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1 TITOLO PROGETTO/ EVENTO ( e derivazioni) RILEVANZA/RAZIONALE (congruenza con l’analisi del bisogno formativo) OBIETTIVI di APPRENDIMENTO (Alla fine del percorso formativo i partecipanti saranno in grado di): Destinatari N. E D I I Z I O N I N. Ore per E D I Z I O N E E C M TEMPI Di realizzaz ione AREA QUALITA’ e del GOVERNO CLINICO 1 Prevenzione soggettiva e Testo Unico sulla Sicurezza (D.lgs. 81/08) (in continuità con gli anni precedenti ed in proiezione futura) Il Testo unico e le successive integrazioni ribadisce l’ottica della “prevenzione soggettiva”, rappresentata dall’informazione e formazione dei lavoratori sui rischi connessi al processo produttivo. Nel 2018 si intende ulteriormente realizzare: 1.Aggiornamento Formazione preposti (3 edizioni di 6 h) 2.Formazione Lavoratori: - Aggiornamento lavoratori formati ante 2012 (70 edizioni di 6 h) - Formazione generale lavoratori (70 edizioni di 4 h) - Formazione specifica (70 edizioni di 8/12 h) 1. Adempiere agli obblighi formativi previsti dal D.lgs 81/08 2.Gestire la sicurezza nei servizi, coerentemente con la normativa 3. Gestire le emergenze connesse alla sicurezza sul lavoro 4. Esercitare le responsabilità dirigenziali in tema di sicurezza 5. Prevenire la problematica dello stress lavoro- correlato Personale dell’Azienda: Preposti (35/ediz.) Lavoratori (35/ edizion) 3 70 70 70 6 6 4 8/12 si I e II Sem. 2 Radioprotezione (in continuità con gli anni precedenti) L’ art. 61 del D. Lgs 230/95 e l’art. 7 del D. Lgs 187/2000 stabilisce che gli operatori sanitari esposti alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti siano formati sui rischi specifici ad esse legati e sulle norme di radioprotezione, sia per i lavoratori che per i pazienti. 1. Applicare correttamente la normativa sulla radioprotezione dei lavoratori e dei pazienti 2. Attivare valutazioni opportune circa il rischio da esposizione alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti Operatori di area dotati di esposimetro 4 7 si I e II Sem. PIANO ATTIVITA’ FORMATIVE 2018 Prospetto U.O.S FORMAZIONE ALLEGATO 1 alla delibera 3624 13/12/2017 del

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1

TITOLO

PROGETTO/ EVENTO

( e derivazioni)

RILEVANZA/RAZIONALE (congruenza con l’analisi del bisogno

formativo)

OBIETTIVI di APPRENDIMENTO

(Alla fine del percorso formativo i partecipanti saranno in grado di):

Destinatari

N. E D I I Z I O N I

N. Ore per

E D I Z I O N E

E C M

TEMPI Di

realizzazione

AREA QUALITA’ e del GOVERNO CLINICO

1

Prevenzione soggettiva e Testo Unico sulla

Sicurezza (D.lgs. 81/08)

(in continuità con gli anni precedenti ed in

proiezione futura)

Il Testo unico e le successive integrazioni ribadisce l’ottica della “prevenzione soggettiva”, rappresentata dall’informazione e formazione dei lavoratori sui rischi connessi al processo produttivo. Nel 2018 si intende ulteriormente realizzare: 1.Aggiornamento Formazione preposti (3 edizioni di 6 h) 2.Formazione Lavoratori:

- Aggiornamento lavoratori formati ante 2012 (70 edizioni di 6 h)

- Formazione generale lavoratori (70 edizioni di 4 h)

- Formazione specifica (70 edizioni di 8/12 h)

1. Adempiere agli obblighi formativi previsti dal D.lgs 81/08 2.Gestire la sicurezza nei servizi, coerentemente con la normativa 3. Gestire le emergenze connesse alla sicurezza sul lavoro 4. Esercitare le responsabilità dirigenziali in tema di sicurezza 5. Prevenire la problematica dello stress lavoro-correlato

Personale dell’Azienda: Preposti (35/ediz.) Lavoratori (35/ edizion)

3

70 70 70

6 6

4 8/12

si I e II Sem.

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Radioprotezione

(in continuità con gli

anni precedenti)

L’ art. 61 del D. Lgs 230/95 e l’art. 7 del D. Lgs 187/2000 stabilisce che gli operatori sanitari esposti alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti siano formati sui rischi specifici ad esse legati e sulle norme di radioprotezione, sia per i lavoratori che per i pazienti.

1. Applicare correttamente la normativa sulla radioprotezione dei lavoratori e dei pazienti 2. Attivare valutazioni opportune circa il rischio da esposizione alle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

Operatori di area dotati di esposimetro 4 7 si

I e II Sem.

PIANO ATTIVITA’ FORMATIVE 2018 Prospetto

U.O.S FORMAZIONE

ALLEGATO 1 alla delibera 3624 13/12/2017del

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3

BLS-D

(in continuità con gli anni

precedenti)

D. A. 2720 del 2 novembre 2010 e 2855 del 22 novembre 2010 L’obiettivo SQE.8.1 della Joint Commission International prevede che "gli operatori sanitari a diretto contatto con il paziente devono essere addestrati nelle tecniche di rianimazione cardiopolmonare d’urgenza”.

