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Università degli studi di Verona Storia del commercio internazionale Prof.ssa Maria Luisa Ferrari A.A. 2008/2009 Ascesa, crisi e Ascesa, crisi e riforma dello Stato riforma dello Stato Sociale Sociale Benedetta Patuzzo Benedetta Patuzzo Alice Cusini Alice Cusini

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Università degli studi di VeronaStoria del commercio internazionale

Prof.ssa Maria Luisa FerrariA.A. 2008/2009

Ascesa, crisi e riforma Ascesa, crisi e riforma dello Stato Socialedello Stato Sociale

Benedetta Patuzzo Alice Benedetta Patuzzo Alice CusiniCusini

10 Dicembre 200810 Dicembre 2008

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Il Welfare StateIl Welfare State E’ un insieme di interventi pubblici

connessi al processo di modernizzazione, i quali forniscono protezione sottoforma di assistenza, assicurazione e sicurezza sociale, introducendo fra l’altro specifici diritti sociali nel caso di eventi prestabiliti nonché specifici doveri di contribuzione finanziaria.

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L’L’ ascesaascesa ORIGINI:ORIGINI:• a partire dal XVI sec. negli Stati Europei: POOR RELIEF

(assistenza ai poveri).

• In Inghilterra: le POOR LAWS del 1834 costituisce l’esempio più articolato di assistenzialismo pubblico nel periodo antecedente all’introduzione dell’assicurazione obbligatoria. Sulla base di un vero e proprio codice, lo stato si impegnava a fornire un ricovero (indoor relief) a tutti i poveri impossibilitati all’auto-sussistenza, a condizione che essi accettassero l’internamento e la disciplina lavorativa delle case di lavoro (workhouses). Questa prima forma assistenziale aveva una natura repressiva.

ASSISTENZA: comprende tutti quegli interventi a carattere altamente condizionale, volti a rispondere in modo mirato a specifici bisogni individuali o a categorie circoscritte di bisognosi. E’ una forma di intervento selettivo (rispetto alle condizioni di bisogno e di reddito) e residuale (rispetto alle capacità di auto-soccorso individuale e familiare)

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L’ ascesaL’ ascesaDECOLLODECOLLO:

Nel XIX sec. vi è la sperimentazione delle prime forme assicurative come risposta ai rischi tipici di una società industriale che ha ridotto l’utilità e il ruolo di forme di intervento specifiche e mirate.

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L’ ascesaL’ ascesaPUNTO DI SVOLTA: PUNTO DI SVOLTA:

1. introduzione dell' ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA , avvenuta in quasi tutti i paesi nell'ultimo ventennio del diciannovesimo secolo.

2. Paesi che introdussero l'assicurazione obbligatoria:

• Germania di Bismarck: 1883 contro le malattie, 1884 contro gli infortuni, 1889 contro la vecchiaia e l'invalidità. E’ la prima ad introdurre schemi di assicurazione sociale obbligatoria rivolti essenzialmente proteggere gli operai del settore industriale

• Austria: 1887 infortuni, 1888 malattie• Norvegia: 1894 infortuni• Finlandia: 1895 infortuni• Italia: 1898 infortuni

Assicurazione sociale obbligatoria offriva prestazioni standardizzate in forma automatica imparziale, fondate su precisi diritti individuali e secondo modalità istituzionali altamente specializzate, su base prevalentemente nazionale.

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1. Prima forma di assicurazione obbligatoria: contro gli infortuni

Nasce come conseguenza dell’ accelerazione del processo di industrializzazione: sempre più persone lavoravano in fabbrica e sempre più il problema sociale era grave e visibile. Anche i socialisti appoggiavano questa linea sociale in quanto si ricollegava agli interventi regolativi sul lavoro di fabbrica.

2. Seconda forma di assicurazione obbligatoria: contro le malattie, vecchiaia e invalidità.

3. Terza forma di assicurazione obbligatoria: contro la disoccupazione.

Questa fu un’ innovazione molto importante che rappresentò una rottura radicale con la tradizione liberale e conservatrice che aveva sempre considerato la disoccupazione come risultato di incapacità individuali e non come un rischio sociale prodotto dai meccanismi della società o dal mercato.

• Gran Bretagna: 1911• Italia: 1919• Austria 1920• Francia, Olanda, Islanda e Svizzera: dopo la seconda guerra

mondiale.

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Le cause che portarono all’ ascesa Le cause che portarono all’ ascesa dell’ assicurazione obbligatoriadell’ assicurazione obbligatoria

Fattori corniceFattori cornice

• Problemi funzionali emersi dal processo di modernizzazione alla fine del XIX secolo in tutti i Paesi europei.

