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Unione regionale istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza agli anziani UNEBA VENETO E URIPA RASSEGNA STAMPA VENETA 23 SETTEMBRE 2012 REGIONE Anziani a pag 5 Concesso riposo compensativo o straordinario pagato a turnisti Ipab che lavorano nei festivi infrasettimanali Disabili a pag 6 Le ragioni della protesta della Fish del 5 ottobre a pag 7 Compartecipazione per i ceod: Sernagiotto punta a chiedere da 30 a 100 euro al mese a chi ha reddito sopra i 100 mila euro a pag 9 Oltre alla compartecipazione, Sernagiotto vuole una “Svama” anche per i disabili per uniformare i contributi tra ceod e ceod , tra ulss e ulss. a pag 11 “Per non perdere l'eccellenza del welfare in Veneto, chiediamo un contributo alle famiglie che se lo possono permettere” a pag 12 Compartecipazione / La legge 30 sulla disabilità non sarà rifinanziabile a pag 14 De Poli e il Pd contro la proposta di Sernagiotto Infanzia a pag 15 Il patriarca Moraglia incontra le materne paritarie e ne riafferma lo straordinario valore educativo a pag 16 Zaia sostiene l'appello del patriarca Moraglia per le scuole paritarie Sociale a pag 17 3,8 milioni dallo Stato per i giovani, il Veneto presenta i bandi Sanità a pag 18 Al via ''autoassicurazione” nelle Ulss per i risarcimenti ai pazienti a pag 19 Ma il legame con la contestata compagnia di assicurazioni romena persiste... a pag 20 Il 95% dei casi di errori nella sanità veneta si risolve con rimborsi attorno ai 25 mila euro a pag 22 Autunno di tagli per la sanità veneta. Premio di risultato ai direttori solo se c'è pareggio di bilancio a pag 24 La Commissione sanità riesamina i tagli del 5% dovuti alla spending review a pag 25 Coletto commissariato? A pag 26 Zaia difende l'avvio di una cabina di regia per il piano sociosanitario BELLUNO Anziani a pag 27 L'estate della casa di riposo di Feltre a pag 28 La Ulss 2 cerca medici per le sue case di riposo: ma le esigenze assistenziali crescono e le disponibilità dei medici scarseggiano a pag 29 Scompare per 12 ore un ospite della Kolbe di Pedavena a pag 30 Formazione per nuovi volontari del gruppo Focolare, attivo anche alla casa di riposo di Meano Uripa – Unione regionale istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza agli anziani www.uripa.it [email protected] Uneba Veneto - Unione nazionale di istituzioni e iniziative di assistenza sociale www.uneba.org [email protected] 1 DI 85 Torna al sommario Materiale riservato ad uso interno esclusivo degli associati Uneba Veneto e Uripa

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UNEBA VENETO E URIPA

RASSEGNA STAMPA VENETA 23 SETTEMBRE 2012

REGIONEAnziania pag 5 Concesso riposo compensativo o straordinario pagato a turnisti Ipab che lavorano nei festivi infrasettimanaliDisabili a pag 6 Le ragioni della protesta della Fish del 5 ottobre a pag 7 Compartecipazione per i ceod: Sernagiotto punta a chiedere da 30 a 100 euro al mese a chi ha reddito sopra i 100 mila euroa pag 9 Oltre alla compartecipazione, Sernagiotto vuole una “Svama” anche per i disabili per uniformare i contributi tra ceod e ceod , tra ulss e ulss. a pag 11 “Per non perdere l'eccellenza del welfare in Veneto, chiediamo un contributo alle famiglie che se lo possono permettere”a pag 12 Compartecipazione / La legge 30 sulla disabilità non sarà rifinanziabilea pag 14 De Poli e il Pd contro la proposta di SernagiottoInfanziaa pag 15 Il patriarca Moraglia incontra le materne paritarie e ne riafferma lo straordinario valore educativoa pag 16 Zaia sostiene l'appello del patriarca Moraglia per le scuole paritarieSocialea pag 17 3,8 milioni dallo Stato per i giovani, il Veneto presenta i bandiSanitàa pag 18 Al via ''autoassicurazione” nelle Ulss per i risarcimenti ai pazientia pag 19 Ma il legame con la contestata compagnia di assicurazioni romena persiste...a pag 20 Il 95% dei casi di errori nella sanità veneta si risolve con rimborsi attorno ai 25 mila euroa pag 22 Autunno di tagli per la sanità veneta. Premio di risultato ai direttori solo se c'è pareggio di bilancioa pag 24 La Commissione sanità riesamina i tagli del 5% dovuti alla spending reviewa pag 25 Coletto commissariato?A pag 26 Zaia difende l'avvio di una cabina di regia per il piano sociosanitario

BELLUNOAnziania pag 27 L'estate della casa di riposo di Feltrea pag 28 La Ulss 2 cerca medici per le sue case di riposo: ma le esigenze assistenziali crescono e le disponibilità dei medici scarseggianoa pag 29 Scompare per 12 ore un ospite della Kolbe di Pedavenaa pag 30 Formazione per nuovi volontari del gruppo Focolare, attivo anche alla casa di riposo di Meano

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a pag 31 Pronto entro fine 2012 il parcheggio della casa di riposo di MeanoInfanziaa pag 32 Lentiai pioniere delle “scuole materne musicali”Socialea pag 33 Il volontariato bellunese riceve il 60% in meno del 2011. Dovrà ridurre i servizia pag 34 Comunità per nuovi cronici psichiatrici a Pullir: 36 euro di quota alberghiera, 44 di quota sanitaria

PADOVAAnziania pag 35 Nuovo nucleo per chi soffre di disturbi cognitivi alla Breda gestita dal Configliachia pag 36 Cra inaugura 48 posti per non autosufficienti a Piazzolaa pag 37 Associazione di Padova propone l'affido degli anzianiInfanziaa pag 38 Il Comune di Tombolo azzera i contributi alle paritarieSocialea pag 39 “Io non me ne frego”, a Padova protesta nazionale contro i tagli al welfarea pag 40 Vigonza paga 24,2 euro per abitante per delegare all'Ulss 15 i servizi sociosanitaria pag 41 Ulss 15 avvia auto mutuo aiuto per ludodipendentia pag 42 Editoriale del direttore del settimanale diocesano: ora il volontariato deve anche offrire alla società un'idea diversa di sviluppoSanitàa pag 43 Un dibattito per ricordare Fortunato Rao, già direttore dell'Ulss 16

ROVIGOAnziania pag 44 Nuovo centro diurno per anziani parzialmente autosufficienti a Porto Viroa pag 45 Nuova residenza per anziani non autosufficienti a Porto TolleSocialea pag 46 “Adotta uno scolaro”: insegnanti in pensione tornano in aula per aiutare chi non sa l'italiano

TREVISOAnziania pag 47 Ecco cosa fa Cesana Malanotti per assistenza domiciliarea pag 48 24 posti letto in più alla Casa Alloggio a Paesea pag 49 2,2 milioni dalla Regione al Bon Bozzolla di Farraa pag 50 Una manovra per bloccare l'accordo tra Bon Bozzolla e Ulss 7 screditando Alvise Dozza?A pag 51 Israa, i famigliari degli ospiti scrivono a Zaia contro Sernagiottoa pag 52 Favaro si ricandida alla guida dell'Israa e rivendica: in 15 anni ne ho

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quadruplicato il valorea pag 53 Muraro loda Favaroa pag 54 A Treviso solo 15 posti residenziali specializzati per malati di demenzea pag 55 Camminare per frenare l'Alzheimera pag 56 Cisl trevigiana chiede tassa di scopo per aiutare le famiglie dei malati di Alzheimera pag 57 “Caffe' Alzheimer”: in piazza dei Signori 500 malati ( e i parenti acclamano Favaro)a pag 59 Bando per assegnare la gestione delle residenze per anziani e disabili a Chiaranoa pag 60 Per i morti da batterio della casa di riposo di Oderzo indagati dietista e responsabile del centro cotturaDisabili a pag 61 In barca a vela contro l'autismo, progetto di Oltre il labirintoa pag 62 Gli assistenti agli studenti disabili passano da Insieme si Puo' a Progetto VitaSocialea pag 63 Sernagiotto e Csv collaborano per incontri di presentazione del piano socio sanitario

VENEZIAAnziania pag 64 Gli alberghi del litorale accusati di rifiutare ospiti con Alzheimer in arrivo dall'Israa di Trevisoa pag 66 Inizierà tra fine ottobre e inizio novembre nelle case di riposo nell'Ulss 12 la vaccinazione contro l'influenzaa pag 67 Stato di agitazione Uil all'”Antica scuola dei battuti” contro le nuove regole sulla mobilità internaa pag 68 Disagio degli anziani, convegno con Uneba

VERONAAnziania pag 69 Prima pietra della casa di riposo da 10 milioni ad Albaredoa pag 71 Quando i non autosufficienti andranno allo Stellini, che ne sarà delle case di riposo di Nogara e Gazzoa pag 72 Il Comune di Verona conferma sostegno al Progetto Alzheimer con Pia Opera Ciccarellia pag 73 Festa dei 12 anni del centro don Garonzi di GrezzanaDisabili a pag 74 Il protocollo “Valpolicella senza barriere” diventa modello virtuoso adottato dalla RegioneInfanziaa pag 75 Il Comune accoglie i bambini di 2 anni e mezzo alla (sovraffollata) materna, e il nido paritario chiude per mancanza di iscrittiSociale

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a pag 77 Boom di folla alla Festa del Volontariato a Verona: 86 associazioni in piazza

VICENZA Anziania pag 78 Monte Crocetta, ora disponibili i posti per l'ospedale di comunità a pag 79 Ipab esternalizza, Cisl protestaa pag 80 Meridio: Ipab aveva negato di voler privatizzare e invece...a pag 81 “Famiglie allargate tra generazioni” al centro del concorso letterario promosso da OicDisabili a pag 83 A Breganze il terzo Gruppo Appartamento dell'Ulss 4a pag 84 Vicenza chiede rette standard nei ceod in Veneto. E stabilisce gli standard di servizio per i centri diurniSocialea pag 85 Meridio sospetta che l'Ipab voglia aprire con Caritas una fattoria sociale “per nomadi e tossicodipendenti”

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REGIONE ANZIANIAgenzia Asca 21 settembre

Concesso riposo compensativo o straordinario pagato a turnisti Ipab che lavorano nei festivi infrasettimanali

Si avvio a soluzione l'annosa vertenza dei 6 mila turnisti delle Ipab del Veneto, ai quali per effetto del contratto stipulato in sede nazionale non viene riconosciuto il pagamento (o il riposo compensativo) del lavoro prestato nei giorni festivi infrasettimanali. Il tavolo tecnico creato dal presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, d'intesa con l'assessore al sociale Remo Sernagiotto, per individuare una via d'uscita all'annosa vertenza che mette in difficolta' sia le case di risposo (che in Veneto vanterebbero un credito nei confronti dei loro dipendenti di 28 milioni di euro) sia i dipendenti (che si sono visti recapitare avvisi di messa in mora per il recupero delle somme 'indebitamente' percepite, che in alcuni casi arrivano ai 6 mila euro) ha individuato una via d'uscita che, anche a giudizio delle parti interessate (Uripa e sindacati), puo' sanare la situazione.

Gli uffici legislativi di Consiglio e Giunta, con l'avvocatura della Regione, hanno chiarito - interpretando il contratto di lavoro siglato nel 2000 e le sentenze sopravvenute - che anche i turnisti hanno diritto, come gli altri lavoratori, al godimento dei 10-11 giorni di festivita' infrasettimanale che si succedono nel giorno dell'anno; qualora fossero chiamati a prestare il loro turno di lavoro in tali giornate, anche ai turnisti spetta il riposo compensativo o, in alternativa, al pagamento degli straordinari. Ora sara' la Regione a formalizzare tale intepretazione e invitare tutti gli enti pubblici di assistenza del Veneto ad applicarla, previa una ricognizione puntuale, istituti per istituto e caso per caso, della posizione e dei conteggi di ogni singolo dipendente, per accertare l'effettiva corrispendenza tra le maggiorazioni di stipendio erogate in passato e il numero delle ore straordinarie effettuate.

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REGIONE DISABILI Gazzettino 17 settembre

Le ragioni della protesta della Fish del 5 ottobre

TREVISO - «No ai balzelli sulla disabilità». Torna alla carica il fronte delle persone con disabilità e famiglie e si dà appuntamento venerdì 5 ottobre a alle 11 per sfilare in corteo da Piazza Vittoria a Piazza dei Signori contro l’assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto che vuole obbligare le persone disabili che frequentano i Centri diurni a versare una retta mensile per il servizio di cui usufruiscono. «Dice -spiega la Federazione Italiana per il superamento dell'handicap - che non si può fare altro, che c’è la crisi, che il governo ha ridotto i finanziamenti alle regioni e che le famiglie devono pagare. Per essere ancora più chiaro aggiunge che le famiglie possono almeno contribuire al costo del vitto e del trasporto. Il sindaco di Treviso, Giampaolo Gobbo, fa la stessa cosa e chiede alla Regione di modificare la legge regionale che esclude la compartecipazione alla spesa per le prestazioni erogate alle persone disabili nei Centri diurni. Dopo tanto pensare ecco la brillante soluzione: far pagare le persone con disabilità e ridurre i servizi. Quello che non viene detto è che la Regione ha già ridotto i servizi e si appresta a fare altri pesanti tagli. Tra l’altro è facile: chi convive con la disabilità, chi non è autosufficiente, chi vive in una comunità residenziale non ha né la voce, né la forza di protestare. E per ridurre i servizi basta non fare nuovi Centri e nuove attività diurne, basta ridurre le ore di assistenza domiciliare, basta ridurre i finanziamenti all’assistenza personale per la vita indipendente, per i servizi di sollievo, per l’integrazione scolastica». «Chiediamo ai sindaci -concludono- di non assumere il ruolo di gabellieri, ma di esercitare una forte pressione sul Governo e sulla Regione affinché vengano ripristinati i finanziamenti per i servizi sociali destinati alle persone con disabilità e non autosufficienti. Chiediamo di porre fine alle richieste di compartecipare alle spese. Sernagiotto non sa quel che dice. Le famiglie contribuiscono una, due, tre, dieci volte, ogni giorno, per tutta i giorni dell’anno, per tutta la vita. Chiediamo e pretendiamo rispetto».

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REGIONE DISABILI Comunicato giunta 18 settembre

Compartecipazione per i ceod: Sernagiotto punta a chiedere da 30 a 100 euro al mese a chi ha reddito sopra i 100 mila euro

La spending review e quello che comporterà per la Regione rispetto al settore della disabilità. Ne ha parlato oggi l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto all’interno del consueto punto stampa della Giunta regionale, presente il Presidente Zaia. “A novembre – ha detto l’Assessore - porterò in Giunta un provvedimento specifico per definire la nuova scheda multidimensionale di valutazione della persona con disabilità (SVAMDI) che definirà almeno due o tre profili di contribuzione regionale. Oggi è troppo differenziata e intendiamo rendere omogeneo e paritario il costo e la qualità del servizio per tutti i 300 Ceod (centri educativo-occupazionali diurni) del territorio regionale che ospitano 6348 giovani e adulti con diabilità”.Sernagiotto ricorda che il fondo regionale per la non autosufficienza è di 721 milioni di euro; 146 milioni sono destinati alla disabilità e 78,5 milioni di essi ai servizi e alle strutture semiresidenziali cioè ai Ceod. “Oggi - ha ricordato - il contributo economico che la Regione versa ai Ceod vede una situazione troppo differenziata tra Ulss e Ulss e Ceod e Ceod con una forbice tra i 30 e i 90 euro. Questo crea un disagio notevole tra le famiglie e anche fra i sindaci. Faremo con la disabilità quanto abbiamo già fatto con la scheda SVAMA di valutazione della non autosufficienza”.Sul tema della compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie delle persone con disabilità Sernagiotto ha sostenuto che “rispetto al reddito ISEE di una famiglia con poniamo 100 mila euro di reddito l’anno si possa poter contribuire dai 30 ai 100 euro al mese alle spese sostenute dal servizio pubblico, e che rappresentano in pratica un livello essenziale di assistenza (LEA) aggiuntivo. Faremo un ISEE a quoziente familiare – ha aggiunto - terremo conto del numero di figli e altro. Non vogliamo perdere i servizi e i trasporti che diamo ai nostri concittadini con disabilità, in primis quelli con disabilità gravi. C’è un grande dibattito al proposito all’interno delle stesse associazioni e delle famiglie”. Sernagiotto ha annunciato che presenterà un progetto di legge come consigliere regionale “non come assessore perché presentare una proposta di legge in Giunta richiede un iter lungo per la messa a punto e i vari passaggi necessari – di modifica della legge regionale n.30 del 2009 di istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza che contenga già ben definiti i criteri della compartecipazione. Ricordo – ha aggiunto - che tutte le Regioni hanno previsto una compartecipazione alle spese da parte delle famiglie con persone disabili. E’ un argomento molto delicato e ne sono consapevole. Nel Veneto non l’abbiamo perché nel 2009 ci fu una battaglia in consiglio regionale da parte di chi diceva no alla compartecipazione. Non dobbiamo perdere lo splendido modello veneto nel campo del sociale e dell’assistenza alla disabilità e perciò dobbiamo fare le riforme. Insieme ai

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Sindaci e anche insieme alle associazioni dei disabili e dei loro familiari non contro. Il modello dei Ceod, delle strutture residenziali, del “Dopodinoi”, funziona bene e vogliamo che continui ma perché continui e non si esaurisca per mancanza di risorse, vedi la spendig review, abbiamo necessità di avviare delle modifiche salutari al sistema”.La bozza di testo della proposta di legge sarà pronta a breve, prima l’Assessore Sernagiotto incontrerà le Conferenze dei Sindaci per sottoporre la proposta al confronto per un percorso comune. “Discuteremo con tutti senza pregiudizi di sorta. Sarebbe molto più comodo lasciare le cose come stanno ma è sbagliato: faremo un danno a un modello sociale che non ha eguali”.

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REGIONE DISABILICorriere del Veneto 19 settembre

Oltre alla compartecipazione, Sernagiotto vuole una “Svama” anche per i disabili per uniformare i contributi tra ceod e ceod , tra ulss e ulss.

Quella dell’assessore al Sociale Remo Sernagiotto è una rivoluzione permanente. Obbligata, perché i tagli di Roma e la spending review costringono a far di conto con numeri da tregenda, ma anche voluta e perseguita con testardaggine, «perché potrei starmene fermo e lamentarmi - spiega - e invece preferisco agire, prendendomi le mie responsabilità, anche se questo mi costa qualche fischio e qualche insulto». Augurandogli che non si arrivi a tanto, Sernagiotto farebbe comunque meglio a prepararsi perché il nuovo intervento annunciato ieri sulla disabilità rischia di sollevare un nuovo, ennesimo polverone. L’assessore intende infatti presentare in aula («Come semplice consigliere, così da sveltire l’iter») un progetto di legge che modifichi la legge 30, introducendo la compartecipazione obbligatoria delle famiglie dei disabili alle spese sostenute dalla Regione per i servizi del settore. «Nel 2009 ci fu una durissima battaglia in consiglio - ricorda Sernagiotto - ed oggi il Veneto è rimasta l’unica regione in Italia a non prevedere alcuna forma di compartecipazione: paga tutto la Regione. Ora, io penso che se una famiglia ha un reddito di 100 o 200 mila euro, possa anche essere chiamata a dare un contributo, senza che per questo si debba gridare allo scandalo».

L’idea dell’assessore è quella di creare degli scaglioni progressivi di compartecipazione, da 30 a 100 euro al mese, basati sul reddito Isee ponderato da ulteriori parametri, come ad esempio il numero dei figli. «Non vogliamo perdere i servizi e i trasporti che diamo ai nostri concittadini con disabilità, specialmente se gravi. Capisco che l’argomento è delicato ma va affrontato, anche con riforme radicali, perché solo così si può salvare lo straordinario modello veneto». Ma Sernagiotto ha in serbo pure un’altra novità, ossia la creazione di una «scheda multidimensionale di valutazione della persona con disabilità», ossia una sorta di «scala di gravità delle disabilità» simile alla scheda Svama già utilizzata nelle case di riposo in relazione alla non autosufficienza. Questa scheda sarà la base su cui modulare il contributo che la Regione dà, per ciascun paziente, ai 300 Centri educativi e occupazionali diurni (i Ceod) che ogni giorno ospitano 6.348 giovani e adulti con disabilità (il fondo regionale per la non autosufficienza ammonta a 721 milioni, 146 milioni dei quali destinati alla disabilità; di questi, 78,5 milioni sono destinati ai Ceod). «Oggi il contributo economico che versiamo vede una situazione troppo differenziata, da Ceod a Ceod e da Usl ad Usl, con una forbice che va dai 30 ai 90 euro ed un disagio notevole tra le famiglie e i sindaci».

Ma le famiglie dei disabili non ci stanno e per il 5 ottobre, sotto l’egida della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), hanno organizzato

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una manifestazione di protesta a Treviso. «Arriveranno pullman da tutto il Veneto — annuncia Maddalena Borigo Daniel, presidente regionale di Anffas, l’Associazione famiglie di persone con disabilità aderente alla Fish — saremo centinaia. L’articolo 6 della legge regionale 30 sulla non autosufficienza esenta soprattutto gli iscritti ai Ceod dalla compartecipazione alla spesa per i servizi loro garantiti, per mensa e trasporto. Abbiamo lottato per ottenere questo provvedimento e anche se l’assessore ci aveva annunciato fin dal suo insediamento l’intenzione di farci pagare, non ci piegherà ». Il timore dei parenti dei disabili interessati dalla «riforma» è che Sernagiotto possa predisporre lo stralcio dell’articolo 6, che loro si sono guadagnati stazionando col sacco a pelo fuori dal Consiglio regionale. «Ora si paga solo una parte della retta delle case-alloggio, calibrata in base al reddito ed eventualmente integrata dal Comune di residenza — continua la Borigo Daniel — ma gli altri servizi no. Anche perchè dai Ceod i ragazzi tornano alle 16, poi comunque li hanno in carico le famiglie, quindi che senso ha gravarle anche di un peso economico? Contesteremo con tutte le nostre forze il disegno di Sernagiotto, torneremo in piazza».