1. Riconoscere, in condizioni di emergenza, situazioni cliniche di incoscienza, arresto respiratorio e cardiaco 2. Mettere in atto la sequenza “ABC” e la manovra di Heimlich 3. Utilizzare il defibrillatore ed eseguire manovre di rianimazione cardiopolmonare

Medici e Professioni Sanitarie Ospedale e

Territorio 8 8 si

I e II Sem.

4

Aggiornamento FULL - D Retraining

Regolamento Aziendale per accedere al servizio del 118 Il personale sanitario è tenuto a rinnovare la formazione BLSD ogni due anni partecipando al corso di Retraining BLSD.

Come sopra Si tratta, infatti, di Formazione finalizzata a mantenere aggiornata la conoscenza sulle tecniche e sequenze della rianimazione cardiopolmonare di base e della defibrillazione dell’adulto nel rispetto delle linee guida riconosciute a livello internazionale.

Sanitari con BLS - D da aggiornare

4 4 Si

I e II Sem.

5

PBLS-D

(in continuità con gli anni precedenti)

Il BLSD Pediatrico si inserisce nell'ambito della formazione all'emergenza pediatrica di base. La conoscenza del protocollo internazionale sulle tecniche di disostruzione delle vie aeree e di supporto delle funzioni vitali di base dei lattanti e nei bambini è fondamentale per impedire il sopraggiungere della morte clinica, in tutti quei casi in cui questi piccoli pazienti possono venire a trovarsi privi di coscienza.

1. Mettere in atto le principali manovre e la sequenza di rianimazione di base del lattante e del bambino in condizioni di arresto respiratorio e/o cardiaco o con ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo. 2. Utilizzare il defibrillatore semiautomatico nel bambino in arresto cardiorespiratorio.

Medici e Inf. di PS,

Anestesia e Rianimazione, Blocco Operatorio, Pediatria e

Ostetricia e Ginecologia

4 7 si II Sem.

6

Carrello d’emergenza: organizzazione e

procedure operative all’interno delle Unità Operative ospedaliere e

territoriali

All’interno delle U.O., sono tanti gli eventi che richiedono l’intervento di un soccorso avanzato, il presente progetto mira alla gestione dei minuti, fondamentali per la vita, prima dell’arrivo del soccorso avanzato. Una buona organizzazione del carrello d’emergenza e la conoscenza da parte di tutti i Dirigenti medici e degli infermieri delle procedure operative per la corretta gestione del carrello stesso sono i presupposti necessari per la salvaguardia e la tutela della salute dei pazienti e dei visitatori a vario titolo del P.O. Si tratta di una Formazione sul campo con ausilio di simulatori dedicati alla creazione dello scenario di addestramento pratico .

1. Avere una conoscenza dettagliata sulle modalità di utilizzo del carrello di emergenza, tramite un addestramento pratico, su uno scenario di emergenza creato artificialmente 2. Acquisire la capacità di gestione in team,i primi minuti dal verificarsi dell’emergenza e prima dell’arrivo del soccorso avanzato. 3 Assicurarsi, in ogni singola U.O, le conoscenze necessarie per elaborare una check-list dei farmaci e dei presidi medico-chirurgici di emergenza da collocare all’interno del carrello e organizzare la loro idonea disposizione 4.Sviluppare abilità nella definizione delle modalità operative, dei compiti e delle responsabilità per la gestione del carrello di emergenza nell’attesa del soccorso avanzato, sviluppando la capacità di lavorare in team ed acquisendo uno spirito di squadra.

Medici ed Infermieri ospedalieri e dei Distretti Sanitari

6 6 sì I e II Sem.

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Modello formativo interaziendale relativo

al sistema di emergenza 118

(Progetto

interaziendale ASP, AOU, AO)

Come indicato nelle linee guida della Conferenza Stato Regioni riguardanti la formazione (rep. Atti n.1711 del 22 maggio 2003)¹, l’aggiornamento e addestramento permanente del personale operante nel sistema di emergenza/urgenza rappresenta un’area prioritaria di intervento a livello nazionale, con diversi punti di criticità a cui bisogna rispondere con soluzioni appropriate ed efficaci..

1. Applicare correttamente i protocolli operativi per affronatre in autonomia situazioni patologiche che può incontrare in una missione di soccorso extra ospedaliera. 2. Intervenire correttamente nelle situazioni critiche

Infermieri delle tre Aziende Sanitarie

(Area Metropolitana di Messina)

4 8 si I e II Sem.

Piano formativo per il Rischio Clinico

8 Il Triage

Infermieristico

I Sistemi di Triage nascono ed insistono nei Servizi di Pronto Soccorso per espletare le primarie funzioni di: (a) accoglienza degli utenti che afferiscono; (b) identificazione e riconoscimento delle priorità di accesso alle prestazioni; (c) determinazione dell’area di trattamento più idonea; (d) regolamentazione del flusso dei pazienti; · (e) valutazione continua e rivalutazione dei pazienti che attendono; (f) erogazione di informazioni relative agli utenti in carico al Pronto Soccorso. Si rende necessario il retraining.

