Urbanistica

download Urbanistica

of 6

description

Movimenti urbani, dismissione, dispersione

Transcript of Urbanistica

  • 1 Modulo_La citt alla fine del 900 movimenti urbani_dismissione_dispersione

    lezione 1_movimenti urbani Tra il 10 e il 12 aprile del 1981, il malcontento causato dalla povert e dallemarginazione fa

    si che nella cittadina di Brixton circa 5000 partecipanti comincino a ribellarsi.

    Nello stesso anno, in estate, scoppiano delle rivolte analoghe anche nelle periferie di Lione.

    Lepisodio da luogo ad un crescendo che porter una marcia di 100.000 persone a Parigi. I

    moti del 1981, che in certi casi presentano delle analogie con le rivolte di Parigi del 2005 e

    con gli scontri di Londra del 2011, hanno dato avvio alla riqualificazione di quartieri molto

    difficili.

    Sorgono quindi due questioni:

    1. I movimenti urbani sono movimenti di che tipo?

    - Jaques Donzelot: la differenza tra i movimenti anni 80 e quelli precedenti

    - David Harvey: la tesi della commensurabilit

    2. Quale posto ha lo spazio?

    1_ I movimenti urbani sono movimenti di che tipo?

    Jaques Donzelot, in un libro edito nel 1999 (La ville troies vitesse, La Villette, Paris) si

    sofferma a delineare quelle che sono le differenze tra i movimenti urbani degli anni 60 e 70

    e quelli dei decenni successivi.

    _Soggetti: negli anni 60/70 sono trasversali, rivendicano i diritti di tutti; negli anni 80/90 sono

    infraclassisti, cio raggruppano elementi che non si immaginano far parte di una classe (in

    Francia si dicono exclus, negli Stati Uniti underclass).

    _Strutture organizzative: ci sono negli anni 60/70, non ci sono (se non funzionali allo

    scontro) nel decennio successivo.

    _Obiettivi: migliorare il cadre de vie negli anni 60/70 (dilatare la sfera dei diritti civili); negli

    anni 80/90 non c un progetto preciso, ma semplicemente la facile eccitazione della

    fraternit nella trasgressione.

    _Legami sociali: negli anni 60/70 si ha una rinascita del concetto di societ civile, negli anni

    80/70, invece, la rinascita di incivilit.

    David Harvey, invece, in un libro edito nel 2013 (Citt ribelli, Il saggiatore), affronta il tema

    dei movimenti urbani guardando una cornice pi ampia, cercando di capire il potenziale di

    questi movimenti.

    _Allinizio del libro, richiama un insieme di movimenti che vanno dal 1789 al 2011

    (rivoluzione francese, soviet di Pietrogrado, movimenti urbani, proteste no global, ecc)

    _Harvey ha una matrice marxista, infatti cerca di capire cosa sia un movimento urbano e

    cosa sia un movimento di classe, affermando che la rivendicazione dei diritti di cittadinanza

    una lotta anticapitalistica.

    _Tali movimenti urbani, che reclamano autonomia, gestione e anarchia sono dei movimenti

    isolati che hanno poca possibilit di sopravvivere, in quanto necessaria una alternativa

    politica e sociale al sistema capitalistico.

    _Tale alternativa politica e sociale al sistema capitalistico deve fare i conti con tre quesiti:

    contrastare e abbattere limpoverimento materiale di gran parte della popolazione; fa fronte

    al rischio di degrado ambientale; avere maggiore comprensione storica e teorica della

    crescita del capitalismo.

  • La questione, secondo Harvey, capire se possibile che i movimenti sociali e urbani

    svolgano un ruolo diretto in queste tre direzioni della lotta capitalistica.

    2_ Quale posto ha lo spazio?

    Le rivolte degli anni 80 sono radicate entro condizioni spaziali, oltre che sociali ed

    economiche, giudicate inaccettabili.

    Per Donzelot, i moti sono unapertura alla questione urbana, che riflette lo sbriciolarsi della

    solidariet e il crescere delle diseguaglianze. Il tema dato dalla separazione che lo spazio

    sottolinea. Il problema dellazione pubblica, quindi, come costruire continuit tra due parti

    che si ignorano, come fare societ.

    Per Harvey, le condizioni spaziali non sono altro che lesito del modo di produrre capitalistico

    della citt.

