Val Vibrata Life edizione Marzo 2013

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TERRITORIO CIVITELLA DEL TRONTO La grotta Sant’Angelo, rifugio di briganti e luogo di culto scavato nella roccia PAGINA 7 IMPRENDITORIA IDEE E SVILUPPO In ambito industriale esiste un’enorme potenziale di progettualità che troppo spesso resta nascosta o inutilizzata. PAGINA 28 AMBIENTE IL BIOTOPO DI MARTINSICURO Dune: offrono protezione agli ambienti e agli ecosistemi più interni. PAGINA 20 MARZO 2013 MAGAZINE NEWS STORIE IMMAGINI RUGBY, FAIR PLAY A CASA NOSTRA ! non dimenticare di visitare WWW.VALVIBRATALIFE.COM 33 VALVIBRATALIFE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE

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VAL VIBRATA Life è un giornale Free Press distribuito in più di 300 attività della Val Vibrata .Arte Cultura Eccellenze Società Territorio

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TERRITORIO

CIVITELLA DEL TRONTOLa grotta Sant’Angelo, rifugio di briganti e luogo di culto scavato nella rocciaPAGINA 7

IMPRENDITORIA

IDEE E SVILUPPOIn ambito industriale esiste un’enorme potenziale di progettualità che troppo spesso resta nascosta o inutilizzata. PAGINA 28

AMBIENTE

IL BIOTOPO DI MARTINSICURODune: offrono protezione agli ambienti e agli ecosistemi più interni. PAGINA 20

MARZO 2013 M A G A Z I N E N E W S S T O R I E I M M A G I N I

RUGBY, FAIR PLAY A CASA NOSTRA

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AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE ECCELLENZE CULTURA SOCIETA’ VIAGGI AMBIENTE ARTE DOMANDE E RISPOSTE

EDITORIALE

Marzo pazzerello, ma ci piace così. A livello climatico di certo

siamo abituati alle bizzarrie delle condizioni meteorologiche,

mentre ci risulta ancora difficile abituarci ( o dovrei dire ad

adeguarci nostro malgrado) ai continui cambiamenti di rotta

che ci vengono proposti/imposti dai nostri “vertici” nazionali.

Ci vorrà ancora del tempo per riuscire a vedere la sponda per un approdo

sicuro, ma la pazienza è una caratteristica che contraddistingue noi di VVL.

Sappiamo aspettare, sappiamo ascoltare e vedere. Come voi che ci seguite

con attenzione dall’inizio. Questo è il nostro 9° numero, e troverete all’interno

diverse novità. D’immagine, innanzitutto. Grafica, foto, stile. E il prosieguo

di questo new look lo potete guardare e condividere sul sito, tutto nuovo!!!

esploratelo, e diteci cosa ne pensate.

Come sempre parliamo di territorio ed

eccellenze, di storia, racconti popolari

e leggende, di talenti di ogni età, tutti di

matrice vibratiana, di ambiente e territorio.

Non mancano le pagine per i nostri

lettori più giovani, bambini e non, e tanti

suggerimenti per prenderci cura di noi

imparando anche a far da se’. E le ricette,

e il tempo libero, e qualche sorriso, ci piace

regalarvi un po’ di tutto. Per i prossimi

mesi, vi anticipo che abbiamo bisogno

di voi! Quindi scrivete, mandate foto,

segnalateci eventi, feste, ricorrenze, fate

parte anche voi della nostra squadra!!!

E in questo numero voglio ringraziare

proprio tutti i componenti della redazione di VVL, dal primo all’ultimo. Persone

che hanno condiviso mesi di crescita e di esperienze per molti di loro nuove e

non sempre facili. Quelli che sono oggi con noi sono davvero speciali. Credono

in un progetto che amiamo, e che vogliamo far crescere ogni giorno di più,

con tutti voi. Buona lettura e auguri di una serena primavera, con la Pasqua

che chiuderà questo mese di marzo.

DIRETTOREMaria Rita Piersanti

CAPO REDATTOREVirginia Ciminà

COLLABORATORIPaolo Gatti

Virginia Anna Cichetti Laura Grimaldi

Federica Bernardini Federica Pompei Virginia Maloni

Pasquale Rasicci Angelo Bruni

Giordana Galli

EDITOREDiamond Media Group s.r.l.

Via Carlo Levi, 1 Garrufo di Sant’omero (TE)

P.IVA IT01807440670

VALVIBRATALIFEè una testata registrata presso

il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005

GRAFICA223 Produzioni s.r.l.

www.223produzioni.com

STAMPAArti Grafiche Picene s.r.l.

PUBBLICITàwww.diamondmediagroup.it

[email protected]

pagina 10

pagina 12

pagina 14

pagina 42

pagina 35

sommario

4 VILLA DELLE MURACCHESituata alle pendici della collina di Tortoreto, villa Muracche è una domus risalente con

ogni probabilità all’epoca della Roma repubblica.

6 IUS PRIMAE NOCTISIl diritto della prima notte.

18 NANDO PERILLIPiù di trent’anni di politica raccontata attraverso vignette, caricature, disegni e schizzi

sui personaggi e sugli avvenimenti della vita locale e nazionale.

20 IL BIOTOPO COSTIERO DI MARTINSICUROLaddove ombrelloni e chalet non hanno (ancora) messo le loro radici, ci sono lembi di

spiaggia che custodiscono scenari a molti ancora ignoti, quindi tutti da scoprire.

21 COSA PIANTARE A MARZONell’orto è tempo di semina all’aperto e di semina in coltura protetta per vari ortaggi

come alcune varietà di carote, melone, angurie, peperoni.

23 VAL VIBRATA BABYLa filastrocca Pasqua è Pasqua!

28 L’IMPORTANZA DEL COFFEE BREAKEcco come nascono le migliori idee, il giusto approccio, le più efficaci impostazioni.

Capire gli step è importante, perché in ambito industriale esiste un’enorme potenziale di

progettualità che troppo spesso resta nascosta o inutilizzata.

34 PRIMAVERA PSICHEDELICANell’aria c’è aria di primavera, tempo di colori, di nuovi amori, di fiori che sbocciano e

soprattutto dello stagionale cambio dell’armadio!

43 LE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPELa vera ricetta dei Bignè d San Giuseppe, un dolce prelibato e tipico della Festa del

Papà.

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To r t o r e t o

L A V I L L A R U S T I C A D E L L E M U R A C C H Esituata alle pendici della collina di Tortoreto, villa

Muracche è una domus risalente con ogni probabilità

all’epoca della Roma repubblicana.

di Virginia Cichettiohn Doe, photos by Doe Johnson

Innanzitutto il nome, “Muracche”,

sta ad indicare la costruzione di

un terrazzamento in opus incer-

tum, ovvero un “muro” costruito

con una classica tecnica edilizia

di epoca romana. In secondo luogo la

definizione di “villa rustica” che indi-

vidua, già al tempo di Roma antica,

una vera e propria azienda agricola

a conduzione famigliare. Durante il

periodo della sua massima fioritura

la villa raggiunse un’estensione di

ben 3710 metri quadrati. L’abitazione

fu costruita in modo da essere fun-

zionale all’attività stessa della casa,

cioè la produzione vinaria, e pre-

senta una pianta divisa in tre parti:

la pars dominica adibita agli utilizzi

famigliari dei proprietari del fondo, la

pars rustica usata dalla servitù e la

pars fructuaria all’interno della quale

si svolgevano le attività di produzi-

one del vino con tanto di vasche per

la raccolta e torchi per la spremitura.

T E R R I TO R I O T E R R I TO R I O

4 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

La zona della casa abitata dai pro-

prietari volge verso il mare, presenta

i resti di un portico ed un giardino

all’interno, una classica pavimen-

tazione in mosaico bianco e nero

impreziosita da motivi geometrici

e intarsi marmorei. Non lontano

dall’abitazione, nel 1956, sono stati

rinvenuti alcuni gruppi fittili raffigu-

ranti figure mitologiche come ciclopi

e muse, oggi conservati al museo

civico archeologico di Teramo.

La zona produttiva o fructuaria, dava

accesso diretto ai vigneti ed era

caratterizzata da un cortile e dai vari

ambienti destinati ad immagazzinare

le granaglie o alla lavorazione dell’uva

e del mosto, come la cella vinaria.

Proprio in quest’area sono stati fatti

dei significativi ritrovamenti di anfore

risalenti al I o II secolo a.C. e, con

queste, un frammento di testa di

leone che aveva inserita nella bocca

una fistula aquaria da cui sgorgava il

mosto nella vasca di fermentazione.

Sembra che l’attività vinicola fosse

talmente forte da richiedere ad un

certo momento l’ampliamento delle

vasche di raccolta per la produzione

di un nuovo vitigno. La zona fructu-

aria della villa proseguì nel suo lavoro

fino al V secolo d.C. abbandonando

però la produzione vinicola per quella

olearia mentre la pars dominica risul-

tava abbattuta già nel IV secolo.

La villa rustica delle Muracche è il

simbolo di un’imprenditoria agric-

ola che in Val Vibrata affonda le sue

radici in un’epoca molto lontana e

di un territorio prospero da cui gli

uomini, sin dall’antichità, hanno

saputo trarre i frutti migliori.

