V Voci di - Parrocchie di Sondrio | Santi Gervasio e ... · L’amore non c’è solo a Natale, ......
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Madre del verbo incarnato!Infondi nei nostri cuori la tua sensibilità,un “senso” vivo delle grandi opere di Dio,
affi nchè non ci priviamo da noi stessidella grandezza che ci ha donato il Padre.
Servo di Dio Giovanni Paolo II
UN “NOI” APERTO ALLA SPERANZA
Mi trovavo qualche giorno fa sul piazzale di un noto complesso com-
merciale per alcuni impegni par-rocchiali.Mentre a fatica cercavo un par-cheggio per la macchina, mi son sentito chiamare con sor-presa e stupore da due scono-sciuti, che spingevano il loro car-rello, carico di mercanzie varie e novità del progresso econo-mico ed alimentare. I sigg. N.N., come se fosse un appuntamento, esclamano: «Don Silverio, anche lei è a passeggio… Cosa fa da queste parti? Ha cambiato mestiere, visto il disinteresse reli-gioso dei nostri tempi moderni? ».La mia risposta, è entrata in sin-tonia di amicizia e di ricordi, vissuti negli anni dell’oratorio a Sondalo.«Che sorpresa incontrarvi, come famiglia e come nonni! Certamente il vostro CARRELLO familiare, è carico di “SPERANZA e di tanto coraggio per il mondo “nuovo”, che ci permette di invecchiare alle-gramente! ».A questo punto, dopo esserci scambiati i nostri sen-timenti augurali di bene, ho ringraziato questi geni-tori, nonni di cinque nipotini, perché ho capito che la
speranza non muore, ma vive di tanta fede anche in un carrello commerciale.Ed ecco il tema che mi sta a cuore, suggerito da quel car-rello, carico di viveri e di doni per la crescita fiduciosa della numerosa famiglia: “NELLA SPERANZA SIAMO SALVATI”. Anche il cibo è denso di spe-ranza umana per il sostenta-mento.Proprio il 30 novembre 2007 il papa Benedetto XVI, nel giorno di S. Andrea apostolo, ha fir-mato la sua seconda Enciclica “SPE SALVI”, illuminante, inco-raggiante e stimolante.Nel nostro tempo delle tecno-scienze e di una irresistibile emancipazione laica da condi-zionamenti religiosi e storici, ci domandiamo: “Come dobbiamo
vivere? Che dobbiamo fare per uscire dalle paure esi-stenziali di ogni specie? Che senso ha essere cristiani nel mondo contemporaneo?”.A queste domande Benedetto XVI, quasi come terapia dell’attivismo e dell’oscurità faticosa del progresso, RISPONDE con questa novità, che Paolo annunciava quasi venti secoli fa: “SIAMO SALVATI NELLA SPE-RANZA”.E la speranza non è una ideologia o una morale, ma
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Lotta tra bene e male, vetrata sopra l’ingresso della chiesa parrocchiale.
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LA MERAVIGLIA NELLA SEMPLICITA’Nella Messa di mezzanotte e del mattino la
liturgia di Natale propone la narrazione della nascita di Gesù secondo Luca (2,1-20).
L’immagine del «bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia» – che Luca ripete tre volte – colpi-sce per la sua totale semplicità. Il particolare che più meraviglia è l’assenza di ogni tratto meraviglioso. I pastori sono sì avvolti e intimoriti dalla gloria di Dio, ma il segno che ricevono è semplicemente: «Trove-rete un bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia». E quando giungono a Betlemme non vedono altro che «un bambino deposto nella man-giatoia». La meraviglia del Natale sta qui. Senza la rivelazione degli angeli non capiremmo che quel bambino deposto in una mangiatoia è il Signore. E senza il bambino deposto nella mangiatoia non capiremmo che la gloria del vero Dio è diversa dalla gloria dell’uomo. Che la lieta notizia della nascita del Salvatore sia annunciata ai pastori per primi non deve sorprendere: è semplicemente una chiara anticipazione del futuro comportamento di Gesù che, frequentando poveri, pubblicani e peccatori, tanto avrebbe irritato i benpensanti del suo tempo. La pace che il canto angelico pone in collegamento con l’avvento di Gesù è una pace che diverge dalla concezione romana e da quella ebraica. A Roma si era sviluppata una filosofia politica che sosteneva l’ascesa della città a potenza mondiale: Roma con-duceva le sue guerre per imporre le leggi della pace ai vinti, per garantire loro in tal modo ordine, sicu-rezza e civiltà. Non è a questo concetto di pace che Paolo allude, ma non è neppure il concetto di pace che insegnavano i maestri della legge nell’ebraismo. Per loro la pace era concepita come un accordo fra le parti, che si riconoscono reciprocamente diritti e possibilità di vita, limitando ciascuno le proprie esi-genze. Si tratta, senza dubbio, di una concezione di profonda saggezza, ma che resta pur sempre rac-chiusa entro la buona volontà degli uomini. Luca si colloca invece nella tradizione dei profeti, per i quali
la pace è un dono di Dio, un miracolo del suo inter-vento salvatore, un dono per tutti gli uomini che Egli ama. E il suo amore non ha confini e non fa diffe-renze. Con una precisazione: la pace fra gli uomini è la trascrizione terrestre di quanto avviene nel cielo. Nell’alto dei cieli la gloria, in terra fra gli uomini la pace. Se dunque si vuole dare gloria a Dio, occorre costruire la pace.
mons. Bruno Maggioni
l’incontro con la Persona di Cristo, che ha un volto umano e che ci ha amati sino alla fine.“Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare giorno per giorno, senza perdere lo slancio della spe-ranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto” (Spe Salvi, n. 13).E’ la speranza che ha permesso di resistere ai cristiani in prigionia per la fede; è quella che alla fine del 1880 ha reso libera la schiava africana Giuseppina Bakhita, oggi venerata come santa.Solo un Dio “dal volto umano” può realmente offrire questo genere di speranza che libera.Il nostro presente cambia di prospettiva e sprigiona ragioni di vita perfino dentro la sofferenza, perché Dio
agisce fuori del tempo calcolato con i nostri orologi.Nella speranza cristiana di futuro anche i morti di Verdun, Auschwitz, Stalingrado, Hiroshima ci aspet-tano.Anche la certezza del riscatto di tante moltitudini dise-redate e sofferenti, trovano una adeguata risposta alla loro salvezza.Nella gioiosa attesa delle feste natalizie, con fiduciosa speranza, ringrazio tutti i cari parrocchiani e fedeli amici, per il Bene condiviso e benedetto dalla Madre del Verbo Incarnato e Speranza sicura (AVE MARIS STELLA)
don Silverio Raschettiparroco
Georges De La Tour, Natività.
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SI PUÒ SOLO A NATALE?Ho appena concluso l’incontro di catechismo
coi bambini della seconda elementare. Questo per loro è il primo anno di partecipazione alla
catechesi parrocchiale, forse il primo Natale in cui meglio comprenderanno il senso profondo di una festa che potrebbe apparire solo nella sua esterio-rità. Rientro a casa e mi accomodo un attimo sul divano per riposarmi, la mano quasi involontaria-mente si muove verso il telecomando e accende il televisore: c’è la pubblicità. Mi colpiscono le parole di una canzone che già da qualche anno entra nelle nostre case nel periodo delle festività natalizie. Mentre sullo schermo compaiono Babbo Natale e svariati pandori, le parole cantate dalla dolce voce di una bambina ripetono più volte: a Natale puoi…Con la mente torno all’ora di catechismo appena conclusa e alle risposte date dai bambini ad una semplice domanda suggerita dal sussidio: perché aspettiamo il Natale? Nessuno dei quindici fanciulli ha tralasciato nella sua risposta la parola regali, qualcuno ha aggiunto le parole festa e vacanze. Uno solo, un po’ timoroso, è riuscito a nominare Gesù, forse – maligno io col pensiero – sbirciando la pagina successiva del testo. Naturalmente poi ho spiegato che se non aspettiamo il Natale come momento in cui ricordiamo e riviviamo la nascita di Gesù né luminarie, né feste o regali hanno senso. Gesù è il dono più grande dice il catechismo. Ma è un dono di cui al limite ci si ricorda solo una volta l’anno o davvero diventa l’Emmanuele annunciato dai profeti, il Dio-con-noi?Mi alzo dal divano e vado al computer. La canzone della pubblicità continua a risuonarmi nella mente. Con le parole che mi ricordo provo a cercarne il testo su internet e facilmente riesco a trovarlo. La canzone si intitola proprio A Natale puoi, come più volte viene ripetuto nello stesso testo. Leggendo attentamente scopro che gli ideatori dello spot televisivo hanno tralasciato gran parte del brano originale: ci sono delle parole che in televisione non sono mai state trasmesse. Comincio ad apprezzare la canzone non solo per la melodia, ma anche per il testo. C’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più: è la voglia che è l’amore, che non c’è solo a Natale, che ogni giorno crescerà, se lo vuoi.L’amore non c’è solo a Natale, ma ogni giorno può crescere se lo vogliamo, se siamo uomini di buona volontà. Se siamo tra quegli uomini che, quando Gesù nasce, ci destiamo dal sonno per ascoltare l’invito degli angeli e accogliere il loro canto: gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà (Lc 2,14). La scelta sta a ciascuno di noi. Ripenso nuovamente ai bambini e al loro stupore nel leggere sul catechismo che Gesù viene
anche per chi non lo conosce, per chi non si ricorda di Lui. Dio ci dona il Figlio suo che viene, nasce ancora gratuitamente. Quest’idea di gratuità, in una società attenta all’inflazione dei prezzi, è probabil-mente di difficile comprensione. Eppure è così: una gratuità semplice e disarmante. Il Figlio di Dio viene per tutti e ci dice che è sempre con noi, tutti i giorni fino alla fine del mondo (Mt 28,20). A noi la scelta di accoglierlo o rifiutarlo.Chi decide di accoglierlo, chi decide di ricordarsi di Lui nella notte e nel giorno in cui si celebra la sua nascita ha il potere di essere figlio di Dio (cfr Gv 1,12). Allora si può realmente comprendere che l’amore non c’è solo a Natale perché lo stesso Verbo di Dio incarnato è l’Amore, perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (Gv 3,16). E quel Figlio ci insegna come amare. Ci dice: come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati (Gv 15,9a.12). Lui per primo ci ama senza chiederci di essere riamato. Quello che Lui vuole è che, allo stesso modo in cui Lui ci ha amati, anche noi ci sappiamo amare gli uni gli altri. E non è un amore piccolo perché l’amore con cui Egli ci ama è lo stesso amore che Lui ha ricevuto dal Padre. Allora tutti dovremmo essere capaci di
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L’IMPORTANTE È IL FESTEGGIATO
amarci vicendevolmente con lo stesso amore che il Padre buono ha per suo Figlio.Se un amore grande come quello di cui ci parla Gesù ci fosse solo a Natale, il mondo in breve tempo verrebbe distrutto dall’odio e dalla violenza. Molti uomini non hanno mai sentito parlare di Gesù oppure hanno voluto dimenticarsi di Lui e non sono capaci di vivere ogni giorno il suo amore, gene-rando odii e contese. A noi cristiani che, durante la notte e il giorno di Natale, celebreremo il mistero della nascita del Figlio di Dio con la partecipazione alla Messa, viene consegnato il germe iniziale del-l’Amore di cui dobbiamo diventare contagiosi por-tatori. Molti non comprenderanno e ci rifiuteranno,
