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CONCORSO NAZIONALE Articolo 9 della Costituzione Cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni dalla Prima guerra mondiale “Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e immateriali…: cittadinanza attiva per ricercare e costruire insieme il patrimonio culturale della memoria storica e per diffondere la cultura della pace tra i popoli, a cento anni dalla Grande Guerra.”

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CONCORSO NAZIONALE

Articolo 9 della Costituzione

Cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio

culturale della memoria storica a cento anni dalla

Prima guerra mondiale

“Luoghi, paesaggi, vite, cultura, segni materiali e

immateriali…: cittadinanza attiva per ricercare e

costruire insieme il patrimonio culturale della

memoria storica e per diffondere la cultura della

pace tra i popoli, a cento anni dalla Grande

Guerra.”

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE

SUPERIORE “ANAGNI”

Liceo Classico “Dante Alighieri”

Preside Prof. Adriano Gioè

Classi III A – III B

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Art. 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della

cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e

artistico della Nazione.

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Fase I

Le discussioni iniziali

a) Dopo aver avuto notizia del concorso ci siamo iscritti con due classi, la III

A Classico e la III B Classico. Abbiamo anche richiesto di essere presenti

alla conferenza dello storico LUCIO VILLARI, su “La storia come

memoria e come ricerca” cui abbiamo effettivamente partecipato il 18

dicembre 2013, recandoci presso l’ Archivio Centrale dello Stato a Roma.

b) La proposta del concorso ci tenta, non tanto per la competizione in sé,

quanto piuttosto per continuare un’abitudine didattica che abbiamo

sperimentato varie volte in questi anni, cioè quella della ricerca di fonti

documentarie di approfondimento di quanto studiato in storia. Studiamo

nel Liceo di Anagni, una città che è stata sempre al centro di grandi

avvenimenti storici, in epoca pre-romana, imperiale e medievale. La città

di Alessandro III, Gregorio IX, e specialmente di Bonifacio VIII. Una città

fatta a “strati” dove ogni pietra e ogni affresco è da conservare e da

studiare come memoria storica. Un centro urbano che però, come tanti

altri,oggi è minacciato dal degrado provocato dall’ignoranza e dall’oblio

storico.

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Gli Arcazzi, opera

di sostruzione

delle antiche

mura serviane di

epoca romana

Opere monumentali

della città di Anagni

Il Palazzo

di Bonifacio VIII

Cattedrale

romanica con il

campanile

Il Palazzo

comunale

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c) Anagni fu piazzaforte papale

nel ‘500 contro il duca di

Alba, esempio di rinascita

settecentesca con le sue

grandi e nuove chiese.

Inoltre fu riferimento logistico

delle truppe di Garibaldi

durante la Repubblica

Romana, luogo privilegiato

di insediamento di grandi

strutture educative tra la fine

del 1800 agli inizi del 1900,

come il Collegio dei Gesuiti

di Leone XIII , il Collegio

Nazionale Femminile Regina

Margherita e il Collegio

Maschile “Principe di

Piemonte”.

Collegio

Leoniano

Collegio

Femminile

“Regina

Margherita”

Collegio

maschile

“Principe

di

Piemonte”

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Fase II

L’ispirazione

Analizzando le strutture urbanistiche e monumentali della città ci siamo accorti

che esistevano notevoli riferimenti agli avvenimenti della prima guerra

mondiale.

a) Prima di tutto il grande monumento ai caduti della I guerra mondiale con

l’annesso “Parco della Rimembranza” costruito proprio sulla piazza

principale del paese, Piazza Cavour.

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Fase III

La pianificazione del lavoro di ricerca e la sua compatibilità

didattica

(questi schemi sono stati ripresi dagli appunti del professore di Storia, che ha illustrato a tutte le classi. Abbiamo deciso

comunque di metterli per completezza)

Obiettivo 1 - Conoscenze

A) Conoscenza approfondita per tutti gli

allievi delle due classi interessate, III A e III

B Classico, degli avvenimenti riguardanti la

prima guerra mondiale.

B) Conoscenza degli articoli fondamentali

della nostra costituzione. Esame e

discussione in particolare sull’art. 9.

C) Approfondimento delle testimonianze

artistiche e monumentali riguardanti la I

guerra mondiale nella nostra città e

nella nostra Regione, il Lazio. Enti di

riferimento per le ricerche:

Biblioteca Comunale di Anagni “A.

Labriola”

L’Istituto di Storia del Lazio

Meridionale.

Archivi storici Comunali .

Insegnanti coinvolti: l’Insegnante di Storia

e l’insegnante di Storia dell’Arte.

