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11/09/2018 1 UNO SGUARDO SULL’ISTRUZIONE EDUCATION AT A GLANCE Indicatori dell’OCSE 2018 Francesco Avvisati Giovanni Maria Semeraro Evento organizzato dall’Associazione TreeLLLe Università LUISS, Roma, 11 settembre 2018 Il peso delle origini sociali sulle carriere educative Divari regionali nell’accesso e negli esiti dell’istruzione Università e mobilità degli studenti Differenze di genere nella transizione al mercato del lavoro Uno sguardo sull’istruzione della popolazione nata all’estero

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11/09/2018

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UNO SGUARDO

SULL’ISTRUZIONE

EDUCATION AT A GLANCE

Indicatori dell’OCSE 2018 Francesco Avvisati Giovanni Maria Semeraro Evento organizzato dall’Associazione TreeLLLe Università LUISS, Roma, 11 settembre 2018

Il peso delle origini sociali sulle carriere educative

Divari regionali nell’accesso e negli esiti dell’istruzione

Università e mobilità degli studenti

Differenze di genere nella transizione al mercato del lavoro

Uno sguardo sull’istruzione della popolazione nata all’estero

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0102030405060708090

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% Scolarizzazione dei bambini dagli 0 ai 3 anni (2014)

Solo un bambino su quattro (24%) in Italia frequenta istituzioni di educazione e

cura per la prima infanzia.

Tabella B2.1c

0102030405060708090

100

% Scolarizzazione dei bambini dagli 0 ai 3 anni secondo il livello d’istruzione delle madri (2014)

Totale Madre non laureata Madre laureata

Il tasso di accesso a tali istituzioni è maggiore tra i bambini di madri laureate

(31%) rispetto ai bambini di madri non laureate (21%)

Tabella B2.1c

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I giovani tra i 18 e i 24 anni hanno più probabilità

di accedere all’istruzione terziaria se i loro

genitori hanno un livello d’istruzione terziaria

Tabella B7.1

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%

Quota di 18-24enni con genitori laureati nella popolazione (2012 o 15)

Popolazione

I giovani tra i 18 e i 24 anni hanno più probabilità

di accedere all’istruzione terziaria se i loro

genitori hanno un livello d’istruzione terziaria

Tabella B7.1

0

10

20

30

40

50

60

70

80

%

Quota di 18-24enni con genitori laureati nella popolazione e tra i neoiscritti a una laurea di primo o secondo livello (2012 o 15)

Popolazione Nuove matricole

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La mobilità intergenerazionale rispetto al livello d’istruzione

raggiunto è, storicamente, relativamente bassa (2012)

Livello d’istruzione dei genitori dei 25-64enni

Senza titolo secondario superiore

Secondario superiore Terziario

Italia 78% 17% 5%

Media OCSE 43% 35% 22%

Livello d’istruzione dei 25-64enni

Livello d’istruzione dei loro genitori

Senza titolo secondario superiore

Secondario superiore

Terziario

Italia Senza sec. superiore 81% 11% 9%

Secondario superiore 25% 16% 59%

Terziario 9% 4% 87%

Media OCSE

Senza sec. superiore 36% 43% 21%

Secondario superiore 13% 46% 41%

Terziario 5% 27% 68%

Tabelle A1.a e A1B

Il peso delle origini sociali sulle

carriere educative

• I risultati ai test PISA a 15 anni, e l’accesso all’istruzione terziaria, sono e restano fortemente legati all’origine sociale in Italia, e in particolare all’avere un genitore laureato. Ma differenze nelle carriere educative emergono, in realtà, già prima dell’ingresso nella scuola dell’infanzia.

• I processi di sviluppo e apprendimento che sottendono il benessere infantile sono processi cumulativi in cui ogni tappa può influenzare il periodo successivo e il percorso globale. Per questa ragione l’educazione e cura della prima infanzia (ECEC) si ritiene possa svolgere un ruolo essenziale per lo sviluppo, l’apprendimento e il benessere infantile.