Mettere in atto le competenze relativamente al processo in 5 fasi: A. accoglienza B. valutazione C. codifica di priorità D. trattamento E. gestione dell’attesa

Medici e Infermieri di Pronto Soccorso 6 14 si

I e II Sem.

9

Nuove prospettive per le funzioni di

coordinamento delle Professioni Sanitarie

La disciplina moderna e l’evoluzione normativa e contrattuale hanno radicalmente modificato il concetto del Coordinatore infermieristico, insieme alle crescenti evoluzioni dei sistemi sanitari e delle ricadute clinico assistenziali .I nuovi modelli organizzativi, hanno determinato un crescente livello di governance della figura del Coordinatore, il quale deve sviluppare il proprio livello di coordinamento all’interno di un sistema organizzativo che può essere esercitato su unità organizzative semplici, complesse o trasversali/integrate. Il progetto formativo mira ad una riflessione ed uno sviluppo di “competenze trasversali” e contribuisce a sostenere una cultura del cambiamento come opportunità e non come vincolo, prospettando ai coordinatori dell' ASP di Messina di diventare attori protagonisti dei cambiamenti, che caratterizzano l’attuale contesto sanitario.

Sviluppare abilità nell'interpretare il ruolo di “Coordinatore infermieristico” secondo una prospettiva maggiormente orientata alla managerialità; sviluppare la capacità di trasmettere agli infermieri che coordinano il significato organizzativo del cambiamento (change management)

Coordinatori delle profesioni sanitare 3 14 si

I e II Sem.

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10 La prevenzione delle infezioni ospedaliere

La problematica delle infezioni ospedaliere coinvolge una significativa percentuale di pazienti con pesanti ricadute dal punto di vista dei costi sulla struttura e di responsabilità sul personale sanitario. Ogni anno, nell’Unione europea, si stima che circa 3,2 milioni di pazienti si ammalano per infezioni contratte durante la permanenza in strutture ospedaliere. Di questi, circa 37 mila muoiono a causa di conseguenze correlate a tali infezioni. Le infezioni rappresentano,quindi, un fenomeno complesso con ricadute importanti sul diritto alla salute del paziente ma anche sulla spesa sanitaria e sulla qualità del SSN. Una cultura dell’organizzazione, una leadership e una responsabilità che considerino le infezioni come un aspetto cruciale per la sicurezza del paziente, un indicatore della qualità dell’assistenza e una priorità di intervento sono le vere sfide per il futuro.

Approfondire gli aspetti legati alle infezioni correlate all'assistenza con una attenzione particolare al fattore della prevenzione delle infezioni attraverso l’utilizzo delle procedure di buona prassi utilizzate nell’azienda

Medici ed infermieri 5 8 si I e II Sem

11

Strumenti per il rischio clinico: le

raccomandazioni ministeriali

( in continuità con gli

anni precedenti )

Il Ministero della Salute ha implementato un sistema di allerta per quelle condizioni cliniche ed assistenziali ad elevato rischio di errore, con l’obiettivo di mettere in guardia gli operatori sanitari riguardo alcune procedure potenzialmente pericolose. Tale sistema indica le azioni da intraprendere per prevenire gli eventi avversi. Il corso si propone l’obiettivo di implementare la capacità di condurre specifici audit sulla gestione degli eventi sentinella.

1. Applicare le “Raccomandazioni ministeriali”, quali strumenti per la gestione del rischio clinico

2. Applicare la metodologia a supporto delle azioni preventive per la gestione degli eventi sentinella

3. Partecipare opportunamente a processi di audit sul rischio clinico

Medici, infermieri e tecnici dei Presidi

Ospedalieri 4 12 Si I Sem.

12

La Gestione delle ferite in Cardiochirurgia

pediatrica "medicazioni semplici e avanzate" (Sistema

VAC)

L'infezione del sito chirurgico (SSI ) rappresenta una complicanza frequente dell'intervento con evidenti conseguenze sul profilo del rischio per il paziente e dei costi per l'assistenza sanitaria.

1. Mettere in atto procedure per la gestione del rischio per i pazienti 2. Condividere conoscenze e pratica clinica nella gestione delle ferite e delle medicazioni semplici ed avanzate, all’interno di una gestione integrata improntata alla cultura del team.

Infermieri, Infermieri pediatrici, anestesisti,

cardiochirurghi. 2 4 si I Sem.

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AREA della COMUNICAZIONE-RELAZIONE e SALUTE MENTALE

13

La Comunicazione efficace:

comunicazioni di eventi spiacevoli

Linea progettuale 8.4.

Umanizzazione “Sviluppo dei processi

di umanizzazione all’interno dei percorsi

assistenziali”.

Gli operatori sanitari sono chiamati ad una costante riflessione sugli stili comunicativi nei diversi contesti sanitari. La presa in carico globale e l’umanizzazione comporta responsabilità nel ruolo degli operatori nel rispondere alle esigenze dell'utente. In particolare, la condivisione di brutte notizie è un compito che la maggioranza degli operatori sanitari si trova a dover affrontare. Non riguarda necessariamente la morte o un tumore, ma qualcosa che influenza negativamente lo stile di vita del paziente. E’ la maniera in cui le cattive notizie vengono condivise che mostra rispetto per la persona e “accoglie” i vissuti del paziente.