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REGIONE DISABILI Gazzettino 19 settembre

“Per non perdere l'eccellenza del welfare in Veneto, chiediamo un contributo alle famiglie che se lo possono permettere”

VENEZIA - L’assessore ai Servizi sociali della Regione Veneto, Remo Sernagiotto, avverte: «Dico una cifra a caso». Quale? «Se una famiglia ha un reddito di 50mila euro all’anno e le si chiede un contributo di 90 euro al mese per l’assistenza che forniamo al figlio disabile, non credo ci siano problemi». Chiamasi compartecipazione alla spesa. O, come qualcuno ha già malignato, "tassa sull’handicap".

Il punto è che soldi non ce ne sono più. E che la spending review del governo Monti non ha risparmiato niente, neanche il welfare. Un settore, però, che in Veneto è sempre stato un "modello" e che la Regione vuole continuare a mantenere di eccellenza. A costo di chiedere un aiuto alle famiglie. Meglio: a quelle che se lo possono permettere.L’idea, appunto, è di Remo Sernagiotto che ieri, al punto stampa al Palazzo Balbi, di fronte al governatore Luca Zaia, ha annunciato la presentazione di una sua personale proposta di legge. «Faremo un Isee a quoziente familiare, terremo conto del numero di figli e altro. Non vogliamo perdere i servizi e i trasporti che diamo ai nostri concittadini con disabilità, in primis quelli con disabilità gravi. C’è un grande dibattito al proposito all’interno delle stesse associazioni e delle famiglie».Il progetto di legge Sernagiotto lo presenterà come consigliere, «non come assessore perché richiederebbe un iter più lungo». E ha ricordato che «tutte le Regioni hanno previsto una compartecipazione alle spese da parte delle famiglie con persone disabili»: «È un argomento delicato, lo so. Nel Veneto non l’abbiamo perché nel 2009 ci fu una battaglia in consiglio regionale da parte di chi diceva no alla compartecipazione. Ma non dobbiamo perdere lo splendido modello veneto nel campo del sociale e dell’assistenza alla disabilità e perciò dobbiamo fare le riforme. Coinvolgerò i sindaci e le associazioni. Il modello dei Ceod, delle strutture residenziali, funziona bene e vogliamo che continui ma perché continui e non si esaurisca per mancanza di risorse, vedi la spendig review, abbiamo necessità di avviare delle modifiche salutari al sistema».Intanto il capogruppo dell’Udc in Regione, Stefano Valdegamberi, ex assessore al Welfare nella precedente giunta Galan, contesta i tagli di Palazzo Balbi e in particolare una missiva del segretario generale per la sanità inviata alle Ulss: «La conseguenza è che alcune Ulss della nostra regione hanno già iniziato a scrivere alle associazioni che tutelano i diritti dei disabili, comunicando la riduzione del 5% sui servizi di residenzialità e semiresidenzialità. Una scelta sconcertante che colpisce cittadini deboli. In che modo - chiede Valdegamberi - questi tagli si conciliano con la recente deliberazione della Giunta regionale che prevede di investire 2 milioni di euro in comunicazione?»

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REGIONE DISABILI Corriere del Veneto 20 settembre

Compartecipazione / La legge 30 sulla disabilità non sarà rifinanziabile

VENEZIA — «L’assessore Sernagiotto fa le cose senza criterio», «ci fa tornare indietro di 30 anni», «annulla ogni principio del diritto» e «butta il sasso nello stagno senza confrontarsi con le parti politiche ». Non servirebbe aggiungere altro per sottolineare che la proposta di legge sulla compartecipazione alla spesa per le famiglie dei disabili, anticipata dall’assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto, non è piaciuta. Poco importa che l’assessore abbia voluto sottolineare che la legge regionale 30 (quella sui disabili) non sarà più rifinanziabile come è avvenuto fino ad ora a causa dei tagli della spending review (e del fatto che i soldi pubblici sono destinati a essere sempre meno) e che l’idea sia quella di creare degli scaglioni progressivi per i quali chi ha redditi da 100 o 200 mila euro potrebbe partecipare alle spese della Regione. «Caro assessore, prima di chiedere alle famiglie di pagare rette dovresti fare una reale valutazione dei costi standard », irrompe nel dibattito Antonio de Poli, che prima di fare il parlamentare dell’Udc è stato uno dei predecessori di Sernagiotto sulla poltrona delle Politiche sociali.

«Le cose non si possono fare senza criterio - continua De Poli - serve sensibilità per dialogare con il mondo del sociale, che ha bisogno di essere ascoltato». A sentire il parlamentare dell’Udc infatti «è difficile capire cosa vive una famiglia quando uno dei suoi componenti è affetto da disabilità. L’assessore Sernagiotto deve tenere bene a mente che quando si parla di disabili non esistono famiglie benestanti che si divertono a sfruttare i servizi pubblici, bensì persone fragili che di quei servizi hanno assoluta necessità ». La versione di Sernagiotto però è completamente diversa: «La compartecipazione è necessaria se non vogliamo escludere qualcuno nei prossimi anni. I fondi sono limitati e adesso la Regione sta pagando tutti i servizi a tutti». «Invece di chiedere al presidente Zaia maggiori attenzioni e risorse - attaccano Claudio Sinigaglia, Bruno Pigozzo e Stefano Fracasso, consiglieri del Pd - Sernagiotto pensa bene di tassare le famiglie che hanno più bisogno di servizi. In questo modo, come un novello sceriffo di Nottingham, punta a elevare nuove e invisibili barriere architettoniche e ci fa tornare culturalmente indietro di 30 anni, annullando ogni principio legato al diritto sacrosanto di queste persone di ricevere cure e prestazioni senza dover subire ulteriori forme di tassazione ».I consiglieri democratici insistono sul fatto che la proposta di legge di Sernagiotto è ancora poco chiara (non è ancora stata messa per iscritto a dire il vero) e che si è deciso di introdurre la compartecipazione prima ancora di avere valutato quanto questa farà risparmiare ai contribuenti. «I soldi che ricaverà Sernagiotto probabilmente saranno briciole a confronto con la montagna di debiti che la sanità veneta ha accumulato grazie al centrodestra e che non solo costringe la Regione a pagare 60 milioni di euro per ognuno dei prossimi 28 anni, ma che già sta producendo tagli ai trasporti per i disabili». Di certo la proposta di legge di Sernagiotto avrà vita dura (o breve) visto che sono in tanti

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quelli che promettono mobilitazioni a riguardo. A partire dalle famiglie dei disabili, che stanno già preparando per il 5 ottobre a Treviso una manifestazione di protesta con l’aiuto della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish). I manifestanti arriveranno a bordo di pullman da tutto il Veneto, per riaffermare che i servizi di mensa e trasporto per i disabili devono restare gratuiti per tutti. I familiari dei disabili ricordano infatti che già pagano una parte dei costi delle case alloggio e che spesso devono affrontare costi ingenti per adeguare le loro abitazioni e per garantire assistenza ai loro cari per tutta la sera e la notte. Proprio per questo, i parenti dei disabili avevano addirittura deciso di stazionare con il sacco a pelo fuori dal consiglio regionale, per sostenere l’articolo 6 della legge 30 che garantisce la gratuità del servizio. «Siamo alle solite - concludono i consiglieri del Pd - Sernagiotto butta il sasso nello stagno senza minimamente confrontarsi con le parti politiche, sociali e associative. Questo è un modo di procedere lesivo degli interessi dei cittadini ».

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REGIONE DISABILI Tribuna 20 settembre

De Poli e il Pd contro la proposta di Sernagiotto

Sarà pur vero che si tratta di un progetto di legge sul nascere. Ma l'assessore ai servizi sociali Remo Sernagiotto (Pdl) ha le idee chiare, e tanto basta per sollevare un polverone. Chiedere la compartecipazione mensile alle famiglie di persone disabili con un reddito medio-alto è, secondo lui, un provvedimento «da comunisti», un lecito togliere ai ricchi per dare ai poveri. «Se non andiamo in questa direzione, con l'esito della spending review non avremo più 6400 posti per i disabili nei centri educativi diurni Ceod, ma solo 6mila – spiega deciso l'assessore – Risultato? Qualcuno dovrà stare a casa e a usufruire dei servizi saranno i figli dei ricchi». Oggi, il servizio di diurno per una persona disabile costa, alla Regione, da 50 a 120 euro al giorno. «Con la revisione di spesa – continua Sernagiotto – non riusciremo a sostenere questi costi. Chiedo dunque alle famiglie benestanti di partecipare con somme tutto sommato irrisorie, che vanno da un minimo di 30 a un massimo di 90 euro al mese per redditi annui fra i 50 e i 100 mila euro». I parametri Isee in base ai quali si stabilirà la compartecipazione sono ancora da valutare. Per questo, i sindaci preferiscono discutere a progetto di legge messo nero su bianco. La reazione iniziale degli amministratori, tuttavia, è di apertura: «La disabilità va sostenuta in ogni modo – dice Gianantonio Da Re, sindaco leghista di Vittorio Veneto – L'idea di Sernagiotto non è da scartare, l'importante è garantire l'assistenza a tutti». Della stessa idea è l'altro leghista Damiano Zecchinato, sindaco di Vigonovo: «La quota di cui parla Sernagiotto non è eccessiva e, nella situazione in cui siamo, far pagare chi può per aiutare i “poveri cristi” mi sembra giusto», afferma. Prende invece le distanze il sindaco di Sappada Alberto Graz: «Parlo solo a proposte scritte. Sugli slogan e le sparate non si discute». Ed Emilio Viafora, segretario generale Cgil Veneto, lo ribadisce: «Manca un tavolo di confronto con le parti: famiglie e amministratori. Procedere per annunci non serve a nulla, anche se ormai è un rituale consolidato di questa giunta. La crisi è concreta e vogliamo soluzioni concrete. Sernagiotto presenti il progetto, poi lo discutiamo». La chiusura arriva invece dal consiglio regionale. «L’assessore dimostra ancora una volta di non avere la sensibilità dovuta per dialogare con un mondo, quello del sociale, che ha bisogno di essere ascoltato – attacca Antonio De Poli, Udc - È difficile capire cosa vive una famiglia quando uno dei suoi componenti è affetto da disabilità». Più acceso ancora è lo scontro con il Pd: «Sernagiotto deve sapere che quando si parla di disabili non esistono famiglie benestanti che si divertono a sfruttare i servizi pubblici, bensì persone fragili che di quei servizi hanno assoluta necessità», dicono Claudio Sinigaglia, Bruno Pigozzo e Stefano Fracasso. «Ci piacerebbe soprattutto che Sernagiotto dicesse quanti soldi pensa di ricavare da questa operazione – aggiungono i democratici - Probabilmente briciole, a confronto con la montagna di debiti che la sanità veneta ha accumulato grazie a Zaia e al centrodestra»

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REGIONE INFANZIANuova Venezia 20 settembre

Il patriarca Moraglia incontra le materne paritarie e ne riafferma lo straordinario valore educativo

Il patriarca Francesco Moraglia ha incontrato ieri al centro pastorale Cardinal Urbani i rappresentanti - gestori, parroci e istituti religiosi - delle scuole materne paritarie della diocesi: una realtà che riunisce, nei soli comuni del Patriarcato di Venezia, 54 scuole per un totale di 154 sezioni e 3.731 alunni . Un mondo alle prese con le notevoli difficoltà derivanti dalla diminuzione dei contributi derivanti dai vari livelli istituzionali e dall’aumento dei costi di gestione.Il patriarca ha riaffermato la funzione educativa svolta dalle scuole materne paritarie d’ispirazione cattolica, invitando a metterne maggiormente in rilievo, senza più “complessi d’inferiorità”, lo straordinario valore educativo, culturale ed anche sociale e politico. «Se venissero meno le scuole paritarie nel nostro Paese», ha osservato, «bisognerebbe fare una manovra aggiuntiva».

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REGIONE INFANZIAComunicato della giunta 19 settembre

Zaia sostiene l'appello del patriarca Moraglia per le scuole paritarie

“Non si può che raccogliere l’appello del Patriarca di Venezia a favore delle scuole paritarie. Ricordo a tutti che il Veneto è la prima delle Regioni ad avere sostenuto il principio della libertà di educazione ed averne fatto una delle tante eccellenze del nostro territorio. I dati, da questo punto di vista, sono incontrovertibili: stiamo parlando di 93 mila bambini veneti, quasi il 70% del totale, che frequentano queste scuole che sono diventate parte integrante del sistema formativo ed educativo di questa regione.”

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta le parole del Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, a difesa delle scuole paritarie.

“Assistiamo, purtroppo, ad uno scoraggiante depauperamento di risorse - spiega il Presidente - da parte del Governo centrale che abbiamo più volte e in molte forme invitato a desistere da una politica che questa Giunta all’unanimità ha ritenuto miope e controproducente. Abbiamo più volte spiegato ai detentori della cassa che contiene parecchi soldi veneti, che trattare nello stesso modo realtà diverse significa penalizzare tutti senza ottenere risultati.”

“Faccio mio dunque – conclude Zaia – l’appello del Patriarca e lo giro al Governo nazionale auspicando che sia capace di ascoltare questa polifonia di voci diverse e così autorevoli.

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REGIONE SOCIALEGiornale di Vicenza 20 settembre

3,8 milioni dallo Stato per i giovani, il Veneto presenta i bandi

Lunedì a Caorle (Venezia) prenderà il via il 2° meeting dei giovani veneti promosso dall'Assessorato ai servizi sociali della Regione: «Il volo giova: dammi spazio. Noi giovani cittadini cre-attivi». Nel programma della giornata è prevista la presentazione dei quattro nuovi bandi per il 2012 nei settori dell'imprenditoria giovanile, della cittadinanza attiva, del cinema e della musica oltre alla premiazione dei progetti vincitori dei bandi del 2011. «Quest'anno - dichiara l'assessore Remo Sernagiotto - abbiamo scelto di tenere la manifestazione a Caorle, che ha messo a disposizione Palasport e stadio e darà vita a una “cittadella dei giovani” che potrà accogliere un grande numero di partecipanti visto che sono state coinvolte anche le scuole superiori della regione. Anche questo secondo meeting, dopo il primo che si è tenuto l'anno scorso a Crocetta del Montello intende valorizzare il potenziale dei giovani veneti, e sarà un'occasione per illustrare i 4 bandi dedicati alle nuove generazioni che abbiamo sviluppato in collaborazione con l'assessorato regionale alla cultura e l'assessorato alle attività produttive». In pratica, ci sono a disposizione 3,8 milioni di euro del Ministero della gioventù e del Ministero dello Sviluppo economico: la Regione li deve spendere in questo settore. Il bando “Crea Lavoro” (2 milioni, intende incentivare l'apertura di nuove imprese rigorosamente under 35. Quello “Cittadinanza attiva e volontariato” (1 milione) sosterrà la partecipazione ad iniziative a favore della società. Quello “Analisi, studio e diffusione di opere culturali e multimediali giovanili” (700 mila euro) valorizzerà i talenti artistici nel cinema, dando la possibilità di veder realizzata in film la propria sceneggiatura. L'ultimo è “Fiori di parole in musica - omaggio delle giovani generazioni ad un grande poeta veneto” (100 mila euro): premierà nuove canzoni con musica originale e parole di poesia di un poeta veneto. «Nel provvedimento di Giunta che ha approvato i bandi - fa presente Sernagiotto - c'è anche la novità di un progetto pilota denominato 'Fabbrica della musica, delle parole e delle voci', con un budget a disposizione di 500 mila euro, per sviluppare percorsi di alta formazione in ambito musicale per giovani artisti».

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REGIONE SANITA'Tribuna 18 settembre

Al via ''autoassicurazione” per le Ulss per i risarcimenti ai pazienti

Oltre a ipotizzare un sostanzioso risparmio di fondi destinati alla sanità, si mette una pietra sopra all'incresciosa vicenda della City Insurance, compagnia assicurativa “fantasma” che, pochi mesi fa, rischiava di spillare alla Regione un premio da 76 milioni di euro. Il presidente del Veneto Luca Zaia ha annunciato ieri l'inizio di una rivoluzione nella gestione dei sinistri all'interno delle ulss. In via sperimentale, e attraverso l'approvazione di una specifica delibera, le aziende sanitarie della provincia di Padova (azienda ospedaliera, istituto oncologico Veneto, e Ulss 15, 16 e 17) praticheranno, per un anno a partire dal primo gennaio 2013, una forma di “autoassicurazione” che, per la gestione di sinistri al di sotto dei 500mila euro, prevede l'autogestione interna alle aziende. In sostanza, le Ulss si rapporteranno direttamente con i cittadini per il risarcimento dei danni di portata inferiore a questa cifra, risparmiando tempo ma soprattutto denaro. I conti sono presto fatti: «Le coperture assicurative – ha detto Zaia – costano alle aziende oltre 70 milioni di euro l’anno, contro liquidazioni di sinistri per 25- 26 milioni». Il risparmio si preannuncia quindi notevole, grazie alla destinazione mirata della spesa. Nella stessa ottica, l’accensione di polizze con compagnie assicurative, da parte delle ulss, è prevista solo per danni gravi e di portata superiore ai 500mila euro, i cosiddetti “danni catastrofali”. Le aziende sanitarie padovane, oggetto della sperimentazione, dovranno inoltre rinegoziare i contratti in essere sulla base delle nuove indicazioni della Regione. «Contiamo sugli esiti della sperimentazione per trasferire il nuovo modello a tutto il Veneto» ha aggiunto Zaia «E non escludo che, in futuro, il modello si possa gestire con l’istituzione di un fondo ad hoc. Un prospettiva da valutare e perfezionare in itinere, nell'ottica del risparmio, dell'efficienza e di un maggior controllo del flusso di denaro regionale che la scorsa primavera, in materia di coperture assicurative, rischiava di finire nelle casse della City Insurance, società romena che, dalla Regione, doveva incassare un premio da 76milioni. Grazie alle indagini della GdF di Venezia, l'erogazione è stata bloccata e la City Insurance, vincitrice di gare d'appalto con molte Ulss italiane, è risultata essere una società “fantasma” legata ad ambienti camorristici.

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REGIONE SANITA'Mattino 16 settembre

Ma il legame con la contestata compagnia di assicurazioni romena persiste...

«Sono passati due mesi e mezzo, ma per le assicurazioni in sanità le nubi non si sono diradate». Con un'interrogazione firmata anche dai colleghi Gustavo Franchetto e Gennaro Marotta, in cui ripercorre la vicenda, Antonino Pipitone, consigliere regionale di Italia dei Valori, chiede chiarimenti. I fatti. All’inizio di luglio, la compagnia rumena City Insurance viene messa al bando dall'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private (Isvap). Si parla di «mancanza di liquidità, di elevata esposizione creditoria, di grave rischio di insolvenza, di criticità e opacità gestionali». Isvap ipotizza che abbia «una governance solo formale in Romania, mentre la società è stabilmente insediata in Italia, dove attua attraverso lo schermo di alcune società di intermediazione». «Allora», commenta Pipitone «paragonavamo la vicenda alle fregature appioppate dai finti maghi della televisione, col turbante e il nome esotico. Però stavolta il pacco potrebbe riguardare una montagna di milioni di euro e il delicatissimo meccanismo del risarcimento degli errori medici nelle strutture pubbliche venete. Chi ci garantisce dal rischio default, con qualsiasi richiesta di risarcimento trasformata in carta straccia? Abbiamo chiesto un intervento rapido e deciso dei vertici regionali. Senza esito». Ma quali sono i rischi reali? «Dai dati in nostro possesso», prosegue il dipietrista, medico di professione «City Insurance assicura 10 aziende sanitarie sulle 24 totali (comprendiamo anche le Aziende ospedaliere di Verona e Padova e lo Iov). I contratti dei rumeni assommano a quasi 33 milioni di euro, sugli oltre 73 milioni totali di tutte le Ulss venete (dietro ci sono Lloyd's con 22,8 milioni e Am Trust con 16,5). Una bella cifra, che ne fa il primo assicuratore della nostra regione. Messi al bando dall'Isvap, con il divieto di stipulare anche la polizza di un motorino, molti dubbi sulle loro capacità operative e di solvibilità, ma hanno in mano mezza sanità veneta. Più passa il tempo, più appare inconcepibile».

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REGIONE SANITA'Giornale di Vicenza 19 settembre

Il 95% dei casi di errori nella sanità veneta si risolve con rimborsi attorno ai 25 mila euro

Dopo tanti tentativi arriva la svolta, e questa volta in Regione sono convinti di aver trovato la strada per garantire alla sanità veneta la copertura delle assicurazioni per i danni causati a pazienti in ospedali veneti, dando però anche l'addio alla gara che aveva visto un'unica società in lizza finita poi nel mirino della Guardia di finanza. E infine l'obiettivo dichiarato è soprattutto quello di un ottimo risparmio: 20-25 milioni in meno rispetto alle spese attuali di circa 80 milioni l'anno. La novità è stata presentata ieri direttamente dal governatore Luca Zaia nel punto-stampa dopo la riunione di giunta. Il quadro delle assicurazioni in sanità è in effetti preoccupante: le compagnie tendono a sottrarsi, per l'altalena enorme dei casi da affrontare e delle somme da sborsare a risarcimento di eventuali danni, e quelle che rimangono in campo tendono ad alzare molto i premi di assicurazione. In sostanza, già nel 2009 la Regione aveva deciso di arrangiarsi per tutti i casi che non superano i danni da 500mila euro, con una gestione demandata alle singole Ulss di concerto con l'assessorato veneziano, in modo da garantire l'accantonamento dei fondi necessaria risarcire i singoli danneggiati che accettano un accordo e una transazione senza passare a lunghissime cause legali. E sono proprio questi “minori” i casi che per lo più si presentano da gestire nella sanità veneta: «Il 95% dei casi di danni causati nella sanità - spiega il segretario generale della sanità Domenico Mantoan, chiamato in causa da Zaia - arriva in media a un esborso di 25mila euro per il rimborso concordato tra Ulss e persona danneggiata». Quindi bel al di sotto della quota auto-gestita dei 500mila euro. Restano però i “pezzi grossi”, i casi di errori di sanità che finiscono sui giornali e che possono anche costare milioni di risarcimento. Come detto, su questo punto la Regione si era infilata in un tunnel, indicendo una maxi-gara per tutto il Veneto - da 76 milioni in tre anni - e finendo per aggiudicarla all'unica offerente, la City Insurance di Bucarest (Romania), sulla quale poi si sono concentrate le attenzioni della Guardia di finanza. La Regione peraltro ha deciso di “scansare” la vicenda in modo del tutto amministrativo. In sostanza ha annullato tutta la gara, ufficializzando invece la scelta di un cambio radicale di strategia: niente più maxi-gara veneta, e spazio a una sperimentazione diversa per macro-aree venete con un capofila che faccia da apripista, cioè l'area padovana. Morale, la delibera varata ieri su proposta dell'assessore Luca Coletto affida al gruppo di aziende sanitarie di Padova (Azienda ospedaliera, Iov e Ulss 15,16 e 17) di contattare le società assicuratrici con cui sono ancora sotto contratto e di proporre loro una revisione del contratto stesso, in pratica un nuovo accordo, che escluda tutti i casi che restano al di sotto dei 500mila euro. L'obiettivo è evidentemente quello di ottenere una sostanzioso sconto rispetto ai premi di assicurazione attuali. Il tutto a partire da gennaio. Se comunque la rinegoziazione non dovesse andare in porto, ma in Regione contano che non finisca così, l'Ulss capofila del gruppo padovano avrà il

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mandato di indire una gara per l'area patavina. La stessa delibera del resto affida al dirigente Mantoan il potere di affidare lo stesso tipo di compito anche alle altre quattro macroaree individuate per il Veneto - Verona, Vicenza, Treviso e Venezia - senza più bisogno di passare per la giunta regionale («Stiamo cercando di snellire il lavoro stesso della giunta: dove bastano decreti degli uffici si resta a quel livello», sottolinea Zaia). Come detto, gli uffici regionali pensano che tutta l'operazione possa portare a un forte risparmio per la sanità veneta rispetto ai costi attuali: 20-25 milioni.