Molti storici e critici laici criticano la celebra-zione del Natale perché la data della nascita di Gesù è molto incerta. Nei primi tre secoli
alcuni scrittori (Clemente Alessandrino) indicano la primavera, il 20 o 28 maggio, il 2 aprile (Ippolito), oppure il 19 aprile. Solo dal quarto secolo in poi si inizia a fare riferimento a date invernali. Il 6 gennaio, in oriente, sostituiva la festa pagana della nascita di Aion (eone, era). In occidente, invece, diviene popolare la data del 25 dicembre in sosti-tuzione della festa pagana della nascita di Mitra, il “sole invitto”. Tale festività del sole era iniziata con l’imperatore Aureliano (274), era stata accresciuta da Costantino (devoto al dio Sole) e da Giuliano (362). Il 25 dicembre il mondo pagano festeggiava il Natale del dio Sole: da questa data le giornate ini-ziano a prolungarsi perché il sole torna verso il suo fulgore, che raggiungerà il massimo in estate.La Cronografia di Filocalo (anno 354) è il primo documento che possediamo sul Natale. Qui si nota la corrispondenza della festività religiosa con una festa civile detta “natalis solis invicti”, cioè “natale del sole invitto”. Si noti pure che il ritorno del sole
dopo le brevi giornale invernali era concepito come la nascita di un bimbo da una vergine: la vergine Isis dà alla luce Oro (il dio Sole).I vescovi del quarto secolo pensarono di sostituire la festa pagana. Ambrogio, Agostino, Leone Magno esortano a non adorare il sole in quella data, ma Colui che ha creato il sole. Si ebbe così una sorta di “cristianizzazione” di festività pagane precedenti.Per pura curiosità osserviamo che le date primaverili sono le più probabili per la nascita di Gesù, perché più in armonia con i dati biblici. Il Vangelo di Luca ricorda che i pastori erano nei campi a fare la guar-dia al loro gregge (Luca 2,8). In Palestina di solito i pastori stanno nei campi da marzo/aprile a novem-bre, e ciò escluderebbe la stagione invernale. Anche il censimento ordinato da Cesare Augusto suggeri-sce una stagione diversa dall’inverno, per favorire gli spostamenti della gente, di solito compiuti a piedi (Luca 2,1).In conclusione: è più importante la festa o il festeg-giato? Concentriamoci sul festeggiato che ogni anno, da secoli, i cristiani celebrano Bambino il 25 dicembre.
ma il Signore è pronto a ripeterci: beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Mt 5,11).Prendiamo coraggio. Osserviamo quel piccolo Bambino che ha cambiato il mondo. Anche noi, piccoli uomini e donne di buona volontà, possiamo diventare portatori della sua disarmata e disarmante rivoluzione d’amore. Non solo a Natale. Che que-st’anno il Bambino che viene contagi il nostro cuore con il suo amore che viene dal Padre che è l’Amore. Buon Natale!
Alberto Gianoli
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CHIESA MISSIONARIA, ESSENZA NECESSARIANell’aprile del 1957 papa Pio XII pubblicava
un’enciclica destinata a cambiare radical-mente il modo di intendere la chiesa e la sua
missionarietà. Fidei Donum. Dono della fede, questo il titolo di quella straordinaria enciclica che si augu-rava e raccomandava vivamente che le chiese euro-pee più ricche di vocazioni sacerdotali si prendes-sero a cuore le chiese africane e latino americane ben più povere di sacerdoti, inviando nelle chiese sorelle più bisognose anche dei preti diocesani e non solo membri degli istituti missionari religiosi. Nasceva così un nuovo modo di intendere la mis-sione, non più come evangelizzazione di altri popoli soltanto, né tantomeno come “implantatio ecclesiae” cioè come trasferimento nei paesi poveri del modello europeo di comunità ecclesiale, ma come fecondo SCAMBIO di doni della fede. Oggi, a 50 anni da quell’enciclica, la CEI, confe-renza episcopale italiana, ha ripreso in un nuovo documento i contenuti della Fidei Donum, racco-gliendo anche i frutti di questi anni di storia di tanti preti che dall’Italia in particolare son partiti per i paesi di missione, dando tra l’altro prova, se ce ne fosse bisogno, che il cuore della vocazione sacerdo-tale diocesana è l’essere missionario. Oggi più che mai, affermano i vescovi italiani, la vocazione fidei donum dei nostri preti diocesani è fondamentale per le nostre comunità diocesane, che hanno un enorme bisogno di rinnovarsi nella mentalità e nell’azione pastorale. La ricchezza che lo scambio con i paesi di missione può venire alle nostre comunità par-rocchiali è straordinaria, a partire da una serie di nuovi stili pastorali da imparare. Senza contare che se una chiesa si chiude su se stessa e non mantiene
uno spirito missionario è inesorabilmente destinata a soffocare. Sulla scia di ciò che i vescovi italiani raccomandano, anche la nostra diocesi, su iniziativa del vescovo Diego, ha deciso di aprire una nuova missione diocesana in America Latina, oltre al mantenimento della missione in Cameroun che continua da anni. Il progetto è ancora allo studio, ma mi sembra interes-sante e importante condividerne le idee con le nostre comunità parrocchiali. Riscoprire per ciascuno di noi l’essenza fondamentale missionaria della chiesa diventa decisivo anche per vivere meglio le nostre relazioni e le nostre attività pastorali. Può sembrar strano in questa epoca che si mandino a delle chiese povere alcuni sacerdoti, quando secondo molti, abbiamo pochi preti anche per le nostre zone. Eppure è proprio perché abbiamo bisogno di rin-novare uno stile di Chiesa che è necessario ancora aprire, condividere, donare, partire per imparare e per essere veramente chiesa in cammino. C’è da convertire ancora una volta il cuore per inten-dere la chiesa in maniera missionaria e per lasciar entrare la ricchezza e la bellezza del vangelo nelle nostre esistenze, anche attraverso le nostre chiese sorelle più povere di sacerdoti magari, ma spesso più ricche di esperienze di condivisione vera e fra-terna, di impegno laicale responsabile, di missiona-rietà e di attenzione agli ultimi e ai poveri.Condividiamo con gioia il progetto missionario del nostro vescovo Diego, per imparare a costruire una Chiesa di Como rinnovata nello stile del vangelo. don Alberto Fasola
collaboratore
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Gli orizzonti montuosi del Cameroun.
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LA MISSIONE DIOCESANA IN CAMERUN
La diocesi di Como vive la propria dimensione missionaria, oltre che attraverso i più di trecento missionari e missionarie sparsi nel mondo intero
e nativi delle nostre parrocchie, anche grazie alla missione “fidei donum” in Camerun, nella diocesi di Maroua-Mokolo.Dal 1989 i nostri fidei donum sono presenti al nord del Camerun. Inizialmente furono don Felice Cantoni, ora parroco a Tavernola, e don Donato Giacomelli, attualmente parroco a San Pietro Ber-benno, ad avviare l’esperienza, trasferendosi dal sud della medesima nazione, dopo una pluriennale esperienza a Bimengué. La parrocchia di Sir, che fu loro assegnata dal Vescovo di Maroua era situata in una zona rurale, al confine con la Nigeria, e abitata dall’etnia dei “kapsiki”, comprendente circa 45.000 persone.Successivamente don Felice e don Donato furono avvicendati da don Giusto, don Angelo e don Andrea, che sono ad oggi i tre preti fidei donum che la nostra diocesi dona temporaneamente alla diocesi di Maroua-Mokolo. Essi hanno in cura le parrocchie di Mogodé (don Angelo e don Andrea) e di Mokolo-Mboua (don Giusto). La prima, smembrata da Sir, vede la presenza quasi totale di kapsiki. La seconda si trova invece in una zona più cittadina ed è abitata da più etnie differenti.Tutto ciò lascia intravedere una delle difficoltà mag-giori che i nostri missionari devono affrontare, cioè la lingua locale, o meglio, le lingue locali. Infatti, pur essendo il francese la lingua ufficiale al nord del Camerun, questo non è inteso e parlato dalla maggioranza della popolazione, soprattutto fuori dai grossi centri abitati. E le lingue delle etnie locali, oltre ad essere diverse fra loro, sono anche partico-larmente difficili da apprendere.Anche sotto il profilo religioso, convivono presenze differenti: i cristiani cattolici sono circa il 15 %, altret-tanti i cristiani appartenenti alle Chiese evangeliche, più del 20 % i musulmani, e i rimanenti praticano le religioni tradizionali africane. Le diverse appar-tenenze non sono però fonte di tensioni o di conflitti rilevanti.L’ambiente naturale, reso particolarmente suggestivo dai caratteristici picchi vulcanici dei kapsiki, vede l’alternarsi di due sole stagioni: quella delle piogge e quella secca. La gente vive soprattutto coltivando il miglio, il granturco, la patata dolce, il cotone e le arachidi, e allevando bestiame. Si tratta, come è facile immaginare, di una agricoltura di auto-sussistenza, ma che, a meno di scarsità d’acqua,
permette una vita dignitosa. Purtroppo l’avanzare della desertificazione sta però cominciando a farsi sentire.L’attività dei missionari è volta soprattutto a seguire le “piccole comunità viventi” (CEV), veri e propri centri di condivisione della fede e della vita, in cui sono suddivise le parrocchie. Molte energie vengono spese nel portare avanti il cammino di catecume-nato per chi intende diventare cristiano: il battesimo infatti non è dato ai bambini, ma a chi, da giovane o adulto, chiede di entrare a far parte della Chiesa. La preparazione dura almeno quattro anni, e al termine è la comunità stessa che esprime il proprio parere sulla serietà con cui il candidato ha portato avanti il suo impegno.La Chiesa è impegnata inoltre negli svariati settori riguardanti la promozione umana: dall’educazione scolastica, alla assistenza sanitaria; dal lavoro con i carcerati alle attività di microcredito; dalla realizza-zione dei pozzi per l’acqua ai corsi di formazione agricola; dalla lotta per la giustizia e contro la cor-ruzione, alla promozione della donna...Quella di Maroua-Mokolo è una giovane Chiesa: i primi missionari sono giunti solo una cinquantina di anni fa. I problemi e le contraddizioni, a livello ecclesiale come a livello sociale, certo non mancano. Ma, come ha osservato recentemente qualcuno, l’es-sere missionario in quel luogo, fra quella gente, ti permette di assistere ad un evento unico: il miracolo della nascita di una Chiesa, il suo muovere i primi passi, incerti ma carichi di fiducia e speranza.
tratto da:www.centromissionariocomo.it
Il prossimo 7 gennaio raggiungerà la missione diocesana in Cameroun don Corrado Necchi, già parroco di Torre Santa Maria. Si affiancherà a don Angelo, don Giusto, don Andrea, alla vergine consacrata Brunetta e al laico Lorenzo.
