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In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio C.M.P. To Nord per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tassa: GiOC via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino - Spedizione in Abbonamento Postale Articolo 2 comma 20/c Legge 662/96 Torino Spedizione n. 04/06 coverstory PAGINA 2 viaggio fra nuova e vecchia comunicazione per saperne di più coverstory alibi & desideri PAGINA 6 ecco a che bisogni rispondono chat, sms e messaggeria superpartes lasciare il segno PAGINA 8 comprendere il linguaggio dei giovani per evangelizzare Tutto passa veloce, istantaneo, immediato, tempestivo e improvviso come un battito d’ali al punto che con un clic puoi cancellare il detto e il non detto, dire il troppo o il niente. Messaggi, mail, msn permettono di comunicare e accedere al mondo senza lasciare traccia e senza bisogno di scoprirsi. A volto coperto diventiamo tutti esperti, in collegamento con il mondo e con le migliaia di informazioni vere e false che circolano in rete. on the air Anno XXXI numero 4 Inverno 2006 euro 3,00 Periodico della GiOC: Gioventù Operaia Cristiana gioventùoperaia UN BATTITO D’ALI

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In caso di mancato recapito rinviare all’Uf ficio C.M.P. To Nord per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere la relativa tassa:GiOC via Vittorio Amedeo II, 16 10121 Torino - Spedizione in Abbonamento Postale Ar ticolo 2 comma 20/c Legge 662/96 Torino Spedizione n. 04/06

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PAGINA 2

viaggio fra nuovae vecchia comunicazioneper saperne di più

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alibi &desideri

PAGINA 6

ecco a che bisognirispondono chat,sms e messaggeria

superpartes

lasciareil segno

PAGINA 8

comprendereil linguaggio dei giovaniper evangelizzare

Tutto passa veloce, istantaneo, immediato, tempestivo e improvviso

come un battito d’ali al punto che con un clic puoi cancellare il detto e

il non detto, dire il troppo o il niente. Messaggi, mail, msn permettono

di comunicare e accedere al mondo senza lasciare traccia e senza

bisogno di scoprirsi. A volto coperto diventiamo tutti esperti, in

collegamento con il mondo e con le migliaia di informazioni vere e

false che circolano in rete.

onthe air

Anno XXXI numero 4 Inverno 2006 euro 3,00 Periodico della GiOC: Gioventù Operaia Cristiana

gioventùoperaia

UN BATTITO D’ALI

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[dalla Campagna d’AzioneIo rischio positivo

per la sicurezza sul lavoro]

coverstory2goGIOVENTÙOPERAIA

coverstory 3goGIOVENTÙ

OPERAIA

Il mondo della comuni-cazione si muove insempre più direzioni; ilveicolo principale cheera la car ta stampataviene af fiancato daigiornali in rete, la radiopassa anche in strea-ming, persino la postaelettronica non è più ab-bastanza immediata esi passa all’instantmessenger.

Non solo la car ta stam-pata non è più di moda,ma diventa un costo ec-cessivo per editori eclienti al punto che an-che il direttore del NewYork Times ha detto chenon si stupirebbe se fracinque anni il giornalepassasse su web.

Anche per stare al pas-so con i tempi GO dalprossimo numero pas-serà sul web, per rag-giungere più giovani pos-sibili in modo immedia-to, economico e sosteni-bile. Sempre fedele almondo del lavoro e deigiovani lavoratori, capa-ce di dare ancora piùspazio alla loro voce.

CADUTINELLA RETE

editoriale

non è possibile fidarsi, ma conil tempo lo strumento dellecorrezioni funziona. Il vero limi-te è un qualcosa che raramen-te viene detto: Wikipedia si as-sesta sul sapere standard; leteorie più innovative, le ipotesipiù interessanti vengono esclu-se sistematicamente, così fa-vorendo l’opinione della mag-gioranza. È un’enciclopedia fat-ta in assemblea, che ha il pre-gio della presenza di moltomateriale, il grande difetto cherischia di essere specchio del-la tirannia della maggioranza.Un altro problema è che le vociche si riferiscono al mondo del-la politica spesso trasmettonoun’immagine molto più pulita diquella che è realmente, questoperché sono continuamentecorrette da coloro che si sento-no toccati dall’argomento.