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REGIONE SANITA'Tribuna 19 settembre

Autunno di tagli per la sanità veneta. Premio di risultato ai direttori solo se c'è pareggio di bilancio

Non solo taglio del 5 per cento sulle spese. La mannaia calerà sul personale, sui precari, sui contratti a tempo determinato, sulle consulenze. Ma anche sui premi ai direttori generali, sui gettoni distribuiti fino a ieri ai dipendenti che si caricavano le spalle dell'onere di presiedere le commissioni invalidi. La sanità veneta si prepara ad un autunno “lacrime e sangue”, effetto della spending review targata Governo Monti, recepita alla lettera dal segretario regionale alla Sanità. Nel faccia a faccia tra organizzazioni sindacali e il numero uno della sanità veneta, Domenico Mantoan ha illustrato le disposizioni per il contenimento della spesa, che saranno rese operative a suon di delibere entro la fine del mese di settembre. Tagli a 360 gradi difficili da digerire per la Cgil e la Uil, che per il 28 settembre hanno indetto lo sciopero generale al grido di «Basta colpire i più deboli». Il segretario regionale della Uil D'Emanuele Scarparo esprime profonda preoccupazione per l'effetto domino che provocherà la spending review alla veneta: «Pagheranno i più deboli: dai dipendenti delle cooperative che saranno licenziati ai giovani precari. Ma incasseranno il colpo anche gli assistiti, che si vedranno erogare un servizio di qualità diversa rispetto a quello cui sono abituati». Ma anche i dirigenti della sanità non esultano di fronte alla ridda di paletti imposti dalla Regione per contenere i costi. PERSONALE. La scure della spending review si abbatterà in primo luogo sul capitolo di spesa più pesante delle Usl. Le delibere regionali in corso di approvazione fisseranno in modo invalicabile il tetto di spesa in materia di personale per il 2013: si potrà assumere solo personale sanitario. Per le assunzioni con contratti interinali e collaborazioni il tetto di spesa sarà dell'80 per cento rispetto alla spesa del 2010. Sulla decisione non sono mancate le rimostranze dei manager in pectore della sanità veneta: come riusciranno a crearsi uno staff di fiducia una volta nominati, a partire dall'1 gennaio 2013? Tutte le assunzioni saranno sottoposte all'imbuto dell'autorizzazione regionale, compresi i co.co.co., nessun direttore generale potrà assumere senza il nulla osta dei vertici regionali. PRIMARI E MANAGER. Nonostante la diaspora di primari che scelgono la via della pensione, la Regione imporrà il blocco totale delle assunzioni per la copertura di posti vacanti di “figure apicali”, i direttori di unità operativa complessa, comprese le assunzioni con contratto ex articolo 15 septies, contratti a tempo basati sul conferimento di incarichi “personali” volti a realizzare specifici progetti strategici. Non se la passano bene nemmeno i direttori generali (e con loro i direttori amministrativi, sanitari e al sociale) il cui premio sullo stipendio dipenderà dal raggiungimento del pareggio di bilancio: fantascienza per le Usl più grandi, in passivo cronico spesso per motivi oggettivi o “storici”. PRESTAZIONI EXTRA. Periodo di vacche magre anche sul fronte dell'acquisto di prestazioni

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aggiuntive, una manna dal cielo per le Usl che non riescono ad erogare tutte le prestazioni richieste. I manager fino a ieri potevano “comprarle” ai propri dipendenti, che fornivano servizi extra dietro pagamento di un compenso. La prassi sarà dimezzata: le aziende sanitarie potranno utilizzare il 50 per cento dei fondi riferiti allo storico del 2006. E il resto? I direttori generali dovranno chiedere il permesso alla Regione. Novità anche per gli “erogatori” di ore extra: non potranno superare il 30 per cento dell'orario di lavoro. Fine dei gettoni di presenza per i componenti delle commissioni invalidi, che si svolgeranno in orario di servizio. E fine pure della monetizzazione delle ferie, al via i piani di smaltimento “coatto”. QUESTIONE PART TIME. La spending review rischia di far esplodere in maniera ancor più devastante il problema dei dipendenti cui è stato stracciato il contratto a tempo parziale dai direttori generali. Le immissioni a tempo pieno infatti saranno computate come nuove assunzioni. IL SINDACATO. «Rischiamo un disastro dal punto di vista operativo», attacca Stefano Tognazzo, Uil «dovremo discutere se sia meglio assumere un giovane infermiere o reimmettere a tempo pieno personale cui è stato tolto il part time? La Uil procede con le cause legali contro le aziende sanitarie. Soprattutto a Padova e Treviso sono centinaia i dipendenti che si opporranno in tribunale a questa scelta unilaterale e non condivisa. Lunedì 24 settembre alle 11.30 abbiamo convocato un'assemblea a Padova, dove in aula magna discuteremo di part time con i dipendenti di Usl 16 e azienda ospedaliera»

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REGIONE SANITA'Tribuna 20 settembre

La Commissione sanità riesamina i tagli del 5% dovuti alla spending review

Il «taglio» del 5% deciso dal Governo per quanto riguarda i servizi in appalto collegati alla sanità, recepito dalla Giunta veneta e messo in pratica in queste settimane dai direttori generali delle Ulss, sarà al centro di un confronto tra le parti che si aprirà nei prossimi giorni presso la commissione sanità del Consiglio regionale. È questo il risultato dell’incontro svoltosi ieri a palazzo Ferro-Fini che ha riunito attorno al tavolo i rappresentanti sindacali del settore servizi, il Presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il presidente della commissione sanità Leonardo Padrin, il vice Claudio Sinigaglia e i capigruppo consiliari. «Il velocissimo adeguamento della Regione Veneto alle direttive della spending rewiew - hanno affermato Margherita Grigolato (Cgil) e Maurizia Rizzo (Cisl) - sta creando seri problemi occupazionali in un settore che complessivamente vede coinvolte circa 10 mila persone, per la stragrande maggioranza donne, impegnate nelle ditte in appalto che, nelle strutture sanitarie, si occupano di ristorazione, pulizie, lavanderia, assistenza tecnica». Le prime reazioni ai tagli nelle Ulss che già li hanno applicati - hanno spiegato le rappresentanti sindacali - si stanno traducendo o in riduzione degli orari di lavoro, il che significa diminuzione di stipendi già modesti, oppure in procedure di mobilità. Una situazione gravissima, che già coinvolge centinaia di persone e che è destinata a peggiorare in assenza di interventi». «La commissione sanità - hanno affermato dal canto loro Padrin e Sinigaglia - svolgerà alcune audizioni con l’obiettivo di verificare meglio la situazione settore per settore e ditta per ditta al fine di rimodulare i tagli».

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REGIONE SANITA'Mattino 21 settembre

Coletto commissariato?

Gliel'hanno fatta sotto il naso. In meno di un'ora gli hanno costruito una “cabina di regia” della sanità veneta sopra la testa, senza che potesse dire una parola. Un pool di esperti presieduto dal governatore Luca Zaia affiancherà l'assessore Luca Coletto nelle decisioni in materia di salute. Innocuo gruppo di lavoro o commissariamento della sanità veneta? Zaia spende due pagine di delibera per spiegare che sono le stesse scelte cruciali in seno alla sanità veneta, dalla spending review al piano socio sanitario, a far richiedere un supporto a Coletto. Ma, d'altro canto, il fatto che l'assessore non fosse presente al momento dell'approvazione del provvedimento, che è noto che tra i due non corra buon sangue e che ora Coletto si trinceri dietro un sibillino «no comment», lascia intendere che Zaia abbia voluto compiere un fallo a gamba tesa. Mercoledì Coletto è stato avvistato nel quartier generale di Flavio Tosi, il Municipio di Verona. Un lungo faccia a faccia: oggetto della discussione, la sanità e il presunto scacco a Coletto e quindi a Tosi. L'assessore avrebbe minacciato le dimissioni, cui il sindaco di Verona avrebbe risposto con un “niet” senza margine di trattativa. La delibera della discordia, che ha fatto scoppiare il putiferio, è stata approvata l'11 settembre. Coletto era assente per motivi istituzionali. Al tavolo con Zaia, siederanno i segretari Domenico Mantoan, Tiziano Baggio, Mario Caramel, Mauro Trapani, il vicepresidente della Regione Marino Zorzato. L'opposizione non resta a guardare, preoccupata del fatto che «la Lega perda tempo a litigare mentre i conti vanno a rotoli». Il vicepresidente della V commissione sanità, Claudio Sinigaglia (Pd), attacca: «Si tratta di un commissariamento in piena regola. Una decisione che ufficializza uno stato di crisi amministrativa, ma rappresenta anche un caso politico. Mi chiedo se il fatto di affidare la presidenza della cabina di regia allo stesso Zaia e al suo vice Marino Zorzato non rappresenti una sorta di scalzamento dell'assessore alla Sanità. Coletto viene fortemente depotenziato: ha ancora un senso il suo incarico di Giunta»? Rabbiosa la reazione di Zaia: «Siamo di fronte al travisamento di ciò ritengo essere buona amministrazione per una polemica volta esclusivamente a danneggiare l’interesse dei cittadini» ringhia in una nota «Come premessa desidero ribadire che non è avvenuta nessuna esautorazione dell’assessore alla sanità che, peraltro, gode della mia piena fiducia, altrimenti non sarebbe assessore». Sul resto Zaia precisa: «La cabina di regia per la sanità non è la prima e non sarà l’ultima. Si tratta di un metodo che ho deciso di adottare per agevolare la buona amministrazione che ci chiedono i cittadini. Come in tutte le cabine di regia, anche quella per la sanità prevede che il tavolo di lavoro sia coordinato dall’assessore di competenza»

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REGIONE SANITA'Comunicato della giunta regionale 20 settembre

Zaia difende l'avvio di una cabina di regia per il piano sociosanitario

“Con tutto il rispetto che ho sempre portato e che è mio costume avere nei confronti delle opposizioni, ho deciso di intervenire nella polemica suscitata dalla decisione della giunta regionale di creare una cabina di regia per la realizzazione del Piano Sociosanitario, perché mi pare che si stia assistendo al travisamento di ciò ritengo essere buona amministrazione per una polemica volta esclusivamente a danneggiare l’interesse dei cittadini”. Sono parole del presidente della Regione Luca Zaia che aggiunge. “Come premessa desidero ribadire che non è avvenuta nessuna esautorazione dell’assessore alla sanità che, peraltro, gode della mia piena fiducia, altrimenti non sarebbe assessore”.

Sul resto il presidente Zaia precisa: “Primo. La cabina di regia per la sanità non è l’unica e non sarà l’ultima. Si tratta di un metodo che ho deciso di adottare per agevolare la buona amministrazione che ci chiedono i cittadini. Secondo. Prima di quella per la sanità, abbiamo creato una cabina di regia per il turismo (assessore Finozzi), per la semplificazione (assessore Stival), per gli enti locali (assessore Ciambetti) e per il patrimonio (vicepresidente Zorzato). Terzo. La funzione che hanno queste cabine di regia è di evitare che dirigenti e funzionari cerchino soluzioni senza il coinvolgimento di tutti coloro che possono avere voce in capitolo. La mano destra sappia ciò che fa la sinistra. Quarto. Come in tutte le cabine di regia, anche quella per la sanità prevede che il tavolo di lavoro sia coordinato dall’assessore di competenza”.

“Penso che azioni amministrative di questo tenore – conclude Zaia – ci vengano sollecitate esplicitamente dai cittadini che ci chiedono soluzioni ai problemi. Ogni altro discorso è acqua che non macina e davvero non ho altro tempo da dedicare a polemiche senza costrutto come questa”.

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BELLUNO ANZIANIGazzettino 16 settembre

L'estate della casa di riposo di Feltre

Estate ricca di iniziative per gli ospiti della casa di riposo Brandalise di Feltre. Sabato scorso, nel giardino dell'ex pensionato, si è svolta una festa organizzata in collaborazione con il gruppo alpini monte Miesna, i quali hanno cucinato la polenta e la grigliata per tutti. Erano presenti la direttrice dell'Azienda sanitaria feltrina per i servizi alla persona, dottoressa Maria Chiara Santin, il neoeletto presidente, dottor Giuseppe Zaiotti e il consigliere Zanolla. La festa è stata allietata dalla musica della fisarmonica di Giulio Strapazzon. «Nel corso dell'estate sono state proposte numerose iniziative, - scrive l'Azienda - tra le quali l'uscita all'area pic-nic di Candaten e visita al centro di Agordo, la gita al santuario della Madonna in Nevegal con pranzo in ristorante e il pranzo in Orsera in Val Canzoi, oltre alle visite al centro di Belluno e Feltre, il pranzo in Birreria a Pedavena e al vincheto di Celarda». All'interno della struttura, inoltre, «sono state organizzate due giornate all'insegna dello sport a cui hanno aderito anche le strutture di Cesiomaggiore e Lentiai, coinvolgendo gli ospiti in varie competizioni. Abbiamo partecipato alle Olimpiadi del Piave trascorrendo due belle giornate in compagnia degli ospiti delle altre strutture della provincia, stringendo nuove amicizie e portando a casa qualche medaglia meritata. In occasione dell'adunata triveneta degli alpini a Feltre, la fanfara degli alpini di Borsoi ha allietato ospiti e personale con la loro musica. Per concludere l'estate è stata organizzata una festa in giardino con merende preparate dagli ospiti e divertenti giochi estivi. Anche per l'autunno e l'inverno ci attendono già dei nuovi eventi»

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BELLUNO ANZIANICorriere Alpi 16 settembre

La Ulss 2 cerca medici per le sue case di riposo: ma le esigenze assistenziali crescono e e disponibilità dei medici scarseggiano

FELTRE Medici per case di riposo cercasi. È di questi ultimi giorni l'invio di una lettera intestata Usl a tutti i medici di base della numero 2 per aggiornare la graduatoria delle disponibilità ad assistere pazienti non autosufficienti accolti in strutture protette, quindi case di riposo e residenze sanitarie assistenziali per persone con problemi mentali. Il periodo per cercare nuovi aiuti nel comparto dei medici di base non è certo dei più favorevoli, con le responsabilità ambulatoriali sempre più pressanti, e pare che molti di loro abbiano già tracciato la loro crocetta sul "no". L'invio della lettera viene fatto ogni anno dall'azienda sanitaria locale per riordinare l'elenco delle disponibilità, ma le difficoltà sofferte dal settore nell'ultimo periodo sembrano sottintendere altre necessità. Una potrebbe essere quella di estendere la copertura sanitaria all'interno delle strutture protette fino a dodici ore, così da coprire il monte assistenziale diurno. L'altra potrebbe voler rimediare all'aumento dei decessi registrato nel primo semestre di quest'anno dall’Azienda feltrina all'interno delle case di riposo, un dato preoccupante perché ha superato la stima dell'intero 2011. La situazione è complicata dalle normative regionali che negli ultimi mesi stanno tramutando gli ospedali in strutture riservate prettamente alle patologie acute, con elenchi ininterrotti di dimissioni protette. Niente più ricoveri lunghi e dimissioni a guarigione avvenuta: ora l'obiettivo è la cura, per guarire si può a anche tornare a casa. Una volta stabilizzati, i pazienti possono proseguire le cure a domicilio (assistenza sanitaria sul territorio), oppure, nel caso in cui subentrino difficoltà sociali, ricorrere appunto alle strutture protette. Queste si sono tramutate negli ultimi anni in veri e propri ospedali di comunità, dove vengono accolte persone con patologie sempre più gravi e impegnative, anche per i medici incaricati, le cui ore a scavalco, assieme a quelle di copertura sanitaria, sembrano non essere più sufficienti. Qualora la proposta fatta dall'Usl per l'Azienda feltrina dovesse trovare un dissenso unanime, si dovranno valutare altre strategie per garantire alle tre case di riposo di Feltre, Cesiomaggiore e Lentiai un'adeguata copertura sanitaria.

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BELLUNO ANZIANICorriere Alpi 17 settembre

Scompare per 12 ore un ospite della Kolbe di Pedavena

PEDAVENA Dopo dodici ore di ricerche senza sosta, lo ha trovato un cane dell’unità cinofila del Soccorso alpino: era disteso in un prato, stanco e confuso, reduce da una notte passata in una vigna, al freddo e a brevissima distanza da dove si era allontanato. Il cane gli si è seduto accanto e ha cominciato ad abbaiare per richiamare l’attenzione del conduttore. Erano le nove di ieri mattina e per R.L., ottant’anni, un frate ospite della casa di riposo padre Kolbe, finiva una brutta avventura. Il frate, c he per tanti anni ha vissuto a Genova e che da un po’ di tempo sta nella struttura di Pedavena, era uscito per fare una passeggiata sabato, forse nel primo pomeriggio. Della sua assenza, gli operatori della padre Kolbe si sono accorti solo verso sera. Credendo che si fosse allontanato con un conoscente a fare due passi e che semplicemente avesse dimenticato di firmare il registro, nessuno si è allarmato in modo particolare. Poi però, con il passare dei minuti, tutti si sono convinti che potesse essere successo qualcosa. Così alle 21.45 è stata segnalata la sua assenza al 118 e si è messa in moto la macchina delle ricerche, con il Soccorso alpino in prima fila, il centro mobile di coordinamento a supporto, i soccorritori di Belluno, le unità cinofile, i vigili del fuoco di Feltre. Questi ultimi si sono mossi per primi, cominciando a perlustrare le colline intorno a Pedavena, senza risultato. Ma quando il fronte delle ricerche si è ampliato, sono state raccolte due preziose testimonianze: quella di una ragazza che passeggiava nella zona e quella di un uomo che transitava su quelle strade con il suo trattore. Entrambi avevano visto l’anziano camminare su una strada a pochi metri dalla padre Kolbe verso le sette di sera. Così i soccorritori si sono convinti che non potesse essersi allontanato più di tanto e hanno ristretto il raggio delle perlustrazioni. Ma il buio ha reso tutto più difficile e soltanto ieri mattina, verso le nove, l’esultanza del cane da ricerca ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. L’ottantenne era disteso in un prato, stava bene, era solo un po’ infreddolito. Ha dormito in una vigna, a trecento metri dalla casa di riposo, poi è scivolato mentre tentava di rialzarsi ed è rimasto lì, dove il cane l’ha trovato. L’hanno messo su un’ambulanza per portarlo in ospedale e sottoporlo ad un controllo, più per scrupolo che per altro. Ma sta bene ed è stato subito dimesso.