1. Riconoscere il proprio stile comunicativo e i suoi effetti 2. Mettere in atto processi comunicativi efficaci nella relazione con il paziente e il suo sistema familiare 3. Comunicare eventi spiacevoli (brutte notizie) 4. Mettere in atto processi comunicativi, connessi alla diagnosi/prognosi infausta, improntati al rispetto dei principi professionali ed etici 5. Favorire processi collaborativi all’interno delle equipe curanti

Dirigenza e Professioni

sanitarie

2

7

si

I e II Sem.

14

Formazione cargiver negli istituti penitenziari:

Prevenzione del disagio e degli eventi spiacevoli in carcere

Linea progettuale 8.4. Umanizzazione

La realtà carceraria, generando condizioni di vulnerabilità è da considerarsi come ad alto rischio relativamente alle problematiche di disagio psichico e di sviluppo delle cronicità, elementi sui quali è necessario intervenire al fine anche della prevenzione delle condotte suicidarie L’obiettivo, in sintonia con quanto previsto dal “Piano Nazionae per la prevenzione delle condotte suicidarie nel sistema penitenziario per adulti” (Conferenza Stato – Regioni del 2.07.17 – GU del 14.08.17) e dale “Linee guida in materia di modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari per adulti;implement,azione delle reti sanitarie regionali e Nazionali” è quello dellla creazione, di contesti relazionali in grado di favorire opportune modalità comunicative basate sull’ascolto e la capacità di decodifica del bisogno da parte del personale operante all’interno degli istituti penitenziari. Si è ritenuto, inoltre, strategico individuare e formare “cargiver” da impiegare a sostegno dei compagni detenuti più fragili e maggiormente sottoposti a rischio di eventi spiacevoli

1.Acquisire strumenti per la decodifica del bisogno e della situazione di aumentato rischio 2. Sviluppare specifiche abilità relazionali e comunicative 3.Conoscenza dei sistemi di allertamento nei casi di emergenza sanitaria o di bisogno socio assistenziale del paziente con disabilità o non autosufficiente 4.Elementi di base per il primo soccorso

Personale di polizia penitenziaria; detenuti

cargiver; personale sanitario operante negli

istituti penitenziari

2 8 si I e II Sem.

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La relazione con il cittadino: il Front Office ed i nuovi strumenti della comunicazione

Il front-office è il punto di massima visibilità, attraverso il quale l’ Azienda Sanitaria comunica con il cittadino e i vari stakeholders e trasmette la disponibilità a prestare attenzione alle diverse istanze. Nelle logiche delle più attuali strategie comunicative il sito aziendale si pone come contenitore e strumento atto a garantire immediatezza e completezza dell’informazione. Il suo utilizzo corretto da parte degli operatori che si interfacciano con l’utenza può costituire uno snodo cruciale per il soddisfacimento del bisogno informativo relativamente a tutta l’organizzazione aziendale, la sua corretta funzionalità e da qualunque porta d’accesso.

1. Discriminare le logiche e i principi della comunicazione pubblica 2. Ricorerre agli strumenti e tecniche di una “buona” comunicazione interna e esterna. 3. Mettere in atto competenze relazionali ed abilità nella gestione delle "relazioni difficili" con le diverse tipologie di utenti. 4.saper utilizzare il sito aziendale per la fornitura delle informazioni relative ai servizi sanitari.

Personale del front-office 2 8 si

I e II Sem.

16

La nascita pretermine tra ginecologo e

neonatologo

Linea progettuale 8.4 Umanizzazione “Sviluppo dei processi di umanizzazione all’interno dei percorsi assistenziali”.

L’incidenza della nascita pretermine è in aumento in tutti i paesi occidentali. L’età materna avanzata, le nuove tecniche di fecondazione assistita, la gestione ottimale delle gravidanze anche in donne con patologie croniche sono tra i fattori di rischio più importanti per la nascita pretermine, la cui incidenza si attesta oggi in Italia tra il 7,5 ed il 9%. I neonatologi si confrontano quindi con una popolazione di neonati sempre più numerosa, con problematiche assistenziali complesse e dagli esiti incerti soprattutto nelle età gestazionali più estreme. Il riconoscimento tempestivo e la corretta gestione delle problematiche della gravidanza ad alto rischio insieme alla integrazione di competenze tra ginecologo e neonatologo, rappresentano l’obiettivo essenziale nella prevenzione del danno neuroevolutivo del nato prematuro. La creazione di un team di assistenza di qualità elevata non può prescindere da uno scambio culturale continuo e da una formazione condivisa che evitando disomogeneità di comportamento nella gestione clinica ma anche nella comunicazione, garantiscono sicurezza elevata e qualità dell’assistenza alla gravida ed al nascituro.