T E R R I TO R I O T E R R I TO R I O

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 5

I U S P R I M A E N O C T I SIus, una parola sacra nei canoni giuridici, trasmessa a sproposito dalla tradizione orale, ha dato crisma di legalità ad un abuso, l’abuso da parte del barone della primizia “negli sponsali dei sudditi”.x

Qu e s t a p r e t e s a

oscena d i un

potente nei con-

fronti del più debole

si diffuse anche in

Occidente durante il feudalesimo

e si diffuse con il nome di “diritto

della prima notte” oppure diritto del

signore di infilarsi nel talamo nuziale

dei suoi contadini e dei suoi servi

per assaporare il frutto verginale

delle loro mogli. Intorno al mille si

parlò di poter sostituire il diritto con-

creto con una tassa denominata

“marcheta mulierum”. Praticamente

il sovrano rinunciava a deflorare

le giovani spose dei suoi sudditi,

previo pagamento di una somma di

denaro. Si parla anche di una tassa

che i mariti settimanalmente dove-

vano pagare. assando all’Abruzzo, è

da osservare come lo stesso diritto

fosse esercitato dai feudatari sui

vassalli fin dai primordi del secolo

XIV. La licenza, l’arbitrio, la ferocia

più bestiale non avevano più limite.

Citiamo Guardiagrele, posseduta

come feudo dagli Orsini durante i secoli XIV e XV. L’infame tributo carnale

preteso è sempre vivo nella tradizione locale. Uno dei baroni fu cacciato

a sassate dal paese. Anche ad Archi c’era il marchese che introdusse

una legge secondo la quale quando una giovane decideva di maritarsi,

doveva prima andare a coricarsi con lui nella sua fortezza con quattro torri.

Anche a Pacentro un tale Orazio Rossi, feudatario del luogo, pretendeva

dai vassalli il diritto delle primizie coniugali. La medesima cosa successe a

Popoli e in tantissime altre località della Regione. Furono in tanti i mariti che

qua e là si ribellarono, ma quasi tutti pagarono con la vita la loro reazione.

Forse quello che accadde a Roccascalegna, un paesino di poche anime,

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T E R R I TO R I OT E R R I TO R I O

in provincia di Chieti, adagiato su un

colle, in una beata inerzia medievale,

se proprio non mise fine al turpe

fenomeno, attenuò certamente in

Abruzzo le violenze dei feudatari.

La sera che precedeva il giorno

delle nozze, una ragazza apprese

dai genitori i doveri della donna che

decideva di sposarsi. Il futuro sposo

si oppose all’abuso e decise di

farlo cessare in maniera sbrigativa.

Quando giunse il momento di con-

segnare la sposa al feudatario, si

presentò lo sposo vestito da donna

in quella camera preparata nella

giusta atmosfera, e illuminata da un

piccolo lume ad olio. Indossava una

elegante mantellina e nascondeva

un affilato coltello sotto la cintura. Il

barone, seduto su un seggiolone,

attendeva che la ragazza gli cadesse

tra le braccia. A cadergli tra le braccia

però non fu la vergine sposa, ma il

futuro marito che con violenza lo cri-

vellò di coltellate. Il barone trovò la

forza di alzarsi in piedi e di appog-

giarsi alle pareti della camera su cui

lasciò decine di impronte di sangue.

Il giovane, sfuggendo ai controlli,

riuscì a raggiungere il villaggio per

mostrare il coltello ancor caldo del

sangue dello spento oppressore. In

paese e nella valle cessarono gli

affanni e si gridò al trionfo e all’o-

nore salvato. L’abuso non si spense,

ma ovunque si attenuò moltissimo.

Col passare degli anni quel diritto

cessò di esistere. Forse qualche

fiammella qua e là si è protratta fino

alla prima metà del secolo scorso,

ma il “diritto” di un tempo fu definiti-

vamente cancellato.

L a g r o t t a S a n t ’ A n g e l o d i C i v i t e l l a d e l Tr o n t oR i f u g i o d i B r i g a n t i e L u o g o d i c u l t o s c a v a t o n e l l a r o c c i a

Sono trascorsi quaranta anni da quando un gruppo di giovani archeologi teramani, tra cui Walter Mazzitti e Delfino Cremonesi, decisero di effettuare una scavo archeologico nelle grotte della montagna dei Fiori, al confine tra le Marche e l’Abruzzo. Dopo uno scavo non molto profondo, emerse lo scheletro di una gigantessa. Giaceva composta, con le braccia incrociate sul petto e una pietra sotto la nuca come un cuscino. Non una vera tomba, ma una sepoltura pietosa, come se qualcuno avesse voluto nascondere in qualche modo la salma. Lo scheletro risale al tardo Medioevo, fra il 1100 e il 1200. Esso apparteneva ad una donna alta 2 metri e 10, morta fra i 22 e 25 anni di età, forse vittima di un delitto. Come, in quali circostanze e perché non lo sapremo mai con esattezza. Siamo davanti a un gial-lo di sette secoli fa. Mazzitti riteneva che il bacino fosse quello di una donna. Il cranio presentava i caratteri della femminilità. La donna aveva 23 denti con altrettanti alveoli. Il cranio aveva subìto un’operazione. II colpo ricevuto sul cranio aveva fatto entrare nella calotta cranica un ciuffo di capelli rossicci. La donna aveva ricevuto un colpo brutale: chis-sà se già morta o ancora viva . Della scoperta i ragazzi del gruppo archeologico teramano informarono subito la Soprintendenza alle Antichità di Chieti che all’epoca ha poi effet-tuato tutti i necessari interventi scientifici.

di Pasquale Rasicci

SABATO POMERIGGIOCANTINA S.OMERO

APERITIVI WINE BAR

T E R R I TO R I OT E R R I TO R I O

SECONDO ALCUNI

D O C U M E N T I

dell’epoca il suo vero

nome era Antonius

Berardi Andree de

Teramo ma era detto Zacchara perché

minuto e deforme (come Zaccheo il

pubblicano che a causa della sua

bassa statura dovette arrampicarsi

su un sicomoro per veder passare

Gesù) e visse in Italia tra il 1350 e

il 1416. Fu compositore e miniatore

come risulta da un contratto del 1390

che stipula con i frati dell’ospedale

di Santo Spirito in Sassia che lo

assumono per l’insegnamento della

musica e la decorazione di un anti-

fonario. A quell’epoca Zàcara era già

noto per le sue innumerevoli qualità

artistiche, fra cui anche il canto e

la scrittura, che fanno di lui uno dei

personaggi più ecclettici mai nati nel

teramano. Dal 1391 al 1407 fu segre-

tario papale al servizio di Bonifacio IX

e più tardi (1413 circa) dell’antipapa Giovanni XXIII come cantore e maestro

di cappella. Vivere a Roma durante lo Scisma D’Occidente lo pone al centro

di diverse contese (alcuni suoi componimenti vengono definiti satanici) e,

contemporaneamente, gli offre l’opportunità di ascoltare e conoscere i diversi

stili musicali dell’epoca. Zàcara raccoglie ogni nota aggiungendo un person-

alissimo tocco di novità compone sulla scia degli stili dell’ars nova e dell’ars

subtilior, con una tecnica che crea una continuità fra le due e la nascente

musica rinascimentale. La sua produzione musicale comprende egual-

mente musica sacra e profana e,

da quest’ultima, emergono i par-

ticolari più intimi della travagliata

vita del compositore. Zàcara fu

anche un apprezzato miniatore

a lui sono attribuite le miniature

dell’antifonario di San Benedetto

a Gabiano (Corropoli) custo-

dite presso la Fondazione Cini di

Venezia. Nel codice Squarcialupi (

una raccolta musicale del periodo)

è presente un’illustrazione che lo

raffigura minuto e con un totale di

dieci dita fra mani e piedi, come

d’altra parte è testimoniato nel suo

necrologio del 1416.

ANTONIO ZACARAda TERAMOdi Virginia Cichetti

T E R R I TO R I O

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T E R R I TO R I O

I M I E I S O G N I N E L C A S S E T TOVeronica Valà una bella ragazza, talentuosa e amante della musica. Ha solo 21 anni, è diplomata in ragioneria e studia pianoforte al Conservatorio di Teramo.

P E O P L E P E O P L E

1 0 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

Veronica Valà abita ad Alba Adriati-ca, con il padre Massimo, la mam-ma Fiorella e la sorella Federica. Ha un passato da modella e ha giocato a pallavolo in una squa-

dra locale. Ha partecipato al concorso nazio-nale Miss Grand Prix ed è arrivata in finale al concorso” Veline” nell’agosto scorso. Veroni-ca ci comunica che sta per preparare un di-sco,cantato in inglese,che dovrebbe essere pronto per la primavera/estate. Questo disco prevede la partecipazione di Dj Squalo, tecni-co di Radio 105, e sarà prodotto dalla Claudio Marastoni Communication di Reggio Emilia, nota agenzia pilotata da Claudio Marastoni, talent scout e agente di diversi personaggi dello spettacolo, moda, cinema e televisione. Come ti vedi in veste di cantante? E’stato molto emozionante registrare in studio a Milano con veri professioni-sti del settore come Dj Squalo e il gran-de cantautore e musicista Luca Ance-schi che hanno saputo consigliarmi e mettermi a mio agio durante la registrazione. La tua aspirazione è quella della musica o altro? Adoro la musica, è la mia passione. Ades-so sono dedita a questa bellissima e im-portante opportunità che mi è capitata, ma strada facendo se dovessi ricevere proposte per il cinema o per la televisio-ne le terrò senz’altro in considerazione. Hai già frequentato gli ambienti musicali? Si proprio a Febbraio sono andata al Festival di Sanremo conil gruppo della Claudio Ma-rastoni Communication. È stata una bellis-sima esperienza che mi ha permesso di in-contrare molti personaggi noti della tv e della radio ma soprattutto della scena musicale. Quando esce il tuo disco? Il disco dovrebbe uscire a fine apri-le. Da lì inizierà la campagna di promo-zione sui vari media (tv, radio e web). L’estate prossima come e dove la trascor-rerai?Sicuramente a fare serate in giro per l’Italia per la promozione del disco. Sto lavorando anche ad altri progetti che vi svelerò presto.

