Valtellina Valchiavenna Engadina - falesie e vie sportive

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VALTELLINA VALCHIAVENNA ENGADINA Andrea Pavan Guido Lisignoli Martino Quintavalla Falesie e vie sportive EDIZIONI VERSANTE SUD COLLANA LUOGHI VERTICALI WITH ENGLISH VERSION

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Tutte le falesie dalla val Chiavenna al Passo dello Stelvio. Cento proposte per questa terza edizione di una guida che copre un territorio vasto quanto denso di possibilità per tutti i livelli e le stagioni. Sono descritti luoghi ormai simbolo dell’arrampicata sportiva come il Sasso Remenno alle porte della Val di Mello o la falesia dello Zoia in alta Val Malenco, ma non mancano proposte di itinerari più lunghi come il Precipizio di Strem in val Bodengo e le pareti attorno a Bormio che costituiscono un vero e proprio divertimento per chi vuole coniugare vacanze alpine e arrampicata. Completano la guida le falesie svizzere dell’engadina, ottime alternative durante i mesi estivi.

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ISBN 978-88-96634-24-0E 29,50

VALTELLINAVALCHIAVENNAENGADINA

Andrea PavanGuido LisignoliMartino Quintavalla

Falesie e vie sportive

EDIZIONI VERSANTE SUD

COLLANA  LUOGHI VERTICALIwww.versantesud.it

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Tutte le falesie dalla val Chiavenna al Pas-so dello Stelvio. Novantanove proposte per questa terza edizione di una guida che copre un terri-torio vasto quanto denso di possibilità per tutti i livelli e le stagioni. Sono descritti luo-ghi ormai simbolo dell’arrampicata sporti-va come il Sasso Remenno alle porte della Val di Mello o la falesia dello Zoia in alta Val Malenco, ma non mancano proposte di itinerari più lunghi come il Precipizio di Strem in val Bodengo e le pareti attorno a Bormio che costituiscono un vero e pro-prio divertimento per chi vuole coniugare vacanze alpine e arrampicata. Completano la guida le falesie svizzere dell’engadina, ottime alternative durante i mesi estivi.

Andrea Pavan, comasco di nascita, dal 2007 si è trasfe-rito a Sondrio dove lavora come geologo. Arrampica dal 1996 ed è membro del gruppo dei Ragni di Lecco.

Dopo le prime esperienze di montagna (ghiac-cio, scialpinismo, alpinismo) si è concentrato sulla roccia scalando difficili vie nel gruppo del Masino, nelle Alpi e anche in Perù. Ha sempre cercato la difficoltà pura in falesia ma soprattutto sui boulder, pulendo, liberando e ripetendo centinaia di passaggi in particolare in Valtellina. È autore di Mello boulder, guida di riferimento per il bouldering in Valtellina.

Guido Lisignoli, guida alpi-na di Chiavenna e gestore del Camping Acquafraggia è alpinista di buon livello e notevole esperienza. Tra lo Yosemite, il Perù e il suo

lavoro, trova il tempo per esplorare il territo-rio montuoso delle sue zone dove continua a inventare numerosi e interessanti itinarari di arrampicata. È autore ass

Martino Quintavalla, 23 anni di Bormio studente in ingegneria dei materiali. Toccata la roccia a 13 anni da allora ci si dedica a tem-po perso, dal boulder alle

vie sportive, passando per il trad. Ha aperto alcune vie in alta valtellina e arrampicato in In-ghilterra, Irlanda, Spagna.

www.versantesud.it

Ringraziamenti Guido Lisignoli: Marco (Chino) Geronimi, Andrea Mariani, Renata Rossi, Franco Giacomelli, Giovanna Mazza, Ciro Zani, Paul Brunner, Res Bähler, Max Raviscioni, Nicola Noè, Enrico Baistrocchi, Matteo Deghi, Daniele del Curto, Monica Degli Esposti, Giulio Crotti, Pio Guanella, Paolo Paggi, Fabio Pedroncelli, Mauro Bongianni, Graziano Alberti, Carlo Micheli.Andrea Pavan: Simone Pedeferri, Augusto Rossi, Nicola Noè, Ivan Pegorari, Giorgio Piasini, Giuseppe Miotti, Daniele Pigoni, Elio Parolini, Michele Comi, Mario Bradanini.Martino Quintavalla: Giordano Senini, Giuliano Bordoni, Franco Gianoli, Adriano Greco, Patrik Bilatti, Cristian Martinelli, Silvano De Zaiacomo, Eraldo Meraldi, Luca Pozzi, Luigi Zen, Giacomo Gurini, Giuseppe Bianchetti, Luca Martinelli, Bruno Antonioli, Elia Zen, Davide Compagnoni, Margherita Quintavalla.

NotaL’arrampicata è uno sport potenzialmente pericoloso, chi lo pratica lo fa a suo rischio e pericolo. Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi scalata.

Prima edizione: maggio 2011

ISBN: 978 88 896634 24 0

Copyright © 2008 VERSANTE SUD Milano via Longhi, 10, tel. 027490163www.versantesud.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento, totale o parziale,con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina Laura Pastorelli, Remenno, KOSTERLIZ 6c+ (ph. B. Quaresima)

Testi Guido Lisignoli, Andrea Pavan, Martino Quintavalla [email protected]

Traduzione Maddalena Rho, Peter Herold

Mappe e disegni Chiara Benedetto

Impaginazione Chiara Benedetto

Simbologia Iacopo Leardini

Stampa Monotipia Cremonese snc (CR)

EDIZIONI VERSANTE SUD

Guido LisignoliAndrea PavanMartino Quintavalla

VALTELLINAVALCHIAVENNAENGADINAFalesie e vie sportive

Indice

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Indice

VAL BODENGO 20

1 Placche di Signame 22 2 Placca di Gualdo 26 3 Placche del Boggia 28 4 Barzena 32 5 Il Mott 36 6 Garzelli 38 7 La Culla 44 8 Settimo Cielo 46 9 Strem 4810 Scivolo di Corte Terza 5811 Placche di Mese 60

VALLE SPLUGA 20

12 Valle del Drogo 6213 Il Castello 6614 Vho 7015 Lirone 7816 Il Perone 8017 Parete della Birreria 8218 Mescolana 8419 Placche di Bette 8820 Dalò 92

