Università IUAV Gruppo 183
description
Transcript of Università IUAV Gruppo 183
Università IUAV Gruppo 183
CORSO DI PERFEZIONAMENTO POST-LAUREAM
TUTELA E GESTIONE DEL SUOLO
Venezia, Università IUAV – Ca’ Tron
25 febbraio – 25 giugno 2011
VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI DI ALLUVIONI
Antonio Rusconi
Direttiva 2007/60/CE del 23 ottobre 2007
relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni
INDICE La Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni
Il D.lgs n.49/2010
I piani stralcio di bacino per la difesa idraulica
I piani stralcio per l’assetto idrogeologico della “1^ generazione”
I piani stralcio per la tutela del rischio idrogeologico di cui al D.lgs n. 152/2006
Il servizio di piena e la polizia idraulica
Allertamento e gestione delle emergenze (DPCM 27 febbraio 2004)
Invarianza idraulica
Le fasce di pertinenza fluviale
Direttiva 2007/60/CE del 23 ottobre 2007
relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni
La Direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, introduce l’obbligo di predisporre piani di gestione dei bacini idrografici per tutti i distretti idrografici al fine di realizzare un buon stato ecologico e chimico delle acque e contribuire a mitigare gli effetti delle alluvioni.Quest’ultimo aspetto non figura però tra gli obiettivi principali di tale direttiva, né questa tiene conto dei futuri mutamenti dei rischi di alluvioni derivanti dai cambiamenti climatici
ALCUNE DEFINIZIONI
VARIE TIPOLOGIE DI ALLUVIONI• straripamento dei fiumi;• Piene repentine;• Alluvioni urbane;• Inondazioni marine zone costiere
RISCHIO DI ALLUVIONILa combinazione della probabilità di un evento
alluvionale e delle potenziali conseguenze negative per la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e l’attività economica derivanti da tale evento (R=PxD) (D=Vu xVa)
Le Autorità di bacino distrettuali
1) Valutazione preliminare del rischio di alluvioni
(entro il 22 dicembre 2011)
Comprende:
- Mappe in scala appropriata del distretto idrografico e delle zone costiere con l’indicazione della topografia e dell’utilizzo del territorio;
- Descrizione delle alluvioni avvenute in passato, che hanno avuto notevoli conseguenze negative per la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche che abbiano notevole probabilità di verificarsi ancora in maniera simile;
- Descrizioni delle alluvioni significative avvenute in passato;
- Valutazione delle possibili future alluvioni;
Le Autorità di bacino distrettuali
2) Mappe della pericolosità e mappe del rischio di alluvioni(entro il 22 dicembre 2013)
Mappe della pericolosità:
Contengono la perimetrazione delle aree geografiche che potrebbero essere interessate da alluvioni secondo i 3 scenari (portata di piena, profondità acque, velocità flusso, numero abitanti interessati, attività economiche, impianti):
a) Scarsa probabilità di alluvioni, o scenari di eventi estremi;
b) Media probabilità di alluvioni, con tempo di ritorno probabile >= 100 anni;
c) Elevata probabilità di alluvioni, se opportuno
Le Autorità di bacino distrettuali
3) Piani di gestione del rischio di alluvioni(entro il 22 dicembre 2015)
Definiscono gli obiettivi per la gestione dei rischi di alluvioni per le zone individuate, ponendo l’accento sulla riduzione delle potenziali conseguenze. I piani tengono conto dei seguenti aspetti:
- Costi-benefici;
- Portata di piena,
- Vie di deflusso delle acque;
- Zone con capacità di espansione delle piene;
- Obiettivi ambientali di cui alla Direttiva 2000/60;
- Gestione del suolo e delle acque;
- Pianificazione del territorio;
- Utilizzo del territorio;
- Conservazione della natura;
- Navigazione e infrastrutture portuali;
Le Autorità di bacino distrettuali
Piani di gestione del rischio di alluvioni(entro il 22 dicembre 2015)
L’elaborazione dei piani di gestione dei bacini idrografici, previsti dalla Direttiva 2000/60, e l’elaborazione dei piani di gestione del rischio di alluvioni, previsti dalla Direttiva 2007/60, rientrano nella gestione integrata dei bacini idrografici.
I due processi costituiscono un unicum; devono sfruttare le reciproche potenzialità di sinergie e benefici comuni, tenendo conto degli obiettivi ambientali delle Direttiva 2000/60, garantendo l’efficienza e un razionale utilizzo delle risorse.