Il tuo futuro è rimanere in Abruzzo o hai altre intenzioni? Se vuoi fare questo lavoro ad un certo livello, devi per forza maggiore trasferirti in una città come Milano o Roma.

Noi restiamo in attesa di dettagli e altre infor-mazioni,come ad esempio il titolo del disco e le tappe del tour promozionale .In bocca al lupo,Veronica!

P E O P L E P E O P L E

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 1 1

L A I K A V E N D E T TAe le zone liminali della musica

di Virginia Cichettiparte del barone

IL PROGETTO ALTERNA-

TIVE rock dei Laika Vendetta

nasce ad Alba Adriatica nel

luglio 2011 quando al terzetto

dei Lustagroove formato già da

Emidio De Beradinis (voce), Marvin

Angeloni (chitarra) e Alessandro

Di Salvatore (batteria) si uniscono

il bassista Luca Di Filippo ed il chi-

tarrista Marcos Cortellazzo. Fra i

cinque è subito empatia: il gruppo

partecipa già in agosto al MW festi-

val di Castellina Marittima vincendolo

contro ogni più rosea aspettativa.

Laika V è il loro primo pezzo, ded-

icato all’omonima cagnetta spedita

nello spazio il 3 novembre 1957 a

bordo della capsula spaziale sovi-

etica Sputnick 2. E’ la vendetta di

Laika, il ritorno da un viaggio senza

ritorno, memoria di un’ignara martire

P E O P L E P E O P L E

1 2 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

nel nome dell’umanità. Questo brano

rappresenta idealmente il filo con-

duttore del loro primo album auto-

prodotto “Laika, Sylvia, Jeanne e

le altre” (Udedi, Boleskine house

records), immerso in tematiche

legate al mondo femminile e di coloro

(umani o animali) che sono ultimi,

senza difese. Emidio, cantautore del

gruppo, lo definisce “una collezione

di ritratti femminili”, audace e deli-

cata nell’esplorazione dei rapporti

più intimi come quello madre-figlia

descritto in Mitosi. Nel disco anche

immagini sonore dei luoghi vissuti,

come Roma, come la terra e il mare

natio “suoni con cui sei cresciuto,

che aiutano ad esprimerti. Perché il

posto te lo porti in musica e parole”

(Emidio). Si definiscono un gruppo

“molto 2.0”, il web è il loro mezzo di

comunicazione preferito, grazie a cui reperiscono anche i fondi per

finanziare il proprio lavoro (sono stati i primi in Abruzzo ad utiliz-

zare Musicraiser). Si avvalgono di un gruppo di lavoro giovane che

si occupa della loro “immagine”, fra cui l’artista teramana Mokina

che ha curato l’estetica dei loro cd ed il regista Josh Heisenberg

che ha curato alcuni dei loro video. Proprio in questi giorni stanno

registrando il loro prossimo album, “Elefanti in fuga”, con un diret-

tore artistico d’eccezione: Manuele Fusaroli (noto anche come Max

Stirner). Nel titolo del disco si cela una metafora che vuole incar-

nare la gioventù moderna “nella disperazione gli elefanti in fuga tra-

volgono ogni cosa al loro passaggio. Questo disco nasce con una

cura maniacale della forma: ha una lato poetico dolce/ombroso ed

un altro nevrastenico, feroce, energico e cerca un equilibrio fra le

due cose costruendo sotto la rabbia la melodia e posizionandosi in

una zona liminale” (Emidio). A qualcuno di loro questa parola: “limi-

nale”, piace davvero molto. Forse perché sotto molto aspetti è rap-

presentativa di quanto quest’epoca stia modificando, (mettendole a

dura prova), le nuove generazioni, la loro vita ed il loro esprimersi.

Lo spazio sul quale tutto questo prende vita è il palcoscenico “nel

momento in cui siamo sollevati da terra o su di uno spazio scenico

ben definito diventiamo degli animali” (Alessandro). Il palco è la zona

liminale per eccellenza il luogo in cui gli LkV danno vita a tutta la

dissonanza di quest’epoca. Nella loro musica si sciolgono i sogni di

una generazione intera: la rabbia e la difficoltà di trovare un lavoro

o di costruire una relazione duratura.

“Ma la crisi è possibilità, è rinnovamento, una rinascita così come è intesa ad oriente, è la dea Kali allo specchio” (Emidio).

P E O P L E P E O P L E

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 1 3

R U G B Y, FA I R P L AY A C A S A N O S T R AC o m e s p i e g a r e l o s p i r i t o n o b i l e d e l l o s p o r t ? C h e l ’ i m p o r t a n t e n o n s i a v i n c e r e m a p a r t e c i p a r e ?

d i V i r g i n i a C i m i n à

CI SOFFERMIAMO

OGGI su ciò che

accade nel rugby,

in particolare nel

rugby d i casa

nostra. L’Associazione Sportiva

Dilettantistica Rugby Club Tortoreto è

nata nel 2005, ma solo dopo due anni

di duri allenamenti e partite dispu-

tate con i colori del Teramo Rugby,

ha potuto iscrivere la propria città al

campionato di serie C. Anni di dure

sconfitte ed entusiasmanti vittorie

E C C E L L E N Z E E C C E L L E N Z E

1 4 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

che hanno fatto crescere il collettivo

e dato stimoli eccezionali a questi

uomini furibondi ossessionati dalla

palla ovale costretti in mille ingarbu-

gliate regole sportive, che un arbitro in

campo riesce sempre a far rispettare,

inscenando in campo uno spettacolo

agonistico degno di questo nome.

Una società che a partire dal 2011

può vantare un proprio settore gio-

vanile e per la corrente stagione

sportiva vede impegnati nei rispet-

tivi campionati di categoria quattro

squadre juniores, dai piccolini dell’un-

der 12 fino ai ragazzi under 20, pas-

sando per l’under 14 e l’under 16, ma

anche l’avvicinamento delle ragazze,

le Tortorelle. Oltre alla

squadra Seniores che

disputa da diversi anni

con ottimi risultati il cam-

pionato di serie C, infiam-

mato dagli accesi derby

con Teramo e Pescara.

Uno sport il rugby che,

come ci conferma il pre-

sidente Sandro Porrea,

si differenzia da tutti gli

altri per lo spirito d’ami-

cizia, lealtà e sostegno

che portano ad aiutare sempre chi è

in difficoltà dentro e fuori dal campo.

Non solo uno sport ma uno stile di

vita, andare avanti senza paura fino

al fischio finale del match per poi ritro-

varsi nel terzo tempo in cui i gladiatori

si siedono a tavola tutti insieme per

gustare i piatti tipici della città della

squadra ospitante. Degna di nota è

anche la famosissima festa del Rugby

“Finché c’è birra c’è speranza”, una

festa seguita nel territorio abruz-

zese e marchigiano, completamente

realizzata e gestita dalla società.

Alla festa è collegato il Torneo di

Seven, al quale partecipano squadre

provenienti da tutto lo stivale e negli

Nella scorsa stagione sportiva il Tortoreto Rugby ha dato il via al “Torneo la Terrazza”, dedicato interamente al settore giovanile con la partecipazione di ben 16 squadre provenienti da tutta la regione.

ultimi tre anni anche formazioni

inglesi.Nella scorsa stagione spor-

tiva il Tortoreto Rugby ha dato il via

al “Torneo la Terrazza”, dedicato

interamente al settore giovanile con

la partecipazione di ben 16 squadre

provenienti da tutta la regione.

Un’intensa giornata di rugby che si

conclude con l’immancabile terzo

tempo in cui tutti i giovani parteci-

panti gustano squisiti piatti cucinati

ad arte dai ragazzi della squadra

seniores.Negli ultimi anni l’Italia e gli

italiani si sono innamorati sempre

più di questa disciplina, un tempo

riservata solo ad appassionati e

praticanti.

E C C E L L E N Z E E C C E L L E N Z E

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 1 5

La satira politica del vignettista Nando Perillidi Virginia Ciminà

PIù DI TRENT’ANNI

di politica raccontata

attraverso vignette,

caricature, disegni

e schizzi sui perso-

naggi e sugli avvenimenti della vita

locale e nazionale. Vicende note a

tutti ma che nessuno aveva ancora

raccontato attraverso matite, pen-

nelli e acquarelli. Chiamarlo vignet-

tista o caricaturista è sicuramente

riduttivo. Nando Perilli infatti è un

artista a 360 gradi che ama defi-

nirsi “padrone della satira con la

fantasia”. Nasce a Nereto nel 1947

e dopo un’infanzia trascorsa tra

i banchi di scuola, l’oratorio e il

campo di calcio, si iscrive all’Isti-

tuto d’Arte Grafica e Pubblicitaria

di Ascoli Piceno che frequenta

solo per tre anni, per poi ritirarsi a

causa della prematura scomparsa

del padre. Avviene così il passag-

gio dalla scuola al lavoro, che porta

il giovane Nando a trovare occupa-

zione presso la fabbrica Ceramiche

Mignini di Nereto dove riesce a

mettere in pratica tutte le sue com-

petenze artistiche. In quegli anni

ebbe la fortuna di conoscere grandi

maestri di Castelli, Emilio e Romeo

Pardi ai quali deve l’apprendimento

di molti segreti della ceramica castel-

lana, dalla tecnica del paesaggio a

quella dei paesaggi di colore inver-

titi. Questa prima esperienza lavo-

rativa si concluse nel 1982 quando

decise di aprire una sua bottega a

Nereto. Ma la vera svolta per la sua

carriera da vignettista avviene nel

1985 quando in occasione della festa

del quotidiano “Avanti!”, organiz-

zata dalla sezione locale del Partito

Socialista Italiano, a cui lui era iscritto.

