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IVANVALCERCA COMMUNICATIONDESIGN YEAR 2009

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portfolio 2009

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IVANVALCERCACOMMUNICATIONDESIGN

YEAR2009

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PROJECTCampagna web per il rilancio della registrazione del .it

CLIENTIstituto Italiano telematico

http://www.iit.cnr.it

YEAR2008

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PROJECTCampagna web per il rilancio della registrazione del .it

CLIENTIstituto Italiano telematico

http://www.iit.cnr.it

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PROJECTCampagna d’informazione contro il nucleare

CLIENTAssociazione Un Futuro Senza Atomica

http://www.disarmo.org/rete/a/24537.htmEsposta a Cre@tivity Pontedera presso la fondazione Piaggio

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PROJECTCampagna d’informazione contro il nucleare

CLIENTAssociazione Un Futuro Senza Atomica

http://www.disarmo.org/rete/a/24537.htm

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PROJECTMagazine Home sapiens n° 1

CLIENTISIA Design, convenzione Alessi

YEAR2008

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SPAZZATURA IN LIMITED EDITION

Da Trash a Cash: ormai si vende di tutto, anche quello che nessuno vuole.

Justin Gignac, giovane laureato in Arti Visive a New York ha iniziato a vendere la spazzatura della grande metropoli, disposta in piccoli cubet-ti di plastica trasparente. I cubi sono numerati, riportano la data di prelievo dei rifiuti e la firma dell’artista. Ci sono anche confe-zioni in edizione limitata, rifiuti legati ad un particolare evento. Il contenuto viene prelevato perso-nalmente da Justin che con la sua mania di collezionismo compone gli assemblaggi di scarti.

Si possono trovare mozziconi di sigaretta, bicchieri di plastica, bi-glietti della metro e cartacce di ogni genere.La confezione riporta: “hand picked from the fertile streets of New York”.L’ironia di questa operazione, for-temente critica verso il consumi-smo, è testimoniata dal fatto che l’autore stesso si mette in gioco vendendo le sue creazioni nelle piazze o davanti al MoMA.

L’idea, forte-mente provoca-

toria, si è trasfor-mata immediata-mente in una tro-

vata di successo. I turisti acquistano le confe-

zioni come souvenir, per rega-larle agli amici o per conservarle

nelle loro case accanto al vasetto con la sabbia della Grecia e la statui-

na della Torre di Pisa.Dopo la “Merda d’artista” di Manzoni nel 1961 oggi di sicuro non può fare scalpore un vasetto di resti dell’immondizia. Ma non siamo diventati un po’ troppo cinici per

arrivare a portarci via spazzatura come ricordo di New York?

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foglie di cavolo. Una volta, mentre il re era addormentato, un asino che passava di li divorò le foglie e l'alfabeto, portandosi via in un solo boccone la tradizione scritta del popolo Rom.

La nomadicità resta un falso mito o meglio un mito che ab-biamo costruito su una dialettica falsa, dove il nomade coincide con l’esotico, il lontano, “l’altro” da noi,noi che in realtà una casa ce la abbiamo e ci torniamo ogni volta che terminiamo da una crociera, un viaggio di “lavoro”, che atterriamo con un volo low cost. Una casa ce l’abbiamo e siamo ben contenti di tornarvici. Il dialogo che intessiamo con le altre culture basato su prevalentemente sulla distanza “spazio/temporale”, nel confronto con la cultura nomade perde radicalmente di significato perché “l’altro” in realtà occupa a diritto lo spazio che riteniamo nostro, concorre alla storia e la significazione di esso, tuttavia con prospettive e aspettative profondamente diverse. La diffe-renza tra lo stanziale e il nomade appare quindi irriducibi-le, perché se le identità appaiono fin troppo vicine e inter-connesse, completamente opposti appaiono i presupposti con sui esse sono state costruite. La prima risiede nel luogo, la seconda grazie ad esso si mantiene e si raf- forza, ma è solo il viaggio il vero non- luogo nel quale può trovare la sua ragione di essere. Si racconta che una volta il re degli zingari portasse nelle lunghe migrazione l'alfabeto della lingua Ro-manés sempre con sé avvolto in delle

