Utilizzo Del Legno ParteIII

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PARTE TERZA OBIETTIVI DELLA RICERCA, PRINCIPALI RISULTATI OTTENUTI E RISULTATI ATTESI

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PARTE TERZA OBIETTIVI DELLA RICERCA, PRINCIPALI RISULTATI OTTENUTI

E RISULTATI ATTESI

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Introduzione

In questa terza parte del volume si procede ad un'articolazione analitica degli obiettivi

della ricerca, dei principali risultati ottenuti dall'indagine e delle aspettative del settore.

Tra i risultati dell'indagine, vengono evidenziate le problematiche e le esigenze dei

soggetti coinvolti nel settore, nonché i processi innovativi in atto e gli elementi di positività.

I risultati attesi dalla ricerca riguardano invece alcuni fattori quali l’andamento della

domanda e dell’offerta all’interno dei flussi produttivi, i fattori che possono influenzare il

cambiamento della domanda, il trend produttivo – industriale del settore nei prossimi anni, ecc..

Inoltre, vengono fornite alcune indicazioni riguardo al rapporto tra l’impiego di legname

negli edifici e i requisiti di sicurezza statica e la rispondenza alle norme antincendio; a

completamento di tale aspetto si riportano alcuni accenni sugli attuali strumenti normativi.

Le considerazioni conclusive, infine, costituiscono l'elaborazione vera e propria

dell'insieme di informazioni raccolte dall'intero lavoro d'indagine e, soprattutto, da quanto emerso

dai questionari e dalle interviste.

Da questa fase conclusiva emergono alcuni fattori considerati strategici per il rilancio del

settore e per l'implementazione dell'uso del legno nelle costruzioni.

Si tratta sostanzialmente delle politiche future da adottare per ottimizzare il rapporto tra

domanda e offerta di legname; di alcuni aspetti riguardanti l'informazione e la comunicazione in

genere riguardo ai prodotti in legno per l'edilizia, dell'individuazione di elementi in grado di

sostenere e rilanciare la cultura del legno, nonché dell'auspicata introduzione di agevolazioni

fiscali e incentivi economici per i cittadini nell'uso del legno negli interventi di ristrutturazione.

3.1 Obiettivi Gli obiettivi della ricerca, come accennato nella premessa al presente volume, consistono

nell'analisi e verifica di tre fondamentali filoni di indagine:

• la produzione all'interno del settore, intesa come articolazione dei cicli produttivi e analisi

degli elementi che li caratterizzano;

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• gli aspetti inerenti il fattore lavoro, mediante la verifica di alcuni elementi sulla condizione

degli addetti, sull'organizzazione e strutturazione delle aziende, sui processi di innovazione

tecnologica ed organizzativa, sulla formazione professionale, ecc.;

• la verifica del grado di conoscenza sulle caratteristiche e sui requisiti dei prodotti in legno

per l'edilizia, in comparazione con gli altri materiali, da parte degli utenti finali, siano essi

tecnici e progettisti, oppure cittadini comuni.

3.1.1 Analisi dei flussi produttivi

Il ciclo produttivo del prodotto legnoso destinato all'edilizia fa parte della filiera del legno.

Semplificando il concetto, la materia prima passa dalla foresta all'industria, dove viene lavorata,

per essere poi immessa sul mercato sotto forma di prodotto legnoso, che va dal legname grezzo

agli assortimenti di componenti finiti.

Analizzando alcuni aspetti specifici della lavorazione del legname, si può affermare che la

fase di taglio, piallatura e trattamento del legno risulta pari al 26.6 % dell’interno comparto legno,

seguita dai lavori di produzione di elementi di falegnameria e di carpenteria per l'edilizia pari al

24.7 % ed infine dalla produzione di fogli da impiallacciatura, compensati, pannelli stratificati,

pannelli di fibre e di particelle, ed altre tipologie di pannelli, con una quota complessiva pari al

24.2 %.

Come già evidenziato precedentemente dalla ricerca, le fasi che caratterizzano i flussi

produttivi del settore possono riassumersi in:

Fase di approvvigionamento della materia prima

Fase di prima trasformazione

Fase di realizzazione di prodotti semilavorati e finiti

Fase finale di utilizzo del legname nell’industria edile

L'esame di queste fasi è trattata nei paragrafi che seguono.

La produzione del legname è suddivisa per categorie di lavorazione, la prima voce risulta

essere quella del legname grezzo che è costituito da:

- segatura e cascami di legno

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- tronchi e squadrati, ottenuti sia da specie legnose quali le conifere (Abete, Pino, ecc) sia da

latifoglie temperate (Faggio ,Pioppo, Quercia, Betulla, Eucalipto, ecc.) che da latifoglie

tropicali (legni africani, legni asiatici e sud americani, Obechè, Okoumè, ecc.).

Le lavorazioni successive caratterizzano il legname semilavorato composto da:

- segati di conifere, di latifoglie temperate e tropicali.

Nella fase successiva, dove avviene una sostanziale lavorazione del legno, si realizzano i

prodotti semifiniti che comprendono:

- i compensati

- i listellari

- i pannelli di fibra (HDF, LDF, MDF)

- i pannelli truciolari e di legno grezzo (Waferboard e Obs)

- altre tipologie di pannelli composti

- i profilati

- i tranciati

- gli sfogliati e simili.

La categoria finale di assortimenti legnosi per l'edilizia comprende i prodotti finiti

costituiti, come ormai ampiamente detto, da:

- finestre e porte (compresi i loro telai)

- pavimenti (parquet)

- rivestimenti e finiture varie

- strutture

- scale

- costruzioni prefabbricate

- ecc.

3.1.1.1 Fase di approvvigionamento della materia prima

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La prima fase che comporta l’approvvigionamento della materia prima vede protagoniste

le imprese del settore delle lavorazioni boschive. E’ stato rilevato, anche dalla già citata ricerca

Cnel-OLMA "Il sistema foresta legno - problemi e prospettive per il 2000 di una politica

dell'offerta interna di legname", che tale comparto ha sofferto di problemi gestionali dovuto allo

scarso approvvigionamento di materiale legnoso tecnicamente ed economicamente valido.

L’insufficienza della materia prima è una problematica ampiamente dibattuta e, per

arginare tale situazione, si cerca di operare una migliore gestione delle foreste nazionali mediante

nuove ed adeguate forme di utilizzazione boschiva ed interventi “......ecologicamente,

economicamente e socialmente sostenibili......”.

La riorganizzazione dell’offerta interna dei prodotti legnosi grezzi potrebbe avvenire con

la promozione di funzioni multiple dei boschi, coadiuvata da un coordinamento e controllo di

soggetti pubblici ed incentivazioni per i privati con sostegni economici. L’auspicio è quello di

arrivare ad una gestione diretta ma limitata dalle risorse del settore da parte di enti pubblici e ad

una maggiore autonomia per le imprese private costituite in forme di cooperativa, consorzi, ecc..

Un apporto significativo nel settore del reperimento della materia prima è fornito dalla

presenza massiccia di cooperative agro – silvo – pastorali, profondamente radicate nel territorio e,

nella fattispecie, in quello montano, con un operato che va avanti ormai da generazioni. La

maggior parte delle imprese boschive impegnate nella fase di approvvigionamento del legname

sono a carattere prevalentemente familiare.

3.1.1.2 Fase di prima trasformazione

La fase di prima trasformazione comprende le lavorazioni prodotte dalle segherie, le quali

ottengono dalla materia prima, in forma di legname grezzo, il tondame da sega, i prodotti per

trancia e triturazione e la paleria in forma prismatica a sezione rettangolare.

Tali elementi risultano pertanto di possibile utilizzazione nel comparto edile.

Il legname grezzo del comparto edile si compone di:

- pali

- tronchi

- tronchi squadrati e trattati

- segatura e cascami di legno

- assortimenti squadrati.

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Gli assortimenti di legname ottenuti dalla prima trasformazione in segagione, utilizzati nel

settore dell’edilizia, si possono così suddividere :

Tondame da sega

Tronchi per paleria

Legname da trancia e compensati

Utilizzato per la fabbricazione di pannelli

Legname per travame

Travi ad uso Trieste

Legname per trancia e triturazione

Utilizzato nelle lavorazioni di pannelli

Legname per pannelli

Utilizzato per la fabbricazione di pannelli

Legname per doghe

Utilizzato per la fabbricazione di pavimenti in legno

Paleria grossa e minuta

Utilizzata nelle carpenterie edili

La fase di produzione di segati è, tra le varie attività qui esaminate, quella indirizzata verso

la meccanizzazione ed automazione del lavoro, che va dall'estrazione della materia prima,

costituita da tronchi d'albero, al passaggio successivo di segagione posto all’interno di impianti

meccanizzati; in questo modo questa fase produttiva si caratterizza per una notevole

ottimizzazione delle fasi lavorative e per il recupero del materiale utilizzato.

La produzione di prodotti per trancia e per triturazione viene assorbita appunto dalle

industrie che producono pannelli, mentre il legname tondo viene utilizzato nelle segherie. La

principale utilizzazione del legname tondo è il tondame da sega che occupa il 30% dell’intera

produzione, con un quantitativo pari a 1.334.000 mc.

La maggior parte delle quantità di tondame da lavoro proviene dalle latifoglie che hanno

un elevato valore unitario. Si utilizza prevalentemente il pioppo, che fornisce il 53% della

produzione nazionale di tondame da sega (in Italia il 3% della superficie boscata è utilizzata per la

pioppicoltura).

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Il legname da trancia ha subìto un rialzo del 7% su tutta la produzione di legname grezzo

con circa 660.000 mc. Le regioni che producono i maggiori quantitativi per la trancia sono la

Lombardia ed il Veneto, rispettivamente il 37% ed il 20%.

Le specie legnose utilizzate sono le latifoglie ed il 70% proviene dai paesi extra europei.

Le specie più usate maggiormente sono il faggio il pioppo e la quercia. Il legname da triturazione

è un prodotto di minore qualità ed ha quindi un basso valore unitario, viene utilizzato, come già

detto, per la produzione di pannelli di particelle e fibre. Esso è costituito da latifoglie e da

conifere. La sua utilizzazione è in forte crescita ma il fabbisogno è soddisfatto dai mercati esteri.

Il paese che fornisce la maggior parte di legname da triturazione è la Francia per circa l’80%.

Le figure A, B e C, riportate di seguito, forniscono ulteriori elementi utili per una

maggiore comprensione della fase di prima trasformazione del legname.

(I disegni sono tratti dal volume: Giordano G., “Tecnologia del legno 2. Le lavorazioni industriali“, UTET, Torino,

1983)

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Figura A - Suddivisione dei fusti in parti 1. Tronco netto per sfogliatura o per tranciatura o per prodotti speciali. 2. Tronco da sega che lateralmente fornirà tavole prive di nodi. 3. Tronco da sega che fornirà tavole con nodi cadenti. 4. Tronco da sega che fornirà tavole con nodi aderenti. 5. Tondame da paleria.

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Figura B - Assortimenti vari e specificazione dei segati.

Figura C - Varie possibilità di ricavare degli squadrati in relazione ai diversi diametri.

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3.1.1.3 Fase di realizzazione di prodotti semilavorati e finiti

I prodotti semilavorati hanno relativamente un minor valore tecnologico e, a volte,

provengono da assortimenti non di prima scelta. I semilavorati comprendono anche paglia e farina

di legno che non trovano un primario impiego nei prodotti edili. Le specie legnose utilizzate per i

semilavorati sono anche in questo caso le conifere, le latifoglie temperate e quelle tropicali.

Gli assortimenti di legname ottenuti costituiscono i prodotti legnosi semifiniti, distinti in

segati e pannelli, questi ultimi per lo più utilizzati nell’industria del mobile e dell’arredamento, ma

ugualmente presenti in edilizia per realizzare tamponature, sotto forma di isolanti, per

pavimentazioni multistrato, ecc.. Molteplice è l’assortimento di pannelli, come abbiamo visto nel

precedente elenco e i loro recenti ed innovativi impieghi sono descritti nel paragrafo riguardante il

trend produttivo.

Gli assortimenti di prodotti segati sono principalmente forniti dall’estero, in quanto l’Italia

non produce il fabbisogno per soddisfare la domanda interna. Tale richiesta risulta maggiormente

accresciuta negli ultimi 10 anni di circa un + 22%. Il legname utilizzato nei prodotti segati risulta

derivante da specie resinose, per il 40%, e da latifoglie che ne coprono la restante quota. La

produzione secondo dati riferiti agli anni '90 è di circa 1,8 - 2 milioni al mc. Per questa fase

produttiva viene fatto ricorso anche a specie legnose miste, dove il legname per triturazione è di

provenienza nazionale o importato dai mercati esteri. La specie usata principalmente nella

produzione di semifiniti è il pioppo per i compensati, seguito dal legno di abete per i paniforti.

La particolarità di questo comparto è data dall’alto valore aggiunto ottenuto probabilmente

da un sistema produttivo efficiente adottato dalle imprese di questo settore ed anche da un alto

reddito con valori fra i più alti dell’intero settore industriale.

L’andamento del ciclo di produzione si può sintetizzare in questo modo:

acquisto di beni a prezzi relativamente bassi, realizzazione del prodotto e prezzo di vendita

altamente maggiorato, con conseguente produzione ricca e con circolo di capitali da reinvestire .

Per quanto riguarda i prodotti finiti per l’edilizia, il legname acquistato è già trasformato

come segato, tranciato o sotto forma di pannelli.