Furono inviati a Nereto alcuni

esponenti della testata tra i quali

Raffaele Genah. Fu proprio quest’ul-

timo a proporre a Nando una colla-

borazione che gli diede negli anni

grande visibilità e successo a livello

nazionale e internazionale come l’in-

tervista dedicatagli da Panorama.

Oltre 400 opere inviate nella Capitale

E C C E L L E N Z E E C C E L L E N Z E

1 8 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

che ritraevano il mondo politico

da Natta a Occhetto, Fanfani e

Spadolini. Una popolarità che lo portò

a breve di fronte un difficile bivio: tra-

sferirsi a Roma per affermarsi come

vignettista oppure rimanere a Nereto

a gestire la sua bottega. Ma il suo

cuore scelse per lui, tanto da deci-

dere di rimanere nel suo paese d’o-

rigine vicino alla moglie Maria Pia

e ai figli Emanuele e Davide. Anni

di vignette e caricature che hanno

impegnato Nando Perilli in diverse

collaborazioni come quella con

“Paese Sera”, quotidiano romano

e “Il Centro”, quotidiano abruzzese,

oltre a numerose mostre locali. Una

passione la sua che non si è spenta

nel tempo ma ha trovato vigore con

l’ascesa in politica di Beppe Grillo,

quest’ultimo protagonista in nume-

rose opere come per esempio l’ul-

tima appena sfornata che ritrae lo

stesso Grillo e Casaleggio in sella ad

una vespa, con chiari riferimenti all’o-

pera Felliniana “Vacanze Romane”.

Nando Perilli non è solo satira politica

ma racchiude un’infinità di mondi: dal

calcio, alla religione passando per

l’attualità. Una fantasia tradotta su

fogli bianchi ,grazie alla complicità

della sua matita per realizzare vere

e proprie opere d’arte.

E C C E L L E N Z E E C C E L L E N Z E

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 1 9

IL BIOTOPO COSTIERO DI MARTINSICUROPrima parte: le dune A cura di Angelo Bruni – C.E.A. Scuola Blu - Martinsicuro

SPIAGGE DI RITMO

sotto il sole e belle

donne nell’Adriatico,

sintetizzava Fiorello in

una sua hit degli anni

’90. Esistono tuttavia altri punti di

vista attraverso cui possiamo osser-

vare una spiaggia delle nostre coste.

Laddove ombrelloni e chalet non

hanno (ancora) messo le loro radici,

ci sono lembi di spiaggia che custo-

discono scenari a molti ancora ignoti,

quindi tutti da scoprire. È il caso del

biotopo costiero di Martinsicuro, circa

due ettari di spiagge basse e sab-

biose caratterizzate da un’importate

presenza di vegetazione, situazione

sempre più rara da trovare in ambienti

litorali soprattutto italiani. Questo

perché nelle “comuni” spiagge viene

a mancare un elemento fondamen-

tale per la crescita e la sopravvi-

venza delle specie vegetali: la pre-

senza delle dune. Solitamente asso-

ciate a paesaggi esotici come quelli

dei deserti, le dune possono essere

costruite tramite l’azione del vento

anche nelle nostre spiagge sono

ovviamente di dimensioni ridotte

rispetto a quelle desertiche, ma

possono unirsi tra loro per dar

luogo a lunghi cordoni paralleli

alla linea di costa. L’importanza

di questi corpi sabbiosi è mol-

teplice da un lato costituiscono

un’importante riserva di sabbia

in momenti critici di erosione, ad

esempio durante eventi di tem-

pesta, quando le onde rielabo-

rano la sabbia delle dune e le

ridistribuiscono fino a formare

nuovi profili di spiaggia in tale

maniera le dune rappresen-

tano a tutti gli effetti un’alterna-

tiva naturale ai ben più artificiali

– e spesso artificiosi - e costosi

ripascimenti che ogni stagione

molte amministrazioni sono costrette

ad operare. Oltre a questo le dune

offrono protezione agli ambienti e

agli ecosistemi più interni, andando

ad intercettare sia le ingenti disper-

sioni di sabbia nel caso di venti par-

ticolarmente potenti, sia gli stessi

venti di provenienza marina, ricchi di

salsedine potenzialmente dannosa

per alcuni dei succitati ecosistemi.

Ma c’è un altro motivo per cui le dune

rappresentano una preziosa risorsa,

in particolar modo per l’ambiente

che stiamo affrontando. Innanzitutto

bisogna fare un passo indietro e

rimarcare come non sia sufficiente

solamente una manciata di sabbia

svolazzante per dar origine ad una

duna è infatti molto importante la pre-

senza di un mezzo che ne ostacoli il

percorso, permettendo quindi quell’i-

niziale accumulo che si evolverà in

una duna vera e propria. Questo

ostacolo può essere costituito da

detriti rocciosi, di dimensioni varia-

bili, o spesso anche da forme di vita

vegetali che andremo a definire “pio-

niere”. Queste non sono che alcune

componenti della famiglia di specie

vegetali che, nel loro insieme, pren-

dono il nome di “piante psammofile”.

Per scoprirne il significato, l’aspetto e

l’importanza, vi diamo appuntamento

al prossimo mese.

A M B I E N T E A M B I E N T E

2 0 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

POLLICE VERDE A MARZO

02 Nell’orto è tempo di semina all’aperto e di semina in coltura pro-tetta per vari ortaggi come alcune varietà di carote, melone, angurie, peperoni, melanzane, asparagi, piselli, spinaci, sedani ecc. Quella dei meloni può essere effettuata in semenzaio su letto caldo dopo quindici giorni le piantine devono essere trapiantate in tunnel di mate-riale plastico e poi messe a dimora. Le irrigazioni devono essere fre-quenti. Ricordate prima di seminare il melone di fornire il terreno di letame e che, dopo che le piantine siano germogliate, di usare un concime a base di potassio.

03 Per quanto riguarda le carote evitate il letame e preferite, piutto-sto del compost ben sminuzzato. E’ importante un’accurata pulizia del

terreno e la rincalzatura durante la crescita può essere d’aiuto il mace-rato di ortica potranno essere rac-colte circa 2 mesi dopo la semina, non appena le foglie iniziano a ingial-lire. Seminate le piantine di melan-zane su un letto di terriccio umido proteggendoli con una lastra di vetro coperta da giornali. Innaffiate fre-quentemente e quando ogni pian-tina è alta 30 cm cimate per favo-rire la ramificazione , sostenete con una canna, vaporizzate con acqua per allontanare gli afidi ed elimi-nate il fogliame vecchio. Verso apri-le-maggio le piantine saranno suffi-cientemente grandi per essere tra-piantate in vasi da 23cm, protette e innaffiate. Quando i frutti sono lunghi 20cm circa, turgidi e brillanti, taglia-teli con un coltellino ben affilato.

04 Per tutto il mese, poi, è

possibile trapiantare aglio, cipolla, lattuga e cavolo cappuccio.In fase di luna calante n e l l ’ o r t o è o p p o r t u n o provvedere alle ultime potature di ulivi, v i t i e a l b e r i d a frutto. C o n la luna nuova s i semina l a c i c o r i a e si inne-s t a n o i cil iegi e i pruni. In fase di luna cre-scente è il momento di piantare i bulbi e di seminare bietole, carote e ravanelli. In fase di luna piena è tempo di dedicarsi alla raccolta di erbe aromatiche ed all’innesto di peri e meli.

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di Laura Grimaldi

01 In casa irrorate le piante più spesso insistendo sulla pagina inferiore delle foglie e spruzzatele con un buon lucidante antiparassitario, evitate la diretta esposizione delle piante da appartamento all’aria.

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illustrazioni di Giordana Galli

Filastrocca “Pasqua è Pasqua”illustrazioni di Giordana Galli

VALVIBRATALIFEBABY!

lla PasquaDell’anno passatoUn palloncinoMi era scappato.

Mi era scappatoNell’alto del cielo,Io lo guardavoE piangevo piangevo.

2 4 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

Anche quest’annoUn pallone è volatoMa io ho risoFelice e beato.Il palloncinoE’ andato lassùMa io quest’annoNon piango più.

(Roberto Piumini)

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 2 5

2 6 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

E C C O C O M E N A S C O N O L E I D E E

IL GIUSTO APPROCCIO, le più efficaci imposta-

zioni. Capire gli step è importante, perché in ambito

industriale esiste un’enorme potenziale di proget-

tualità che troppo spesso resta nascosta o inutiliz-

zata. Il primo punto di partenza è il proposito, in altre

parole l’idea (che spesso nasce dall’osservazione): nel

concetto di idea non è presente alcun riferimento a obiet-

tivi e risorse ma solo al “disegno della mente” di qualcosa

che ancora non esiste, raffigurazione di impulsi esterni

spesso eterogenei e non associati ma già in possesso

del project manager. Alla comprensione segue l’elabora-

zione, e quindi la prima fase della struttura progettuale.

Aumentare il numero di idee alla base di un progetto

incrementa le possibilità di crescita e sviluppo dell’a-

zienda per la quale si realizza. Piuttosto che

riuscire ad avere idee brillanti, dunque,

è ancor più importante essere in grado

di trasfor- marle in progetti vincenti: è

questa la vera sfida di ogni imprendi-

tore e di ogni organizzazione. Definire un

buon progetto richiede perciò che in azienda

le idee nascano ma soprat-

tu t to che possano circolare

(ascoltando e ascoltan-

dosi), sia in maniera

spontanea s ia

secondo schemi

e p r o c e d u r e

formali. Non

es is te una

ricetta sola: la

“cas-

IMPRESA: L’IMPORTANZA DEL COFFEE BREAKCome prende forma un progetto?

setta delle idee” ha fatto miracoli per alcune aziende,

mentre in altre si è rivelata quasi inutile le riunioni formali

possono ridursi a momenti sterili o portare a idee che

cambiano il destino di un’impresa. Di solito, la nascita di

un’idea è influenzata da una specifica esigenza dell’a-

zienda. Tuttavia, è frequente il caso di idee (e quindi pro-

getti) nati dalla condivisione di esperienze e prospettive

di soggetti, anche non appartenenti alla stessa orbita

industriale, o anche di modelli/soluzioni proposti da con-

sulenti per trarne vantaggio competitivo. Ad esempio,

mai rinunciare a prendere un caffè con colleghi, colla-

boratori e soprattutto con i clienti! Il passo dall’idea al

progetto è tanto brave quanto critico. Dale Carnegie

ha detto: «Noi tutti possiamo fare cose che nemmeno

I M P R E N D I TO R I A I M P R E N D I TO R I A

Definire un buon progetto richiede perciò che in azienda le idee nascano ma soprattutto che possano circolare (ascoltando e ascoltandosi).