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Don Corrado e una bambina nella missione diocesana.
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Rebbio, 29/05/2007
Molto Rev.do Don Silverio e parrocchiani della B. V. del Rosario, vi ringrazio di avermi dato la possibilità di trasmettere la mia esperienza missionaria durante la Giornata Comboniana del 5 e 6 Maggio. San Daniele Comboni - del quale custodite una sua immagine - ha sempre esortato i suoi missio-nari a farsi promotori dell’Africa e degli africani; è quello che ho fatto durante le Sante Messe e le omelie, aprendovi anche il mio cuore per confi darvi i momenti di sconcerto ma anche i più fruttuosi della mia evange-lizzazione in Centrafrica. La vostra accoglienza è stata affettuosa, mi avete ricevuto come fratello e mi avete dimostrato la vostra generosità raccogliendo per le nostre missioni comboniane 1.125,00 Euro e 20,00 per i libri. Alfi ne vi ho lasciato un messaggio vocazionale impor-tante. “Con la preghiera e con l’esempio dite che Gesù chiama i giovani a donare per sempre la vita come sacerdoti o religiosi”. Le ormai prossime ordinazioni sacerdo-tali dei sei candidati ne sono l’esempio più chiaro. Occorre solo invogliare ad ascoltare Gesù e la voce della Chiesa universale. Vi prometto la mia preghiera al Signore affi nché vi doni tanto coraggio per “amare i lontani”.
Con riconoscenzaP. Aurelio Balzarolo
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SPE SALVI
All’inizio del tempo liturgico dell’Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI ci offre una Enciclica il cui tema è egregiamente confa-
cente a questo tempo, un’Enciclica, cioè, sulla Spe-ranza, illuminante, incoraggiante e stimolante.In questa nuova enciclica ritroviamo il Papa pro-fondo teologo e nel contempo pastore attento alle necessità del suo gregge. Accanto a riflessioni molto approfondite sui rapporti tra la speranza cristiana e la fede cristiana, nonché sull’evolu-zione della mentalità moderna nei confronti della speranza cristiana, troviamo pagine commoventi su grandi testimoni della speranza, a cominciare da sant’Agostino (nn. 11-12, 15), che viveva in un’epoca drammatica, e fino ai tempi più recenti, quelli di santa Giuseppina Bakhita, (n. 3) un’afri-cana del 1800, fatta schiava all’età di 9 anni, martoriata da crudeli padroni, ma finalmente libe-rata e nata alla speranza grazie all’incontro con il Dio dei cristiani, salvatore pieno di amore. Il Santo Padre cita anche lungamente una straordinaria let-tera di un martire vietnamita del 1800, Paolo Le-Bao-Thin (n. 37), che subì “crudeli supplizi di ogni genere”, ma rimaneva “pieno di gioia”, perché non era solo, Cristo era con lui; egli scriveva: “Mentre infuria la tempesta, getto l’ancora fino al trono di Dio: speranza viva che è nel mio cuore…”. Dei nostri tempi, l’Enciclica riferisce il caso dell’ “indimenticabile Cardinale Nguyen Van Thuan” il quale “da 13 anni di prigionia, di cui nove in iso-lamento … ci ha lasciato un prezioso libretto: Pre-ghiere di speranza. Durante 13 anni di carcere, in una situazione di disperazione apparentemente totale, l’ascolto di Dio, il potergli parlare, divenne per lui una crescente forza di speranza” (nn. 31 e 34). Questi casi eccezionali manifestano bene il dinamismo intenso dell’esperienza cristiana.La breve Introduzione dell’Enciclica (n. 1) dimostra subito l’importanza decisiva della speranza, che sarà poi ribadita più volte. Per poter affrontare il presente con tutti i suoi problemi e le sue difficoltà, abbiamo assolutamente bisogno di una speranza e di una speranza veramente valida e ferma.Viene poi considerata “attentamente la testimo-nianza della Bibbia sulla speranza” (n. 2). “Spe-ranza… è una parola centrale della fede biblica – al punto che in diversi passi le parole fede e spe-ranza sembrano interscambiabili”. Effettivamente,
la fede cristiana non consiste anzitutto nell’accet-tare un certo numero di verità astratte, ma con-siste nel dare la propria adesione personale alla persona di Cristo, per essere da lui salvati e intro-dotti nella comunione divina. La vera speranza ci viene data nell’incontro personale con il Dio vivo e vero per mezzo di Cristo (n. 3). Agli inizi del cri-stianesimo, la speranza cristiana veniva espressa e testimoniata perfino sui sarcofaghi cristiani nel modo di rappresentarvi Cristo come il vero filosofo che guida alla vita eterna e come il buon pastore (n. 6).Nel n. 7, il Santo Padre osserva che il rapporto tra fede e speranza viene espresso nella Lettera agli Ebrei (11,1) in “una sorta di definizione della fede che intreccia strettamente questa virtù con la speranza”. Il Papa riferisce in proposito di una disputa tra esegeti “sull’interpretazione di una parola greca, hypostasis, tradotta in latino con “substantia”. L’interpretazione antica era ogget-
La nuova enciclica di papa Benedetto XVI presentata dal cardinal Vanhoye
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tiva: “la fede è sostanza delle cose che si sperano, prova di cose che non si vedono.” Così la rela-zione tra fede e speranza appare forte. Lutero, invece, al quale, scrive il Santo Padre, “il concetto di sostanza, nel contesto della sua visione della fede, non diceva niente”, si decise per una inter-pretazione soggettiva: la fede come una disposi-zione soggettiva in rapporto a ciò che si spera, e una convinzione in rapporto a ciò che non si vede.Il Papa osserva che questa interpretazione si è affermata anche nell’esegesi cattolica ed è stata adottata dalla traduzione ecumenica in lingua tedesca, approvata dai vescovi. Il Papa però pro-segue, dicendo a ragione, che non è il senso del testo, perché il termine greco tradotto “convin-zione” non ha mai questo senso, ma significa prova, mezzo per conoscere, e quindi il termine parallelo hypostasis deve anche avere il suo senso oggettivo, che è il suo senso normale. A conferma di questa posizione, il Papa cita una dichiara-zione di un noto esegeta protestante, il quale nel Theologisches Wörterbuch zum Neuen Testament, il Grande Lessico Teologico del Nuovo Testamento, dopo una seria indagine, conclude che l’interpre-tazione soggettiva è “insostenibile”. “la fede non è soltanto un personale protendersi verso le cose che devono venire […]; essa ci dà qualcosa. Ci dà già ora qualcosa della realtà attesa”. Ne risulta che la speranza cristiana è sostanziosa.Adoperando un altro passo della Lettera agli Ebrei (10,34), l’Enciclica esprime un contrasto tra due basi per la vita umana, una base materiale, che assicura il sostentamento dell’esistenza, e la base fornita dalla fede, in rapporto con la speranza.Queste spiegazioni mostrano un’attenzione estre-mamente accurata a tutti gli aspetti del tema della speranza.Nelle pagine successive, dal titolo: “La vita eterna – che cos’è?” (nn. 10-12), il Santo Padre esprime con vivo realismo la mentalità attuale di molte per-sone. La vita eterna è l’oggetto della speranza. Ma a molte persone, oggi, “la vita eterna non sembra loro una cosa desiderabile. Non vogliono affatto la vita eterna, ma quella presente. […] La morte, certamente, si vorrebbe rimandare il più possibile. Ma vivere sempre, senza un termine — questo, tutto sommato, può essere solo noioso e alla fine, insopportabile”. Partendo allora da una lettera di S. Agostino “indirizzata a Proba, una vedova romana benestante”, il Santo Padre precisa che cosa si deve intendere con “vita eterna”, cioè non una successione interminabile di momenti, ma una pienezza alla quale aspi-riamo. “Possiamo soltanto”, scrive il Papa, “pre-sagire che l’eternità non sia un continuo susse-guirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come
il momento colmo di appagamento, in cui la tota-lità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità. Sarebbe il momento dell’immergersi nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo — il prima e il dopo — non esiste più. […] Dobbiamo pen-sare in questa direzione, se vogliamo capire a che cosa mira la speranza cristiana, che cosa aspet-tiamo dalla fede, dal nostro essere con Cristo” (n. 12). Queste sono parole illuminanti e che colmano il cuore di gioia.Dopo di che, l’Enciclica pone un’altra domanda, sulla quale tornerà più volte. Essa domanda, cioè, se “la speranza cristiana è individualistica” (n. 13). Una risposta positiva viene data da più parti e accompagnata “nel tempo moderno” da “una critica sempre più dura: si tratterebbe di puro indi-vidualismo, che avrebbe abbandonato il mondo alla sua miseria e si sarebbe rifugiato in una sal-vezza eterna soltanto privata.” Vengono citati in proposito i rimproveri rivolti ai cristiani dallo scrit-tore francese Jean Giono e respinti dal Cardinale de Lubac “sulla base della teologia dei Padri in tutta la sua vastità” (n. 14). Lungi dall’essere indi-vidualistica, l’autentica speranza cristiana aspira a “una salvezza comunitaria”; essa “presuppone l’esodo dalla prigionia del proprio ‘io’” per acco-gliere l’amore in tutte le sue dimensioni; ha quindi “a che fare anche con la edificazione del mondo”. La dottrina e l’esempio di S. Bernardo di Chiara-valle vengono citati in proposito.A questo punto, l’Enciclica osserva che il concetto di speranza cristiana ha subito negli ultimi secoli una evoluzione negativa, che ha le sue antiche radici nell’opera di Francesco Bacon alla fine del 500, dal titolo Novum Organum, la quale pro-mosse la scienza sperimentale e ne fece sperare la restaurazione del paradiso perduto. Ormai per l’edificazione del mondo, ciò che doveva contare era “la fede nel progresso”, assicurato “dal colle-gamento tra scienza e prassi”. Ne risultò che la fede cristiana diventò “in qualche modo irrilevante per il mondo” e che la speranza cristiana venne ridotta a una prospettiva individualistica.“Al contempo, dice l’Enciclica, due categorie entrano sempre più al centro dell’idea di pro-gresso: ragione e libertà” (n. 18). Qui l’Enciclica presenta aspetti importanti della storia del pen-siero moderno e delle “tappe essenziali della con-cretizzazione politica” della speranza che vi cor-risponde. Non spetta a me riferirne. L’Enciclica mette a confronto “la vera fisionomia della spe-ranza cristiana” (nn. 24-29), la quale ha una relazione stretta, non solo con la fede, ma anche con l’amore che viene da Dio e unisce a Dio e ai fratelli.La conclusione di questa parte è chiara (m. 31): “Noi abbiamo bisogno delle speranze — più pic-
