Università di Firenze Mente e medium Saturazione cognitiva (dispersività ) Disattivazione...
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Università di Firenze
Mente e medium
Saturazione cognitiva (dispersività)
Disattivazione cognitiva di abilità interne
Apprendimento strategia/procedura (velocizzazione, con interazione ..)
Sinergia conoscitiva (surplus conoscitivo conseguito, sinergia simbolizzante)
Consolidamento esercizio di abilità/ capacità possedute
Affioramento lento nuove pratiche cognitive???
Pro memoria: Uso delle tecnologie per apprendere aspetto ergonomico
Tener d’occhio ciò che si può perdere accanto a ciò che si può guadagnare nella dinamica cognitiva
Sinergia “costruzionistica”
Internalizzazione (dalla macchina alla mente)
Università di Firenze
PROGETTAZIONE e AZIONE DIDATTICA
Valutazione preliminare
obiettivo
allievo
ambiente
Strutturazione
Allestimento
scaffolding
modelli dell’apprendimento e della
didattici
Attuazione
gestione
riflessione/valutazione
PROCESSO
Prodotto
Ambiente di apprendimento
obiettivo
allievoambiente
?
Che rilevanza diamo all’obiettivo? Come lo pensiamo? …
a) A che livello di definizione-chiarezza (da definire in itinere..)?
b) che grado di uniformità di conseguimento si intende garantire. . .
c) che rilevanza assume? . .
visibilità esternatrasferibilità ad altri settoriapplicabilità….
Università di Firenze
Conoscere (termini, concetti, reti concettuali….)
Comprendere (scoprire relazioni significative….)
Applicare (trasferire conoscenze a diverso contesto..)
Trasformare/adattare/integrare conoscenze acquisite
Autoorganizzare, autoprodurre conoscenza:…
Processi cognitivi :…
A che livello di profondità si colloca l’attività cognitiva ……?
Università di Firenze
Secondo Le Boterf (1994): La competenza risiede nella mobilitazione delle risorse dell’individuo (conoscenze, abilità, atteggiamenti, ecc.), e non nelle risorse stesse, e si configura quindi come un saper agire (o reagire) in una determinata situazione, in un determinato contesto, allo scopo di conseguire una performance, sulla quale altri soggetti (superiori o colleghi) dovranno esprimere un giudizio.
Competenza…
Università di Firenze
che cosa so dell’allievo?
a) condizioni individuali di partenza (preconoscenze, motivazione, atteggiamento, stili cognitivi, autocontrollo..)
c) eterogeneità e clima sociale. . . .
------------------------------------------------d) Che livello di responsabilità assegnerò all’allievo
(fruitore, attivo, coautore..)?
e) Posso eventualmente assegnare ruoli specifici?
ALLIEVO
Università di Firenze
Quali vincoli pone l’ambiente?
Quale è l’habitat spaziale dell’apprendimento (aula / laboratorio, pluralità di sedi, ambiente virtuale...?)
Gli spazi consentono forme di attività diverse dalla lezione frontale?
Si pone il problema di un’integrazione tra ambienti reali e virtuali?.
AMBIENTE
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Es. DISPOSIZIONE LOGISTICA (computer)
Area video
Area lettura
Postazioni Internet Tavolo di
studio
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che strutturazione intendo dare al percorso
a) nessuna suddivisione, percorso “emergente”articolazione in diversi momenti (unità o moduli)
b) in caso di articolazione in sottocomponenti, che rapporto tra essesuccessione sequenziale (rapporto di propedeuticità)vincolo debole (parallelismo opzionale, affinità)
percorso unico individualizzato
personalizzato?
STRUTTURAZIONE
Università di Firenze
-strumenti (“inneschi”), tecnologie adottabili (esposizione contemporanea, gradualizzata...?) -quali risorse umane (docenti?), pari (che peso si può dare alla collaborazione tra pari)
-quali norme e consegne?
-quali sistemi di gestione/ facilitazione dei compiti?
SCAFFOLDING- ALLESTIMENTO Livello generale
Università di Firenze
1- presentazione-accoglienza chiarimento degli obiettivi agli allievi2-consegne di lavoro. Come articolarle?Allestimento fasi, scadenze didattiche, verifiche:3-attivazione attenzione- preconoscenzeimportanza degli aspetti problemici 4-eventuale attività individuale, in coppia, in grupposoluzioni e applicazioni (valutazione tempi individualizzati, possibili criticità, interferenze)5 - coaching e valutazione formativa…………………..