Vi era la necessità di garantire e pilotare l’integrazione sociale delle masse lavoratrici.

Il rapido decollo industriale che mise a disposizione una quantità crescente di risorse per permettere l’ intervento dello stato nella politica sociale, e la razionalizzazione degli apparati sociali effettuate in Europa fornì le risorse amministrative necessarie a questo scopo.

Fattori specificiFattori specifici

• Problemi di ordine politico –istituzionale.

Fu la mobilitazione operaia che diede la spinta decisiva per l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria seguendo due distinti percorsi:

Regimi monarchico autoritari: Germania, Austria, Finlandia, Svezia, Italia

Fu concessa ai fini di controllo sociale e autolegittimazione, prima del democratizzazione del suffragio.

Regimi parlamentari: Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda

Si dovette aspettare che il partito operaio la introducesse nel proprio programma politico che avvenne dopo la democratizzazione del suffragio.

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Da assicurazione dei Da assicurazione dei lavoratori ad assicurazione lavoratori ad assicurazione

socialesociale• La fase dell’ introduzione dell’assicurazione

obbligatoria durò fino alla prima guerra mondiale. Tra le due guerre venne aumentato il catalogo dei rischi coperti e integrato con nuovi schemi destinati ad altri segmenti della popolazione e non solo ai lavoratori dipendenti come era stato fino a quel momento. Vengono introdotti gli assegni familiari (forma di assicurazione la cui titolarità spetta al capo famiglia lavoratore, ma le cui prestazione si erogano in base ai familiari inattivi).

es. Norvegia: nel 1909• Si passa quindi da un’ idea tradizionale del

risarcimento in base ai contributi versati all’ idea di una protezione minima in base ai bisogni.

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La dottrina del Social La dottrina del Social Security Act: sicurezza Security Act: sicurezza

socialesociale Nasce dopo la seconda guerra mondiale come idea di

protezione minima di base dei bisogni.

• America nel 1935: Social Security Act, assicurazione obbligatoria contro la vecchiaia, l’invalidità e la disoccupazione.

• Nuova Zelanda nel 1938: introduzione del primo servizio sanitario nazionale, finanziato tramite un’imposta del reddito e non da contributi sociali, rivolto a tutta la popolazione residente.

• Rapporto Beveridge nel 1942: la sicurezza sociale indica un nuovo sistema di protezione esteso a tutta la popolazione attiva per quanto riguarda la garanzia del reddito e a tutti i cittadini per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, e volto a fornire prestazioni uniformi, corrispondenti ad un minimo nazionale indispensabile per condurre una vita dignitosa. Questo sistema sarà attuato dalla Gran Bretagna alla fine della seconda guerra mondiale.

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Sicurezza socialeSicurezza sociale

• Universalità della copertura, cioè fornisce protezione a tutti i cittadini e non solo ai membri degli schemi assicurativi occupazionali.

• Le sue prestazioni corrispondono ad un “minimo nazionale”, indispensabile per condurre una vita dignitosa e indipendente dai contributi amministrativi versati.

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ASSISTENZAASSISTENZA ASSICURAZIONE ASSICURAZIONE SOCIALESOCIALE

SICUREZZA SICUREZZA SOCIALESOCIALE

CoperturaCopertura Marginale (categorie di bisognosi)

Occupazionale (categorie di lavoratori)

Universale (tutti i cittadini)

PrestazioniPrestazioni Ad hoc Contributive/

retributive

Omogenee/ a somma fissa

FinanziamentoFinanziamento Fiscale Contributivo Fiscale

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I due modelli di I due modelli di WelfareWelfare

Dal 1945 alla metà degli anni Settanta: costante estensione e notevole

miglioramento della protezione offerta dai vari sistemi.

Si formano due modelli di Welfare:Si formano due modelli di Welfare:

Modello Occupazionale Modello Modello Occupazionale Modello UniversalisticoUniversalistico

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Modello occupazionaleModello occupazionale Basato su una pluralità di schemi occupazionali con

regole e formule di prestazioni differenziate finanziato tramite contributi sociali, vi sono schemi riservati solo ad alcune categorie di lavoratori dipendenti. Questo modello è adottato dai Paesi dell’Europa Continentale.

• Francia: frammentazione categoriale in campo pensionistico e sanitario tra i più elevati. Il welfare state francese è stato definito un “monumentale labirinto sociale”, vi è un’alta frammentazione inter-categoriale ( dipendenti pubblici, privati, autonomi nell’industria e nel commercio) e un’alta frammentazione infra-categoriale a livello di prestazioni complementari obbligatorie, differenziate a seconda delle qualifiche lavorative (operai, dirigenti, …)

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Modello universalisticoModello universalistico Si basa su schemi onnicomprensivi , e basati su

principi egualitari, finanziato principalmente dal gettito fiscale, con lo scopo di coprire tutta la popolazione residente. Questo modello è adottato dai Paesi Scandinavi.