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cole o più grandi — che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio […]. Dio è il fondamento della speranza, — non un qualsiasi dio, ma quel Dio che ha un volto umano e che ci ha amati sino alla fine […]. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perse-verare […] giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto.”La seconda grande parte dell’Enciclica descrive i “Luoghi di apprendimento e di esercizio della spe-ranza” (non. 32-48) e riguarda quindi, in modo più concreto, la vita cristiana. Vengono distinti tre luoghi: I. La preghiera come scuola della spe-ranza; II. Agire e soffrire come luoghi di appren-dimento della speranza; III. Il Giudizio [con una g maiuscola] come luogo di apprendimento e di esercizio della speranza. Le analisi offerte sono di una ricchezza e di una profondità stupende.Sulla preghiera, l’Enciclica sfrutta una omelia di S. Agostino sulla Prima Lettera di Giovanni omelia quanto mai suggestiva, che illustra “l’intima rela-zione tra preghiera e speranza”, definendo “la preghiera come esercizio del desiderio”, esercizio necessario perché il nostro cuore “è troppo stretto
per la grande realtà che gli è assegnata. Deve essere allargato” (n. 33). “Pregare non signi-fica uscire dalla storia e ritirarsi nell’angolo pri-vato della propria felicità. Il giusto modo di pre-gare è un processo di purificazione interiore che ci fa capaci per Dio e, proprio così, anche capaci per gli uomini.” Per raggiungere questo scopo, la preghiera “deve essere sempre di nuovo guidata dalle grandi preghiere della Chiesa e dei santi, dalla preghiera liturgica, nella quale il Signore ci insegna a pregare nel modo giusto” (n. 34). “Così diventiamo capaci della grande speranza” e anche “ministri della speranza per gli altri: la speranza in senso cristiano è sempre anche spe-ranza per gli altri”.Un altro luogo dove si esercita la speranza è l’azione, perché la speranza cristiana non è oziosa, ma spinge ad agire. “Ogni agire serio e retto dell’uomo è speranza in atto” (n. 35). La speranza cristiana sostiene l’impegno quotidiano e mi dà il coraggio di agire perfino quando, uma-namente parlando, “non ho più niente da spe-rare”, perché “è la grande speranza poggiante sulle promesse di Dio”.Anche la sofferenza è un luogo dove si eser-cita la speranza cristiana, anzi un luogo privile-giato, perché “non è lo scansare la sofferenza, la fuga davanti al dolore, che guarisce l’uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione e in essa di maturare, di trovare senso mediante l’unione con Cristo, che ha sofferto con infinito amore” (n. 37) e le cui sofferenze sono diventate, per questo motivo, sorgente inesauribile di grazie. Qui l’Enci-clica cita la splendida testimonianza di un martire vietnamita, di cui ho parlato all’inizio, poi parla del condividere la sofferenza altrui e dell’”offrire” le proprie pene.In terzo luogo, l’Enciclica presenta il Giudizio finale di Dio “come luogo di apprendimento e di esercizio della speranza” in un senso eviden-temente diverso dai luoghi precedenti, perché il Giudizio finale non è una realtà presente come sono le preghiere e le sofferenze. Il Giudizio finale suscita, però, la speranza, perché eliminerà il male. Qui l’Enciclica offre riflessioni profonde sul terribile problema del male e della giustizia.Poi aggiunge spiegazioni preziose sull’inferno, sul purgatorio e sulla preghiera per i defunti.L’Enciclica si conclude con una contemplazione di “Maria, stella della speranza”, un bellissimo dia-logo con Lei e una intensa preghiera.Termino così questa mia presentazione, consape-vole delle sue insufficienze, sperando solo di aver suscitato in voi il vivo desiderio di una conoscenza diretta del testo dell’Enciclica.
S.R.E. card. Albert Vanhoye
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C R E S I M ECronaca P
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Priscilla Aili
Maria Giovanna Amadeo
Gabriele Aquilini
Luca Balsarini
Davide Della Maddalena
Simone Fracassetti
Mattia Gurini
Michela Leoni
Edoardo Ligresti
Dario Maurutto
Nicola Mitta
Nicolas Mozzi
Margherita Negrini
Francesca Paganoni
Bruno Paladini
Paolo Pedruzzi
Gabriella Primi
Michele Rebai
Cecilia Rossi
Francesca Sava
Alice Schiantarelli
Luca Serventi
Bruno Adelino Specchi
Claudia Tedesco
Ginevra Vanoia
Vittoria Vega
2007Sabato 14 aprile il vescovo Diego ha celebrato il sacramento della Cresima nella nostra parrocchia. Hanno
ricevuto il sigillo dello Spirito Santo 27 ragazzi:
I ragazzi accompagnati e preparati dai catechisti: Ester Addimanda Capici, Carmela Automi, Serena Catelini, Andrea Garzetti.
Il gruppo di animazione liturgica col vescovo Diego al termine della celebrazione delle cresime.
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Grest 2007 - Musica Maestro!I partecipanti alla preghieraguidata da don Alberto.
Gli animatori-attorinei panni degli Star Way,
i protagonisti del Grest.
Domenica 10 giugno:processione con la Madonnadel Carmelo alla Sassella
La squadra di animatoridel campo estivo a Lozio
parte per il rientro a Sondrioa bordo del mitico pulmino.
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C A M P ILOZIO, 1-7 LUGLIO - PER VOLARE
Dal primo al sei luglio 2007 a Lozio, in Val Camonica, un gruppo di ragazzi dalla quinta elementare alla terza media, accompagnati da dieci impavidi ani-
matori sotto la guida di don Alberto, ha trascorso un’in-dimenticabile settimana di campo estivo! Con noi c’erano la mitica Lina e la instancabile mamma Gerry, cuoche del campo.Il tema del campo è stato “Peter Pan”, che con la sua voglia di rimanere bambino voleva cercare di fuggire da un futuro da grande, pieno di diffi coltà identifi cate con i pirati, in un mondo tutto suo: l’isola che non c’è. La casa di Lozio è dedicata a padre Daniele Badiali: un missionario che ha donato la propria vita per salvare una ragazza in Perù.Abbiamo dato il via al campo con la Santa Messa domeni-cale insieme alle famiglie dei ragazzi; la settimana è volata tra giochi, gite, calcio saponato e qualche raro momento di rifl essione (?!?).Il calcio saponato è stato uno dei giochi che più ha entusia-smato i bambini e anche gli animatori: consiste nel giocare a calcio su un telo di plastica, delle dimensioni di un campo da calcetto, cosparso di acqua e sapone. Le due sostanze rendono la stabilità precaria e causano molte cadute con le
seguenti risa e divertimenti. Il venerdì pomeriggio dedicato al calcio saponato ci ha raggiunti, per passare una gior-nata con noi, don Silverio.Naturalmente non potevano mancare, in un campo che si rispetti, gli scherzi; ne è esempio quando gli animatori hanno fatto credere ai bambini che la Benny (in realtà nascosta nel pulmino) fosse scappata nel bosco suscitando preoccupazione e anche qualche lacrimuccia. Gli anima-tori, dalla faccia così responsabile, nascondevano una parte bambina e si stuzzicavano fra di loro; basti pensare alla notte di giovedì, passata a rincorrersi per la casa con dentifricio e schiuma da barba!!!Il tempo è stato veramente “schifoso”; infatti quei poveri
animatori si sono dovuti scervellare per inventare tutti i possibili e immaginabili giochi per la pioggia ... ma per fortuna c’erano le cuoche che ci hanno sfamato con i loro deliziosi piatti e dolcetti!!!Gli animatori, affaticati dal duro lavoro e dalle ore pic-cole, si aggiravano per la casa come dei sonnambuli, ma dobbiamo riconoscere che ce l’hanno messa davvero tutta. Nella casa regnava la legge del nerbo, praticata soprat-tutto su alcuni soggetti (vero Palla?!?).L’ultima sera, riuniti insieme nel salone costruito da tipici operai bresciani (Pota, passami il martello!), i ragazzi si sono cimentati in bellissime scenette umoristiche, in ricordo del campo, che hanno divertito tutti. Anche don Alberto, con il suo tipico modo di fare ormai conosciuto da tutta la comunità parrocchiale, si è esibito imitando le sveglie della Illy e del Paind, che alla mattina avevano sempre tanta voglia di alzarsi! Il momento più bello della serata è stato l’improvvisazione con la chitarra sempre del don, che ha descritto in modo ironico ogni bambino.Importanti sono anche le relazioni di amicizia e fratellanza che si sono realizzate e rinforzate tra ragazzi e animatori e che continuano a migliorare con la vita in oratorio.
Il campo però non ha aiutato a crescere solo i ragazzi, ma anche gli animatori; i preparativi del campo e più ancora il campo stesso, con le diffi coltà e le prove che comportano, ci hanno infatti aiutati a sviluppare in noi una coscienza diversa nel rapporto con gli altri, l’impegno in parrocchia e una voglia costante di metterci in gioco.Si sente già la pressione per il campo estivo dell’anno prossimo, da parte sia dai bambini che dagli animatori, i quali sperano in un campo come quello precedente, se non migliore!!!
