Viaggio di istruzione a Padova e Venezia 15 e 16 marzo 2018 … · 2019-03-15 · viaggio di...
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Viaggio di istruzione a Padova e Venezia
15 e 16 marzo 2018 – classe 2°C
IMPORTANTE: TUTTI GLI ALUNNI DOVRANNO AVERE CON SE’ IL DOCUMENTO DI IDENTITA’ E LA TESSERA SANITARIA
TUTTI GLI ALUNNI DOVRANNO ESSERE ACCOMPAGNATI E RITIRATI IN STAZIONE CENTRALE DA UN GENITORE O ADULTO CON DELEGA SCRITTA
Programma del viaggio:
Giovedì 15 marzo – giorno 1 – Milano / Padova:
- ore 6.45: ritrovo in stazione Milano Centrale al piano partenza treni davanti al Burger King
- ore 7.15: treno Frecciabianca Milano C.le – Padova (arrivo h 9.12)
- ore 9.30/10.00: check-in in hotel riservato (Hotel M14 Via Acquette, 9 (centro storico) Padova - Tel. 049 876 2011)
- ore 10.15: appuntamento con la guida a PRATO DELLA VALLE (5 minuti dall'hotel)
ITINERARIO - visita della città di Padova visita Basica di Sant' Antonio si prosegue alla sede
Universitaria di Padova , Palazzo della Ragione , Piazza Erbe Piazza dei Signori
- pranzo al sacco: ogni alunno dovrà portarsi il pranzo
- a seguire: visita alla Cappella della Scrovegni (2 gruppi – ore 15.15 e 15.30); a seguire proseguimento visita della città e tempo libero
e della città di Padova e rientro in hotel nel tardo pomeriggio
- ore 19.00: rientro in hotel e 19.30 cena presso hotel
- pernottamento
Venerdì 16 marzo – giorno 2 – Padova/Venezia:
- sveglia ore 7.30 e colazione presso hotel
- ore 9.12: treno per Venezia
- arrivo alla Stazione e deposito bagagli
- dalle ore 9.30 ca: visita della città di Venezia
Pranzo: possibilità di mangiare in pizzeria convenzionata € 8,00 (pizza + bibita)
- ore 15.50: treno Frecciabianca Venezia – Milano (arrivo h 18.15)
LA QUOTA DELLA GITA NON COMPRENDE:
- pranzo al sacco del primo giorno (portare pranzo al sacco da casa) e pranzo del secondo giorno (proposta pizzeria convenzionata)
- cauzione di € 15,00 per hotel – da consegnare ai professori durante il viaggio di andata. La cifra verrà restituita al check-out salvo danni arrecati all’hotel da parte degli studenti; qualora la cifra di eventuali danni risultasse superiore, l’hotel trasmetterà le modalità di risarcimento alla scuola che provvederà a informare le famiglie
- merenda, snack, ecc.
REGOLE DEL BUON VIAGGIATORE…
Ognuno di noi può contribuire a essere un “buon viaggiatore”, attento al mondo e alle persone che lo circondano, seguendo alcune semplici norme di comportamento prima, durante e dopo il viaggio:
- la gita è un momento di conoscenza e condivisione: stai con i tuoi compagni e commenta con loro l’esperienza che stai vivendo
- non usare il cellulare se non strettamente necessario; non è sicuramente da utilizzare durante le visite guidate (il cellulare verrà ritirato dalle proff la sera e riconsegnato la mattina del giorno successivo; se i tuoi genitori avranno bisogno di parlarti durante la notte, avranno un recapito telefonico di un accompagnatore….)
- contribuisci a lasciare puliti i luoghi che frequenterai (pullman, hotel, città, musei…)
- non urlare se non per stretta necessità e fallo consapevolmente: qualcuno potrebbe scambiarlo per una richiesta di aiuto e preoccuparsi per te….
- il viaggio di istruzione è un momento di cultura e di svago, anche per i professori: ascolta la guida e i proff e contribuisci anche al loro divertimento…. non farti continuamente richiamare per le solite cose…..
CONSIGLI
- portare solo lo stretto necessario e una giacca impermeabile
BUON VIAGGIO E BUON DIVERTIMENTO
PADOVA - BREVE GUIDA
Padova e la sua Provincia, situate al centro della pianura Veneta, tra laguna colli e
prealpi, costituiscono uno dei centri culturalmente ed economicamente più vivi e
dinamici del Nord-est. Città di grandi tradizioni artistiche e culturali, Padova vanta
insigni monumenti di grande interesse storico e artistico.