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Il valore aggiunto è del 41% del totale poiché il prodotto finito risulta di alto pregio e

pertanto ha un forte ricarico ed il personale addetto utilizzato è altamente specializzato. Il costo

dei fattori è del 29% riversato sulla remunerazione degli addetti.

Le specie legnose maggiormente utilizzate in questo comparto sono le latifoglie temperate

come rovere, farnia per infissi pregiati e parquet, poi castagno, noce, ciliegio. Tra le conifere

utilizzate troviamo l'abete e il pino, per gli infissi meno pregiati. Più di rado si utilizzano latifoglie

tropicali, impiegate principalmente per parquet.

Nelle lavorazioni degli elementi finiti sono inclusi anche prodotti in ferro, in vetro, in

alluminio a completamento della produzione industriale, portando così ad elevati valori il prezzo

del prodotto finito. La crescita della produzione di tale comparto, come già verificato nella prima

parte della ricerca, si indirizza maggiormente verso la produzione di pavimenti in legno e di infissi

interni.

3.1.1.4 Fase finale di utilizzo del legname nell’industria edile

La fase di utilizzo del legno nell'industria edile costituisce l'ultimo tassello del ciclo

produttivo. Come abbiamo ripetuto più volte, molteplici sono le forme di impiego dei prodotti

finiti nelle costruzioni ed ampia è la gamma di utilizzatori finali (cfr. paragrafo 1.3.1.2).

Si può in un certo senso affermare che si tratta della fase più delicata e forse più

importante per lo sviluppo del settore, perché i prodotti immessi nel mercato devono "competere"

con gli altri materiali e componenti per l'edilizia e, nello stesso tempo, devono "rendersi

appetibili" nei confronti degli utenti finali.

In sostanza, è la fase che più risente della necessità e delle aspettative di rilancio dell'intero

settore attraverso l'adozione delle politiche, strategie e suggerimenti, dei quali per una più

approfondita analisi si rimanda alle considerazioni conclusive del presente rapporto.

3.1.2 Gli aspetti inerenti il fattore lavoro

Tra i diversi aspetti toccati dall'indagine, è parso doveroso focalizzare i principali punti

riguardanti il fattore lavoro, inteso come insieme di elementi e caratteristiche che identificano il

processo produttivo delle aziende e le condizioni lavorative degli occupati del settore in esame.

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Sulla scia di un discorso già ampiamente affrontato dalla recente ricerca condotta da Csil

(Centro studi industria leggera) e Ipsia (Istituto professionale di Stato industria - artigianato) per

conto dell'OLMA, del dicembre 1999, su "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno

- Arredamento", dove venivano ben approfondite le questioni relative agli aspetti sociali, alle

professionalità presenti nel settore più ampio del Legno - Arredamento, alla struttura degli

occupati e alla formazione professionale, si è voluto dare in questa sede alcuni riferimenti per il

settore specifico esaminato, quello del Legno per l'industria edile.

Come precisato, essendo tematiche oggetto specifico della ricerca di cui sopra, non sono

state inserite originariamente nei questionari di indagine. Tuttavia, si è voluto recuperare tale tipo

di approfondimento attraverso interviste dirette, mediante una serie di domande e di concetti

mirati, con i maggiori industriali dei vari comparti di prodotti finiti del settore.

Per ottimizzare al meglio questo breve ma significativo spaccato di indagine, si è pensato

di organizzare nel dicembre 2000, con l'ausilio della Federlegno - Arredo, una tavola rotonda a

Milano con i Presidenti dei comparti: Infissi interni ed esterni, Pavimenti, Scale e Strutture,

aderenti alla Edilegno-Federlegno.

Questi gli aspetti esaminati:

• L'occupazione

• Le imprese

• I processi di innovazione tecnologica ed organizzativa

• La formazione professionale

3.1.2.1 L'occupazione

1. Si è voluto inizialmente delineare un quadro generale sulla collocazione delle ditte, nel

territorio nazionale, per aree di produzione specifiche. Dalle risposte raccolte sono emersi

interessanti dati sull'esistenza di distretti industriali identificati per comparti produttivi.

La produzione di porte e finestre si concentra maggiormente ed in ordine di importanza in

Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte.

La produzione di scale è rilevante in Emilia Romagna.

Le aziende che producono pavimenti sono maggiormente localizzate in Veneto, Umbria,

Emilia Romagna, Piemonte.

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Per i dettagli specifici sui distretti industriali del settore si rimanda al precedente paragrafo

1.3.3.1.

2. Riguardo alla questione dei contratti per i lavoratori, cioè quali sono le tipologie contrattuali

esistenti e se sono in atto eventuali nuove forme di contratto, sono emersi i seguenti dati.

Attualmente la forma più diffusa per i lavoratori del settore è il contratto integrativo di 2°

livello, di validità triennale, strumento che ogni singola azienda cerca di tarare ed adattare alla

propria realtà produttiva.

Dal 1996 ad oggi si registrano alcuni passi in avanti sulle tipologie di contratti, anche a

vantaggio dei lavoratori.

Di seguito si riporta un quadro generale dei vari livelli contrattuali per i lavoratori del settore

Legno - Arredamento:

- 6° livello: tecnici di amministrazione, finanza, controllo di gestione, tecnici del sistema

informativo aziendale e tecnici ambiente/sicurezza.

- 5° livello: tecnici di gestione e sviluppo del personale, addetti alla contabilità e segreteria,

tecnici di prodotto/servizi al cliente, tecnici degli acquisti, tecnici CAD-CAM, tecnici di

industrializzazione prodotto/processo, tecnici di programmazione della produzione/logistica,

conduttori di linea, tecnici del sistema di qualità aziendale.

- 4° livello: tecnici commerciali/marketing/organizzazione vendite (venditori inclusi),

progettisti/designer, tecnici di industrializzazione prodotto e processo, tecnici di produzione,

manutentori meccanici, elettrici ed elettronici, tecnici dei sistemi di qualità aziendale.

- 3° livello: tecnici di falegnameria, tecnici dei materiali, magazzinieri, verniciatura/finitura,

addetti alla logistica, tecnici di informatica industriale, manutentori meccanici, tecnici di

montaggio ed allestimenti esterni, addetti ai servizi generali

- 2° livello: addetti alla produzione, addetti alla logistica e tecnici di laboratorio controlli

e collaudi.

- 1° livello: intagliatori, intarsiatori e decoratori.(*)

(*) Dati elaborati e tratti dalla ricerca: "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno - Arredamento" a cura di Csil e Ipsia per O.L.M.A..

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3. Riguardo a quali figure professionali caratterizzano il settore, si rileva che soprattutto per i

comparti porte e finestre, pavimenti, esistono essenzialmente i falegnami, i lucidatori, i capi-

reparto, ecc.. Questa realtà di addetti è ben rappresentata in Lombardia, in particolare nella

zona della Brianza, definita come "isola felice" del settore.

Per il comparto scale, invece, è interessante notare il fatto che si inseriscono anche figure

professionali diverse, dovute ad esempio alla lavorazione del ferro, quali i fabbri, gli addetti

alla pressatura, ecc..

4. Si è poi cercato di capire quali sono le figure professionali carenti e se sono da formarne di

nuove o se occorre riqualificare le esistenti.

Ne è emerso un quadro piuttosto negativo, dato che nell'intero settore si registra una forte

carenza di figure professionali in maniera piuttosto generalizzata tra i vari comparti. Il

problema è molto sentito, ad esempio, per il comparto degli infissi interni ed esterni, dove è

rilevante la carenza di tecnici di falegnameria, lucidatori e installatori.

A voce più o meno unanime, inoltre, è emerso che occorrerebbe riqualificare le figure esistenti

e allo stesso tempo formarne di nuove.

Il dato molto interessante che spicca all'interno dei nuovi processi di innovazione tecnologica

e di ciclo produttivo delle imprese (aspetto che approfondiremo in seguito) è la necessità di

formare nuovi tecnici informatici capaci di gestire le modernissime macchine informatizzate,

altamente sofisticate, sulle quali si basa ormai il nuovo trend produttivo della maggior parte

delle aziende.

Infatti, risulta anche che in riferimento alle figure professionali sulle quali s'incentreranno

maggiormente gli investimenti in formazione nei prossimi tre anni, si confermano

sostanzialmente quelle già emerse nei passati tre, con una sola novità rilevante, la figura più

citata ora è rappresentata dai tecnici di informatica industriale.

Le tendenze in atto indicano una crescita delle figure professionali a monte del ciclo

produttivo, in modo più accentuato i tecnici dei sistemi di qualità aziendale, del sistema

informativo aziendale, i tecnici CAD-CAM, i progettisti/designer e i tecnici dell'area

amministrazione e finanza.

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Nell'area produzione crescono le figure che attraverso progettazione e programmazione

assicurano maggiore efficienza e qualità produttiva (prototipisti, tecnici di industrailizzazione

e programmazione della produzione, e della logistica) e quelle che assicurano il migliore

funzionamento dei flussi di produzione, come i manutentori e i magazzinieri.

Diminuiscono invece le figure legate in senso più stretto alla produzione, sia per effetto

dell'innovazione tecnologica, sia per effetto del crescente ricorso al decentramento produttivo,

sia infine, anche se in modo ancora limitato, per la delocalizzazione, soprattutto delle prime

fasi di lavorazione, in Paesi a basso costo del lavoro, soprattutto a quelli vicini dell'Est Europa.

Risultano, inoltre, di difficile reperibilità, per scarsità dell'offerta, soprattutto le seguenti figure

professionali:

- tecnici CAD - CAM

- tecnici di falegnameria (prototipi, su misura, montaggi complessi)

- conduttori di linea (es.: capi linea, capi reparto, capi macchina, ecc) per le lavorazioni alle

macchine e montaggi

- addetti alla produzione (*)

5. Da tutte queste riflessioni è emerso che esiste una forte necessità all'interno del settore di

promuovere e di organizzare corsi di formazione professionale specifici.

3.1.2.2 Le imprese

1. Da alcuni recenti studi sul settore risulta che la dimensione media delle imprese è di circa 3

addetti e che, inoltre, la quasi totalità delle aziende (il 96%) è formato da un numero massimo

di addetti pari a 10. Sottoponendo questi dati agli intervistati è emersa una realtà piuttosto

diversa.

Infatti, la configurazione delle imprese del settore è radicalmente cambiata in questi ultimi 4 o

5 anni. Le piccole ditte a carattere artigianale/familiare di 3 o 4 addetti praticamente non

esistono più, perché stenterebbero a sopravvivere a fronte dei nuovi processi produttivi e

dell'ormai cambiata domanda del mercato, che impone la realizzazione di prodotti finiti di alto

profilo qualitativo. Risulta infatti che l'attuale dimensione media delle imprese è di 7, 8 - 10

addetti.

(*) Fonte: ricerca su: "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno - Arredamento" a cura di Csil e Ipsia per O.L.M.A..

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2. Riguardo alle forme di associazionismo che caratterizzano le imprese è emerso che esistono

delle Associazioni di categoria specializzate che forniscono assistenza alle ditte nel risolvere i

problemi più pratici, e alle quali le imprese si rivolgono più spesso e volentieri.

Mentre le Associazioni territoriali, organismi di portata più ampia, hanno al loro interno delle

Commissioni (quella del Legno, della Seta, e così via) che assolvono al compito di risolvere le

problematiche di carattere prettamente sindacale e sono strutturate in maniera molto più

burocratizzata, fattore quest'ultimo che induce le ditte a rivolgersi maggiormente alla prima

tipologia di Associazioni.

3. Si è cercato poi di capire se le aziende sono cresciute o diminuite nell'arco degli ultimi dieci

anni. Ne emerge un quadro piuttosto positivo, come anche sottolineato peraltro dalle risposte

pervenute con i questionari, da cui risulta che le ditte produttrici di porte e finestre sono

cresciute, quelle che producono pavimenti in parquet hanno una crescita stazionaria, ma la

distribuzione commerciale del prodotto risulta aumentata.

3.1.2.3 I processi di innovazione tecnologica ed organizzativa

1. Si è voluto approfondire un concetto molto importante per il settore, cioè che tipo di

cambiamenti radicali sono avvenuti negli ultimi anni a livello di tecnologie, di impianti e di

macchine per la produzione.

La novità più sostanziale riguarda l'introduzione di macchinari molto più flessibili, rispetto

a quelli in uso fino a qualche anno fa. Fino a 10 anni orsono, infatti, le macchine erano molto

più rigide come impostazione produttiva, finalizzate ad avere una grossa produzione e ad

ottenere quindi soltanto grossi numeri. Ma non erano flessibili.

Negli ultimi 5 anni le imprese hanno effettuato forti investimenti per l'acquisto di nuove

macchine, più flessibili, altamente informatizzate, capaci di produrre - ad esempio - una sola

finestra oppure tante, nello stesso arco di tempo e con la stessa macchina, ma soprattutto avere

la possibilità, con la stessa macchina, di realizzare sia un infisso di dimensioni e di fattezze

particolari che un serramento standardizzato e di tipologia più comune.

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Ciò ha comportato la necessità - di cui si diceva prima - di disporre all'interno delle ditte di

tecnici informatici, capaci di operare sulla struttura computerizzata di queste nuove macchine,

dalla fase di progettazione del prodotto finale a quella di realizzazione.

Interessante è risultato il caso che caratterizza il comparto Scale, dove attualmente all'interno

delle imprese sono sempre più in uso i sistemi di disegno "CAD - CAM" (Computer Aided

Design - Computer Aided Manufacturing) che provvedono a realizzare i disegni delle varie

scale in legno e ad inviare le istruzioni alla macchina che realizzerà il prodotto finale.