Vespix e Illyalias Andrea Morelli e Ileana Maurutto
Messa in alta quota
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E S T I V ISANTA MARGHERITA LIGURE, 23-30 LUGLIO
FGTP: FIDATI GIOVANE T’AMO PERCOMESEI
Si gioca, si ride, si piange, si prega, ci si arrabbia. Ad un campo fai tutto questo all’ennesima potenza. Non hai paura di metterti in gioco, impari a cono-
scerti e a capire che sei così diversa, ma nello stesso tempo così uguale agli altri. Ti senti isolata dal mondo. I problemi che nella quotidianità ti pesavano, in quei giorni diventano solo la forza per andare avanti e per dire più volte: “ce l’ho fatta!”. I pensieri che prima ti spaventavano diventano i tuoi compagni per sette giorni e tu sei la prima a non lasciarteli scappare. Riesci a farti conoscere a 360° sia dagli altri sia da Lui. Non hai il timore di aprire il tuo cuore, inizi a capire che l’importante è dare il tuo amore senza sapere cosa potrai ricevere in cambio. Anche un piccolo sorriso, un abbraccio o un buongiorno al mattino ti rendono più serena. Sono le piccole cose che iniziano a diventare le più preziose. Non per questo è facile vivere un campo. Tutto ciò che sei o che diventi in quella settimana devi riuscire poi ad esserlo quando ritorni alla vita di sempre. Non credo di aver mantenuto questo impegno, ma oggi tutte le volte in cui credo di non farcela, ripenso a quei giorni, a quei momenti, a quei pensieri e a quella forza che Lui mi da per tornare ancora a dire: “ce l’ho fatta!”.
Rramon Pamperoalias Ramona Palermo
Gioco di conoscenza tra i partecipanti dei tre oratori cittadini
In cammino sui promontori delle Cinque Terre
Foto di gruppo nelle acque di San Fruttuoso
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A DIO, VESCOVO TERESIOIl 4 settembre è tornato alla casa del Padre
mons. Teresio Ferroni, vescovo emerito di Como
Teresio Ferraroni naque a Gaggiano (Milano) l’8 dicembre 1913 e venne ordinato sacerdote il 6 giugno 1936.
Dapprima assistente delle ACLI, venne successiva-mente nominato prevosto di Sesto San Giovanni, centro urbano alle porte di Milano.Eletto alla Chiesa titolare di Gauriana, vescovo ausi-liare e provicario generale di Milano il 7 dicembre 1966, fu consacrato l’8 gennaio 1966.Il 12 settembre 1970 fu nominato coadiutore con diritto di successione del vescovo di Como Felice Bonomini. Dal 22 febbraio 1973 divenne vicario apostolico della nostra Diocesi e quindi, alla morte del vescovo Felice, avvenuta il 1° novembre 1974, fu a pieno titolo vescovo di Como.Lasciò la guida pastorale della diocesi il 31 gennaio 1989, ritirandosi presso la Casa di Cura delle Suore Misericordine di Lecco dove, nella mattina del 4 set-tembre scorso, è venuto a mancare.Le esequie sono state celebrate nella cattedrale di Como il 7 settembre successivo, presiedute dall’Ar-civescovo Metropolita di Milano card. Dionigi Tet-tamanzi, alla presenza di molti vescovi lombardi e centinaia di sacerdoti.
Il vescovo Terisio nel Duomo di Como con il servo di Dio Giovanni Paolo II durante la sua visita alla Diocesi nel maggio 1996
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LOURDES ED IOPellegrinaggio diocesano a Lourdes
«Pace e bene a tutti». Così rispondeva al tele-fono la mamma di don Silverio, così vi saluto anch’io.
Con questo scritto spero di riuscire a mandare un messaggio a chi non è mai stato a Lourdes e rav-vivare il ricordo per chi, con me, ha partecipato al pellegrinaggio diocesano dell’ottobre scorso. Lour-des per me è come il canto delle sirene che incontra-vano i marinai, lo spettacolo dell’aurora boreale che incanta, il primo vagito di un bambino, lo stupore di tutte le meraviglie del mondo e tanto altro ancora. Una forza d’amore che mi avvolge ogni volta più intensa e nuova.I messaggi che Lourdes può dare a questa società disorientata sono molteplici e raggiungono i cuori più sterili. Bernardette è il fulcro della storia di Lourdes e dei messaggi di Maria. Giovinetta dalla vita semplice, senza cultura, un po’ sciocca, con la sua famiglia finì nella misera più nera. Derisa, perseguitata, disprezzata, offesa, ignorata dalle stesse persone un tempo amiche, rispettate e aiutate. Bernardette è un modello di vita. Volgiamo intorno il nostro sguardo: quante situazioni simili vediamo! Forse a volte anche noi siamo caduti in un comporta-mento servile di questa società evoluta e benestante, disprezzando il diverso. È proprio vero che nel tempo la storia dei popoli si ripete.Alla prima apparizione, Bernardette, impaurita alla visione della Bella Signora, si fece il segno di croce e, stringendo fra le mani il rosario, unico oggetto di valore che possedeva, si mise a pregare. Incon-sciamente sapeva a chi chiedere aiuto e protezione, pur non conoscendo il mistero. Quante volte, poi dimenticate, anche noi, attanagliati dalla paura, dalle angosce, nella disgrazia, incondizionatamente ci siamo fatti il segno di Croce e abbiamo alzato gli occhi al cielo chiedendo aiuto. Proviamo a chiederci perché. Tanti sono i segni a Lourdes che Maria, attraverso Bernardette, dà a questa umanità per ritrovare Gesù. A Lourdes incontriamo tanti amma-lati nel corpo e nell’anima, inchiodati su sedie a rotelle o barelle, accompagnati dai volontari Unitalsi a pregare alla grotta di Massabielle per chiedere la grazia della guarigione, della serenità, la forza di lottare, la grinta di proseguire il cammino terreno, la redenzione. Noi unitalsiani serviamo Maria come figli devoti e in questi malati vediamo il volto di Cristo che lotta affinché il suo sacrificio sulla croce sia vita per noi.Lourdes è l’acqua che disseta, che purifica, che salva. È il luogo del dolore e della gioia, dove ognuno può,
affidandosi a Maria, ritrovare se stesso e l’amore incondizionato di Dio, la forza di camminare nella vita senza perdere il sorriso che donano la fede e la speranza. Lourdes chiama tutti. È un incontro spe-ciale da vivere in prima persona. È l’unico modo per scoprire ciò che affascina le anime.Grazie a Dio di questo dono!
Maria Antonia Bajardo
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Domenica 7 ottobre:festa patronale con pranzo
in oratorio. I cuochi al lavoro...
... e i commensali ai tavoli.
Sabato 20 e domenica 21 ottobre:il gruppo di giovani della parocchia
alla 2 Giorni Giovani ad Uggiate Trevano (Co)
Sabato 1 e domenica 2 settembre: Agorà dei giovani italiani a Loreto.
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Domenica 2 dicembre:i bambini, che a maggio
riceveranno la prima Comunione, presentati alla comunità
Il gruppo UNITALSI durante la Messa di domenica 2 dicembre. La giornata di inizio dell’anno associazionistico è prosegiuta col pranzo in oratorio.
Sabato 8 dicembre: La Bella e la Bestia,
spettacolo organizzato e diretto dagli stessi giovani protagonisti.
Grande successo in attesa di replica!!!
Domenica 25 novembre:presentazione dei ministranti (chierichetti) durante la Messa solenne.
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I NUOVI VICARI DEL VESCOVO IL VESCOVO DIEGO HA NOMINATO I SUOI NUOVI COLLABORATORIIl vicario generale1. Il Vicario Generale, ruolo istituito nella Chiesa dal Concilio Lateranense IV (1215) è il primo e imme-diato collaboratore del Vescovo; in sua assenza, e comunque in sua vece, esercita la responsabilità di governo e di autorevole servizio alle varie realtà diocesane, fatta eccezione per quanto la disciplina della Chiesa riserva al Vescovo (canone 475-481 del Codice di Diritto canonico).2. Il Vicario generale è scelto liberamente dal Vescovo (can 477 &1); il Vescovo, nel nostro caso, ha compiuto questa scelta dopo una larga consulta-zione che ha raccolto il parere di varie centinaia di laici e laiche, religiosi e suore, presbiteri, diaconi e consacrati; non si è trattato di una elezione ma di pareri motivati (e fi rmati!) espressi direttamente e riservatamente al vescovo stesso, sulle caratteristi-che desiderabili del Vicario e sui nomi dei possibili candidati; il Vescovo ha preso atto con attenzione di questa notevole e utile massa di consigli, ha chiesto ancora parere a singole persone e ha infi ne deciso e ottenuto dal sacerdote designato l’accettazione del-l’incarico.3. una volta comunicato alla diocesi il nome del nuovo Vicario il Vescovo ha proceduto con lui alla defi nizione di altre due importanti scelte per il servi-zio futuro della diocesi: a. quella degli altri Vicari Episcopali, che sono fi gure istituite dal Vaticano II e normate dai Canoni già citati, come incaricati di assumere il servizio auto-revole in comunione con il Vescovo su parti o singoli aspetti della vita della diocesi;b. quella di rivedere l’assetto organico della Curia Vescovile che è l’insieme di competenze, autorità ed uffi ci che offrono sostegno alla vita della diocesi nei vari settori della pastorale e a servizio dei diversi “soggetti” ecclesiali.4. Il nuovo Vicario Generale ha iniziato il suo man-dato dal 1° dicembre scorso, avendo così il tempo di avvicendare la successione di chi lo sostituisce nel precedente compito affi datogli e ricevendo a sua volta le consegne dall’attuale Vicario Generale.5. Il Vescovo desidera esprimere, come ha già fatto in altre recenti circostanze, l’affetto, la stima e la riconoscenza, che nascono da questi mesi di colla-borazione, verso il Vicario monsignor Enrico Bedetti, che ha esercitato il suo mandato in questi otto anni con fedeltà, competenza e generosa dedizione. Egli ora si dedicherà al ministero della confessione come Penitenziere della Cattedrale e continuerà il suo ser-
vizio spirituale come cap-pellano del Monastero Benedettino di Grandate.
Il nuovo Vicario Gene-rale è don Giuliano Zanotta.
Don Giuliano nasce a Lenno il 10 febbraio 1958.Riceve l’ordinazione sacer-dotale il 26 giugno 1982 per l’imposizione delle mani del Vescovo Teresio Ferraroni.Dal 1982 al 1987 è Vica-rio nella parrocchia di san Paolo Apostolo nel quar-tiere di Sagnino in Como.Dal 1987 al 1996 è assi-stente diocesano del-l’Azione Cattolica Ragazzi, Responsabile della pasto-rale giovanile della Dio-cesi, e assistente del Centro Sportivo Italiano (CSI).Dal 1996 è arciprete di Bellagio (Co), dove ha avviato la pastorale unitaria delle parrocchie di San Giovanni, san Giacomo e beata Vergine Annunciata in Visgnola.