Pino Daniele? Ogni scarrafone è

bello ‘a mamma soja). Spesso, il

processo di valutazione prende

spunto dalle 6 W del giornalismo:

1. W h a t : q u a l è l ’ o -

biett ivo di questo progetto

2. W h y : p e r c h é f a r l o

3. W h o : c h i l o f a r à

4. H o w : c o m e f a r l o

5. Where: dove farlo (in tutti i sensi)

6. When: quando fa r lo .

Ad esempio, un progetto nasce

sempre da un’esigenza (commer-

ciale, tecnico, industriale) ma poi,

andando oltre, bisogna guardare a

quali sono le risorse in campo. Basti

pensare alla storiella dei milioni di

dollari spesi dalla NASA per realiz-

zare una penna con serbatoio d’in-

chiostro pressurizzato e “scrivere

nello spazio in assenza di gravità”

mentre i Sovietici davano ai propri

cosmonauti una matita! Dalle bar-

zellette ai fatti veri: per il rientro

in atmosfera delle navicelle pun-

tando lo scudo termico verso il

basso, gli Statunitensi adottarono

pensiamo di poter riuscire

a fare. Ma se mai rischie-

rai, mai conoscerai il tuo

potenziale». Rischiare non

significa buttarsi a capo-

fitto ma avere la lucidità di

valutare ogni idea e sapervi

cogliere i primi cenni di un

progetto. Le idee vanno

quindi pesate, attenti a non

scartare nulla con superficialità ma

neanche a restare accecati dall’e-

motività (ricordate come cantava

un complesso e costoso sistema

di manovra mentre i Sovietici con-

centrarono il peso della loro navi-

cella verso un’estremità, in modo

che la capsula assumesse sponta-

neamente l’assetto giusto. Queste

esperienze ci insegnano come non

basti saper leggere un’esigenza se

poi non si è in grado di focalizzare

l giusto obiettivo di un progetto. In

ambito industriale spesso si comu-

nica solo l’esigenza o, peggio, si

imposta un obiettivo che in realtà è

una chiave di lettura del vero obiet-

tivo. La fase successiva all’ideazione

del progetto deve pertanto essere

la giusta impostazione e comuni-

cazione dei requisiti a chi dovrà poi

svilupparlo o, se ci si trova dall’al-

tra parte, saper capire la vera anima

del progetto che ci è stato affidato. In

ultima analisi, è compito del proget-

tista o del manager di progetto indi-

viduarne la vera natura, in quanto a

lui sarà demandata ogni responsabi-

lità sulla riuscita o meno delle varie

attività.

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I M P R E N D I TO R I A I M P R E N D I TO R I A

FANTASIA E CREATIVITà contraddistin-

guono da sempre Vitamina Jeans, brand

di punta della Manifatture Lord. L’azienda,

creata dalle menti degli imprenditori san-

tegidiesi Francesco Zappacosta e Marini

Sandro, nasce quasi per “gioco”, come lo stesso titolare

ci racconta, mentre stava chiacchierando con un po’ di

amici del più e del meno in un bar. Il punto di partenza

sono stati i pantaloni successivamente le collezioni si

sono rinnovate e ampliate, andando a soddisfare gusti

ed età diverse. Da più di vent’anni Vitamina Jeans è

un marchio giovane, creativo ma anche chic che non

rinuncia all’alta qualità del Made in Italy.

Quale è stato il percorso che ha portato alla nascita di Manifatture Lord e come ha iniziato la sua attività?

Il mio primo lavoro è stata l’impresa di costruzioni

fondata nel 1957 da mio padre e tuttora in attività. Il

passaggio al settore dell’abbigliamento è avvenuto per

caso. Abbiamo aperto l’azienda Manifatture Lord io e

mio cognato a Sant’Egidio alla Vibrata.

Quali sono i mercati che rappresentano il vostro

V I TA M I N A J E A N Sl’abbigliamento santegidiese famoso nel mondodi Virginia Ciminà

3 0 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

I M P R E N D I TO R I D E L L A VA L V I B R ATA I M P R E N D I TO R I D E L L A VA L V I B R ATA

core business?

Siamo presenti in tutto il territorio italiano dal nord al

sud ed anche all’estero: Germania, Francia, Belgio e

qualche contatto perfino con il mercato russo. Puntiamo

ad operare sul dettaglio partendo dall’estero. Abbiamo

creato una nuova linea di abbigliamento “De Ilie” ed

abbiamo allacciato anche buoni contatti commerciali in

Spagna. Il mercato principale rimane comunque quello

italiano, per ora.

Quali sono i punti di forza della vostra attività imprenditoriale?

I punti di forza sono diversi, principalmente la vestibil-

ità di tutti i nostri capi alla quale dedichiamo la massima

cura e attenzione inoltre la nostra produzione è fatta

interamente in Italia “dal filo allo stiro” come recita lo

slogan delle nostre etichette. Abbiamo sempre creduto

e scommesso sul Made in Italy per tutte le fasi di real-

izzazione del capo.

Parliamo del nome Vitamina. Da cosa nasce?

Il nome Vitamina è nato per caso. All’inizio operavamo

con il marchio Top In, due triangoli di cui uno rovesciato,

ma qualcosa mancava. Pensammo allora a “Top In, la

vitamina del jeans” e da lì è partito poi Vitamina Jeans.

Nasce ad ottobre del 1996.

Vitamina Jeans non realizza solo pantaloni ma anche

cappotti, camicie, maglie. Avrebbe mai immaginato, ai suoi inizi, che l’offerta si sarebbe così tanto ampli-ata e diversificata?

La mia azienda all’inizio produceva solo pantaloni ma

poi abbiamo deciso di ampliarci con nuove tipologie di

prodotti e spaziare dalle camicie, ai cappotti, alle maglie,

insomma puntare ad un total look. Abbiamo tre linee:

Vitamina Jeans rivolta ad una ragazza giovane, Diva

Vitamina per la signora che si vuole far notare e la linea

Vitamina Jeans uomo. Abbiamo tre stilisti in azienda

e investiamo moltissimo su ricerca e nuove tecnologie

Parliamo un po’ della situazione economica della Val Vibrata, ci sono dei veri competitori in zona?

Negli anni ‘80 la Val Vibrata era considerata la Valle

dell’Eden, trovavi in ogni angolo una diversa realtà famil-

iare produttiva. E tutto questo è pian piano svanito

soprattutto per colpa di una politica sbagliata. Noi come

imprenditori non siamo mai stati capaci di associarci e

questo ha portato molti a delocalizzare la produzione

togliendo lavoro e risorse alla Val Vibrata.

Una domanda un po’ insolita per concludere un suo difetto?

Purtroppo sono troppo buono, non so dire di no e c’è

chi se ne approfitta e mia figlia Cristina, che lavora in

azienda, me lo dice sempree se questo è da consider-

arsi un difetto allora lo accetto più che volentieri.

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 3 1

I M P R E N D I TO R I D E L L A VA L V I B R ATA I M P R E N D I TO R I D E L L A VA L V I B R ATA

C U LT U R A E S P E T TA C O L I

C O R R O P O L II N M U S I C A ,

Numerosissimi allievi stanno dimostrando che la passione e la qualità del

lavoro portano a grandi risultati.

DA QUALCHE TEMPO nel territorio di

Corropoli, ricco di storia, di reperti e di

tradizioni, popolato da tanti appassionati

di arte e cultura, si parla anche attraverso

un linguaggio non verbale, ma sempre

efficace.La cosa ci è piaciuta soprattutto perché riguarda

giovani e giovanissimi, che da diversi mesi oramai

popolano i locali della ex Scuola Elementare di via S.

Giuseppe e la rendono di nuovo vibrante, letteralmente.

Difatti, grazie al lavoro di attenti e preparati professioni-

sti in ambito didattico e musicale, e grazie alla lungimi-

ranza dell’Amministrazione Comunale, a Corropoli i Corsi

Musicali sono oggi una realtà consolidata ed apprezzata.

Numerosissimi allievi stanno dimostrando che la pas-

sione e la qualità del lavoro portano a grandi risultati.I

corsi sono organizzati e coordinati dalla Associazione

Musicale Orchestra Giovanile “ I SINFONICI, con

la Direzione Artistica ed il coordinamento didattico a

cura del M° Sergio Piccone Stella, e con il patrocinio

del Comune di Corropoli. Questo è un dato importante

: l’Amministrazione Comunale del paese ha recepito

segnali che da tempo erano nell’aria, ed ha colto subito

la possibilità di sostenere una attività che unisce cultura

e ragazzi, impegno e divertimento.Tanto impegno per

progetti che stanno già regalando ottimi risultati, ma

questo è appena l’inizio. Attualmente sono operativi i

Corsi Strumentali di Flauto, Clarinetto, Sassofono, Corno,

Tromba, Trombone, Violino, Violoncello, Contrabbasso,

Chitarra classica e moderna, Canto lirico e moderno,

Pianoforte, Organo, Tastiere. E naturalmente tutte le

discipline complementari correlate ai singoli corsi. Dal

mese di ottobre

2012 è attivo

anche il Coro

Comunale di

Voci Bianche

con oltre 40

iscritti, una delle

belle novità della

stagione didat-

tica. Va ricor-

dato che le atti-

vità del Coro di

Voci Bianche

sono gratuite

per tutti i parte-

cipanti, grazie

al Patrocinio

dell’Amministra-

zione Comunale.

