*us13141 A cent'anni dalla grande bugia

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A CENT’ANNI DALLA GRANDE BUGIA Progetto e Concorso nazionale Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni dalla Prima guerra mondiale Gli alunni della V B liceo linguistico e V C liceo pedagogico Dell’I.S.I.S.S “ G.B. Novelli” di Marcianise CASERTA

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A CENT’ANNI DALLA

GRANDE BUGIA

Progetto e Concorso nazionale Articolo 9 della Costituzione.

Cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio culturale della

memoria storica a cento anni

dalla Prima guerra mondiale

Gli alunni della V B liceo linguistico e V C liceo pedagogico

Dell’I.S.I.S.S “ G.B. Novelli” di Marcianise CASERTA

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CENSURA MILITARE E

AUTOCENSURA IMPEDIRONO

MOLTE NOTIZIE

La Prima guerra mondiale è un evento

ancora da capire, è possibile descrivere

l’impatto che essa ebbe sulla popolazione

grazie all’ampia documentazione che i

soldati hanno lasciato. Nel corso del

conflitto viaggiarono quasi quattro miliardi

di lettere e cartoline postali, l’unico mezzo

disponibile per scambiarsi informazioni

era la scrittura. Una scrittura, però, poco

rispettosa della lingua letteraria spesso

colma di “errori”, ma non per questo

incomprensibile.

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LA CORRISPONDENZA VIAGGIO’ OLTRE

I LIMITI DI LINGUA E DI NAZIONE

Solo al ritorno dei reduci si poterono

apprendere altre verità, l’altra storia

vissuta come dissenso soggettivo che

trovò sfogo nei diari e nelle memorie,

che rende conto di quelle inutili morti.

Emersero i racconti degli assalti, degli

atti di autolesionismo, delle punizioni,

delle decimazioni, delle fucilazioni per

diserzioni, dei momenti di non

belligeranza e altro ancora.

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C.E. GADDA, GIORNALE DI

GUERRA E DI PRIGIONIA, EINAUDI,

TORINO 1980

Ciò che colpisce è il contenuto delle lettere teso a descrivere aspetti particolari: cibo, vestiario, amicizie o scandendo particolari momenti della giornata, di guerra non si parla direttamente, ciò che trapela è un desiderio di ordine, di sistemare ogni cosa, riorganizzando il proprio tempo in momenti da poter gestire liberamente.

“Aggrappati al pendio, in tane semisotterranee, i miei soldati passano il loro tempo sul suolo, come porci in letargo: dimagrano per questa vita orizzontale e si infiacchiscono. Io cerco di leggere, di scrivere: di muovermi, facendo dei passeggini di ricognizione; ma sono pur sempre legato al mio buco, pieno di roba in cui l'ordine è quasi impossibile, e sgocciolante nelle giornate di pioggia. [...]

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R. GUERRIERI, LETTERE DALLA

TRINCEA, MANFRINI, CALLIANO

(TRENTO) 1969

“…Su un blocco di calcestruzzo rimasto da una parte piano e

liscio si è improvvisato un tavolino, dagli zaini, dai tascapani è

uscito un foglio di carta, una penna stilografica ed ognuno

scrive, e scrivendo si riposa, perché nel ricordare voialtri, nel

narrare a voi la nostra vita sembra che la stanchezza si

allontani, pare che ogni parola scritta si porti via uno dei nostri

tanti dolori e quando la lettera è finita si prova realmente un

dolce benessere, si respira più liberamente, direi quasi si

comincia di nuovo a vivere. Per questo ogni minuto libero è

dedicato a quelli che sono lontani e lo scrivere una cartolina e

quando è possibile una lettera, non è un fastidio, ma una gioia;

è il tempo meglio impiegato, l'unico che sia da noi benedetto…”

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G. STUPARICH, GUERRA DEL '15 (DAL

TACCUINO D'UN VOLONTARIO), GARZANTI,

MILANO 1940

“Non resta che sdraiarsi e approfittare

della tregua per dormire. Non so se sia

per la fatica fisica o per la stanchezza

dei nervi, o forse per le due ragioni

assieme, che si dormirebbe sempre, a

tutte le ore. La posta che arriva su, ci

sveglia, ci travolge con gli altri in

un'ondata di contentezza, perché

nessuno se l'aspettava; anche noi ne

riceviamo tanta: tutte Le Voci arretrate

che abbiamo chieste, giornali, lettere

d'amici. C'è ancora un po' di luce

nell'aria tanta da permetterci di

decifrare gli scritti che più ci stanno a

cuore.” [...]