    La separazione diventa il tema della citt di fine XX secolo che i movimenti urbani mettono

    bene in luce. Questo, per, non un aspetto totalmente nuovo: da sempre la citt stata

    anche luogo di separazione ed emarginazione di gruppi etnici e religiosi, di attivit e

    professioni, di individui e gruppi diversi. E ci nonostante la citt sempre stata pensata

    come spazio dellintegrazione sociale e culturale. (Esempio di Sao Paulo, pag. 23)-

    In che senso si pi parlare di ricchi e poveri?

    Si pu parlare di disuguaglianze economiche (reddito elevato, capacit di conservare

    ricchezza, capacit di consumo), culturali (elevato sapere o elevata professionalit),

    relazionali, spaziali (possibilit di vivere in parti della citt dotate di requisiti che ne facilitano

    linserimento nella vita sociale, culturale, professionale e politica, che non marginalizzano

    chi vi abita, che non ostacolano lespressione dei diritti di cittadinanza).

    Su questo sfondo si capiscono la crisi urbana e i moti urbani di fine Novecento. Alla fine

    dell800, la citt sommersa di poveri che rompono le barriere fisiche, orali, politiche, e si

    difende relegandoli ai margini. Nel 900, la citt cerca di contenere questa sommersione,

    questa separazione della popolazione povera dalla popolazione ricca.

    Qual il ruolo del progetto?

    Bernardo Secchi, La citt dei ricchi e la citt dei poveri, Laterza, 2013

    Per Bernardo Secchi, il progetto della citt pu e deve essere considerato uno dei punti di

    partenza di ogni politica tesa alleliminazione o al contrasto delle disuguaglianze. La

    responsabilit del progetto di gioca sul terreno delle tecniche, dei dispositivi progettuali

    _Dispositivi spaziali

    _muro: un muro un muro, ma il suo senso, uso e ruolo sono diversi quando serve a

    proteggersi dalle intemperie o dal rumore, a delimitare un giardino od un terreno coltivato,

    a separare gli appestati dal resto della citt, a recingere un ghetto od una gated community,

    a separare due regimi politici o due aree entro le quali vengono fatti valere principi giuridici

    differenti.

    _strada: unautostrada, od una strada a grande traffico, congiunge rapidamente punti posti

    ad una certa distanza, ma, al contempo, anche una barriera rumorosa ed inquinante che

    separa il territorio alla sua destra da quello alla sua sinistra; separazione che apparir

    inaccettabile se avviene nella citt dei ricchi, ma cui nessuno porr la dovuta attenzione se

    avviene nella citt dei poveri, se anzi viene utilizzata per separare i ricchi dai poveri.

    approfondimento 1_una nuova questione urbana?

  • Durante la prima met del800, la citt e la societ si trovano in pericolo sotto limpeto di una

    forza che ne cambia la natura: una moltitudine di poveri si colloca nei quartieri e nei

    sobborghi e infrange le barriere fisiche, morali e politiche. La letteratura e la prima indagine

    sociale si incaricano di descrivere il problema (Notre-dame de Paris: mette al centro la

    questione dei poveri).

    A fronte di questo profondo cambiamento, vengono messi in atto alcuni rimedi (il termine

    di Benevolo). La localizzazione di grandi fabbriche nelle periferie genera uno spostamento

    della popolazione povera fuori dalla citt o ai suoi margini. A libello urbano e territoriale si

    avvia unazione pubblica nel capo delligiene, della salubrit e delle norme costruttive.

    Si tenta di riscrivere la citt, il territorio, alla luce di due principi:

    1. Il contenimento del conflitto politico attraverso la protezione sociale dellindustria

    2. Profilassi fisica e morale delle malattie e del crimine

    I due principi sono segnati da una diversa concezione: il primo tende a far progredire i diritti,

    il secondo nasce da preoccupazioni di ordine morale. Entrambe, per, si riflettono in una

    visione organicista della societ, vista come un essere vivente che pu essere tutelato,

    riparato. E in questottica viene vista la citt, intesa come un corpo, essere vivente.

    Per fare accettare i due principi, necessaria unautorit legittima. Questa trovata nellidea

    di progresso: entro questidea, infatti, si definisce lentamente, nel corso dell800 e del 900,

    un sistema di protezione sociale che ha il lavoro al centro. Proteggere gli individue pi fragili,

    fornendo loro una casa, un lavoro, listruzione, significa proteggere la societ. E questo

    avverr soprattutto nella seconda met del XX secolo, quando nei diversi paesi si

    sviluppano differenti sistemi di welfare, di cui la citt il supporto fisico.