ITINERARIO STORICO
Si parte da Piazza Eremitani dove si ammira la Cappella degli Scrovegni massimo
capolavoro di Giotto; accanto alla Cappella sorgono i Musei Civici Eremitani , la
Chiesa degli Eremitani e Palazzo Zuckermann sede del Museo d'Arti Applicate e
Decorative.
Dopo aver oltrepassato la medievale porta Altinate si giunge al Caffe' Pedrocchi, uno
dei locali storici più famosi d'Italia. Di fronte al Pedrocchi sorge l'Università il Bo', una
delle più antiche d'Europa con il famoso teatro Anatomico e la cattedra di Galileo
Galilei. La visita continua nelle splendide piazze delle Erbe, dei Frutti e dei Signori,
sede di un vociante ed antico mercato quotidiano e sovrastate dal Palazzo della
Ragione.
Dall'elegante Piazza dei Signori, caratterizzata dal candido palazzo del Capitanio con
arco trionfale e antico orologio astrario, in pochi minuti si raggiunge la Cattedrale
del Duomo con il prezioso Battistero e il palazzo che ospita il Museo Diocesano.
Percorrendo via del Santo si giunge alla Basilica del Santo, tempio di fede e scrigno di
opere d'arte. Attorno alla Basilica sorgono altri insigni monumenti quali la statua del
Gattamelata di Donatello, l'Oratorio di s. Giorgio capolavoro del Trecento, i Musei
Antoniani e la Scuola del Santo. Non lontano dalla Basilica, alla fine di via Cesarotti,
sorge il complesso monumentale di Loggia e Odeo Cornaro, splendidi esempi di
architettura rinascimentale in Padova.
Basilica del Santo
La Basilica di S. Antonio, meglio conosciuta come
Basilica del Santo, è un maestoso e complesso
edificio religioso iniziato nel 1232, un anno dopo
la morte di S. Antonio.
L'aspetto esterno della Basilica è un misto di
lombardo, toscano e bizantino; orientaleggianti
sono le 8 cupole e i due campanili.
L'interno custodisce il corpo del Santo in un
sarcofago (arca) posto nella splendida Cappella del Santo, opera di vari artisti tra cui
Tullio Lombardo, Andrea Briosco e Gianmaria Falconetto.
La Basilica conserva insigni opere d'arte antiche e contemporanee tra cui la Cappella
del Beato Luca Belludi interamente affrescata da Giusto de' Menabuoi (1382), la
Cappella di S. Giacomo e S. Felice con bellissimo ciclo pittorico di Altichieri da
Zevio (1374-78), l'altare maggiore con le sculture di Donatello tra cui spicca il
Crocifisso (suo è anche il monumento equestre al "Gattamelata" sul piazzale della
Basilica) e poi ancora opere di scuola giottesca, di Sansovino, Briosco, Sanmicheli,
Parodi, Achille Casanova, Ubaldo Oppi, Pietro Annigoni.
Bellissimi sono pure i chiostri del convento, soprattutto il chiostro della magnolia
ricco di ricordi marmorei.
La cappella degli Scrovegni
La cappella degli Scrovegni (detta
anche dell'Arena o dell'Annunciata) si trova nel centro
storico di Padova e ospita un celeberrimo ciclo
di affreschi di Giotto dei primi anni del XIV secolo,
considerato uno dei capolavori dell'arte occidentale.
Internamente è lunga 29,26 metri, larga 12,80 e alta 8,48 nel punto maggiore.