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C. SALSA, TRINCEE. CONFIDENZE DI

UN FANTE, MURSIA, MILANO 1995

“A poco a poco si delineano le forme, si

precisano le cose intorno a me. Un bordo

della trincea è tutto rigonfio di morti che si

mescolano in un viluppo confuso: rintraccio

faticosamente le figure umane ad una ad

una. Sono quasi tutti cadaveri di soldati

austriaci: molti - inamidati da una patina

untuosa - sono riversi nella fanghiglia nello

stesso senso, nella stessa positura, come

sardine: si scorgono alcune teste allineate

lungo l'orlo, altre che pencolano, altre non

segnalate se non da ciuffi di capelli

impeciati. Sono stati forse colti da una

raffica di mitragliatrice mentre fuggivano

allo scoperto, e sono crollati così,

simultaneamente, come i pali di uno

steccato abbattuto da un colpo di vento.”

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EMILIO LUSSU "UN ANNO

SULL'ALTIPIANO"EINAUDI 1945

“Uomini e sodati come noi, fatti come

noi, in uniforme come noi, che ora si

muovevano, parlavano e prendevano il

caffè, proprio come stavano facendo,

dietro di noi, in quell’ora stessa, i

nostri stessi compagni. Strana cosa.

Un’idea simile non mi era mai venuta

alla mente. Ora prendevano il caffè.

Curioso! E perché non avrebbero

dovuto prendere il caffè? Perché mai

mi appariva straordinario che

prendessero il caffè? E, verso le 10 o

le 11, avrebbero anche consumato il

rancio, esattamente come noi.”

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PIETRO OSELLA, UN CONTADINO NELLA

GRANDE GUERRA DIARIO (1916-20)

A CURA DI V.CAREGLIO E L.ELLENA,

L'ALTROMODO, FROSSASCO (TO), 1995

“Abbiamo perso tutto, siamo arrivati solo

più che la maschera : ora siamo sbandati,

non siamo più in forza per il vitto; abbiamo

fame, non si trova più niente a comperare,

andando in giro abbiamo pensato di

andare nelle cascine e pagando ni

facevano la polenta; mentre ci siamo

informati al comando di tappa dove

sarebbe stato il nostro reggimento che era

poi a un paese di Zero Branco, vicino a

Treviso, dove ci siamo consegnati con tante

lodi: era l'otto novembre 1917.”

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GRANDE BUGIA INUTILE GUERRA

65 milioni i soldati che presero parte al conflitto

9 milioni i soldati morti

4 milioni di civili morti per effetto delle azioni belliche

21 milioni i feriti e gli invalidi

8 milioni i dispersi

Creò malcontento in Germania e in Italia

Non creò le condizioni economiche per risollevare le economie

europee

Costo del conflitto 148 miliardi di lire

Sparirono 4 imperi

Iniziò il declino dell’Europa

Nacquero infiniti conflitti marginali (Istria, Palestina, Medio

Oriente…) ma soprattutto si posero le condizioni per una II

Guerra mondiale.

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PERCHÉ GLI UOMINI SI UCCIDONO COME CANI

ANZICHÉ VIVERE IN PACE?

Il modo migliore per “fare memoria” è operare perché

ciò che è accaduto non si ripeta mai più soprattutto

nella consapevolezza che il dramma degli anni ’14-’18

non soltanto si è prolungato nei sistemi dittatoriali e

nella Seconda Guerra Mondiale, ma si continua a

riproporre anche oggi in tante zone “dove la Terra

brucia”. Cominciamo a provare amore per i nostri

simili ed impariamo a dominare la nostra parte

interiore in modo da evitare ogni tipo di conflitto in

futuro, ma soprattutto ricordiamo sempre che in ogni

guerra non ci sono né vincitori né vinti, ma solo

PERDENTI .

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CI SONO COSE DA NON FARE MAI,

NÉ DI GIORNO NÉ DI NOTTE,

NÉ PER MARE NÉ PER TERRA:

PER ESEMPIO, LA GUERRA.

Ci sono cose da fare ogni giorno:

lavarsi, studiare, giocare,

preparare la tavola,

a mezzogiorno.

Ci sono cose da far di notte:

chiudere gli occhi, dormire,

avere sogni da sognare,

orecchie per sentire.