1.Promuovere le competenze per costruire la “presa in carico” della gravidanza a rischio e del nato pretermine nei suoi bisogni biologici e psicologici . 2.Condividere criteri per identificare precocemente i fattori di rischio della gravidanza e/o del neonato. 3.Promuovere la condivisione di percorsi comuni nella gestione della gravidanza a rischio e del nato pretermine 4.Realizzare piani operativi tra le diverse figure professionali basati su interventi assistenziali

I Pediatri Ginecologi Ostetriche Infermieri

operanti in area materno-infantile

1 8 I Sem

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17

Migranti e salute: cultura e società

Al fine di garantire un’efficace ed omogenea capacità di risposta agli afflussi migratori va rafforzata la capacità sanitaria ed il coordinamento tra le istituzioni. La salute dei migranti e le tematiche di salute associate alle migrazioni sono questioni cruciali per l’agenda internazionale dei governi e della società civile.

1. Leggere il processo salute – malattia – disagio psicologico nei soggetti migranti. 2. Affiancare agli strumenti teorici propri delle scienze medico - biologiche, quelli delle discipline socio – umanistiche ( antropologia, sociologia, diritto). 3. Rafforzare gli aspetti organizzativi per garantire una risposta efficace;

Personale Sanitario e Amministrativo nelle

aree dedicate Medici di Continuità

assistenziale MMG e PLS

Assistenti sociali

2 8 si I o II

Sem.

18

In & Out - integrazione ed

assistenza etnopsichiatrica

POPSN "In & Out intervento integrato transculturale per

l'assistenza psichiatrica")

(In continuità con

gli anni precedenti)

Il nostro Territorio è da molti anni terra di sbarchi e ha visto il passaggio di migliaia di migranti, molti dei quali, in stato di emergenza umanitaria e con gravi violazioni dei diritti umani Questo flusso cresce in maniera esponenziale e verosimilmente aumenterà. Le problematiche psicologiche e di adattamento delle famiglie straniere spesso non trovano spazio d’accoglienza nei servizi sanitari. La richiesta di consulenza psicologica e psichiatrica, , non viene facilmente espressa sia per una non facile accessibilità dei sia perché a volte i servizi non riescono ad offrire una risposta competente visto la complessità di un intervento transculturale. Per offrire un servizio adeguato sembra fondamentale la congiunzione delle risorse umane e delle competenze. Spesso si rileva un forte disagio tra gli operatori dei servizi socio-sanitari che operano con i cittadini stranieri a fronte dei risultati deludenti nella cura di utenti provenienti da altri universi culturali Il mandato dei DSM di tutela del benessere psicologico a fronte di eventi sempre più frequenti di sbarchi traumatici, potrebbe essere realizzato in supporto alle Istituzioni e alle associazioni deputate. Altro aspetto importante riguarda la prevenzione del malessere sia nei soggetti immigrati che sono portatori di un carico di stress psicofisico e traumatico rilevante, sia negli operatori che si prendono cura degli stessi in quanto sottoposti a volte a traumatizzazione vicaria nel condividere storie e difficoltà ed a burnout dovuto alle problematiche di assistenza.

1.Creazione di una sinergia tra le diverse Agenzie coinvolte nel sistema di accoglienza e tutela della salute mentale dei migranti (operatori del DSM di varie professionalità, operatori del privato sociale e delle associazioni). 2.Fornire, le nozioni fondamentali della etnopsichiatria ed etnopsicologia. 3.Conoscere il ”sistema di accoglienza” italiano 4.Riconoscere i fattori di rischio specifici 5.Consentire l’inquadramento diagnostico in base ai principi della etnopsichiatria 6.acquisire le conoscenze necessarie per la presa in carico dei migranti vittime di tortura e/o con grave disturbo post traumatico da stress 7.Fornire gli strumenti professionali al fine di attivare una specifica procedura di presa in carico dei migranti con disagio psicologico e/o patologia psichiatrica

Operatori del Dipartimento di Salute

Mentale Operatori del

privato sociale e delle associazioni

4 8 I o II

Sem.

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Plusdotazione: conoscere e prevenire

per supportare il potenziale umano

La plusdotazione è una caratteristica individuale che si manifesta nel 5% della popolazione e riguarda gli studenti che si differenziano dai loro pari in termini di età, esperienza ed opportunità, perché mostrano o potrebbero mostrare un'abilità eccezionale fuori dal comune, rispetto ai propri coetanei che sono anche portatori di bisogni speciali che richiedono di essere accolti con competenze specifiche.

Obiettivo specifico di apprendimento per gli operatori dell’età evolutiva 1.Dare conoscenze di base sul tema della plusdotazione 2. Dare strumenti per sviluppare i fattori individuali sottesi ai processi di resilienza 3. Sostenere il benessere cognitivo, emotivo, psicologico, sociale e valoriale di tutti i bambini/ ragazzi di talento ad alto potenziale

Medici, Pediatri, Psichiatri,

Neuropsichiatri, Psicologi, Educatori

Professionali Logopedisti.

1 7 si I Sem.

20

Revisione dei casi clinici dei pazienti

ricoverati nella REMS di Naso

Il completamento del processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ha determinato l’istituzione di strutture residenziali sanitarie, Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza (REMS), destinate ad accogliere le persone cui sono applicate le misure di sicurezza.

1. Mettere in atto tecniche di gestione multidisciplinare del paziente psichiatrico reo ricoverato nella REMS e condividere le esperienze di trattamento clinico e riabilitativo 2. Rafforzare la qualità del gruppo di lavoro multidisciplinare (medici, psicologi, infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali)

Medici, Infermieri, Psicologi, Tecnici della

Riabilitazione Psichiatrica, Assistenti

Sociali

REMS NASO

4 20 si I Sem.