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BELLUNO ANZIANICorriere Alpi 18 settembre

Formazione per nuovi volontari del gruppo Focolare, attivo anche alla casa di riposo di Meano

SAN GREGORIO NELLE ALPI Parte giovedì l’8° corso di formazione per volontari organizzato dall’associazione Anteas “Il Focolare” di San Gregorio nelle Alpi, nata nel 2004 grazie all’impegno di un gruppo di persone che aveva intercettato i bisogni dovuti all’isolamento di persone anziane che manifestavano difficoltà a muoversi. Il corso prevede cinque incontri, che saranno ospitati dalla sala consiliare alle 20.30. Il primo vedrà la partecipazione del direttore del Csv di Belluno Nevio Meneguz, sul tema: “Il volontariato come risorsa. Le prospettive del nostro territorio”, a cui si accompagneranno testimonianze di volontariato a domicilio e in casa di riposo. La seconda serata è in programma per il 27 settembre, con il medico della casa di riposo di Meano Evando Bertelle. Il tema sarà “Criteri generali di alimentazione e di idratazione dell’anziano”. Sempre dalla casa di riposo di Meano arriva la psicologa Chiara Forlin, che terrà l’incontro del 4 ottobre, “Come individuare e rispondere ai bisogni delle persone in difficoltà”. La settimana successiva, l’11, al centro ci sarà al tematica “Movimento e assistenza alla persona disabile: facilitazione e sicurezza”, tenuto dalla fisioterapista Nicoletta Cassol. L’ultima serata sarà condotta ancora da Bertelle e tratterà il tema “Brevi accenni di pronto soccorso”. Anteas “Il Focolare” attualmente conta 37 volontari attivi ed è un’associazione iscritta al Registro regionale. «Da subito», sottolinea il presidente Adelio De Gol, «abbiamo presentato la documentazione per poter acquistare un mezzo attrezzato per il trasporto disabili, con contributo di regione, Csv, Comune di San Gregorio e libere offerte di cittadini». Dal 2005 l’associazione svolge ininterrottamente servizio di trasporto per i cittadini in difficoltà che vogliono recarsi al mercato di Santa Giustina il venerdì. «Svolgiamo anche servizio di compagnia a persone anziane», dice ancora De Gol, «e da due anni si è inserito con noi un gruppo di volontari della casa di riposo di Meano, con servizi di aiuto agli ospiti (per esempio durante i pasti) e attività ludiche». “Il Focolare” partecipa anche al progetto “Volontario anche tu”, che da tre anni offre la possibilità di inserire giovani nella casa di riposo per un’esperienza di volontariato. «Un seme gettato per favorire la presenza dei ragazzi in questo mondo», sottolinea il presidente. «Uno dei problemi che dobbiamo affrontare è proprio quello del ricambio generazionale». Non è un caso che l’associazione sia alla continua ricerca di volontari e nuove leve. Ma a preoccupare è anche il taglio dei contributi che la Regione erogava tramite il Csv per il trasporto a chiamata. «È una decisione che ci penalizza», spiega De Gol. «Ma i tagli sono generali: attualmente viviamo grazie alla quota associativa e alle offerte di chi utilizza il mezzo». Il volontariato è in difficoltà. «Per questo le istituzioni dovrebbero dimostrare una sensibilità vera, e non solo a parole». Per informazioni sul corso di formazione: 0437 800093, 346 0878828 oppure [email protected]

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BELLUNO ANZIANICorriere Alpi 20 settembre

Pronto entro fine 2012 il parcheggio della casa di riposo di Meano

Il lieto fine è dietro l’angolo. È tutto pronto per l’avvio dei lavori di costruzione del nuovo parcheggio per la casa di riposo di Meano, un’opera attesa a lungo e finalmente resa possibile grazie ad un accordo tra Stato e Regioni che consente agli enti locali di superare i limiti di spesa imposti dal patto di stabilità e quindi di liberare risorse per realizzare opere pubbliche. Per Santa Giustina l’importo “liberato” dai lacci del vincolo è pari a 186 mila euro. I lavori saranno eseguiti dalla ditta Deon, che si è aggiudicata l’appalto, e si inizieranno la prossima settimana per terminare entro la fine dell’anno: sono 35 i parcheggi che verranno ricavati vicino alla struttura per anziani, per un costo complessivo di 57. 800 euro. «Questa manovra della Regione», spiega il sindaco Ennio Vigne, «è fondamentale per consentire ai nostri Comuni di utilizzare le proprie risorse per opere importanti per la qualità della vita dei cittadini, ma è anche una boccata di ossigeno per le aziende che negli ultimi anni, oltre a dover attendere i pagamenti per le opere pubbliche realizzate, hanno subito una notevole riduzione dei lavori commissionati dagli enti, con conseguenze anche gravi sull’occupazione». Il Comune chiude entro l’anno un’opera al servizio della casa di riposo che ha sempre migliorato la qualità dei servizi ed è fondamentale per rispondere alle esigenze di anziani e famiglie del territorio. «Meano è una realtà in continua crescita», conclude Ennio Vigne, «e la casa di riposo costituisce un punto di riferimento importantissimo. Ma con quest’opera andiamo non solo a dare un ulteriore servizio al personale, ai familiari e agli ospiti della struttura, ma a tutte quelle attività che si svolgono attorno al centro di questo paese attivo e sempre ricco di iniziative».

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BELLUNO INFANZIACorriere Alpi 20 settembre

Lentiai pioniere delle “scuole materne musicali”

LENTIAI Nasce a Lentiai il contributo regionale agli asili che promuovono attività musicali e di lettura ad alta voce per i loro piccoli ospiti. È dall’esperienza maturata dalle suore dell’asilo di via Tiziano Vecellio che da cinque anni stanno promuovendo la “cultura della musicalità” tra i loro piccoli allievi, che è partito lo spunto per realizzare la legge per il contributo regionale dedicato a quelle strutture per la prima infanzia che acquisteranno strumenti musicali o altri ausilii per avviare progetti di ascolto della musica e di avvicinamento alla lettura. La legge è stata approvata dal consiglio regionale l’altro giorno. «Gli studi condotti sugli effetti della musica e della lettura ad alta voce di fiabe e racconti ai bambini in età prescolare», spiega il primo firmatario Dario Bond, «hanno dimostrato come tali esperienze precoci aiutino lo sviluppo delle capacità intellettive e di apprendimento dei bambini, favorendo la buona riuscita del successivo percorso scolastico. Comunicare con i suoni, con i rumori, è un momento legato strettamente allo sviluppo della mente infantile». «L’asilo di Lentiai è un nostro fiore all’occhiello”, ammette il sindaco Armando Vello. A portare l’iniziativa a Lentiai è stata la madre superiore Caterina Cais, coordinatrice della scuola e appassionata di musica che spiega come »partecipando a un master ho capito quanto importante sia la musica nella vita di un bambino. E così con un bel lavoro di squadra abbiamo cominciato a creare un percorso didattico che ha messo al centro la musica». L’asilo di Lentiai è dotato di tanti piccoli strumenti musicali, dalle percussioni al violino, passando per xilofono e flauti: «Non sono giocattoli, ma strumenti veri», sottolinea la madre superiore. Ogni settimana poi è garantita la presenza di un insegnante di musica: «Sono delle lezioni in cui si raccontano fiabe e si insegna ai bambini anche la musicalità delle piccole cose, dall’aria all’acqua», prosegue la coordinatrice della scuola. «Ci sono poi le sigle e le canzoncine che vengono cantate ogni giorno. È anche un modo per vincere la timidezza e relazionarsi con gli altri. Non esistono bambini stonati». Il modello educativo piace sia ai bambini che ai genitori: «È un servizio in più e l’osservazione ci dice che i bambini sono più sereni e ricettivi. La vita, del resto, è musica».

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BELLUNO SOCIALECorriere Alpi 18 settembre

Il volontariato bellunese riceve il 60% in meno del 2011. Dovrà ridurre i servizi

Sos delle associazioni di volontariato per la carenza di risorse economiche. Nel Bellunese i fondi trasferiti al volontariato quest’anno si sono ridotti del 60% rispetto al 2011. E le prospettive non sono rosee. Anzi, il futuro parla chiaramente di zero risorse. «Negli anni, abbiamo risparmiato qualche soldo, che quest’anno siamo stati costretti a tirare fuori per riuscire a garantire gran parte dei servizi che abbiamo avviato», precisa Giorgio Zampieri, presidente del Csv di Belluno che lancia l’allarme. Il problema delle risorse, infatti, è strettamente collegato ai servizi che le associazioni sono in grado di garantire. Tagliare i trasferimenti significa tagliare anche i servizi. Ed è questo che il Centro servizi per il volontariato sta cercando di evitare. «La questione è legata alla crisi», sottolinea Zampieri, «le Fondazioni private che solitamente ci finanziavano cospicuamente hanno ridotto i loro trasferimenti. Per questo ci stiamo muovendo in ambito europeo, dove le risorse sono molte. Per riuscire ad arrivare a questi soldi ci stiamo coordinando a livello veneto; dobbiamo stendere dei progetti con le persone in grado di entrare nei meccanismi della progettazione richiesta in Europa. Poi stiamo battendo la strada dei bandi delle istituzioni pubbliche. Proprio nei giorni scorsi abbiamo presentato in Regione due progetti: “Stacco” per il trasporto e “Amministratore di sostegno”. A disposizione ci sono 200mila euro per tutto il territorio regionale. La speranza è che possano arrivarci almeno 50mila euro per “Stacco”, soldi che andrebbero sommati ai 50mila già deliberati, ma che non abbiamo ancora visto, dalla Regione tramite l’Usl 1 (cisono anche i 17mila euro stanziati per lo stesso servizio all’Usl 2 di Feltre)», prosegue il presidente del Csv. Ma tutto questo non può bastare a garantire i servizi. E già quest’anno qualche sofferenza si è sentita. «La preoccupazione è forte. Si pensi che per la mancanza di fondi, siamo stati costretti a ridurre lo stesso servizio di trasporto “Stacco”. E abbiamo dovuto tagliare anche i trasporti più impegnativi riservati alle singole persone», sottolinea ancora Zampierim che aggiunge: «La situazione è davvero tragica: soltanto nel 2007 le risorse stanziate per le progettazioni erano pari a un milione di euro, mentre quest’anno siamo scesi a 210mila euro. Il piano “Volontario anche tu” è praticamente senza soldi, ma lo abbiamo mantenuto recuperando risorse tra le pieghe del nostro bilancio; il progetto “Inquadrati”, invece, lo stiamo tenendo in piedi solo tramite l’opera volontaristica di alcune persone, tra cui quelle del servizio civile». Zampieri è sconsolato ma non molla. «Abbiamo girato tante banche per avere dei soldi, moltissime non ce li hanno dati e altre ci hanno offerto poco. Meglio poco che niente, ma non possiamo continuare così».

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BELLUNO SOCIALE Corriere Alpi 19 settembre

Comunità per nuovi cronici psichiatrici a Pullir: 36 euro di quota alberghiera, 44 di quota sanitaria

Non ci sono solo i malati che provengono dall'ex manicomio di borgo Ruga. La malattia psichiatrica può dipendere anche da esiti post-traumatici o da altre patologie di difficile gestione familiare. Così a Pullir, su iniziativa del direttore sociale dell'Usl 2, Alessandro Pigatto, è decollata tre anni fa la prima comunità alloggio sperimentale del Veneto dove si accolgono i cosiddetti nuovi cronici, ossia i soggetti con età inferiore ai 65 anni che necessitano di assistenza e di programmi personalizzati per la riabilitazione. Nella nuova comunità alloggio sperimentale - nuova nel senso di innovativa perché di fatto l'edificio è sempre lo stesso - sono ospitati 31 assistiti, a fronte di 75 accolti nelle Rsa ad esaurimento psichiatrico, di cui 13 sono accessi recenti, cioè avvenuti in tre anni dal 2010. L'età media è di 65 anni, a fronte di quella nelle vicine residenze sanitarie assistenziali che raggiunge i 68. La retta a carico della persona assistita è di 36 euro al giorno, mentre la quota aziendale di rilievo sanitario è di 44 euro. «Ci sono due elementi che confermano l’efficacia dell'iniziativa», dice Pigatto, estensore del progetto. «La prima è che questa è servita a sostenere persone del nostro territorio con cronicità legate alla salute altrimenti assistibili con difficoltà oggettiva da parte delle famiglie o dei servizi qualora non esista una rete parentale adeguata. La seconda è che la gestione della cooperativa assegnataria dell'appalto, la Kcs Caregiver, è risultata al passo con le aspettative aziendali e credo anche dei parenti degli ospiti e degli stessi pazienti». Uno dei motivi per cui Pigatto ha chiesto alla Regione di attivare la comunità estensiva è appunto il fatto che esistono soggetti “giovani”, non in età da casa di riposo, che qui possono trovare una risposta non solo assistenziale ma anche riabilitativa grazie ai programmi personalizzati messi in atto dalla cooperativa, nel segno della continuità rispetto alla lunga gestione del primo consorzio, il Sacs, che ha gestito per conto dell'Usl le strutture di riconversione psichiatrica.

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PADOVA ANZIANIMattino 21 settembre

Nuovo nucleo per chi soffre di disturbi cognitivi alla Breda gestita dal Configliachi

PONTE DI BRENTA Due anni fa la casa di cura Breda, a Ponte di Brenta, (nella foto) era stata data per spacciata. Mancava poco che si mettessero le catene ai cancelli. Poi la struttura è stata affidata al Configliachi e domani si inaugura un nuovo nucleo, Il Corallo, per le persone che soffrono di disturbi cognitivi. In occasione della XIX Giornata mondiale dell’Alzheimer domani, dalle 15 alle 19, l’Istituto Configliachi e l’Associazione Un abbraccio per l’Alzheimer, hanno organizzato una festa al parco della residenza Breda in via dell’Ippodromo. Musica, balli e intrattenimento per abbracciare simbolicamente i malati e le loro famiglie perché i disturbi cognitivi hanno una pesante ricaduta sui familiari. Infatti domani sarà presente un punto consulenza per chiunque abbia un parente ammalato. Alla Breda è stata ricavata anche la sede dell’Associazione che raccoglie le famiglie dei malati. Il nuovo reparto dispone di 11 posti letto già occupati. Ogni posto costa alle famiglia una retta mensile di 1.700 euro, più un contributo del 50% aggiunto dalla Regione. Impiega 8 persone fra cui 2 stimolatori dedicati esclusivamente ai malati. In tutto gli ospiti, a livelli diversi di degenza, sono una trentina.

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PADOVA ANZIANIGazzettino 22 settembre

Cra inaugura 48 posti per non autosufficienti a Piazzola

Aumentano le aspettative di vita, ma non sempre si accompagnano a stati di salute ottimali. Aumenta quindi la necessità di strutture in grado di far fronte alle diverse necessità della terza e quarta età. Una risposta concreta viene dal modernissimo centro inaugurato ieri a Piazzola sul Brenta ed intitolato alla storica famiglia Camerini. Il taglio del nastro è relativo al primo stralcio capace di 48 posti letto suddivisi in due nuclei da 24, dedicati a persone anziane non autosufficienti a ridotto-minimo bisogno assistenziale. Nel secondo stralcio, in via di ultimazione, ecco altri 72 posti letto per una capacità ricettiva finale di 120 posti e 5 nuclei funzionali. Nel secondo blocco sarà attivato un centro diurno per 15 anziani non autosufficienti. Un investimento complessivo di 10 milioni di euro dei quali 2 giunti dalla Regione e 500 mila dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Un centro nato grazie alla sinergia tra le municipalità del Cittadellese, superando quindi l'ottica campanilistica secondo una visione d'insieme che punta all'offerta del miglior servizio per i cittadini. Intelligente visione amministrativa sottolineata dalle numerose autorità presenti. Onori di casa di Ornella Pettenuzzo, presidente del Cra Cittadella del qule il Centro Camerini fa parte. «Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa struttura, il personale che vi opererà, tutto nell'ottica della centralità dell'anziano che qui non è parcheggiato, ma sempre considerato persona». «Questa struttura rappresenta una sfida per i servizi territoriali previsti dal nuovo piano sanitario regionale», ha detto l'assessore regionale alle Politiche sociali Remo Sernagiotto. Tra le autorità intervenute l'onorevole Massimo Bitonci, il direttore generale dell'Asl 15 Francesco Benazzi, il consigliere della Fondazione HJHJ Giopp, i sindaci Renato Marcon (Piazzola), Giuseppe Pan (Cittadella), Luciano Salvò (Villafranca) e Roberto Miatello (San Giorgio in Bosco) e l'assessore provinciale Gilberto Bonetto. Il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol ha benedetto l'opera, presente la duchessa Diana Lorena discendente dei Camerini.

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PADOVA ANZIANIMattino 22 settembre

Associazione di Padova propone l'affido degli anziani

Lanciare l'affido dell'anziano e dell'adulto in difficoltà. E per incrociare domanda e offerta sotto il segno della gratuità e del dono dell'altro, predisporre una banca dati che si basa su uno speciale censimento: quello degli anziani padovani che vivono soli e desiderano riscoprire il calore di affetti sinceri e quello delle famiglie disposte ad accoglierli nella loro casa, per qualche ora del giorno o della settimana. Affidatari e affidati seguiranno uno specifico corso di formazione, quindi un'équipe interdisciplinare di operatori valuterà i candidati e formerà le «coppie». Pronta da tempo un'apposita proposta di disegno di legge, ora si aspetta che la realtà superi l'utopia. Il simbolo è una tartarughina, dal passo lento ma costante, che sta attraverso l'Italia in lungo e in largo. Domani sarà in piazza a Padova, sua città natale, per lanciare la petizione «Fidiamoci, affidiamoci: la forza dei deboli per costruire il futuro», e sollecitare l'approvazione da parte del Parlamento del piano d'azione. L'iniziativa, promossa dall'associazione patavina «Anziani a casa propria» presieduta da Giusy di Gioia, che gestisce il centro diurno per la terza età di piazza Castello, è uno dei tanti progetti solidaristici che si potranno conoscere da vicino in seno alla Festa provinciale del volontariato e della solidarietà, giunta quest'anno alla nona edizione: promossa dal Csv di Padova insieme con Comune, Diocesi, Ulss 16, Legambiente, Aics Veneto, Csi Padova, Arci, Acli, Enars, Medici con l'Africa Cuamm, con il patrocinio di Regione Veneto, Provincia e Co.Ge, mediapartner Il Gazzettino, La Difesa del Popolo e DiWeb. Dall'alba al tramonto vie e piazze del centro ospiteranno stand, esperienze, testimonianze di volontariato (piazza della Frutta, con associazioni a tutela di bambini, malati, pensionati, fasce deboli della società), disabilità (Erbe, con la manifestazione per abbattere le barriere culturali, oltre che architettoniche), ambiente (Signori, in occasione di «Puliamo il mondo», riflessione comunitaria su riciclo, energia pulita, riduzione degli sprechi), nuovi stili di vita (Capitaniato, sostegno di rapporti autentici con persone, cose, natura, mondialità), promozione sociale, pace e diritti umani, sport (via VIII febbraio). Il tutto condito da musica, rappresentazioni teatrali, balli di gruppo. Raccolta fondi a favore dei terremotati emiliani.

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PADOVA INFANZIAMattino 20 settembre

Il Comune di Tombolo azzera i contributi alle paritarie

Tombolo verso il commissariamento? Il sindaco Franco Zorzo taglia i contributi alle scuole materne parrocchiali paritarie e lo comunica inviando una lettera ai parroci delle parrocchie di Tombolo e di Onara, vescovi di Padova e Treviso, al Ministero, Regione e Provincia: «La drammatica sospensione, con effetto immediato, di qualsiasi forma di contribuzione alle scuole materne parrocchiali paritarie, sia in forma ordinaria che in forma di buono rivolta alle famiglie residenti, è la prima conseguenza del pressoché totale azzeramento dei trasferimenti erariali al Comune. A caduta, stiamo obbligatoriamente preparando anche la sospensione di altre necessarie e dolorosissime determinazioni che mai nella mia vita mi sarei sognato di dover affrontare dopo 18 anni di amministrazione comunale ed otto da sindaco. Devo cercare di salvare il nostro Comune da un commissariamento. Mi domando cosa deciderà il Prefetto di Padova il 30 settembre, dopo aver visto la situazione incolpevole dell’Ente: sta di fatto che in queste ore ha fatto recapitare in municipio una lettera dove mi dà ragione in pieno e attraverso la quale mi comunica che invierà una richiesta di chiarimenti al ministero delle Finanze». La decisione arriva a margine del consiglio comunale straordinario in piazza a cui hanno partecipato, oltre a una cinquantina di sindaci, almeno 300 cittadini. «Tutti gli enti locali sono stati via via depauperati», le parole del sindaco di Verona, Flavio Tosi, «Tombolo è stata rapinata e anche se fosse stato un errore, in uno Stato dignitoso il prefetto dovrebbe chiamare il ministero per chiedere cosa stia capitando. Questo poteva capitare a qualsiasi sindaco, se Franco Zorzo deciderà di scendere a Roma, noi saremo accanto a lui». «Siamo stanchi di rimpolpare lo spendificio romano», dice il sindaco di San Giorgio in Bosco Renato Miatello. «Non sappiamo più dove tagliare», il commento del gallierano Stefano Bonaldo. Dello stesso parere il collega di Campo San Martino Paolo Tonin: «Non vogliamo più essere terra di conquista: se l'intenzione del Governo è far pagare sempre i virtuosi bisogna alzare la voce e dire basta». «Siamo diventati gli esattori di altri, questo come lo spieghi ai cittadini?», il commento del sindaco di Fontaniv

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PADOVA SOCIALEMattino 18 settembre

“Io non me ne frego”, a Padova protesta nazionale contro i tagli al welfare

I tagli al sociale sono, secondo gli addetti ai lavori, un vero e proprio “funerale” per il welfare. Per questo istituzioni, politici ed associazioni hanno deciso di dire chiaro e tondo «Io non me ne frego», che è anche lo slogan e titolo dell'iniziativa nazionale che prenderà corpo a Padova questo fine settimana. Due giorni di dibattiti, stand e anche un aperitivo solidale per sensibilizzare la cittadinanza sulle conseguenze dei tagli al sociale a fronte di una crisi sempre più dura. Il fondo per le Politiche Sociali è passato da un miliardo a 11 milioni di euro ma anche la Regione Veneto ha visto un calo del 7 per cento in appena due anni degli interventi sociali. «Rischia di saltare il welfare comunitario» spiega il consigliere regionale Pd Claudio Sinigaglia, «c'è bisogno di una razionalizzazione e che la Regione svolga ruolo da regista, non è possibile effettuare tagli lineari». Gli fa eco l'assessore al Sociale Fabio Verlato, che “promuove” il Comune. «Abbiamo già razionalizzato puntando all'assistenza domiciliare, all'autonomia e alla prossimità. Ma tagliare ancora significa fare un danno alla nostra società». “Io non me ne frego” partirà venerdì 21 settembre alle 19 alla Loggia della Gran Guardia in piazza dei Signori. Il programma di iniziative diffuse in città è a disposizione sul sito www.iononmenefrego.org.

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PADOVA SOCIALEGazzettino 21 settembre

Vigonza paga 24,2 euro per abitante per delegare all'Ulss 15 i servizi sociosanitari

Rinnovata la delega per i servizi socio-sanitari all'Ulss 15, cioè le prestazioni per l'assistenza domiciliare ai minori, anziani e disabili; i servizi di telesoccorso; i contributi economici per la retta dell'affido familiare, il ricovero diurno e residenziale di minori; le funzioni relative all'area materno-infantile e le attività del settore delle dipendenze. «É una delega importante che rinnoviamo di anno in anno dal 1996» ha detto l'assessore ai servizi sociali Cesare Paggiaro. Sulla base della delega all'Azienda Ulss 15, per il 2012 il Comune di Vigonza prevede una spesa complessiva di 540.000 euro, composta da 24 euro per residente per la delega generale e 0,20 euro per le funzioni mamma/bambino. A conti fatti, il Comune spenderà 24,20 euro per ognuno dei suoi 22.314 abitanti. «L'unico neo, come ripeto da qualche anno - ha aggiunto l'assessore Paggiaro - è il fatto di ricevere in ritardo il report sulle prestazioni dell'anno precedente. Il bilancio arriva a ridosso dell'estate e questo non facilita l'analisi dei numeri».