Con questa e molte altre leggende i nomadi cer-cano di spie-gare l'assenza di una tradizio-ne scritta o pittografica nella propria cultura.La voce pesa meno dei libri, legarsi ad un luogo con un'immagine, una foto vincola la nostra anima a quel momento, a quello spazio.Per questa ragione il lavoro che il fotografo Jeremy Sutton Hibbert ha svolto nel corso di 17 anni nei campi rom di Kaladeri e Sintesti in Romania acquisisce il valore di un documentario unico per la con-tinuità e la profondità con la quale è riuscito ad penetrare nella vita di queste persone.Donne, ragazze,bambini ritratti all'interno delle loro case.Questo modello abitativo spontaneo lontano anni luce dai

prefabbricati nei quali i nomadi spesso vivono ha ispirato un progetto di collaborazione tra l'università di architettura di

roma tre e quella di Del� chiamato "Campus Rom",che è partito come un seminario itinerante attraverso alcuni

“campi nomadi” da Roma a Belgrado �no ad arrivare in Macedonia attraverso a Shutka, vicino a Skopije, paese inte-ramente abitata da Rom e dove anche il sindaco è Rom, e che esporrà alla prossima biennale di Venezia un prototipo di casa rom con un video che documenta la costruzione. Il

modello da imitare è un modello di abitazione ad impatto zero che anzi nasce grazie ai ri�uti e gli scarti del luogo nella quale viene edi�cato. La �nalità "politica" del pro- get-

to, al di là delle sperimentazioni architettoniche, è quella di chiudere i campi rom e aprire delle micro aree nelle quali lo sviluppo familiare naturale possa evolversi natural- mente.

Progetti di questo tipo stanno già in parte avve- nendo. Najo capofamiglia del campo rom Casilino900 autore di un

libro, "il popolo invisibile" vorrebbe costruire una "città" Rom all'interno di Roma con scuole, ma anche laboratori arti-

giani e mercati. Un altro esempio sperimentale è il villaggio del Guarlone nella zona di Fi- renze est, un villaggio di casette monofoamiliari

fatte per ospitare sei famiglie, opposto all'approc-cio che hanno i rom verso la propria abitazione,

ma sicuramente più rispettose rispetto a quelle che sono le baraccopoli presenti

nel resto della città e in molte altre città europee "occi-

dentali".

La casa appare per la cultu-ra nomade come un concetto non spontaneo, lontano dall'idea di carovana, che tradizionalmente gli viene associata, la casa rom è frutto di una trasformazione "imposta" dall'incontro con un'altra società, elemento funzionale e strutturale alla socialità. Eppure, sorprendentemente, attraverso le immagini di questo fotografo l’abitazione domestica appare uno spazio estremamen-te curato con molti colori, pittu-re, cuscini ritratti e vasi da fiori, lontano dalle baraccopoli prive di tutto tranne che di rifiuti alle quali siamo abituati.Se lo spazio domestico non è fatto per la sedentarietà, risulta invece il luogo privilegiato della socialità, con la sua sovrabbon-danza di oggetti appare estre-mamente scarno e funzionale nell'organizzazione degli spazi e del mobilio, con molte sedie e sedute per accogliere le perso-ne, con ampie verande spesso più grandi delle baracche stesse.

Se ci allonta-

niamo da queste (sur)realtà �n

troppo familiare, e ci avviciniamo a quelle che sono le

terre di provenienza di questi popoli anche l'aspetto degli insediamenti rom

assume un altro colore e rilevanza.Nella Slovacchia nord-orientale dove vi è una fortissima

presenza rom le famiglie vivono in sobborghi organizzati alle periferia delle città, degli slums che essi stessi si sono costruiti. Le

abitazioni zingare prevalgono sulle altre per i colori, per la eterogenità dei materiali, per la eccentricità di soluzioni architettoniche costuite con ri�uti

di varia natura.

No-HOMA-de No-more nomadi

La nomadicità è uno dei miti del contemporaneo, anzi si può dire che abbia superato la sua di-mensione mitica diven-tando un bisogno, una necessità.

La nomadicità è presente, concreta, impellente tuttavia trova ancora le sue giustificazioni più nell’immaginario che nel reale.