Intitolata alla Maria Vergine Annunziata, la cappella fu fatta costruire e affrescare
tra il 1303 e i primi mesi del 1305 da Enrico Scrovegni, ricchissimo
banchiere padovano, a beneficio della sua famiglia e dell'intera popolazione
cittadina. Lo Scrovegni, nel febbraio del 1300 aveva acquistato da Manfredo
Dalesmanini l'intera area dell'antica arena romana di Padova e vi aveva eretto un
sontuoso palazzo, di cui la cappella era l'oratorio privato e il futuro
mausoleo familiare. Incaricò di affrescare la cappella il fiorentino Giotto, il quale,
dopo aver lavorato con i francescani di Assisi e
di Rimini, era a Padova chiamato forse dai frati minori
conventuali a dipingere qualcosa presso la loro Basilica
di Sant'Antonio. Giotto stese gli affreschi su tutta la
superficie, organizzati in quattro fasce dove sono
composti i pannelli con le storie vere e proprie dei
personaggi principali divisi da cornici geometriche. Il
ciclo pittorico, incentrato sul tema della salvezza,
comprende più di quaranta scene ed è focalizzato sulle Storie di Cristo e su quelle che
lo precedettero (Storie di Gioacchino e Storie di Maria), fino alla Pentecoste. La
narrazione si svolge secondo un programma decorativo rigoroso, organizzato su tre
registri. Sulla controfacciata si trova poi un grande Giudizio Universale
Palazzo della Ragione
Eretto nel 1218 e sopraelevato nel 1306, fu fino al
1797 la sede dei tribunali cittadini. Il piano
superiore è occupato da una delle più grandi sale
pensili medievali del mondo, detta "Salone" (m
81x27; h 27) con splendido soffitto ligneo a volta e
pareti decorate da un grandioso ciclo di affreschi
a soggetto astrologico (1425-1440) raffiguranti le teorie di Pietro d'Abano sugli
influssi degli astri nella vita e le attività dell'uomo. Nella sala è conservato un
gigantesco cavallo ligneo, costruito per una
giostra nel 1466 e una realizzazione
contemporanea del pendolo Foucault, allestito su
progetto scientifico del Dipartimento di fisica
dell'Università di Padova. Palazzo della Ragione
domina le due grandi piazze delle Erbe e dei
Frutti, sedi di pittoreschi e vivaci mercati
giornalieri.
Monumento equestre del Gattamelata – scultura di Donatello
Nel Piazzale antistante alla basilica si erge un
monumento equestre in tutta la sua maestosità.
Rappresenta il condottiero delle milizie padovane
Erasmo da Narni, detto "Gattamelata". Nato a Narni
verso il 1370 da un fornaio di nome Pietro, detto lo
"Strenuo", robusto e infaticabile, secondo un suo
biografo Giovanni Eroli, venne soprannominato
Gattamelata "per la dolcezza dè suoi modi congiunta
a grande furberia, di cui giovossi molto in guerra a
uccellare e corre in agguato i mal cauti nemici e pel
suo parlare accorto e mite dolce e soave" o più
semplicemente potrebbe anche aver preso tale
nomignolo dal cognome della madre, Melania Gattelli.
Quando nel 1443 morì il Gattamelata, il figlio
Giannantonio e la moglie Jacopa della Leonessa commissionarono a Donatello, per
1650 ducati d'oro, un monumento equestre in bronzo che avrebbe permesso al noto
artista di competere con i lavori dell'antichità. Dopo la caduta dell'Impero Romano,
nessun'altra opera di scultura aveva richiesto mezzi e capacità di così alto livello,
innanzitutto per le dimensioni. Donatello ristudiò dal principio la forma della statua
per adattarla alle nuove esigenze. Partì da un'osservazione diretta del cavallo più
robusto, poiché di battaglia, rispetto ai più snelli cavalli antichi. L'animale, per le
difficoltà tecniche dovute al peso di una fusione così grande e con tasselli piuttosto
spessi, non fu rappresentato con una zampa sollevata da terra, come quello di
Marco Aurelio e come i cavalli di San Marco a Venezia. La posa del trotto fu perciò
ottenuta facendo poggiare lo zoccolo su una palla di cannone, un particolare che
riporta alla all'epoca recente introduzione sui campi di battaglia delle armi da fuoco.
Il monumento di Gattamelata nacque come sepolcro del condottiero: ai lati dell'alto
piedistallo di trachite a forma di sarcofago, sono le porte della vita, chiusa, e della
morte dischiusa. Il condottiero, a capo scoperto e vestito con una robusta armatura
quattrocentesca, è alla guida delle sue truppe con il bastone di comando. Ritratto su
di una sella contemporanea e con le staffe (elementi questi assenti nel prototipo
romano), il condottiero esibisce qualche allusione all'antichità solo negli ornamenti
(la testa di Medusa sul pettorale della corazza, i putti musicanti attorno alla cintura,
una frangia di piastre metalliche con teste virili presenti anche sui ginocchietti). Per il
ritratto del volto austero e volitivo del Gattamelata, è probabile che Donatello si
servì di una medaglia che ritraeva il condottiero di profilo, com'era in uso all'epoca.