• Svezia: nel 1913 venne introdotto un rudimentale sistema di sicurezza sociale per la vecchiaia, volto ad erogare un piccolo sussidio a tutti i cittadini a partire dai 67 anni di età, anche se gli importi erano così modesti da dover essere integrati in caso di bisogno.

Caso italiano:• Sistema occupazionale misto: a partire dagli anni 50

è stato introdotto uno schema occupazionale di stampo francese per quanto riguarda il settore delle pensioni. Mentre in campo sanitario la riforma del 1978 ha rivoluzionato il modello di copertura, liquidando le mutue occupazionali e istituendo un servizio nazionale.

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La crisiLa crisi Negli anni Settanta entrano in crisi quelle che sono state le

fondamenta del Welfare state fino a quel momento; le vecchie soluzioni si sono rivelate inadeguate di fronte ai nuovi problemi.

1. I modelli davano per scontato un’economia in rapida crescita, mentre dalla metà degli anni Settanta le economie occidentali hanno registrato un forte calo nei propri tassi di crescita.

2. Da una società solamente industriale si passa ad una società post-industriale basata sui servizi e nuovi modi di produzione (decentramento produttivo, consumi differenziati …).

3. Da una divisione netta di genere nel lavoro vi è un crescente tasso di partecipazione femminile nel mercato del lavoro.

4. Vi è un calo demografico causato da un declino della fertilità con conseguente invecchiamento della popolazione.

5. Vi è una rivoluzione socio-culturale con un aumento delle aspettative nei confronti delle previdenze pubbliche.

6. Negli anni Cinquanta-Sessanta vi era una solidità e centralità dello Stato–Nazione, che poi è stata erosa dalle dinamiche dell’ interdipendenza economica e dall’ integrazione politica sopranazionale.

Tutte queste trasformazioni hanno portato a nuovi bisogni funzionali facendo emergere esigenze di adattamento istituzionale.

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La nuova crisi di La nuova crisi di politica pubblicapolitica pubblica

Vecchie premesseVecchie premesse TrasformazioniTrasformazioni Nuove esigenzeNuove esigenze

Economia in rapida crescita Sviluppo lento e nullo Contenimento dei costi

Società industriale Società postindustriale Ammortizzatori sociali per de-industrializzazione, relazioni sociali più flessibili,…

Divisione di genere del lavoro

Ridefinizione rapporti di genere

Conciliazione tra vita professionale e riproduzione sociale

Strutture demografiche in relativo equilibrio

Invecchiamento della popolazione e nuove migrazioni

Controllo dei costi, ammortizzatori sociali, emigrati

Aspettative “morigerate” e stabili

Aspettative crescenti Continua elevazione degli standard di prestazione

Solidità Stato-Nazione Interdipendenza e integrazione sovranazionale

Armonizzazione e convergenza, solidarietà particolari

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Anni ’90: la Anni ’90: la RiformaRiforma

PENSIONIPENSIONISANITA’SANITA’DISOCCUPAZIDISOCCUPAZIONEONEFAMIGLIAFAMIGLIA

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PensioniPensioniVi è l’ innalzamento dell’età pensionabile in risposta all’invecchiamento della popolazione.

• La novità riguarda il fatto che dalla formula tradizionale di pensione retributiva si passa a quella contributiva: la pensione non è più calcolata in riferimento alla retribuzione pensionabile ma in riferimento all’ ammontare complessivo dei contributi versati.

• Italia: Fino al 1995: l’ importo della pensione è collegato all’

importo della retribuzione pensionabile nella misura del 2% per ogni anno di contribuzione (più importante la durata che i versamenti effettuati).

Dal 1995 (Riforma Dini): l’ammontare contributivo versato da ciascun assicurato verrà diviso per un coefficiente di conversione diverso per ogni anno dell’ intervallo dell’ età pensionabile. Tale coefficiente è soggetto a revisione ogni 10 anni. La pensione contributiva sarà indicizzata al costo della vita e al di sotto di una data soglia di reddito verrà dato un assegno sociale agli anziani privi di spettanze contributive.

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SanitàSanità

OFFERTA

in tutti i Paesi europei sono state adottate

direttrici comuni:

1.Fissazione di tetti di spesa e bilanci definiti per vincolare governi locali, mutui e ospedali.

2.Riorganizzazione delle strutture del personale 3.Controlli sulle tecnologie e sui prezzi dei farmaci 4.Controlli sul comportamento prescrittivo dei medici5.Sforzi per incentivare le relazioni contrattuali fra i

principali attori dell’ offerta creando mercati interni alla sanità pubblica.