In sostanza, la possibilità di gestire in tempo reale una notevole quantità di dati permette il

passaggio da sistemi produttivi di tipo prettamente tradizionale (meccanizzazione rigida +

sequenza rigida) a sistemi fortemente innovativi (robotizzazione + flusso a rete).

Queste ultime realizzazioni vengono normalmente indicate FMS (sistemi flessibili di

fabbricazione).(*)

2. In merito all'aspetto inerente gli attuali sistemi di protezione per la sicurezza dei lavoratori, si

rileva che allo stato attuale sono decisamente aumentati i livelli di sicurezza per i lavoratori.

Infatti le macchine in cui operano i lavoratori sono ormai molto più sicure che in passato. Si

registrano pochissimi incidenti sul lavoro e di lieve entità.

Esiste un paradosso in questo importante aspetto, rappresentato dal fatto che il livello di

sicurezza per i lavoratori è "troppo elevato" rispetto al tasso (presente nella busta paga dei

lavoratori) che versano le imprese all'Ispettorato del Lavoro.

Infatti un'aspettativa emersa dagli imprenditori interpellati consiste nell'adeguare quanto prima

questo "tasso" per la sicurezza agli ormai (fortunatamente) elevati livelli di sicurezza

raggiunti.

3. Riguardo al recente processo di mutamento dell'organizzazione dei cicli produttivi

all'interno delle aziende, si può rilevare che nell'arco degli ultimi 5 - 10 anni l'organizzazione

della produzione è cambiata totalmente.

(*) Fonte: ricerca su: "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno - Arredamento" a cura di Csil e Ipsia per O.L.M.A..

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Infatti sulla scorta di quanto già detto prima, le innovazioni tecnologiche e la specializzazione

di nuove figure professionali, più improntate sull'aspetto informatico che su quello artigianale,

hanno caratterizzato il nuovo assetto strutturale dei cicli produttivi delle imprese che, per

semplicità, si può sintetizzare in questa frase significativa:

"dieci anni fa in un'azienda media del settore comandava il tecnico, ora comanda il logistico".

4. L'indagine ha poi posto l'accento sul fenomeno dell'esternalizzazione del lavoro, cioè quale

incidenza ha nella realtà delle aziende, quali fasi di lavorazioni vengono affidate all'esterno e

se tale fenomeno risulta generalizzato sul territorio o più legato a determinate aree del Paese.

Ne è emersa una realtà più o meno diffusa all'interno del settore, anche se presente in forma

variabile da impresa ad impresa, dove risulta estremamente difficile individuare nel dettaglio

le varie fasi di lavorazione che vengono date all'esterno.

Si può soltanto affermare che, generalmente, vengono esternalizzate le lavorazioni concernenti

le fasi delle finiture, quali le verniciature, le realizzazioni delle mostre, dei coprifili, ecc., e che

il fenomeno comunque esiste ed in forma generalizzata sul territorio.

Anche la già citata ricerca Csil - Ipsia sulle professionalità e fabbisogni formativi individua

alcune fasi di lavorazioni che vengono affidate all'esterno, consistenti nella preparazione di

tavole/pannelli e nella verniciatura, con un'incidenza percentuale di oltre il 30%, e nella

sezionatura, di poco inferiore. Viene segnalato anche un minimo decentramento nella

produzione di pannelli e nei semilavorati e componenti in pannello, con percentuali

difficilmente superiori al 15%. Questo studio ci conferma anche la tendenza delle imprese del

legno (e del mobile) a concentrare sotto il diretto controllo dell'azienda le funzioni considerate

strategiche - amministrazione e finanza, design, marketing, qualità, servizio al cliente -

maggiormente orientate al mercato. Infine, come appurato con le interviste dirette agli

imprenditori del settore e confermato anche dalla ricerca di cui sopra, esiste la tendenza a

demandare all'esterno la produzione di fasi del ciclo produttivo, di componenti e di prodotti

finiti a sub fornitori con specializzazione ed efficienza economica elevate. Ne deriva il

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vantaggio di poter avere in catalogo una varietà di prodotti altrimenti impossibile senza le

opportunità offerte dalla sub fornitura specializzata dei distretti industriali del settore (*).

5. Riguardo a come è cambiato il lavoro nelle aziende è emerso che i cambiamenti che si sono

registrati in questi ultimi anni sono avvenuti in funzione della "nuova" domanda imposta dal

mercato, basata soprattutto sulla richiesta degli utenti finali di prodotti di alto livello

qualitativo.

In particolare si è rilevato che, ad esempio, nell'attività sempre più prevalente di recupero

edilizio il cliente necessita di prodotti finiti in legno sempre più specifici e particolarmente

rispondenti alle esigenze che di volta in volta l'intervento di recupero stesso impone.

L'attuale produzione quindi deve essere basata in funzione delle specifiche richieste degli

utenti finali e, soprattutto, deve essere in grado di soddisfarle.

6. Altri approfondimenti hanno portato a verificare che il numero degli addetti all'interno delle

ditte del settore è rimasto stabile e che gli orientamenti organizzativi futuri saranno

prevalentemente di carattere logistico, rivolti soprattutto al potenziamento dell'attività di

servizio e, nel caso specifico, al miglioramento del sevizio ai clienti.

7. Riguardo alle tendenze e alle strategie future concernenti l'occupazione, i processi di

produzione e i processi di esternalizzazione, è emerso quanto segue.

Occupazione: le imprese tendono, in maniera progressiva, soprattutto a potenziare e a

migliorare i livelli di qualificazione degli addetti, senza dover necessariamente aumentarne il

numero, ma cercando piuttosto di contenerlo.

Processi di produzione: le strategie future per ottimizzare i processi di produzione

riguarderanno essenzialmente il raggiungimento della massima semplificazione dei cicli

produttivi e l'ottenimento di altissimi livelli di flessibilità nella realizzazione dei prodotti finiti.

Esternalizzazione: sarà un fenomeno che è destinato a persistere in tutti quei casi in cui si

registra un'effettiva convenienza.

(*) Fonte: Dati elaborati e tratti dalla ricerca: "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno - Arredamento" a cura di Csil e Ipsia per O.L.M.A..

142

Inoltre, dalle risultanze dell'indagine sulle professionalità e fabbisogni formativi condotta da

Csil e Ipsia emergono questi aspetti di particolare rilevanza per le politiche strategiche

aziendali per il prossimo futuro.

a) Il successo economico delle imprese dipenderà molto dalle modalità di superamento a

livello organizzativo dei seguenti problemi:

- gestione della conoscenza, dell'informazione e della comunicazione;

- presidio della catena del valore dell'impresa (presidio dei mercati, dei processi interni ed

esterni, soddisfazione del cliente);

- gestione della logistica.

b) L'efficienza di una impresa dipende dalla sua capacità di conoscere e tenere sotto controllo

una grande quantità di variabili che interferiscono nella produzione, distribuzione e vendita

dei suoi prodotti (approvvigionamenti, processi produttivi, flussi finanziari, logistica,

tendenze di mercato, etc).

c) L'innovazione più complessa all'interno delle imprese di settore, attualmente in atto,

consiste nell'evoluzione strategica dei modelli organizzativi.

È un'innovazione di tipo sistemico che comporta:

- il monitoraggio e l'analisi continua dell'evoluzione della domanda (prodotti

personalizzati, offerta in "tempo reale", soddisfazione del cliente, etc);

- la gestione dei flussi informativi all'interno ed all'esterno dell'impresa;

- la progettazione o riprogettazione dei processi;

- l'attuazione di sistemi di qualità totali o integrati.

Questa innovazione strategico-organizzativa ha un forte impatto sul fattore risorse umane.

Come si è ampiamente affermato, sono necessarie nuove professionalità per poter gestire

sistemi aziendali più complessi di quelli attuali.(*)

3.1.2.4 La formazione professionale

1. In merito alla formazione professionale è emerso che negli ultimi anni sono stati organizzati

numerosi corsi di aggiornamento per i lavoratori, puntando più alla formazione degli addetti

(*) Dati elaborati e tratti dalla ricerca: "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno - Arredamento" a cura di Csil e Ipsia per O.L.M.A..

143

che a quella rivolta al management, in quanto le aziende tipo del settore sono di piccole-medie

dimensioni e non caratterizzate dalla presenza di molte figure manageriali.

A tale proposito possono essere utili alcuni dati riferiti al settore Legno - Arredamento:

per l’attività formativa risulta che le imprese si rivolgono per almeno il 40% delle volte a

personale aziendale, per il 55% ad associazioni di categoria, per il 45% a consulenti, per il

25% a società/enti di formazione professionale e solo per meno del 5% a scuole di settore.

Inoltre la tendenza è che nei prossimi anni si punterà a un maggiore impiego di docenti

costituiti da personale interno alle aziende, e non è un caso che l'attività formativa svolta dalle

aziende a favore del proprio personale, è giudicata positivamente nella stragrande

maggioranza dei casi (65%). Solo l'1% la giudica infatti nulla o scarsa.

Inoltre, occorre precisare che le imprese del settore (più ampio) del Legno - Arredamento

ricorrono in maniera frequente ai servizi erogati da consulenti e da società di formazione

private per la formazione del proprio personale riguardo a:

- Corsi di formazione in materia di sicurezza ed igiene ambientale, obbligatori per legge (DL

626).

- Corsi di formazione sulle tematiche della Qualità e dei sistemi di qualità aziendali. (*)

2. Riguardo ai sistemi formativi in atto risulta che le ditte svolgono la propria attività secondo le

norme ISO 9000, le quali contengono precise indicazioni sulla formazione professionale e

sono volte al miglioramento dell'organizzazione interna delle aziende.

All'atto pratico il lavoratore segue direttamente i corsi interni di reparto e successivamente

quelli a livello di azienda, dove apprende tutto l'iter produttivo, come questo viene svolto, il

perché di determinate scelte strategiche e ciò che si dovrebbe intraprendere per migliorare la

produzione nel suo complesso.

3. Infine, secondo il parere diffuso dei vari imprenditori del settore occorrerebbe sviluppare

questo sistema di formazione professionale, dotando le Regioni di fondi destinati alla

(*) Fonte: ricerca su: "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno - Arredamento" a cura di Csil e Ipsia per O.L.M.A..

144

realizzazione di corsi di formazione sul Legno, come peraltro in alcuni casi già avviene e che

sarebbe opportuno implementare.

Riguardo al percorso procedurale del percorso formativo, dopo l'esame finale viene rilasciato

un attestato di qualifica regionale di primo livello, attestato riconosciuto ai fini

dell'inserimento lavorativo e dell'inquadramento contrattuale. L'attestato di qualifica regionale

consente, dopo un periodo di esperienza lavorativa, di frequentare corsi di specializzazione o

anche di intraprendere un'attività autonoma.

I corsi di formazione sono attivati tramite il finanziamento regionale ed alcuni di essi godono

del contributo finanziario comunitario a sostegno dell'occupazione (FSE - Fondo Sociale

Europeo)

Le strutture della Formazione Professionale sono formate da:

- Centri di Formazione gestiti direttamente dalla regione.

- Centri di Formazione gestiti, su delega regionale, da Enti Locali (Provincia, Comuni e loro

Consorzi, Comunità Montane).

- Centri di Formazione Gestiti da Enti convenzionati con la Regione: Enti Religiosi, Enti

Sindacali, Enti Imprenditoriali, Enti Sociali.

Queste le principali fonti di finanziamento:

- Stato (sistema dell'istruzione professionale).

- Regione (sistema della formazione professionale).

- FSE (Fondo Sociale Europeo) - (sistema della formazione professionale).

Il Fondo Sociale Europeo è lo strumento finanziario con cui l'Unione Europea mette a

disposizione delle Regioni fondi, strutturati in piani quinquennali, con l'obiettivo di

combattere la disoccupazione e creare nuove opportunità di lavoro.

Per raggiungere questi obiettivi vengono attivati corsi di:

- Formazione professionale per disoccupati

- Formazione professionale continua per gli occupati a rischio di espulsione dal mondo del

lavoro in seguito alle innovazioni di prodotto, processo ed organizzative.

145

Le Regioni, oltre a coordinare i corsi, hanno il compito di redigere la normativa relativa alla

progettazione, controllo e valutazione dei corsi stessi (*).

3.1.3 Verifica del grado di conoscenza (caratteristiche e requisiti) dei prodotti in legno per

l'edilizia

E' senza dubbio questo l'aspetto più delicato e meritevole di profonde riflessioni nel contesto di

tutto il lavoro di indagine svolto fin qui.

Infatti già dalle risultanze delle risposte pervenute con i questionari rivolti alle ditte (cfr.

Tab. XIII del paragrafo 2.1.3) emerge che tra i principali nodi critici del settore incide fortemente

lo scarso livello di conoscenza, da parte dei progettisti e degli utenti finali, delle caratteristiche e

requisiti dei prodotti finiti in legno e, conseguentemente, a monte di tutto ciò, l'insufficiente

politica di informazione a riguardo.

Questo aspetto, pertanto, è considerato una delle principali cause del più o meno diffuso

grado di scetticismo degli utenti nei confronti dei prodotti in legno per l'edilizia, tale da portare il

cittadino a scegliere materiali alternativi che sono oggetto di una maggiore campagna di

informazione.