Obiettivo 2 - Abilità:

A) Saper trovare fonti dirette e saperle

interpretare sulla base delle conoscenze

acquisite;

B) saper creare un archivio ragionato delle

fonti dirette (monumenti, foto, dipinti, lettere,

interviste), individuando i documenti

significativi.

Obiettivo 3 - Competenze:

A) essere in grado di utilizzare la

documentazione per l’ideazione di un

prodotto multimediale di documentazione

storica;

B) essere in grado di dare un taglio originale

al lavoro prodotto, per mezzo di linguaggi di

comunicazione diversi (fotografia, narrazione

letteraria, riprese dal vivo, ricostruzione

scenica, animazione), per coniugare l’analisi

storica e biografica con la necessità di

sensibilizzare l’eventuale spettatore verso la

tutela il paesaggio e il patrimonio storico e

artistico della Nazione

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• Studio del nostro monumento ai

caduti e dell’annesso “Parco della

Rimembranza”

• Scheda e foto storiche

• Elenco dei caduti

• Ci siamo soffermati su due nomi di

caduti Enrico Vigna e Decio Colacicchi

appartenenti a famiglie “storiche”

cittadine, nella speranza che i familiari

avessero conservato documenti , dato

che avevano sempre avuto un forte

attaccamento alla storia dei propri

gruppi familiari.

• Abbiamo scoperto che esistono due

vie, una di fronte all’altra, intitolate a

questi militari e che delimitano dei

palazzi d’origine nobiliare, il Palazzo

Conti Coletti e il Palazzo Vigna, dove

ci siamo recati per le nostre ricerche.

FASE IV

LA RICERCA DI TESTIMONIANZE E DOCUMENTI INEDITI

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Il monumento ai Caduti e il Parco della Rimembranza

Dopo la prima guerra mondiale anche ad Anagni si sentì il bisogno di

onorare i giovani combattenti caduti nel conflitto bellico. All’inizio le

proposte furono abbastanza ordinarie: delle lapidi commemorative,

un piccolo monumento da erigersi presso la scuola elementare, un

orfanotrofio per gli orfani di guerra. La proposta della costruzione di

un vero e proprio monumento in onore ai soldati generò molte

polemiche.

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Queste discussioni, alimentate dagli ideali di ex-combattenti e del nascente governo

fascista, che faceva della guerra e del sacrificio dei giovani italiani uno degli aspetti del

rinato orgoglio nazionale, portarono alla progettazione e alla realizzazione, nel pieno

centro della città, del nuovo monumento.

Nella piazza una volta esisteva la fontana Pia, detta così per onorare Pio IX che aveva

permesso l’adduzione dell’acqua in città.

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Si progettò e si realizzò un grande monumento a tre lati, con tre offerenti in marmo,

una che simboleggia la gloria ed ha in mano l’alloro, l’altra che simboleggia il

ricordo ed ha in mano la lampada ed infine l’ultima, che si affaccia sulla piazza,

simboleggia la vittoria, raffigurata sulla mano, in bronzo dorato. Le statue vennero

scolpite da Volterraneo Volterrani, mentre il basamento e l’intero complesso del

Parco della Rimembranza vennero ideati dall’architetto Enrico Del Debbio.

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Il terreno sottostante venne terrazzato e dotato di un’ampia gradinata di travertino.

Tutto il complesso, anche se il monumento di per sé fu ultimato nel 1927, fu

inaugurato il 28 ottobre del 1931, quando c’era come podestà il Comm. Mazza.

La fontana Pia fu spostata al centro del Parco.

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Le cantine della famiglia Colacicchi e

gli intrecci dinastici

La Sig.ra Francesca Colacicchi ci ha detto che suo padre Bruno, morto l’anno

scorso, aveva sempre avuto una cura particolare delle memorie storiche della

sua famiglia (avevamo pensato bene!)

Lei riteneva però che il luogo dove avremmo potuto trovare dei documenti era

probabilmente la cantina della famiglia Colacicchi, un luogo quasi sacro per suo

padre, poiché lì aveva ideato e prodotto un vino particolarmente famoso per la

nostra zona, il “Torre Ercolana”. Lei però non aveva avuto il tempo di

ispezionare ancora quella vecchia cantina e si è impegnata a visitarla con noi per

la prima volta dopo tanti anni.

Gli sviluppi inaspettati:

La Sig,ra Colacicchi ci ha detto che, con l’occasione, si sarebbe rivista con il

cugino Luca Pierron. Andando più a fondo abbiamo scoperto un vero e

proprio intreccio dinastico tra le famiglie “nobili” anagnine e, all’interno di

queste genealogie, abbiamo avuto la sorpresa di imbatterci in un personaggio

veramente notevole, il generale Alfonso Capasso, eroe della prima guerra

mondiale, nonno dello stesso Luca Pierron.