ALLESTIMENTO: livello specifico
Università di Firenze
-controllo da mantenere sulla classe (comportamenti accettati, disciplina): chiarezza delle regole e riscontri-grado di libertà assegnato a eventi imprevisti, eventuale riconfigurazione-gestione tempi e spazi-atteggiamento (comunicazione verbale ed extraverbale)-alternanza di ruoli (istruttore? facilitatore? coordinatore..?)gestione del coaching?
GESTIONE
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cosa ha funzionato, cosa no? cosa ci dicono gli elementi raccolti
come modificare l’intervento successivo per conseguire maggiore efficacia?
quali difficoltà sottovalutate?come strutturare meglio spazi e materiali per il
proseguo?
RIFLESSIONE
Università di Firenze
Dietro tutto.. teorie dell’apprendimento e dell’istruzione
Università di Firenze
Problem solving e
campo percettivo
Metacognizione
Ripresentazione-riattraversamenti
Scaffolding-Collaborazione
Valutazione formativa (rinforzo, feed-back)
Valorizzazione (autostima)
Strutturazione cognitiva
Esperienza personale
Gestalt
Rogers
Skinner Bloom
Piaget. Ausubel,
Rumelhart
Flavellc
Costruttivismo
Dewey
Università di Firenze
Pregiudizio diffuso:la dimensione “instructional” è il regno dell’improvvisazione e della creatività soggettiva
MODELLI DIDATTICI
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•Ha come obiettivo di prospettare le soluzioni (interventi) più idonee perché l’apprendimento diventi:
- efficace- efficiente- attraente
• E’ prescrittivo
•Identifica modelli operativi opportuni (con carattere probabilistico)
• Suddivide i modelli operativi in componenti
L’INSTRUCTIONAL DESIGN
Università di Firenze
Siamo in una situazione in cui si chiede di valorizzare….:
a) Entry points e stili di pensiero diversificati ( Gardner )b) Apprendimenti autoregolarizzati (Self-regulated learning, Lyn
Corno, Judi Randi) c) Organizzazione sequenziale e concettuale (Reigeluth)d) Apprendimenti basati fortemente sul fare (goal based scenario
Schanke) Apprendimenti complessi con alto grado di flessibilità ed interattività
(Open Learning Environment di Hannafin)f) Apprendimenti complessi in ambienti ill structured (teoria della
Flessilbilità cognitiva, Spiro etc.. oppure Jonassen, Collins, )g) Apprendimenti basati su problem solving collaborativo (Nelson )
“METAMODELLO” DI MERRIL
VARIETA’ DI MODELLI
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Finalità primaria:Aiutare a selezionare e ordinare contenuti in modo da ottimizzare il raggiungimento
degli obiettiviPrecondizioni: Adatto per contenuti afferenti a domini cognitivi mediamente complessi e
complessi, ma non a domini affettivi
Charles M- Reigeluth
The Elaboration Theory: Guidance for Scope and Sequence DecisionsCharles M. Reigeluth
1 – Strategie per ordinare una sequenza di contenuti come concetti/teorie e principi• insegnare i concetti più generali prima di quelli più specifici • utilizzare un approccio o topico o a spirale• insegnare i contenuti “di supporto” insieme ai concetti cui si riferiscono•raggruppare i concetti e i contenuti di supporto in modo che non siano né troppo ampi da rendere difficile la revisione e la sintesi né troppo ristretti da interrompere il processo di apprendimento
Università di Firenze
Goal-based scenario, ossia una simulazione learning-by-doing in cui gli allievi perseguono un obiettivo esercitando specifiche abilità e utilizzando specifiche conoscenze che consentano loro di realizzare l’obiettivo.
Punto chiave: collocare gli obiettivi d’apprendimento nelcontesto di una storia che motivi gli studenti ad apprenderee a sviluppare le operazioni da compiere per raggiungere gli obiettivi
Goal based scenario
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Obiettivo primario: Affrontare problemi complessi con una varietà di metodi e un alto grado di
flessibilità Offre una teoria per situazioni nelle quali il pensiero divergente e le prospettive multiple sono valutabili su una singola prospettova corretta .