Il nodo italiano del networkdi Indymedia [IndipendentMedia Center] ha chiuso.Qualche rimpianto?

Indymedia doveva chiudere.Si presentava come rappresen-tante di tutti i media indipen-denti, in realtà era un fenome-no verticistico. Come il movi-mento no-global, del quale eraespressione, acquistava visibi-lità solo quando faceva ciò chesi prevedeva facesse. Quandoinvece distribuiva documentaricostosi e interessanti, finivache questi rimanevano in cir-cuiti molto ristretti. Non honessun particolare rimpiantoper la chiusura di Indymedia:non perché i media indipen-denti non siano importanti, maperché dovrebbero darsi delleforme meno influenzabili dal si-stema globale dei media.

ntervistiamo oggi Peppi-no Ortoleva, Professoredi Storia dei media allafacoltà di Scienze dellacomunicazione di Torino.

Nella nostra società la presen-za della televisione è pervasi-va e totalizzante. Con l’avventodella banda larga, si è incomin-ciata a intravedere una realealternativa: internet. Se è veroche il mezzo dominante rimanela televisione, analizziamo al-cune delle possibilità per infor-marsi e fare comunicazione,dentro e fuori la rete.

Prof. Ortoleva, la radio èascoltata dagli italiani?

La radio è ascoltatissima, inItalia è sempre stato il mezzopiù ascoltato dopo la televisio-ne. I dati dell’anno scorso par-lano di 37 milioni di contattiquotidiani. Per la radio vale ciòche ha detto Tony Schwartz:«Quando chiedo alla gente seascolta la radio mi dicono tuttidi no, quando chiedo se vannoal lavoro in macchina mi dico-

no tutti di sì. Quando chiedose quando vanno al lavoroascoltano radio, mi dicono tuttidi sì. Stavano mentendo? No,il fatto è che non l’ascoltano,ci stanno seduti dentro».La radio c’è, ma è enormemen-te sottovalutata, sia dai pub-blicitari che dalle stesse perso-ne che ci lavorano. La perce-zione del sistema globale deimedia è molto falsata: si èconvinti che l’unico mezzo dicomunicazione sia la televisio-ne. In parte ciò è dovuto aduna classe dirigente ossessio-nata dai media, che si fa gui-dare dai suoi pregiudizi, senzaperaltro avere una competenzascientifica.

Quali sono le connessionitra la radio e il web?

Il web non è un mezzo di comu-nicazione nel senso classico,ma un punto di attraversa-mento tra diverse forme di co-municazione.Parlando di radio un problemaimportante che si pone è: laweb radio è web o radio?

È una forma di radio veicolatadal web, quindi un canale co-me può essere l’etere, o qual-cos’altro? Questo sì, se la siascolta in streaming. Ma è an-che possibile un’offerta diffe-rente: può diventare infatti unaselezione archivistica di mate-riali sonori. Ma si sta ancoraparlando di radio? In parte sì,perché storicamente tendiamoa definire radio tutto ciò cheraggruppa materiali sonori didiversa origine. Per questo mo-tivo il concetto di web radio èpiù ambiguo di quello di webTV, che è esclusivamente unmezzo broadcast.

C’è ancora spazio per ilbroadcasting, cioè per l’ac-cendere un apparecchio ra-diofonico e ascoltare ciòche capita?

Credo di sì. L’errore della granparte delle profezie sui mediaè che quando si presenta unanuova tecnologia si sostieneche tutto il resto verrà spazza-to via, perché obsoleto: se c’èYouTube la televisione è finita.

L’erroredella granparte delleprofeziesui mediaè chequandosi presentauna nuovatecnologiasi sostieneche tuttoil resto verràspazzato via

airMEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA NUOVI

E ANTICHI, DOVE PASSA OGGI L’INFORMAZIONE?

DI JACOPO BOSCOLO

IIn realtà non è così: la televi-sione, per esempio, dovrebbeessere morta da vent’anni se-condo molte previsioni, invececontinua ad esserci e fare bu-siness.

Che cosa dobbiamo aspet-tarci dal futuro?

Per qualche anno ancora la webradio non sarà un fenomeno didimensioni paragonabili a quellidella radio classica. Il podca-sting potrebbe esser un puntodi svolta in questo senso.Sarà sicuramente il terreno diconfronto e conflitto dei pros-simi anni. Ma è una partita tut-ta in gioco, che non sarà defini-ta dalla tecnologia, ma dalcomportamento di radio, web-radio e pubblico.