Abbiamo quindi, grazie all’aiuto dei familiari ricostruito due genelaogie, quelle

della famiglia Colacicchi e quella della famiglia Conti.

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GENEALOGIA FAMIGLIA COLACICCHI

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SPOSA SPOSA SPOSA

ANDREA CONTI (1820-1896), capo conservatore del

Comune p Aer lo Stato Pontificio, nobile.

Sposato con CELESTINA BOCCAFOGLI

GIUDITTA (1848) CLELIA (1853) VIRGINIA (1857) MARIA (1859) ERMINIA (1846)

MUZIO COLACICCHI TITO COLETTI (1840)

ALBERTO COLETTI

CONTI (1885)

GIACOMO VIGNA

GENEALOGIA FAMIGLIA CONTI

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Abbiamo unito i due alberi genealogici nelle parti che ci interessavano e questo è il risultato: la

famiglia Conti, l’innesto nobile, è in verde e ci interessano due sorelle: Erminia (primogenita, con

diritto di trafesferimento del titolo al marito) ha dato origine alla linea di Alfonso Capasso (in giallo)

e Virginia ha dato origine alla linea che porta a Decio Colacicchi (in giallo). Rispettivamente risulta

che Luca Pierron e Francesca Colacicchi, i nostri testimoni, evidenziati in celeste, sono cugini. Inoltre

si evidenzia che Bianca Maria Capasso, vivente, unica figlia del generale Alfonso Capasso diventa per

noi una preziosa testimone della figura del padre.

GENEALOGIA SINOTTICA FAMIGLIA COLACICCHI CAPASSO

SPOSA

SPOSA

SPOSA

SPOSA SPOSA

SPOSA SPOSA

MUZIO COLACICCHI (1860 ?)

VIRGINIA CONTI

MARIO COLACICCHI

CLARA CHIAPPERO

BRUNO COLACICCHI

GINA CATALDI

FRANCESCA COLACICCHI

DECIO COLACICCHI

Morto nella I guerra

1918

ERMINIA CONTI (primogenita)

Nata ad Anagni il 13.06.1846 Morta ivi il 01.11.1887

TITO COLETTI Nato ad Anagni il 25.01.1846 Morto ivi il 29.03.1919

ADELAIDE CONTI COLETTI Nata ad Anagni il 20.10.1887

Morta ivi il 29.10.1961

Gen. Alfonso

CAPASSO Nato ad Oliveto Citra il 18.01.1878

Morto ad Anagni il 29.05.1963

Decorato I guerra

mondiale

BIANCAMARIA CAPASSO

Nata ad Anagni il 20.10.1887

Vivente

DINO PIERRON

Nato ad Anagni il

Morto ad Anagni il

LUCA PIERRON

ANDREA CONTI Nato il 24.07.1820

Morto il xx.xx.1896

CELESTINA BOCCAFOGLI

L’UNIONE DELLE GENEALOGIE

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LE DUE RICERCHE SI SONO DIVISE: I RAGAZZI

DELLA III A HANNO INDAGATO SULLA FIGURA

DI DECIO COLACICCHI E I RAGAZZI DELLA III B

HANNO INDAGATO SULLA FIGURA DI ALFONSO

CAPASSO.

(DA QUESTA DIAPOSITIVA IN POI TRATTEREMO

DEL PERCORSO DELLA III B)

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INTERVISTA A BIANCA MARIA CAPASSO

“…Nella prima guerra mondiale in particolare, mio padre venne colpito dai gas e lui non

volle lasciare il suo reggimento, rimase sotto una tenda e da lì dirigeva lo stesso i suoi

dipendenti. (…) Si, è stato podestà di Anagni. Era sempre attento a che tutto funzionasse.

Certe mattine si alzava alle cinque del mattino per vedere se gli scopini facevano il loro

dovere per pulire il paese. Ha fatto molti lavori pubblici. Ha fatto asfaltare e sistemare

molte strade, ha ristrutturato la piazza.”

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“Poi quando era in servizio in Sardegna ha salvato la diga del Tirso. Fu lo

stesso Mussolini a chiedere che la diga venisse protetta dagli attacchi inglesi.

Abbiamo anche la foto di lui con Mussolini. E così andò, e gli Inglesi non

poterono farla saltare.”