Appare molto importante a questo punto esaminare nel dettaglio quanto emerso dalle

interviste dirette con gli utenti finali (cfr. analisi dei dati e relative tabelle al paragr. 2.1.3), su

questo delicato aspetto, essendo proprio loro i soggetti sui quali occorre intraprendere "un'azione

di persuasione" ma soprattutto di informazione corretta e puntuale sullo scenario dei componenti

finiti in legno per l'edilizia.

Le categorie di utenti che hanno maggiormente espresso forti perplessità verso l'impiego

del legno nelle proprie abitazioni sono i dirigenti, i pensionati e i professionisti/dirigenti,

appartenenti complessivamente a fasce di età superiori ai 40 anni.

In particolare risultano diffidenti riguardo alle caratteristiche prestazionali dei prodotti

legnosi in rapporto alla loro durata nel tempo.

(*) Fonte: ricerca su: "Professionalità e fabbisogni formativi nel settore Legno - Arredamento" a cura di Csil e Ipsia per O.L.M.A..

146

Inoltre una buona parte di dirigenti e un certo numero di lavoratori dipendenti si ritengono

influenzati, nella scelta finale, dall'ampia informazione esistente circa i materiali di "nuova

generazione" (vedi infissi esterni in PVC, in alluminio, ecc.).

Ma la non consapevolezza che il legno ormai è in grado di garantire la rispondenza alle

norme antincendio e ai requisiti di sicurezza statica, nonché lo scetticismo riguardo ai requisiti dei

prodotti in legno comparati a quelli degli altri prodotti, sono le due voci che forniscono i dati più

"forti" nell'insieme delle riposte ottenute con le interviste dirette.

Infatti, per fare un esempio, la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi e dei

dirigenti risultano completamente disinformati su questi aspetti.

3.2 Principali risultati ottenuti

3.2.1 Problematiche e esigenze dei soggetti coinvolti nel settore

Le problematiche e le esigenze raccolte nel corso del lavoro di indagine rappresentano

aspetti ampiamente evidenziati nella fase di interpretazione dei dati, nella seconda parte del

lavoro.

Riassumendo e sintetizzando i concetti principali, questo è il quadro che emerge:

PROBLEMATICHE E NODI CRITICI CARATTERIZZANTI IL SETTORE:

• l’insufficiente politica di informazione verso tutti gli operatori dell’industria edile riguardo al

legname, inteso sia come materia prima che sotto forma di prodotti finiti;

• lo scarso livello di conoscenza, da parte degli utenti finali, circa l’intera gamma di prodotti in

legno per l’edilizia, e la carenza di approfondimenti sulle caratteristiche, requisiti e

potenzialità degli stessi;

• lo scarso livello di conoscenza di cui sopra riferito al diffuso grado di scetticismo degli utenti

finali e dei progettisti in merito al comportamento del legno in caso di incendio e alle sue

potenzialità di resistenza statica;

• il mutamento del gusto degli utenti finali, avvenuto negli anni, nel preferire al legno nuovi

materiali (plastiche, resine, alluminio, ecc.) introdotti dalle nuove tecnologie di produzione;

147

• la componente costi, comparata con gli altri materiali e prodotti (soprattutto riferita agli infissi

esterni realizzati fuori misura, ma non a quelli standardizzati);

• l'insufficiente ricerca di base applicata, volta a valorizzare l'uso del legname strutturale;

• l'insufficiente formazione professionale dei tecnici;

• la carenza di una cultura consolidata a livello delle famiglie e degli insegnamenti scolastici

riguardo la materia prima legno (cosa invece piuttosto diffusa in altri Paesi europei, soprattutto

in quelli nordici);

• l'inserimento nel mercato di infissi realizzati con legno non completamente essiccato che, nel

corso del tempo, può dare una serie di problemi ai consumatori;

• la scarsa chiarezza e/o inadeguatezza a livello normativo riguardo i numerosi aspetti tecnico-

costruttivi dei componenti lignei per l'edilizia, soprattutto se riferita ai prodotti in legno

lamellare (cfr. l'analisi di questi aspetti al successivo paragrafo 3.3.4.1) e ai trattamenti

preventivi antincendio previsti per le porte.

L'elenco di problematiche potrebbe allungarsi, ma le voci sopra indicate sono

sostanzialmente risultate le più segnalate e, per così dire, le più "sofferte" dai soggetti coinvolti

dall'indagine.

Per ciò che riguarda, invece, le esigenze maggiormente rilevate, si tratta sostanzialmente di

aspetti di carattere strategico, finalizzati al rilancio dell'intero settore e all'incentivazione dell'uso

del legno nelle costruzioni, che possiamo inquadrare in alcuni ben definiti argomenti chiave, tra i

quali si evidenziano:

q informazione

q formazione professionale

q adeguamento normativo

q incentivi e sgravi fiscali

q ricerca applicata

q strumenti di informazione tecnica e nuovi Capitolati prestazionali (soprattutto per il legname

destinato al recupero di beni stroric-artistici-culturali)

148

Per una trattazione più specifica di tali argomenti si rimanda alle considerazioni conclusive

della ricerca.

3.2.2 Processi innovativi in atto e positività rilevate nel settore

Si evidenziano di seguito i principali processi innovativi in atto nel settore del legno per

l'edilizia e gli elementi di positività, secondo quanto rilevato dall'indagine attraverso i questionari,

le risultanze delle interviste dirette con i maggiori imprenditori del settore e con qualificati

studiosi ed esperti della materia, nonché attraverso ricerche condotte presso alcune aziende.

La nuova impostazione del ciclo produttivo

Il primo aspetto rappresentativo di una forte innovazione nel settore è senza dubbio la

nuova impostazione del ciclo produttivo all'interno delle aziende, che vede la diffusione (sempre

più in crescita) di macchinari ad elevata flessibilità produttiva, di sistemi progettuali e

organizzativi a monte della produzione con caratteristiche tecnico-informatiche avanzate.

Infatti, come già accennato al precedente paragrafo 3.1.2.3, forti cambiamenti radicali sono

avvenuti negli ultimi anni a livello di tecnologie, di impianti e di macchine per la produzione.

Fino a 10 anni fa si puntava ad una produzione basata su grosse quantità, attraverso macchine

piuttosto rigide capaci di soddisfare la domanda di allora che, ad esempio nel caso di porte e

finestre, prevedeva richieste di prodotti abbastanza standardizzati.

Attualmente le aziende devono rispondere alle richieste dei clienti/utenti finali con prodotti

altamente diversificati nella forma, nelle dimensioni, nelle caratteristiche tecnologiche, a causa di

diversi fattori subentrati negli anni, tra i quali spiccano certamente il cambiamento dei gusti e

della "moda", il porsi al pari dei prodotti per l'edilizia realizzati con gli altri materiali, ma,

soprattutto, la crescita di questi ultimi anni dell'attività di recupero dei fabbricati esistenti, a

discapito della sempre minore nuova edificazione.

Infatti gli interventi di recupero richiedono prodotti finiti in legno (quali serramenti interni

ed esterni, scale, strutture, ecc.) con caratteristiche di adattabilità alle varie circostanze che i

manufatti realizzati in serie non possono fornire, ma che invece le nuove macchine "flessibili"

sono in grado di garantire.

149

La certificazione della qualità

Sempre più attuale (in rapida ascesa) e di estrema importanza deve essere considerata la

questione relativa alla certificazione della qualità riferita all'attività delle aziende del settore, sia

riguardo al prodotto finale ma, soprattutto, all'intero ciclo produttivo.

Infatti, oltre alle normative che disciplinano le prestazioni statico-meccaniche del prodotto,

si deve far riferimento anche ai nuovi strumenti che determinano la certificazione di un prodotto o

del suo intero ciclo produttivo. Molte delle normative vigenti, oggetto spesso di adozione

volontaria da parte delle imprese, stanno cominciando a migliorare il prodotto finale attestandone

la conformità e la rispondenza ai requisiti previsti dalle norme, leggi e specifiche contrattuali in

materia di qualità.

Tali strumenti normativi possono essere poi adottati anche per migliorare la gestione delle

imprese a livello ambientale, riducendo gli impatti negativi dei processi di innovazione

tecnologica. E' utile notare, inoltre, come molte aziende fanno ora riferimento alla certificazione

del prodotto e ai sistemi di qualità aziendale, secondo le norme UNI EN ISO 9000 (la cui

rispondenza è richiesta anche in molte gare di appalto pubbliche), nonché ai sistemi di

accreditamento dei laboratori secondo le UNI CEI EN 45000.

Questi nuovi meccanismi forniscono comunque motivo di crescita per le imprese del

settore e nuovi stimoli ad adeguarsi ai livelli raggiunti dagli altri Paesi europei, dove il problema

della certificazione è molto più sentito. Infatti, le aziende che intendono incentivare l'esportazione

dei loro prodotti, se non vogliono rimanere penalizzate nei confronti dei mercati esteri, devono

attivarsi in tempi ragionevoli sull'aspetto certificazione.

In Italia si è già costituito qualche organismo che rilascia la certificazione internazionale

anche per il settore legno - arredo, testando che l’intero ciclo produttivo di un prodotto sia gestito

in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Attualmente un Istituto di certificazione specializzato nel settore Legno e molto

accreditato presso le aziende è l'ICILA (Istituto per la Certificazione della qualità per le Industrie

del Legno e dell'Arredamento).

Lo smaltimento e il riciclaggio del legno

Altro aspetto innovativo del settore è costituito dal problema dello smaltimento e

riciclaggio del legno, cioè il concetto di ridefinire un percorso di ciclo produttivo chiuso -

150

dall'estrazione a monte della materia prima al riciclaggio finale degli scarti dei prodotti in legno

realizzati - .

Tale aspetto si colloca nella realtà sociale odierna in cui viene presa molto in

considerazione la tutela dell'ambiente, attuabile sotto ogni profilo e con tutti i mezzi a

disposizione dell'uomo. Per questo i processi di riciclaggio e di riutilizzo dei residui legnosi hanno

avuto una significativa svolta sia per le problematiche ambientali, come appunto accennato, sia

per i costi rappresentati dalle materie prime.

Come peraltro già individuato dal recente studio Cnel-OLMA - "Il sistema foresta legno -

problemi e prospettive per il 2000 di una politica dell'offerta interna di legname" si è sempre

presa più coscienza del fatto che si deve evitare, oppure ridurre al minimo, ciò che si perde nelle

lavorazioni e nella fase di smaltimento, immettendo tali scarti e residui in nuovi cicli produttivi

idonei al reimpiego degli stessi.

Strumento primario di questo processo di lavorazione è la Direttiva Europea 94/62 il cui

recepimento nel nostro Paese è avvenuto con il Decreto Ronchi n. 22 del 5/2/97. In base a questo

Decreto si sono costituiti degli organismi, riconosciuti dai Ministeri dell'Ambiente e dell'Industria,

finalizzati all'attività di riciclaggio di tutti i materiali di scarto.

Per ciò che riguarda il legno, i suddetti Ministeri hanno riconosciuto il Consorzio

"Rilegno" di Cesenatico (FO) per la raccolta differenziata e il riciclaggio di tutti i residui del

legno, quindi anche di quelli relativi all'industria edile.

In sintesi, l'iter procedurale di questo fenomeno prevede che tutti i Comuni osservino

l'obbligo di smaltire i rifiuti in genere e pertanto i Consorzi, per legge, devono assicurare il riciclo

differenziato presso i Comuni dei rifiuti stessi. Per formalizzare tale tipo di rapporto, vengono

stipulate Convenzioni tra i Comuni (e/o associazioni di Comuni) e i Consorzi, oppure tra i

Consorzi e i soggetti privati delegati dai Comuni per lo smaltimento.

Il Consorzio Rilegno sottoscrive accordi con tutti i Comuni d'Italia, operando la raccolta

differenziata dei residui di legno consistenti in:

per ciò che concerne l'edilizia:

- residui di travi, di coperture e tetti, rifiuti della cantieristica, ecc.;

- porte, finestre, ogni tipo di serramento in legno, ecc.;

- arredi di tutti generi;

per quello che riguarda gli imballaggi:

151

- i residui di "pallet" (speciali pedane e/o piani d'appoggio per il trasporto e lo stoccaggio

delle merci;

- cassette in legno (per la frutta, vini, ecc.);

- imballi industriali;

- telai per trasporti vari (ad esempio di vetrate, quadri, componenti meccanici, ecc.).

Il riuso di questi scarti avviene mediante la triturazione dei medesimi, dopo aver

selezionato i componenti lignei considerati tossici dalla legge (per eventuali trattamenti subiti,

verniciature, ecc.) ed aver "pulito" quelli che presentano trattamenti superficiali da rimuovere.

Queste i principali prodotti derivati dal riciclaggio del legno:

• Pannelli (soprattutto truciolari) destinati in grande quantità all'industria del mobile.

• Paste cellulose per la produzione di carta.

(In questo caso i residui legnosi devono essere a costituzione fibrosa, perché la carta è fatta di

fibra, non sono idonei quindi i truciolati e materiali similari).

• Energia, realizzata però solo con una quota parte dei residui legnosi, quelli cioè derivanti

dagli scarti del legname "vergine" (segati, ecc.), prodotti ad esempio dalle prime lavorazioni

del legno. Si tratta quindi in questo caso di un riciclaggio formato da residui per così dire

"pregiati e selezionati", proprio perché idonei alla produzione di energia (infatti non si può

realizzare energia utilizzando porte, finestre o pannelli).

Da questa nuova ed utile forma di reimpiego deriva il vantaggio di avere prodotti a prezzi

contenuti, una riduzione dei costi gestionali integrati con le diverse tipologie di lavorazione, un

abbattimento notevole o la totale scomparsa in termini economici della voce smaltimento dei

materiali residui prodotti a fine lavorazioni.