Le Autorità di bacino distrettuali
Elementi che devono figurare nei Piani di gestione del rischio di alluvioni
(allegato)
1 - Conclusioni della valutazione preliminare del rischio di alluvioni;2 - Mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni;3 - Descrizione degli obiettivi della gestione del rischio di alluvioni;4 – Sintesi delle misure, in ordine di priorità, intese a raggiungere gli
obiettivi della gestione del rischio alluvioni e delle misure adottate nell’ambito di altre Direttive:
- Direttiva 85/337 sulla VIA;- Direttiva 96/82 sulle sostanze pericolose;- Direttiva 2001/42 sulla VAS di piani e programmi;- Direttiva 2000/60.5 – Eventuali analisi misure con effetti transnazionali
Le Autorità di bacino distrettuali
Descrizione dell’attuazione del piano (allegato)
1 – Descrizione dell’ordine di priorità e delle modalità di monitoraggio dello stato di attuazione del piano;
2 – Sintesi delle misure/azioni adottate per informare e consultare il pubblico;
3 – Elenco delle Autorità competenti e descrizione del processo di coordinamento con la Direttiva 2000/60;
Elementi che devono figurare nei successivi aggiornamenti dei piani di
gestione del rischio di alluvioni(allegato)
Le Autorità di bacino distrettuali
Piani di gestione del rischio di alluvioni(art. 10)
Gli Stati membri mettono a disposizione del pubblico la valutazione preliminare del rischio di alluvioni, le mappe della pericolosità e del rischio e i piani di gestione del rischio di alluvioni:
Gli Stati membri incoraggiano la partecipazione attiva delle parti interessate all’elaborazione, al riesame e all’aggiornamento dei piani di gestione del rischio di alluvioni
(art. 13)
Gli Stati membri possono decidere di avvalersi delle valutazioni e delle mappe di pericolosità e rischio di alluvioni completate prima del 2010, se tali mappe forniscono un livello di informazioni equivalente ai requisiti della Direttiva 2007/60.
Il D.lgs n.49/2010
• Nel concetto di alluvione aggiunge anche l’allagamento conseguente a trasporto con mobilitazione di sedimenti anche ad alta densità (colate detritiche).
• Conferma la validità e l’integrazione del sistema di allertamento nazionale di cui al DPCM 27 febbraio 2004
Il D.lgs n.49/2010
• Ai fini della valutazione preliminare del rischio di alluvioni (entro il 22 settembre 2011), vengono fatti salvi gli strumenti già predisposti nell’ambito della pianificazione di bacino in attuazione di norme previgenti.
• Conferma la validità e l’integrazione del sistema di allertamento nazionale di cui al DPCM 27 febbraio 2004
Il D.lgs n.49/2010
Nell’ambito della redazione delle mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni (entro il 22 giugno 2013) modifica i 3 scenari di cui alla Direttiva 2007/60:
1) - Alluvioni rare di estrema intensità: tempo di ritorno fino a 500 anni (bassa probabilità);
2) – Alluvioni poco frequenti: tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (media probabilità);
3) – Alluvioni frequenti: tempo di ritorno fra 20 e 50 anni (elevata probabilità);
Le Autorità di bacino si avvalgono delle mappe della pericolosità e del rischio completate prima del 22/12/2010, se tali mappe forniscono un livello di informazione adeguato ai requisiti di cui al presente Decreto (!!!).
Il D.lgs n.49/2010
• La predisposizione dei piani di gestione del rischio di alluvioni (entro il 22 giugno 2015), avviene secondo quanto previsto dal D.lgs 152/2006, facendo salvi gli strumenti di pianificazione già predisposti nell’ambito della pianificazione di bacino in attuazione della normativa previgente.
