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Varese 7 maggio 2011

Il vissuto e le emozioni dei fratellini: una

ricerca condotta a Varese

Fabio Zambonin neuropsichiatra infantile UONPIA - Azienda Ospedaliera Fondazione Macchi di Varese

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Una review del 1997 (P.D. Williams) riferisce come, su 38 studi considerati, in 26 di questi si segnali un aumento del

rischio di sviluppare problematiche psicopatologiche riferibili alla presenza di patologia cronica/disabilità in un fratello. Più recentemente, uno studio del 2008 (P. Dyke et al.), descrive

la presenza di effetti positivi definiti come ‘opportunità’, parallelamente a evidenti problematiche. Viene evidenziato un aumento della sensibilità per le ‘differenze’, una maggiore cura per il prossimo, incremento della maturità in confronto ai pari. La presenza di più bambini in casa, l’ordine di nascita (tra gli

ultimi) del bambino disabile e la presenza di una famiglia allargata, sarebbero correlati con una riduzione del rischio. E’

inoltre segnalata una stretta relazione tra povertà di comunicazione genitori/bambini “sani” e aumento del disagio

psicopatologico

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Hansi Kennedy (1985) sottolinea come i

bambini “sani” siano raramente portati a

consulto; i loro problemi possono sembrare

meno preoccupanti se paragonati alle difficoltà che devono incontrare i

fratelli

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Metodo

54 Famiglie

10 Famiglie con 11 bambini accettano

la valutazione

33 famiglie compilanola CBCL

11 famiglieacconsentonoalla proposta di compilare

la CBCL ma non la

riconsegnano

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Risultati

11 bambini valutati con osservazionidi gioco e/o colloqui + 2 colloqui

con i genitori( 6 b.ni in età scolare)

5 protettivi

col fratello

4 ostentanoIndifferenza

(2 hanno diff.Scolastiche)

2 “negano”l’esistenza del fratello

4 hannodifficoltà

scolastiche

Ansiageneralizzata

A 4 bambiniviene

Indicatapsicoterapia

(i più “vecchi”)

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33 famiglie compilanola CBCL

6 punteggi“patologici”

5 punteggi “borderline”

8“internalizzanti”patologici

5”esternalizzanti”patologici

33%

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11 famiglie acconsentonoalla proposta

di compilare la CBCL ma non la riconsegnano

Ridotto spazio mentale per

occuparsidel bambino

“sano” (Kennedy)

Preoccupazione esensi di colpa perla sensazione di

“trascurare” ilfratello

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conseguente insufficienza della funzione di reverie

sembrano essere un problema centrale in

queste situazioni.

La scarsa disponibilità del contenitore “saturo” di emozioni fortemente destrutturanti (elementi beta) e una

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La comparsa di segnali di disagio emotivo, nella nostra

casistica, aumenta con l’aumentare dell’età del bambino, a indicare che l’esposizione ad

uno stress emotivo cronicoin famiglia contribuisce alla

strutturazione di problematiche

psicopatologiche in questi bambini

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in 4 casi viene riferita una indifferenza nei confronti del

fratello, che in due casi assume le caratteristiche di un vero e

proprio diniego (un ragazzo nega l’esistenza del fratello gemello, sostiene di essere figlio unico). Interessante sottolineare che questi bambini sono gli stessi

che hanno difficoltà di concentrazione e di apprendimento.

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Daniele, un ragazzo di 13 anni, fratello gemello di Luca, affetto da grave tetraparesi spastica e

insufficienza mentale profonda. Durante il 1° colloquio si definisce figlio unico e non parla spontaneamente dell’esistenza di Luca. Nei due colloqui successivi,

effettuati presso il Centro di Riabilitazione, l’atmosfera emotiva è di maggiore contatto e parla alla terapeuta

del desiderio di regalare un aeroplanino di carta che ha costruito ad un ragazzo disabile che vede dalla finestra

e vorrebbe restare un po’ con lui a giocare. Questo ragazzo presenta una serie di sintomi preoccupanti

che coinvolgono sia gli apprendimenti che le relazioni con i coetanei. Ci sembra importante segnalare come

la coppia genitoriale non abbia ancora potuto elaborare il lutto della nascita di un figlio gravemente

disabile, al loro interno prevalgono negazione del dolore, proiezione della colpa sia all’interno della

famiglia allargata che all’esterno, in particolare sulla struttura ospedaliera dove i bambini sono nati.