I vicari episcopaliLe due scelte che il Vescovo ha maturato insieme al nuovo Vicario Generale riguardano: la nomina di altri tre Vicari Episcopali, che sostituiranno i cinque attuali, e che riceveranno i seguenti specifi ci man-dati.I due Vicari territoriali, come dice la stessa defi ni-zione, avranno un rapporto privilegiato con il “ter-ritorio”, ovvero saranno un punto di riferimento per i parroci e le comunità parrocchiali. Cureranno in modo particolare i rapporti interpersonali (con i sacerdoti e con i fedeli), si occuperanno della vita delle parrocchie, delle collaborazioni interparroc-chiali e dell’organizzazione pastorale delle Zone. Inoltre saranno chiamati a fornire indicazioni a Vescovo e Vicario generale al momento delle nomine o dei trasferimenti dei parroci.Nuova, invece, la fi gura del Vicario per la Cultura, che prende le mosse anche da quanto affermato al termine del Convegno Ecclesiale di Verona. I cre-
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I NUOVI VICARI DEL VESCOVO IL VESCOVO DIEGO HA NOMINATO I SUOI NUOVI COLLABORATORI
denti, infatti, sono sempre più soggetto presente e responsabile nella società civile, dove sono chiamati a portare, soprattutto sul piano del dialogo culturale e della promozione dei valori, la ricchezza della loro fede e delle loro idee. La Chiesa, poi, cammina con una costante atten-zione a stimolare la par-tecipazione attiva di tutti, ciascuno secondo la sua competenza e la misura della sua fede. Il Vicario, quindi, collaborerà con il Vescovo e il Vicario Gene-rale al coordinamento del-l’attività dei Consigli di partecipazione (Consi-glio Presbiterale; Consi-glio Pastorale Diocesano; Collegio dei Consultori,
Consiglio Diocesano di amministrazione, Assemblea dei Vicari Foranei; Consulta delle Aggregazioni Lai-cali...).La nomina dei tre Vicari è effettiva a partire dallo scorso 1° dicembre.
- il Vicario Episcopale per la provincia di Sondrio e l’Alto Lago è don Battista Galli.
Don Battista nasce a Livigno (So) il 30 maggio 1941 ed è ordinato sacerdote il 27 giugno 1965.- Vicario ad Albosaggia (So) dal 1965 al 1969, è stato vicario a Berbenno (So) dal 1969 al 1971; è parroco di Monastero (So) dal 1971 al 1974.- Dal 1974 al 1979 è assistente diocesano del-l’Azione cattolica ragazzi; contemporaneamente (fi no al 2000) è assistente del Centro Giovanile San Filippo di Como; è stato anche professore di reli-gione presso il Liceo Scientifi co “Paolo Giovio” di Como.- Dal 1993 al 2002 è direttore della Caritas Dioce-sana.- Nel 2002 è nominato arciprete di Canonica di Cuveglio (Va), dove resterà fi no al 2006.- Dalla primavera del 2006 è prevosto di Tirano San Martino (So).
- il Vicario Episcopale per i territori delle province di Como, Lecco e Varese compresi nella diocesi di Como è don Italo Mazzoni.
Don Italo nasce a Menaggio (Co) l’11 maggio 1956 ed è ordinato sacerdote il 28 giugno 1980.- Per undici anni, dal 1980 al 1991, è stato vicario della parrocchia di Como-Rebbio.- Dal 1991 al 2004 è stato assistente diocesano del-l’Azione cattolica; è stato anche professore di reli-gione presso il Liceo Classico “Alessandro Volta” di Como.- Dal 1994 al 2004 è stato delegato vescovile per la catechesi-scuola.- Dal 2004 è parroco di Como-Prestino e delegato vescovile per la pastorale familiare.
- il Vicario Episcopale per la Cultura e il coordina-mento dei vari Consigli diocesani è monsignor Angelo Riva.
Don Angelo nasce a Como il 10 giugno 1966 ed è ordinato sacerdote il 15 giugno 1991.- È stato vicario a Como-Rebbio dal 1991 al 1992; alunno del Seminario Lombardo a Roma dal 1992 al 1994.- Dal 1994 è insegnante di teologia morale presso il Seminario diocesano di cui è stato anche vice-rettore nel periodo 1994-2001.- È stato collaboratore presso la parrocchia di Como-Prestino dal 2001 al 2004.- Nel 2003 è nominato vicario episcopale per la pastorale e direttore del Centro Socio-Pastorale Card. Ferrari di Como.- Dal 2004 è assistente Agesci del gruppo Como 3°.
A questi tre Vicari verranno affi ancati tre o quattro “Delegati” Vescovili che saranno incaricati di seguire specifi che realtà e soggetti della vita diocesana.
Insieme al Vescovo e al Vicario generale i tre Vicari Episcopali entrano a far parte del Consiglio Episco-pale, che risulta quindi composto da cinque membri e coadiuva il vescovo nel discernimento delle princi-pali questioni del governo della diocesi stessa.
dai comunicati dell’Uffi cio Stampa della Diocesi del 23.10.2007 e del 24.11.2007
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RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE “PIAZZA DELLA SASSELLA”
Il progetto per la nuova sistemazione della Piazza della Sassella a cura della Parrocchia della Beata Vergine del Rosario vuole essere testi-
mone e rispettoso del passato, ma anche propositivo di nuove soluzioni progettuali coerenti con i tempi e con l’utilizzo flessibile degli spazi a seconda delle necessità.Questo si fonda sui seguenti aspetti fondamentali.L’asse di collegamento longitudinale Est/Ovest è costituito dal camminamento centrale e rappre-senta la “spina dorsale” del complesso; questo comprende la canalina di raccolta delle acque pio-vane e segue in parallelo l’andamento del soprac-citato asse direzionale; è formato da lastre locali di vario formato rettangolare con effetto scalato e proporzionato (dà il senso di ascesa alla piazza del Santuario); avrà pendenza idonea per la raccolta ed il convogliamento dell’acque piovane.Nei punti significativi verranno inserite delle caditoie realizzate con analogo materiale.“Le costole trasversali” di completamento della “struttura a pavimento” rappresentano i torrenti delle vallate laterali in sponda Retica ed Orobica, non frontiste fra loro; queste richiamano come chiave di lettura storica le rogge, i rivoli, i canaletti di raccolta delle acque di drenaggio o di formazione momentanee provviste nei periodi delle piogge, pro-venienti dai terrazzamenti dei vigneti soprastanti (notizia anche comunicata da fonti storiche verbali).Questi elementi strutturali trasversali sono formati da tronco centrale in legno di larice rosso, sezione svasata cm 20x20 circa che simboleggia il corso del torrente; lateralmente due strisce di “risc” posate sul letto d’impasto di sabbia e calce forte rappresentano le rive del torrente.Pavimentazione della Piazza: leggermente in pen-denzata verso il centro, in “pietrame in spacco” di medio formato, parte di recupero e parte prove-niente dall’esterno, ma avente caratteristiche e tona-
lità di colori similari, posata a fughe larghe su letto di impasto di sabbia e calce forte.Le fughe avente larghezza tra 6 e 8 cm circa sono miscuglio di terriccio e smarino fine di galleria com-pattato (“macadam all’acqua”), ottenedo l’“effetto sterrato”.La nuova pavimentazione è suddivisa in vari settori delimitati da segni a pavimento (“costole trasver-sali” in tronchi di larice rosso a sezione svasata), formando delle superfici destinate a più utilizzi della piazza (parcheggi dei residenti, aree di sosta e di relax); risulta “leggera” e articolata, utilizzando materiali semplici e tipici del luogo (pietre in lastre, pietra a spacco del luogo o similare, acciottolato “risc”, legno di larice rosso: in vari formati e dimen-sioni).La pavimentazione della Strada vicinale per Triasso, realizzata in “risc” di grossa pezzatura, dall’innesto con la Piazza prosegue verso sud fino al cammina-mento centrale, creando uno stacco piacevole fra le pavimentazioni ed un raccordo pendenzato fra i dislivelli.L’illuminazione è a raso pavimentazione con corpi illuminanti di adeguate caratteristiche tecniche posi-zionati nei punti significativi.Il parapetto protettivo esistente a Sud in pietrame e malta a vista, con coronamento a coltellata, viene sopralzato nel rispetto delle vigenti norme di sicu-rezza manufatto in ferro a disegno semplice, non invasivo tinteggiato con smalto ferromicaceo color grigio pietra; è composto da tubolare longitudinale e sostegni con piatti di costa, infissi nella sottostante coltellata.Alla Piazza viene attribuito un nuovo carattere identificativo ed un “pizzico di teatralità” che la rende nel tempo flessibile nell’utilizzo, permeabile ed elegante.
Adriano Gianola, architetto
Presentazione della riqualificazione realizzata a computer
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GUIDO, ARTISTA DELLA MADONNA DI TIRANOIl nostro sacrestano Guido ha realizzato, negli
scorsi mesi, un’opera su legno con pirografo raf-figurante l’apparizione della Beata Vergine Maria
a Tirano. Il lavoro è stato poi inviato al rettore della Basilica.
Caro don Silverio, invio a te un biglietto che ti prego di passare al tuo fidatissimo sacrestano Guido. Ne approfitto per porgerti gli auguri di
buon Natale e sereno anno nuovo.Don Aldo Passerini
Carissimo Guido,tempo fa ho ricevuto un quadretto di legno lavorato con il pirografo e raffigurante la scena dell’Appari-zione della Madonna di Tirano. Era opera tua. Sei stato bravo!Ti ringrazio di questo dono. L’ho messo vicino all’en-trata del mio studio e quindi lo vedo ogni giorno. Avevo già visto qualche tuo lavoro al pirografo nella tua sacrestia. Guido è l’artista della Madonna del santo Rosario e adesso anche della Madonna di Tirano.Ti porgo i più cordiali auguri di un santo Natale e di un felice nuovo anno, sempre accanto al tuo don Silverio, ai chierichetti e alla tua gente.Stammi bene e buona continuazione
Don Aldo PasseriniMadonna di Tirano, 29 novembre 2007
LAVORI SEMPRE IN CORSO
L’abile carpentiere - muratore Luigi Lamperti è spesso visibile al lavoro negli ambienti parrocchiali. Negli ultimi mesi ha eseguito
diversi interventi:
• manutenzione del campo da calcio del l’oratorio • realizzazione della tettoia nell’angolo barbecue • pulizia grondaie e canali di scolo della chiesa • sistemazione croce luminosa sul tetto della chiesa • eliminazione delle infiltrazioni d’acqua e tinteggiatura dell’esterno dell’abside della chiesa
La collaborazione sinlenziosa e importante continua...