VAL BREGAGLIA 20

21 Cranna 9822 Mezzera 10423 Acquafraggia 10624 Scilano 11225 Sasso del Drago 11426 Parete di San Soussí 12027 Placche di Villa 122

CHIAVENNA 20

28 La Ciclabile 12629 Poiatengo 13030 Uschione 13231 Tanno 13432 Sasso Bianco 13833 Contrafforte di Pizzo 142

ENGADINA 144

34 Spluga 14635 Plaun da Lej 14836 Polveriera 15237 Crep Margun 15438 Morteratsch 15639 Tinnergarten 16040 Lagalb 162

VAL POSCHIAVO 144

41 Val Minor 16842 Cavaglia 170

BASSA VALTELLINA 172

43 Sasso Nestrelli 17444 Val Gerola 17645 Pilasco (lo Scivolo) 18446 Sirta 18647 Fusine 19048 La Sassella 194 49 Ponte 19850 Chiuro 20051 Castelvetro 202

Mappa - Map 6Introduzione - Introduction 8Introduzione tecnica 10Technical introduction 14Legenda - Legend 19

5

VAL MASINO 172

52 Remenno 20453 Piana del Remenno 22654 Valle dei Bagni 240

VAL MALENCO 172

55 Valdone 24656 Spriana 25057 Sasso del Curlo 25258 Falesia di Alba 25459 Senevedo 25660 Falesia delle Prese 25861 Falesia del Ciafer 26062 Sasso di Franscia 26263 Zoia 26464 Campo Moro 26865 Deposito Inerti 278

ALTA VALTELLINA 282

66 Fusine (Val Belviso) 28467 Rifugio Valtellina 28668 Casin Russ 28869 La Ganda 29070 Sasso Calosso 29271 Vernuga 29472 Migiondo 29873 Sasc del Torc 30674 Le Prese 30875 Discarica Abusiva 31076 Bagni Vecchi 31277 Becco dell’Aquila 31878 Corno del Caprone 320

79 Parete di Boscopiano 322 80 Isolaccia 324 81 Cancano 334 82 Sasso dei Contrabbandieri 338 83 Crap di Alt 342 84 Crap dela Mitraglia 344 85 Crap delle Fornelle 346 86 Corne del Palone 348 87 Monte Cornaccia 352 88 Val Mora 356 89 Malga Trela 358 90 Val Pila (Passo Trela) 360 91 Li Crapena 362 92 Fopel 364 93 Crap Neir 368 94 Val Viola 370 95 Pala d’Oro 376 96 Rifugio V Alpini 378 97 Calar 380 98 Forni 382 99 Rifugio Branca 388100 Passo Gavia 396

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Gerola Alta

Chiareggio

Chiesa Valmalenco

Sirta Fusine

Ardenno

SONDRIO

MORBEGNOCOLICO

Lecco - Milano

Tartano

Silvaplana

ST. MORITZ

Pontresina

Vicosoprano

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San Martino

Madesimo

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CHIAVENNA

Gordona

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Ponte

Chiesa Valmalenco

SONDRIO ChiuroTresenda

Aprica

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Poschiavo

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Silvaplana

Pontresina

Santa Caterina Valfurva

BORMIOIsolaccia

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Intr

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ione Introduzione Introduction

Questa guida copre il vastissimo territorio montuoso che va dalla val Chiavenna al Passo dello Stelvio passando per le valli valtellinesi e sconfinando nelle elvetiche valli Bregaglia ed Engadina. Nelle precedenti due edizioni si sono descritte le falesie di fondovalle ma anche le vie che si svolgono poco sopra, fermandosi però ai confini dell’alta montagna, dove l’arrampicata sportiva sconfina e si mescola con l’alpinismo. Il divario è stato colmato con il libro Solo granito, che descrive anche le vie in quota, in particolare nel gruppo del Masino Bregaglia Disgrazia. In questa terza edizione si sono quindi eliminati gli itinerari di più tiri che si svolgono in Val di Mello, oppure in Albigna o nell’alta Val Malenco; questo per non sovrapporsi a Solo granito ma anche perché, altrimenti, avreste avuto tra le mani un libro di 1000 pagine. Non mancano però le eccezioni: la Val Bodengo, per esempio, dove in un contesto naturale di prim’ordine e su pareti tutt’altro che domestiche, salgono linee d’arrampicata di tutto rispetto, oppure alcune perle in Valle Spluga o in Alta Valtellina nella zona di Livigno e Bormio. Quest’ultima area, assieme a quella attorno a Chiavenna, è il comprensorio che ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo più ampio. Si sono moltiplicate le falesie ma anche le aperture di vie lunghe, pensate in un’ottica moderna e destinate per la loro comodità e abbordabilità ad un pubblico vasto di appassionati.Novantanove proposte, quindi, per proseguire quel lavoro di censimento e registrazione che la collana Luoghi Verticali porta avanti da ormai dodici intensi e prolifici anni, di pari passo con l’altrettanto esaltante cammino dell’arrampicata.

This guide covers the vast montainous territory which goes from the Val Chiavenna valley to the Stelvio pass, from the valleys of the Valtellina as far as the Swiss valleys of Bregaglia and Engadin. In the preceding two editions we described the valley bottom crags as well as the routes at a slightly higher altitude, but stopping before the high mountains, where sport climbing starts to meet “Alpine” climbing.The gap was filled by the book “Solo granito” which describes high altitude routes with particular attention to those of the mountain group of Masino-Bregaglia-Disgrazia.Therefore, in this third edition, we have not included the multi-pitches routes of Val di Mello, Albigna or Alta Val Malenco valleys, which are covered in “Solo granito” and their elimination also allows us to avoid ending up with a guide with 1000 pages. However, there are some exceptions such as the Val Bodengo valley, where there are very respectable routes on wild walls in a stunning natural environment, or some jewels of the Valle Spluga valley or of the Alta Valtellina valley near to Livigno and Bormio. This last area, together with the area around Chiavenna, is where there has been the most wide-ranging development during the last few years. There has been a proliferation of crags with single-pitch routes, as well as new modern multi-pitch routes whose easy approach and moderate level of difficulty will ensure they’re climbed by many people.Ninety-nine suggestions, then, which continue the work of documentation of the series “Luoghi Verticali”, whose twelve intense and prolific years of development have coincided with the equally thrilling growth of climbing in the same time frame.