Si può tranquillamente affermare che in Italia esiste la filiera del riciclaggio del legno più

importante del mondo. Il nostro Paese è all'avanguardia perché, investendo molto in questo

settore, deve necessariamente ingegnarsi per ottimizzare la produzione di alcuni preziosi

componenti, quali i pannelli da destinare poi all'industria del mobile (leader assoluto nel panorama

mondiale). Banalizzando il concetto, mentre Paesi come l'Austria e la Germania, ricchi di foreste,

si possono permettere di produrre direttamente dalla materia prima estratta i pannelli di cui sopra,

152

l'Italia non disponendo dello stesso ingente patrimonio boschivo ha sviluppato e perfezionato il

concetto del riciclaggio del legno.

L'estensione dello scenario delle tipologie di specie legnose destinate all'attività edile

Una recentissima tendenza riguardo all'utilizzo della materia prima legno per l'industria

edile, è rappresentata dall'estensione dello scenario delle tipologie di specie legnose destinate

all'attività edile.

Infatti attualmente è in fase di elaborazione uno studio del CNR denominato "Progetto

strategico di valorizzazione e caratterizzazione del legno: l'impiego dei componenti edilizi in

Eucaliptus" dove si prevede il ricorso a questa specie legnosa, assolutamente nuova nel panorama

dei materiali per le costruzioni. La ricerca ha già dato ottimi risultati, ampliando e approfondendo

il comportamento dei componenti strutturali lignei attraverso l'impiego dell’Eucalipto.

Altri studi, in fase di sperimentazione, propongono l'alternanza di più specie legnose, ad

esempio Eucalipto e Pioppo, dopo averle assemblate attraverso particolari incollaggi ed

ottenendone dei travetti lamellari dalla massima efficienza strutturale . Lo studio di tali tecnologie

innovative mira all'ottenimento di uno scenario completo relativo alle caratteristiche di resistenza

per ogni specie legnosa, consentendo la quantificazione della sicurezza degli elementi strutturali

prodotti.

Inoltre, l'introduzione di nuove fonti di materia prima permette di allargare il sistema di

approvvigionamento tanto che, in futuro, sia possibile contenere il depauperamento delle specie

più sfruttate dal sistema foresta - legno, e quindi più a rischio.

Un'altra novità da rilevare riguarda le nuove tecniche costruttive dei solai in legno: si tratta

della realizzazione di solai composti, formati dall'abbinamento del legno con il calcestruzzo.

Questi solai misti vengono utilizzati soprattutto negli interventi di recupero e nei casi di

costruzione di nuovi solai lignei.

Questo tipo di tecnica sfrutta i vantaggi della realizzazione di un solaio in calcestruzzo,

composto da massetto tradizionale e annessa rete elettrosaldata, coadiuvato dall’apporto statico

delle travi lamellari dell’impalcato, il tutto collegato tramite speciali connettori in ferro (pioli,

ramponi, ecc.).

Tali prodotti innovati sono già ampiamente adottati nel restauro degli edifici e nel

consolidamento dei solai lignei, poiché permettono di aumentarne la resistenza e la rigidezza,

153

risultano di facile posa, senza particolari aggravi di costi, e garantiscono interessanti applicazioni

anche nelle nuove realizzazioni.

3.3 Risultati attesi

3.3.1 L'andamento della domanda all'interno dei flussi produttivi

Riesaminando le considerazioni espresse nei paragrafi relativi alle quattro fasi dei flussi

produttivi e alcuni concetti riportati alla prima parte della ricerca, si può desumere quanto segue.

La prima fase, quella dell'estrazione della materia prima, è caratterizzata da una forte

domanda di legname da destinare, in questo caso, all'industria edile. Come abbiamo visto dai dati

precedenti risulta elevato il ricorso alle importazioni, soprattutto in questa fase di flusso e nella

successiva, relativa alla prima trasformazione del legname (per le riflessioni sulle motivazioni si

rimanda alle conclusioni del rapporto).

In questa prima fase uno degli elementi più caratterizzanti la domanda di legname è

costituito dalla richiesta da parte degli utenti finali (e dei progettisti) di particolari legni,

soprattutto esotici, destinati poi alla produzione di parquet (comparto produttivo in ascesa, allo

stato attuale).

Si innescano, quindi, in questa fase, alcuni elementi particolarmente delicati e, in un certo

senso frenanti, per il soddisfacimento di tale domanda, tra i quali ricordiamo:

- la difficoltà di reperimento delle specie legnose, relative, ad esempio, a Paesi tropicali

(caratterizzati molto spesso, come già detto, da disordini sociali interni);

- le difficoltà inerenti il trasporto della materia prima, soprattutto per l'aggravio della

componente costi.

Inoltre, non va dimenticata una conseguenza indotta indirettamente

dall'approvvigionamento di materia prima nella maggioranza dei Paesi sud-amercani, asiatici e

africani, quella cioè di carattere ambientale concernente la garanzia di queste nazioni, dove spesso

154

il controllo delle politiche forestali è insufficiente, riguardo la provenienza del legname sotto

l'aspetto della gestione sostenibile delle foreste.

Le difficoltà di trasporto e quelle di accesso alle aree boscate interessate all'estrazione

della materia prima riguardano anche il nostro Paese, le cui foreste, come è noto, sono localizzate

prevalentemente in territori montuosi e impervi. Si tratta soprattutto di carenze relative alle

infrastrutture, come ad esempio l'inadeguata viabilità forestale.

La fase di prima trasformazione è strettamente legata, sotto il profilo delle problematiche

inerenti la domanda, a quella precedente. Il prodotto legnoso trattato è sotto forma di legname

grezzo, risultato delle lavorazioni delle segherie.

La domanda di legname grezzo è elevata perché, trattandosi di un prodotto ancora allo

stadio iniziale di lavorazione, può essere destinato a più settori produttivi, dall'industria edile a

quella dei mobili, della fabbricazione di prodotti vari in legno, e così via.

Come si è visto, l'importazione ha un peso predominante in questa fase e, come già

accennato, recentemente è in atto la tendenza ad importare legname già trattato a livello di prime

lavorazioni.

La fase di realizzazione di prodotti semilavorati e finiti rappresenta la chiusura del ciclo

produttivo del settore in esame. In questo ambito si colloca la produzione di pannelli (nelle varie

forme già indicate in precedenza) che, in Italia, trovano un larghissimo impiego nell'industria del

mobile. Va da sé che, preso atto che il nostro Paese è attualmente il maggior esportatore di mobili

nel mondo, la domanda di pannelli e prodotti semifiniti similari destinati a questa industria non

conosce mai crisi e si conferma in crescita.

Per ciò che attiene ai prodotti finiti destinati alle costruzioni, mentre fino ad alcuni decenni

orsono la domanda era per la quasi totalità rivolta alle nuove costruzioni (in forte crescita in

quegli anni), attualmente ci troviamo in una situazione di mercato per così dire meno chiara e

meno lineare, dove tentando di operare una radiografia dell'andamento della domanda dei

componenti finiti, si può schematizzare quanto segue:

- per il settore delle nuove costruzioni, i comparti di prodotti finiti trainanti risultano

maggiormente quelli degli infissi interni e dei pavimenti, dove appunto la domanda si

attesta a livelli piuttosto elevati, rispetto agli altri realizzati con materiali diversi. Gli altri

155

comparti hanno subìto, invece, in una certa misura, la concorrenza degli altri materiali

(infissi esterni in PVC, in alluminio, ecc.. Strutture ancora realizzate in maniera

tradizionale con il cemento armato, e così via).

Dati interessanti si hanno per ciò che concerne la diffusione crescente di:

- pavimentazioni in parquet prefinito, pronto per la posa in opera;

- di strutture in legno lamellare (materiale inizialmente pensato per le grandi

strutture e/o coperture, ma attualmente in fase di applicazione in altri ambiti edili);

- di compensati strutturali e di componenti realizzati con l'abbinamento di nuove

specie legnose (nuove per il campo edile) a quelle tradizionali, come riportato al

precedente paragrafo 3.2.2.;

- di costruzioni prefabbricate, settore in fase di rilancio nel contesto generale dei

Paesi europei, come accennato nella prima parte della ricerca, grazie ad una nuova

politica delle industrie produttrici.

- per il settore del recupero (e della manutenzione), ormai decisamente protagonista nello

scenario generale dell'industria delle costruzioni, l'indagine ha rivelato che il legno trova

una sua applicazione per così dire ideale che, proprio grazie ai suoi straordinari requisiti

di adattabilità - flessibilità - eleganza, riesce ancora a conservare una consistente nicchia

di mercato, reggendo il confronto con gli altri materiali più recenti.

Si registrano, infatti, buoni livelli di domanda di prodotti legnosi sia per interventi nelle

costruzioni civili urbane e rurali (dove, come abbiamo visto, il legno è predominante), che

nel restauro e recupero dei beni storici- artistici-culturali (in cui è sempre stato presente da

millenni).

In questo settore viene impiegato un pò in tutte le sue forme, dalle strutture agli infissi

esterni e interni, dalle scale ai pavimenti, dai rivestimenti e modanature alle ringhiere,

cancellate, ecc..

Oltre a quanto già affermato per gli impieghi strutturali in edifici post-terremotati, è

interessante ricordare le nuove tendenze costruttive relative, ad esempio come già

accennato, alla realizzazione di solai misti (legno - cemento armato) che, per la loro

leggerezza, praticità di posa in opera e ottima rispondenza ai requisiti statici, stanno

trovando il loro spazio nella domanda di prodotti finiti per il recupero di strutture

degradate.

156

3.3.2 I fattori che influenzano il cambiamento della domanda

Non risulta facile individuare con certezza i fattori che influenzano i cambiamenti della

domanda di legname per l'industria delle costruzioni.

Dal lavoro di indagine, soprattutto attraverso l'analisi delle risposte ai questionari fornite

dalle aziende del settore e dagli esperti, emergono sostanzialmente tre aspetti primari, con un

grado di influenza praticamente equivalente:

• la variazione della cultura e del gusto del legno a fronte dell’utilizzo e richiesta di nuovi

materiali;

• l'insufficiente livello di informazione e di effettiva conoscenza sui requisiti e caratteristiche

dei prodotti finiti in legno per l'edilizia, da parte degli utenti finali e dei progettisti;

• il costo della materia prima

Ma va precisato che, senza dubbio, anche i fattori indicati al paragrafo 3.2.1 influenzano in

maniera negativa la domanda di prodotti in legno per l'edilizia.

3.3.3 L'utilizzo del legname nell'industria edile in relazione al crescente aumento della

domanda di costruzioni

L’andamento del settore legno nell’edilizia per l’anno 2000, come individua anche il

rapporto annuale del CRESME, è stato positivo (sia in termini di fatturato che in volume

prodotto). La crescita degli investimenti nel mercato dell'edilizia per il 2000 è stata prevista con

un + 2.6%, mentre nel 1999 risultava dell’1.8%, ciò è dovuto in gran parte alla spinta delle

agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni che hanno portato un aumento di richieste rispetto

all'anno precedente. Gli interventi maggiormente interessati sono stati le manutenzioni

straordinarie ed ordinarie ed il comparto delle nuove costruzioni.

La ripresa del mercato dell’edilizia si può confermare per il 2000 con un valore di mercato

di 43.000 miliardi contro i 39.665 dell’anno precedente. Anche l’edilizia pubblica ha avuto una

ripresa per quanto riguarda le opere infrastrutturali e di edilizia residenziale popolare. Le

previsioni per la fine del 2001 sono considerate ancora positive per il settore con un'ipotesi di un +

157

2.9%, seguite da una stabilizzazione e un arresto previsto per il 2003. Il settore che si prevede

maggiormente interessato a questa fase di crescita risulta la produzione residenziale con + 6.1%

seguito dall’edilizia non residenziale privata.

Lo sviluppo delle tecnologie, come nel caso del settore legno, porteranno ad una elevata

produttività e conseguente crescita economica. Tale dinamismo, sempre secondo il CRESME,

scaturirà processi a catena di innovazioni tecnologiche. In particolare, il mercato dei prodotti in

legno per l’edilizia ha registrato una crescita fiorente dell'impiego delle travi lamellari per le

strutture dei tetti, e nei comparti quali porte, finestre, serramenti in genere e carpenteria.

La realizzazione di tali componenti è inserita in piccole realtà produttive ben integrate, a

connotazione locale, e con grandi diversificazioni dei prodotti richiesti che ben si adattano alla

realtà del mercato dell'edilizia anch'essa frammentata e dispersa nel territorio, come evidenziano

anche i dati sulle nuove costruzioni residenziali e non.

In crescita risulta quindi il settore legno per l'edilizia, anche per la richiesta sempre

maggiore di interventi di recupero e di riqualificazione, dove la componente legno costituisce, sin

dai tempi antichi, il cardine pregnante.

3.3.4 Il trend produttivo - industriale del settore nei prossimi anni

Il trend produttivo si sta sviluppando in maniera omogenea in considerazione del fatto che

le imprese, il mercato, le tecnologie ed il sistema in generale sono organizzati con rapporti di

interdipendenza ed in comparti produttivi molto spesso localizzati, come si è notato, in distretti

industriali che consentono una crescita del settore in maniera armonica. Cambiamenti sostanziali

hanno attivato processi di trasformazione verso una dimensione internazionale del settore, con

l’esigenza di utilizzare nuove risorse e competenze.