Analizziamo ora due dei fe-nomeni più conosciuti dellarete: Wikipedia è stata ri-pudiata da uno dei fondato-ri, che ha annunciato la na-scita del nuovo progettoCitizendium, più preciso enon più anonimo.

Quali sono le prospettiveper la famosa enciclopedialibera?

Il fatto che Wikipedia sia ripu-diata va benissimo, perché èancora esperimento. Penso co-munque che il fenomeno nonfinirà di stupirci. È sicuramenteun’immensa raccolta di infor-mazioni. I difetti sono molti, ge-neralmente si punta il dito sul-la presunta non veridicità delleinformazioni, per esempio.In realtà, è vero che all’iniziodella compilazione di una voce

per nondimenticare

LUIGI CAREDDU29 ANNI, BADESI [SS]Un operaio ha perso la vitafolgorato dall’alta tensionein un cantiere edile di Bade-si, in Sardegna, mentre sta-va lavorando alla costruzio-ne di una villetta.

GIOVANNI E PASQUALECOLUCCI, SANT’ANGELOALL’ESCA [AV]Sono morti a causa di unaesplosione di una bombolamentre stavano lavorandoalla ristrutturazione di unostabile. Tra loro è rimastaferita una terza persona.

ROSARIO RINALDIPROVINCIA DI SALERNOOperaio in un cantiere edi-le impegnato nella ristrut-turazione di un edificio sco-lastico è precipitato al suo-lo mentre lavorava al mon-taggio di una ringhiera.

ROBERTO CELANI, 22 ANNIOperaio, è morto mentrestava lavorando su un mac-chinario per la tornitura dimezzi meccanici quando,per cause in corso accerta-mento, è stato risucchiatodal macchinario. La corsain ospedale è stata inutile.

possono essere di sostegno nella valu-tazione.Mezza comunità scientifica è andatain fibrillazione la scorsa primavera allanotizia del ritrovamento della compa-gna dell’uomo del Similaun. Fu riporta-to che dopo quindici anni di intense ri-cerche fu ritrovato, nelle immediate vi-cinanze del giaciglio dell’uomo, il cor-po della donna. Si progettaronospedizioni, si ipotizzò l’esistenza di unacomunità e si pensò al delimitare l’a-rea per gli studi, ma nessuno notò chela notizia era uscita proprio il primoaprile! Gli archeologi avevano abboc-cato ad un bel Pesce!

Le bufale sono bufale anche se fatte afin di bene... è accaduto quest’estatein occasione del conflitto in Libano,qualche attivista di un’associazioneumanitaria preoccupato della poca at-tenzione dell’opinione pubblica, con ilpretesto di sensibilizzare il mondo sul-le devastazioni inflitte alla popolazionecivile, ha utilizzato quasi certamente,immagini ad alto impatto emotivo giàdispensate in precedenza per la guerrain Iraq. Sebbene lo scopo fosse positi-vo il fine non giustifica i mezzi se va ascapito della verità. D’altro canto non è sempre vero che lesmentite siano reali proprio perché fat-

te dagli stessi organi la cui autorevo-lezza stiamo mettendo in discussione. A causa di una diffusa mancanza dellacultura della verità troppo spesso siverifica un approccio superficiale allenotizie da parte del lettore con conse-guente disinteresse nella ricerca del-l’autenticità.

Nonostante alcune notizie possano es-sere assurde, è grazie alla sete di rari-tà sensazionali di noi lettori italianiche le bufale trovano terreno fertile.Saremo sempre in molti a crederci an-che solo per il bisogno di sentire qual-cosa di curioso che ci sorprenda.