    Progetto_La citt come supporto di una politica di solidariet

    Pruitt Igoe, Saint Luis (Minorou Yamasaki)

    Il progetto, premiato nel 1951 da Architectural Forum, viene completato nel 1955 e

    comprende 2875 appartamenti in 13 ettari. Gi negli anni 60 comincia labbandono, che

    porter alla demolizione nel 1972. Il quartiere modello diventa emblema di tutti i problemi di

    ordine spaziale e sociale legati alla citt. Lidea di un nuovo insediamento per la classe

    media lascia sul terreno uno spazio sempre pi rifiutato, al punto che lunica via cha appare

    a un certo punto praticabile quella della rimozione, dellazzeramento.

    _Fine del XX secolo

    La crisi attuale comincia con la messa in discussione dei rimedi che si sono voluti dare alla

    concentrazione dei poveri nelle citt. Al cento di quel sistema era la grande impresa

    manifatturiera che faceva dei lavoratori la forza motrice del progresso. Oggi quel modello si

    dissolto nella globalizzazione.

    Dispersione dei luoghi di produzione, individualizzazione dei rapporti di lavoro, crescita della

    dipendenza dallaiuto sociale: sono questi i nuovi rapporti associati alla globalizzazione.

    lezione 2_dismissione Allinizio degli anni 80, nel nostro paese, si percepiva, forse per la prima volta chiaramente,

    la presenza della dismissione industriale come fenomeno esteso e rilevante. Allora lidea

    era che esso offrisse una fondamentale occasione di ridisegno urbano (nuove centralit,

    ricuciture, densificazioni, .). Si pensavano questi spazi ampi come qualcosa che potevano

    essere recuperati attraverso buoni progetti e accorte politiche, nonostante non se ne

    capissero le ragioni di quelle frenate e nonostante si pensasse che questi problemi fossero

    eventi eccezionali. Non si sospettava, insomma, che le aree dismesse potessero diventare

  • fossili nella citt contemporanea. Vi era quindi un atteggiamento preoccupato, ma

    comunque ottimista. Tale ottimismo, per, era poco fondato, in quanto, nella gran parte dei

    casi, la riprogettazione delle aree dismesse non sono state le occasioni che si riteneva

    fossero; lo spazio chiuso della fabbrica non diventato spazio di qualit, in quanto si data

    unimmaginazione ripetitiva e banale, tutta giocata su spazi aperti-residenza-commercio-

    cultura tra loro accostati in sequenze poco significative, tralasciando il rapporto con quanto

    stava intorno. Si tratta quindi di un fenomeno che viene percepito come rilevante, come

    occasione per ridisegnare la citt, ma non riesce a farlo bene.

    1. Delimitazione del campo: cosa sono le aree dismesse? Sono aree precedentemente

    adibite alla produzione, ma che non si limitano unicamente a tale fenomenologia, ma

    abbraccia una pi ampia famiglia di aree: capannoni e abitazioni della citt diffusa, le

    attrezzature, i servizi, gli spazi commerciali, interi distretti, ecc (Film: Lavventura,

    1960, Michelangelo Antonioni). - DEFINIZIONE

    2. Uno sguardo dallalto e comprensivo: quante sono le aree dismesse?

    Periodicamente viene avanzata in Europa la richiesta di un censimento delle aree

    industriali dismesse, al fine di ricostruire la dimensione del fenomeno. Il problema

    va ricostruito attraverso la misura (di ogni singola area) e la quantit (delle aree

    presenti nel territorio indagato) PRATICA

    3. Linguaggi: si introduce il termine vuoti. E vuoto perch ha perso lattivit che lo

    connotava precedentemente, ma potrebbe averne assunte altre (come ad esempio

    area rifugio). Nei processi di trasformazione della citt ci sono sempre degli inciampi,

    delle resistenze, delle asimmetrie. A volte qualcosa non funziona, si interrompe,

    rimane in sospeso. LINGUAGGI

    _Milano/Bicocca_caso studio

    300.000 mq | Vincitore concorso Gregotti associati | Progetto definitivo 1995-1999

    Il progetto presenta una matrice morfologica quasi urbana. E una parte di citt, e

    rappresenta limmaginario di citt di fine 900. Larea ospita diverse funzioni, che vanno dal

    residenziale al terziario, dallUniversit al Teatro.

    1. La dimensione simbolica. I tanti valori che si stratificano nelle aree dismesse quando

    queste sono state emblema dei processi produttivi fordisti. Come il valore simbolico

    diventa materiale di progetto?

    2. La dimensione economica. I processi di dismissione/riqualificazione come elemento

    di rifinanziarizzazione dellimpresa a mezzo dello spazio.