• Conferma la validità e l’integrazione del sistema di allertamento nazionale di cui al DPCM 27 febbraio 2004
PIANO DI BACINODISTRETTUALE
PIANO DI GESTIONEDELLE ACQUE
(Piano stralcio)(2010)
ALTRI EVENTUALI PIANI STRALCIO
PIANO PER L’ASSETTO
IDROGEOLOGICO
(Piano stralcio)
PIANI STRAORDINARI
PIANI DI TUTELADELLE ACQUE
(Regioni e Prov.TN BZ)
PIANI URGENTIDI EMEGENZA
PIANI D’AMBITO
PIANI IRRIGUI
PIANO DI BACINODISTRETTUALE
PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
(2015)
PIANO DI GESTIONEDELLE ACQUE
(Piano stralcio)(2010)
ALTRI EVENTUALI PIANI STRALCIO
PIANO PER L’ASSETTO
IDROGEOLOGICO
(Piano stralcio)
PIANI STRAORDINARI
PIANI DI TUTELADELLE ACQUE
(Regioni e Prov.TN BZ)
PIANI URGENTIDI EMEGENZA
PIANI D’AMBITO
PIANI IRRIGUI
LE ARE ALLAGATE NEL NORD-EST
PIAVE
TAGLIAMENTO
LIVENZA
BRENTA
MAREGGIATA E ACQUA ALTA
1966-2011: aumento del rischio 1966-2011: aumento del rischio
R = PxD
RISCHIO 2011
RISCHIO 1966
P
D
DIFESA DEL SUOLO
- Bacini montani;
- Reti idrografiche acque alte;
- Reti locali acque basse;
- Litorali;
Primi anni ‘70
Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste
CONFERENZANAZIONALE
DELLE ACQUE
1971
Norme di attuazione per presidiare gli ambiti fluviali dove andranno realizzate le opere: divieto di edificazione e colture che impediscano il deflusso. Regolamentazione estrazione materiali litoidi.
Fabbisogno finanziario: 300 milioni di euro. Piano attuato per il 20%.
La Regione FVG ha esperito la gara per individuare il progettista e sta dando avvio alla prima cassa.
Il problema del consenso e della concertazione
PIANO STRALCIO DI BACINOPIANO STRALCIO DI BACINOPER LA DIFESA IDRAULICA DEL MEDIO E BASSO CORSO DEL TAGLIAMENTO (2000)PER LA DIFESA IDRAULICA DEL MEDIO E BASSO CORSO DEL TAGLIAMENTO (2000)
Latisana
Mare Adriatico
Portata di piena: 4.600 m3/s (Tr=100 anni), alla sezione di Pinzano (bacino S=2.400 kmq) non contenuta a valle.
Una prima eccedenza di 30-40 x 106 mc verrà trattenuta in casse di espansione a valle della stretta di Pinzano. A valle verranno trasferiti 4.000 m3/s.
Il tratto terminale verrà ricalibrato, adattando il canale scolmatore “Cavrato” (Q=2.500 m3/s).
Il ramo principale del Tagliamento farà defluire una portata pari a Q=1.500 m3/s.
BACINOMONTANO
TAGLIAMENTOUN PRIMO ESEMPIO DI PIANO
UN PRIMO ESEMPIO DI PIANO
STRALCIO DI BACINO
STRALCIO DI BACINO
Casse di espansione
(Ciano)
Casse di espansione
(Ponte di Piave)
Nervesa
Candelù
S.Donà
PIANO STRALCIO DI BACINO PER LA DIFESA IDRAULICA DEL MEDIO E BASSO CORSO DEL PIAVE
Serbatoi di Pieve di Cadoree Santa Croce
Adozione del progetto di piano (2001). Approvazione del piano (2009) Portata di piena: 4.000 mc/s (Tr=100 anni) alla sezione di Nervesa (S= 3900 km^2). Dalla sezione di Nervesa alla foce, si possono considerare tre tratti:tratto di monte: Nervesa-Candelù (la portata è contenuta dall’alveo); tratto finale Zenzon-foce (possono transitare solo 2.000 mc/s);tratto intermedio Candelù-Zenson, cambio di pendenza, l’acqua esce (14 rotte nel 1966). Il piano prevede tre fasi di attuazione con due periodi intermedi di verifica. Interventi non strutturali:utilizzo serbatoi esistenti per sfasare e laminare i colmi di piena degli affluenti;campagne di misura per valutare la reale scabrezza del tratto terminale; integrazione e potenziamento reti monitoraggio idrologico. Interventi strutturali:manutenzione ed adeguamento delle arginature esistenti. costruzione di 8 casse di espansione a Ponte di Piave (4 + 4).costruzione di casse di espansione a Ciano. Misure di salvaguardia: divieto di nuovi insediamenti nel territorio intrarginale, modalità di prelievo di materiale litoide, privilegiando la movimentazione rispetto all’asportazione, ecc. Fabbisogno finanziario: 850 miliardi.