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Introduction

9Simone Pedeferri, Sasso Remenno, QUELLO CHE NON C’È, 8c+ (ph. R. Felderer)

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nica Introduzione tecnica

ACCESSI ALLE AREE GEOGRAFICHE

Valtellina, Valchiavenna ed Engadina sono regioni di grande transito, trovandosi sulle direttrici del Passo del Maloja, Spluga e Stelvio. Per chi proviene dall’Europa del Nord, la Valtellina e la Valchiavenna segnano l’ingresso nelle solari località italiane, dove fa caldo e si mangia bene (per non dire del resto...), e rappresentano mete turistiche rinomatissime per le bellezze naturali e storiche, ricche di innumerevoli possibilità di sport a contatto della natura.Proveniendo da Sud (Milano, Lecco) lungo la ss36 dello Spluga, si raggiunge Colico e si prosegue in Valchiavenna fino a Chiavenna, dove si diramano le due arterie per il Passo Spluga ed il Maloja, che dà accesso all’Engadina. Per la Valtellina invece, da Colico si segue la ss38 dello Stelvio con le diramazioni per la Val Gerola all’altezza di Morbegno, la Valmasino all’altezza di Ardenno, e la Valmalenco da Sondrio. Più oltre, da Tresenda si sale all’Aprica verso la provincia di Brescia, mentre da Tirano si sale al P.so Bernina rientrando in Engadina. Restando sulla ss38 si giunge quindi a Bormio, dove si può scegliere di salire in Valfurva verso il circo delle 13 cime e il Cevedale, oppure a Livigno.Dal Nord, quando il P.so Spluga è chiuso, è meglio portarsi fino a Como-Chiasso da cui si entra in Italia proseguendo fino a Lecco per immettersi sulla ss36; altrimenti, si può utilizzare il P.so Spluga per entrare in Valchiavenna, o il Julier-Pass per St.Moritz e l’Engadina. La Valle dell’Inn da Innsbruk dà accesso alla bassa Engadina, poi si sale al P.so Bernina per scendere a Tirano in Valtellina; quest’ultima è anche raggiungibile dai P.si Resia e Stelvio. In ogni caso si tratta di una

rete stradale abbastanza scorrevole, salvo alcuni tratti della media-bassa Valtellina (da Colico a Sondrio) o della Valchiavenna (fino a Chiavenna), dove il traffico locale è spesso piuttosto intenso.

CENNI GENERALI SULLE FALESIE E PARETI DESCRITTE

L’arrampicata sportiva e moderna sono giunte in Valchiavenna e in Engadina molto gradualmente; difficile indicarne un inizio. In fondo l’arrampicata praticata da scalatori locali come Hans Peter Kasper o Carlo Pedroni, si discostava già dall’alpinismo di stampo classico e ricercava linee di salita in arrampicata libera sia in quota che sulle pareti di fondovalle. Riguardo queste ultime, bisogna considerare che in Valchiavenna ed Engadina le rocce non mancano, ma, confrontate alle pareti d’alta quota, alle strutture formidabili della vicina Val di Mello o alle belle pareti di ottimo calcare del lecchese, queste strutture possono apparire di importanza secondaria. Sull’onda delle importanti realizzazioni in queste aree circostanti, intorno alla fine degli anni settanta si iniziò anche in Valchiavenna ad attrezzare vie in arrampicata libera, con un’ottica che successivamente sarà definita “sportiva”. Dopo un’importante introduzione di puro bouldering sui sassi di Cimaganda, le prime vie vennero tracciate al Sasso Bianco di Prata, e successivamente alle Placche di Bette e Vho. Solo in un momento successivo si ricercarono itinerari più verticali e strapiombanti nelle falesie di Cranna e Poiatengo, nel settore superiore di Vho, nella Mezzera, Sasso del Drago ed Uschione. Le vie di più tiri seguirono un percorso a sé stante, con un’etica prevalente di apertura dal basso, all’Acquafraggia, Placche di Villa, Perone e, solo più tardi, sul paretone

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del Castello. Al di là del confine, in Svizzera, la situazione si muoveva parallelamente per opera degli arrampicatori engadinesi e della Bregaglia ma, a parte la falesia storica di Plaun da Lej e lo Spazzacaldera, la maggior parte degli itinerari si è sviluppato solo negli anni più recenti. La storia dell’arrampicata sportiva in Valtellina invece è segnata dal fenomeno esistenzial-arrampicatorio detto “Sassismo”, sviluppatosi a cavallo degli anni 70/80. Sulla scia di personaggi all’avanguardia come il milanese Ivan Guerini, alcuni arrampicatori sondriesi si organizzarono (per modo di dire) nel Movimento Sassista e, raccogliendo gli stimoli che provenivano anche dall’estero, sposarono le filosofie del Nuovo Mattino. Calzando scarpette leggere e proteggendosi, oltre che con i tradizionali chiodi, con i nuovi attrezzi “veloci” (dadi ed eccentrici), partirono all’esplorazione di futuri mondi arrampicatori. Vennero così valorizzate alla dignità di vere e proprie pareti, anche piccole strutture fino ad allora ignorate o snobbate, oppure lisce placche che prima incutevano timore e repulsione. La Sirta e l’area del Sasso Remenno furono solo l’inizio, poi venne la Val di Mello, consacrazione e apoteosi del Sassismo che, con gli anni, ha anch’essa visto l’evolversi di una concezione più sportiva dell’arrampicata. Con l’avvento delle protezioni ad espansione, e la “liberalizzazione” dell’etica, anche in Valtellina l’arrampicata sportiva ha compiuto un grande salto qualitativo, soprattutto per quanto riguarda le difficoltà tecniche. Non va dimenticato comunque l’enorme valore delle vie dei pionieri, aperte con un’etica scanzonata ma allo stesso tempo rigorosissima. Oggi, sulle pareti del Remenno e sui massi attorno, esistono itinerari al vertice della difficoltà attuali, superati solo da specialisti. In Val di Mello, l’evoluzione dell’arrampicata ha portato nuovi impulsi e nuovi stili, con l’apertura dal basso con spit e trapano di magnifici itinerari, alcuni dei quali, quelli con le protezioni più corte, hanno avvicinato tantissime persone all’arrampicata di aderenza moderna. Altre nuove salite, invece, testimoniano come l’uso dello spit sulle pareti non ha per nulla ucciso l’avventura; qui si rincorrono gli spit come