Determinante è la crescita di esportazione di alcuni comparti, come sottolineato in seguito,

anche verso nuovi mercati, come quelli asiatici.

158

Nuove gamme produttive

E’ stato rilevato che vi è una forte crescita dell’innovazione mirata all’ampliamento della

gamma produttiva del settore legno per l’edilizia. Tale trasformazione porta anche ad un

miglioramento dell'integrazione del settore stesso con le risorse nazionali.

Dal dopoguerra si è passati dalla richiesta di materiale povero ed in grandi quantità (legna

da ardere, traversine ferroviarie, travi da impalcatura, da miniera, ecc.) alla richiesta di

assortimenti di prodotti legnosi pregiati, omogenei e forniti in quantità costante e duratura.

Inoltre, si sta perfezionando il concetto di personalizzazione del prodotto ottenendo, per

esempio, assortimenti con spessori e lunghezze speciali, in funzione della nuova domanda da

parte dei consumatori di prodotti di elevata qualità e capaci di adattarsi a particolari ambiti

applicativi sempre più in via di consolidamento (è il caso, ad esempio, delle particolari esigenze

dettate dagli interventi di recupero).

Il mercato più significativo come importi di fatturato e come numero di operatori risulta,

come dimostrato, quello delle porte e finestre comprensivi di telai e stipiti in legno, con una buona

produzione per il mercato interno e con una discreta richiesta di esportazioni principalmente per i

mercati dell’Est, facendo quindi prevedere per questo comparto un trend positivo per i prossimi

anni.

Altro settore interessato alla crescita è il comparto dei pavimenti, dove si rileva la

diffusione di pavimenti cosiddetti multistrato, che hanno comportato nuove aggregazioni e fusioni

per il comparto stesso. Vi è infatti una notevole gamma di prodotti inseriti nel mercato, in

aggiunta al parquet tradizionale, che si sta avviando ad una forte domanda produttiva come i

pavimenti in legno laminato, in multistrato, con l’incremento di componenti in MDF e HDF quali

substrati per i pavimenti stessi. Tali sviluppi si sono resi possibili anche con l’avvento di nuovi

prodotti chimici di supporto quali resine acriliche ad altissime resistenze all’abrasione, indurite ai

raggi UV, oppure collanti che si asciugano rapidamente permettendone un utilizzo immediato.

Tali prodotti, inoltre, sono realizzati e concepiti nel rispetto delle norme di tutela

ambientale. Con le recenti tecnologie laser è possibile poi realizzare, sui pavimenti in parquet,

composizioni a disegno e decori ad intarsio che ripropongono antichi e preziosi decori a prezzi e

tempi del tutto contenuti, rappresentando elementi capaci di indirizzare la futura tendenza di

mercato di questo comparto produttivo.

159

Riciclo

Aspetto già trattato precedentemente, costituisce comunque un elemento da tenere

assolutamente in considerazione nell'immediato futuro produttivo del settore.

In considerazioni delle forti perdite che si hanno nelle lavorazioni della segagione, con la

notevole produzione di quantitativi di elementi di scarto, il mercato si sta dirigendo verso nuove

forme di utilizzazione di materiale legnoso innovativo nel mercato dell’edilizia. Tale concetto

ebbe il suo primo risultato in tempi passati con l’introduzione della tranciatura e della sfogliatura

e la successiva produzione di particelle impregnabili nelle lavorazioni dei pannelli.

Il nuovo indirizzo produttivo si sta riversando verso il riciclaggio di materiale di scarto e,

nel caso dei prodotti in legno, ha portato alla introduzione nel mercato dei pannelli ecologici,

ottenuti al 100% con fibre di legno riciclato e assemblato con particolari processi di lavorazione

che attivano le resine proprie del legno. Tali pannelli utilizzano solo materiale ecocompatibile

mediante processi produttivi attenti anche al bilancio complessivo ambientale. I pannelli isolanti

cosi realizzati risutano, inoltre, biodegradabili.

Altre tipologie di pannelli innovativi sono i pannelli per le coperture ventilate, con

superfici in legno e inserti in altro materiale che permettono non solo la ventilazione della

copertura ma anche un ottimo isolamento termico, un considerevole risparmio di energia e il

gradevole effetto estetico proprio del legno. Tra questi, si inserisce una tipologia di pannelli

speciali, quali i semilavorati composti, che garantiscono maggior sicurezza e assorbimento delle

vibrazioni. Le caratteristiche e le potenzialità prestazionali di queste nuove gamme di prodotti,

fanno prevedere un loro sviluppo e diffusione nel prossimo futuro.

Bioedilizia

Il trend produttivo del settore verte anche verso la bioedilizia e l’impiego del legno quale

materiale naturale rispondente perfettamente alle esigenze abitative. Un esempio valido è

costituito dalla costruzione di case prefabbricate in mattoni in legno smontabili, riciclabili ed

ecocompatibili, che si integrano con il territorio.

Anche il sughero viene ora proposto per nuove soluzioni applicative, sempre nel settore

della bioedilizia, in quanto si stanno rivalutando le sue caratteristiche ecologiche, di materiale

ignifugo, imputrescibile, leggero, che mantiene inalterate nel tempo le sue proprietà di isolante

termo-acustico, ed è al 100% un materiale naturale. Nelle nuove applicazioni si passa dalla

materia prima attraverso varie fasi di lavorazione da cui si ricavano per esempio: pannelli di

160

sughero bruno espanso autoincollato puro (con buone proprietà di coibentazione); la colorazione

scura è una conseguenza del processo termico di tostatura dei granuli di sughero.

In questa fase avviene la fusione di sostanze cerose presenti nella struttura cellulare che

agisce come unico collante naturale, agglomerando i diversi granuli e aumentando maggiormente

le caratteristiche di coibenza, resistenza e stabilità dimensionale. E' un prodotto che trova impiego

nella bonifica di vecchi edifici mentre, per le nuove costruzioni, fornisce ottimi risultati se

utilizzato nelle intercapedini, nei sottotetti, sui terrazzi, nei solai, ecc., garantendo un'efficace

barriera contro la dispersione termica e l'umidità e assicurando, inoltre, buoni livelli di isolamento

acustico.

L’andamento del settore, inoltre, si mantiene buono soprattutto per quanto riguarda le

strutture dei tetti dove la quota delle travi lamellari è in costante crescita; infatti il mercato del

legno lamellare incollato si è consolidato da anni raggiungendo elevati fatturati.

Normative e Certificazione di qualità

Una delle condizioni necessarie affinché lo sviluppo italiano risulti al passo con i mercati

competitivi europei ed extra europei è l’adeguamento alle normative ed agli standard vigenti,

come sottolineato nel paragrafo relativo ai processi innovativi in atto. La tendenza è quella di

migliorare la compatibilità tra produzione e sensibilità ambientale, attuando sistemi di

certificazione di qualità dei prodotti anche in termini di ecosostenibilità ambientale.

Nei prossimi sviluppi del settore, quindi, non si potrà più prescindere da controlli

scrupolosi del processo produttivo e dai collaudi finalizzati alla verifica della qualità, con il

ricorso, ad esempio, di nuove forme di controllo nelle prove di laboratorio per l'ottenimento di

prodotti più affidabili.

Nuove tipologie di imprese

Come evidenziato in precedenza, ciò che emerge dal panorama industriale è una radicale

modifica dell'assetto strutturale delle imprese, sempre più indirizzate verso la meccanizzazione ed

automazione del lavoro, con risultati di notevole ottimizzazione delle fasi lavorative e ad una

migliore organizzazione delle aziende stesse.

161

Un caso da sottolineare è il recente mutamento che ha interessato la fase di segagione,

concepita ormai come un’industria vera e propria e non più come un’attività solo a carattere

artigianale. Per rimanere in tema, si rileva che l'andamento produttivo delle imprese è indirizzato

verso la diminuzione dei prodotti segati come prodotti finali, poiché nelle segherie si tende ad

estendere il processo produttivo fino ad arrivare alla realizzazione di prodotti semifiniti o finiti.

Tale tendenza è avvalorata dal fatto che i Paesi esportatori vendono sempre meno tronchi

ma, in misura maggiore, assortimenti sotto forma di segati, stimolando così anche il mercato

nazionale alla produzione di prodotti di prima lavorazione.

Le segherie tradizionali che fornivano solo travature e segati, a mano a mano, stanno

scomparendo per dar spazio a segherie “moderne”, dotate di macchinari tecnologicamente evoluti

con capacità di produzione di nuovi tipologie di assortimenti e con cicli produttivi più complessi,

che portano alla fusione di più fasi lavorative, un tempo espletate separatamente dalle segherie

forestali e dalle falegnamerie. Sono comunque ancora in atto, in questo senso, cambiamenti di

organizzazione industriale.

Informatizzazione

E’ possibile notare come il trend produttivo di questo settore si muova anch'esso verso

l’inserimento di nuove tecnologie informatiche, come l’utilizzazione di software specifici che

stanno portando, per fare un esempio, all’ottimizzazione della sezionatura dei pannelli in diverse

dimensioni con notevoli vantaggi applicativi, nonché ad una completa automazione della

lavorazione del legno.

In fase di utilizzazione finale si fa ricorso anche a software programmati per la carpenteria

edile, per l’assemblaggio dei tetti e delle capriate, per le realizzazioni di scale in legno (vedi

progettazione CAD-CAM, di cui si accennava ai paragrafi precedenti), per la realizzazione di

pareti in modelli tridimensionali che semplificano le applicazioni degli elementi da assemblare in

cantiere.

Altro comparto coinvolto è il mondo dei serramenti che si sta evolvendo grazie anche a

sistemi informatici avanzati che permettono di controllare sia la progettazione del prodotto sia la

gestione contabile ed amministrativa dell’impresa produttrice.

162

Ricerca e sviluppo

La spinta verso la ricerca e lo sviluppo tecnologico sta portando al miglioramento

qualitativo e quantitativo del processo produttivo e ad una intensificazione della competitività con

il mercato estero.

L’innovazione tecnologica, secondo dati recenti rilevati dall’Istat, si dirige verso il

potenziamento dei macchinari sia di produzione che informatici; infatti il 70% della spesa globale

per l’innovazione è diretta appunto verso questa forma di investimento.

Operando poi una distinzione riguardo alla dimensione delle imprese, risulta che per aziende

con più di 100 addetti l’investimento è indirizzato maggiormente per la ricerca e per la

progettazione industriale, mentre le imprese più piccole preferiscono acquisire nuove tipologie di

macchinari e attrezzature di produzione.

3.3.5 Il rapporto tra l'impiego di legname negli edifici e i requisiti di sicurezza statica e la

rispondenza alle norme antincendio

Si è pensato di dare spazio a questo argomento, perché i due aspetti qui esaminati sono

risultati forse i nodi critici del settore più "sentiti" dall'opinione pubblica in genere.

Infatti se è vero che, tra i soggetti intervistati, gli utenti finali sono parsi i più scettici

(perché quasi sempre disinformati) sulla rispondenza del legno per le costruzioni ai requisiti di

sicurezza statica e alle norme antincendio, è pur vero che anche alcune aziende "addette ai lavori",

nonché progettisti e tecnici, hanno considerato tali aspetti piuttosto delicati ed affrontabili in

maniera non semplice.

Precisato quindi quanto sopra, si riportano alcune indicazioni di carattere tecnico nel

tentativo di fare luce su questo importante argomento.

Per ciò che concerne i requisiti di sicurezza statica del legname, abbiamo ad esempio visto

come questo materiale venga ampiamente usato nelle strutture in zone sismiche, in quanto, per

riassumere i requisiti più salienti:

- i componenti strutturali lignei risultano più leggeri delle altre tipologie impiegate;

- la capacità di elasticità e di assorbimento dei movimenti di una struttura in legno è

elevata; maggiore rispetto ad una realizzata in cemento armato o in acciaio.

163

Il caso più emblematico è quello del legno lamellare incollato impiegato ai fini strutturali.

Esso presenta una densità pari a 1/5 di quella del cemento armato ed a 1/16 di quella dell'acciaio,

fattori determinanti per la buona tenuta delle strutture in lamellare che, con tali caratteristiche,

subiscono in misura minore le azioni del terremoto, rispetto ad altri elementi strutturali.

Quindi le grandi coperture, le travi e le strutture in genere così realizzate risultano

estremamente duttili, capaci di rispondere perfettamente ai requisiti statici di una struttura

tradizionale e, allo stesso tempo, di garantire un buon livello di elasticità ai singoli componenti,

ritardando il collasso strutturale e/o la rottura dei medesimi in caso di forti sollecitazioni (quali

quelle determinate da eventi sismici).

L'impiego delle strutture in legno lamellare incollato, inoltre, come abbiamo visto, risulta

in crescita, sicuramente per diversi motivi, ma senza dubbio anche per l'ottima rispondenza ai

requisiti tecnici e agli aspetti normativi qui esaminati.

Per ciò che riguarda invece il rapporto tra i componenti edili in legno e l'azione del fuoco,

è opinione comune (soprattutto in Italia, mentre all'estero molto meno) che i manufatti in legno

presentano, maggiori pericoli in caso di incendio rispetto alle altre. Opinione, peraltro, confermata

anche dall'indagine condotta mediante i questionari.

Chiariamo innanzitutto questi due concetti, fondamentali per l'aspetto trattato:

- per resistenza al fuoco di una struttura si intende la capacità di mantenere i requisiti statici

per un tempo determinato di azione del fuoco;

- per reazione al fuoco, invece, ci si riferisce al grado di combustibilità del componente

struttrale.