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PADOVA SOCIALEGazzettino 22 settembre

Ulss 15 avvia auto mutuo aiuto per ludodipendenti

Due di picche alla dipendenza dal gioco. Il gioco d'azzardo è sempre più diffuso e crescono i ludodipendenti. Spesso si gioca per svago e divertimento, ma ci sono situazioni in cui il giocatore d'azzardo assume un comportamento problematico, danneggiando sè stesso e anche la propria famiglia. Si parla in questo caso di gioco d'azzardo patologico: una malattia che richiede una appropriata valutazione e un adeguato trattamento. Nel territorio dell'Alta Padovana sono 25 i giocatori patologici seguiti dal servizio per le dipendenze dell'Ulss 15, dieci di loro sono donne. Hanno tra i 30 e i 55 anni e sono accomunati dalla dipendenza dal gioco: gli uomini sono attratti sopratutto dai videopoker, le donne preferiscono tentare la fortuna con il lotto o le lotterie istantanee. «Nell'Ulss 15 Alta Padovana il servizio per le dipendenze ha da tempo avviato un'attività di consulenza in questo campo ed è parte della rete regionale e nazionale dei servizi che si interessano di questo problema - ha detto Francesco Benazzi, direttore generale dell'Ulss 15 - L'aiuto che può fornire il Sert varia a seconda del caso e può consistere in un percorso educativo-motivazionale, un supporto psicologico, una terapia farmacologia, un sostegno familiare, un intervento sociale o un invio a una struttura adeguata. L'aumento dei giocatori patologici va di pari passo con l'aumento dell'offerta: oggi è possibile giocare nei bar, trattorie, edicole, dappertutto. E c'è un altro aspetto: la dipendenza cresce con la crisi perché aumenta la speranza di vincere soldi. Ma il sistema è perverso: più si gioca e più scatta la voglia di tentare fino a che non si azzecca il biglietto o il numero fortunato». Con il progetto sperimentale "due di picche" il Sert mette in piedi un'ulteriore modalità di trattamento dei pazienti con Gap tramite la terapia di gruppo e di auto-aiuto. Ne fanno già parte alcuni giocatori con diagnosi di gioco d'azzardo patologico e che si impegnano ad astenersi dal gioco. «Il gruppo è uno strumento molto efficace: facilita il confronto e il sostegno, basandosi sulla sincerità e sulla riservatezza», spiega Giorgio Cuccia, responsabile del Sert. Gli incontri si svolgono il lunedì a Camposampiero dalle 18.30 alle 20 (049.9324960).

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PADOVA SOCIALEDifesa del Popolo 23 settembre

Editoriale del direttore del settimanale diocesano: ora il volontariato deve anche offrire alla società un'idea diversa di sviluppo

Questa domenica Padova accoglie la festa del volontariato e della solidarietà. È un appuntamento che si ripete ormai da nove anni, presentando alla città i mille volti di un mondo composito: ci sono il volontariato e i nuovi stili di vita, lo sport e la cooperazione internazionale, l’energia pulita e l’impegno civile. E c’è, accanto a loro, anche lo stand della Difesa. Non è una scelta casuale, e non è nemmeno una semplice operazione di marketing a basso costo. È invece il segno di un’attenzione che si concretizza nell’impegno ad accompagnare e raccontare in tutte le sue espressioni un mondo che per noi rappresenta la principale ricchezza della società veneta.Certo, il volontariato e l’impegno solidale non compaiono nelle statistiche sul prodotto interno lordo. Anzi, rischiano persino di deprimerlo nella misura in cui offrono gratuitamente il loro contributo alla società e invitano con il loro esempio ciascuno di noi a ripensare le sue scelte e il suo tempo libero: che può essere tempo offerto agli altri, invece che trascorso a fare acquisti. Eppure, oggi più che mai, ci rendiamo conto del ruolo fondamentale e insostituibile che il volontariato gioca nelle politiche sociali e nel welfare del nostro paese. Più i cordoni della spesa pubblica si stringono, più si vede come il ben-essere di una comunità sia legato a doppia mandata alla vitalità del suo tessuto sociale e alla capacità delle persone di non chiudersi nel proprio egoistico – e, diciamolo pure, fondamentalmente triste – individualismo.Il Veneto, anche in questo, ha saputo far scuola. Il numero di associazioni, l’impegno generoso a costruire il bene comune in tutte le sue possibili declinazioni, lo stesso tessuto parrocchiale che contraddistingue la nostra terra hanno pochi eguali, in Italia e in Europa. È un dato di fatto, ma non basta a farci riposare sugli allori. Negli ultimi anni si assiste a un calo del numero di volontari, e c’è l’impressione che si sia depositata una patina di stanchezza rispetto all’effervescenza che ha contraddistinto il recente passato e che ha visto proprio nella nostra città nascere esperienze, quali Civitas o Banca etica, che hanno saputo fare scuola. Da dove ripartire? A nostro parere, da una scommessa chiara: per uscire dalla crisi che ci sta investendo, l’Italia ha bisogno di un volontariato che non si faccia solo carico degli ultimi ma riesca a offrire alla società intera una diversa – e più convincente – idea di sviluppo, di partecipazione, di stili di consumo e utilizzo delle risorse. È un salto di qualità che necessita del contributo di tutti, evitando che la ricchezza di esperienze produca ulteriore frammentazione o inutili steccati. La Difesa, questo è il nostro impegno, non mancherà di continuare a fare la sua parte.

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PADOVA SANITA'Mattino 19 settembre

Un dibattito per ricordare Fortunato Rao, già direttore dell'Ulss 16

Un'occasione per ricordare Fortunato Rao, un momento per discutere di ciò che più gli stava a cuore, l'assistenza ai più deboli. Domani, a partire dalle 15, l'auditorium Pontello dell'Opera Immacolata Concezione della Mandria sarà teatro del primo convegno dedicato alla memoria del direttore generale morto un anno fa a seguito di un infarto.A promuovere l'evento il comitato «Fortunato Rao», presieduto dalla moglie del manager Marta Marangoni. Si siederanno allo stesso tavolo, per discutere di diritti sociali nell'attuale Welfare veneto personaggi di primo piano della sanità e delle istituzioni padovane e regionali: sarà presente il sindaco Flavio Zanonato, il direttore generale Adriano Cestrone, successore di Rao alla guida dell'Usl 16, l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. Si confronteranno sulle criticità, sui punti di forza e sulle sfide che dovrà affrontare il Welfare veneto, il costituzionalista dell'ateneo Mario Bertolissi, Tiziano Vecchiato, presidente della fondazione Emanuela Zancan, il presidente dell'Oic Angelo Ferro, Gianluca Forcolin, presidente Federsanità Anci Veneto, e Leonardo Padrin, presidente della V Commissione Sanità della Regione.

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 21 settembre

Nuovo centro diurno per anziani parzialmente autosufficienti a Porto Viro

Sarà inaugurato sabato 29 il Centro diurno per persone parzialmente autosufficienti o in disagio sociale nella struttura adiacente quella dell'Auser di Porto Viro, presieduto da Rossano Motta. Il complesso, creato a seguito di una necessità concreta riscontrata nel territorio, sarà strutturato in modo tale da offrire agli ospiti cinque posti letto e altrettanti posti diurni. Le radici del Centro diurno portano a diversi anni fa, con la presentazione del progetto alla Regione. Numerosi sono i soggetti che hanno reso possibile la creazione dell'opera, a partire dalla Regione stessa che ha stanziato 200mila euro per la realizzazione, approvata anche dalla Conferenza dei sindaci. Nell'agosto 2011 il Comune di Porto Viro ha concesso un contributo di 140mila euro, dei quali 100mila sono stati concessi in un unico blocco, mentre i rimanenti 40mila euro saranno suddivisi a scaglioni per quattro anni. La Fondazione Cariparo ha partecipato attraverso l'arredo della cucina e del Centro per metà della spesa, pari a 68.600 euro, mentre la Provincia ha deliberato a favore del Centro novemila euro. Con Bancadria è stato infine acceso un mutuo pari a 100mila euro. «Di per sé il Centro anziani portovirese che aderisce all'Auser - sottolinea la presidente dell'associazione di promozione sociale Insieme, Cinzia Ferro, che gestisce i servizi nel Centro portovirese - offre già a tutti i suoi soci, che sono all'incirca 800, importanti attività quotidiane e rappresenta un vero e proprio punto di ritrovo, e per molti è anche una seconda casa. È una realtà consolidata da diversi anni, con il servizio di pasti a domicilio, la convenzione con le spiagge di Rosolina Mare d'estate, l'attività motoria invernale e l'acquagym, i soggiorni climatici, il trasporto negli ospedali e nelle case di cura del territorio, il tutto reso possibile grazie alle convenzioni con il Comune e all'apporto di valore del volontariato».

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 19 settembre

Nuova residenza per anziani non autosufficienti a Porto Tolle

In un momento di crisi e tagli, arriva per il Basso Polesine un nuovo servizio sociosanitario che andrà incontro alle esigenze della popolazione del Delta. Porto Tolle, infatti, vedrà presto realizzato il Centro polifunzionale sociosanitario, grazie al parere favorevole del Nucleo per la valutazione degli investimenti pubblici (Nuv) della Regione. «Questo centro innovativo - spiega soddisfatta l'assessore regionale Isi Coppola - si verrà a collocare in un territorio carente di servizi sociosanitari e lontano da altri centri sanitari e assistenziali». L’assessore polesano a Palazzo Balbi si dice «contenta perché sono stata tra i promotori della proposta, ne ho sostenuto la nascita e ne ho seguito passo passo l'evoluzione». Il parere positivo espresso dal Nuv è fondamentale perché dà la possibilità al Comune bassopolesano di procedere con il bando per la costruzione della struttura. «Continuerò - evidenzia l'assessore Coppola - a seguire il lavoro necessario alla realizzazione di questo che sarà un importante punto di riferimento per i cittadini di tutta la grande area di Porto Tolle». Coppola sottolinea anche il lavoro svolto dall’Ulss 19. «Il parere favorevole dà atto al direttore generale, Giuseppe Dal Ben, della condivisione al progetto nella sua visione globale del nostro Delta, che negli ultimi anni è cresciuto molto in merito a risposte sociali e ai bisogni degli anziani». Il Centro prevede una forte integrazione tra Regione, Ulss 19 e Comune, tra servizi residenziali e domiciliari, e quelli sanitari e sociali. Nel centro polifunzionale, infatti, troveranno collocazione il nuovo distretto sociosanitario e una residenza per anziani non autosufficienti. «Per la realizzazione dell'opera - conferma Coppola - restano disponibili i contributi già assegnati dalla Regione. In particolare, 340mila euro fino al 2015 con un provvedimento regionale del 2009 e altri 450mila fino al 2017 con una deliberazione del 2010». Quella che arriva da venezia è una buona notizia che porterà conforto e assistenza ai cittadini di Porto Tolle e una ventata di aria nuova in un periodo di recessione, nel quale si verificano tagli consistenti ai servizi sanitari.

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ROVIGO SOCIALEGazzettino 20 settembre

“Adotta uno scolaro”: insegnanti in pensione tornano in aula per aiutare chi non sa l'italiano

Torna il progetto «Adotta uno Scolaro» che si propone di sostenere i docenti nel delicato lavoro di prima accoglienza, integrazione, e istruzione dei numerosi bambini stranieri che vengono iscritti nelle prime classi della scuola elementare o media pur non conoscendo la lingua italiana. Già dall'anno 2005 sollecitati da alcune scuole la Caritas Diocesana e l'assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Rovigo, hanno promosso una campagna di sensibilizzazione tra i docenti a riposo sollecitandoli a reinserirsi nella scuola e a offrire la loro ricca esperienza ai bambini stranieri e spesso indigenti. Un apposito incaricato ha il compito di contattarli, verificarne la disponibilità e di proporre a loro la scuola o le classi dove prestare servizio. Il docente volontario svolge le sue lezioni settimanali in assoluta gratuità e viene assicurato dagli enti promotori contro incidenti eventuali. Le modalità di svolgimento del progetto sono state concordate con l'Ufficio scolastico provinciale. L'adozione di questi teneri bambini ha favorito il nascere di rapporti di affetto e riconoscenza stabili nel tempo come lo dimostrano i risultati. Erano 20 i docenti volontari con 40 bambini adottati nell'anno scolastico 2005/2006 e sono progressivamente aumentati nel 2011/2012 a 56 con 300 bambini adottati in 23 scuole diverse di 11 istituti comprensivi nel Medio e Alto Polesine. I docenti a riposo che vogliono seguire il metodo dell'invecchiamento attivo raccomandato anche dall'Unione Europea per il 20012 possono contattare l'amministrazione provinciale (0425.386382) al giovedì mattina o alla Caritas (0425.23450).

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TREVISO ANZIANIQuindicinale 31 agosto 2012

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TREVISO ANZIANITribuna 16 settembre

24 posti letto in più alla Casa Alloggio a Paese

La giunta Pietrobon ha approvato il progetto definitivo per l’ampliamento della Casa Alloggio di Paese. La struttura è passata in gestione a Casa Marani da nove mesi, e la convenzione con l’Ipab prevedeva proprio a carico dei privati la ristrutturazione dell’immobile. L’intervento costerà circa un milione e mezzo di euro, ma è necessario affinchè la struttura torni ad essere sostenibile anche sotto il punta di vista economico. Verrà messa a norma la parte vecchia, con il rifacimento dei pavimenti, la demolizione di alcuni muri e dei sanitari; verranno realizzati nuovi bagni, saranno sostituiti i serramenti e le porte, verrà rintonacata, e saranno sistemati gli impianti. Verrà inoltre arredata la parte nuova, in modo che possa ospitare altri 24 anziani non autosufficienti, e saranno realizzati i lavori necessari a ottenere l’accreditamento regionale di tutta la struttura. Infine verrà ricavato un giardino attrezzato nella corte interna. Non verranno invece creati i due mini appartamenti per autosufficienti previsti dalla convenzione, per il momento, ma al loro posto verranno creati dei nuovi spazi comuni. Ora si attende solo il progetto esecutivo e l’affidamento dei lavori. Quei 24 posti letto in più, attesi ormai da cinque anni, saranno fondamentali per rimpolpare la voce entrate della casa alloggio

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TREVISO ANZIANITribuna 18 settembre

2,2 milioni dalla Regione al Bon Bozzolla di Farra

Dopo 16 anni c’è l’intesa sull’accordo di programma tra Ipab Bon Bozzolla, Usl 7, Comune di Farra e Regione. La firma delle parti sul documento arriverà entro un mese. Ancora prima, pare entro la fine di settembre, l’Usl 7 verserà nelle casse del Bon Bozzolla i due milioni e 200 mila euro di risarcimento pattuiti. L’accordo di programma sconvolge, in meglio, l’offerta sanitaria del Quartier del Piave: potenziamento dei poliambulatori, lavori antisismici all’Ipab, nuovi spazi a casa Cardani. «Non ci saranno sorprese» assicura il sindaco di Farra, Giuseppe Nardi «attendiamo solo i tempi burocratici per le firme, finalmente c’è l’accordo su tutto». I protagonisti della vertenza si sono incontrati l’ultima volta il 6 settembre all’istituto Cerletti di Conegliano. Oltre al sindaco Nardi, c’erano il presidente dell’Ipab Alvise Dozza, il direttore generale dell’Usl 7 Claudio Dario, un rappresentante della Regione e un altro dirigente Usl. L’intesa era già stata abbozzata quando il direttore dell’Usl 7 era ancora Angelo Del Favero. Il passaggio di testimone a Dario, e alcune polemiche interne al Cda del Bon Bozzolla, avevano rallentato i lavori. La bozza definitiva dell’accordo di programma è in questi giorni a Venezia. Erano diversi i fronti aperti, ora chiariti una volta per tutte. Nessun problema per il risarcimento di due milioni e 200 mila euro che l’Usl 7 dovrà riconoscere all’Ipab. Con questa somma a disposizione, l’Ipab potrà iniziare i lavori di adeguamento antisismico chiesti a gran voce dalla Regione. Un passo fondamentale per rendere competitiva la casa di riposo, che oggi conta 130 ospiti. Qualcosa è rimasto ancora da chiarire sul secondo punto dell’accordo di programma: il passaggio della proprietà degli immobili ex ospedale di Soligo al Bon Bozzolla. I tecnici della Regione stanno studiando se, a livello pratico, la cessione di questi immobili, oggi proprietà dell’Usl 7, sia realizzabile, e in che modo. La soluzione alternativa è la cessione “a tempo determinato” dello stabile per un certo numero di anni, convenzione che sarà rinnovata alla scadenza. In ogni caso, tra poche settimane l’Ipab usufruirà anche dell’ala est dell’ex ospedale, oggi in mano all’Usl. Il terzo scoglio dell’accordo di programma riguardava Casa Cardani, l’edificio di proprietà del Comune di Farra che sorge accanto all’ex ospedale. All’Usl 7 sarà concesso l’uso di Casa Cardani. Al suo interno troveranno spazio i poliambulatori (potenziati), la sede del 118, la sala prelievi. In cambio, l’Usl cederà al Comune una vasta area verde di uso pubblico in centro a Soligo.

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TREVISO ANZIANITribuna 21 settembre

Una manovra per bloccare l'accordo tra Bon Bozzolla e Ulss 7 screditando Alvise Dozza?

FARRA DI SOLIGO. Segretaria incinta, ricattata dal capo? È bufera attorno ad Alvise Dozza, il titolare della D&D nonché presidente dell’Ipab Bon Bozzolla, accusato di ricatto da una sua dipendente 35enne. Dopo essere rimasta incinta, le sarebbe stato chiesto di rassegnare le dimissioni, altrimenti i titolari avrebbero fatto saltare il suo matrimonio con rivelazioni compromettenti. «Giustizia a orologeria, è un attacco politico» sostiene invece il sindaco di Farra di Soligo, Giuseppe Nardi.Nelle ultime settimane, in effetti, Dozza è preso di mira su più fronti: prima la lettera al vetriolo dei cinque consiglieri dissidenti dell’Ipab, poi il “corvo” che ne chiede le dimissioni tramite un altro scritto anonimo. Adesso è la volta la denuncia per fatti che risalgono al 2008. Il sindaco Nardi, che l’ha voluto a capo dell’Ipab in orbita Lega, vede tasselli di un unico mosaico: «Qualcuno vuole far fallire l’accordo di programma tra Usl 7 e Bon Bozzolla, screditando l’immagine di Dozza».La difesa di Dozza è affidata all’avvocato Piero Barolo: «Mai ricattato nessuno. Anzi, la dipendente che mi accusa ha già patteggiato la pena per il reato di minaccia nei nostri confronti». Le schermaglie tra Dozza e la giovane impiegata, seppur maturate all’interno dell’azienda D&D Dozza, bussano alla porta del Bon Bozzolla. L’Ipab, assieme ai suoi 130 ospiti, sta vivendo un momento epocale: dopo vent’anni di battaglie legali, si sta chiudendo l’accordo di programma con l’Usl 7, chiamato a risarcire la casa di riposo di Farra con due milioni di euro. Le parti danno per fatto l’accordo. Manca, però, la firma sul documento atteso dalla Regione. E nelle ultime settimane qualcuno, rimasto nell’ombra, ha fatto di tutto per sparigliare le carte. La lettera anonima che chiede le dimissioni di sindaco e presidente dell’Ipab può essere collegata in qualche modo alla denuncia della segretaria incinta, che si dice ricattata da Dozza e sua moglie? «Il fatto che questa notizia, tutta da verificare, arrivi in un momento molto delicato per l’Ipab fa riflettere» commenta il sindaco Giuseppe Nardi, l’unico a esporsi, ma non l’unico a pensarla così, dalle parti del Bon Bozzolla. «Anche se la denuncia riguarda fatti estranei all’Ipab, potrebbe essere un modo per screditare il presidente Dozza. Sta succedendo tutto nell’ultimo mese: sembra un attacco da parte di qualcuno che non vuole la chiusura dell’accordo di programma con l’Usl 7. Ormai però ci siamo, e io mantengo la fiducia nell’operato di Dozza». Il presidente dell’Ipab, dal canto suo, rifiuta tutte le accuse mosse dalla sua ex dipendente. Niente mobbing, niente investigatore privato che raccogliesse materiale per ricattarla: «Sono state dette molte cose false». L’avvio del processo per tentata estorsione risale a tre mesi dopo il fatto denunciato, quando già l’azienda D&D Dozza Srl aveva contestato varie irregolarità alla sua dipendente, e dopo le minacce a Dozza e sua moglie che l’avrebbero portata a patteggiare la pena.

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TREVISO ANZIANITribuna 17 settembre

Israa, i famigliari degli ospiti scrivono a Zaia contro Sernagiotto

Doveva essere una riunione chiarificatrice, è diventato uno scontro ad alta tensione. L’appuntamento era all’ex Pime, fra l’assessore regionale al Sociale Remo Sernagiotto e i rappresentanti dei familiari dell’Israa. Casus belli: l’anticipo fatto pagare agli ospiti dall’Israa per la permanenza in casa di riposo. Il versamento, deciso di comune accordo con i familiari, secondo la Regione viola la legge regionale dell’agosto 2011, che vieta alle case di riposo di chiedere cauzioni. Tanto da spingere Sernagiotto a portare delibere e regolamenti dell’Istituto trevigiano in tribunale, con tanto di esposto. E non sono servite le proteste dei familiari, intenzionati a difendere l’operato della struttura, e del suo presidente, Fausto Favaro. Sernagiotto non cede: «Se l’Israa si è adeguata alla norma regionale (cosa fatta dopo la denuncia ndr) vuol dire che sapeva di aver sbagliato», tuona «Anche se i familiari sono d’accordo, chiedere cauzioni è contro la legge. L’Ipab è stata governata bene, mai avuto segnalazioni. Ma in questo caso la questione è diversa. È stata violata una norma, il resto non mi interessa». Cosa intende Sernagiotto per “il resto”? Quello che molti considerano la vera partita in gioco: la successione alla presidenza dell’Istituto, poltrona di prestigio, che fa gola a molti. Il mandato di Favaro scade il 15 gennaio 2013. Una familiare rivolgere all’assessore la domanda più scottante. «Leggo sui giornali quel che lei dice su Favato», dice la donna, «Faccio due più due, mi chiedo se dietro tutto questo ambaradan sulla cauzione non ci sia qualcos’altro. Mia madre è stata ricoverata 10 anni fa all’Israa, è migliorata. La struttura ha fatto miracoli, ed è è tutto merito del presidente. Sentire certe cose fa male». Il dibattito si infiamma. «Tutti noi politici siamo felici di non fare più di due mandati», risponde Sernagiotto, «E ricordo che Favaro è già al terzo. Io comunque non nomino nessuno. Lo fa la la Provincia, se Muraro vuole riconfermarlo, può farlo». A indispettire l’assessore è la modifica dello statuto da parte dell’Israa, che vorrebbe la nomina del presidente appannaggio del cda dell’Ipab. Su questo a margine, S ernagiotto è durissimo: «E’ opportuno che un presidente che mai si è preoccupato di modificare lo statuto lo faccia a pochi mesi dalla sua scadenza? Dopo 15 anni di presidenza, adesso si accorge che è sbagliato?». L’assessore promette una norma ad hoc: i regolamenti possono esser modificati solo nei primi sei mesi di mandato. Porte aperte a Luigi Caldato, che tanto piace a Sernagiotto?. «Caldato è stato un grande dirigente di un’azienda di 6 mila persone, sarebbe adattissimo alla nomina. Mentre Favaro cosa faceva prima? L’assicuratore…Ma per Caldato stiamo pensando a un futuro da assessore a Treviso». Cosa faranno ora i familiari ? «Invieremo una lettera al governatore Zaia,», tuona un agguerritissima Antonella Tocchetto, consigliere comunale del Pd e rappresentante dei familiari. «E chiederemo anche un incontro a Muraro».