    3. Le funzioni-traino sono sempre pubbliche (Teatro Arcinboldi, universit).

    Alla fine degli anni 90, il problema si riconduce principalmente ai temi della sicurezza

    (ambientale oltre che sociale), per la quale le aree dismesse sono una specie di mina

    vagante. Le scure e inquinate terre industriali del post-fordismo denunciano una paura per

    il futuro, una paura per il passato industriale, come se questo continuasse ad incombere e

    contaminare il presente. Rigenerazione e sostenibilit, quindi, divengono le parole chiave

    del recupero che riguarda non solo larea, ma il quartiere, la parte di citt.

    La stagione della rigenerazione urbana necessita di ricostruire interpretazioni pi

    complesse, necessita di dotarsi di nuovi strumenti. Documenti divulgati a partire dalla met

    degli anni 90:

    - Nel 1997 LEuropa delle citt riporta lattenzione sulla citt

    - Nel 1998 il Quadro dazione per lo sviluppo sostenibile si prefigge quattro obiettivi:

    incrementare prosperit economica e occupazione, promuovere le pari

  • opportunit, migliorare la qualit dellazione amministrativa, aumentare la

    partecipazione di attori locali e cittadini

    - Programmazione comunitaria Urban finanziata con i fondi strutturali della

    Comunit Europea: nella prima fase (1994-1999) si concentra su quartieri e zone

    in difficolt, con lobiettivo di valorizzare ambiente fisico e situazioni sociali

    (servizi, trasporti, sicurezza, risorse economiche locali; nella secondo

    programmazione (2000-2006) lobiettivo promuovere la rivitalizzazione socio-

    economica dei centri medio-piccoli o dei quartieri degradati e favorire lo scambio

    di esperienze e buone pratiche

    Oggi si parla di riuso, si parla di dismissione, si parla di riciclo: si tratta semplicemente di uno slittamento terminologico? Il tema del riciclo diventa un tema di progettazione urbanistica, in quanto lintera citt considerata oggetto di riciclo. Tale tema riguarda tessuti pi o meno degradati, quartieri popolari, aree industriali, attrezzature specializzate (universit, ospedali, scuole), spazi collettivi, infrastrutture. Bisogno inventare nuove forme urbane, nuovi stili di vita. Quali sono le condizioni entro le quali il territorio urbano (esito di particolari processi di produzione) pu rinnovarsi? Che posto ha il progetto? E necessario un diverso approccio che ha al suo centro il concetto di ciclo di vita. La nozione ciclo di vita esprime lidea di movimento, di sequenza, di ritmi, di processi dinamici. Lo spazio urbano, oggi in forte trasformazione, propone di nuovo una riflessione sul ciclo di vita: crisi, interruzioni, catastrofi possono essere pensate entro una sequenza nella quale diversi cicli possono essere in parte sovrapposti. Non significa che tutto ricomincia entro qualche circolarit: significa che possibile osservare cicli urbani gi conclusi o in procinto di esserlo (crisi urbane e punti di rottura) come condizioni aperte, capaci di riconfigurarsi in nuovi cicli.

    approfondimento 2_casi di dismissione a Torino

    _Torino/Moi

    | Vincitore concorso Benedetto Camerana |

    Il progetto di riqualificazione dellex area Moi (Mercati ortofrutticoli generali) parte dal

    progetto di Umberto Cuzzi del 1933. E un progetto importante a tal punto da venire

    pubblicato su Casabella.

    Il luogo viene dismesso dai mercati generali e viene subito considerata come una zona di

    pregio. Lagenzia delle Olimpiadi del 2006 ricolloca il villaggio olimpico nellarea Moi. Il

    progetto vincitore propone un sistema insediativo a scacchiera e unarco e una passerella,

    che permetter di attraversare i binari.

    Cosa ci insegna il caso studio?

    1. Principio di cautela. Le condizioni considerate generalmente favorevoli (propriet

    pubblica del suolo e degli immobili, buona gestione e tempi contenuti, alti investimenti

    economici, tecnici e simbolici) non garantiscono il successo delloperazione.

    2. Attenzione alle corrispondenze. Numerosit e leggerezza delle idee sono segno di

    una politica in difficolt.

    _Torino/Spina 3

    Larea non si trova in posizione periferica, in quanto si trova 600mt da Piazza Statuto. Ospita circa 11.000 abitanti ed di propriet di sole 5 gradi imprese.

    1. La dimensione economica. I processi di dismissione/riqualificazione come elemento di rifinanziarizzazione dellimpresa a mezzo dello spazio.

    2. Una volta avviata loperazione, chi responsabile della (cattiva) qualit degli spazi?

  • lezione 3_dispersione