miraggi di salvezza dopo interminabili sequenze improteggibili su alte difficoltà... Man mano che l’esplorazione si estendeva, nuove pareti venivano scoperte o rivisitate, e in angoli incantevoli delle vallate laterali nascevano e nascono tuttora itinerari moderni, impegnativi ma bellissimi come quelli allo Scerscen, sulla cima Scingino, alla costiera dell’Averta o nella zona del Ventina, che permettono salite di grande soddisfazione. Per ciò che riguarda l’Alta Valle, le storiche palestre di Migiondo, Vernuga e Isolaccia, ampliate e rese in alcuni casi più sicure, sono state affiancate da nuove pareti o falesie attrezzate, nate dalla voglia dei locali di arrampicare tutto l’anno senza doversi sorbire ogni volta lunghe trasferte. Alcune di queste sono sicuramente proponibili anche ai “foresti” per la loro bellezza! Anche i tentativi di andare oltre il monotiro hanno portato i loro frutti con la scoperta delle Corne del Palone, il Crap di Alt o la parete del Monte Cornaccia, sulle quali un grosso lavoro di ricerca (edanche di pulizia della roccia) ha permesso la creazione di itinerari inaspettatamente assai belli. Infine, gestori di rifugi e guide alpine che lavorano sul territorio valtellinese, intuendo l’importanza che l’arrampicata sportiva ha nel rapporto col cliente, hanno attrezzato numerosissimi itinerari nelle vicinanze dei rifugi, per valorizzarli ed offrire, oltre che bei panorami e polenta taragna, anche distensive e divertenti arrampicate. Nel complesso, la vasta area presa in esame da questa guida stà attraversando un periodo evolutivo e fecondo, che lascia intavedere, grazie al lavoro delle nuove generazioni, sbocchi sempre più ampi e variegati per la pratica dell’arrampicata sportiva.

NOTE LOGISTICHE

Tutte le zone prese in considerazione sono molto turistiche, in parte grazie anche agli sport invernali, e non ci sono quindi problemi per trovare sistemazioni adatte alle proprie esigenze e possibilità di spesa: si va da comodi campeggi organizzati ad alberghi e residences di ogni tipo.Oltre all’uscita “mordi e fuggi”, quindi, si consiglia vivamente di spostare il programma

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di un lungo tour arrampicatorio dalle solite falesie a queste regioni: anche chi pensa di conoscerle a fondo, troverà tantissimi spunti inediti.

VALUTAZIONE ITINERARI MULTIPITCH

Per classificare in maniera più completa le vie lunghe, si è adottata la scala estesa di valutazione che scinde l’impegno generale di una via (ambiente, lontananza dal fondovalle, lunghezza, impegno psicologico) da quello relativo alla distanza o alla posa delle protezioni. Tutto questo per forza separato dalla difficoltà tecnica, comunemente espressa con la scala francese. Avremo dunque tre parametri da valutare e quindi tre scale diverse da affiancare nella relazione di una determinata via: la difficoltà tecnica, la proteggibilità, l’impegno globale.Per avere l’idea più precisa di una via, sarà dunque necessario esprimerli sempre tutti e tre, perché nessuno di essi, preso separatamente, potrà dare sufficienti informazioni al ripetitore.

LA DIFFICOLTÀ TECNICAPer tutte le vie si è adottata la scala francese. Per ogni itinerario viene indicato sia il grado massimo, sia quello obbligatorio.

LA PROTEGGIBILITÀAbbiamo utilizzato una scala che tiene conto esclusivamente della distanza e dell’affidabilità degli ancoraggi, usando la lettera “S” nel caso di vie spittate e la “R” nel caso di vie attrezzate a chiodi o non attrezzate. Per le eventuali vie miste la sigla è “RS”.Questa tabella è suddivisa in 6 livelli, dove il livello R6 consiste in una lunghezza quasi o totalmente improteggibile, con rischi anche letali in caso di caduta. Naturalmente la scala è aperta.

L’IMPEGNO GLOBALEQuesta scala sostituisce la scala classica francese (TD, ED...) nel valutare l’impegno globale di una via, l’ambiente in cui si svolge, la difficoltà di ritirata e la lontananza dal fondovalle. È sostanzialmente la scala americana in uso per le big wall, espressa in numeri romani da I a

VII (ma si tratta di scala aperta) e affiancata alla difficoltà tecnica.Come si deduce dalla tabella la gradazione è slegata totalmente dalla difficoltà, che andrà quindi sempre affiancata al numero romano.

BOLLETTINI METEREOLOGICI

Bollettino Nivometeo Regione Lombardia, tel. 167837077 numero verdeBollettino Nivometeo AINEVA, tel. 0461230030 interattivo oppurewww.novanet.it/vvol/meteo/Bollettino del Centro Geofisico Prealpino, tel. 0332285111 oppurewww.astrogeo.va.it/prevmete.htmBollettino Svizzero in italiano, voce Sud delle Alpi, tel. 004191162Meteo Svizzera www.sma.ch

INTERNET

www.climb.valtellina.netwww.paolo-sonja.netwww.go-mountain.com

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PROTEGGIBILITÀ

S1 Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai 3-4 metri tra uno spit e l’altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

S1 Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una deci-na di metri al massimo e volo senza conseguenze.

S3 Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5 metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi.

S4 Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmen-te provocare un infortunio.

S5 Spittatura oltre i 10 metri, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provo-care un infortunio (caduta su terrazzi e cengie o al suolo).

S6 Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20 metri, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali.

R1 Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, sicure e numerose. Limitati tratti obbliga-tori. Lunghezza potenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.

R2 Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

R3 Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.

R4 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15 metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.

R5 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.

R6 Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.

IMPEGNO GLOBALE

I Una via corta richiedente poche ore, nei pressi della strada e con comodo avvicinamento, am-biente solare e ritirata comoda.