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TREVISO ANZIANITribuna 19 settembre

Favaro si ricandida alla guida dell'Israa e rivendica: in 15 anni ne ho quadruplicato il valore

“Mi ricandiderò. E qualcun altro deciderà». Così Fausto Favaro. presidente dell’Israa, replica all’assessore regionale al Sociale Remo Sernagiotto che ha criticato Favaro, bocciando la sua ricandidatura e censurando con toni durissimi il tentativo di Favaro e dell’Israa di modificare il regolamento dell’Ipab trevigiana per far sì che a nominare il presidente non sia più il presidente della Provincia (Muraro) ma il cda dell’ Israa. «Norma ad hoc» dice sostanzialmente Sernagiotto, «in vista della scadenza di Favaro, il 15 gennaio 2013». Favaro è chiarissimo. «Nel 1997, al mio primo mandato, le regole erano diverse», racconta, «Era il consiglio provinciale a nominare il presidente dell’Israa. Ebbene, ero capo dell’opposizione, di un gruppo che contava 7 consiglieri su 38. Fui eletto ugualmente perché anche la maggioranza votò per me. Ci fu addirittura una crisi di giunta. Poi cambiarono le regole e fui riconfermato sempre, sia da Zaia che da Muraro». Meccanismo non consueto, perché solo per l’Israa la nomina spetta al presidente della Provincia. «In tutti questi anni sembrava imminente la riforma delle Ipab i», continua Favaro, «con la norme che sia il cda a nominare il presidente dell’Israa. Non è mai stata varata. La modifica dello statuto? È stata proposta da tutto il cda e non solo da me. e inviata a Comune e Provincia per un parere da inviare poi alla Regione. Ca’ Sugana e Sant’Artemio sono favorevoli, in Regione invece non la si vuole ratificare. F facciano quello che vogliono. A me basta che si sappia che a coprire l’incarico non può essere una persona qualsiasi o il portaborse di turno. E rispetto a 15 anni fa il valore dell’Israa è quadruplicato»

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TREVISO ANZIANITribuna 20 settembre

Muraro loda Favaro

“Sarà la Regione a decidere se dovrò ancora essere io ad eleggere il nuovo presidente dell’Israa o meno. Preferirei di no, la Provincia non c’entra nulla, è giusto che siano i membri del cda a nominare il loro presidente. Comunque voglio sottolineare l’ottimo lavoro svolto da Fausto Favaro in questi anni, confermato dai famigliari delle persone ospitate nella struttura. Alcune scelte politiche non le comprendo». Il presidente della Provincia Leonardo Muraro interviene nell’accesa diatriba tra l’assessore regionale al sociale Remo Sernaggiotto e Fausto Favaro, presidente dell’Israa fino al prossimo 15 gennaio del 2013.Favaro ha già annunciato la sua ricandidatura: ora bisognerà attendere la decisione della Regione in merito a come dovrà avvenire la nuova nomina. Cda dell’Israa e Comune hanno presentato richiesta di modifica dello statuto affinché il presidente venga eletto direttamente dai consiglieri amministrazione e non dal presidente provinciale come invece avviene agli anni ’70 ad oggi. Una richiesta di modifica a cui la Provincia ha dato il suo nulla osta ma contro la quale si sono abbattute le ire dell’assessore regionale Sernagiotto che consegnerebbe volentieri la poltrona di presidente dell’Israa a Luigi Caldato. «Ora toccherà alla Regione decidere, ma io sono favorevole alla proposta: la Provincia non c’entra nulla, scegliere il presidente non mi sembra un’incombenza inopportuna. Naturalmente se la Regione dovesse bocciare la richiesta, procederò come sempre alla nuova nomina», spiega Muraro, «voglio però ribadire la mia stima verso l’operato di Favaro che ha governato bene in questi anni: ho sempre incontrato familiari e ospiti entusiasti della gestione della struttura. Francamente alcune scelte politiche non le capisco».

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TREVISO ANZIANITribuna 19 settembre

A Treviso solo 15 posti residenziali specializzati per malati di demenze

Una malattia sempre più diffusa. Ma, nonostante questo, le istituzioni stentano a garantire servizi adeguati a malati e alle loro famiglie. L’Alzheimer colpisce 10 mila trevigiani: un centro grande come Roncade o Pieve di Soligo. Per questo l’Israa di Treviso e l’associazione “Perduta’mente” hanno organizzato, venerdì 21, una passeggiata in centro di malati e familiari fino a piazza dei Signori per denunciare l’assenza di serie politiche socio-sanitarie: «Non vogliamo sentirci abbandonati – dicono le famiglie - né che i malati vengano ghettizzati». Il 21 sio celebra la 19ª giornata mondiale dell’Alzheimer. Due i cortei: uno alle 9.30 dal Duomo, l’altro da porta San Tomaso per convergere infinealle 10 in piazza dei Signori per una bibita o un caffè alla pizzeria “Da Pino”. Saranno almeno in 500,m fra malati, operatori e familiari L’Israa, presentando ieri l’0inziativa , ha invitato tutti i sindaci dell’Usl 9. I negozi, grazie all’intervento di TrevisoViva, saranno addobbati con scritte di speranza. «Sono molto delusa e stanca di dire da anni le stesse cose sull’Alzheimer e di incontrare solo l’indifferenza delle persone», denuncia Fanny Meneghini, presidente di «Perduta’mente”, «un amministratore regionale del settore (Sernagiotto? ndr) mi ha detto testualmente che sono sufficienti i centri di sollievo per curare l’Alzheimer. Gli ho risposto che evidentemente non conosceva la demenza. I centri di sollievo sono operativi solo 2 ore al giorno, in cui le famiglie possono prendersi un po’ di tempo. Ma non basta. Chi le aiuta nelle altre 22?». Anche la ghettizzazione fa dsicutere. Si fa ancora fatica a superare le «barriere sociali» nei confronti di chi soffre di Alzheimer. «D’estate capita di dover girare decine di alberghiere del litorale per trovare posta a 15 malati, peraltro accompagnate», dice Favaro, presidente dell’Israa, «Alla fine ci ospita un albergo di Caorle, perché la figlia dei proprietari lavora da noi». Spesso le stesse famiglie si vergognano del dramma quotidiano che sono costretti a vivere. «Eppure perché può colpire chiunque», continua Favaro. E i numeri sono impietosi. In città 1.200 malati, nell’ Usl 9 oltre 5 mila. Le 25 case di riposo offrono 2.052 posti letto per non autosufficienti e 143 di centro diurno. Ma solo 15 (all’Israa) sono specialistici per persone con demenza, gli altri sono generici. Il 71% dei 1000 anziani in lista di attesa per le case di riposo ha un decadimento cognitivo. A casa sono accuditi 3.800 i malati. I servizi ne raggiungono però una minoranza: mancano risorse. Ed è forse su questo fronte che le amministrazioni pubbliche dovrebbero rivolgere le loro energie.

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TREVISO ANZIANIL'Azione 21 settembre

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TREVISO ANZIANIGazzettino 21 settembre

Cisl trevigiana chiede tassa di scopo per aiutare le famiglie dei malati di Alzheimer

Una nuova tassa il cui gettito andrebbe usato esclusivamente per aiutare le famiglie che devono seguire dei malati di Alzheimer. Questa la proposta avanzata dalla Cisl trevigiana oggi, in occasione della giornata mondiale contro la malattia. «Siamo disponibili a ragionare con la Regione su un'eventuale tassa di scopo per dare risposte concrete - annuncia Francesco Rorato, segretario generale Fnp-Cisl - fra tanti balzelli iniqui e ingiusti, forse sarebbe una delle poche tasse che i cittadini pagherebbero volentieri». Di certo il quadro va chiarito una volta per tutte, viste alcune recenti sentenze che hanno indicato come i costi per l'assistenza ad anziani affetti da Alzheimer, a cominciare dalla retta della casa di riposo, debbano essere totalmente a carico del servizio sanitario. Se non altro perché i numeri sono destinati a crescere. «Nella nostra Usl le persone affette da demenza sono almeno 5 mila - fa i conti l'azienda sanitaria di Treviso, che il 27 settembre organizzerà l'incontro »Camminando... ricordo" al Cà Foncello - e nel giro di 30 anni raddoppieranno". Ed è anche per questo che l'Israa, assieme all'associazione «PerdutaMente», ha messo in piedi per questa mattina una doppia passeggiata per le vie del centro, partendo alle 9.30 da piazza Duomo e da porta San Tomaso, con le persone colpite da Alzheimer, i parenti, i volontari e gli operatori che le assistono. In tutto sono attese 500 persone, senza contare i trevigiani che si aggiungeranno strada facendo. Sino a piazza Signori, dove dalle 10 alle 11, verrà messo in piedi uno speciale caffè Alzheimer aperto a tutti

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TREVISO ANZIANIGazzettino 22 settembre

“Caffe' Alzheimer”: in piazza dei Signori 500 malati ( e i parenti acclamano Favaro)

Almeno per un giorno piazza Signori è tornata ad essere la loro piazza. Quella che frequentavano sino a poco tempo fa, prima che l'incedere incalzante degli anni gli segnasse il viso e, soprattutto, prima che la malattia li colpisse macchiando in modo indelebile la loro memoria. Tutto grazie all'Israa e all'associazione PerdutaMente, che ieri mattina, in occasione della giornata mondiale contro la demenza, hanno trasformato il salotto buono della città in un caffè Alzheimer aperto a tutti. Qui alle 10, partendo da piazza Duomo e porta San Tomaso in una nuvola di carrozzine, sono confluiti moltissimi anziani colpiti dalla malattia, accompagnati dai famigliari, dai volontari e dagli operatori che li assistono. Per una volta fuori dalle case di riposo e dalle loro abitazioni. «La doppia passeggiata per il centro non è stata una forma di protesta - specifica il presidente dell'Ipab Fausto Favaro - ma un modo per far ritornare al centro dell'attenzione persone che troppe volte vengono ghettizzate o sono vittime di stereotipi negativi». In piazza, alla fine, si sono contate più di 500 persone. Una folla che rappresentava tutti i 10 mila malati di Alzheimer del trevigiano. Ed è stata subito festa, tra i versi di "Piemontesina bella" e centinaia di palloncini gialli e azzurri. Palloncini che gli organizzatori avrebbero simbolicamente voluto lasciar andare in cielo ma che le complesse norme che regolano lo spazio aereo hanno costretto a terra. Pazienza. È andata benissimo così. «Non abbiamo voluto fare cartelli né altro perché così non si nota la differenza tra chi è malato e chi no: stiamo parlando semplicemente di persone - sottolinea il direttore dell'Israa Giorgio Pavan - . Molti trevigiani si sono avvicinati per avere informazioni». Obiettivo centrato. «Non l'unico - aggiunge - basti pensare che molti anziani non vedevano piazza Signori ormai da anni». Anche se i problemi restano dietro la porta. A partire dal fatto che nelle case di riposo ci sono solo 15 posti letto specialistici per persone con demenza, a fronte di 1.200 malati a Treviso e circa 5 mila nel territorio dell'Usl. «Dopo una lunga battaglia abbiamo ridato un senso al Centro per lo studio e la cura dell'invecchiamento cerebrale di Padova - spiega Diego Bottacin, consigliere regionale, ieri in piazza - . Suo compito sarà quello di sviluppare non solo la parte scientifica ma anche quella riguardante le migliori pratiche di assistenza». Oltre all'organizzazione, però, servono i soldi. «Qui i servizi, anche grazie a Favaro, sono sempre di più - conclude il prefetto, Aldo Adinolfi - certo le risorse sono poche, ma ci si deve impegnare per reperirle in modo da fare ancora di più». Il sasso, insomma, è stato lanciato.

Sicuramente non l'ha cercato; attento com'è stato a fare in modo che le polemiche degli ultimi tempi sulla successione alla presidenza dell'Israa non rubassero la scena alla giornata contro l'Alzheimer. Ma la festa di ieri in piazza Signori ha di fatto contenuto anche l'ennesimo plebiscito dei famigliari dei malati a sostegno di Fausto Favaro ormai

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da 15 anni alla guida dell’Israa; acclamato come e forse di più del vicesindaco Giancarlo Gentilini che verso le 11 ha fatto capolino tra gli anziani avvolto nella fascia tricolore. In più ha incassato anche i complimenti del prefetto. «Favaro in questi anni ha fatto di tutto per alleviare i disagi e per dare assistenza ai malati - ha sottolineato Aldo Adinolfi - e ha sicuramente migliorato i servizi». Parole che fanno eco a quelle pronunciate il giorno prima da Leonardo Muraro. «Si è dimostrato un ottimo presidente - ha scandito il numero uno della Provincia che entro la metà di gennaio, quando scadrà il mandato di Favaro all'Israa, è chiamato a scegliere si confermarlo o meno - in quel posto ci devono essere solo persone capaci e professionalmente valide». Insomma, squadra che vince non si cambia

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TREVISO ANZIANITribuna 20 settembre

Bando per assegnare la gestione delle residenze per anziani e disabili a Chiarano

CHIARANO Per l’ex asilo Vascellari, ristrutturato come residenza per anziani e disabili, si profila la prossima apertura. In un vertice tenutosi fra il sindaco Gianpaolo Vallardi, Claudio Dario, direttore dell’Usl,Gerardo Favaretto, Paolo Michielin responsabili dei servizi sociali dell’Usl, Remo Sernagiotto e Franco Manzato per la Regione, è stato deciso l’avvio del bando di gara per l’assegnazione e la gestione del servizio. «I primi ospiti saranno accolti nella nuova struttura all’inizio del prossimo anno, c’è stato un “tempo morto”, diciamo così, perché la struttura è finita da tempo, ma ora è superato il problema», dice il sindaco Gianpaolo Vallardi, «Siamo contenti perché, nonostante i tagli lineari decisi a Roma, l’Usl e la Regione sono riusciti ad avviare un importante servizio. Non ci saranno spese ma, grazie ad economie di scala e trasferimenti di personale, l’Uls e la Regione riusciranno ad aprire l’ex asilo Vascellari. Anziani e disabili del nostro comune o di questo territorio, che ora sono ricoverati lontani, anche in altre regioni, potranno finalmente essere curati vicini alle loro famiglie. Questa è la più grande soddisfazione», conclude il sindaco di Chiarano

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TREVISO ANZIANITribuna 20 settembre

Per i morti da batterio della casa di riposo di Oderzo indagati dietista e responsabile del centro cottura

ODERZO Contaminazione alla residenza Pagani: due gli iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. Dopo l’iscrizione infatti della responsabile del centro cottura, è stato aggiunto anche il nome della dietista della struttura, colei che si occupava della gestione degli alimenti somministrati agli anziani ospiti. A stabilire la corresponsabilità dei responsabili della struttura e della mensa “Serenissima” che fornisce i pasti nelle morti di due degenti è la ricostruzione dei fatti contenuta nella super perizia voluta dalla Procura di Treviso ed effettuata dal medico legale Renzo Mioni, direttore del dipartimento di microbiologia alimentare dell’istituto zooprofilattico delle Venezie. Il medico legale ha concluso la sua perizia sostenendo che se i protocolli igienici nella somministrazione dei cibi fossero stati rispettati rigidamente, gli effetti del batterio killer, il clostridium perfigens ritrovato sui funghi serviti agli anziani, avrebbero potuto essere combattuti più efficacemente. Insomma: la tragedia si sarebbe potuta evitare applicando alla lettera i regolamenti igienici vigenti e la struttura e la mensa sono corresponsabili. C’è attesa ora per la perizia di parte voluta dal legale difensore Carlo Augenti che arriverebbe a conclusioni totalmente diverse rispetto a quelle del perito della Procura. Il batterio killer uccise nel febbraio scorso i due anziani Mario Modenese Bellomo 77enne di Meduna di Livenza e Ernesto Brunello 65enne di Carbonera. Inoltre 42 dei 56 ospiti della casa di riposo riportarono sintomi da intossicazione più o meno gravi. Per la morte di Brunello chiedono giustizia tutti i suoi parenti; per Modenese Bellomo invece non c’è più nessuno, in quanto abbandonato alla nascita non aveva parenti in vita ed è stato il Comune di Meduna ha provvedere sempre alle sue necessità

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TREVISO DISABILI Gazzettino 22 settembre

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TREVISO DISABILI Gazzettino 22 settembre

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TREVISO SOCIALEComunicato della giunta regionale 17 settembre

Sernagiotto e Csv collaborano per incontri di presentazione del piano socio sanitario

Formare e informare i tanti volontari della provincia di Treviso delle novità introdotte nel campo sociale e sociosanitario dalla recente legge regionale n.23 del 2012 - -il nuovo piano sociosanitario della Regione Veneto - e delle ricadute concrete che avrà sulle amministrazioni locali (tramite ad esempio i Piani di zona dei servizi sociosanitari) e sui cittadini nei loro rapporti con le strutture e con le associazioni. Con quest’obiettivo l’Assessorato regionale ai Servizi Sociali e il CSV (Centro servizio volontariato) di Treviso hanno promosso una serie di incontri che sono stati presentati stamani nella sede del CSV dall’assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto, dal Presidente del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della provincia di Treviso Adriano Bordignon, e da Annalisa Basso dirigente regionale del sociale.“L’iniziativa - ha detto Sernagiotto - metterà al corrente il vasto mondo del volontariato trevigiano dei cambiamenti previsti dal nuovo PSSR nelle tematiche sociosanitarie. Vogliamo dare strumenti di conoscenza ai volontari in modo che siano ancora più vicini e capaci d’aiuto nei confronti delle persone da loro assistite e sinergici con il mondo istituzionale e delle strutture sociosanitarie”.Bordignon ha sottolineato che si tratta di una “iniziativa di crescita per la cittadinanza nata da un confronto tra assessorato regionale e mondo del volontariato trevigiano. Il nuovo piano sociosanitario regionale ridisegna una cornice entro la quale tutti i nostri interventi, anche quelli del volontariato, dovranno riposizionarsi. Vogliamo capirne di più di questi contenuti e questo è il senso degli incontri che avverranno nelle tre ullss del territorio provinciale”.Secondo Basso, “è importante far capire alla popolazione come si sta evolvendo il nostro Veneto dal punto di vista sociale e sanitario, come si configurerà nei prossimi dieci-vent’anni per quanto riguarda i servizi e quali sono le opportunità che il nuovo piano sociosanitario offre pur nelle difficoltà economiche presenti”. Gli incontri programmati in collaborazione tra Regione Veneto, Volontarinsieme (coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso), Aziende Ullss n. 7, n. 8 e n. 9, Conferenze dei Sindaci della Provincia di Treviso avranno il seguente calendario:1, 15 e 29 ottobre, Ulss n.9, a Preganziol di Treviso nella Sala Grande ANCI presso Ex Pime via Terraglio 58;8 e 22 ottobre e 5 novembre, Ulss n.8, Montebelluna, Sala convegni dell’Ospedale, Via Togliatti 1;3,7 e 31 ottobre, Ulss n.7, Conegliano, Sala Riunioni n.1 sede Ulss n.7 via Lubin, 16;10 e 24 ottobre e 7 novembre, Ulss n. 9 di Oderzo/Motta di Livenza, Aula Magna del CSM UOC presso presidio ospedaliero edificio 7 in via Luzzatti 33.

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VENEZIA ANZIANICorriere del Veneto 19 settembre

Gli alberghi del litorale accusati di rifiutare ospiti con Alzheimer in arrivo dall'Israa di Treviso

TREVISO — «No, guardi, mi dispiace ma purtroppo è tutto pieno». Una, due, dieci volte, negli alberghi di tutto il litorale. Per Fausto Favaro, presidente dell’Israa di Treviso (istituto che riunisce quattro case di riposo) non è una coincidenza. «Quando diciamo che cerchiamo posti per i nostri malati di alzheimer, le strutture ci dicono di no, non danno la disponibilità ad accoglierli. L’unica che da due anni accetta i nostri ospiti è un albergo di Caorle. Ma solo perché la figlia del titolare lavora con noi e capisce cosa significa, per una famiglia che ha un parente con questa patologia degenerativa, poter passare qualche giorno di serenità al mare». Gli albergatori veneti, invece, non capirebbero questa necessità. «Se qualche hotel non ammette un cane, il padrone è pronto anche a fare causa - si arrabbia -, e parliamo di un cane. Qui si dice di no a delle persone».