• I Paesi nordici, dove la mobilità sociale è maggiore (Norvegia, Danimarca), hanno tassi di partecipazione nelle istituzioni per la prima infanzia più alti, in particolare per i bambini meno avvantaggiati.

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Il peso delle origini sociali sulle carriere educative

Divari regionali nell’accesso e negli esiti dell’istruzione

Università e mobilità degli studenti

Differenze di genere nella transizione al mercato del lavoro

Uno sguardo sull’istruzione della popolazione nata all’estero

Il 30% dei 20-24enni era senza lavoro, non studiava e non

frequentava nessun corso di formazione (i cosiddetti NEET) e la

quota di NEET è ancora più elevata per i 25-29enni

Figura A2.3

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15-19 20-24 25-29

Percentuale di NEET per una selezione di Paesi, per classe di età (2017)

Italia Grecia Spagna Media OCSE

Svezia Paesi Bassi Germania Francia

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Questa quota varia solo leggermente in base al genere fino ai 24

anni, ma il divario aumenta per i 25-29enni (28% per gli uomini e

40% per le donne)

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15-19 20-24 25-29

Percentuale di NEET per genere e classe di età (2017)

Italia Italia (donne) Italia (Uomini)

Base dati Education at a Glance

Il tasso di inattività è più elevato per le donne, anche

se diminuisce con il livello d’istruzione raggiunto

Nota: La percentuale tra parentesi mostra l'inattività dei 25-34enni.

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Differenze di genere nei tassi di inattività, per livello di titolo di studio, tra i 25-34enni (2017)

Senza sec. superiore Secondario superiore o postsecondario non terziario Terziario72 63

Base dati Education at a Glance

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Le retribuzioni medie delle donne sono inferiori

rispetto a quelle degli uomini e il divario aumenta

per le donne laureate

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%

Retribuzioni medie delle donne 35-44enni espresse in percentuale delle retribuzioni dei loro coetanei uomini (2016)

Senza sec. superiore Secondario superiore o postsecondario non terziario Terziario

Tabella A4.3

Una percentuale maggiore di donne ha

conseguito un titolo di istruzione terziaria,

rispetto agli uomini

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% Quota di laureati tra i 25-34enni nell’area OCSE (2017)

Donne Uomini

Tabella A1.2

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Differenze di genere nella transizione

al mercato del lavoro

• Le traiettorie delle giovani donne e dei giovani uomini nella transizione dalla scuola al lavoro sono significativamente diverse. – Gli uomini tendono ad affrontare tale transizione prima, perché

sono più numerosi nei percorsi di istruzione superiore tecnici e professionali, e sono meno numerosi tra coloro che si iscrivono a studi terziari.

– Tra le giovani donne senza laurea il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è molto più basso, rispetto agli uomini, e le retribuzioni degli occupati più basse di circa un quarto;

– Tra le giovani donne laureate il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è simile a quello degli uomini, ma il tipo di occupazione è associato a retribuzioni inferiori di circa un terzo;

• La quota di NEET tra le donne aumenta notevolmente tra i 25 e i 29 anni.

Il peso delle origini sociali sulle carriere educative

Divari regionali nell’accesso e negli esiti dell’istruzione

Università e mobilità degli studenti

Differenze di genere nella transizione al mercato del lavoro

Uno sguardo sull’istruzione della popolazione nata all’estero

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Il livello di istruzione degli adulti nati all’estero è

inferiore al livello di istruzione degli adulti nati in

Italia

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Francia

Germania

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Media UE23

Quote di autoctoni e nati all'estero tra i 25-64enni (2017)

Autoctoni Nati all'estero

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Francia

Germania

Grecia

Italia

Spagna

Media UE23

Livello di istruzione degli adulti nati all'estero (2017)

Senza sec. superiore Secondario superiore o postsecondario non terziario Terziario

Tabella A1.3

Il tasso di occupazione dei giovani laureati nati

all’estero è inferiore a quello dei laureati

autoctoni…

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Media UE23 Francia Germania Grecia Italia Spagna