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Accogliamo i regali di Gesù
Ti regalo la mia Santissima Madre,
perché sia tua Madre.
Ti regalo la mia forza,
perché ti sostenga nella stanchezza.
Ti regalo la mia carità,
perché ti senta spronato ad aiutare il bisognoso
dividendo il tuo pane con chi ha fame.
Ti regalo la mia pace,
perché con la tua buona volontà possa dare gloria a Dio.
Ti regalo la mia misericordia,
perché con essa giudicherai i tuoi fratelli.
Ti regalo la mia venuta,
perché ti conforti nei tuoi dolori e cresca in te la
speranza.
Ti regalo la quiete della notte benedetta della mia nascita,
perché ti riempia l’anima di pace.
Ti regalo Me stesso,
perché anche tu possa diventare un regalo gratuito per gli
altri.
perché ti riempia l’anima di pace.
Ti regalo Me stesso,
perché anche tu possa diventare un regalo gratuito per gli
Gita a TriassoIl cielo è scuro la pioggia è vicina
pronti via.Il richiamo della gioia nulla ferma,
echeggia il festoso rombo
dei motoriocchi felici e mani festose
ti attorniamo,la natura ti circonda
i suoi colori settembrini
il transitare fra lorogioiscono a chi li guarda,
mi inebria il profumo dei tuoi
vigneti e i frutteti meravigliosi
che ti circondano.Avverto gioia.
In sella alla mia moto
di un mio tempo lontano
percorro le tue valli
vestite del lavoro dell’uomo
vorrei non più fermarmi
come il tempo.Grazie Triasso.
rimane il ricordo perenne di questo giorno
sempre in me.
Valter (Milano 01-10-06)24 25
Un Po’ D
i U
mO
rIsM
oBARZELLETTEUn favoreUn bambino entra in un bar e dice alla cas-siera: Mi cambia questo biglietto da cinque euro con sei monete da un euro, per favore?Vorrai dire con cinque! – ride la donna.E allora, – sbuffa lui, - dov’è il favore?
ManicomiNel giardino del manicomio il medico di guardia scorge due pazzi che stanno appesi tranquilli ai rami di un albero.Che fate lassù?Siamo fichi, non vede?D’accordo (dice per non contraddirli), però ora converrebbe di scendere.Non possiamo, non siamo ancora maturi.
Lo scozzese che medita sui Salmi Ma Dio, cos’è per Te un istante?Come mille anni.E mille anni?Come un istante.E… un penny, un minuscolo penny, cos’è per Te?E’ come un milione di sterline.E un milione di sterline?E’ come un minuscolo penny.Allora, mio Dio, mi puoi dare un minuscolo penny?Aspetta… un istante.
Da un’omelia sul matrimonio:“Fratelli prendiamo l’esempio dal nostro progenitore Adamo. Nessuno ha vissuto come lui la fedeltà coniugale”.
La mamma interroga il figlio di ritorno dalla Santa Messa:“Quale argomento ha trattato in predica il parroco?”“Ha parlato del peccato”.“E che cosa ha detto?”.
“Mah, mi è sembrato piuttosto contrario…”.
“Spero che la mia predica le sia piaciuta”, dice il sacerdote alla fine della Messa a una signora di Chiesa.“Direi di sì”.“Forse qualche passaggio l’ha interessata in modo particolare?”.“Si, il suo passaggio dall’ambone all’altare”.
Non prendertela se la tentazione di dare consigli è irresistibile: la capacità di non tenerne conto è universale. Anonimo
Un uomo veramente ricco è quello i cui figli gli corrono fra le braccia quando ha le mani vuote. Anonimo
“Non sono i giovani che devono capire noi, siamo noi che dobbiamo capire loro; essi non conoscono la vecchiaia, mentre noi abbiamo conosciuto la giovinezza”. André Marcel
Tre splendidi ideali sempre validi: “Cono-sci te stesso” (Socrate), “Domina te stesso” (Cicerone), “Dona te stesso” (Cristo). Anonimo
Un marito è arrivato veramente alla perfe-zione quando riesce a capire ogni parola che la moglie non dice… Anonimo
“Finché i figli sono giovani, date loro pro-fonde radici. Quando saranno cresciuti date loro le ali”. Proverbio indiano
S E N T E N Z E
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Anagrafe Parrocchiale
BATTESIMI
(Aggiornata al 5 dicembre 2007)
Barbieri Leonardo 7 aprile
Zampatti Gioele 8 aprile
Famlonga Francesca 29 aprile
Vaninetti Francesca 29 aprile
Vinci Serena 6 maggio
Meloni Federica 3 giugno
Tiso Beatrice 3 giugno
Gianoncelli Alice Maria Celeste 3 giugno
Medda Eleonora 3 giugno
Medda Lorenzo 3 giugno
Sottoria Mottini Gabriele 3 giugno
Fracassi Andrea 3 giugno
Azzolini Fabio 3 giugno
Cavazzi Nicholas 24 giugno
Cavazzi Thomas 24 guigno
Cursio Leonardo 1 luglio
Serra Maria Desiree 29 luglio
Broggini James 5 agosto
Borromini Yuri 5 agosto
MATRIMONIBellero Simone con Sciani Roberta Aurora 21 aprile
Meago Roberto con Zen Laorena 5 maggio
Del Curto Claudio con Vigo Roberta 12 maggio
Maffezzini Mario con Mabritto Valentina 19 maggio
Ferrara Paolo con Lanzetti Silvia 26 maggio
Schenatti Corrado con Figoni Clara 9 giugno
Nana Cesare con Gullo Laura 16 giugno
Failoni Viola Simonetta Pia 16 settembre
Venzi Nicola 16 settembre
Brunalli Gaia 7 ottobre
Giuffrida Giovanni 7 ottobre
Jeretienko Erman 7 ottobre
Garzetti Davide 21 ottobre
Spizzichino Gaia 21 ottobre
Pedrotti Alessandro 21 ottobre
De Gianni Filippo 4 novembre
Leoncelli Gioele 4 novembre
Della Valle Greta 2 dicembre
Bianchi Federico 2 dicembre
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Fomiatti Ines di anni 81 31 maggio
Cincera Valter di anni 55 27 giugno
Sprengher Alberto di anni 65 7 luglio
Camero Bruno di anni 54 8 luglio
Vanotti Marietta di anni 87 21 luglio
Bertola Livia di anni 73 21 luglio
Stazzonelli Armida di anni 87 28 luglio
Sarcinella Giuseppe Gabriele di anni 77 30 luglio
Garancini Giuseppina di anni 98 6 agosto
Varisto Domenico di anni 55 16 agosto
Piatta Maria di anni 75 21 agosto
Ciccone Roberto di anni 83 31 agosto
Romeri Elena di anni 68 4 settembre
Viori Luciana di anni 79 5 settembre
Azzalini Bruna di anni 82 14 settembre
Libera Colomba di anni 87 22 settembre
Colombera Rosa di anni 93 1 ottobre
Busin Ida di anni 95 8 ottobre
Gilardelli Carlo di anni 64 8 ottobre
Fantò Cristina di anni 53 9 ottobre
Meneghini Renato di anni 86 19 ottobre
Colturi Anna di anni 83 21 ottobre
Parolo Gianpaolo di anni 61 25 ottobre
Serventi Mario di anni 92 29 ottobre
Cenini Lidia di anni 66 13 novembre
Speziali Raoul di anni 69 13 novembre
Cassina Maria di anni 67 19 novembre
Sem Albino 1 dicembre
Pedrotti Maurizio di anni 50 3 dicembre
Anagrafe Parrocchiale(Aggiornata al 5 dicembre 2007)
DEFUNTIPedrazzoli Alba di anni 82 5 aprile
Pozzoni Silvano di anni 56 12 aprile
Bianchini Giovanni Battista di anni 94 25 aprile
Piani Ezio di anni 80 2 maggio
De Schonfeld Leonida di anni 82 13 maggio
Triangeli Desolina di anni 66 16 maggio
Mitta Gaetano di anni 94 23 maggio
Mauro Andrea con Garozzo Valeria 23 giugno
Parolini Fabiano con Martelli Beatrice 3 agosto
Lo Pomo Alessandro con Trivella Cinzia 4 agosto
Camparelli Marco con Trivella Ilaria 25 agosto
Ciapponi Gianluca con Confeggi Francesca 1 settembre
Ripamonti Andrea con Bina Noemi Selene 8 settembre
Barilani Stefano con Spini Michela 15 settembre
Rovedatti Richi con Pradella Alessandra 22 settembre
Fumagalli Alessandro con Azzati Francesca 22 settembre
Moroni Armando con Romegialli Anna 10 novembre
Bagini Renè con Patroni Nadia 1 dicembre
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PROGRAMMA PASTORALE PARROCCHIALE GENNAIOMartedì 1: Maria SS. Madre di Dio. Sante Messe festive. Giornata Mondiale della pace.Giovedì 3: Adorazione eucaristica per le vocazioni alle ore 16.15.Venerdì 4: Primo venerdì del mese.Domenica 6: Epifania del Signore. Sante Messe festive. Benedizione dei bambini alle ore 15.00.Martedì 8: Gruppo “Ora di guardia” alle ore 16.00.Sabato 12: Veglia per la pace interzonale a Sondrio.Domenica 13: Battesimo del Signore. Sante Messe festive.Venerdì 18: a venerdì 25: Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.Sabato 19: Pellegrinaggio vocazionale alla Sassella alle ore 7.00.Venerdì 25: Incontro dei catechisti alle ore 20.45.Domenica 27: Festa di San Giovanni Bosco in oratorio. Pranzo comunitario alle ore 12.30 e pomeriggio di giochi.Mercoledì 30: Presentazione del Molo 14 al Sacro Cuore alle ore 20.45.Giovedì 31: Consiglio Pastorale Parrocchiale alle ore 20.45.
FEBBRAIOVenerdì 1: Primo venerdì del mese.Sabato 2: Presentazione del Signore (Candelora). XI Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Veglia zonale per la vita.Domenica 3: XXX Giornata nazionale per la vita. San Biagio. Benedizione della gola durante le S. Messe festive.Martedì 5: Gruppo “Ora di guardia” alle ore 16.00.Mercoledì 6: Le Ceneri. Digiuno ed astinenza. Imposizione delle Ceneri durante le SS. Messe delle ore 9.00 e 17.30.Giovedì 7: Adorazione eucaristica per le vocazioni alle ore 16.15.Venerdì 8: Via Crucis alle ore 16.45.Domenica 10: I di Quaresima. Vespri alle ore 16.30.Lunedì 11: XVI giornata internazionale dell’ammalato.Mercoledì 13: Catechesi per gli adulti alle ore 16.30.Venerdì 15: Via Crucis alle ore 16.45.Sabato 16: Pellegrinaggio vocazionale alla Sassella alle ore 7.00.Domenica 17: II di Quaresima. Vespri alle ore 16.30.Mercoledì 20: Catechesi per gli adulti alle ore 16.30.Venerdì 22: Via Crucis alle ore 16.45.Domenica 24: III di Quaresima. Vespri alle ore 16.30.Mercoledì 27: Catechesi per gli adulti alle ore 16.30.Venerdì 29: Via Crucis alle ore 16.45.