Il nomade non rifiuta la cultura materia-le, tutt’altro, tuttavia essa è solo un veicolo, una con- ferma o il più delle volte, una merce di scambio,il fulcro della cultura rom sembra definirsi non sulla base di ciò viene portato con sé, ma sulla base dei segni che verranno lasciati al loro passaggio. Crediamo anche noi di muo-verci in questa direzione,definendoci nuovi nomadi urbani, pensiamo di rispondere ad un bisogno che è primario, viscerale, naturale. Tuttavia la nostra ricon-quistata libertà di movimento di naturale non ha niente,ci ha caricato di una serie di oggetti che non possiamo mai lascia-re per poterci permettere il lusso di essere in viaggio, ci ha caricato di un maggior numero di responsabilità verso il nostro luogo di origine. Confondiamo la oralità del sapere con la virtualità di questi, crediamo che la contingenza coincida con la obsolescenza.ma non è così. Prima di cominciare il nostro viaggio dovremmo chiederci dove questi oggetti ci stiano portando, e dove andranno una volta che avranno terminato la loro funzione,se riusciremo a conservare la nostra memoria storica e identitaria o se resterà ad invecchiare in qualche discarica del mondo.

il primo segna i secondi, i minuti, le ore: e tu già sai che dopo le sei verranno le sette,e poi le sette e mezza,e poi le otto...il secondo è il sole e la pioggia, il ventoe la neve...

e tu non sai mai quello che .

Nella ride�nizione dei con�ni delle nostre città, dei con�ni che cerchino di includere, senza imporre, dovremmo partire dal riconsiderare e ripensare le nostre

abitazioni, se le nostre case non abbiano completamente perso la loro espressività, non risultino troppo "Gagi-kané" per�no ai nostri occhi. Viviamo parcheggiati nel garage, diceva il �losofo Ivan Illich, la nostra cultura dell'abitare si è spenta, viviamo in dei prefabbricati, senza lasciare tracce.Senza lasciare tracce,ma lasciando dietro di noi molti scarti del nostro passaggio.Sui quali, con i quali costruire nuove abitazioni e�mere.

Per questo, il tanto

evocativo “gipsy spirit” più che a un bisogno di

spiritualità cerca di rispondere a leggi di

sopravvivenza, ciò che non è stato costruito per durare verrà,

una volta terminato il suo

scopo,restituito al luogo nella sua forma originaria. Ma cioè che spesso non si considera è che se si è scelto (o si è stati costretti) a costruire nella spazza-tura, ciò che resterà del nostro

passaggio potrà essere soltanto questo, spazzatura.

Il nomade non ri�uta la cultura materiale, tutt’altro, tuttavia essa è solo un veicolo, una conferma o il più delle volte, una merce di scambio,il fulcro della cultura rom sembra de�nirsi non sulla base di ciò viene portato con sé, ma sulla base dei segni che verranno lasciati al loro passaggio.Crediamo anche noi di muoverci in questa direzione,de�nendoci nuovi nomadi urbani, pensiamo di rispondere ad un bisogno che è prima-rio, viscerale, naturale.Tuttavia la nostra riconquistata libertà di movimento di naturale non ha niente,ci ha carica-to di una serie di oggetti che non possiamo mai lasciare per poterci permettere il lusso di essere in viaggio, ci ha caricato di un maggior numero di responsabilità verso il nostro luogo di origine. Confondiamo la oralità del sapere con la virtualità di questi, crediamo che la contingenza coincida con la obsolescenza.ma non è così.Prima di cominciare il nostro viaggio dovremmo chiederci dove questi oggetti ci stiano portando, e dove andranno una volta che avranno terminato la loro funzione,se riusciremo a conservare la nostra memoria storica e identitaria o se resterà ad invecchiare in qualche discarica del mondo.

Più complessa è la situazione dei villaggi rom in Romania che spesso vedono un incessante alternarsi di persone, soldi, oggetti,di scambi tra chi rimane e sta per partire, e tra chi è partito ma vuole tornare, fenomeno documentato in un bel documentario "avere vent'anni" trasmesso alcuni mesi fa dalla /.I villaggi di Tantareni, Lipovu, Gara-Bals e Salcutsa presentano una solidità e stanzialità imparagonabile alla corrispettiva soluzione italiana: case mono-familiari, con giardino simili nella struttura a quelle di qualunque altro villaggio rurale europeo. Tuttavia in questi villaggi che sopravvivono grazie alle rimesse si vive una situazione di attesa sospesa ne tempo nel quale l'ob-biettivo non è la stanzialità, la sicurezza, ma il ripartire, il ricongiungersi con il gruppo familiare in Italia o da qualche altra parte d' Europa, nella quale il senso della comunità, vuoi per la lontananza, per la di�coltà ad integrarsi sembra essere più sentito che in "patria".La vita dei popoli nomadi si articola ormai su questa dicotomia, comune d'altra parte a quella di molti immigrati, tra partenza e ritorno, allontanamento e nostalgia.Tuttavia è proprio dalle assenze, quelle di luce,di acqua, di gas, é dalla "nudità" della vita di questo popolo nei campi delle città italiane si deve partire per ricon-siderare non solo la questione abitativa del popolo Rom, ma la nostra stessa