DI ROSALBA PASQUINASTRANO! MA VERO?

nternet possiede la capacità ditrasmettere facilmente grandiquantità di dati e informazioni,ma sarà tutto vero?Ti sei mai chiesto se raccoglien-

do un appello hai realmente contribui-to al sostegno del bambino, ucraino,orfano, con il fratello violento e alcoliz-zato per di più colto da una rara malat-tia incurabile o se sei caduto nella retedi chi approfitta del tuo buon cuore?Hai mai pensato che inoltrando l’e-mailtutti i tuoi contatti avresti alimentato

una strategia finalizzata all’incrementodell’archivio di molte società di bannere pubblicità?Se hai dato per buono tutto quello chehai ricevuto e letto, forse sei un po’distratto. Ci sono in tutto il web centinaia di sitidediti alla caccia alla bufala. Quindi at-tenzione agli appelli, sottoscrizioni evarie catene di Sant’Antonio. Bisogna essere dei veri e propri detec-tive, di fronte ad una notizia bisognaverificarne le incoerenze, cogliere i

punti deboli e soprattutto partire dalpresupposto che siano tutte false eprovare ad acquisire elementi persmentire il pregiudizio.Non pensate che le vostre conoscenzesiano sufficienti nel valutare la veridi-cità della notizia, ci sono siti autorevo-li che vi possono aiutare in questoesercizio di ricerca della verità.La BBC, la CNN, Amnesty Internatio-nal, Studio Aperto, il TG4 sono fontiparticolarmente autorevoli sia per lapolitica locale che internazionale e vi

ALCUNI ACCORGIMENTI PER INDIVIDUARE LE BUFALE CHE INSIDIANO LA NOSTRA INGENUITÀ

IBIBLIOGRAFIAPaolo ToselliStefano BagnascoLe nuove leggendemetropolitane - Manualeper detective antibufaleAvverbi, 2005

Paolo ToselliStorie di ordinaria falsitàBUR, 2004

Lorenzo Montali Leggende tecnologicheAvverbi, 2003

ON the

STREAMINGFlusso di dati audio-video trasmessi da unasorgente a uno o più destinazioni su Internet

BROADCASTLa trasmissione di informazioni da un siste-ma trasmittente a un insieme di sistemi rice-venti non definiti a priori

PODCASTINGRadio e musica mescolati in prodotti audiocomplessi, scaricabili e personalizzabili

glossario

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altromondo4goGIOVENTÙOPERAIA

altromondo 5goGIOVENTÙ

OPERAIA

STATI UNITIGli acquisti natalizi hanno fattoregistrare il boom delle venditevia Internet.Ben il 97% degli intervistati,infatti, ha espresso l’intenzionedi effettuare un maggior numerodi acquisti rispetto all’annoprecedente in rete, il 47%ha compiuto oltre la metàdelle spese in regali online.Gli acquisti non si fanno soloda casa, ma anche in ufficio,in pausa o di nascosto.Ben il 38% degli intervistatiammette infatti che effettuagli acquisti via Internetdall’ufficio, approfittandodelle connessioni veloci.Gli utenti online sonocirca 150 milioni in USA.

Una grande parte del mondoè ancora isolata dalla rete.Il Nord America e l’Europa,con il 19% della popolazione,hanno il 78% dell’attività in rete.

CHI ÈON-LINE

A CURA DI SILVIA DEL PRIORE ITALIASono fra i 13 e i 18 milioni,situati soprattutto nel Nord ovest,gli utenti italiani di Internet.La rete non è ancora per tutti,ma non è più per pochi e c’èuna tendenza a un uso semprepiù diffuso. Sono fra i 4 e i 5milioni le persone che diconodi usare internet tutti i giorni.Le persone che rimangono attivein rete sono soprattutto adulti,dai 25 ai 54 anni, anchese aumenta la presenza digiovani. Hanno per lo più untitolo di studio medio-alto.

AFRICASchoolNetAfrica.net è la primaorganizzazione non a fini di lucroche promuove l’educazionetecnologica attraverso Internetin tutte le scuole del continente,per il «diritto di ogni bambinoafricano ad avere accesso alleinformazioni e alla conoscenzanecessaria per essere uncittadino del mondo».

FRANCIALe Compagnie francesiche operano su Internete i professionisti dell’industriadiscografica hanno raggiuntoun accordo per lo sviluppodi siti musicali legali e rispettosidella proprietà intellettuale. Il piano prevede l’aumentodei brani disponibili onlineda 300.000 a 600.000.

AUSTRALIANetAlert.net è stata fondatadal governo australianonel 1999, senza scopo di lucro,con l’obiettivo di educareal corretto uso della rete.Incoraggia i singoli, i gruppie le organizzazioni a usarlacome strumento per facilitarecomunicazione, collaborazione,educazione ed innovazione.