Tassi di occupazione dei laureati in una selezione di Paesi, per classi di età (2017)

Autoctoni Arrivati nel Paese entro i 15 anni Arrivati nel Paese oltre i 15 anni Età di arrivo sconosciuta

Base dati Education at a Glance

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…ma i giovani nati all’estero senza un’istruzione

secondaria superiore hanno più probabilità di

trovare un impiego degli autoctoni

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25-34 35-44 25-34 35-44 25-34 35-44 25-34 35-44 25-34 35-44 25-34 35-44

Media UE23 Francia Germania Grecia Italia Spagna

Tassi di occupazione degli adulti senza istruzione secondaria superiore in una selezione di Paesi, per classi di età (2017)

Autoctoni Arrivati nel Paese entro i 15 anni Arrivati nel Paese oltre i 15 anni Età di arrivo sconosciuta

Base dati Education at a Glance

È più probabile che le persone nate all’estero guadagnino di meno

rispetto agli autoctoni e tale divario retributivo aumenta con il

livello d’istruzione conseguito

Retribuzioni degli adulti nati all'estero espressi in % di quelle degli adulti autoctoni, in Italia (2016)

25-64enni 35-44enni 55-64enni

Senza istruzione sec. superiore 82 88 73

Secondario superiore o postsecondario non terziario 69 70 58

Terziario 68 56 88

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Retribuzioni degli adulti nati all'estero espressi in % delle retribuzioni degli adulti autoctoni (2016)

Senza istruzione secondaria superiore Secondario superiore o postsecondario non terziario Terziario%

Tabella A4.4 e Figura A4.4

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Uno sguardo sull’istruzione della

popolazione nata all’estero

• I dati mostrano come in Italia si stabiliscano prevalentemente immigrati scarsamente qualificati, e che competono, sul mercato del lavoro, con la popolazione italiana senza titolo di studio.

• Contrariamente a ciò che avviene in altri Paesi, gli immigrati laureati finiscono anch’essi, in Italia, per occupare lavori meno qualificati, come indicato da retribuzioni inferiori.

Il peso delle origini sociali sulle carriere educative

Divari regionali nell’accesso e negli esiti dell’istruzione

Università e mobilità degli studenti

Differenze di genere nella transizione al mercato del lavoro

Uno sguardo sull’istruzione della popolazione nata all’estero

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I maggiori divari regionali nei tassi di

partecipazione all’istruzione/formazione in Italia

si riscontrano tra i 20-29enni

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%

Tassi di partecipazione dei 20-29enni all'istruzione e/o attività di formazione formale in Italia (2016)

Dati subnazionali B1.1 Education at a Glance

Il tasso di occupazione è generalmente

più basso nel Sud Italia e nelle Isole…

Base dati Education at a Glance

0102030405060708090

100

Tassi di occupazione degli adulti diplomati in Italia (2017)

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…ma sono ancora più bassi per i giovani adulti

rispetto all’intera popolazione in età lavorativa…

0102030405060708090

100

Tassi di occupazione degli adulti diplomati in Italia, per classe di età (2017)

25-64enni 25-34enni

Base dati Education at a Glance

…e il divario aumenta per i giovani adulti laureati

più nelle regioni meridionali e nelle isole che nel

Nord e Centro Italia

0102030405060708090

100

Tassi di occupazione degli adulti laureati in Italia, per classe di età (2017)

25-64enni 25-34enni

Base dati Education at a Glance

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Si osserva una grande differenza nella

percentuale dei NEET 15-29enni tra le diverse

regioni italiane

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1015202530354045

Percentuale di NEET tra i 15-29enni, per regioni subnazionali (2017) % Media nazionale Media regionale

Media

OCSE

Figura A2.6

Divari regionali nell’accesso e negli

esiti dell’istruzione

• Tutte le regioni – tranne una – hanno una quota di NEET superiore alla media OCSE; ma le differenze tra le regioni italiane sono grandi quasi quanto le differenze tra le medie nazionali dei Paesi OCSE.