Rispetto al Marco Aurelio la figura del Gattamelata appare molto più saldamente
ancorata all'animale. La scultura del Gattamelata, modellata e fusa dopo sei anni di
tentativi e fatiche (1447-53), è un capolavoro, fra i massimi del Rinascimento, del
toscano Donatello e da molti giudicata la più bella statua equestre d'ogni tempo
assieme ai cinque cavalli della Basilica di S. Marco a Venezia.
Prato della Valle
Il Prato della Valle (Pra de ła Vałe /pra dea vae/,
in padovano) è la più grande piazza della città di Padova e
tra le più grandi d'Italia e d'Europa con una superficie di
88620 m². La configurazione attuale risale alla fine
del XVIII secolo ed è caratterizzata da un'isola ellittica
centrale, chiamata isola
Memmia (20.000 m² circa),
circondata da una canaletta
sulle cui sponde si trova un doppio anello di statue, con
una circonferenza esterna di 1450 metri. Le statue sono
attualmente 78 (40 lungo l'anello esterno e 38 lungo
quello interno), ma secondo il disegno originario avrebbero dovuto essere 88. La
disposizione odierna deriva principalmente dalla distruzione di sei statue raffiguranti
dogi veneziani abbattute dall’esercito napoleonico nel 1797; in seguito a questo
episodio vi fu un riposizionamento di diverse statue. Un preciso regolamento
(emanato dalla Presidenza del Prato il 10 febbraio 1776) fissò le norme per la
realizzazione delle statue: non potevano essere ritratte persone in vita, non
potevano essere ritratti santi (ad essi erano riservati gli altari delle chiese) e tutti i
personaggi ritratti dovevano avere avuto un legame con la città. Nella maggior parte
dei casi si tratta infatti di professori universitari, artisti, condottieri o ex governanti
della città. Le statue raffigurano tutte personalità maschili; l’unica eccezione è quella
del busto della poetessa Gaspara Stampa collocato ai piedi della statua dedicata
ad Andrea Briosco. I piedistalli e le statue sono realizzati in pietra di Vicenza, un
calcare tenero cavato in diverse località dei Colli Berici. Esso si presta molto bene
all’uso in scultura per la sua facile scolpibilità, ma presenta di contro un facile
deterioramento. Diversi interventi di restauro e conservazione sono stati operati sulle
statue dalla fine dell'Ottocento. Le statue furono fondamentali per la trasformazione
del Prato non solo visivamente ma anche finanziariamente. Infatti furono pagate da
singoli cittadini o gruppi previo il versamento di una somma che poteva variare tra i
135 e i 150 zecchini e che servì sia al costo vivo della statua sia come contributo ai
lavori generali del Prato. La somma poteva anche essere versata in due o tre anni di
tempo.
VENEZIA – la citta’ Per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, Venezia è
universalmente considerata una tra le più belle città del mondo ed è annoverata,
assieme alla sua laguna, tra i siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO
Breve guida di Venezia
Dalla stazione FS a Piazza san Marco - Il Canal Grande: La
più bella via del mondo
Il Canal Grande è il principale asse stradale di Venezia.
Come una “S” capovolta, il Canale si snoda attraverso il
centro città di Venezia e la divide in due metà. Può essere
attraversato a piedi in quattro punti, il Ponte Accademia a
sud, il Ponte Rialto al centro, il Ponte Scalzi presso la stazione ferroviaria ed il Ponte
della Costituzione fra Piazzale Roma e la stazione ferroviaria. Il Ponte della Libertà,
l´unico collegamento con la terraferma, attraversa il Canal Grande all´uscita
settentrionale. Come ci si aspetta da un asse stradale principale, anche sul Canal
Grande c´è sempre molto movimento.
Taxi acquei, vaporetti, gondole, chiatte
da carico, barche turistiche, traghetti e
motoscafi passano qui giorno e notte. Il
più importante canale di Venezia è
fiancheggiato da oltre 200 palazzi e 15
chiese, motivo per cui i veneziani lo
chiamano spesso e volentieri
“Canalazzo”.