Il legno è senz'altro un materiale combustibile, ma resistente al fuoco. L'acciaio, viceversa,

non è combustibile ma presenta una scarsa resistenza al fuoco (a circa 500° C una buona parte

delle sue capacità portanti vengono a diminuire). Ne deriva che anche le tradizionali strutture in

cemento armato, pur non essendo combustibili, sottoposte ad elevate temperature in presenza di

incendio perdono anch'esse le proprie capacità statiche in quanto contengono l'armatura in acciaio,

giungendo improvvisamente a rottura, senza dare il tempo agli occupanti di evacuare l'edificio.

164

Nel caso del legno, quindi, non bisognerebbe cercare di renderlo incombustibile (con

trattamenti preventivi, vernici, ecc.) perchè in ogni caso brucia comunque, ma piuttosto si deve

cercare di renderlo il più possibile resistente al fuoco.

Ciò si realizza aumentando la sezione strutturale dei vari componenti lignei, in maniera

tale da avere un tempo sufficiente per poter evacuare l'edificio interessato dall'incendio. Infatti la

struttura in legno con una grossa sezione resistente, sotto l'azione del fuoco, conserva al suo

interno un nucleo praticamente intatto, protetto dallo strato superficiale esterno che si carbonizza

(tra i 500 e gli 800° C) e dalla zona intermedia che inizia il processo di decomposizione a 290° C.

Altro fattore che consente alle strutture lignee di ritardare il collasso strutturale è il basso

coefficiente di conducibiltà termica del materiale, decisamente minore degli altri.

Ne deriva, quindi, che più si ritarda la progressione della combustione che, come abbiamo

visto avviene per strati, e più è lento il processo di rottura del componente strutturale in legno.

Inoltre, questo materiale, bruciando, emette una serie di rumori caratteristici che

"segnalano" agli abitanti l'approssimarsi del collasso strutturale. Cosa che non avviene, invece,

per le strutture in cemento armato e in acciaio dove la rottura è improvvisa.

L'ultima riflessione in merito riguarda la questione delle vernici protettive ignifughe

(peraltro previste dalla legislazione italiana, per le porte, ecc.) e gli arredi presenti negli edifici in

caso di incendio. Dall'indagine presso le aziende, soprattutto produttrici di porte, e presso gli

esperti del settore, è emerso più volte un concetto che può sembrare paradossale: sono molto

frequenti i casi in qui, durante un incendio, la gente muore per le esalazioni e i fumi tossici

sprigionati dalle vernici protettive, in questo caso dei componenti lignei, che piuttosto per il fuoco

vero e proprio.

Per questi fatti è importante recepire, soprattutto a livello dei tecnici e dei progettisti, e

diffondere l'informazione agli utenti finali dei prodotti in legno, gli aspetti tecnici esposti in

precedenza.

Relativamente agli arredi presenti negli ambienti in caso d'incendio (tendaggi, mobili,

tappezzerie, carta, gas ed altre sostanze) costituiscono degli elementi che aggravano notevolmente

il pericolo di vita per le persone, in quanto influiscono negativamente il cosiddetto "carico di

incendio" dell'edificio che li contiene.

165

3.3.5.1 Alcune indicazioni sugli attuali strumenti normativi

Il panorama legislativo tecnico e normativo che riguarda il settore legno e dei prodotti in

legno e assai vasto e in continuo aggiornamento, viste anche le influenze decisionali dettate da

Bruxelles. Risulta perciò assai complesso elencare tutte le norme nazionali, internazionali ed

europee che disciplinano il settore, sia per la loro numerosità, sia per la difficoltà di recepire e

interpretare gli aggiornamenti (infatti le normative UNI e CEN, per fare un esempio, sono sempre

passibili di revisioni e sostituzioni a causa dei ripetuti adeguamenti).

E' comunque opportuno precisare che il panorama generale riguarda normative nazionali

(UNI), internazionali (ISO) e quelle a carattere europeo (CEN). Si ritiene opportuno in questa

sede riferirsi alle normative ritenute più attuali sia in termini di applicazione che di contenuto.

La carrellata fa capo comunque alla legislazione che si occupa della sicurezza generale dei

prodotti immessi nel mercato e cioè il Decreto Legislativo n. 115 del 17 marzo 1995 che attua la

direttiva 92/59/CEE. Tale norma disciplina in alcuni specifici articoli le attività di controllo e gli

obblighi di sicurezza riferiti ad ogni prodotto, e quindi anche a quelli legnosi. In particolare si

occupa anche di materia di sicurezza nei confronti degli incendi.

Affrontando l’argomento della sicurezza dal fuoco, non elencando le numerose leggi in

materia ma citando le specifiche dettate dalla Circolare del Ministero dell'Interno n°91 del 1961,

viene determinata la resistenza al fuoco delle strutture in relazione ai requisiti degli elementi

strutturali in termini di materiale da costruzione e viene adottato un sistema di classificazione

degli elementi costruttivi.

Ulteriori passi avanti nel settore sono stati fatti nell'ambito della progettazione delle

strutture in legno per l'antincendio attraverso una classificazione più precisa e tecnologicamente

più avanzata introdotta dall'Eurocodice 5 (*), non ancora approvato e pubblicato.

In particolare, la parte 1.2 di questo documento si occupa del calcolo dei materiali in

presenza del fuoco, delle caratteristiche fisico-meccaniche e delle risposte alle sollecitazioni di

elementi strutturali in legno in caso di incendio. Nel caso delle opere in legno l'Eurocodice 5 si

occupa non solo delle argomentazioni riguardanti il comportamento al fuoco delle strutture in

legno ma anche degli aspetti statici e di progettazione strutturale di essi.

(*) Eurocodice: insieme di documenti preparatori per le normative europee che disciplinano tutti i materiali da costruzione , le loro prestazioni e le modalità di impiego e calcolo. Tale insieme di norme in alcuni punti è ancora in fase sperimentale e dovrà essere recepito definitivamente dai paesi membri nell'anno in corso.

166

Per esempio indicazioni specifiche vengono date per la costruzione di opere in legno

massiccio, segato e per la produzione di pannelli, con particolare riguardo alla durabilità e alla

resistenza meccanica del prodotto. Per ciò che concerne invece il legno lamellare incollato, in

attesa di una norma specifica nazionale o dell'adozione dell'Eurocodice 5, si fa ancora riferimento

alla normativa tedesca DIN 1052.

Di seguito si riportano alcune norme UNI EN relative al legno lamellare.

LEGNO LAMELLARE

NORMA TITOLO

UNI EN 1193 31/10/1999

Strutture di legno - Legno strutturale e legno lamellare incollato - Determinazione della resistenza a taglio e delle proprietà meccaniche perpendicolari alla fibratura.

UNI EN 1194 31/10/2000

Strutture di legno - Legno lamellare incollato - Classi di resistenza e determinazione dei valori caratteristici.

UNI EN 386 31/03/1997

Legno lamellare incollato. Requisiti prestazionali e requisiti minimi di produzione.

UNI EN 390 31/03/1997

Legno lamellare incollato. Dimensioni. Scostamenti ammissibili.

UNI EN 391 30/06/1997

Legno lamellare incollato. Prova di delaminazione delle superfici di incollaggio.

UNI EN 392 31/03/1997

Legno lamellare incollato. Prova di resistenza a taglio delle superfici di incollaggio.

UNI EN 408 30/04/1997

Strutture in legno. Legno massiccio e legno lamellare incollato. Determinazione di alcune proprietà fisiche e meccaniche.

UNI EN 387 30/06/2000

Legno lamellare incollato - Giunti a dita a tutta sezione - Requisiti prestazionali e requisiti minimi di produzione.

Fonte: Catalogo UNI.

Riguardo al comparto porte e finestre ci si può riferire al pacchetto normativo europeo del

luglio 2000 che comprende una trentina di norme. Di questo pacchetto, 11 sono state recepite

dall'Ente Normatore Nazionale e trasforamte in norme UNI EN.

In particolare vengono stabilite alcuni tipi di resistenze (statiche, meccaniche, all’urto,

ecc.) ed altre prove tecniche sempre riferite ai serramenti.

Nello schema che segue si riportano le 11 norme, con l'indicazione di quelle ormai

sostituite.

167

PORTE E FINESTRE

NORME ATTUALI TITOLO NORME UNI SOSTITUITE

DA QUELLE ATTUALI UNI EN 947 Porte incernierate o imperniate -

Determinazione della resistenza al carico verticale

UNI EN 108/85- Metodi di prova delle porte - Prova di deformazione nel piano dell’anta UNI ISO 8275 - Porte - Prova di carico verticale

UNI EN 948 Porte incernierate o imperniate - Resistenza alla torsione statica - Metodo di prova

UNI EN 129/85 - Metodi di prova delle ante - Prova di deformazione mediante torsione

UNI EN 950 Ante di porte - Resistenza all’impatto da corpo duro - Metodo di prova

UNI EN 85/81 - Metodi di prova delle porte - Prova all’urto di un corpo duro sulle ante delle porte

UNI EN 952 Ante di porte - Planarità generale e locale - Metodo di misura

UNI EN 24/75 - Porte - Misurazione dei difetti di planarità generale dei battenti delle porte

UNI EN 1192 Porte - Resistenza meccanica - Requisiti e classificazione

UNI EN 1529 Ante di porte - Altezza , larghezza, spessore e perpendicolarità - Requisiti di tolleranza

UNI EN 1530 Ante di porte - Planarità generale e locale - Requisiti di tolleranza

UNI EN 12207 Finestre e porte - Permeabilità all’aria - Requisiti e classificazione

UNI EN 7979/79 - Edilizia - Serramenti esterni verticali - Classificazione in base alla permeabilità all’aria, tenuta all’acqua e resistenza al vento

UNI EN 12208 Finestre e porte - Permeabilità all’acqua - Requisiti e classificazione

UNI EN 7979/79 - Edilizia - Serramenti esterni verticali - Classificazione in base alla permeabilità all’aria, tenuta all’acqua e resistenza al vento

UNI EN 12210 Finestre e porte - Resistenza al carico del vento - Classificazione

UNI EN 7979/79 - Edilizia - Serramenti esterni verticali - Classificazione in base alla permeabilità all’aria, tenuta all’acqua e resistenza al vento

UNI EN 12219 Porte - Influenze climatiche - Requisiti e classificazione

Fonte: Edilegno - Federlegno/Arredo.

Ancora in fase di elaborazione, ma sicuramente di valido apporto per la determinazione di

un prodotto più sicuro nel settore del legname per l’edilizia potrebbero considerarsi i requisiti

individuati in ambito CEN/TC 175 - WG3, strumento che si occupa del legname destinato ad usi

specifici in relazione agli sviluppi delle normative tecniche europee. Inoltre, le TG ( Task Group)

168

a livello europeo si stanno occupando di determinare nuovi requisiti tecnici dei prodotti finiti in

legno impiegati nell’edilizia, in particolare per porte e finestre, pavimenti, scale, rivestimenti di

pareti e soffitti.

Inoltre, numerosi risultano i documenti a carattere normativo che disciplinano la

produzione dei pannelli, quali la ENI 1438 che si occupa dei requisiti e delle specifiche

prestazioni in relazione alle diverse tipologie di pannelli sia a base di legno che di natura

composta (fibre e particelle, ecc.); infine troviamo la EN 844 che si riferisce praticamente a tutto

il settore legno, compresi i pannelli.

3.4 Considerazioni conclusive In questa fase finale della ricerca si vogliono evidenziare alcune riflessioni e concetti

primari che caratterizzano l'utilizzo del legno nell'industria edile, quali risultati emersi dal lavoro

di ricerca, attraverso i molteplici aspetti che denotano questo settore produttivo.

Considerate tutte le riflessioni già esposte nel corso del presente rapporto, riguardo

all'andamento economico e produttivo del settore di questi ultimi anni e alle previsioni per

l'immediato futuro, riguardo a tutti gli aspetti inerenti i cicli di produzione, le innovazioni, i nodi

critici, le esigenze degli attori del settore, appare quanto mai opportuno, porprio nelle conclusioni,

far risaltare alcuni aspetti che sottolineano i vantaggi derivanti dall'utilizzo del legno nell'industria

edile.

Per agevolarne la lettura e consentire un inquadramento riassuntivo dei concetti, si riporta

di seguito uno schema esemplificativo.