CINAPer la prima volta nel 2002,esclusa Hong Kong, eracomparsa fra i paesi con piùdi 100.000 host internet.C’era stato, in quel periodo,un aumento rilevante rispettoagli anni precedenti,ma con una densità ancoraoggi molto bassa rispettoalla popolazione [0,18 hostogni mille abitanti].Continua a esserci infattiuna forte repressioneinsieme a un rigido controlloe a una severa censurasu tutti i mezzi di informazionee di comunicazione.

GIAPPONEÈ il paese con la più alta densitàdi utenti online: oltre 28 milioni.In primavera inaugurerà la suaprima università cibernetica,la Cyber University, proponendocorsi di laurea quadriennaliin Tecnologia dell’Informazionee in Beni Culturali.Le lezioni saranno trasmessein streaming audio-videoe i libri di testo saranno, 24 oresu 24, disponibili in download.Un centinaio i docenti impiegati,gli studenti saranno circa 1.300.

bollettino globale

CINATassisti costretti a guidare per 12 oreconsecutive e operai tenuti chiusi infabbrica finché non raggiungono l’o-rario giornaliero. Ma soprattutto gio-vani colletti bianchi di Shanghai e Pe-chino: sono le vittime più frequenti dimorte improvvisa causata dalle durecondizioni di lavoro. Secondo alcunestatistiche, il 92% delle aziende diGuangdong costringe i dipendenti afare gli straordinari, spesso non retri-buiti. Un’associazione per la tuteladella salute stima in oltre un milione ilavoratori cinesi che ogni anno muoio-no per sovraffaticamento.

ARGENTINASi chiamano Scuole popolari per ilconseguimento del diploma e sonoun’autentica rivoluzione nel campodell’istruzione. Come le fabbriche au-togestite sono nate dal basso dopo lacrisi economica del 2001.A frequentarle sono soprattutto ledonne di quartieri poveri, che sonostate costrette a lasciare gli studi permotivi economici o per la maternità.Quanto al metodo, si ispirano alla pe-dagogia popolare applicata dai Semterra in Brasile o dall’Università boli-variana del Venezuela: un rapportoparitario tra docenti e alunni, e un in-segnamento che parte dalle esperien-ze personali di ognuno.

MAROCCOAlla periferia di Casablanca, i giovanipassano il tempo nei bar guardandole partite di calcio alla tv. E quandonon c’è più niente da vedere, si tra-scinano negli internet point in cercadi un lavoro o di una moglie in Euro-pa o negli Stati Uniti. La disoccupa-zione giovanile è altissima.

GLOBETROTTER

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coverstory 7goGIOVENTÙ

OPERAIA

coverstory6goGIOVENTÙOPERAIA

strettamente legato ad un ten-tativo di compensare delle dif-ficoltà relazionali reali, ricer-cando qui amici o relazionisentimentali attraverso una viapiù veloce e che consente disuperare insicurezze, amplifi-cate dalle quotidiane relazionifaccia a faccia. Tali strumenti,infatti, consentono di mettersiin gioco tutelandosi dai rischidi un’esposizione reale, essen-do essi stessi a venire investitidella funzione di garanti dellarelazionalità.Diverso è il ruolo di SMS esquilli che sono forma di comu-nicazione funzionalmente finaliz-zata alla conferma della presen-za e dell’attenzione dell’altro.Essa sembra essere un effica-ce palliativo in grado di tenerea bada l’ansia di separazione,conseguente al distacco tempo-raneo dai rapporti diretti con ilnucleo familiare, gli amici, il fi-danzato/a. Il cellulare, peresempio, diviene l’antidoto per-fetto alla solitudine [anche dibreve durata] e alle ansie chene conseguono. Una sorta diàncora permanente che da unaparte permette di sentirsi sem-pre in contatto con le personeimportanti dal punto di vista af-fettivo e dall’altra delocalizzadalla situazione presente.