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D’altra parte anche eventi sfavorevoli hanno il loro peso. In almeno 8 di questi 11 bambini la

madre ha dovuto necessariamente assentarsi, in modo più o meno

costante, dopo la nascita del fratellino, sia per interventi

chirurgici, sia per prolungati ricoveri in reparti di rianimazione o

patologia neonatale, spesso con forti angosce relative alla

sopravvivenza di questo bambino.

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e con serie problematiche di coppia, sicuramente accentuate dalla nascita del

fratello o sorella con handicap, sono quelli che presentano una situazione

psicopatologica rilevante: due ragazzi presentano un grave disturbo della personalità con numerose aree di

funzionamento psicotico; un altro bimbo presenta importanti disturbi psicosomatici ed

è un bambino con marcate difficoltà di separazione ed individuazione

Possiamo con certezza affermare che, all’interno della nostra casistica, i bambini con genitori con una fragile struttura dell’Io

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e manifestando attualmente una sorta di iperadattamento che ricorda strutture tipo falso sé; in alcuni di essi si rende evidente una tendenza a non chiedere “troppo” ai genitori, ad adeguarsi alle

loro richieste ed alle necessità del fratello disabile, che viene spesso

iperaccudito e iperprotetto.

Per altri sei bambini, il bisogno e la dipendenza, dato il vissuto di oggetti

interni non sufficientemente rassicuranti, li ha portati ad una spinta in avanti, rendendosi per

necessità autonomi ed indipendenti

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Spesso essi si trovano inoltre nella condizione di dover negare i vissuti di rabbia e aggressività nei confronti del fratello, che devono frequentemente accudire, identificato come soggetto “debole” e

pertanto da proteggere.Di difficile realizzazione sono anche le

identificazioni con il fratello, la sana e fisiologica rivalità, la competizione per avere l’amore e

l’attenzione dei genitori. In queste situazioni è come se questi bambini

non si potessero permettere di sviluppare sintomi di disagio emotivo o di disadattamento,

poiché le attenzioni e le preoccupazioni dei genitori sono interamente rivolte al bambino

malato; in realtà abbiamo potuto notare, nella nostra casistica, come molti di loro mostrino

evidenti segnali di rischio psicopatologico che tendono spesso, come confermato dalla

letteratura, a restare nell’ombra.

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anche dall’ Istituzione in ogni sua figura professionale quando vengono formulate domande o commentati alcuni eventi che

tengono in considerazione anche il possibile disagio o il punto di vista dei fratelli “sani”. Questo, accompagnato da una

necessaria presa in carico dei genitori, riteniamo possa dare a questi bambini una maggiore speranza di poter essere

riconosciuti come persone bisognose, vitali e a volte sofferenti.

Durante le sedute osservative abbiamo potuto notare, d’altra parte, come la disponibilità di

uno spazio mentale che potesse contenere emozioni

“impensabili” e cercare di dar loro un nome, venisse accolto con curiosità ed interesse dai

bambini; una “funzione alfa” che possa aiutare il bambino

durante le sedute, ma proposta

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sviluppo affettivo ed emotivo risente inevitabilmente da un lato dello

sbilanciamento delle dinamiche familiari in seguito alla nascita di un fratello disabile,

dall’altro dalla necessità di pervenire rapidamente alla elaborazione ed al superamento della dipendenza e del

bisogno.

Possiamo dunque sottolineare l’estrema importanza

dell’attenzione da porre nei confronti di fratelli sani di

bambini portatori di patologie neurologiche croniche; il loro

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In conclusione

Possibilità che il fratello “sano”, senta come estremamente fragile il fratello con PCI e in difficoltà i genitori: non si “permette” sintomi evidenti

(prevalenza di sintomi “internalizzanti)

Una situazione famigliare “favorevole” può facilitare lo sviluppo di condivisione e protezione nei confronti del fratello

L’attenzione dei genitori verso il bambino malato, può portare il fratello ad una eccessiva autonomia (pseudomaturità)

In alcuni bambini, la difficoltà ad affrontare emozioni molto intense (gelosia, dispiacere), li porta a meccanismi di massiccia negazione

(nella nostra esperienza sono i più sofferenti)

Il limitato numero di bambini non permette di trarre dati statisticamente rilevanti ma alcune considerazioni:

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Grazieperl

’attenzione