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Gran Bretagna: 1991 il governo di Margareth Thatcher ha varato una riforma del National Health System (Nhs) mirante alla creazione di un mercato interno di compratori e produttori. Le strutture amministrative decentrate ( District Health Authorities), rette da manager, utilizzano le risorse finanziarie a propria disposizione comprando servizi agli ospedali pubblici e privati in competizione tra loro su costo-efficacia. I medici di base sono stati incoraggiati a raggrupparsi in studi associati, cui viene affidato un fondo da gestire e offrono una serie di prestazioni ai propri assistiti: accertamenti diagnostici, assistenza infermieristica … Agli ospedali pubblici è stato consentito di trasformarsi in trust, con larga autonomia sulla gestione interna , incluse le retribuzioni dei dipendenti.

Italia: con la riforma del 1992 vi è la divisione tra finanziamenti e fornitura dei servizi. Il governo centrale continua a finanziare regioni e aziende sanitarie locali rette da manager. I grandi ospedali hanno più grandi margini di autonomia e continuano a ricevere un finanziamento pubblico di base, ma possono anche vendere a prezzo pieno parte delle loro prestazioni. Le nuove Asl possono comprare prestazioni anche da fornitori privati. La riforma italiana prevede maggiore decentramento, maggiore diversità territoriale ma conferisce meno autonomia ai compratori e ai fornitori pubblici.

La “riforma della riforma” è stata oggetto della “riforma ter” ovvero di un decreto di razionalizzazione del sistema sanitario: autonomia operativa delle aziende sanitarie locali ospedaliere, accresce il poteri del governi centrali e regionali nella definizione degli standard di qualità e controlli.

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DOMANDA

• Forme di compartecipazione finanziaria da parte degli utenti on lo scopo di ottenere consumi. Di conseguenza c’è stata l’ introduzione o aumento dei ticket sui farmaci, visite mediche, accertamenti diagnostici…

• Ridefinizione dei diritti di protezione in caso di perdita dell’ autosufficienza dato dall’ invecchiamento demografico. Di conseguenza sono nate residenze geriatriche, incentivi all’assistenza domiciliare tramite servizi diretti o sussidi monetari.

Germania: ha istituito nel 1995 la Pflegeversicherung: assicurazione obbligatoria per coprire i costi di cura continuativa e di “dipendenza” in caso di perdita di autosufficienza.

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DisoccupazioneDisoccupazione La riforma ha mirato a modulare requisiti d’

accesso, durata e importo dei trattamenti al fine di contenere i costi, gli abusi e incentivare il reinserimento nel mercato del lavoro.

• Gran Bretagna: nel 1996 il Job Seeker Allowance ha sostituito i tradizionali sussidi di disoccupazione. Ciascun beneficiario è tenuto a stipulare un contratto con i servizi per l’impiego in cui viene delineato un preciso corso d’ azione per la ricerca di occupazione.

Vi è il passaggio dalla tradizionale logica compensatoria della disoccupazione (ammortizzatori passivi), a una nuova logica di promozione dell’occupazione (politica attiva) è diventato un vero e proprio Leitmotiv del dibattito Europeo ed è stato inserito nei trattati di Amsterdam nel 1999.

Di conseguenza c’è stato una riorganizzazione e potenziamento dei servizi per l’ impiego, il collocamento dei giovani in cerca di primo lavoro e dei disoccupati a lungo termine, incentivi all’ impiego dei lavoratori a bassa qualificazione, incentivi alla formazione.

• Danimarca: 1993 fissa un tetto massimo di 5 anni per la percezione continuativa dell’indennità di disoccupazione, il diritto/dovere per i beneficiari di indennità di attivarsi dopo i primi due anni partecipando a corsi di istruzione o formazione o seguendo un piano di re-inserimento lavorativo individualizzato, definito con i servizi di collocamento, un sistema di sanzioni e penalità per chi non rispetta le nuove regole, l’introduzione di specifici incentivi alla job rotation.

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FamigliaFamiglia

E’ difficile trovare tendenze comuni di cambiamento nei vari Paesi europei a causa della diversità.

• Sono molto forti le tradizioni culturali e le convinzioni ideologiche. Vi è una interrelazione tra le critiche sociali, fiscali e norme del diritto di famiglia.

• La lotta all’ esclusione sociale viene garantita dall’introduzione di un reddito minimo (nel 1992 in seguito ad un suggerimento dell’ Unione Europea).

• Gli ammortizzatori sociali da semplici sussidi di povertà sono diventati reintegrazione sociale e integrativa dei beneficiari

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The end!The end!