U di Michela Petrizzelli Vannuccioil“metallurgico”

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33 Giovedì 20 Novembre 2003 IL GIORNALE DI VICENZA ia M Maria Dubois xilogra)a tratta dal Liber chronicarum (Biblioteca Civica Bertoliana). L a Biblioteca civica Ber- toliana possiede, tra le sue ricche raccolte, lin- teressante Archivio del Teatro Eretenio. Accanto ai più antichi documenti relativi alla costruzione della fabbrica, esso comprende una ricca sezione di carteggi dei piccoli e grandi pro- tagonisti, collaboratori, cantanti, musicisti che lavorarono e tratta- rono con la Direzione del Teatro dal 1777 al 1927. L inaugurazione del nuovo teatro di Vicenza avvenne, con pompa e sfarzo, il 10 luglio 1784. Sorto sulle ceneridel Tea- tro delle Grazie, distrutto da un incendio doloso nel 1783, ledi)cio fu realizzato dallarchitetto-scenografo veneziano Antonio Mauri, su un impianto murario progettato da Ottavio Bertotti Scamozzi. Seguendo la tipologia del teatro allitalia- na”, la costruzione mostrava una pianta a ferro di cavallo, con quattro ordini di 25 palchi ciascuno. A Vicenza risuonarono da subito voci contrarie e ostili al nuovo Teatro. Scriveva con ir- ritazione Giuseppe Dian nella sua cronaca: Sebbene quanto basta grandioso e magni)co sia questo nostro Teatro Eretenio, pure è Teatro Moderno, cioè a dire da per tutto povertà, difetti ed abusi. [...]Appena che tu entri un fetido odore si fa sentire nepiù [...]. Anche i materiali corrispon- dono a tanta villania, essendo per lo più di legno mal combi- nato, incomodi [...]Essi poi tutti accordano di far vedere e sentire meno che sia possibile. Qual mai differenza coi Teatri degli Anti- chi!(G. Dian, Notizie delli due secoli XVIII e XIX …, B.C.B., ms. 2960, p. 501). Lo spettacolo di apertura del Teatro, fu tuttavia, a detta del- lo stesso Dian, un successo: Il concorso di forastieri da tutta Italia non solo, ma da altre par- ti dEuropa fu immenso. La rappresentazione incontrò il genio universale [...]. In tal circostanza Vicenza sembrava una Ca- pitale”. I cinque compadroni del teatro, Girolamo Giuseppe di Velo, Alvise Trissino, Girolamo Muttoni, Francesco Quinto e Gualdinello Bissaro puntarono su uninaugurazione originale ed elegante; ebbero infatti la fortuna di trovare libero tra tan- ti impegni il celebre maestro Domenico Cimarosa da Napoli. Questi fu quindi scritturato per mettere in musica lOlimpiade dellabate Pietro Metastasio. Dellimpresa inaugurale del Tea- tro Eretenio fu incaricato uno dei migliori agenti teatrali della )ne del Settecento, Antonio Zardon, la cui attivitàè testimo- niata da un vivace carteggio che comprende più di 40 lettere. Tra il 1783 e il 1784 lo Zardon si trovava a Venezia. Duran- te i soggiorni nella città lagunare alloggiava presso il Caffè della Realtà”. A questo indirizzo, in una lettera del 30 mar- zo 1783, esortò il conte Girolamo Giuseppe di Velo, la mente organizzativa dellambizioso progetto dellOlimpiade, a invia- re la sua corrispondenza, sempre più )tta con lapprossimarsi dellapertura del teatro. E proprio al Caffè della Realtà venne recapitata allo Zardon, in data sconosciuta (ma presumibil- mente nel 1784), una lettera che conteneva, in poche righe, una esplicita minaccia di morte. Sento che molto vi interessate per far andar in scena lOpera in Vicenza. Le circostanze presenti non lo voglio- no. Onde vi avviso, che non abbiate coraggio di far altra parola in questo proposito, perché alla vostra venuta in Vicenza avrete )nito di vivere. Laviso vi servaAnonimo resta lautore della minaccia, ignoto il motivo di tanto risentimento. L Olimpiade andò in scena con grande successo dal 10 luglio al 13 agosto del 1784; lo Zardon continuò con zelo ad allestire gli spettacoli dellEretenio )no al 1792, quando gli subentrò Angelo Recaldini. (La lettera è inserita nel carteggio di Antonio Zardon in: Archivio del Teatro Eretenio, Biblioteca Civica Bertolia- na, TE4) Libri in avanscoperta Vannuccio il “metallurgico” di Michela Petrizzelli (pigafetta@bibliotecabertoliana.it) ( ( Si alzi il sipario sul teatro Eretenio (1 a parte) Minaccia di morte sull Opera a Vicenza di Mattea Gazzola (archivio@bibliotecabertoliana.it) Dietro il sipario Partendo dallhome page del Servizio Bibliotecario Provinciale (http://bibliote che.provincia.vicenza.it/), cliccando su Altre biblioteche vicentine e loro cataloghi si ha la possibilità di giungere, tra laltro, ad un link alle pagine web della Biblioteca del Seminario Vescovile di Vicenza (http: //www.ibisweb.it/sevi/). Il sito propone informazioni sulla Biblioteca e sulle possibilità di fruirne. Non di poco conto il fatto di trovare on-line il catalogo che comprende la quasi totalità delle opere presenti. Da una scheda introduttiva si apprende che la Biblioteca, come prevedibile, ha carattere prevalentemente teologico, ma anche storico e letterario.“Fondata dal card. A. Marino Prioli, vescovo di Vicenza dal 1739 al 1767, fu poi accresciuta coi doni dei vescovi Alvise M. Gabrielli e Marco Zaguri, dei fratelli Squarzi, di M. Quaresima, D. Casalin, F. Anti e A. Navarotto. Sistemata nel 1830 per ordine Nav del vescovo G.M. Peruzzi negli splendidi de scaffali settecenteschi già appartenuti alla libreria del doge di Venezia Marco Foscarini, fu trasferita nel 1857 in locali del nuovo Seminario appositamente costruiti”. Dal 1974 nelle sue raccolte sono state fatte con*uire quelle della Biblioteca e dellArchivio Capitolare. Un contributo importante allo sviluppo della Biblioteca è venuto dal Vescovo Nonis che lo scorso anno ha donato alla stessa circa 40.000 volumi particolarmente di )loso)a, arte e letteratura. Ne risulta una biblioteca di tutto rispetto con 160.000 volumi, 44 incunaboli, 1.621 cinquecentine, 600 manoscritti per la gran parte, questi ultimi, dei secoli XVIII e XIX. Tra le opere rare meritano segnalazione: Sex Misse suavissimis modulationibus referte”, di J.de Kerle (1552) e Magni)cat omnitonum cum quatuorvocibus”, di C. de Morales (1562). La biblioteca opera prima di tutto a supporto del Seminario ma è utilizzabile, senza particolari dif)coltà, anche dagli esterni interessati alla speci)cità delle sue raccolte. Giorgio Lotto direzione@bibliotecabertoliana.it La biblioteca el Seminario Vescovile di Vicenza Antiche carte Antiche carte E tà del rame, età del bronzo, età del ferro... per non parlare della mitica e favolosa età delloro: le tappe iniziali della civiltà umana sono scandite dal co- stante interesse che luomo ha mostrato verso i metalli e dalla sua capacità graduale di utilizzarli. Ma la mineralogia, come scienza ben distinta e autono- ma, non ha che pochi secoli. Il medioevo guardò ai metalli da un punto di vista più antasioso che scienti)co e moltissimi furono gli alchimisti che si industriarono alla ri- cerca della pietra )losofale. Solo nel 1540 sotto limpulso del rinnovamento scienti)co - empirico proprio del Ri- nascimento fu pubblicata, postuma, la Pirotechnia del signor Vannuccio Biringuccio senese, nella quale si ratta non solo della diversità delle miniere, ma ancho di quanto si icerca alla pratica di esse. E di quanto sap- partiene allarte della fusione, o getto, de metalli..., in Venetia, appresso P . Gironimo Giglio e compagni. Studioso e meccani- co, Vannuccio viaggiò n Italia e in Germa- nia, esercitando larte di fonditore e di tec- nico minerario. Nella Pirotechnia per la pri- ma volta Biringuccio ornisce una dettagliata descrizione delle princi- pali operazioni di chimica metallurgica: dalla lavo- azione dei metalli e dei minerali, alle operazioni di assaggio delloro e dellargento, dalla forgiatura, alla di- stillazione e alla costruzione di specchi e ceramiche. Biringuccio ne emerge come personaggio pragmatico, dif)dente nei confronti di affermazioni nebulose e confuse. Egli non risparmia nemmeno pesanti critiche nei confronti degli alchimisti. A proposito delloro, poi, prima di passare alla parte più propriamente tecnica, Birin- guccio premette: “è questo metallo un corpo trattabile e lucido, di