L’ Associazione

M u s i c a l e

Orchestra Giovanile “ I SINFONICI “ , diretta fin dalla

sua fondazione (1994) dal M° Sergio Piccone Stella,

da sempre ha perseguito un obiettivo preciso: creare

reali possibilità di lavoro in ambito musicale per giovani

musicisti preparati e motivati .Negli anni sono arrivati

importanti riconoscimenti, collaborazioni nazionali ed

internazionali con Direttori e solisti di fama, registrazioni

discografiche e televisive, concerti, e nei prossimi mesi

ancora tanti impegni per una stagione musicale che sarà

ricca di celebrazioni e ricorrenze importanti.

Le lezioni si svolgono dal lunedì al sabato ore 15,00 - 20,00 presso ex Scuole elementari via San Giuseppe. Per informazioni e Segreteria:telefono347.6590974 e-mail :[email protected]

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 3 3

C U LT U R A E S P E T TA C O L I

P S I C H E D E L I C ANell’aria c’è aria di primavera, tempo di colori, di nuovi amori, di fiori che sbocciano e soprattutto dello stagionale cambio dell’armadio!

di Federica Bernardini

MA COSA CI propongono

gli stilisti per la nuova

stagione? Tra le varie

possibilità balza subito

agli occhi l’idea di abiti

dalle linee semplici ma con stampe colo-

ratissime e geometriche che richiamano

nelle fantasie e nei colori un mondo

optical. Infatti riecheggia sulle passerelle

l’atmosfera degli anni ’60 – ’70 e la cor-

rente artistica di quei tempi: l’Optical Art

( o Op Art). Fondato da Victor Vasarely, il

movimento artistico si concentrava sulla

creazione di illusioni ottiche bidimensio-

nali, tipicamente in movimento, create

per stimolare e coinvolgere l’osservatore

e per indurlo in uno stato di instabilità per-

cettiva. E proprio su queste sensazioni

psichedeliche hanno lavorato gli stilisti

creando abiti con fantasie e colori “incor-

niciati” da forme geometriche. Insomma

come avviene spesso nella moda non è

stato creato nulla di nuovo ma è stata ela-

borata una versione tutta contemporanea

di una tendenza che viene dal passato

PRIMAVERA

3 4 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

M O DA M O DA

UNA PRINCIPESSA PRÊT à PORTERdi Federica Bernardini

A QUASI SEDICI ANNI

dalla sua morte, Lady

Diana viene consi-

derata ancora oggi

un’icona di classe

e sensibilità, simbolo di valori e

bellezza. Ma la sua grandezza non

viene tanto dal gusto che aveva

nello scegliere gli abiti giusti o dalla

raffinatezza che la distingueva,

ma dalla capacità di svecchiare le

regole di corte avvicinandosi alle

donne comuni. Infatti Diana fu la

prima della Casa Reale a mischiare

la moda austera imposta dal pro-

tocollo al prét à porter, passando

dai jeans ai tailleur, dalle scarpe

alte ai mocassini, dagli abiti lunghi

alla tuta, il tutto mantenendo intatta

la sua innata eleganza. In questo

modo le donne del popolo inizia-

rono a trovare in lei una figura in cui

potersi immedesimare ed aspirare,

a discapito di anni di moda inges-

sata tipica dei reali che l’avevano

preceduta. Per celebrare lo stile di

Lady Diana, Tod’s ha sponsorizzato

il libro Timeless Icon i cui ricavati

andranno alla Clic Sargent, fonda-

zione a sostegno dei bambini malati

di cancro di cui diventò madrina la

stessa Diana nel 1981. Il volume,

edito da Electa e in circolazione

dall’11 marzo, raccoglie 92 foto-

grafie rappresentative degli outfit

più famosi della Principessa. Tra

questi il vestito di velluto nero con

cui ha ballato con John Travolta alla

Casa Bianca, e l’abito per la prima

de Il Lago dei Cigni al London

Coliseum, la cui foto è stata scelta

per la copertina del libro.

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 3 5

M O DA M O DA

M A S S A G G I O T H A I L A N D E S EL’antico massaggio thailandese trae le sue origini dalla medicina tradizionale cinese e da quella indiana ayurvedica arricchendo il tutto con manovre di stretching passivo e yoga.

di Linda Panyawai

IL MASSAGGIO THAILANDESE ha una lunga storia

di pratica terapeutica.Praticato per secoli, le sue

origini si possono far risalire all’India di circa 2.500

anni fa. Il primo a praticare questo tipo di massaggi

si dice essere stato JivakaKomarabhacca (il “Padre

Dottor Shivago”), un dottore, amico e contemporaneo del

Buddha. I Cinesi e gli Indiani si crede abbiano fortemente

influenzato le terapie e i trattamenti sviluppati in Thailandia.

Le basi teoriche del massaggio Thailandese risiedono

nelle linee energetiche che attraversano il corpo umano.

Delle oltre 75.000 linee di energiache si dice esistano,

solo 10 sono quelle su cui ci si focalizza. Queste linee

vengono chiamate SEN. Importanti punti che la medicina

dell’agopuntura utilizza si trovano proprio su queste linee.

Trattamenti per il corpo, per specifici organi e cure per

diverse malattie sono spesso eseguiti usando il sistema

delle dieci SEN. Molto di quello che si conosce oggi come

Massaggio Tradizionale Thailandese è stato tramandato

oralmente di generazione in generazione. Molti degli

antichi testi medici furono distrutti nel 1776 con la distru-

zione di Ayutthaya (la vecchia capitale del Siam) da parte

dei Birmani. Nel 1832, il Re Rama III, ritrovò le vecchie

tavole con le antiche inscrizioni e per preservare la tra-

dizione le fece inserire all’interno del Tempio “WatPho”

a Bangkok dove oggi si trova anche la più antica scuola

di massaggi di tutta la Thailandia. Secondariamente si

svilupparono altre scuole di fondamentale importanza

come la “Thai TraditionalMedical Service Society”

approvata dal Ministero della Salute. Il massaggio tai-

landese si caratterizza per la fluidità e la ritmicità con

cui vengono eseguiti pressioni, stiramenti, rotazioni.

Le pressioni stimolano la circolazione e il drenag-

gio linfatico e riattivano i flussi di energia le manipo-

lazioni allentano le tensioni e rendono flessibili le arti-

colazioni. Le tecniche vengono eseguite dall’opera-

tore non soltanto con le mani ma anche con i piedi, gli

avambracci, le ginocchia e i gomiti. Perché praticarlo.

Riequilibrando lo stato energetico della persona, il

Massaggio Tailandese induce uno stato di benessere

psicofisico generale. Trattamenti regolari di massote-

rapia tailandese stimolano e mantengono in salute cir-

colazione sanguigna, flusso linfatico, sistemi nervoso,

muscolare e ormonale e articolazioni.

3 6 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

P U B L I R E DA Z I O N A L E

P U B L I R E DA Z I O N A L E

D I A L O G O

LA TIMIDEZZA TRADUCE

un senso per lo più abit-

uale di disagio provo-

cato da timore, pudore o

soggezione, che si real-

izza in un comportamento esitante e

impacciato, talvolta anche scontroso.

È un sentimento che si presta alle più

svariate interpretazioni. Coinvolge

infatti un’ampia gamma di emozioni e

a diversi gradi di intensità: dalla sem-

plice esitazione derivante da pudore

o ritegno, al terrore che paralizza e

compromette così la qualità delle

relazioni sociali. La stessa etimolo-

gia del termine è alquanto dibattuta:

chi lo fa derivare dal latino “timre”

(temere), chi dal greco “ιμι” (timè:

stima, venerazione) quasi a inten-

dere la titubanza che viene dalla

riverenza. Il timore provato deriva

dalla percezione di essere “un libro

aperto”, di non poter opporre alcuna

difesa nei confronti dell’altro che

avanza verso di noi invadendo la

nostra sfera personale, portando

alla luce e giudicando debolezze

e insicurezze che vorremmo rima-

nessero nascoste. Esse derivano

spesso dal contesto di appartenenza

dell’individuo, dalla sua storia famili-

are e da pregresse esperienze non

molto positive. Si tratta di aspetti

della personalità che hanno radici

profonde e, in un certo qual modo,

accompagnano, definiscono e iden-

tificano il soggetto. Diversa è invece

la timidezza patologica caratterizzata

da un’interiorità in cui permangono

residui del mondo infantile e senti-

menti di vergogna, paura e senso

di colpa che l’individuo non riesce a

elaborare e accettare come caratteri

del proprio io. Da qui la resistenza a

confrontarsi con situazioni di coin-

volgimento sociale percepite come

troppo invasive o che richiedono una

messa in mostra di sé e della propria

personalità. La timidezza in questo

contesto viene a definirsi patologica

in quanto implica nel tempo un mal-

funzionamento del soggetto nelle

relazioni interpersonali e lavorative

e conduce a uno stato di sofferenza

che spinge all’adozione di condotte

di evitamento. Un intervento ade-

guato dovrebbe in tal caso proporre

un “contesto” rassicurante, disten-

sivo, che permetta di riconoscere,

circoscrivere ed elaborare il dolore,

superare la fase di negazione attra-

verso un confronto con il proprio

vissuto, abituare il soggetto alla pre-

senza dell’altro e spronarlo al ricon-

oscimento delle proprie capacità.