21

Il Feto Cardiopatico "Le cardiopatie

congenite e l'assistenza in sala parto"

Le cardiopatie in età neonatale espongono i piccoli pazienti ad un rischio imminente di vita; la rete neonatologica, il sistema di trasporto, i centri di III livello, i centri di riferimento regionale per le cardiopatie e le cardiochirurgie sono gli indispensabili anelli organizzativi su cui si basa l'assistenza ai neonati affetti da cardiopatie congenite e alterazioni del ritmo.

Obiettivi organizzativi 1. Rafforzare le competenze dei centri nascita e dei centri di III livello nella gestione del feto cardiopatico Obiettivi individuali 2. Gestire in urgenza / emergenza un feto cardiopatico alla nascita.

Personale del Centro Cardiochirurgico

pediatrico Ostetriche, Neonatologi

2 8 si I o II Sem.

22

La relazione con la malattia in cardiologia

pediatrica Sviluppo dei processi

di umanizzazione all’interno dei percorsi

assistenziali.

I pazienti affetti da cardiopatia congenita rappresentano una realtà specifica, complessa e varia che interessano varie fasce d’età, dall’epoca neonatale fino all’adolescenza. L’impatto della malattia sulla vita del paziente inoltre è variabile anche per complessità, infatti le cardiopatie congenite possono essere da lievi e correggibili a invalidanti e croniche. Tutto ciò comporta vari scenari con ripercussioni emotive, sul paziente, la sua famiglia, il medico curante. Il vissuto connesso alla malattia può influenzare le modalità che il paziente mette in atto per gestirla e affrontarla Anche l’operatore è esposto ad un forte carico emotivo collegato alla malattia, alla sofferenza e alla morte. Diventa importante dunque affrontare e comprendere il modo in cui viene vissuta la malattia dai piccoli pazienti, i familiari e dagli operatori.

L’obiettivo che ci si deve prefiggere è far diventare questi vissuti una risorsa per la cura e non un ostacolo, coinvolgendo operatori sanitarie e famiglie

Personale del Centro Cardiochirurgico

pediatrico Ostetriche, Neonatologi

2 8 si I o II Sem

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23 Ecografia in gravidanza

L’ecografia rappresenta un ausilio di fondamentale importanza nel percorso della gravidanza per l’identificazione di patologie fetali con necessità di percorsi assistenziali peculiari in epoca neonatale. Il progetto formativo intende promuovere competenze clinico-assistenziali rivolte alla costruzione della rete per lo screening ecografico della gravidanza.

1. Mettere in atto competenze necessarie per effettuare una valutazione clinica e d’approccio alla paziente in situazione di emergenza 2. Applicare opportunamente la tecnica dell’esame ecografico, interpretare i risultati, integrarli con i dati clinici e dell’anamnesi, integrarli con altri metodi di diagnostica per immagini.

Medici Area materno Infantile

territoriale e ospedaliera

1 8 si I o II Sem.

24 Promozione e sostegno allattamento materno

Da decenni ormai il latte materno è riconosciuto dalla Comunità Scientifica come il “gold standard” per l’alimentazione dei neonati. Per tale motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce “l’allattamento al seno esclusivo” l’alimentazione ideale nei primi sei mesi di vita. Il Progetto formativo viene proposto ad altre realtà operative territoriali e opsedaliere, alla luce dei più definiti obiettivi nazionali e regionali dell’Area Materno-Infantile e del Piano di Prevenzione.

1. Mettere in gioco abilità di sostegno all’allattamento materno (osservazione di una poppata, attacco e posizione) 2. Mettere in atto competenze di “counseling alla mamma” (ascolto e comunicazione) 3.Promuovere l’allattamento materno, durante la gravidanza, il post-partum e il rientro a casa 4. Favorire l’integrazione delle diverse competenze professionali e dei due livelli di intervento (territoriale e ospedaliero)

Medici e professioni sanitarie

Area materno Infantile territoriale e ospedaliera

1 21 si I Sem.

25

Formazione continua sul campo in

Diagnostica per immagini

ll lavoro in equipe rappresenta, all’interno del contesto assistenziale ospedaliero, il metodo più efficace per raggiungere gli obiettivi professionali e per tutelare ogni professionista da eventuali rischi di isolamento e di burnout. Scopo la cultura del team all'interno del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, dove si opera in modo integrato in ciascuna fase del progetto diagnostico-terapeutico Il progetto prevede la realizzazione di stabili incontri di equipe, su tematiche specifiche.

1. Applicare protocolli di imaging più attuali. 2. Gestire i casi “difficili” e sviluppare linee guida di intervento condivise all’interno del dipartimento. 3. Gestione “con logica dipartimentale” il paziente oncologico. 4. Mettere in atto competenze comunicative condivise con conseguente riduzione dei rischi legati a disturbi della comunicazione tra reparti

Medici, Chirurghi e Infermieri dell diverse

UU.OO. del PO di Taormina

8 2 si I e II Sem.