color quasi simile à quel, che ci mostra il sole. Et hà in se certa intrinsica attrattion naturale, chessen- do visto, dispone gli animi à desiderarlo. Et per questo molte virtù se gli appropriano, e fa, che tanto precioso è da gli huomini tenuto, anco che molti molto contra di lui esclamino, accusandolo piu presto per semente della pestifera e monstruosa avaritia, e per causa de molti mali, che per giovevole lodandolo”. Nello stesso periodo, in Germania fu stampato un altro libro dello stesso genere scritto dallumanista tedesco Georg Bauer che latinizzò il suo nome in Agricola (ope- a anchessa postuma stampata nel 1556). Si tratta dello splendido De Re Metallica (prima ed. Basilea 1556) che descrive un gran numero di minerali, molti per la pri- ma volta, e numerosi processi, illustrati da belle e dettagliate incisioni, di estrazione dei minerali e fabbricazione dei metalli, i cui principi sono alla base di tecniche usa- e ancora oggi. A causa del breve lasso di tempo intercorso tra la stampa delluno e dellaltro libro, gli studiosi attribuiscono ora alluno ora allaltro il primo libro al mondo del genere minerario. Ma chi sia interessato alla materia non tema poiché la Biblioteca Bertoliana possiede sia una pregevole edizione veneziana della Pirotechnia del 1559, sia una magni)ca edizione del De Re Metallica stampata a Basilea nel 1561, entrambe corredate da in- eressanti incisioni. L inventario L inventario del Mondo del Mondo Del modo di fondere la ghetta et ridurla in piombo )noxilogra)a tratta da V. Biringuccio, Pirote- chnia, Venezia, 1559, p. 134 (Biblioteca Civica Bertoliana, X. 35. 3. 20). Estrazione dei metalli xilogra)a tratta da G. Agricola, De re metallica, Basilea, 1561, p. 276 (Biblioteca Civica Bertoliana, G. 11. 2. 44). Minaccia di morte indirizzata ad Antonio Zardon al Caffè della Realtà- recto e verso della lettera. Pianta del Teatro Eretenio contenuta nellArchivio del Teatro Eretenio (Biblioteca Civica Bertoliana, TE2) U U n trattato di cosmogonia si può paragonare ad un n trattato di cosmogonia si può parag enorme libro della memoria in cui venga presen- enorme libro della memoria in cui ven tata - divisa per età- la storia del mondo a partire tata - divisa per età- la storia del mondo dalle origini ancestrali del genere umano e divino, sino alle dalle origini ancestrali del genere umano e divino, sino alle epoche più recenti. Il genere incontrò molta fortuna nel mon- oche più recenti. Il genere incontrò molta fortuna nel mon do greco-latino e, solo assopito nel Medioevo, si ripresentò greco-latino e, solo assopito nel Medioevo, si ripresentò potentemente sulla scena grazie al gusto compilatorio-anti- entemente sulla scena grazie al gusto compilatorio-anti- quario del Rinascimento. Dai torchi di una delle stamperie più Rinascimento. Dai torchi di una delle stamperie p rinomate del Quattrocento tedesco - quella di Anton Koberger cento tedesco - quella di Anton Koberger a Norimberga - esce nel 1493 il celebre Liber Chronica- a Norimberga - esce nel 1493 il celebre Liber Chronica- rum cum )guris et imaginibus ab initio mundi di Hartmann rum cum )guris et imaginibus ab initio m Schedel, umanista e storico tedesco. Lincunabolo - che è ap- del, umanista e storico tedes punto una storia del mondo ab ovo - deve la propria fama soprattutto alle xilogra)e che accompagnano il testo per le quali lo stampatore si avvalse della collaborazione di William Pleydenwurff e Michael Wohlgemuth, celebre per essere sta- to tra i primi maestri di Albrecht Dürer. Proprio la presenza di Wohlgemuth nellimpresa ha offerto il destro allipotesi, più volte formulata, di una collaborazione dellillustre allievo ai disegni preparatori. Esemplari preziosi, dunque, quelli della Cronaca, che la Biblioteca Bertoliana di Vicenza può fregiarsi di possedere in entrambe le redazioni linguistiche - latino e tedesco - a cui venne af)data la circolazione del testo in Eu- ropa al volgere del XVI secolo. Chiara Giacomello scrivi@bibliotecabertoliana.it