Non se la sente di fare nomi, «non è questo il punto, ma non chiediamo molto, si tratta di venticinque posti letto, fra i quali dieci malati. E ci dicono sempre di no». I pazienti sono appena tornati dal loro breve soggiorno marittimo. «Non portiamo chi ha maggiori criticità - continua Favaro -, ma chi può essere più integrato nella società, e sempre accompagnato da personale qualificato, non creerebbe alcun problema agli ospiti o alla direzione. Queste brevi vacanze sono un sollievo non solo per chi soffre di Alzheimer, ma anche per i familiari che ogni giorno li assistono e si confrontano con la malattia». Ma arriva pronta la replica. «È la prima volta che sento simili lamentele - commenta Massimiliano Schiavon, presidente degli albergatori jesolani -. Anzi, proprio qui abbiamo creato il progetto Jesolo For All e ospitiamo persone con ogni tipo di disabilità». Poi sottolinea: «I gruppi sono difficili da accogliere in alcuni mesi dell’anno, ma non ho mai rilevato scarsa disponibilità nei confronti di malati di Alzheimer. Certo, se fosse vero dispiacerebbe molto.Per questo sono pronto ad ascoltare il presidente e l’associazione per capire quali possono essere stati i problemi riscontrati. Faremo tutte le verifiche necessarie». I più recenti dati su scala regionale rilevano circa sessantamila malati di Alzheimer, con un’incidenza del 40 per cento fra gli ultra ottantenni; oltre i 65 anni la percentuale di demenza è del 6,5 per cento. «A fronte di questa situazione, manca un piano nazionale e in particolare un organico piano regionale che consenta la presa in carico dei malati e delle loro famiglie, che li affianchi e li aiuti duranti il lungo percorso della malattia - dice Favaro -. E’ fondamentale che i luoghi di cura si specializzino nell’assistenza, e che si creino più posti specialistici nelle strutture».A Treviso esiste da quattro anni l’associazione PerdutaMente, creata e sostenuta da famiglie che convivono con l’Alzheimer. «Non tutti capiscono che è una malattia della famiglia, non di una sola persona - afferma la presidente Fanny Meneghini -. C’è tanta

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indifferenza, mancano l’informazione e la considerazione». Venerdì mattina, in centro storico, centinaia di malati e loro familiari parteciperanno a una passeggiata di sensibilizzazione, in occasione della 19sima giornata mondiale dell’Alzheimer. In piazza dei Signori si fermeranno a prendere un caffè, incontreranno le istituzioni, i trevigiani e gli esperti del settore e si scambieranno esperienze. Una mattina di normalità, che fa così bene a chi non ce l’ha pi

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VENEZIA ANZIANINuova 20 settembre

Inizierà tra fine ottobre e inizio novembre nelle case di riposo nell'Ulss 12 la vaccinazione contro l'influenza

La nuova influenza non è ancora arrivata, ma all’Asl 12 si stanno organizzando per farsi trovare pronti con la campagna preventiva di vaccinazione. Lo scorso anno sono state complessivamente 64.411 le persone vaccinate sul territorio di dell’Asl veneziana. Di questi, 53.706 sono stati ultra 65enni (pari al 68 per cento sul totale dei 79 mila residenti nell’area). Gli altri sono stati soprattutto addetti sanitari, ospedalieri o di distretto, cittadini rientranti nelle categorie a rischio e bambini piccoli. E si profilano numeri simili anche per quest’anno. «Stiamo strutturando la campagna preventiva 2012», spiega Vittorio Selle, responsabile del servizio. «La prevenzione e la vaccinazione sono fondamentali per chi è maggiormente a rischio in caso di influenza, e appena avremo a disposizione i prodotti, potremo partire. Intanto si stanno calibrando le modalità con l’ausilio dei medici di medicina generale e presso i centri dell’Asl 12. Una fase di costruzione tecnica, se così la vogliamo definirla, con la Regione che sta procedendo con la gara di acquisto delle dosi, e dalla quale attendiamo la comunicazione sulla disponibilità per la metà di ottobre». La campagna vera e propria di vaccinazione dovrebbe partire tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Un lasco di alcuni giorni che dipende appunto dalla disponibilità del vaccino, e tra le prime strutture che lo otterranno ci saranno di sicuro le case di riposo. Sul fronte invece del virus influenzale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua il monitoraggio nell’emisfero australe per capire come si comporta quest’anno, visto che all’arrivo dei primi freddi l’epidemia si sposterà come tutti gli anni anche alle nostre latitudini. Di sicuro i ceppi saranno tre, ma non sembra che il virus sia più aggressivo rispetto agli ultimi due anni. Da capire, invece, la capacità di diffusione, con il picco che è previsto all’inizio di gennaio. I consigli rimangono sempre i soliti, facendo riferimento al proprio medico di famiglia cercando di non eccedere nell’assunzione di farmaci, e rimanendo in allerta nel caso i sintomi e la febbre alta dovessero persistere oltre i 3-4 giorni.

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VENEZIA ANZIANIGazzettino 20 settembre

Stato di agitazione Uil all'”Antica scuola dei battuti” contro le nuove regole sulla mobilità interna

Vicini allo sciopero. I dipendenti della Casa di riposo di via Spalti che sono iscritti al sindacato Uil - una settantina - hanno proclamato infatti lo stato di agitazione che porta ora ad un intervento del Prefetto di "raffreddamento" delle tensioni prima del via libera vero e proprio allo sciopero che metterebbe in discussione i servizi offerti agli ospiti della Casa di riposo di via Spalti. C’è da dire che la Uil è l’unico sindacato che non ha sottoscritto l’accordo integrativo aziendale firmato invece da Cgil e Cisl il 5 settembre. Fra gli argomenti del contendere sia il premio produttività - l’Azienda chiede di rivedere gli obiettivi da raggiungere in senso retroattivo e cioè a partire da gennaio 2012 invece che da settembre - sia la mobilità interna - e cioè lo spostamento degli operatori da un reparto all’altro o da una mansione all’altra. Ovviamente di mezzo c’è anche un minimo aumento salariale - 70 mila euro divisi tra tutti i dipendenti, cioè poche decine di euro in busta paga. Nell’assemblea che la Uil ha tenuto con i dipendenti - spiega il segretario Uil, Giovanni Zennaro - è stato espresso da un giudizio negativo sulla proposta presentata dalla Casa di riposo. Oltre a criticare Cgil e Cisl, la Uil sottolinea che la mobilità interna fatta nel modo proposto dalla Casa di riposo aprirebbe la strada ai favoritismi e quindi chiede criteri certi per gli spostamenti del personale. Ci sono spiragli da qui allo sciopero visto che la proclamazione dello stato di agitazione è l’anticamera dello sciopero vero e proprio? Pare di sì. La Uil è disposta a riaprire la trattativa "in modo da evitare agli ospiti della Casa di riposo di via Spalti ulteriori disagi e disservizi".

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VENEZIA ANZIANINuova 21 settembre

Disagio degli anziani, convegno con Uneba

Portogruaro - Oggi alle 15 al teatro Pascutto conferenza sulla condizione degli anziani nel Veneto Orientale, promossa da Cgil, Cisl e Uil. Si parla di assistenza, sanità, assistenza e recupero funzionale. Ai lavori parteciperanno il sindaco Luigino Moro, il direttore sociale dell'Asl Claudio Beltrame, il presidente della conferenza dei sindaci Andrea Tamai, il vicepresidente Uneba Ernesto Burattin e il segretario della Camera del Lavoro Roberto Montagner. Ingresso libero.

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VERONA ANZIANIArena 18 settembre

Prima pietra della casa di riposo da 10 milioni ad Albaredo

ALBAREDO «Questo è il giorno della conversione. Anche gli increduli ora crederanno». Con un linguaggio a tratti messianico il sindaco Paolo Silvio Menegazzi ha dato il via sabato scorso alla cerimonia per la posa della prima pietra della nuova casa di riposo di Albaredo. Sarà l´avvicinarsi della campagna elettorale per le amministrative del 2013 o, forse, la soddisfazione di veder tradotto in realtà quel sogno che il suo predecessore, Claudio Ruta, voleva realizzare. Sta di fatto che in via dei Barcari, dove il cantiere per la nuova «Ca´ dei Nonni» - questo il nome che l´amministrazione ha dato alla struttura - è già stato aperto da un paio di settimane, sabato sera si è respirata un´aria di rivincita. Il sindaco ha colto infatti l´occasione dell´inizio dei lavori per confutare tutte le tesi disfattiste in merito a quest´opera. La prima: l´investimento elevato. Ossia i 10 milioni di euro messi sul tavolo dalla Csa (Cooperativa servizi assistenziali) di Mantova per costruire la nuova casa di riposo. I soldi ci sono e verranno investiti, parola del presidente della Csa Claudio Cuoghi. «L´investimento totale, compresi gli arredi e le attrezzature, supera i 10 milioni di euro e sarà recuperato nei 35 anni di gestione, al termine dei quali la struttura verrà restituita all´Ipab», ha affermato Cuoghi. La seconda perplessità, sollevata da sindacati e consiglieri di minoranza, riguardava il destino del personale di «Villa Grassi-Perosini», l´attuale istituto per anziani. Anche qui, sindaco e presidente della cooperativa hanno voluto mettere un punto fermo. «Gli operatori dell´Ipab che lo desidereranno verranno assunti in via prioritaria dalla cooperativa alle stesse condizioni economiche in essere», ha chiarito Cuoghi. «Ulteriori assunzioni verranno fatte preferibilmente tra i residenti di Albaredo, purché in possesso dei titoli richiesti». La terza riserva era relativa ai tempi di realizzazione. La replica è stata perentoria. La costruzione della nuova struttura è prevista in tempi record: meno di 12 mesi. Il trucco c´è ma non si vedrà ad occhio nudo. «Ca´ dei Nonni» sarà un edificio biocompatibile e verrà realizzato con elementi prefabbricati dalla «Bottoli costruzioni» di Mantova, in collaborazione con la bolzanina «Wolf Haus», mediante l´impiego di legno ed altri materiali isolanti di origine naturale. Verrà inoltre dotato di un impianto solare fotovoltaico per la produzione di oltre 60 Kw e di pannelli solari per la produzione dell´acqua calda.L´unica incognita a questo punto rimangono le rette. I familiari temono che, a fronte di questo investimento ingente, possano essere incrementate. La nuova residenza per anziani sorgerà su un´area complessiva di 8mila metri quadri e avrà 88 posti letto, tra autosufficienti e non autosufficienti, oltre a 10 posti di comunità alloggio, un centro diurno sociale con 10 posti e un centro diurno sanitario per altri 5 posti. L´edificio si svilupperà su due piani con una pianta caratterizzata da blocchi edilizi aggregati, distribuiti in modo da formare due cortili interni e spazi verdi protetti. Al primo piano saranno dislocati tre nuclei, due dei quali da 30 posti letto e uno da 28. In

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ognuno di essi saranno presenti sala da pranzo, soggiorno, guardiola per il personale, bagno protetto, piccolo magazzino e deposito attrezzatura. Al piano terra, invece, si svilupperanno i locali per la comunità ed il centro diurno. Il progetto prevede poi una reception, gli uffici, i locali per il personale, il bar, la palestra, la cucina, la lavanderia, la cappella, la camera ardente, il magazzino e i locali tecnologici. All´esterno verranno realizzati parcheggi per i visitatori e il personale, percorsi pedonali e spazi verdi.

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VERONA ANZIANIArena 21 settembre

Quando i non autosufficienti andranno allo Stellini, che ne sarà delle case di riposo di Nogara e Gazzo

Summit, ieri mattina, all´ex ospedale «Stellini» tra l´assessore regionale ai Servizi sociali Remo Sernagiotto, il direttore dell´Ulss 21 Daniela Carraro, il sindaco di Nogara Luciano Mirandola, quello di Gazzo, Andrea Vecchini, i dirigenti delle case di riposo di Nogara e Gazzo e i massimi vertici dell´Azienda sanitaria della Bassa. Sul tavolo c´erano i progetti futuri riguardanti l´utilizzo a scopi sociali dello «Stellini» e delle case di riposo dei due Comuni.Sernagiotto, dopo aver dato ampia disponibilità di dialogo con tutte le parti, ha elogiato l´operato del direttore generale riguardo la riconversione dell´ex struttura ospedaliera. In particolare, Carraro ha annunciato la partenza a breve del servizio di assistenza fornito dai 12 medici di base dei Comuni di Nogara, Gazzo e Sorgà all´interno dell´ex ospedale per 12 ore al giorno. Oltre all´avvio, entro qualche mese, dei lavori di ristrutturazione di un´ala per il nuovo reparto di psichiatria. «Sono disponibile ad approvare i progetti che l´Ulss 21 e le tre amministrazioni ci presenteranno per il territorio. È evidente che la strada da seguire deve essere quella dell´apertura ai privati nella gestione e nella ristrutturazione dell´ex ospedale ma ci dovrà sempre essere un controllo maggioritario del pubblico sulla gestione». Mirandola ha accolto con favore la dichiarazione pubblica di Sernagiotto e ha assicurato che «i Comuni non chiederanno soldi alla Regione ma una sostanziale approvazione per i progetti che verranno presentati». Il sindaco, che già nei mesi scorsi aveva annunciato l´intenzione di creare una fondazione con Sorgà e Gazzo, ha fatto capire che potrebbero esserci dei finanziatori privati in grado di investire alcuni milioni di euro per il recupero e la gestione dello «Stellini». Rassicurazioni sul futuro della casa di riposo di Gazzo sono state invece chieste da Andrea Vecchini poichè il trasferimento allo «Stellini» dei non autosufficienti dalle case di riposo di Nogara e Gazzo metterebbe a rischio la sopravvivenza le due strutture. «Chiedo garanzie sulla nostra casa di riposo», ha sollecitato il sindaco di Gazzo. «Pur non essendo contrario al progetto della residenza sanitaria assistita a Nogara, vorrei che la struttura di Gazzo possa continuare ad esistere e che siano conservati i posti di lavoro».

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VERONA ANZIANIArena 22 settembre

Il Comune di Verona conferma sostegno al Progetto Alzheimer con Pia Opera Ciccarelli

L’assessore ai Servizi sociali Anna Leso ha portato i saluti dell’amministrazione comunale all’incontro-dibattito che si è tenuto questa mattina in Gran Guardia in occasione della 19ma Giornata mondiale per l’Alzheimer. L’evento, patrocinato dal Comune di Verona e promosso dalle associazioni di volontariato Alzheimer Italia Verona, Familiari malati di Alzheimer e Sigizia – promozione sociale, aveva l’intento di sensibilizzare sulle problematiche relative alla malattia dell’Alzheimer.

«Grazie al "Progetto Alzheimer", avviato se anni fa dal Comune di Verona in collaborazione con Fondazione Cariverona, Ulss 20, Azienda Ospedaliera, Fondazione Pia Opera Ciccarelli, Istituto Assistenza Anziani e le associazioni di volontariato che si occupano dei malati di Alzheimer – ha spiegato l’assessore - è stato possibile realizzare un importante sistema integrato di interventi e servizi a sostegno dei malati e delle loro famiglie. Servizi molto apprezzati, che l’Amministrazione comunale intende continuare a portare avanti per sostenere sempre al meglio le famiglie che quotidianamente si prendono cura dei propri cari”. Tra i servizi promossi nell’ambito del Progetto Alzheimer ci sono tre centri diurni (“Cristofori” in Borgo Roma, “Leo Cirla” e “Forti” a casa Serena), 15 posti di sollievo, l’attività di assistenza domiciliare e corsi specifici per badanti.

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VERONA ANZIANIArena 22 settembre

Festa dei 12 anni del centro don Garonzi di Grezzana

GREZZANA - Oggi, al centro residenziale «Don Michele Garonzi», si festeggerà il 12° anniversario dell´apertura della struttura di proprietà comunale, gestita dall´Istituto assistenza anziani. All´Istituto sono ospitati 46 anziani non autosufficienti.La ricorrenza ha anche l´obbiettivo di offrire un´opportunità di incontro tra i vertici comunali e quelli dell´Istituto, gli ospiti e i loro familiari. Ci saranno infatti il sindaco Mauro Fiorentini, la Giunta, la nuova presidente dell´Istituto, Anna Maria Leone, del vice presidente Adelino Brunelli e dei consiglieri Fabio Debortoli, Marco Gruberio, Stefania Sartori e Assunta Zoccatelli.Il programma della festa prevede, alle 16, la messa in ricordo di don Michele Garonzi (1904-1990) che è stato parroco di Grezzana dal 1939 al 1968, sollecitando la realizzazione di una casa per gli anziani. Alle 17, un momento di festa.«Don Garonzi», soprattutto nel periodo della guerra ha dimostrato di essere un «vero buon pastore», preoccupato nella difesa della sua gente: ha rischiato di persona per salvare la vita a giovani, sottraendoli a sicura fucilazione, nascondendoli in canonica. Questo nel ricordo degli anziani del paese. Don Garonzi ebbe anche un ruolo importante nel periodo della ricostruzione del paese, a cominciare dal campanile romanico (ricostruito alla fine degli anni Cinquanta), ma soprattutto dando fiducia ai parrocchiani. «La serenità del suo volto era contagiosa», si ricordano in tanti. Tra le persone da ricordare, durante la messa, anche l´avvocato Donato Bragantini (1946-2010) che, quando fu sindaco e poi presidente dell´Ulss 20, ha voluto la casa di riposo,collocandola al centro del paese. Ad ultimare la costruzione dell´edificio ed avviare la gestione del centro, alla fine degli anni Novanta, l´allora sindaco Plinio Menegalli e l´assessore ai Servizi sociali Giuliano Dalle Molle.L´idea di Bragantini di porre l´edificio al centro del paese, fu lungimirante: permette, infatti, agli anziani, seppur malati, di sentirsi ancora partecipi della società e meno soli. Parenti e cittadini passano ogni giorno e si fermano (anche solo pochi minuti), così come è apprezzata dagli ospiti la grande partecipazione dei grezzanesi alla messa del sabato. La stessa presenza attiva di molte volontarie, che stanno vicino a queste persone, crea un clima accogliente

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VERONA DISABILI Arena 21 settembre

Il protocollo “Valpolicella senza barriere” diventa modello virtuoso adottato dalla Regione

Dalla Valpolicella a tutti i Comuni e le Province del Veneto. Si allarga e viene preso a modello regionale il protocollo d'intesa «Valpolicella senza barriere», nato su spinta del consigliere comunale di Negrar delegato alle barriere architettoniche, Giuseppe Righetti, per unire le forze e fare in modo che la programmazione urbanistica di paesi e città tenga conto delle persone disabili. Il protocollo è stato definito «una grandissima idea, la più bella degli ultimi anni» dall'assessore regionale ai servizi sociali, Remo Sernagiotto, che intende portarlo oltre Verona e su larga scala per la pianificazione generale di paesi e città venete più accessibili, a portata di chi si sposta su una sedia a rotelle o deve fare i conti con disabilità motorie. Ha così annunciato, nella sede delle Provincia, a Verona, la nascita a breve di una commissione regionale votata a questa causa, composta da tecnici e dirigenti regionali, politici e magari qualche disabile. «Bisogna agire con strategie significative e lungimiranza», avverte. Inviterà tutti i Comuni veneti a designare un consigliere delegato alle barriere architettoniche, così come ha fatto Negrar. «Ottima mossa: niente assessorati, niente spese aggiuntive, basta un referente». Quindi, sulla formula della commissione: «La stiamo studiando. In ogni caso sarà istituzionale e dovrà lavorare per raggruppare idee, elaborare progetti e cogliere le diverse opportunità di finanziamenti economici che si presenteranno a livello europeo». Sernagiotto si è già sbilanciato su chi sarà il primo presidente: «Righetti», afferma, «l'idea originale è sua e mi sembra il minimo». A presentargli il protocollo, a Venezia, è stato lo stesso Righetti dopo che il presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, lo aveva già accolto da settimane sotto le sue ali, scrivendo a tutti i sindaci dei Comuni veronesi affinché sottoscrivano l'accordo in toto. «Il gioco di squadra premia sempre», commenta Miozzi. Da parte sua, è già deciso pure che Righetti sarà il rappresentante per la Provincia. E ribadisce: «Siamo l'unica nel Veneto che, negli ultimi tre anni di tagli, ha messo fondi propri per garantire il trasporto scolastico ai disabili delle scuole superiori». «Che vita è per queste persone se sono loro negati spostamenti e socialità?», domanda l'assessore regionale, annunciando un progetto pilota per un sistema sonoro collegato ai parcheggi per disabili che avverta i passanti e li spinga a dare loro una mano. «Un paese si giudica dalla sensibilità verso i disabili, oltre che nei confronti di bambini o anziani», aggiunge Righetti, soddisfatto per i nuovi incarichi. Conclude Sernagiotto: «Dobbiamo dare risposte concrete su un tema così importante e uniti siamo più forti per accedere ai finanziamenti laddove ci sono. L'Unione Europea per i prossimi anni metterà a disposizione 80 miliardi di euro per le politiche sociali: per accedervi, però, servono visione d'insieme, progettualità, idee».