26 La donazione organi

DECRETO del Ministero della Salute - 11 marzo 2008. Il sistema dei trapianti in Italia è regolato da una serie di leggi, decreti, normative e direttive europee che garantiscono trasparenza e qualità in ambito di donazione, prelievo e trapianto di organi e tessuti. La formazione degli operatori può essere uno strumento per combattere la resistenza alla donazione, legata alla “sfiducia nel sistema” e alla “paura della manipolazione del corpo umano”.

Obiettivo generale Rendere familiare e privo di incognite il tema della donazione e del trapianto, perchè gli operatori possano accompagnare il cittadino a compiere una scelta consapevole nel dichiarare la propria volontà rendendolo protagonista, a sua volta, di azioni di informazione nell’ambito della sua attività quotidiana.

Area medica e Infermieristica

Psicologi 4 7 si

I e II Sem.

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10

AREA DELLA SALUTE PUBBLICA E PREVENZIONE

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I Rischi da esposizione ad agenti cancerogeni

occupazionali

Allegato 3B, articolo 40, D. Lgs. 81/08 Il D.L.gs 81/08 e s.m. contempla al Titolo IX capo II gli agenti cancerogeni e mutageni. Le norme si applicano a tutte le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni. La conoscenza di tali rischi ed i possibili effetti sulla popolazione lavorativa risulta essere ancora molto carente. Si intende approfondire la conoscenza – in particolare - su gli agenti cancerogeni e mutageni, i dispositivi di protezione collettiva ed individuale e le procedure di lavoro corrette.

1. Mettere in atto opportuni processi di prevenzione dei rischi professionali 2. Eliminare o ridurre i rischi connessi ad agenti cancerogeni 3. Riconoscere segni precoci di possibili forme patologiche 4. Uniformarsi alle attività di vigilanza regionali e nazionali

Tutte le professioni sanitarie esposte a

rischi da esposizione ad agenti cancerogeni

occupazionali

4 8 si I e II Sem.

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Progetto Regionale FED

(Formazione Educazione Dieta)

3.1.6 Obiettivo Specifico

POCS PAA

D.A 24 Settembre 2013 “Formazione, Educazione e Dieta” Il Progetto regionale si pone l’obiettivo di ricondurre ad un unico filone scientifico la materia della educazione alimentare attraverso un programma di formazione specifica che interessa tutti gli operatori del settore che saranno impiegati a vario titolo in azione di educazione alimentare con l’obiettivo di condurre all’acquisizione di corretti stili di vita non più vanificati da distorsioni concorrenti nello stesso ambito.

Trattandosi di un processo di “formazione a cascata”, i partecipanti saranno in grado di mettere in atto strategie e interventi coerenti e integrati, tra diversi servizi, di educazione e promozione di stili alimentari corretti, secondo l’approccio biopsicosociale di empowerment del cittadino.

Operatori del SIAN, Medicina scolastica

MMG, PLS 1 24 si I Sem

29

La Carta del rischio cardiovascolare

globale assoluto nella prativa clinica

Piano regionale della Prevenzione Piano straordinario di interventi sanitari nelle Aree a Rischio ambientale” La carta del rischio cardiovascolare, predisposta dall'Istituto Superiore di Sanità, permette di calcolare per ogni soggetto il rischio di evento cardiovascolare maggiore nei 10 anni successivi, identificando i principali fattori di rischio. La conoscenza di tali fattori permette al MMG di agire per la loro modifica e al paziente di prendere consapevolezza in modo da attivare un processo di empowerment.

1. adottare metodologie standardizzate per la rilevazione dei fattori di rischio 2. valutare il rischio cardiovascolare globale assoluto 3.utilizzare la carta del rischio per il calcolo del punteggio individuale 4. adottare raccomandazioni condivise e creare un linguaggio comune 5. adottare raccomandazioni condivise sul trattamento farmacologico 6. partecipare a gruppi di lavoro per la raccolta dei dati, l'analisi e la valutazione dei risultati.

MMG dell’Area a rischio. 1 24 si I Sem

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Piano straordinario di interventi Sanitari

nelle Aree a rischio ambientale/SIN della

Sicilia”

Piano regionale della Prevenzione Piano straordinario di interventi sanitari nelle Aree a Rischio ambientale” La regione ha avviato il controllo dei problemi di salute che caratterizzano le aree a "Rischio Ambientale", dovuto alla presenza di poli industriali operanti principalmente in ambito petrolchimico. Pertanto, si richiedeno agli operatori competenze per costruire alleanze con i cittadini e con la comunità sui temi della salute pubblica. L’azione formativa, rivolta ai MMG e ai PLS, ha avuto inizio a partire dal Distretto Sanitario di Milazzo, area nella quale ricade la “Valle del Mela”, ritenuta a maggior rischio ambientale. In conformità al piano di prevenzione 2016 – 2018 si ritiene di dover continuare l’attività formativa per il restante ambito provinciale.