169

PR

INC

IPA

LI V

AN

TA

GG

I D

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IVA

NT

I DA

LL

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ILIZ

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N

EL

L'I

ND

UST

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ED

ILE

La facilità di lavorazione mediante l'impiego di utensili comuni

I ridotti costi energetici nella lavorazione

I processi di produzione non inquinanti

Il rapporto ottimale esistente tra il peso della materia prima e le sue proprietà meccaniche

La possibilità di montaggi e posa in opera in qualsiasi momento dell'anno

La possibilità di non dover ricorrere ad armature provvisorie ausiliarie

La capacità di una struttura lignea di poter sostenere all'istante il carico d'esercizio

L'estrema semplicità nel realizzare le unioni dei singoli componenti

L'ottima resistenza al fuoco in presenza di idonee dimensioni delle sezioni

La gradevolezza e l'eleganza dell'effetto decorativo ottenuto

L'elevato comfort abitativo grazie alle ottime proprietà termoisolanti

La caratteristica di materiale biodegradabile, facilmente smaltibile dopo l'uso

L'alta anisotropia del legno (caratteristiche diverse nelle varie direzioni, rispetto alla fibratura) rende ottimali le proprietà di resistenza

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La lunga durabilità dei componenti ottenuta mediante l'utilizzo di specie legnose naturalmenti durabili, o di legni opportunamente trattati con preservanti

Il miglioramento della stabilità dimensionale e di forma grazie all'impiego di materia prima correttamente stagionata, essiccata e adatta alle condizioni ambientali di esercizio

Il miglioramento della reazione al fuoco (combustibilità) attraverso il ricorso a trattamenti che ritardano la combustione

Il superamento delle limitazioni dimensionali imposte dal segato, mediante la realizzazione di componenti strutturali compositi quali i pannelli strutturali e il legno lamellare incollato

La verifica della naturale variabilità delle caratteristiche meccaniche della materia prima per procedere ad un'idonea classificazione del legname per uso strutturale

3.4.1 Le politiche da adottare per ottimizzare il rapporto tra domanda e offerta di legname

per l'industria edile

Ecco in sintesi quali potrebbero essere le politiche da intraprendere per l'immediato futuro,

a fronte di una domanda sempre attiva di prodotti legnosi per l'edilizia:

170

q partendo da un'analisi a monte del ciclo produttivo, occorre agire sul rinnovamento della

politica forestale nazionale, per valorizzare le nostre foreste (in senso produttivo) e cercare di

migliorare la situazione generale dell'offerta interna di legname che, da quanto emerso dalle

risposte di alcuni addetti ai lavori, presenterebbe ancora delle buone potenzialità per il nostro

mercato, sotto l'aspetto sia quantitativo che qualitativo delle specie legnose. Per ribadire un

concetto già espresso, bisognerebbe diffondere la cultura della multifunzionalità dei boschi,

coadiuvata da un coordinamento e controllo di soggetti pubblici e da incentivazioni per i

privati con sostegni economici.

q Riallacciandosi al concetto precedente, bisognerebbe valorizzare le nostre specie legnose che,

soprattutto in determinate regioni, vengono ad esempio impiegate per la realizzazione di

infissi. E' il caso del Veneto e del Trentino, dove esistono ottimi larici che vengono lavorati in

loco, senza ricorrere all'importazione (si pensi che Venezia ha praticamente tutti gli infissi in

larice, molto resistenti all'acqua). Tale specie viene impiegata, in Trentino, anche per i manti

di copertura e i rivestimenti esterni delle case di montagna (vedi edilizia rurale).

Da queste riflessioni è emerso, quindi, da alcuni operatori, un concetto molto forte:

q da un'analisi approfondita del settore, risulterebbe che il ricorso all'offerta estera di legame

non è soltanto dovuto a motivazioni di carattere economico e/o di carenza di materia prima

nostrana, ma anche a questioni prettamente politiche, che indirizzerebbero il mercato verso

l'approvvigionamento e la diffusione di altre specie, per così dire "più alla moda".

q Un caso emblematico segnalato può essere rappresentato dal progressivo mutamento,

avvenuto nel tempo, dei Capitolati che, per esempio, hanno via via penalizzato l'abete (molto

impiegato per gli infissi) a favore dei legni americani (douglas, pitch-pine, ecc.) e di quelli

esotici (vedi i parquet, ecc.). Si è limitata, inoltre, la diffusione e la conoscenza (attraverso i

mezzi di comunicazione) dei legnami nostrani, che ci sono, sono buoni e che vengono lavorati

in loco (come si diceva prima).

q Questo quadro generale politico ha comportato nuove mode e tendenze, a vantaggio dei legni

esteri e a discapito di quelli nazionali. Tornando all'esempio dell'abete nostrano, questa specie

viene spesso relegata a legname da cantiere (tavolame, utensili, ecc.), mentre sarebbe ancora

171

ottimale per un impiego negli infissi (non pochi degli intervistati hanno precisato che esistono

delle piante nazionali ideali per questo tipo di uso).

q Passando alle fasi produttive relative ai prodotti semifiniti e finiti, occorrerebbe incentivare il

processo di rinnovamento tecnologico ed organizzativo delle aziende del settore, peraltro già

in atto - come si è visto -, attraverso il potenziamento dell'informatizzazione del ciclo

produttivo e dei macchinari, per poter essere sempre più competitivi con il mercato estero ma,

soprattutto, per poter offrire dei prodotti caratterizzati da una sempre maggiore professionalità

e qualità, all'insegna della nuova domanda da parte degli utenti finali verso componenti in

legno di levata qualità, capaci di "competere" con gli altri materiali e di poter essere impiegati

nelle situazioni più disparate sempre più emergenti (le ristrutturazioni, il recupero, ecc.). Si

ricorda anche, in questa sede, la valorizzazione dei distretti industriali, realtà produttive

territoriali che per il settore rappresentano ottimi strumenti per "dialogare" sia con le altre

nicchie di mercato nazionali che con i Paesi esteri più evoluti nel sistema legno.

I concetti sopra esposti, senz'altro non saranno esaustivi per l'ottimizzazione dello scenario

politico futuro del settore, ma si è voluto concentrare in pochi aspetti salienti i concetti principali,

per poi rimandare alla lettura del prossimo paragrafo, dove vengono trattate le strategie da

perseguire per incentivare l'uso del legname e per migliorare il settore, attraverso una serie di

riflessioni che, per certi versi, completano e integrano quanto sopra esposto.

3.4.2 Strategie da perseguire per incentivare l'uso del legname e per migliorare il settore

Nel trattare questo argomento si rischia di cadere nella retorica o di essere ripetitivi, perché

le strategie da perseguire per l'immediato futuro costituiscono il frutto di quanto ripetutamente

espresso in tutta la trattazione della ricerca (soprattutto nella seconda e terza parte).

Ma proprio perché si tratta di aspetti di fondamentale importanza, pilastri portanti degli

obiettivi e delle finalità che hanno mosso l'intero lavoro di indagine, si ritiene opportuno

evidenziare i passaggi più significativi per la messa a fuoco delle strategie stesse.

172

Questi risultano, in buona sostanza, i due concetti maggiormente segnalati nelle interviste

condotte mediante i questionari.

Al primo posto, per le aziende del settore, troviamo l'aspetto relativo agli incentivi

economici e agli sgravi fiscali da attuare attraverso:

q la promozione, a livello di Istituzioni ed enti locali, di forme di agevolazioni fiscali e

incentivi all'uso del legno nell'edilizia. (ad esempio la riduzione dell'aliquota I.V.A. per i

prodotti in legno).

Per i progettisti ed esperti del settore, invece, risulta fondamentale e primario:

q perfezionare e incrementare la diffusione di informazioni su caratteristiche, requisiti, nonché

sullo scenario globale delle tipologie di prodotti finiti in legno, attraverso:

- inserti pubblicitari su riviste specializzate di settore;

- inserti pubblicitari diffusi mediante i mezzi di comunicazione in genere (carta stampata,

televisione, internet).

Seguono poi un insieme di indicazioni, condivise sostanzialmente da tutti i soggetti

intervistati, ritenute tra le principali nell'insieme di quelle scaturite dal lavoro di indagine.

q diffondere le informazioni sulle caratteristiche e requisiti del legno e del suo comportamento

in caso di incendio (può essere utile sottolineare che il legno nei fabbricati non è origine di

incendio, ma è investito dal fuoco perché si sono incendiati i materiali interni agli ambienti,

quali tendaggi, tappeti, mobilio, ecc.);

q divulgare l'informazione sui requisiti e le caratteristiche tecniche del legname per l'edilizia,

finalizzati inoltre all'applicazione del legno anche in ambiti particolari, dove la preparazione

tecnico-professionale deve fare ancora passi da gigante, quali il settore del restauro e

recupero dei centri storici, nonché quello del legno lamellare (in forte espansione);

173

q bandire Concorsi di idee, promuovere progetti (soprattutto con il coinvolgimento dei

giovani), riguardo a studi di utilizzo del legno nelle strutture, nell'arredo urbano, ecc.;

q promuovere la sottoscrizione di convenzioni tra le Regioni e i produttori di componenti in

legno per l'edilizia, quale elemento positivo di natura politica e strategica;

q porre in risalto le caratteristiche comparativamente più appetibili rispetto agli altri materiali

e prodotti;

q riallacciandosi al concetto precedente, evidenziare e diffondere le ottime caratteristiche del

legno nei riguardi dell'isolamento termico. E' un materiale da costruzione che sotto questo

aspetto si comporta meglio degli altri (per l'abbattimento dei "ponti termici", ad esempio, è

migliore del calcestruzzo, delle strutture metalliche, dei laterizi, ecc.);

q partendo dal presupposto che il gusto del legno è sempre esistito e che non ha subìto

modifiche nel tempo, occorre agire sulla cultura. La cultura si cambia con le generazioni,

per questo motivo "il Legno" va insegnato nelle scuole, nelle università, nelle famiglie;

q implementare la formazione professionale a tutti i livelli (come giàribadito). Occorrono

scuole statali per questo tipo di indirizzo;

q predisporre e diffondere, ad ampio raggio, un abaco dei componenti in legno ad uso degli

operatori del settore (soprattutto dei progettisti).

Uno spazio particolare nell'ambito delle strategie future di rilancio del settore lo meritano

la formazione e la ricerca. Di seguito, si forniscono alcuni accenni a completamento degli aspetti

trattati nel paragrafo.

La futura crescita del settore, come ribadito più volte, dipende anche da una forte azione di

promozione della formazione professionale, necessaria ormai a tutti i livelli. Anche recenti

174

convegni hanno messo in evidenza una carenza di informazione scolastica (principalmente nel

Mezzogiorno) sul moderno impiego del legno nelle costruzioni.

Per attivare, quindi, una politica di espansione della conoscenza dei prodotti in legno e dei

loro vantaggi per i consumatori è bene promuovere contatti anche con la ricerca universitaria.

Inoltre, andranno approfonditi sempre più gli aspetti inerenti la gestione delle imprese, in

modo da aggiornare ed arricchire la preparazione professionale degli imprenditori e degli

operatori. Da non trascurare, per l'immediato futuro, la formazione tecnica di squadre di

carpentieri preparati ai nuovi sistemi di assemblaggio e di finitura degli elementi strutturali (anche

in lamellare) pronti per il cantiere.

Incentivi per l'utilizzo del legno nell'edilizia. Alcuni modelli da perseguire:

La Provincia autonoma di Trento si è dotata di una legge provinciale, la n. 22 del 1991,

che, tra le varie disposizioni, prescrive l'obbligo da parte dei cittadini di utilizzare il legno negli

interventi di ristrutturazione dei fabbricati ubicati nei centri storici delle zone montane

"dolomitiche" in genere.

Questa norma prevede un finanziamento complessivo annuo di 200 milioni di lire e tende a

promuovere anche l'uso del legno negli edifici di particolare pregio e/o di valenza prioritaria per

determinati territori (baite, ecc.). Gli ambiti applicativi del legno riguardano i balconi, i

caratteristici manti di copertura dei tetti realizzati in "scandole" (vedi: legno nell'edilizia rurale),

nonché i rivestimenti esterni delle facciate.

Gli incentivi promossi dalla Provincia autonoma di Trento arrivano a coprire circa il 40%

delle spese di ristrutturazione.

Anche gli Enti Parco, dell'Adamello-Brenta e del Paneveggio-Pale di S. Martino, hanno

previsto, per entrambi i Parchi, un finanziamento complessivo pari a 150 milioni annui finalizzato

all'impiego del legno nelle caratteristiche baite e nei tipici edifici rurali di queste zone.

La regione Val d'Aosta, allo stato attuale, fornisce degli incentivi per il risparmio

energetico nelle abitazioni, dove, nel caso specifico, è previsto ad esempio un contributo di L.

160.000/mq. per la realizzazione di porte e finestre (a taglio termico) anche in legno.

175

Questa regione, fino a 15 anni orsono, aveva istituito degli incentivi ai cittadini per

l'utilizzo del legno negli interventi, sia costruttivi che di ristrutturazione, relativi alle coperture

(tetti) e ai parapetti dei balconi.

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Riabita per il recupero, il ripristino e la ristrutturazione, Rima Editrice, Milano

Serramenti & falegnameria, Alberto Greco Editore, Milano

Xylon, Cepra spa, Milano

Ringraziamenti

Si ringraziano in modo particolare:

per il Cnel:

Dott.ssa E. Bettini

On. Brini

Prof. R. Confalonieri

e gli altri componenti del Gruppo di Lavoro.

Per la Federlegno/Arredo:

Dott. M. Magni (OLMA).

L'Ufficio Studi di Milano.

Per l'Edilegno:

i Presidenti dei vari comparti

e il personale dipendente.

_____________________

Arch. M. Mendozza

Ing. A. Perotti

Dott. Agr. M. Pirazzoli

Dott. A. Tartaglini

Si ringraziano inoltre:

Dott. A. Algeri (Legacoop)

Dott. P. Baroni (Filca - Cisl)

Prof. C. Benedetti (Università La Sapienza di Roma)

Prof. G. Bonamini (Associazione professionale Studio Legno - Wood Consulting, Firenze)

Prof. V. Calderaro (Università La Sapienza di Roma)

Dott. G. Cesati (AIAL - Confartigianato)

Arch. M.G. Filetici (Soprintendenza Archeologica di Roma - Ministero per i Beni e le Attività

Culturali)

Dott. A. Gennari (ANCE)

Prof. F. Laner (I.U.A.V. - Università di Venezia)

Dott. P. Necci (FNALA - CNA)

Dott. P. Papa (ISTAT)

Dott.ssa R. Rossi (FILLEA - CGIL)

Dott. Salardi (Legacoop)

Dott. Troisi M. (Confcooperative)