condizione urbana.E in questo contesto che la unicità di tali abitazioni può aiutarci ad a�ronta-re le crisi abitative delle noste città, sostiene Francesco Careri uno degli architetti del gruppo romano Stalker, fondatore del progetto "Osservatorio nomade"."I rom sono tutti poveri? in una società sempre più a�amata di case popolari, di spazzi privati e pubblici, non c'è il rischio che tutti i poveri diventino presto o tardi dei rom?"sicuramente il discorso formulato in questi termini può risultare un po' super�ciale se analizzato solo nelle sue caratteristiche architettoniche.Il rapporto tra Gagé (noi, gli stanziali) e i Rom non si articola in termini di identità individuale, ma di riconoscimen-to reciproco.Nel sito dell'opera Rom alcune parole spiegano questa irriduci-bile diversità: Quale di�erenza c'è tra un gagè e un rom? la stessa che corre

tra l'orologio e il tempo:

PROJECTMagazine Home sapiens n° 1

CLIENTISIA Design, convenzione Alessi

YEAR2008

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PROJECTCampagna di promozione apertura CCC Strozzina,

CLIENTcentro cdi cultura contemporane Strozzina

YEAR2009

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PROJECTCampagna di promozione apertura CCC Strozzina,

CLIENTcentro cdi cultura contemporane Strozzina

YEAR2009

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PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand design

Tesi di laurea di secondo livello

CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze

YEAR2009

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ENERGY FORTHE FUTUREmiexpo.it

ENERGY FORTHE FUTUREmiexpo.it

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ENERGY FORTHE FUTUREmiexpo.it

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ENERGY FORTHE FUTURE ENERGY FOR

THE FUTURE miexpo.it

BRAND APPLICATION ART DIRECTOR IVAN VALCERCA A.A.2008/09

colors

PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand designTesi di laurea di secondo livello

CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze

YEAR2009

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R 26 G23 B27 R69 G161 B43

L 8 A 2 B-2 L 59 A -45 B-50

C 75 M5 Y100 K0C 77 M75 Y62 K81

LINEA ART BLACK LINEA ART GREEN LINEA ART WHITE

PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand design

Tesi di laurea di secondo livello

CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze

YEAR2009

PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand designTesi di laurea di secondo livello

CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze

YEAR2009

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INV

ITOPROGRAMMA

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ENERGY FORTHE FUTURE miexpo.it

NOI IL PROGETTO ATTIVITA’ DOSSIER

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REGISTRATI

BRAND APPLICATION ART DIRECTOR IVAN VALCERCA A.A.2008/09ISIA Firenze

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ENERGY FORTHE FUTUREmiexpo.it

PROGRAMMA

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INVITO

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PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand design

Tesi di laurea di secondo livello

CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze

YEAR2009

PROJECTMiexpo.it Energia per il futuro, Brand designTesi di laurea di secondo livello

CLIENTMilano Expo’-ISIA Design, Firenze

YEAR2009

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corso in Grafica e Progettazione Multimediale

uma p

onte p

ara o

futuro

processo creativo spazio fisico spazio mentale spazio digitale

PROJECTArchitettura come brand, tesi di Laurea di primo livello

CLIENTUniversità La Sapienza di Roma, UTL di lisbona, Portogallo

YEAR2005

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Leggerezza Asimettria organica Natura geometrica RitualeCulturale Atto poetico

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- 0,20

Spazio sociale: mensa

Spazio individuale: ozio

Spazio embolico: passante

Spazio del corpo: abbandono

Spazio del sogno: oblio

Leggerezza Asimettria organica Natura geometrica RitualeCulturale Atto poetico

gele ge A

mt

eggerezza Natura geomg

le Att

lato A lato B

lato CCopertura lato D

Materiale travi

Materiale tapparelle

Materiale tenda

Materiale bagno

Leggerezza Asimettria organica Natura geometrica RitualeCulturale Atto poeticoele

ge A

mt

eggerezza Natura geomg

le Att

Sezione x-x’

x

x’