La conseguenza negativa, pe-rò, è una successiva incapaci-tà di superare la paura dellasolitudine, vissuta soltanto neisuoi aspetti negativi e non co-me un momento del privato incui ritrovarsi con se stessi.Altra caratteristica di questeforme di relazione è la deloca-lizzazione intesa come de-terri-torializzazione e de-contestua-lizzazione: la comunicazioneperde i suoi riferimenti funzio-nali e geografici, che però han-no una fondamentale impor-tanza dal punto di vista psico-logico. Non a caso, la primadomanda che si fa chiamandoqualcuno al cellulare è il classi-co «dove sei?», necessario perun orientamento cognitivo.Lo strumento mediatico modifi-ca anche il senso del tempo: ilsoggetto ha l’opportunità di ac-comodarsi entro una cornicetemporale flessibile ed elasti-ca, poiché le opzioni comunica-tive di cui dispone, ammettonoche ci sia una scarto tempora-le modellato sulla base di esi-genze personali. Basti pensarealla posta elettronica: si ri-sponde a una mail o a un mes-saggio quando si ha tempo enon subito dopo l’arrivo di que-sto, differendo anche l’impor-tanza della comunicazione.

l successo tra i giovanidelle nuove forme-mezziper entrare in relazione,stupisce e ci fa chiederequali siano i bisogni a cui

rispondono chat, instant mes-senger e siti in cui incontrarel’anima gemella. Per scoprirnedi più ci siamo fatti aiutare an-che dalla psicologia.Per prima cosa occorre direche queste nuove forme di co-municazione rispondono a mol-ti bisogni umani, consentendodi sperimentare vissuti impor-tanti per la costruzione del Sée di vivere delle emozioni sen-tendosi, al contempo, protetti.Internet, per esempio, annullalo spazio e consente ciò chenella realtà non si può realizza-re; le chat abbattono le frontie-re e consentono di parlare congruppi numerosi in stanze chela realtà difficilmente rendedisponibili, consentendo spes-so discorsi paralleli, solo vir-tualmente possibili. Inoltre lecommunity più stabili creanopiù o meno vere sensazioni diappartenenza, consentendo diesercitare quell’allenamento airuoli e alle interazioni che so-spende le conseguenze e quin-di le responsabilità, le scelteed i vincoli definitivi.È una sorta di apprendistatosentimentale, emotivamentedepotenziato dagli impegni edalle aspettative proprie dellerelazioni reali, utile per matura-re un insieme di esperienze dicomunicazione con altri giovani.In alcuni casi il ricorso aglistrumenti multimediali sembra

I

IL SUCCESSO

TRA I GIOVANI

DI FORME NUOVE

DI COMUNICAZIONE

TUTTOIL RESTO

la campagna d’azionesu giovani e consumi

CLICK TO DOWNLOADLe nuove tec-nologie con-sentono di di-stribuire escaricare can-zoni in pochiminuti senzaaver bisognodi particolaricompetenze oattrezzatureeccessiva-mente sofisti-cate. La com-parsa in retedei files condi-visi, disponibi-li a chiunqueutilizzi al mon-do quel parti-colare softwa-re, ha consentito diffusione capillaredella pirateria digitale. Gli ultimi datidiffusi dalla FIMI [la Federazione del-l’Industria Musicale Italiana] parlanochiaro. In Italia su 49 milioni di italianioltre i 14 anni, il 22% [11,4 milioni dipersone] possiede cd duplicati.I cd masterizzati illegalmente proven-gono per il 15% da acquisti, il 53%chiede che gli vengano duplicati daamici, parenti e colleghi, mentre il22% scarica illegalmente da Internetla musica preferita e la duplica perso-nalmente.Sono invece 3,8 milioni le persone chescaricano file musicali da Internet, masolo il 40% finisce per masterizzarli,mentre il restante 60% di chi scaricamusica dalla rete, tiene i file ottenutiillegalmente sul proprio PC, li ascoltacon i propri Player MP3 o finisce percancellarli. L’aspetto curioso è che il 55% di colo-ro che scaricano musica da internet sache è illegale. Al fine di contrastare tale fenomenonel giro di pochi anni sono nati centi-naia di siti che vendono legalmentetracce singole e album, come AppleiTunes, Azzurra Music, CDRai. Nel 2005 sono stati venduti 420 milio-ni di brani in formato digitale e trami-te la telefonia mobile, generando ven-dite a livello mondiale pari al 6% delfatturato dell'industria discografica.

