264

Vignola Ufficio Cultura via Bellucci 1 / 4 – tel. 059/777706

www.viefestivalmodena.com