PROJECTProgettazione di un abitacolo sereno. Concept design. Visual Design Lucia Lamacchia

CLIENTIstituto Superiore per L’industria Artistica

YEAR2005

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PROJECTManifesto per la “Filiera del Progetto” 10 incontri tra aziende e formazione

CLIENTISIA, Firenze

YEAR2008

Transparent

PROJECTProgetto My schape, concept design Visual Design Lucia Lamacchia

CLIENTISIA design , Firenze

YEAR2008

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PROJECTProgettazione del marchio e dell’immagine coordinata.

CLIENTMuseo dell’Azulejos Lisbona, portogallo

YEAR2006

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PROJECTConcept Design, borsa a sottovuoto

Progetto esposto al salone del mobile di Milano

CLIENTArtex, Salone del mobile di Milano

YEAR

2008

Taac è una borsa-viaggio salvaspazio.Sfrutta la propria capienza utilizzando il sottovuoto.

Valvola sottovuoto

PROJECTConcorso per la progettazione del marchio.

CLIENTFondazione la casa del mediterraneohttp://www.caremediterraneo.org/

YEAR2007

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WHATSEXISANANGEL?

SI,LO VOGLIO!Oggi per le coppie omosessuali non esiste alcun riconoscimento giuridico, nè alcun diritto di cittadinanza, sicurezza, assistenza. Per ottenerlo è indispensabile unirsi alle coppie che

nella campagna “Certi Diritti” e avvalersi dell’assistenza gratuita dei legali della Rete Lenford. I matrimoni omosessuali possono e devono essere celebrati ed avere pieno riconoscimento. Se fai parte di una coppia omosessuale che si vuole sposare, contattaci per adeguare la normativa nazionale a tutte le nuove forme familiari nascenti.

diritti di tutti:

Art D

irector: Ivan Valcerca.

PROJECTCampagna “Si, lo voglio”

CLIENTassociazione Radicale Certi Diritti

http://www.certidiritti.it/

YEAR2009

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CERTIDIRITTI

PROJECTProgettazione del marchio

CLIENTassociazione Radicale Certi Diritti

http://www.certidiritti.it/

YEAR2009

CERTIDIRITTI

CERTIDIRITTI

PROJECTProgettazione del marchio

CLIENTassociazione Radicale Certi Dirittihttp://www.certidiritti.it/

YEAR2009

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continare ad avere. continare ad avere.

continare ad avere.

continare ad avere.

PROJECTProgettazione del marchio per il portale MiMì

CLIENTPer Milano expo’.

YEAR2009

continare ad avere.

continare ad avere.

continare ad avere.

PROJECTProgettazione del marchio per il portale MiMì

CLIENTPer Milano expo’.

YEAR2009

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PROJECTReportage fotografico: La nuova Berlino.

CLIENTRedazione il Progetto.

http://www.ilprogetto.it/

YEAR2006

PROJECTReportage fotografico: La nuova Berlino.

CLIENTRedazione il Progetto.http://www.ilprogetto.it/

YEAR2006

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PROJECTReportage la forma dell’architettura

CLIENTRedazione il Progetto.

http://www.ilprogetto.it/

YEAR2006

PROJECTReportage la forma dell’architettura

CLIENTRedazione il Progetto.http://www.ilprogetto.it/

YEAR2006

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ESPERIENZE PROFESSIONALIGRAPHIC DESIGN

Sett. 2000 – sett. 2001 Collaborazione come progettista grafico presso l’agenzia Giancola Pubblicità

di Roma; Nov. 2002 – nov. 2003

Collaborazione come art director per la società Informatica Europea di Roma;

Gen. 2004 – lug. 2005 Direzione del reparto multimediale e grafica del Teatro São Luis di Lisbona;

Magg. 2005 – giu. 2005 Curatore del progetto per lo scambio culturale sul tema: la metodologia pro-gettuale Europea dell’Università UTL di Lisbona, tra gli Atenei di Lisbona,

Milano e Roma;

Mag. 2005 – apr. 2007 Art Director dell’evento Un Libro libera la mente, incontro tra istituzioni e

case editrici, organizzato dalla Provincia di Roma;

Giu. 2007 – Regista e coordinatore dello spettacolo Corpo, danza, musica e video per

l’istituto professionale Marco Polo di Monterotondo contro la dispersione scolastica nella provincia di Roma;

Lug. 2008 – Progettoo web my-shape.blogspot.com

.Sett.2009

Video contro il nucleare, per la sinistra arcobaleno.