Q UA N D O L A T I M I D E Z Z A D I V E N TA U N P R O B L E M A ?

Articolo della

Dott.ssa Valeria

Conocchioli

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 3 9

D I A L O G O

QUESTA HA, INFATTI,

un ph acido che se

cambia, a causa di

saponi e latte deter-

gente (basici), può

causare acne, rossori, pelle spenta

e opaca, a seconda della propria

disposizione. Deve essere utiliz-

zato, quindi, mattina e sera per ria-

cidificare la pelle durante la pulizia

quotidiana dopo il latte detergente o

i saponi per il viso al fine di eliminare

sebo, batteri e mantenete lo strato

protettivo della pelle respingendo gli

agenti patogeni. Inoltre, ripristinando

acidità chiude i pori dilatati. Oltre a

quelli in commercio, il tonico pos-

siamo farcelo in casa, adoperando

ingredienti naturali da adattare al

nostro tipo di pelle, acidificando

sempre con aceto di mele o di vino

bianco. Oltre a quelli in commercio,

il tonico possiamo farcelo in casa,

adoperando ingredienti naturali da

adattare al nostro tipo di pelle, aci-

dificando sempre con aceto di mele

o di vino bianco.mQuello maggior-

mente consigliato è un tonico alla

camomilla: 1 bustina di camomilla o

capolini da acquistare in erboriste-

ria, 200 ml di acqua, 3 gocce di olio

essenziale, 1 cucchiaino di aceto.

Preparate l’infuso, filtratelo e lascia-

telo raffreddare, aggiungete l’olio

essenziale e il cucchiaino di aceto.

Agitate prima di ogni uso in quanto

l’olio tende a separarsi dall’acqua.

L’infuso può essere preparato anche

con alcune bucce di limone e rametti

di rosmarino per ottenere un tonico

astringente e miracoloso contro i pori

dilatatiι indicato per le pelli grasse

e impure. Ottime proprietà disinfet-

tanti e antisettiche sono possedute

dalla lavanda. Preparate, dunque, un

infuso con fiori di lavanda per otte-

nere un tonico riequilibrante. Ideale

per le pelli secche è il tè verde, dalle

proprietà antiossidantiι oppure un

infuso di malva o di tiglio che ha

azioni idratanti e protettive. In questo

caso potete arricchire il vostro tonico

con vitamina E (tocoferolo) o gel

d’aloe vera. Se avete la pelle sen-

sibile, tendente agli arrossamenti il

vostro tonico deve avere un’azione

lenitiva e calmanteι l’infuso sce-

glietelo, in questo caso, di timo o di

calendula unito a qualche goccia di

olio di rosa. Infine, può essere utiliz-

zata come tonico l’acqua di amame-

lide (reperibile in erboristeria) che,

grazie alle sue proprietà antinfiam-

matorie, è indicata per pulire, rinfre-

scare e tonificare la pelle.

Tonicocome, quando e perché In poche utilizzano il tonico per il viso forse perché non ne conoscono il reale vantaggio: mantenere inalterato il grado di umidità della pelle, essenziale perché si mantenga sempre morbida e idratata

di Laura Grimaldi

C I N E M AB E L L E Z Z A

4 0 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

HitchcockUscirà il prossimo 4 aprile 2013 il film

“Hitchcock” diretto dall’inglese Sacha

Gervasi e conta un cast di altissimo

livello di cui fanno parte Anthony

Hopkins, Scarlett Johansson, Jessica

Biel, Helen Mirren, Ralph Macchio,

Toni Collette, Danny Huston, James

D’Arcy, Michael Wincott, Kurtwood

Smith, Michael Stuhlbarg, Judith Hoag,

Wallace Langham, Spencer Garrett,

Tara Summers, Currie Graham.

Alfred Hitchcock, il maestro del brivido,

la straordinaria icona cinematografica

nota per aver ideato alcune delle

sequenze più spaventose ed intrig-

anti mai apparse sul grande schermo,

nascondeva un segreto: una lunga ed

intensa storia d’amore con una donna

forte e decisa, sua moglie Alma Reville,

nonché sua collaboratrice professio-

nale. Il film fa luce sulla loro relazi-

one affascinante e complessa. E lo fa

attraverso il racconto della loro avven-

tura cinematografica più coraggiosa:

la lavorazione dell’inquietante thriller

PSYCHO, del 1960, che sarebbe stato

il film più controverso del noto regista

nonché il suo maggiore successo.

OblivionOblivion, diretto da Joseph Kosinski

e interpretato da Tom Cruise, Morgan

Freeman, Nikolaj Coster-Waldau, Olga

Kurylenko, Zoe Bell, Melissa Leo,

Andrea Riseborough, uscirà nelle sale

cinematografiche giovedì 11 aprile

2013.

In uno spettacolare pianeta Terra del

futuro che si è evoluto fino a diventare

irriconoscibile, un uomo si confronta

col passato che lo porterà ad affron-

tare un viaggio di redenzione e ricerca

mentre si batterà per salvare l’umanità.

Jack Harper (Cruise) è uno degli ultimi

riparatori di droni operanti sulla Terra,

parte di una massiccia operazione per

estrarre risorse vitali. Dopo decenni di

guerra contro una terrificante minaccia

conosciuta come Scavs, la missione di

Jack è quasi terminata. Vivendo e per-

lustrando gli straordinari cieli da migli-

aia di metri d’altezza, la sua esistenza

crolla quando salva una bella straniera

da uno spacecraft precipitato. Il suo

arrivo innesca una serie di eventi che

lo costringono a mettere in questione

tutto ciò che conosceva e mettono

nelle sue mani il destino dell’umanità.

Iron Man 3Dalla regia di Shane Black, uscirà il

24 aprile 2013 il nuovo film Iron Man

3 che vede lo sfacciato ma brillante

industriale Tony Stark/Iron Man com-

battere contro un nemico senza limiti.

Quando Stark vedrà il suo mondo

personale distrutto per mano del suo

nemico, intraprenderà una straziante

missione alla ricerca dei responsabili.

Si tratterà di un’impresa che metterà

a dura prova il suo coraggio in ogni

momento.

Con le spalle al muro, Stark dovrà

sopravvivere senza i dispositivi da

lui creati, fidandosi solo del proprio

ingegno e istinto per proteggere le

persone che ama. Mentre trova tutte

le forze per reagire, Stark trova la ris-

posta alla domanda che lo ha sempre

segretamente perseguitato: è l’uomo

che fa l’armatura o è l’armatura che

fa l’uomo?

Tra il cast spiccano i nomi di Robert

Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Guy

Pearce, Don Cheadle, Rebecca

Hall, Paul Bettany, Ben Kingsley, Jon

Favreau, William Sadler.

A D A P R I L EC I N E M A

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 4 1

B E L L E Z Z A

R I C E T T E

LA LEISHMANIOSI È

una malattia protozoaria

sostenuta nel cane da

Leishmania infantum, un

protozoo della famiglia

Tripanosomatidae. Sono comunque

diverse le specie di Leishmania

che possono causare malattia sia

nell’uomo che negli animali. Questa

malattia viene trasmessa da insetti

vettori i cosiddetti flebotomi o pap-

pataci. Le femmine pungono esclu-

sivamente nelle ore serali-not-

turne (tramonto-alba) in un periodo

compreso all’incirca tra la metà di

maggio e la fine di ottobre. Il periodo

d’incubazione può variare da alcuni

mesi ad alcuni anni e la sintoma-

tologia è molto varia: aumento del

volume dei linfonodi, anoressia, dimagrimento, lesioni

cutanee, zoppia, lesioni oculari, etc. Il trattamento tera-

peutico di questa malattia rappresenta ancora oggi un

problema di non facile soluzione in quanto le terapie

attualmente in uso non consentono la guarigione

parassitologica dei cani infetti. Dunque l’intervento sui

vettori (flebotomo) rappresenta un punto cruciale per

la strategia di controllo nei confronti di questo paras-

sita. Bisogna impedire che il flebotomo si alimenti sul

cane per prevenire l’infezione da Leishmania mediante

l’applicazione di repellenti a base di piretroidi. Ma c’è

di più. Ad Aprile 2012 è stato immesso in commercio

un vaccino contro la Leishmaniosi, avente lo scopo di

prevenire lo sviluppo della malattia. Anche se la vac-

cinazione rappresenta una sfida appena agli inizi ed

effettuabile solo in quei cani sierologicamente nega-

tivi è bene ricordarsi che effettuare una lotta integrata

consente di contrastare maggiormente questa insidi-

osa, diffusissima e spesso letale malattia.

RUBRICA A CURA

della Dott.ssa

Federica Pompei,

Medico Veterinario

L E I S H M A N I O S IL a p r i m ave ra è a l l e p o r t e …a t t e n z i o n e

P E T

4 2 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

R I C E T T EP E T

PROCEDIMENTO:

Preparate prima la pasta quindi versate in una pentola

l’acqua con il burro e accendete il fuoco a fiamma media

non appena l’acqua inizierà non a bollire, ma a fare le

prime bollicine versateci la farina e mescolate energi-

camente fino a quando il composto non si staccherà dai

bordi della pentola. Spegnete il fuoco e aggiungete le 6

uova, una alla volta, sempre girando con forza finchè il

tutto non sarà amalgamato.

Preparate ora la crema lavorando i 2 tuorli con lo zuc-

chero, aggiungete poi la farina setacciandola con

un colino per non formare grumi, il latte e due

pezzetti di scorza di limone, ponetela sul

fuoco a fiamma media facendola adden-

sare e mescolando continuamente con

un cucchiaio di legno. Togliete le bucce

di limone e staccate dal fuoco.