Ponte di Rialto
Il più antico dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande a Venezia ed anche il
più famoso. Costruito nel 1181 da Barattieri, era un ponte di barche, sostituito da
uno in legno che comprendeva le due rampe inclinate e una sezione centrale mobile,
utile per consentire il passaggio delle navi più alte.
Nel corso della sua storia ha subito diversi danneggiamenti e crolli sia per guerre
sia per portata eccessiva fino a quando nel 1591 Antonio Da Ponte lo ha realizzato
in pietra ad arcata unica coperta da un porticato, sempre con la presenza delle due
rampe di scale, oggi piene di negozietti.
Alcuni dati: • Progettista: Antonio da Ponte • Costruzione: 1588-1591 • Lunghezza 48 mt • Altezza 7,5 mt
Piazza San Marco
Cuore della città lagunare e luogo simbolo
della Repubblica di Venezia, la zona
monumentale di Piazza San Marco si compone di tre settori:
1. la Piazza propriamente detta, cioè la zona racchiusa fra
le Procuratie Vecchie e Nuove e quelle "nuovissime
", con uno sviluppo architettonico di rara
suggestione sul complesso monumentale della
omonima basilica e l'appena prospiciente,
svettante, campanile di San Marco.
2. la Piazzetta o Piazzetta San Marco, propaggine
meridionale antistante il Palazzo Ducale e
la Libreria, accesso monumentale all'area marciana per chi proviene dal mare
attraverso le due famose colonne fronteggianti il Bacino San Marco, sul quale
si affaccia il molo di Palazzo Ducale, l'unica riva di Venezia che porti il nome
di molo.
3. la Piazzetta dei Leoncini, propaggine occidentale a lato della basilica e
prospiciente il Palazzo Patriarcale, così chiamata per le due statue di leoni
accovacciati delimitanti l'area centrale sopraelevata.
Basilica di San Marco
Costruita nell'arco di circa quattro secoli,
fra XI e XV secolo, la Basilica di San Marco
chiude il lato orientale di Piazza San
Marco in un tripudio di marmi, ori,
vetrate, guglie e bassorilievi che
esprimono una sintesi sublime del gusto
occidentale, fra Romanico e Gotico, e di
quello orientale bizantino. Sugli altri lati
prospetta l'imponente complesso
porticato delle Procuratie Vecchie, adiacente alla suggestiva Torre
dell'Orologio con i due mori che scandiscono le ore, e
delle Procuratie Nuove. Ma inevitabilmente è la
facciata della Basilica a rubare l'occhio: divisa in due
ordini di cinque ampie arcate su cui spiccano i rilievi
orientaleggianti dei Mesi, delle Virtù e dei Profeti,
culmina con un coronamento gotico fiorito di pinnacoli
e cuspidi dorate. Gran parte dei dipinti nelle
lunette sono stati rifatti fra XVIII e XIX secolo. Quello
che orna il portale centrale, in particolare, raffigura
il Giudizio Universale su un fondo dorato. Sopra il
portale è esposta una copia dei quattro cavalli in bronzo, argentati e dorati,
provenienti da Costantinopoli (gli originali sono all'interno della Basilica).
Nell'ampio atrio rivestito con marmi e mosaici (scene bibliche) si aprono tre
portali del XII secolo. I mosaici sono di fattura veneziana mentre dalla Siria
proviene il gruppo in porfido dei Tetrarchi, posto sulla facciata “minore” esposta
a sud. L'interno risplende di scenografici mosaici su fondo aureo che coprono
persino il pavimento: quelli originali duecenteschi sono stati in molti casi
rimpiazzati in epoche successive, a causa del deterioramento, sulla base dei
cartoni disegnati da artisti come Tiziano, Veronese e Tintoretto
La struttura di San Marco ricalca il modello dei templi bizantini: pianta a croce
greca con tre navate su ogni braccio, una cupola al centro e altre quattro lungo
gli assi. Sui colonnati che dividono le navate corrono i matronei e le possenti
arcate che sorreggono le cupole. Le
decorazioni più antiche (anteriori al
Duecento) si ammirano nella Cupola della
Genesi (la prima lungo l'asse longitudinale)
mentre nella cupola centrale è
rappresentata l'Ascensione. Il presbiterio è
delimitato da un'iconostasi con le sculture
gotiche dei Dalle Mansegne, mentre il ricco
altare maggiore a colonne istoriate racchiude le spoglie di San Marco. Alle sue
spalle si ammira la celebre Pala d'oro: un grande paliotto in oro, argento e
smalto, anch'esso d'impronta bizantina, decorato con pietre preziose. Altri tesori
d'arte sacra sono attualmente raccolti nel Museo di San Marco. Dall'alto dei
matronei è possibile osservare da vicino i mosaici che coprono le volte, mentre
dalla terrazza sulla facciata si domina la piazza in cui svetta il Paròn de casa,
ovvero il gigantesco Campanile di San Marco, alto 99 metri, progettato da
Bartolomeo Bon e riedificato nel 1912 dopo il crollo del 1902.