II Via di diverse lunghezze su una parete superiore ai 200 metri, avvicinamento facile anche se può richiedere una discreta marcia, comoda ritirata.

III Via lunga oltre i 300 metri, ambiente severo, richiede quasi tutta la giornata per essere superata. Può richiedere un lungo avvicinamento e la ritirata può non essere veloce.

IV Via molto lunga, superiore ai 500 metri, su parete severa e distante dal fondovalle. Richiede un’intera giornata per essere superata. La ritirata può essere complicata e non svolgersi sulla linea di salita.

V Via molto lunga stile big wall, richiede normalmente un bivacco in parete. Ritirata difficile, ambiente severo.

VI Big wall che richiede più giorni di permanenza in parete, ambiente di alta montagna, ritirata difficile.

VII Tutte le caratteristiche proprie del grado VI esasperate, come nel caso di big-wall himalayane che necessitano di una spedizione per essere superate.

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n Technical introduction

REACHING THE AREAS COVERED BY THE GUIDE

The Valtellina, Valchiavenna and Engadin valleys see lots of through-traffic since the roads to the Maloja, Spluga and Stelvio passes go along them. For those coming from northern Europe, the Valtellina and Valchiavenna valleys are where you first find the Italian sun, warmth and good food, and are very famous destinations for tourists who come to enjoy their natural beauty, history, and for the almost limitless outdoor sports.If you come from the south (Milan and Lecco), follow the Strada Statale (SS) 36 dello Spluga to reach Colico where you keep going in the Valchiavenna valley until Chiavenna, where the two main roads for the Spluga and Maloja passes branch off. The Maloja pass is the gateway to the Engadin.For the Valtellina Valley, from Colico follow the SS38 Stelvio Pass road, with branches to the Val Gerola valley from Morbegno, to the Valmasino valley from Ardenno and to the Valmalenco valley from Sondrio. Further up, you can go to Aprica from Tresenda, towards the province of Brescia, while from Tirano you go up to the Bernina pass and back to Engadin. If you stay on the SS38 you reach Bormio where you can choose to go up to the Valfurva valley towards the Circo delle 13 Cime and Cevedale or go to Livigno.From the North, when the Spluga pass is closed, is better to go to Como-Chiasso to cross into Italy and then go to Lecco and the SS36. Otherwise you can use the Spluga pass to enter the Valchiavenna Valley or the Julier-Pass for St. Moritz and the Engadin. The Valle dell’Inn valley from Innsbruk leads to the lower Engadin, then you go up to the Bernina pass and down to Tirano and the Valtellina valley.

You can also reach the Valtellina valley from the Resia and Stelvio passes. Whichever route you choose, the road system is good and the traffic free-flowing, except for some stretches of the lower and middle Valtellina valley - from Colico to Sondrio - and of the Valchiavenna valley – up to Chiavenna – where the local traffic is often very intense.

GENERAL NOTES ON THE CRAGS AND WALLS DESCRIBED IN THE GUIDE

Sport and modern climbing arrived in the Valchiavenna valley and Engadin gradually; it’s difficult to say exactly when. Local climbers such as Hans Peter Kasper and Carlo Pedroni climbed differently from classical mountaneering and sought out routes to free climb both on valley-bottom crags and on high altitude walls. As regards crags, it has to be considered that there is no lack of rock in the Valchiavenna valley and Engadin, but, compared to the high altitude walls, the wonderful rock formations of the close-by Val di Mello valley or to the excellent limestone walls of the area around Lecco, these crags seemed of secondary importance. Following on from the important achievements in the surrounding areas, around the end of the 1970’s the Valchiavenna valley as well saw the beginning of the opening of free climbing routes, with a perspective that subsequently would be defined as “sport climbing”.After a first introduction of pure bouldering on the Cimaganda boulders, the first routes were equipped on the Sasso Bianco di Prata, and subsequently on the Placche di Bette and Vho. Only afterwards people looked for more vertical and overhanging routes on the crags of Cranna and Poiatengo, on the upper sector of Vho, and at Mezzera, the Sasso del Drago and Uschione. Multi-pitches routes had their own

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evolution, with the prevailing ethic being that of bolting bottom-up, on the Acquafraggia, the Placche di Villa, the Perone and, only later, on the big wall of the Castello. On the other side of the border, in Switzerland, development proceeded at a similar pace, thanks to the work of climbers from Engadin and Bregaglia but, apart from the historic crags of Plaun da Lej and Spazzacaldera, most of the routes were only developed in more recent years.The history of sport climbing in the Valtellina valley goes back to the “Sassismo” free climbing movement of the 1970’s and 80’s. Taking their cue from leading-edge climbers such as Ivan Guerini from Milan, some climbers from Sondrio organized themselves – if you can use such a formal term – into the “Movimento Sassista” movement, and, copying also influences from overseas, they embraced the “Nuovo Mattino” philosophy. Wearing light climbing shoes and protecting themselves with new protection devices – stoppers and hexcentrics – as well as with the traditional pegs, they started exploring new climbing areas. Small crags that had previously been ignored and snubbed, or smooth slabs that used to be feared, gained the same dignity as big faces. The Sirta and the area of the Sasso Remenno were only the beginning, then came the Val di Mello valley, where “Sassismo” reached its peak and where, as the years passed by, there was also the development of climbing more along the lines of sport climbing. Sport climbing made a great qualitative leap in the Valtellina valley as well, with the coming of Friends and the ethical “liberalization”, which heralded a sharp rise in technical difficulties. However, we shouldn’t forget the routes that were opened by the pioneers, who applied a carefree but, at the same time, very strict ethical approach. Today, on the Remenno walls and on the boulders around it, there are routes of the highest current grades, with very few ascents. The climbing evolution in the Val di Mello valley brought new styles and stimuli, with the opening bottom-up of wonderful bolt-protected routes. The more closely-bolted routes, in particular, have introduced many people to modern friction climbing. Other new bolted routes prove that the use of bolts