Con una siringa da pasticciere dalla

bocca larga riempita di pasta cospar-

gete un piattino di caffè di composto per

INGREDIENTI:

Amarene sciroppate . Per la pasta: 6 uova 300 gr di farina 50 gr di burro 1\2 litro di acqua Zucchero a velo. Per la crema: 50 cl di latte 2 tuorli 100 gr di zucchero 80 gr di farina 1 limone

L E Z E P P O L E D I S A N G I U S E P P E

dargli la forma di una ciambella, lasciate scivolare le

zeppole, una alla volta, nell’olio bollente e cuocete fino a

quando non si gonfieranno, appoggiatele su carta assor-

bente e quando si saranno freddate cospargetele di zuc-

chero a velo, ponete nel mezzo poca crema, amarene

sciroppate e servite.

VARIANTE: Le zeppole possono anche essere cotte al

forno per 30 minuti a 200°.

di Laura Grimaldi

A CURA DI PAOLO GATTI IN COLLABORAZIONE CON FLORINDO FANì

T E M P O L I B E R O C U R I O S I TA’

4 4 VA L V I B R ATA L I F E M A R Z O 2 0 1 3

Orizzontali

1- In zona è famoso quello di Sant’Egidio10- Ispido 11- Cancellino per gli inglesi13 – L’inizio del-la catastrofe 14 – Sincera, fran-ca 16- Caratte-rizzata da cal-do e umidità18 – Cosi sono le scar-pe della befana19- Pronta, agile24- Piante ar-bustive tipiche della macchia m e d i t e r r a n e a26- Avvisato 27- Lente al ritroso28- Commettono furti 29- Yoctoli-tro 30- Località della Guinea 31- Sito Hip Hop 33- Social Engine Forum35- Si dice che tre fanno una prova 39- Orange County 40- Tipo di pasta in semola di grano duro 43- Ha la cruna 46- Concet-to, autore del libro “Gente delle campagne della Val Vibrata” 47- Uno in inglese 49- Alleanza Nazionale 50- Metà di otto 52- Il simbolo della squadra di calcio del Pesca-ra 55- Amò Giulietta 58- Angelo della morte per gli Ebrei 59- Le ultime vocali 60- Valle-cupa è una sua frazione 65- Leggendario67- Antico britannico 68- Settimana-le italiano 69- Royal Opera House

Verticali 1- Processo di autodifesa della pelle dopo una ferita 2- Yasser, politico palestine-

PAROLE CROCIATESoluzioni : Orizzontali: Carnevale 10- Irto 11- Eraser 13- Ca 14- Schietta 16- Afa 18- Rotte 19- Scattante 24- Mirti 26- Allertato 27- Etnel 28- Ladri 29- Yl 30- Tiabe 31- Mz 33- Asiaze 35- Indizio 39- Oc 40- Maccarone 43- Ago 46- Benizi 47- One 49- An 50- Ot 52- Delfino 55- Romeo 58- Af 59- Ou 60- Colonnella 65- Epic 67- Ancient 68- Chi Verticali: Cicatrizzazione Arafat Rt Nos Veho Aritmetica Laetitia Esternazioni Brasile12- Et 15- Creola 17- Ana 19- Saltimbocca 20- Cla 21- Ald 22- Termici 23- Tty 25- Tebe 32- Zoo 34- So 36- Naet 37- Dcn 38- Iri 41- No 42- End 44- Gaffe 48- Ee 51- Meet 53- La 54- Noio 55- Roi 56- Mnn 57- Ol 61- On 62- Lc 63- Lc 64- Ah 66- Pr

se scomparso nel 2004 3- R e a l Time 4- P r o -tossido di azoto 5- Noto pro-duttore di tele-scopi 6- I l ramo più antico della matematica 7- Il nome della Casta 8- Dichiarazioni del proprio pensiero 9- Vi si svol-geranno i Mon-diali di Calcio del 2014 12- L’ex-traterrestre più famoso 15- Lin-gua mista, come ad esempio il gia-maicano 17- As-

sociazione Nazionale Alpini 19- Piatto tipico romano a base di vitello e prosciutto 20- Cen-tro Linguistico d’Ateneo 21- Aldo senza o 22- Lo sono alcuni pannelli solari 23- Teletype25- Sito archeologico in Egitto dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco 32- Famoso è quello di 105 34- Così a Londra 36- Nordic Association of Electricity Tra-ders 37- Dynamic Circuit Network 38- Dea dell’arcobaleno 41- Negazione 42- La fine per gli Inglesi 44- Figuraccia 48- Diven-ta i in feeling 51- Incontrare per i britanni-ci 53- Dopo il sol 54- Precede ” Volevam savoir” in una famosa scena dei film di Totò 55- Re in Francia 56- Le consonan-ti di manna 57- Le prime di Olga 61- L’ini-zio dell’Ontario 62- Le iniziali della Corna 64- Espressione usata spesso nei fumetti66- Le prime di prime

vignette a cura di Rossano Piccioni

T E M P O L I B E R O C U R I O S I TA’

M A R Z O 2 0 1 3 VA L V I B R ATA L I F E 4 5

Abbiamo ricevuto da un nostro lettore questa comunicazione. Chi può dare una risposta chiara ai suoi dubbi?

La pesca sportiva e la raccolta di mitili lungo la costa italiana è regolata da una legge della Repubblica che ne stabilisce regole, modalità e tempi.Tuttavia a noi abruzzesi tale diritto ci viene negato da oltre dodici anni. Il Compartimento Tuttavia a noi abruzzesi tale diritto ci viene negato da oltre dodici anni. Il Compartimento Marittimo di Pescara, competente per territorio, vieta dall’agosto 2000 tale pratica, lecita in altre parti dell’Italia, con una ordinanza che ogni anno viene reiterata. Prevede sequestro del mezzo impiegato, il sequestro del pescato ed un’ammenda di oltre mille euro con conseguente de-nuncia penale. Perché tutto questo?Manca la mappatura delle acque entro i cinquecento metri dalla costa. Insomma, le acque della nostra costa sono balneabili, buone per i bagni dei bambini che possono persino ingerirla buone per le bandiere blù ma velenosa per i mitili. Non è precisamente così. Dicono:” non sappiamo se le acque costiere sono idonee alla raccolta delle telline ma nel dubbio noi emaniamo da oltre dodici anni un divieto assoluto con una bella ordinanza.”Già un’ordinanza dovrebbe essere limitata nel tempo e nel luogo. Giusta per un improvviso sverGià un’ordinanza dovrebbe essere limitata nel tempo e nel luogo. Giusta per un improvviso sver-samento di sostanze tossiche alla foce dei fiumi, per un evento eccezionale ed imprevedibile ma vietare senza aver fatto un controllo impedendo ai cittadini abruzzesi un loro diritto mi sembra proprio una cattiva gestione del territorio.La mappatura delle acque in questione dovrebbe essere fatta dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo che non si muove se non incaricato dalla Regione. Le analisi sono state fatte però oltre i cinquecento metri a quanto sembra se è vero che molte decine di grosse imbarcazioni munite di turbo aspiratori raschiano ogni giorno il fondale raccogliendo tonnellate di vongole .In definitiva è solo una questione politica, di competenze ,incompetenze ,immobilità e di rim-palli.Di sicuro gli unici a rimetterci siamo noi cittadini abruzzesi privati di un innocuo passatempo estivo e di un ottimo piatto di spaghetti alle telline.Egisto Morelli

Abbiamo ricevuto da un nostro lettore questa comunicazione. Chi può dare una risposta chiara ai suoi dubbi?

La pesca sportiva e la raccolta di mitili lungo la costa italiana è regolata da una legge della Repubblica che ne stabilisce regole, modalità e tempi.Tuttavia a noi abruzzesi tale diritto ci viene negato da oltre dodici anni. Il Compartimento Tuttavia a noi abruzzesi tale diritto ci viene negato da oltre dodici anni. Il Compartimento Marittimo di Pescara, competente per territorio, vieta dall’agosto 2000 tale pratica, lecita in altre parti dell’Italia, con una ordinanza che ogni anno viene reiterata. Prevede sequestro del mezzo impiegato, il sequestro del pescato ed un’ammenda di oltre mille euro con conseguente de-nuncia penale. Perché tutto questo?Manca la mappatura delle acque entro i cinquecento metri dalla costa. Insomma, le acque della nostra costa sono balneabili, buone per i bagni dei bambini che possono persino ingerirla buone per le bandiere blù ma velenosa per i mitili. Non è precisamente così. Dicono:” non sappiamo se le acque costiere sono idonee alla raccolta delle telline ma nel dubbio noi emaniamo da oltre dodici anni un divieto assoluto con una bella ordinanza.”Già un’ordinanza dovrebbe essere limitata nel tempo e nel luogo. Giusta per un improvviso sverGià un’ordinanza dovrebbe essere limitata nel tempo e nel luogo. Giusta per un improvviso sver-samento di sostanze tossiche alla foce dei fiumi, per un evento eccezionale ed imprevedibile ma vietare senza aver fatto un controllo impedendo ai cittadini abruzzesi un loro diritto mi sembra proprio una cattiva gestione del territorio.La mappatura delle acque in questione dovrebbe essere fatta dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo che non si muove se non incaricato dalla Regione. Le analisi sono state fatte però oltre i cinquecento metri a quanto sembra se è vero che molte decine di grosse imbarcazioni munite di turbo aspiratori raschiano ogni giorno il fondale raccogliendo tonnellate di vongole .In definitiva è solo una questione politica, di competenze ,incompetenze ,immobilità e di rim-palli.Di sicuro gli unici a rimetterci siamo noi cittadini abruzzesi privati di un innocuo passatempo estivo e di un ottimo piatto di spaghetti alle telline.Egisto Morelli