SCHEMA SEMPLIFICATODEL PIANO DELLA GESTIONE
DELLE RISORSE IDRICHE-----------
Durata: 3 anniCosti: € 46.500.000
SCHEMA SEMPLIFICATODEL PIANO DELLA GESTIONE
DELLE RISORSE IDRICHE-----------
Durata: 3 anniCosti: € 46.500.000
Manutenzione rete canali irrigui (+ 6 m3/s)Vasche di accumulo (+ 6 m3/s * 45 gg = 23.328.000 m3).Riconversione irrigua da scor- rimento a pioggia (+ 15÷20 m3/s).Minimo deflusso vitale [Portata di rispetto] (- 11 m3/s).
2
1
3
4
4
4
4
3
3
2
2
1
1
1
4
2
4
Pieve di Cadore
S. Croce
Mis
diversione in Livenza
MAREADRIATICO
3
Cava di ghiaia in Comune di Montebelluna (TV) volume scavato 3.000.000 m3 volume concesso 9.000.000 m3
300m.20m.
500m.
OBIETTIVI E FINALITA’ DEL P.A.I.OBIETTIVI E FINALITA’ DEL P.A.I.1 - PERIMETRAZIONE AREE PERICOLOSE E A RISCHIO2 - PRESCRIZIONI IDROGEOLOGICHE ED URBANISTICHE3 - PROGRAMMI MITIGAZIONE RISCHIO4 - PROVINCE E COMUNI PARTECIPANO AL P.A.I.
NOVEMBRE 1966 - MOTTA DI LIVENZANOVEMBRE 1966 - MOTTA DI LIVENZA
La perimetrazione della pericolosità e del rischio La perimetrazione della pericolosità e del rischio
Carta degli insediamenti, delle attività antropiche e del Carta degli insediamenti, delle attività antropiche e del patrimonio ambientale : D (danno)patrimonio ambientale : D (danno)
CARTA TECNICA R.FOTO AIMA (MIN.AMB)CARTA TECNICA R.FOTO AIMA (MIN.AMB)
Carta delle aree a rischio (Perimetrazione del rischio Carta delle aree a rischio (Perimetrazione del rischio idraulico e geologico)idraulico e geologico)
R = P * D = P * Val * VulR = P * D = P * Val * Vul
Carta della pericolosità : P (idraulica e geologica)Carta della pericolosità : P (idraulica e geologica)(P(P11, P, P22, P, P33, P, P44))
STUDI,INDAGINI,MODELLISTICASTUDI,INDAGINI,MODELLISTICA
+
=
OBIETTIVI E FINALITA’ DEL P.A.I.OBIETTIVI E FINALITA’ DEL P.A.I.1 -1 - PERIMETRAZIONE AREE PERICOLOSE E A RISCHIOPERIMETRAZIONE AREE PERICOLOSE E A RISCHIO2 -2 - PRESCRIZIONI IDROGEOLOGICHE ED URBANISTICHEPRESCRIZIONI IDROGEOLOGICHE ED URBANISTICHE3 -3 - PROGRAMMI MITIGAZIONE RISCHIOPROGRAMMI MITIGAZIONE RISCHIO4 -4 - PROVINCE E COMUNI PARTECIPANO AL P.A.I.PROVINCE E COMUNI PARTECIPANO AL P.A.I.
CURVA DI ISORISCHIOCURVA DI ISORISCHIO
P = R x 1/D
Carta pericolositàCarta pericolosità
Carta aree a rischioCarta aree a rischio
Carta insediamentiCarta insediamenti
VALUTAZIONE DEIVALUTAZIONE DEILIVELLI DI RISCHIOLIVELLI DI RISCHIO
(R1, R2, R3, R4)
(P1, P2, P3, P4)
CLASSE CLASSE EFFETTI EFFETTI MISURE DI SALVAGUARDIA: MISURE DI SALVAGUARDIA:DI RISCHIO DI RISCHIO INTERVENTI PERMESSI INTERVENTI PERMESSI
R4R4 perdite vite umaneperdite vite umane Demolizioni senza ricostruzioni.Demolizioni senza ricostruzioni.gravi danni edifici e patr. amb.gravi danni edifici e patr. amb. Manutenzione ordinaria.Manutenzione ordinaria.distruzione attività economichedistruzione attività economiche Manutenz. ord. e str. OO.PP. Opere sistemaz. frane.Manutenz. ord. e str. OO.PP. Opere sistemaz. frane.