MARZODomenica 2: IV di Quaresima. Prima Confessione alle ore 15.00.Martedì 4: Gruppo “Ora di guardia” alle ore 16.00.Mercoledì 5: Catechesi per gli adulti alle ore 16.30.Giovedì 6: Adorazione eucaristica per le vocazioni alle ore 16.15.Venerdì 7: Primo venerdì del mese. Via Crucis alle ore 16.45.Domenica 9: V di Quaresima. Vespri alle ore 16.30.Martedì 11: Incontro dei collaboratori dell’oratorio alle ore 20.45.Mercoledì 12: Catechesi per gli adulti alle ore 16.30.Venerdì 14: Via Crucis alle ore 16.45.Sabato 15: Pellegrinaggio vocazionale alla Sassella alle ore 7.00.
SETTIMANA SANTADomenica 16: Domenica delle Palme. Processione e benedizione degli ulivi durante la S. Messa delle ore 10.00 con partenza alla cappella della Madonna della Rocca. Vespri alle ore 16.30Lunedì 17: Via Crucis coi gruppi di catechismo alle ore 20.30.Mercoledì 19: S. Messa missionaria alle ore 17.30. Celebrazione penitenziale alle ore 20.45.Giovedì 20: S. Messa crismale in Duomo a Como alle ore 10.00. S. Messa “in Coena Domini” alle ore 20.30. Adorazione eucaristica fi no alle ore 23.00.
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PROGRAMMA PASTORALE PARROCCHIALEVenerdì 21: Uffi cio di lettura e lodi alle ore 8.00. Azione liturgica “in Passione Domini” alle ore 15.00. Processione cittadina alle ore 21.00.Sabato 22: Uffi cio di lettura e lodi alle ore 8.00. Veglia Pasquale alle ore 21.00.Domenica 23: Pasqua di Risurrezione. Sante Messe festive. Vespri alle ore 16.30.Lunedì 24: Lunedì dell’Angelo. Sante Messe alle ore 10.00 e 17.30.Giovedì 27: Consiglio Pastorale Parrocchiale alle ore 20.45.Lunedì 31: Annunciazione del Signore. Santa Messa alla Sassella alle ore 16.00.
APRILEMartedì 1: Gruppo “Ora di guardia” alle ore 16.00.Mercoledì 2: III anniversario della morte di Giovanni Paolo II.Giovedì 3: Adorazione eucaristica per le vocazioni alle ore 16.15.Venerdì 4: Primo venerdì del mese.Domenica 13: XLV Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni.Venerdì 18: Incontro dei catechisti alle ore 20.45.Sabato 19: Pellegrinaggio vocazionale alla Sassella alle ore 7.00. III anniversario dell’elezione di papa Benedetto XVI.Mercoledì 30: Veglia interzonale del Lavoro.
MAGGIOVenerdì 2: Primo venerdì del mese.Sabato 3: Pellegrinaggio dell’Unitalsi lombarda a Caravaggio.Domenica 4: Ascensione del Signore. Molo 14 a Bellagio. Rosario in chiesa alle ore 20.45.Martedì 6: Gruppo “Ora di guardia” alle ore 16.00.Giovedì 8: Adorazione eucaristica per le vocazioni alle ore 16.15.Domenica 11: Pentecoste. Cresima alle ore 15.00 (amministrata da un vicario episcopale). Rosario in chiesa alle ore 20.45.Giovedì 15: Consiglio Pastorale Parrocchiale alle ore 20.45.Sabato 17: Pellegrinaggio vocazionale alla Sassella alle ore 7.00.Domenica 18: SS. Trinità. Giornata Caritas zonale. Rosario in chiesa alle ore 20.45.Sabato 24: Presentazione del Grest al Sacro Cuore.Domenica 25: Corpus Domini. Prima Comunione alle ore 10.00. Processione cittadina ore 21.00.Sabato 31: Visitazione della B. V. Maria. Conclusione del mese mariano alle 20.45.
GIUGNODomenica 1: Convegno delle Corali in Cattedrale.Lunedì 2: Pellegrinaggio Diocesano dei giovani alla Madonna del Soccorso.Martedì 3: Gruppo “Ora di guardia” alle ore 16.00.Giovedì 5: Adorazione eucaristica per le vocazioni alle ore 16.15.Venerdì 6: Primo venerdì del mese. S. Messa di ringraziamento per la conclusione dell’anno scolastico alle ore 17.30.Domenica 8: Conclusione dell’anno oratoriano e catechistico. S. Messa solenne alle ore 10.00. Pranzo comunitario in oratorio.Da lunedì 9 a venerdì 13: Prima settimana di Grest.Sabato 14: Ordinazioni presbiterali in Duomo a Como alle ore 10.00.Da lunedì 16 a venerdì 20: seconda settimana di Grest.Giovedì 19: Santi Gervasio e Protasio. S. Messa solenne in Collegiata alle ore 10.00.Da giovedì 19 a domenica 22: Esercizi spirituali diocesani per diciottenni.Sabato 21: Pellegrinaggio vocazionale alla Sassella alle ore 7.00.Da lunedì 23 a venerdì 27: Terza settimana di GrestDa domenica 29 a sabato 5 luglio: Campo estivo elementari (3^-5^) a Caspoggio.
LUGLIODa domenica 6 luglio a sabato 12: Campo estivo medie a Caspoggio.Da lunedì 14 a domenica 20: Giornata Mondiale della Gioventù a Sidney.Fine luglio: Campo estivo interparrocchiale delle superiori.
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PARROCCHIA BEATA VERGINE DEL ROSARIO
Largo Stella, 323100 Sondriotel. e fac 0342 213105web: www.beatavergine.i-ndex.net
SACERDOTI
Parroco: don Silverio Raschetti 0342 213105Collaboratore: don Alberto Fasola 0342 514379
SANTE MESSE
Feriali: ore 9.00 ore 17.30Prefestive: ore 17.30Festive: ore 8.00 ore 9.00 (Sassella) ore 10.00 (per la comunità) ore 17.00
CONFESSIONI
Prima e dopo le celebrazioni liturgiche
ORATORIO
L’oratorio è aperto secondo i seguenti orari.Lunedì: 15.00 – 18.00Martedì: chiusoMercoledì: 15.00 – 17.30Giovedì: 15.30 – 17.30Venerdì: 15.30 – 18.00Sabato: 15.00 – 18.00Domenica: 11.00 – 12.00
Durante le festività natalizie:Da lunedì 24 a mercoledì 26: chiusoDa mercoledì 27 a domenica 30: apertoLunedì 31: chiusoMartedì 1: chiusoDa mercoledì 2 a sabato 5: apertoDomenica 6: chiuso
Si cercano collaboratori volontari.Il prossimo incontro è fissato per martedì 11 marzo alle ore 20.45.
UFFICIO PARROCCHIALE
Aperto su richiesta al parroco
CAMPO INVERNALE A ROMA
Da martedì 2 a sabato 5 gennaio 2008
Chi? I giovani delle superiori (1989-1993) accom-pagnati da don Alberto e da alcuni educatori.
Cosa? Una proposta cristiana per quattro giorni di vita comune.
Dove? A Roma.
Quando? Dall’alba di mercoledì 2 alla notte di sabato 5 gennaio 2008.
Come? Viaggio in pullman Gianolini. Alloggio in una struttura nel comune di Ciampino. Il soggiorno mezza pensione comprende pernotta-mento, colazione e cena.Sono inoltre comprese biancheria da letto e da bagno, pulizia giornaliera delle stanze.
Perché? Per non trascorrere tutte le vacanze nata-lizie a casa a studiare (?!?) e passare del tempo con gli amici e l’Amico vero. Per conoscere meglio una città stupenda.
Quanto? Il costo di iscrizione è di 150,00.La quota comprende le spese di viaggio, vitto e alloggio.Sono esclusi i pranzi dei quattro giorni, la cena di sabato 5 ed eventuali spese personali.
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GRUPPO CATECHISTI GIORNO ORARIO
Primo anno di catechismo(classe di riferimento 2° el.)
Albertoe Ileana
Mercoledì16.3017.30
Andrea eSimone
Mercoledì16.3017.30
Preparazione al Sacramento della Riconciliazione(classe di riferimento 3° el.)
Maria Pia e Carlotta
Lunedì15.0016.00
Maria Pia Lunedì16.30 17.30
Preparazione al Sacramento dell’Eucarestia(classe di riferimento 4° el.)
Ramona,Arianna e Patrizia
Mercoledì14.3015.30
Maura, Marta e Patrizia
Mercoledì14.3015.30
Daniela Mercoledì16.1517.15
Primo anno in preparazione alla Cresima(classe di riferimento 5° el.)
Rita Giovedì16.3017.30
Maria Pia Giovedì16.3017.30
Secondo anno in preparazione alla Cresima(classe di riferimento 1° media)
Angelo Giovedì16.3017.30
Ester e Carmela
Giovedì15.3016.30
Primo anno di post-Cresima(classe di riferimento 2° media)
Andrea Giovedì18.0019.00
Secondo anno di post-Cresima(classe di riferimento 3° media)
Antonio eDaniela
Venerdì18.0019.00
Giovanissimi (classe di riferimento 1° e 2° superiore)
don Alberto Mercoledì20.3021.30
Giovanissimi(classe di riferimento 3° superiore)
Alberto Mercoledì20.3021.30
Giovani (classe di riferimento 4° e 5° superiore)
Anna e Serena
Mercoledì20.3021.30
CATECHESI DEGLI ADULTI
don Alberto Lunedì20.4521.45
GRUPPI DI CATECHISMO 2007–2008
Portale scolpito decorato da un bassorilievo raffigurante la Madonna col Bambino; nei tondi la data 1516 e una preghiera:
PIA VIRGO NOS PROTEGE ATQUE PRECE CRIMINA TOLLE.
(Vergine Pia proteggicie con la preghiera cancella le colpe.)
Casa Lavizzari, sec. XVI
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