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“I Tedeschi, prima di scappare, avevano minato diverse parti di Anagni per farle

saltare in aria, tra cui porta San Francesco. Allora papà fece in modo che venissero

rimossi tutti quegli ordigni che dovevano scoppiare e si salvarono diverse case –e

quindi vite umane- e lo stesso monumento. (…) C’erano molti Italiani che si erano

dati dalla parte dei Tedeschi e ad Alatri avevano fatto un posto di comando. (…)

Non volle darsi dalla parte dei Tedeschi e nè aderì alla nuova Repubblica sociale

di Mussolini. Rimase quindi nascosto fino alla fine della guerra.”

Porta S. Francesco oggi

Porta S. Francesco ieri

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Alfonso Capasso

Nacque a Oliveto Citra (SA) il

18-1-1878 e morì ad Anagni

29-5-1963.

Nel 1902 concluse gli studi

presso il Politecnico di Torino e

successivamente, con il grado

di tenente, partecipò alle

operazioni di soccorso per il

maremoto di Messina e Reggio

Calabria nel 1909, ottenendo

per questo una decorazione al

merito. Nel 1911 partì per la

Tripolitania in occasione della

guerra di Libia operando nel

settore di Zuara.

In questo periodo giunge ad

Anagni per provare alcuni

cannoni di campagna.

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Nel 1915 entra a far parte della terza armata comandata

dal Duca D’Aosta (da cui fu decorato di medaglia

d’argento al valore militare) e parte per il fronte nord-

orientale. Dopo la disfatta di Caporetto si sposta sulla

linea del Piave e riceve una decorazione dall’esercito

francese con una medaglia di bronzo al valore militare

ed una cittadinanza onoraria.

Giunge ad Anagni nel 1923 e sposa Adelaide Coletti

Conti, da cui ha Bianca Maria (la nostra fonte di

ricerca) . Torna nel paese di origine per poi tornare ad

Anagni e diventarne podestà dal ‘36 al ’40: in questo

periodo si prodigò per lo sviluppo del paese con varie opere di miglioria.

Cittadinanza onoraria

nel Veneto

Decorazione

dal Duca D’Aosta

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Fronte nord-orientale

Terza Armata

(1915)

Successivamente

si sposta sulla

linea del Piave

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Nella Seconda

Guerra Mondiale,

ormai Generale di

brigata, si recò a

Cagliari e Messina.

Egli si rifiutò di

entrare nella R.S.I

in quanto

mantenne fede al

Giuramento al re.

Fu anche:

-Cavaliere

dell'ordine

mauriziano;

-Commendatore

della corona

d‘Italia.

Visse gli ultimi anni

ad Anagni dove

morì nel 1963.

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Siamo andati in visita a casa Pierron-

Capasso, in Via della Valle ad

Anagni, alla ricerca di reperti e

testimonianze dirette del Gen.

Alfonso Capasso. Luca Pierron ci ha

spiegato l’architettura di questa

antica casa tipicamente medievale a

tre piani, con cantine ed un ampio

profferlo , cioè l’antica scala esterna,

ormai murata. La casa venne abitata

da Alfonso Capasso, alla fine della

carriera generale di Brigata di

Artiglieria, a partire dai primi anni

trenta. Alfonso Capasso infatti aveva

conosciuto Adelaide Conti Coletti

nel periodo precedente la prima

guerra mondiale e l’aveva conosciuta

al Circolo dei nobili di Anagni, che

una volta era in Piazza Cavour. I due

giovani poterono sposarsi solo

dopo la prima guerra e il loro

matrimonio venne celebrato nel

1922 proprio a Palazzo Coletti.

LA VISITA A CASA CAPASSO

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Al pian terreno

e al piano

sottostrada ci

sono delle

ampie cantine,

ancor oggi

utilizzate dalla

famiglia Pierron

per la

stagionatura dei

vini.

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La visita all’interno.

Dopo una scala piuttosto ripida, ristrutturata negli anni trenta con affreschi in

finto marmo, entriamo nell’atrio. La casa sembra un vero e proprio museo.

Già nell’ingresso notiamo le prime opere artistiche di Alfonso Capasso. Si tratta

di disegni a matita, tempere e oli di diverso formato che rivelano una grande

capacità artistica e una sensibilità che sembra contrastare con l’austera figura

del militare. Le prime opere sono a tema militare.

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Entriamo in casa, le cui pareti sono coperte di disegni e dipinti del generale Capasso

e visitiamo il suo studio . Tutto è rimasto intatto, con tutti i ricordi e i suoi cimeli.