Precondizioni: E’ adatto per forme di apprendimento di carattere euristico in ambito scientifico, in
particolare in Fisica, con problemi , poco definiti, poco strutturati
Open learning environmentsOpen learning environments(Michael Hannafin, Susan Land, Kevin Oliver)(Michael Hannafin, Susan Land, Kevin Oliver)
Uso di strumenti di visualizzazione e manipolazione per facilitare la sperimentazione di fenomeni complessiUso di contesti autentici per favorire la connessione tra conoscenza formale ed esperienza quotidiana
Uso di ambienti ricchi di risorse per supportare il lavoro degli studenti
Si avvale di ambienti tipo Micromondi che consentono agli studenti di manipolare variabili e osservare i risultati in contesti simulati
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Contesto dipartenza
Risorse
Strumenti
Scaffolding
Guida lo studente nel riconoscere o generare i problemi da affrontare. Influenza in modo in cui vengono pianificate le strategie e interpretare le risorse
Siti Internet, libri, supporto umano forniscono le informazioni necessarie
Strumenti che consentono di manipolare risorse e idee
Processing tools / Seeking tools Collecting tools/ Organizing tools/Integrating tools / Generating tools/ Manipulation tools / Communication tools
• Concettuale: guida su cosa porre l’attenzione• Metacognitivo: guida come pensare• Procedurale: guida sugli strumenti di cui avvalersi• Strategico: guida su quali approcci utilizzare
MetodoContesti imposti dall’esterno: il problema è gia specificatoContesti indotti dall’esterno: il contesto è dato lo studente genera il problemaContesti generati individualmente: lo studente genera contesto e problema
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Possono essere implementati in diversi programmi e pratiche
L’apprendimento è facilitato se si rispettano questi principi
Se sono violati l’apprendimento decresce
Merrill First PrinciplesMerrill First Principles
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Merrill Dimensioni fondamentaliMerrill Dimensioni fondamentali
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L’apprendimento è facilitato quando: chi apprende è coinvolto nella soluzione di problemi reali l’allievo risolve una progressione di problemil’allievo risolve una progressione di problemi l’allievo è guidato ad una esplicita comparazione dei problemil’allievo è guidato ad una esplicita comparazione dei problemi
Nota: esistono varie tipologie di problemi: categorizzazione, progettazione (design), interpretazione.A volte i problemi sono complessi, vanno suddivisi in problemi più semplici. Quando non è possibile rendere semplice il problema occorre che il coach risolva lui una parte del problema…..
ProblemProblem
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L’apprendimento è facilitato quando: l’allievo è indotto a ricordare, relazionare, descrivere o
mostrare, applicare conoscenza risultante da esperienze rilevanti del passato che può essere usata come fondamento di nuova conoscenza
all’allievo è offerta esperienza rilevante che può essere usata come fondamento per nuova conoscenza
ActivationActivation
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L’apprendimento è facilitato quando: all’allievo viene “dimostrato” esplicitamente che cosa va
appreso, anziché semplicemente “detto”; Il processo è visualizzato Sono mostrati esempi e contro esempi la dimostrazione è coerente con gli obiettivi
d’apprendimento: esempi e non esempi per i concetti, dimostrazioni per le procedure, visualizzazioni per i processi, modellizzazione per i comportamenti;
gli allievi vengono opportunamente guidati e orientati verso le informazioni rilevanti;
vengono usate ed esplicitamente confrontate rappresentazioni multiple.
DemostrationDemostration
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L’apprendimento è facilitato quando: all’allievo si richiede di usare la sua conoscenza per
risolvere problemi; l’allievo è messo in condizione di classificare, produrre
compiti, elaborare ipotesi, cercare di predire attivamente conseguenze;
l’attività di soluzione di problemi è congruente con gli obiettivi di apprendimento;
all’allievo si mostra come individuare e correggere errori, guidandolo con adeguato coaching.
ApplicationApplication
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L’apprendimento è facilitato quando: gli allievi sono incoraggiati a dare pubblicamente
dimostrazioni della loro conoscenza o abilità acquisita; gli allievi possono riflettere su, difendere, discutere e
definire la loro conoscenza; gli allievi possono creare inventare ed esplorare nuovi e
personali modi di usare la loro conoscenza.
IntegrationIntegration
Università di Firenze
Grazie.Grazie.
La presentazione è finita