correvoce

l’attenzione di qualcuno con cuiscambiare quattro parole.Poi ci sono chat in cui si può par-lare di qualsiasi argomento, dellepiccole comunità virtuali e perfar sì che non rimanga tutto con-gelato nel virtuale appunto, ven-gono organizzate delle feste neilocali del circondario dove, arma-ti di cartellino con scritto il pro-

prio user name, o semplicemente nick, si pos-sono conoscere dal vivo le persone con cui sichattava fino a qualche ora prima.Un esempio è www.cuneo2night.com che adoggi conta circa 15.000 iscritti di fasce d’etàdiverse [dai trentenni alle leve più giovani] eche provengono da tutta la provincia di Cuneoe qualche clandestino di Torino e dintorni.Questo è un ottimo modo per rendere concre-ta un’amicizia nata sul web, perché di propriainiziativa non si avrebbe il coraggio di incon-trare le persone con cui si chatta, probabil-mente anche a causa dei fatti di cronaca chevengono riportati sui quotidiani.E come scrisse un ragazzo nel suo profilo sumeetic «sono iscritto qua sopra per comoditàmia, ma sono convintissimo che l’amiciziacon la “a” maiuscola sia quella dal vivo, rac-contarsi a voce e guardarsi negli occhi, rideree scherzare e, perché no, magari un giorno in-namorarsi...».

e si naviga in internet sipuò scoprire come lechat si siano moltiplica-te di modo che gli uten-ti possano scegliere

quella più idonea alle loro esi-genze: ci sono quelle relative agiochi on line, ai giochi di ruolo,chat per cinofili o per fan digruppi musicali, quelle atte allaricerca della propria anima gemella e il famo-sissimo e il popolarissimo Messenger di MSN.Quest’ultima è usata da persone di ogni età eprovenienza e facendo un breve sondaggio aigiovani del gruppo di prima superiore dellaparrocchia Gesù Redentore, composto da unadozzina di ragazzi e ragazze, il 100% di lorousa Messenger perché è comodo, semplice,veloce e gratuito.Molto gettonate sono le chat il cui fine è tro-vare la propria metà della mela e le motiva-zioni che spingono migliaia di uomini e donnead iscriversi a questi siti, di cui moltissimi apagamento [soprattutto per il sesso forte],sono molteplici, dalle più banali: come posso-no essere la comodità, la semplicità dell’ap-proccio o, purtroppo, anche il fine sessuale;alle meno scontate.Alcuni trovano che nascondendosi dietro ad unoschermo sia molto più semplice per conoscerenuove persone, c’è poi chi sente il disperato bi-sogno di trovare qualcuno con cui passare in-sieme del tempo, anche fisicamente, per scon-figgere la solitudine, chi si sente tanto bruttoda creare profili completamente falsi allegandoanche foto di persone piacenti solo per attirare

COMUNITÀ VIRTUALIIL BISOGNO DI RACCONTARSI E DI CONOSCEREPASSA ATTRAVERSO CHAT E MESSAGGERIA ISTANTANEA

SDI BENEDETTA RONCOLATO

DENTRO E FUORIL’indulto, nonostante le[giuste] critiche, ha avuto ilmerito di riportare l’atten-zione sulle nostre carceriinvivibili e ora parzialmentesvuotate dalla manovra, an-che se si ipotizza che nel gi-ro di un anno e mezzo la si-tuazione tornerà uguale al-la precedente. Urgono ap-procci differenti, seri, che

agiscano nel quotidiano enon solo quando la situazio-ne diventa insostenibile.Interessante quindi, se-gnalare Teatro per evade-re, primo esempio di comu-nicazione tra carcere e so-cietà civile attraverso l’uti-lizzo della forma blog. Undiario per evadere dallaquotidiana prigionia attra-verso riflessioni, sfoghi eanche ironia. Un porre lapropria vita su un foglio [dibit, naturalmente] per os-servarla dall’esterno, inmodo da comprenderlameglio. L’iniziativa, per oralimitata alla Sezione Pro-meteo del carcere di Tori-no, è nata dalla collabora-zione del periodico Il Con-testo con il regista teatra-le Claudio Montagna che,assieme a CAST e all’Asso-ciazione S.eT. [Spazi e Tea-tro], anima ormai da diver-si anni l’attività teatrale al-l’interno della sezione.Il progetto si nutre del con-fronto tra i detenuti e gliesterni e, senza questo, ri-schia di ridursi a un bana-le sfogo. Facciamo chequesto non succeda.www.dentroefuori.org