Intanto ci colpisce la quantità di libri. Molti sono dedicati all’arte militare e alla

storia della prima guerra mondiale. Luca sottolinea come per gli uomini di quella

generazione la prima guerra è stato un evento irripetibile, molto importante, una

sorta di quarta guerra di indipendenza. Anche quando i sopravvissuti si

scrivevano dopo tanti anni, la guerra era sempre il loro punto di riferimento

mentale . Si scrivevano per esempio “ al soldato o al fante del San Michele,

conosciuto in combattimento, etc”. Questo spiega tutto lo studio e la riflessione

su quel periodo. Molti dei libri sono rilegati con le incisioni AC (Alfonso

Capasso).

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Numerosi suoi ritratti in divisa nella prima guerra

mondiale. Alcuni suoi pregevoli autoritratti a

matita.

Un grande attestato

firmato da tutti i soldati e

ufficiali appartenenti alla

sua IV batteria. Essi hanno

combattuto sull’Isonzo, a

San Martino e poi sul

Piave. Lui ha avuto delle

medaglie nel 1916 e nel

1918.

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Luca Pierron ci ha mostrato, spiegato e

permesso di fotografare altri effetti

personali e opere del generale Capasso.

Un fermacarte ricavato da una scheggia di

bomba austriaca

Il suo binocolo da campo

Berretti (particolare di quello da generale)

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Spilla con incisione delle iniziali

Medaglie

Lettere, foto e libri

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Il reperto che più ci ha colpito è stato questo trittico, realizzato dallo stesso

Capasso,che sottolinea l’effetto devastante della guerra: famiglie distrutte, vite

spezzate, dolore e pianto. Nell’ultima sezione, in particolare, vi è una madre che

piange per la perdita del figlio in battaglia, immagine e tema principale che ci ha

ispirato nella realizzazione del nostro video.

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Concept:

Primo dopoguerra. Il monumento di Anagni è appena stato costruito. Il

Generale Alfonso Capasso passeggia per le vie del centro storico. I ricordi

e le esperienze di guerra si impossessano di lui e si traducono in un

monologo interiore che espone i suoi pensieri. Analisi psicologica di un

soldato, molto più che una semplice macchina bellica: uomo, marito,

figlio, padre, ma più di tutti persona.

LA GUERRA

Privazione dell’identità dei soldati

Riduzione dell’essenza propria

dell’individuo a semplice meccanismo

bellico

Gli eroi dell’attesa: madri, mogli, figli

che vengono logorati passivamente dalla

distruzione morale, sociale ed etica portata

dal grande conflitto mondiale.

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Sinossi:

Ci troviamo nel dopoguerra. I reduci si sono fatti promotori della costruzione del

monumento ai caduti della città di Anagni e ormai l’opera è compiuta. Un

monumento imponente, glorioso che esprime forza, non dolore. Un parco è

stato costruito intorno ad esso per accoglierlo. Il generale Capasso, è tra i promotori

dell’opera. I dolori della guerra da poco conclusa si mescolano alla gioia per essere

di nuovo a casa, di riabbracciare la sua famiglia. Il Generale Capasso possiede,

quasi per ossimoro, un’indole artistica, dai tratti romantici, creativo e dedito al

“bello”. Non si può tornare con indifferenza a fare la vita di prima. Il generale esce a

schiarirsi le idee a fare due passi. Il suo viaggio comincia proprio dal monumento ai

caduti. Quello costruito è un monumento eroico, per i soldati. Ma nessuno ha

pensato ad erigere un monumento alle vittime civili (“gli eroi dell’attesa”) a

quelle madri, per esempio, che hanno perso dei figli in guerra. Passeggiando sente

una madre cantare una ninnananna. La cosa lo tocca, e decide di prendere spunto

da lì per il suo quadro che prenderà la forma di un trittico. Continua a camminare

tra le stradine del paese, come a sfogliare i ricordi della vita prima dell’immenso

scontro bellico: gli sovvengono immagini di occhi materni, straziati dalla

sofferenza, di vite spezzate per la gloria della patria e di una civiltà ferita. Che

la guerra l’abbia cambiato è cosa certa, nessun uomo, per quanto valoroso e

impavido possa essere, resta freddo e razionale davanti al campo di battaglia.

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Dopo aver delineato il concept, la sinossi, il messaggio ed il tema

centrale, siamo passati alla stesura della sceneggiatura e alla

realizzazione delle riprese per il video, prendendo in esame soprattuto

le sfumature di umanità e di artiste che caratterizzavano la persona di

Alfonso Capasso. Il montaggio è caratterizzato dalla contrapposizione di

numerosi flashback e di immagini evocate dalla sua sensibilità, filtrate

dalla nostra rielaborazione personale.

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A cura di:

Prof. Antonio Leoni

Prof.ssa Flavia Colonna

Alunni:

Ascenzi Mauro

Caciolo Camilla

Estini Chiara

Maio Annalisa

Specchiarelli Erica