In origine fungeva da faro per i naviganti in laguna. La base
della torre è impreziosita dalla Loggetta del Sansovino,
mentre un ascensore consente di raggiungere la cella
campanaria le cui arcate si aprono sullo splendido panorama
dei tetti e dei canali di Venezia.
Il campanile
Il Campanile di San Marco è uno dei simboli della città
di Venezia. Alto circa 99 metri, sorge in Piazza San Marco, di
fronte all’omonima basilica. La parte sopra la cella campanaria
ha rappresentati sulle facce, in maniera alternata, le figure di
due leoni e di due donne simboleggianti entrambi la “Giustizia”.
Il campanile termina poi con la cuspide di forma piramidale sulla
cui sommità si trova la statua mobile dell’Arcangelo Gabriele.
Nel 1902 il campanile crollò improvvisamente; nel 1903
iniziarono i lavori per la sua ricostruzione, esattamente nel punto
in cui era e con i materiali originari; l’attuale campanile è stato inaugurato nel 1912
Palazzo Ducale
Se la Basilica di San Marco rappresenta da sempre il centro del potere religioso di
Venezia, lo stupendo Palazzo Ducale ne è senza ombra di dubbio il simbolo del
potere politico sin dal tempo dei Dogi e della Serenissima. L’edificio ha avuto una
costruzione lunga e travagliata, iniziata nel
‘300, in pieno stile bizantino, e terminata
solo molti secoli dopo in stile gotico, ed è
stato per secoli residenza dei Dogi e sede
del potere giudiziario della Serenissima.
Il Palazzo Ducale, a cui si accede
dall’ampio Cortile, ha come luoghi di
maggiore interesse gli Appartamenti Ducali,
in cui un tempo risiedevano i Dogi. Tutte le sale sono di grandissimo interesse, sia per
la loro maestosità ed eleganza, sia per la presenza di numerose opere d’arte che le
abbelliscono, come le pitture di alcuni dei grandi maestri italiani del calibro
di Veronese, Tintoretto e Tiziano.
Il Ponte dei Sospiri
Il Ponte dei Sospiri, realizzato con pietra d'Istria,
fu costruito in stile barocco agli inizi del XVII
secolo dall'architetto Antonio Contin, per volere
del doge Marino Grimani. Il ponte è situato nei
pressi di Piazza San Marco e collega il Palazzo
Ducale alle Prigioni Nuove, che vantano il triste
primato mondiale di essere la prima struttura
realizzata appositamente come carcere. Il
nome, dei Sospiri, deriva proprio dalla sua
funzione originaria, visto che il Ponte permetteva ai prigionieri di tirare un ultimo
sospiro all'aria aperta prima di essere internati. Nonostante le sue origini storiche
non siano felici, oggi il Ponte dei Sospiri rappresenta uno dei punti più visitati e
fotografati di Venezia e può essere ammirato dal Ponte della Canonica o dal Ponte
della Paglia.
Le fondamenta di Venezia
Venezia stessa fu costruita su oltre 100 singole isole. Per consolidare le fondamenta,
si piantarono dei pali di legno, lunghi 25 metri, nel terreno instabile della laguna.
Circondato da fango salino, il legno si pietrificò, formando le perfette fondamenta
per la costruzione della città. I numerosi canali servirono sia come vie di trasporto sia
come canali di scarico. Le quotidiane maree ripulirono i canali dalle acque di scarico.
Nonostante tutto, Venezia combatte finora con il terreno fangoso. Le case non solo
sono esposte a dei continui movimenti; anche le fondamenta affondano sempre di
più.