has not killed off adventure. Here the bolts are havens of security, reached after very hard and otherwise unprotectable sequences. As exploration spread out, new walls were discovered or revisited, and in enchanting corners of side valleys modern routes were born, and are still being born. These routes on the Scerscen, on the cima Scingino, on the Averta or in the Ventina area are demanding as well as beautiful, and are all very satisfying climbs. As for the Alta Valle, the historic crags of Migiondo, Vernuga and Isolaccia have been expanded and sometimes re-equipped to make them safer, and next to them local climbers, who wanted to climb all year round without being forced to make long journeys, have developed new crags. Some of these can definitely be suggested to “foreigners” for their beauty! The work to create multi-pitch routes bore fruit as well, with the discovery of the Corne del Palone, the Crap di Alt or the wall of the Monte Cornaccia, and on these faces a great deal of scouting and route cleaning has allowed the creation of unexpectedly stunning routes.Lastly, mountain refuge managers and mountain guides who work in the Valtellina valley, undertanding the importance of sport climbing for their clients, equipped many routes near to the refuges, in order to be able to offer, together with beautiful views and polenta taragna (typical food), enjoyable and relaxing climbing routes.The vast area covered in this guide, then, is undergoing a period of fruitful evolution, which allows us to foresee ever more and varied opportunities for sport climbing in the future, thanks to the work of the new generations.

LOGISTICS

All the areas covered are tourist destinations, also for winter sports, and therefore there isn’t any problem in finding accommodation for all tastes and pockets: you go from comfortable camp sites to hotels and residences of every kind.As well as quick visits, we strongly suggest you plan a longer climbing trip here. Even if you think you know the area, you’ll find lots of new possibilities.

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Tech

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ROUTES EVALUATION

In this guide, as well as in the previous of the same collection, we have adopted the new evaluation scale (by now largely in use). This means there will be three different parameters to keep in mind and as a consequence three different scales to take into consideration when describing a route: the technical difficulty, the routes possibility of being protected, the overall features of the route. To actually have a precise idea of a route, it will then be necessary to express all three parameters because none of them, considered separately, will give enough information to the climber.

TECHNICAL DIFFICULTIESThe guide includes almost exclusively, modern itineraries or sport routes, usually protected with bolts.For every multi pitch route, both the maximum grade and the obligatory grade is shown. In a few cases the number of moves that can (or should) be climbed aid are also listed.

PROTECTIONWe adopted a scale that only takes into consideration the distance and the reliability of the anchors, using the letter “R” (risk). In the case of bolted routes the letter “S” substitutes “R” and evaluation just concerns the distance between bolts. For mixed routes, we used “RS”. Taking the artificial scale as a starting point, this chart is divided into 6 grades, where the 6th grade indicates a length that is hardly possible to protect, with high risks of mortal fall. The scale is open, of course.

OVERALL FEATURESTo determine overall features of a route (such as surrounding, downclimb difficulties, distance from the bottom of the valley), we had to substitute the classic French scale with the American one - used to describe big walls- expressed in Roman numbers from I to VII (it’s an open scale) and to be considered together with technical difficulty.As you can see from the chart, grading is not linked to difficulty that is always to be considered together with the Roman number.

WEATHER FORECAST

Weather forecast Nivometeo Regione Lombardia, tel. 167837077 freephoneWeather forecast Nivometeo AINEVA, tel. 0461230030 interactive orwww.novanet.it/vvol/meteo/Weather forecast of the Centro Geofisico Prealpino, tel. 0332285111 orwww.astrogeo.va.it/prevmete.htmWeather forecast Svizzero in Italian, option Sud delle Alpi, tel. 004191162Meteo Svizzera www.sma.ch

INTERNET

www.climb.valtellina.netwww.paolo-sonja.netwww.go-mountain.com

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PROTECTION

S1 Normal protection system such as on cliffs. Average distance between bolts: 3,4 metres. Potential length of fall: some metres; fall without danger.

S1 Distant bolts and compulsory passages from one bolt to another. Potential length of fall: a maxi-mum of 10 metres; fall without danger.

S3 Distant bolts, almost always compulsory passages. A distance of sometimes more than 5 metres between bolts. Long falls but not very dangerous.

S4 Very distant bolts (more than 7 metres), compulsory passages. A fall can potentially cause an injury.

S5 Bolts more than 10 metres apart, compulsory passages and parts where a fall can surely cause an injury (fall on terraces and ledges or directly to the ground).

S6 Partially bolted but far from cruxes, long parts (more than 20 metres) from which a fall could be mortal.

R1 Easy to protect, always solid, safe and numerous protections. Few compulsory passages. Potential length of fall: some metres; fall without danger.

R2 Fairly easy to protect, always solid and safe protections, smaller in number. Compulsory passages between protections. Potential length of fall: some metres; fall without danger.

R3 Difficult to protect, not always good protections, bolts rather distant from each other. Long com-pulsory passages. Potential length of fall until 7-8 metres, fall with possible injury.

R4 Difficult to protect, scarce and/or unreliable and/or distant protections which could allow just a small fall. Long compulsory passages. Potential length of fall until 15 metres with possibility of losing the anchors. Fall with a high possibility of injury.

R5 Difficult to protect, scarce, unreliable and/or distant protections, which could allow just a small fall. Long compulsory passages. Possibility of long falls that might lead to the ground with con-sequent serious injuries.

R6 Not possible to protect but for short and insignificant passages far from cruxes. A fall could be mortal.

OVERALL FEATURES

I Short route just taking a few hours, near the road and with a comfortable approach track, nice surrounding and easy downclimb.

II Multi-pitch route on a wall of more than 200 metres of length, easy approach track, rather long,easy downclimb.

III Long route of more than 300 metres that will take all day long, difficult surrounding. Long ap-proach track and rather slow downclimb.

IV Very long route of more than 500 metres, on severe wall far away from the bottom of the valley. It will take you all day long and the downclimb might be complicated, as you can’t climb down the same route.

V Very long route, big wall style, requires a bivvi on the wall. Difficult downclimb, difficult sur-rounding.

VI Big wall which requires more days on the walls, High Mountain surrounding, difficult downclimb.

VII All the features of the 6th grade, but exasperated, such as on big walls in the Himalayas, which need a real expedition.