R3R3 problemi incolumità personeproblemi incolumità persone Tutti i precedenti.Tutti i precedenti.danni edifici e patr. amb.danni edifici e patr. amb. Ristrutturazi. edilizia senza aumento vol/sup e rischio. Ristrutturazi. edilizia senza aumento vol/sup e rischio. interruzzione attività economicheinterruzzione attività economiche Ampliamenti per adeguamenti igienico sanitariAmpliamenti per adeguamenti igienico sanitari
R2R2 danni minori edifici e funzionalitàdanni minori edifici e funzionalità non definite non definiteattività economicheattività economichedanni patr. amb.danni patr. amb.
R1R1 danni sociali, economici edanni sociali, economici e non definite non definitepatr. amb. (marginali)patr. amb. (marginali)
P3P3
P2P2
R...R...
R...R... INDIRIZZI DI PIANIFICAZIONEINDIRIZZI DI PIANIFICAZIONE
DEFINIZIONE AZIONI AMMISSIBILIDEFINIZIONE AZIONI AMMISSIBILI
Valutazione dei livelli di rischio (R1, R2, R3, R4)
Diversa VulnerabilitàDiversa Vulnerabilità
Vul1 Vul2D1 > D2 Vul1 > Vul2
frana frana
Diverso ValoreDiverso Valore
Val1Val2
D1 > D2 Val1 > Val2
frana frana
R = P * D D = Val * Vul R = P * Val * Vul
COMUNE DI BORCA DI CADORE
Area di pericolosità-rischio elevata e molto elevata
Colata detritica: fenomeno impulsivo difficilmente prevedibile, caratterizzato da elevate velocità di movimentazione del detrito (VELOCITA’).
In questo caso specifico sono elevati anche i volumi di materiale detritico mobilizzabile (SEVERITA’ GEOMETRICA)
Perimetrazione di rischio:1) Sono recepite le perimetrazioni R4 e R3 del Piano Straordinario;
2) Vengono recepite le perimetrazioni P3 come indicate dal CNR-IRPI
Questa perimetrazione non tiene in considerazione le opere di mitigazione recentemente realizzate
Rischio geologico • Censite 1752 frane nel bacino del Censite 1752 frane nel bacino del
Piave e 7 aree a rischio valanga.Piave e 7 aree a rischio valanga.
Località Fiammes
Colate di detrito (debris flow)
Vallo
Carta della pericolosità
risultante
PAI - CRITERI DI REDAZIONE DELLE CARTE DEL RISCHIO PAI - CRITERI DI REDAZIONE DELLE CARTE DEL RISCHIO IDRAULICO IN PIANURA - VINCOLISTICA PER LE DIVERSE IDRAULICO IN PIANURA - VINCOLISTICA PER LE DIVERSE
CLASSI DI PERICOLOSITA’CLASSI DI PERICOLOSITA’
P3P3 P2P2 P1P1150 m
1 m
CLASSE CLASSE EFFETTI EFFETTI MISURE DI SALVAGUARDIA: MISURE DI SALVAGUARDIA:DI RISCHIO DI RISCHIO INTERVENTI PERMESSI INTERVENTI PERMESSI
P4P4 perdite vite umaneperdite vite umane Demolizioni senza ricostruzioni.Demolizioni senza ricostruzioni.gravi danni edifici e patr. amb.gravi danni edifici e patr. amb. Manutenzione ordinaria.Manutenzione ordinaria.distruzione attività economichedistruzione attività economiche Manutenz. ord. e str. OO.PP. Opere sistemaz. frane.Manutenz. ord. e str. OO.PP. Opere sistemaz. frane.
P3P3 problemi incolumità personeproblemi incolumità persone Tutti i precedenti.Tutti i precedenti.danni edifici e patr. amb.danni edifici e patr. amb. Ristrutturazi. edilizia senza aumento vol/sup e rischio. Ristrutturazi. edilizia senza aumento vol/sup e rischio. interruzzione attività economicheinterruzzione attività economiche Ampliamenti per adeguamenti igienico sanitari.Ampliamenti per adeguamenti igienico sanitari.