Ott.2008 -Dic.2008 Campagna pubblicitaria per IPASVI di Firenze, presso L’Almagreal.

Magg. 2009 Campagna Certi Diritti, e redesign dell’immagine coordinata

Giugno 2009 Video promozionale dell’evento whats sex is an angel, itinerante nelle città

di Roma, Firenze, Torino e Genova. Gaypride 2009

via 6 Giugno, 14 00015 Monterotondo (Roma)Telefono: +39.328.8655157Posta elettronica: [email protected]://valcerca.wordpress.com/

nato il 04/08/82 a RomaCittadinanza: italianaStato civile: celibe

FORMAZIONE

1999 Attestato di Operatore grafico pubblicitario;2001 Diploma di Tecnico della grafica pubblicitaria presso

l’Istituto professionale Marco Polo di Monterotondo, 93/100;.2001 Attestato di qualifica della Regione Lazio in Tecnico della

computer grafica statica, animata e tridimensionale;

2005 Vincitore di una borsa di studio UTL , Lisbona (Portogallo) nell’ambito del Progetto Erasmus;

2005 Laurea in Grafica e progettazione multimediale (classe 4: Scienze dell‘architettura e ingegneria edile)

conseguita presso la facoltà d’Architettura “Valle Giulia” dell’Università degli studi di Roma La Sapienza,

con votazione 110 e lode. Titolo della tesi: Alcantàra un ponte per il futuro. Riqualificazione urbanistica

del Water front dell’ex-porto di Lisbona – relatore Livio Sacchi;

2006 Abilitazione alla libera professione;

2009 Specializzazione universitaria in Design della comunicazione presso l’istituto superiore per l’industria artistica ISIA di Firenze

con votazione 110 e lode. Titolo della tesi: EXPO Energy for the future,

comunicare un portale eco sostenibile- relatore Carlo Spoldi

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CONOSCENZE LINGUISTICHE

Italiano madrelingua;spagnolo buona conoscenza;portoghese buona conoscenza;

CONOSCENZE INFORMATICHE

Ottima conoscenza dei principali programmi di computer grafica 2D e 3D: Photoshop, Illustrator, Flash, Coral Draw e Quark-Xpress.

Ottima conoscenza programmi operativi Mac MS Windows 98/2000/ME/XP; programmi applicativi MS Office 2000 e principali programmi di navigazione

Internet e gestione di posta elettronica.

Autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Dlgs. n. 196/2003

in fede.Ivan Valcerca

ARCHITETTURA CONCEPT DESIGN:

Nov. 2004 - ottobre Studio d’architettura Felipa Rosetta – Lisbona, responsabile per la realiz-zazione della rappresentazione multimediale del nuovo piano urbanistico

d’Estoril in Portogallo;

Nov.2005 Progettazione d’arredamento commerciale.

Nov. 2005 – gen. 2006 Studio d’architettura Spazio Design/D&B – Eur, Roma: collaborazione per la progettazione del New York bar a Monterotondo scalo e della ristruttura-

zione del negozio C’Art nel centro commerciale I Granai a Roma;

Gen. 2006 – sett. 2006 Studio d’architettura Livio Sacchi – Via Tomacelli, Roma: collaborazione

per la progettazione della Chiesa coreana in zona Tiburtina a Roma, di due piscine private nel comune di Napoli e la ristrutturazione del ristorante

Giolitti nel quartiere dell’Eur a Roma

Giugno 2009 Progetto Orina, progettazione di un abitacolo sereno

Direzione Arch. Franco Raggi.

INSEGNAMENTO

Dal 2001 numerose collaborazioni per l’insegnamento di Progettazione Grafica, pianificazione pubblicitaria e disegno grafico presso gli Istituti

d’istruzione secondaria Via Flaminia di Castelnuovo di Porto e Marco Polo di Monterotondo e l’Istituto superiore Sisto V di Roma.

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