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VERONA INFANZIAArena 16 settembre

Il Comune accoglie i bambini di 2 anni e mezzo alla (sovraffollata) materna, e il nido paritario chiude per mancanza di iscritti

Non ha riaperto i battenti per questo nuovo anno scolastico il nido integrato Don Benedetti di Sant'Anna d'Alfaedo, scuola paritaria gestita da un comitato di genitori. L'ultima campanella era suonata a giugno e dei 14 bambini allora iscritti, solo quattro erano di nuovo disponibili a rientrare. La causa? «Il nuovo polo scolastico costruito dal Comune e in cui ci ha chiamati a gestire la scuola materna “ha rubato” i bambini al nido integrato della scuola paritaria», denunciano i genitori. Il nido integrato è una struttura che accoglie bambini fra i 12 e i 36 mesi, propedeutico alla scuola materna nella quale si entra al compimento del terzo anno. «In realtà il Comune ha gradualmente abbassato l'età d'ingresso alla materna per cui tanti bambini che hanno solo due anni e mezzo, e sarebbero ancora destinati al nido, sono di fatto già accolti nella materna», spiegano i genitori. La legge lo prevede e l'operazione è legittima, se non fosse che le tre sezioni, di cui la scuola materna si compone scoppiano per esubero di alunni, mandando in soffitta, secondo i genitori, ogni buon criterio educativo. Ha prevalso quello economico perché la retta della scuola materna è di soli 75 euro al mese per bambino mentre al nido integrato venivano chiesti 360 euro al mese, oggi portati a 450, una differenza sensibile che ha fatto anche la differenza nelle iscrizioni. Chi poteva ha mandato il figlio alla materna e chi lo aveva ancora troppo piccolo ha cercato di arrangiarsi con nonni o babysitter. «C'è una grossa responsabilità del Comune», aggiungono i genitori del nido, «perché di fronte a una struttura che funzionava, certo con un debito di bilancio da ripianare ma causato anche dal fatto che il Comune non ha mai destinato una quota pro capite per bambino accolto, l'amministrazione del sindaco Marconi ha preferito chiedere alla Regione l'autorizzazione per la costruzione di un proprio nido integrato ottenendo l'accredito per 30 posti nel nuovo polo scolastico. Il sindaco ci ha fatto la proposta di gestire il nuovo nido comunale in cambio dell'estinzione del debito accumulato nella scuola paritaria e così da febbraio abbiamo trasferito i bambini nella struttura comunale». Così è funzionato fino a giugno, alla chiusura dell'anno scolastico, ma alla riapertura c'è stata la sorpresa della retta cresciuta a 450 euro mensili e la concorrenza della scuola materna che ha reso non più conveniente l'iscrizione al nido. «La legge permette di accogliere alla materna anche i bambini di due anni e mezzo, ma precisa che deve esserci spazio sufficiente e deve essere garantita la possibilità di una didattica differenziata, condizioni che non si possono avere in sezioni che prima erano di 15 bambini e ora superano i 30. Senza tener conto che grazie a questa politica sono rimaste a casa tre insegnanti, prima impegnate con i bambini del nido», aggiungono i genitori dell'associazione Don Benedetti. «Vorremmo che la gente di Sant'Anna d'Alfaedo sapesse come sono stati usati i suoi soldi, come il Comune ha investito 170mila euro di contributi, quindi soldi di tutti i contribuenti, per fare una scuola per 30 bambini piccoli e chiudere quella

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che già esisteva. Si dirà che era indebitata, ma non si spiegherà mai che era un servizio che funzionava, che aiutava le famiglie e di cui tutti erano contenti, sopratutto non si dirà che il Comune non ha mai destinato una quota fissa per bambino accolto come si fa in tutti gli altri Comuni vicini. Così abbiamo le maestre a casa e i bambini che non hanno le condizioni per essere accolti alla materna affidati ai nonni o a degli estranei quando entrambi i genitori lavorano».

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VERONA SOCIALEArena 17 settembre

Boom di folla alla Festa del Volontariato a Verona: 86 associazioni in piazza

VERONA Solidarietà, entusiasmo e voglia di mettersi in gioco, facendo qualcosa per gli altri. È questo lo spirito che anima tutte le persone che ieri si sono riversate in piazza Bra per la Festa del volontariato. Un appuntamento ormai tradizionale, organizzato dal Centro Servizi per il Volontariato (Csv) e dall'assessorato ai Servizi sociali del Comune, per «mettere in vetrina» tutto ciò che le associazioni veronesi fanno discretamente e in silenzio durante l'anno. Nell'edizione 2012, la dodicesima, sono stati 86 gli stand informativi di enti e onlus veronesi che hanno partecipato: i gazebo, le bancarelle di artigianato solidale e gli stand dei laboratori per bambini hanno riempito tutta la piazza, arrivando a pochi metri dalla scalinata di Palazzo Barbieri. Una Festa da tutto esaurito, che ha visto arrivare in piazza centinaia di interessati, curiosi, potenziali volontari e sostenitori. Basti pensare che il Polo Emergency ha effettuato oltre 500 misurazioni gratuite della pressione, per lo più a persone anziane, mentre l'Associazione diabetici ha sfiorato quota mille con la rilevazione della glicemia. «Avevamo portato 700 kit di misurazione ma già a metà pomeriggio siamo dovuti tornare in sede a far rifornimento. Circa il 3,5 per cento dei test hanno riportato valori fuori norma», hanno spiegato i volontari dell'associazione. Soddisfatta Elisabetta Bonagiunti, presidente del Csv. «La Festa quest'anno ha superato ogni aspettativa», ha commentato. «La concomitanza con la Giornata ecologica indetta dal Comune, e il bel tempo, hanno coronato una giornata decisamente positiva. Molte persone sono arrivate a piedi o in bicicletta, ben disposte e interessate a incontrare le associazioni presenti e a raccogliere informazioni sulle attività portate avanti quotidianamente nei vari ambiti del terzo settore». A spiegare le proprie attività c'erano i volontari che si occupano di fornire pasti caldi e coperte ai senzatetto, c'era chi assiste anziani, disabili e bambini malati in ospedale. C'era chi si occupa di interculturalità, di adozioni di minori, di aiutare chi vuole uscire dalla dipendenza o di dare ascolto a donne vittime di violenza. Proprio sotto l'Arena, il personale de La Fraternità ha allestito una cella carceraria di 3 metri per 4, l'esatta riproduzione delle celle di Montorio, inizialmente studiate per due detenuti, a cui poi è stato aggiunto un letto a castello per accogliere altri due «ospiti», a causa del problema del sovraffollamento. «Abbiamo registrato un grande entusiasmo anche da parte dei volontari e delle stesse associazioni che quest'anno più che in passato hanno organizzato attività, animazioni proprio con l'obiettivo di coinvolgere e informare i passanti in modo dinamico e interattivo», ha aggiunto Lucio Garonzi, direttore del Csv. Per i più piccoli, infatti, sono stati preparati giochi e laboratori di tutti i tipi: dai clown con i palloncini colorati alle grandi bolle di sapone, dalle spade fatte con tappi di plastica ad altri oggetti costruiti sempre con materiali di recupero, e poi ancora pennarelli per disegnare e carta e forbici per costruire libretti animati, persino quattro asinelli «mascotte» dell'associazione Opero silente. «È stata una giornata veramente splendida, con una luce bellissima che ha messo in risalto quanto sia importante il volto solidale delle persone», ha detto Anna Leso, assessore comunale ai Servizi sociali. «Il volontariato è da sempre un punto di riferimento per la città di Verona, che ancora una volta si dimostra generosa, ricca di buoni sentimenti e bella dentro e fuori».

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VICENZA ANZIANIGiornale di Vicenza 16 dicembre

Monte Crocetta, ora disponibili i posti per l'ospedale di comunità

VICENZA A Monte Crocetta il trasloco dei pazienti si sta ultimando, i primi ad essere spostati sono stati quelli del reparto “Tulipani” all´interno dell´istituto Salvi e si tratta di pazienti affetti di Alzheimer, poi è stata la volta del gruppo Nais, Nuclei di assistenza intermedia sanitaria, in tutto 72 persone.Ora restano liberi i letti destinati all´ospedale di comunità, e sarà compito dell´Ulss 6 decidere come utilizzarli, e poi ne rimangono altri dieci per anziani non autosufficienti. Novità per l´“Albero d´argento”, la comunità che da molti anni a San Felice ospita malati psichiatrici, poco più di 40, che sono sempre stati seguiti da personale dell´Ipab. «Adesso - spiega il presidente Rolando - verranno trasferiti nel reparto Tulipani che si è liberato al Salvi e questo per far sì che l´Ulss 6 possa mettere in vendita l´edificio. L´assistenza resta in carico all´istituto, mentre l´unità sanitaria locale pagherà le rette previste». Si chiude, quindi, una vicenda che aveva sollevato non poche perplessità: all´inizio sembrava che il personale dell´Ipab non avrebbe più seguito pazienti che, praticamente, hanno trascorso la vita all´interno dell´ex manicomio. Nella maggior parte dei casi si tratta di disabili con problemi psichiatrici. Senza contare che la struttura che li ospita non è in buone condizioni strutturali e la palazzina rientra in piano di alienazioni dell´Ulss 6, indispensabili per far fronte al nuovo polo ospedaliero del seminario .

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VICENZA ANZIANIGazzettino 22 settembre

Ipab esternalizza, Cisl protesta

«La situazione sta peggiorando». Bufera sull'Ipab di Vicenza. Nel mirino, la decisione del consiglio di amministrazione dell'ente di contrà San Pietro, braccio operativo del Comune nell'assistenza agli anziani, di appaltare alcuni servizi, attualmente svolti dal personale dipendente, a ditte esterne. Una prospettiva che ha spinto il segretario provinciale della Funzione pubblica della Cisl Ruggero Bellotto a inviare una lettera al sindaco Achille Variati per chiedere un incontro urgente destinato a chiarire nuovi indirizzi del cda presieduto da Giovanni Rolando. Nel frattempo la Cisl annuncia una mobilitazione per tutelare i lavoratori dell'Ipab. Sulla stessa linea l'Unità sindacale di base che, nei giorni scorsi, ha promosso un sit-in di fronte alla sede dell'istituto. «I familiari sono insorti a sostegno dei dipendenti dei centri diurni Trento e Bachelet, che rischiano di essere affidati all'Ipark di Parco Città», spiega il responsabile Federico Martelletto. Sul caso sono intervenuti infine i consiglieri comunali Sabrina Bastianello (Lega), Gerardo Meridio e Francesco Rucco (Pdl), i quali hanno chiesto la convocazione della quinta commissione «servizi alla popolazione».

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VICENZA ANZIANIGdV 21 settembre

Meridio: Ipab aveva negato di voler privatizzare e invece...

Questa non è trasparenza». Il Pdl attacca l´Ipab e il presidente Giovanni Rolando. «Finalmente anche Cgil, Cisl e Uil hanno rotto il silenzio e assieme all´Usb ha posto l´accento su quanto sta succedendo: la privatizzazione dei centri diurni Trento e Bachelet, attraverso l´affidamento della gestione ad Ipark».I pidiellini non ci stanno. «Chiediamo che il presidente della commissione quinta del Comune, Vittorio Corradi, svolga il suo ruolo di presidente e convochi al più presto il Cda Ipab, assieme a tutte le organizzazioni sindacali non per visitare Monte Crocetta come in programma a ottobre; ma per parlare del futuro dei Centri diurni e del personale che rischia la privatizzazione».Una richiesta che deriva da una preoccupazione. «Le bugie di Rolando hanno le gambe corte. Ha sempre negato di voler privatizzare ma è stato smentito dai fatti. In ultimo con quella lettera con cui ha dichiarato alle organizzazioni sindacali che i centri diurni sono un servizio strategico per l´offerta agli anziani non autosufficienti del territorio, ma purtroppo in disequilibrio finanziario, Per questo motivo è stata prevista, l´opzione dell´affidamento alla controllata Ipark, la quale grazie alla flessibilità tipica dell´operatore privato è meglio in grado di garantire performance economiche tali da salvaguardare il bilancio».Il Pdl guarda quindi al futuro: «Le alternative dei dipendenti dei centri diurni? Lo precisa l´Ipab con una lettera “Il personale Ipab impiegato avrebbe due opzioni; il trasferimento del rapporto di lavoro presso Ipark o in alternativa la ricollocazione in altri servizi Ipab”. Quindi hanno ragione a preoccuparsi i dipendenti, i sindacati e ii familiari per il futuro dei centri diurni». N

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VICENZA ANZIANIGiornale di Vicenza 22 settembre

“Famiglie allargate tra generazioni” al centro del concorso letterario promosso da Oic

La famiglia allargata intergenerazionale come mezzo per riprogettare la realtà mettendo insieme le energie dei giovani e l´esperienza degli anziani. Uscirà domenica, in allegato al nostro quotidiano, "A casa con i nonni. Storie di famiglie allargate tra generazioni", libro che riunisce i racconti vincitori del quinto concorso "Longevità e cultura", bandito dalla Fondazione Opera Immacolata Concezione di Padova, in collaborazione con Società Dante Alighieri, Cooperativa libraria editrice dell´università di Padova e Grafica veneta.Gli elaborati sono stati selezionati da una giuria presieduta da Antonia Arslan, scrittrice di origini armene già docente all´università di Padova e gli autori saranno premiati domenica, in concomitanza con l´uscita del volumetto, durante un convegno che si svolgerà all´auditorium Pontello del centro Civitas Vitae, dell´Opera Immacolata Concezione.All´incontro, che sarà introdotto e moderato da Angelo Ferro, presidente della fondazione, interverranno la presidente di giuria Antonia Arslan, Ambrogio Fassina, presidente del Cleup, Fabio Franceschi, presidente di Grafica veneta, Luisa Scimeni, delegata della Dante Alighieri, e i direttori dei quotidiani veneti che domenica distribuiranno il libro, tra cui Ario Gervasutti de Il Giornale di Vicenza.«La logica delle separatezze - afferma Ferro - ha portato al dominio della componente più forte, la finanza speculativa, con una cifra semplicistica e sprezzante della comunità, appiattendola sull´alfabeto del numero. Il risultato è questa gravissima crisi di fronte alla quale urge un cambiamento radicale, ispirato alla coesione sociale, alla sussidiarietà, all´intergenerazionalità, per una rappresentazione collettiva della capacità di condividere, l´opposto degli egoismi imperanti. Il 2012, anno europeo dell´invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni, diventa allora un preciso richiamo alla nostra coscienza, una ricorrenza importante non tanto per collezionare eventi, ma per consolidare un cammino».Un richiamo raccolto al momento di scegliere il tema del concorso in cui «la longevità qualifica ancora di più il suo carattere di risorsa. Infatti la ricerca del senso della vita nella prospettiva dell´eternità e l´usare la libertà per staccarsi dall´io e incontrare l´altro, proprie della terza età, costituiscono la dote in grado di uscire all´esterno, nel tessuto famigliare e comunitario, per aiutare la società a essere migliore, irrompendo nel campo aperto del cambiamento».Secondo Ferro, infatti, gli anziani, che hanno sperimentato quanti cambiamenti intercorrono nel corso della vita, possono far ricredere i giovani, che vedono il mondo come un´entità immutabile, nella quale il negativo non possa essere sconfitto.«La raccolta di queste storie - conclude - dimostra una sensibilità diffusa, patrimonio valoriale su cui riprogettare in meglio l´assetto di questa realtà che non ci piace, mettendo

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insieme la freschezza delle energie giovanili con l´esperienza dei longevi per affrontare con fiducia le vicende della vita e del mondo».L´Opera Immacolata Concezione nacque nella seconda metà degli anni cinquanta, quando don Antonio Varotto e Nella Maria Berto aprirono la prima Residenza di via Gustavo Modena a Padova. Da allora sono nate numerose case, a Padova ma anche nel Vicentino, come il Centro di S. Giovanni in Monte sui Colli Berici e quelli di Asiago e Thiene e nel resto del Veneto e si è ampliata l´offerta anche agli anziani non autosufficienti

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VICENZA DISABILI Giornale di Vicenza 21 settembre

A Breganze il terzo Gruppo Appartamento dell'Ulss 4

BREGANZE Riflettori puntati su “Casa Castelletto”, la nuova residenza per persone con disabilità che sarà inaugurata domani alle 17 nell'omonima via. Si tratta di un innovativo servizio inserito nel progetto “Le chiavi di casa” la cui gestione verrà affidata alla cooperativa sociale “Verlata” di Villaverla. Lo spazio abitativo “Casa Castelletto”, il nuovo alloggio che potrà ospitare fino a quattro persone con disabilità lievi, sia fisiche che mentali, è un edificio di proprietà dell'Ipab “La Pieve” di Breganze che la Fondazione di Comunità vicentina per la qualità di vita (titolare del progetto “Le chiavi di casa” in collaborazione con l'Ulss 4, le cooperative sociali e le associazioni del territorio), gestirà in comodato d'uso gratuito. «Il terzo “Gruppo Appartamento” - spiega il presidente dell'Ipab “La Pieve” Piergiorgio Laverda - darà non solo un'opportunità abitativa a persone adulte con disabilità, ma anche una possibilità concreta di integrazione nella comunità locale». L'edificio, infatti, è una casa vera e propria, con ampi spazi interni ed esterni, dotata di tutti i requisiti tecnici e dell'impiantistica per ospitare persone con disabilità. Lo spazio abitativo può ospitare stabilmente quattro persone con disabilità, fisiche o psichiche, che necessitano di una dimora parzialmente protetta e due operatori. «Questo ulteriore allargamento dell'offerta di servizio socio-assistenziali sul territorio - continua Laverda - è pienamente in linea con il progetto complessivo di rilancio dell'attività del centro servizi “La Pieve”. L'investimento fatto, di circa 600 mila euro, si conferma come una scelta, a mio avviso giusta ed oculata, che ha consentito di arricchire il patrimonio e le strutture dell'Ente». «Per poterlo realizzare - spiega - abbiamo utilizzato una parte delle liquidità esistenti, sapendo di poter contare su ondizioni di acquisto molto vantaggiose. L'opera ci permette di garantire un sostegno ai nuovi bisogni della comunità locale». «Il servizio - prosegue Valerio Lanaro, presidente della Fondazione di Comunità Vicentina per la qualità della vita - è nato per fornire una risposta alle necessità residenziali delle persone con disabilità delle comunità locali ed è già attivo da alcuni mesi: da luglio è infatti la dimora di tre giovani del territorio che condividono spazi comuni, fondendo tra loro abitudini diverse, in una sfida che li porterà ad una crescita personale e ad una nuova consapevolezza di sé». «Prossimamente “Casa Castelletto” offrirà anche l'opportunità a ragazzi con lievi disabilità di realizzare un'esperienza di vita fuori casa limitata nel tempo». sottolinea Franco Balzi, responsabile del progetto “Le chiavi di casa”. «Si tratterà di week-end in cui i giovani proveranno con gradualità il distacco dalla loro famiglia, con il supporto di operatori e di volontari dell'associazione “Contro l'Esclusione”». Al taglio del nastro seguiranno visite guidate, per offrire la possibilità all'intera cittadinanza breganzese di ammirare la residenza e vedere in concreto i risultati del progetto e alcuni momenti conviviali. Concluderà la festa il concerto “Un mondo di note”

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VICENZA SOCIALEGiornale di Vicenza 21 settembre

Vicenza chiede rette standard nei ceod in Veneto. E stabilisce gli standard di servizio per i centri diurni

VICENZA Una carta dei servizi sull'attività che i centri diurni effettuano nei confronti dei disabili per fissare nel concreto gli standard qualitativi e fornire ai cittadini informazioni e strumenti utili a verificarne il rispetto. Il documento - recepito dalla Giunta comunale - è stato definito nel corso di un tavolo di lavoro durato un anno al quale hanno partecipato l'assessore alla famiglia Giovanni Giuliari, gli assessori al sociale dei Comuni di Altavilla Vicentina, Bolzano Vicentino e Arcugnano in rappresentanza degli altri tre distretti dell'Ulss 6, i rappresentanti delle associazioni dei famigliari dei disabili e il Servizio disabilità dell'azienda sanitaria. Il documento esplicita i principi fondamentali ai quali si orienta (eguaglianza e imparzialità, efficacia ed efficienza, trasparenza ed accesso, partecipazione e miglioramento dei processi operativi), indica a chi rivolgersi per informazioni, suggerimenti o reclami, affronta l'organizzazione dei servizi e delle attività, gli orari, i tempi di risposta alle domande di accoglimento, i costi del servizio, gli standard, il monitoraggio e la valutazione del servizio. «In questo modo - spiega Giuliari, che ha coordinato il tavolo di lavoro - offriamo ai Comuni dell'Ulss 6 la possibilità di dotarsi di questo documento uguale per tutti che disciplina le relazioni tra il Comune, la famiglia e i centri diurni che accolgono la persone con disabilità. È un passo avanti in nome della trasparenza e del riconoscimento dei diritti delle persone deboli, per il quale ringrazio i famigliari che hanno collaborato». Con l'occasione l'assessore Giuliari pone inoltre alcune importanti questioni sul tema dei tagli ai fondi a sostegno della disabilità da parte di Governo e Regione, che probabilmente peseranno per altri 400 mila euro sul bilancio di Vicenza. «Nonostante il Comune abbia impegnato 4 milioni di euro per sostenere la disabilità, cioè il 39% circa del totale del bilancio del sociale, abbiamo comunque 6 persone in lista d'attesa», cui se ne aggiungo altre 29 degli altri distretti che fanno capo all'Ulss 6. Infine, conclude Giuliari, «segnalo l'inspiegabile varietà di rette nel nostro territorio regionale pur tra centri diurni vicini, ma appartenenti a conferenze dei sindaci diverse. Di fronte a tali situazioni chiediamo rette standard per un governo del territorio regionale più equo». Per tutti questi motivi, l'assessore ha annunciato che «la Giunta ha deciso di portare la carta dei servizi anche in consiglio comunale».

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VICENZA SOCIALEGiornale di Vicenza 19 settembre

Meridio sospetta che l'Ipab voglia aprire con Caritas una fattoria sociale “per nomadi e tossicodipendenti”

«A chi sarà destinata la fattoria solidale annunciata dal presidente dell'Ipab Giovanni Rolando a San Pietro Intrigogna?». Lo chiede il consigliere comunale del Pdl Gerardo Meridio che ha presentato un'interrogazione, pretendendo chiarezza sulla struttura. «Rolando - attacca Meridio - ha annunciato che con terreni e vecchi casolari stanno partendo due progetti, il primo già in fase finale con un gruppo di cooperative a Bolzano Vicentino. Si chiamano “fattorie sociali": imprese sostenibili che utilizzano la produzione agricola, zootecnica e le attività connesse per offrire servizi formativi, occupazionali e culturali a vantaggio delle fasce deboli della popolazione. Il secondo dovrebbe sorgere in strada Pelosa nella zona di San Pietro Intrigogna, dove la Caritas diocesana vorrebbe mettere in piedi una “fattoria solidale", un progetto che a grandi linee ricalca il primo sempre rivolto a persone svantaggiate. Ma per quest'ultima iniziativa è ancora attesa la firma tra i vertici di contrà Torretti e contrà S. Pietro». Meridio guarda quindi al passato: «Abbiamo favorito e contribuito ad iniziative analoghe ma abbiamo sempre detto di no alla proposta, sponsorizzata dall'assessore Giuliari e voluta dalla Caritas, di portare, in una fattoria dell'Ipab, a San Pietro Intrigogna, nomadi e tossicodipendenti. Ritenevamo che non fosse la collocazione giusta per iniziative di questo tipo, sia per il contesto ambientale che per la popolazione della frazione che ha bisogno di ben altro». Da qui la richiesta: «Leggendo le parole di Rolando viene da pensare che quel progetto di portare nomadi o tossicodipendenti a San Pietro Intrigogna, abbia ripreso fiato grazie alla condivisione del nuovo cda dell'Ipab; ma ben lungi dalla trasparenza tanto decantata, Rolando non spiega a chi è rivolto questo progetto».

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