Alessandro Passoni, Zoia, GOOD VIBRATIONS, 8b (ph. arch. Passoni)18

Legenda Legend

800

Legen

da

QuotaAltitude

EsposizioneExposure

BellezzaBeauty

ChiodaturaEquipment

AffollamentoNumber of visitors

ComoditàComfort

ParcheggioParking

Principianti, scuoleBeginners, school

Si scala con pioggiaClimbing with rain

Per famiglieFit for family

Avvicinamento da montagnaTrekking path

RocciaRock

Splendido Wonderful

GGranitoGranite

BelloNice

GnGneissGneiss

ScScistoSchist

CCalcare

Limestone

DiscretoWorthy

Non esaltanteNot exciting

Aiuto!Occhio!BuonaOttimo

TerriblePay attentionGoodPerfect

BassoMedioAltoRessa

LowMediumHighOvercrowding

ScomodaSconnessaComoda

UncomfortableUnevenComfortable

DifficileDiscretoBuonoOttimo

DifficultSufficientGoodVery good

SerpentinoSerpentine

S

Lege

nd

MarmoMarble

MVerrucano

Conglomerate

V19

20

VAL BODENGO

1 Placche di Signame 22 2 Placca di Gualdo 26 3 Placche del Boggia 28 4 Barzena 32 5 Il Mott 36 6 Garzelli 38 7 La Culla 44 8 Settimo Cielo 46 9 Strem 4810 Scivolo di Corte Terza 5811 Placche di Mese 60

VALLE SPLUGA

12 Valle del Drogo 6213 Il Castello 6614 Vho 7015 Lirone 7816 Il Perone 8017 Parete della Birreria 8218 Mescolana 8419 Placche di Bette 8820 Dalò 92

VAL BREGAGLIA

21 Cranna 9822 Mezzera 10423 Acquafraggia 10624 Scilano 11225 Sasso del Drago 11426 Parete di San Soussí 12027 Placche di Villa 122

CHIAVENNA

28 La Ciclabile 12629 Poiatengo 13030 Uschione 13231 Tanno 13432 Sasso Bianco 13833 Contrafforte di Pizzo 142

Val Bodengo - Valle SplugaVal Bregaglia - Chiavenna

Lecco - Milano

Gordona

Mese

Campodolcino

Madesimo

Piuro

Novate Mezzola

Camportaccio

Samolaco

Colico

DubinoSorico

San Giacomo Filippo

CHIAVENNA 292728 24

252623

33

21

31

22

32

8

18

6

16

5

15

4

14

3

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2

12

1

11

10

20

30

7

17

9

19

<6 6a 6b 6c 7a 7b 7c 8a 8b

4

1 022

0 0 0 0

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0

250E

Placche di Signame11

Val Bod

engo

Plac

che

di S

igna

me Large slabs broken into sections by

vegetation, on which several routes with smearing climbing have been bolted. At the base we find the Placche di San Pietro sector, with a very comfortable approach and routes of 60 metres (2 pitches). You can continue these routes onto the upper slabs, where there are a few routes of significant length that go up towards the tower at the summit of the huge buttress. Finally there are two other inter-esting routes further up on the good Placche Pipeta slabs, which are after the dip that divides the structure with the Tower from the mountain slope.

ApproachAt San Pietro di Samolaco, climb up along the main road, turn right (Via Overina) and follow the coun-try road – crossing a torrent – to-wards Cesura. Park at the end of the road, trying not to occupy the field, and continue on foot follow-ing a path for about 100 metres to the base of the Placche di San Pietro (2 minutes). If you want to go up the upper level you keep following the path and then take a branch that climbs easily up at the base of routes No 5 and 6 (15 minutes).

Placconate estese ed inframmezzate da vegetazione sulle quali si sono sviluppati vari itinerari in aderenza. Alla base troviamo il settore delle Placche di San Pietro, attrezzato da Matteo Monti e Alberto Allevi, con un accesso molto comodo e itinerari di 60 metri (2 lunghezze). Queste vie possono venire continuate sulle placche superiori, dove alcuni itinerari con sviluppo notevole si spingono fin verso la torre che svetta alla sommità del poderoso contrafforte. Infine vengono riportate altre due vie molto interessanti situate ancora più a monte, sulle belle placche chiamate Placche Pipeta, poste oltre l’avvallamento che divide la struttura contraddistinta dalla Torre dal pendio della montagna.

AccessoA San Pietro di Samolaco, salire lungo la via centrale del paese e voltare a destra (via Overina) proseguendo lungo una stradina di campagna - guadando anche il corso di un torrente - in direzione della località “Cesura”. Si parcheggia al termine della strada cercando di non invadere il prato e si continua a piedi su sentiero per un centinaio di metri transitando alla base delle Placche di San Pietro (2 minuti). Volendo salire al ripiano superiore, si può proseguire ancora per un tratto lungo il sentiero imboccando in seguito una traccia che sale facilmente all’attacco delle vie n. 5 e 6 (15 min.).

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San Pietro di Samolaco

Ronscione

ca’ Pipeta

Chiavenna

Colico

fiume Mera

Placche del Signame

Placche di San Pietro

Placche del Pipeta

Gn

23

6a6a+

6a+

6b

6c

6c

6c

PLACCHE DI SAN PIETRO

1 SENZA NOME L1 6a 35m L2 6a+ 30m2 SENZA NOME 6a+ 35m3 PESTE NERA L1 6b 30m L2 6c 30m difficile placca in aderenza4 BLACK MAMBA L1 6c 35m segue la direttiva di una fessura, necessari friends e nuts L2 6c 25m In obliquo a sinistra. Via molto bella

PLACCHE DEL SIGNAME

5 ROSA DEI VENTIF. Giacomelli, R. Rossi 1990280m (9L)6b+ (obbl.) /S2/II Arrampicata eccellente su bella roccia. È sta-ta la prima via alla struttura, a lungo rimasta segreta fino alla sua richiodatura. La linea di salita compie vari spostamenti per raccordare le varie placche senza raggiungere la sommità della struttura. Discesa in doppia sull’itinerario o meglio: dal boschetto dove termina la via rac-cordarsi facilmente alla S6 di GUARDIA E LADRI e da quel punto effettuare 5 calate (2 corde) fino alla base.