P2P2 danni minori edifici e funzionalitàdanni minori edifici e funzionalità Completamento previsioni urbanistiche, previa compatibilitàCompletamento previsioni urbanistiche, previa compatibilitàattività economicheattività economiche idrogeologica. Escluse nuove espansioni urbanistiche. idrogeologica. Escluse nuove espansioni urbanistiche.danni patr. amb.danni patr. amb.
P1P1 danni sociali, economici edanni sociali, economici e Ricordarsi che tali aree sono andate sommerse. Fare le neces-Ricordarsi che tali aree sono andate sommerse. Fare le neces-patr. amb. (marginali)patr. amb. (marginali) sarie verifiche prima di utilizzare quelle aree.sarie verifiche prima di utilizzare quelle aree.
LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICOLA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO
• A seguito di interventi di mitigazione (diaframmatura argini), le aree pericolose ed a rischio sono state ridotte.
• Con l’attuazione degli interventi del Piano stralcio ci sarà una radicale riduzione della pericolosità idraulica.
• Piano decennale.
LA CARTA DEL RISCHIO IDRAULICO IN MONTAGNALA CARTA DEL RISCHIO IDRAULICO IN MONTAGNALA FRATTALITA’ DEL RETICOLO IDROGRAFICOLA FRATTALITA’ DEL RETICOLO IDROGRAFICO
..1.1. Identificazione dei corsi d’acqua principali o preminenti in termini di rischio Identificazione dei corsi d’acqua principali o preminenti in termini di rischio
idrogeologico. Tracciamento delle sponde. All’interno, P4.idrogeologico. Tracciamento delle sponde. All’interno, P4.2.2. Restante reticolo idrografico perimetrato dalle Amm.Loc.li con successivo Restante reticolo idrografico perimetrato dalle Amm.Loc.li con successivo
recepimento dell’AdB.recepimento dell’AdB.3.3. Esternamente ai corsi d’acqua sopra definiti, in attesa di studi, dichiarate Esternamente ai corsi d’acqua sopra definiti, in attesa di studi, dichiarate
pericolose le aree allagate negli ultimi 100 anni (no mitigazione, no studi, no pericolose le aree allagate negli ultimi 100 anni (no mitigazione, no studi, no altri piani).altri piani).
4.4. Aree allagate definite mediamente pericolose P2, salvo fascia adiacente fiume: Aree allagate definite mediamente pericolose P2, salvo fascia adiacente fiume: P3 e aree disalveazione ed in erosione P4.P3 e aree disalveazione ed in erosione P4.
5.5. Individuazione fascia P3: terreno altimetricamente inferiore a +2m dalla Individuazione fascia P3: terreno altimetricamente inferiore a +2m dalla quota ciglio/sponda o piede argine, comunque < 2L e comunque < 100mquota ciglio/sponda o piede argine, comunque < 2L e comunque < 100m
Il PAI rinvia alle Conferenze Il PAI rinvia alle Conferenze programmatiche la redazione programmatiche la redazione delle carte del rischio idraulicodelle carte del rischio idraulico
PAI: ART. 6 delle Norme di attuazione:PAI: ART. 6 delle Norme di attuazione: ((AGGIORNAMENTO DEL PIANO A SEGUITO DI AGGIORNAMENTO DEL PIANO A SEGUITO DI
STUDI E INTERVENTISTUDI E INTERVENTI ( (in salvaguardiain salvaguardia))1.1. I Comuni possono promuovere studi di dettaglio per approfondire le I Comuni possono promuovere studi di dettaglio per approfondire le
ipotesi di rischio e, previo parere della Regione, inviano le proposte di ipotesi di rischio e, previo parere della Regione, inviano le proposte di modifica all’A.B. - Il Segretario Generale, su parere del CT, decreta la modifica all’A.B. - Il Segretario Generale, su parere del CT, decreta la variazione al piano. La determinazione del S.G. ha variazione al piano. La determinazione del S.G. ha immediato effetto immediato effetto di variante al PAIdi variante al PAI, in attesa della approvazione definitiva del Comitato , in attesa della approvazione definitiva del Comitato Istituzionale.Istituzionale.