COMMUNITYin giro per il sociale

Queste nuoveforme dicomunicazionerispondonoa moltibisogni umani,consentendodi sperimentarevissutiimportantiper lacostruzionedel Sée di viveredelle emozionisentendosi,al contempo,protetti

alibi& DI ELISA RUSSELLO

DESiDERi

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superpartes8goGIOVENTÙOPERAIA

a fermata del 18 invia Passo Buole [a To-rino] è molto frequen-tata dai ragazzi e dal-le ragazze delle supe-

riori. Il motivo è semplice: inzona ci sono un liceo, un isti-tuto tecnico, un istituto pro-fessionale per un totale diqualche centinaio di allievi. Lapalina della fermata, i muri traun negozio e l’altro e persinol’asfalto del marciapiede sonopieni di scritte fatte con il pen-narello, il cancellino bianco ela vernice. Anche questa è co-municazione, se si vuole unadelle più antiche: anche aPompei hanno trovato dellescritte sui muri. Ma non è so-lo questo. È un modo per se-gnare il territorio. Per dire: «ioesisto!», «sono qui e lascio ilsegno». Un atteggiamento eduna forma di comunicazioneche, sempre tra i giovani, rag-giunge l’apice con i tag e il let-tering, quelle astruse formegrafiche, a volte artistiche, avolte poco più di uno scara-bocchio, quasi sempre com-prensibili solo dagli addetti ailavori, che le tribù metropolita-ne [le crew] usano per affer-mare la loro esistenza.Se è vero, come è vero, che lacomunicazione è vita e non sivive senza comunicare anchei tag e le scritte sui muri sonoparte di questa vita edespressione del bisogno pro-fondo che tutti [anche i giova-

ni] hanno di comunicare. E og-gi questa comunicazione è al-lo stesso tempo globale e pri-vatissima. La rete, espressione più evi-dente della globalità, ne è illuogo privilegiato: web, chat,blog, msn, icq, community, fo-rum, e-mail, sms, mms, sonotra i luoghi più frequentati.Fin qui le forme, gli strumentidella comunicazione, perquanto riguarda i contenutic’è davvero di tutto con il pre-valere del privato, anzi del pri-vato più privato. Qual è il guaio? Certo l’abusoche l’anonimità può favorire,ma soprattutto l’impoverimen-to delle relazioni personali.C’è tanta gente che comuni-ca, che si dice di tutto e siscambia pareri e sentimentima c’è sempre meno quello

scambio diretto ed interperso-nale che è l’unica realtà chefa della comunicazione un’oc-casione per crescere e percostruire progetti che duranonel tempo.E sta proprio qui l’inizio dellasfida che coinvolge tutti colo-ro che hanno a cuore l’educa-zione dei giovani. Il primo pas-so è, ovviamente, quello di im-parare a cogliere i linguaggidella comunicazione senza co-munque farsi prendere dallasmania di imitarli né di con-dannarli con superficialità.Capire e conoscere sono dasempre il primo passo dell’e-ducazione. Si tratta poi di in-ventare un mondo di contenu-ti che siano apprezzati e con-divisi. In fondo, a ben vedere,anche i linguaggi più nuovi di-cono sempre cose antiche: lavoglia di esserci e essere rico-nosciuti, la paura della solitu-dine, la ricerca di un sensoper quello che si è e si fa. Ec-co la sfida, dunque, far emer-gere questi contenuti, al di làdei linguaggi e, se facciamo ilpasso ulteriore e ci chiediamose sia possibile evangelizzarequesto mondo, la risposta èdi nuovo: sì. C’è spazio per ilVangelo di Gesù e per le suerisposte anche tra tag e mms.

L gogioventùoperaia

Periodico della GiOC [Gioventù Operaia Cristiana] Registrato presso il Tribunaledi Torino il 7.8.1989 n. 4087Anno XXXI n. 04/06

Direttore Responsabile:Marco CantaCaporedattrice:Monica GalloRedazione:Jacopo Boscolo, Lucia PalaLuca Pallavidino, Rosalba PasquinaCristina Pintoni

Hanno collaborato a questo numero:don Daniele d’Aria, Silvia del PriorePeppino Ortoleva, Benedetta RoncolatoElisa Russello

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LASCIAREIL SEGNOEDUCARE SI PUÒ, A PARTIRE

DAL LINGUAGGIO DEI GIOVANI

Capiree conosceresonoda semprei primipassidellaeducazione

DI DON DANIELE D’ARIA