6 GUARDIA E LADRIChino Geronimi, Andrea Mariani, maggio 2008500m (13L)7a/A0 (6c obbl.) /S2/IIILunghissima via prevalentemente in aderenza con vari spostamenti fra la vegetazione, soprat-tutto nella parte alta; la via raggiunge la torre alla sommità della struttura. Portare eventual-mente alcuni friends max 0,75. È consigliata la discesa a piedi seguendo il sentiero segnalato che dalla Torre porta alla località Ronscione, parcheggio, e quindi seguendo un sentiero di raccordo fino alla base.

PLACCHE DI SIGNAMEPLACCHE DI SAN PIETRO

4321

24

Val Bod

engo

Plac

che

di S

igna

me

5c

6b

6b

6b

6c

6c/A0

7a

6c+

6c

6a+

6a+

6a+

6a+

6b+

6a+

6b

6a

6a

6a

6a+

6b+

6b+

6a

PLACCHE DI SIGNAMEPLACCHE DEL SIGNAME

6

7

6

5

5

100m

50m

Placche di San Pietro

25

7 MISTERIO35m6b+ (6b obbl.)Fantastico tiro in aderenza e precisione. Fra le più belle placche in zona. Richiodato nel 2011.

PLACCHE DEL PIPETA

8 QUARANTANOVEChino Geronimi, Andrea Mariani 2010160m (4L)6c (obbl.) /S3/IIDopo un primo tentativo di M. Sertori e C. Zani, l’itinerario è stato ultimato a distanza di molti anni realizzando una via molto bella. Portare friends medio-piccoli. Discesa in doppia sulla via Accesso: proseguire lungo la strada che risale il paese di San Pietro fino al parcheggio in locali-tà Ronscione e imboccare il sentiero che prosegue pianeggiante seguendo le indicazioni per la Torre del Signame. Raggiunta un rudere nel bosco, si abbandona il sentiero per la Torre continuando su sentiero (in-dicazioni Casa Pipeta) e, ad un nuovo bivio, si prosegue verso destra risalendo l’ampio avvallamento per alcune centinaia di metri fino ad un altro incrocio. Qui si abbandona il sentiero salendo obliquamente nel bosco e, fiancheg-giando in salita la base di una placca, ci si reca pres-so l’attacco (ore 0,40).

9 DIEDROChino Geronimi, Andrea Mariani 2010120m (4L) 6c (obbl.) /S2/II Il primo tiro è in comune con la via prece-dente, quindi prosegue dapprima in die-dro e poi sulle placche alla sua sinistra. Difficile e impressionante.

6a

6a+

6b+

6c

6c

7a

6cPLACCHE DI SIGNAMEPLACCHE DEL PIPETA

9

8

<6 6a 6b 6c 7a 7b 7c 8a 8b0 1 0

310 0 0 0

58c0

750SE

Placca di Gualdo22

Val Bod

engo

Plac

ca d

i Gua

ldo The crag faces S-E and is accessible

all year round. It’s a large rocky band sometimes interspersed with vegetation. The routes are on the right sector. The climbing is mostly using friction with stretches in cracks. All routes have been bolted bottom-up and you need to use Friends on some of them. Just left of the route MAKITA there are two old routes which are partially equipped.

ApproachFollow the road to Val Bodengo (you need a permit that you can obtain at the Bar Doc or at the Bar la Fus at Gordona), pass the Dunaviv Restaurant and keep go-ing for about 500 metres then park nearby a chapel. Go back on the road and then take a faint path that goes up in the wood on bad ground until you reach the base of the crag (10 minutes).

Esposta a sud-est e accessibile tutto l’anno, è costituita da una larga fascia di rocce a tratti disturbata dalla vegetazione. Gli itinerari si individuano nel suo settore destro. L’arrampicata è prevalentemente in aderenza con tratti in fessura. Tutte le vie presenti sono state salite dal basso e alcune necessitano di friend. Poco a sinistra della via MAKITA si trovano due vecchie vie parzialmente attrezzate (P. Cogliati, N. Noè e N. Costi, 1992).

AccessoLungo la strada della Val Bodengo (necessita il permesso di circolazione che si può ottenere presso il Bar Doc - chiuso lunedì - , Bar la Fus o Bar S. Martino a Gordona), passato il ristoro Dunadiv si prosegue ancora per 500 metri circa sostando presso una cappella. Si ritorna brevemente sulla strada e si inizia a salire nel bosco su terreno instabile seguendo una debole traccia fino alla base della parete (10min.).

26

ChiavennaGordona

Alpe Orlo

Placche del Boggia

Bodengo

Ristoro Dunadiv

5 km

Novate

Placca di Gualdo

Gn

27

1 SUPERMAKITA C. Geronimi, A. Mariani 200880m (2L)7a (6b obbl.) /S2/IÈ la via più difficile sulla placca con un finale in aderenza molto problematico anche se la diffi-coltà non è obbligatoria. Discesa in doppia sulla via con 2 corde da 50m.

2 PASQUALINO O’VENTUROSOC. Zani, M. Sertori 200085m (2L)6b (6a+ obbl.) /R2/S2/ISegue una fessura lama da proteggere nella L1. La seconda lunghezza è in aderenza lungo la direttiva di un pilastro. Necessitano friend fino al n. 3.

3 LA ZECCA E L’INVIDIAM. Sertori, C. Zani 200070m (2L)6b (6a+ obbl.) /S2/IBella placca in aderenza. La seconda lunghez-za si arresta a metà parete ma è possibile obli-quare a destra collegandosi al finale della via precedente.

4 MAKITAC. Geronimi, A. Mariani 200890m (2L)6a /S2/IÈ la via più facile sulla struttura. Inizia con un tetto e prosegue su placca verso sinistra. S2 presso un albero. Tutte le discese si svolgono con 2 calate sulla via di salita.

5 SOLO PER GIOCOM. Sertori, C. Zani 200065m (2L)6b (6a obbl.) /R2/S2/IQuesto itinerario si trova a circa 100 metri, spo-stata verso sn, rispetto le altre vie descritte. Ar-rampicata su placca con il superamento di una fascia di tetti alla seconda lunghezza. Portare al-cuni friends medi. Discesa con 2 calate sulla via.

7a

6c

6b

6b

100m

6b6b

6a

6a5c

PLACCA DI GUALDO

5

43 2 1