• La partecipazione all’istruzione nella fascia di età 20-29, varia fortemente tra regioni, anche per via della migrazione interna legata agli studi.

• Per le regioni del Sud, le prospettive di “rientro dei cervelli” sono molto basse: il divario generazionale nei tassi di occupazione è particolarmente forte nelle regioni meridionali per i laureati.

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Il peso delle origini sociali sulle carriere educative

Divari regionali nell’accesso e negli esiti dell’istruzione

Università e mobilità degli studenti

Differenze di genere nella transizione al mercato del lavoro

Uno sguardo sull’istruzione della popolazione nata all’estero

L’Italia ha uno dei più bassi tassi di occupazione

dei giovani laureati, in calo dal 2007

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Tendenza nei tassi di occupazione dei 25-34enni laureati (2007 e 2017)

2007 2017

%

Figura A3.3

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Nella maggior parte degli altri Paesi, il tasso di

occupazione dei giovani laureati è superiore a

quello dei 55-64enni laureati

Figura A3.3

43 50

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Tassi di occupazione dei 25-34enni e 55-64enni laureati (2017)

55-64enni 25-34enni

%

35

Il numero di italiani che studiano all’estero a

livello terziario è aumentato del 36% in soli 3 anni

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Indice (2013=100)

Variazione del numero di studenti in mobilità in uscita verso Paesi OCSE e partner (dal 2013 al 2016)

Figura B6.3

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La meta più frequente per gli studenti italiani è il

Regno Unito, seguito da Francia, Austria e Germania

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10 000

12 000

14 000

Nr studenti

Principali destinazioni dell'area OCSE degli studenti italiani all'estero (2016 o anno disponibile più recente)

Base dati Education at a Glance

Nel frattempo (2013-16) il numero di studenti

stranieri iscritti all’università in Italia è aumentato

solo del 12%

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Indice (2013=100)

Variazione del numero di studenti in mobilità in entrata (dal 2013 al 2016)

Figura B6.3

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Università e mobilità degli studenti

• L’Italia presenta due dati anomali per quanto riguarda le prospettive occupazionali dei giovani laureati italiani. Se il loro numero è aumentato, in linea con quanto osservato anche in altri Paesi, le loro prospettive di occupazione si sono degradate, a partire da un livello già basso, nei dieci anni dal 2007 al 2017.

• E contrariamente a quanto si vede negli altri Paesi, il tasso di occupazione dei giovani laureati in Italia è di molto inferiore a quello dei laureati intorno ai 60 anni.

• Le competenze trasmesse dall’università italiana non sembrano ricercate dalle imprese, e le competenze più avanzate entrano in maniera molto più limitata che altrove nel tessuto produttivo del Paese.

Altri risultati

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Spesa per l’istruzione e corpo

docente 1/2

• La spesa per studente nelle istituzioni scolastiche dalla scuola primaria agli istituti postsecondari non terziari ha ritrovato gli stessi livelli del 2010 solo nel 2015.

• Al livello dell’istruzione terziaria, la spesa per studente è aumentata dell’1% nel 2015 rispetto al 2010.

• Il corpo docente è tra i più anziani dei Paesi dell’area OCSE ma la quota degli insegnanti anziani è iniziata a diminuire nel 2016 in seguito alle nuove assunzioni.

Spesa per l’istruzione e corpo

docente 2/2

• Le retribuzioni contrattuali dei docenti nella scuola pre-primaria fino alla scuola secondaria nel settore pubblico sono diminuite costantemente tra il 2010 e il 2016, in termini reali; nel 2016 gli stipendi degli insegnanti corrispondevano al 93% del loro valore rispetto al 2005.

• L’Italia è uno dei Paesi che prevede il più alto compenso retributivo per i dirigenti scolastici rispetto agli insegnanti.

• In Italia, oltre la metà delle decisioni nelle scuole secondarie inferiori sono prese a livello centrale.