2.2. Soggetti pubblici o privati possono realizzare studi e progetti di Soggetti pubblici o privati possono realizzare studi e progetti di mitigazione. Tramite la competente Amministrazione, il S.G. approva mitigazione. Tramite la competente Amministrazione, il S.G. approva l’ipotesi delle nuove perimetrazioni e, terminati e collaudati i lavori, l’ipotesi delle nuove perimetrazioni e, terminati e collaudati i lavori, assume gli eventuali provvedimenti, immediatamente efficaci, in attesa assume gli eventuali provvedimenti, immediatamente efficaci, in attesa della definitiva approvazione del C.I.della definitiva approvazione del C.I.
3.3. In caso diIn caso di errori materiali errori materiali, il S.G. apporta le correzioni agli elaborati , il S.G. apporta le correzioni agli elaborati su conforma parere del CT. La determinazione del SG ha effetto di su conforma parere del CT. La determinazione del SG ha effetto di variante al PAI, in attesa della definitiva approvazione del C.I.variante al PAI, in attesa della definitiva approvazione del C.I.
Rio Roncatto
Rio Costeana
T.Boite
T. Bigontina
Rio Falzarego
ART.7 - ART.7 - Pericolosità idraulica in Pericolosità idraulica in assenza di cartografiaassenza di cartografia
ART. 17 - ART. 17 - Misure di tutela nelle aree Misure di tutela nelle aree fluvialifluviali
• Nei territori per i quali non è stata ancora adottata la cartografia di Nei territori per i quali non è stata ancora adottata la cartografia di perimetrazione della pericolosità idraulica, in assenza di specifici studi, perimetrazione della pericolosità idraulica, in assenza di specifici studi, sono sono considerate pericolose le aree allagate nel corso degli ultimi 100 anni.considerate pericolose le aree allagate nel corso degli ultimi 100 anni.
• In sede di conferenze programmaticheIn sede di conferenze programmatiche sono definite le perimetrazioni e le sono definite le perimetrazioni e le classificazioni di pericolosità e rischio idraulico.classificazioni di pericolosità e rischio idraulico.
• I territori compresi all’interno di argini o sponde della rete idrografica I territori compresi all’interno di argini o sponde della rete idrografica sono sono classificati P4classificati P4. Per le edificazioni esistenti, P3.. Per le edificazioni esistenti, P3.
• Nell’ambito delle perimetrazioni cartografiche, in occasione delle c.p., saranno Nell’ambito delle perimetrazioni cartografiche, in occasione delle c.p., saranno identificati i identificati i corsi d’acqua principalicorsi d’acqua principali, le , le spondesponde, le rive o gli argini., le rive o gli argini.
• Per la delimitazione del Per la delimitazione del restante reticolo idrograficorestante reticolo idrografico, l’AB può avvalersi delle , l’AB può avvalersi delle Amministrazioni locali. Tali perimetrazioni, sentite le Regioni, saranno Amministrazioni locali. Tali perimetrazioni, sentite le Regioni, saranno successivamente integrate nel PAI.successivamente integrate nel PAI.
CRITERI PER LA PERIMETRAZIONE E CLASSIFICAZIONE DELLA PERICOLOSITA’ IDRAULICA NEI TERRITORI MONTANI ANCORA NON
CARTOGRAFATI
D < 100 metri
D < 2 L
h < 2 metri
L
D
h
P4 P3 P2P4
quota allagamento
L.18.5.89 N°183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale sulla
difesa del suolo
D.Lvo 152/89 (D.Lvo 258/00)Tutela delle acque dall’inquinamento
DIRETTIVA 2000/CE del 23-10-2000 Quadro per l’azione comunitaria in materia di acque
PIANO DI BACINOPIANO DI BACINO
PIANI DI TUTELA DELLE ACQUEPIANI DI TUTELA DELLE ACQUE
TUTELA QUALI-QUANTITATIVA DELLE ACQUE:TUTELA QUALI-QUANTITATIVA DELLE ACQUE:QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTOQUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
DISTRETTI IDROGRAFICI - AUTORITA’ DEI D. (22-12-2003)DISTRETTI IDROGRAFICI - AUTORITA’ DEI D. (22-12-2003)
PIANI DI GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI (22-10-2008)PIANI DI GESTIONE DEI BACINI IDROGRAFICI (22-10-2008)
CLASSIFICAZIONE ACQUE E OBIETTIVI DI QUALITA’CLASSIFICAZIONE ACQUE E OBIETTIVI DI QUALITA’
TUTELA QUANTITATIVA E QUALITATIVATUTELA QUANTITATIVA E QUALITATIVA