Formazione del MMG e dei PLS dell’area di intervento “a cascata” che vedrà, in una prima fase, la formazione dei formatori, presso il Cefpas di Caltanissetta, e una fase successiva una formazione “in house” nei Distretti sanitari dell’Azienda con l’obiettivo di raggiungere il 100% dei MMG e dei PLS con prevalenza di quelli operanti nelle aree a rischio. Obiettivo primario è porre il focus sui rischi ambientali ai fini della prevenzione dei problemi di salute che posono ricadere sulle comunità

MMG e PLS dell’Area a rischio. 3 4 si

I e II Sem

Piano formativo per l’anticorruzione e Trasparenza

(L. n.190/2012 e D.lgs. n.33/2013)

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Piano Nazionale Anticorruzione Codice

di comportamento Aziendale

(Formazione Generale)

- in continuità con l’anno precedente -

La legge 190/2012 ha imposto una governance esplicitamente orientata alla prevenzione e al contenimento dei fenomeni corruttivi, successivamente rafforzata dai più recenti decreti legislativi n.33/2013 (trasparenza della PA), n. 39/2013 e dal dpr n. 62/2013. Il legislatore ha predisposto una serie di “barriere interne” tramite l’adozione obbligatoria, di piani di prevenzione della corruzione. Il percorso base che si rivolge a tutto il personale promuove la conoscenza dei principi fondamentali dell’assetto normativo. Il Codice di comportamento, di cui l’Azienda si è dotata, definisce i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i dipendenti sono tenuti ad osservare (art. 1, comma 1 del DPR 62). La adozione rappresenta, inoltre, una delle principali misure obbligatorie e trasversali, previste dalla legge n.190/2012 e dal Piano Nazionale Anticorruzione. DPR n. 62/2013

La formazione generale rivolta ai dirigenti e al personale riguarda i concetti di legalità e etica: 1. applicare misure di prevenzione del fenomeno corruttivo attraverso il programma triennale sulla trasparenza (D.Lgs. n. 33/13); 2. approfondire aspetti metodologici dell’analisi del rischio di corruzione come previsti nel PNA; 3. approfondire i concetti di etica e integrità come valori fondanti dell’attività della PA; 4 disporre di conoscenze precise e appropriate sul Codice di comportamento aziendale da rivolgere “a cascata” ai propri collaboratori; 5. mettere in atto comportamenti dirigenziali coerenti con quanto previsto dal Codice; 6. sensibilizzare i collaboratori sulle norme e i valori etici contenuti nel codice; 7. prevenire condotte inappropriate e in contrasto con quanto previsto dal codice

Tutto il personale 2 7 no I e II Sem.

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Approfondimenti Piano Nazionale Anticorruzione

(Formazione specifica)

- in continuità con l’anno precedente -

La formazione specifica si rivolge ai responsabili anticorruzione e agli organi di controllo e riguarda misure e strumenti specifici per prevenire il fenomeno. L’Azienda nel dotarsi del “Piano triennale per la prevenzione della corruzione” risponde all’esigenza di individuare le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione e prevedere meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione.

1. individuare le attività nell’ambito a più elevato rischio di corruzione; 2. mettere in atto meccanismi di controllo idonei a prevenire il rischio di corruzione; 3. vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del piano; 4. monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti; 5. individuare specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti.

Team Anticorruzione e Trasparenza, Referenti Aziendali, Personale

Aree a rischio

2 7 no I e II Sem.

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Nuovo codice degli appalti ( D.lgs. n.

50/2016)

Il Codice dei contratti (d.lgs. n. 50/2016) innova profondamente la gestione delle gare (e delle procedure negoziate) per l’affidamento di forniture di beni, di servizi e di lavori, recependo elementi definiti dalle direttive comunitarie, nonché apportando numerose modifiche a fini di ottimizzazione a percorsi procedurali consolidati.

1. Sviluppare competenze relative alla preparazione e allo svolgimento delle procedure selettive, per una corretta gestione delle gare. 2. conoscere il nuovo codice dei contratti pubblici con specifico rifermento al sistema delle garanzie.

Amministrativi U.O.C. Provveditorato 1 7 no I Sem.

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Alfabetizzazione Informatica

Studi significativi evidenziano l’onere sostenuto ogni anno come perdita di produttività a causa dell’insufficiente preparazione dei lavoratori nell’impiego delle tecnologie dell’informazione. Dall’analisi del bisogno emerge la necessità di una formazione adeguata, per il personale amministrativo e sanitario, ad un utilizzo produttivo del computer.

Trattandosi di un corso di “Alfabetizzazione”, i partecipanti alla fine del corso saranno in grado di: 1. Utilizare i programmi più diffusi (Word, Excell, Power Point…); 2. Utilizzare le reti intra e internet.

Personale sanitario e amministrativo 14 12 no

I e II Sem.

Alla progettualità descritta si affiancano ulteriori progetti formativi che potranno determinarsi nel corso dell’anno, su precisi bisogni formativi, o su indicazioni specifiche del competente assessorato regionale (Programmi regionali), o su richiesta della direzione strategica aziendale, o su richiesta della Medicina in convenzione (MMG e PLS) per le quali si determinerà al Tavolo tecnico dedicato, specifico Piano Formativo. Ovviamente, alla progettualità descritta, si affiancano, man mano che i referenti aziendali formuleranno richiesta, le: AZIONI FORMATIVE DI SUPPORTO

ALLE LINEE PROGETTUALI

La Responsabile U.O.FORMAZIONE

Dott.ssa Flavia Alessi PIANO FORMATIVO 2018