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33Giovedì20 Novembre 2003

ILGIORNALEDIVICENZA

Con la collaborazionedi ilvia Ma Maria DuboisSilvia Maria Dubois

L’Onnipotente in trono che presiede la Creazionexilogra)a tratta dal Liber chronicarum(Biblioteca Civica Bertoliana).

La Biblioteca civica Ber-toliana possiede, tra lesue ricche raccolte, l’in-teressante Archivio del

Teatro Eretenio. Accanto ai piùantichi documenti relativi allacostruzione della fabbrica, essocomprende una ricca sezione dicarteggi dei piccoli e grandi pro-tagonisti, collaboratori, cantanti,musicisti che lavorarono e tratta-rono con la Direzione del Teatrodal 1777 al 1927.L’inaugurazione del nuovo teatro di Vicenza avvenne, conpompa e sfarzo, il 10 luglio 1784. Sorto “sulle ceneri” del Tea-tro delle Grazie, distrutto da un incendio doloso nel 1783,l’edi)cio fu realizzato dall’architetto-scenografo venezianoAntonio Mauri, su un impianto murario progettato da OttavioBertotti Scamozzi. Seguendo la tipologia del “teatro all’italia-na”, la costruzione mostrava una pianta a ferro di cavallo, conquattro ordini di 25 palchi ciascuno. A Vicenza risuonarono dasubito voci contrarie e ostili al nuovo Teatro. Scriveva con ir-ritazione Giuseppe Dian nella sua cronaca: “Sebbene quantobasta grandioso e magni)co sia questo nostro Teatro Eretenio,pure è Teatro Moderno, cioè a dire da per tutto povertà, difettied abusi. [...]Appena che tu entri un fetido odore si fasentirene’più a

[...]. Anche i materiali corrispon-dono a tanta villania, essendoper lo più di legno mal combi-nato, incomodi [...]Essi poi tuttiaccordano di far vedere e sentiremeno che sia possibile. Qual maidifferenza coi Teatri degli Anti-chi!” (G. Dian, Notizie delli duesecoli XVIII e XIX …, B.C.B., ms.2960, p. 501).Lo spettacolo di apertura delTeatro, fu tuttavia, a detta del-lo stesso Dian, un successo: “Il

concorso di forastieri da tutta Italia non solo, ma da altre par-ti d’Europa fu immenso. La rappresentazione incontrò il geniouniversale [...]. In tal circostanza Vicenza sembrava una Ca-pitale”. I cinque compadroni del teatro, Girolamo Giuseppe diVelo, Alvise Trissino, Girolamo Muttoni, Francesco Quinto eGualdinello Bissaro puntarono su un’inaugurazione originaleed elegante; ebbero infatti la fortuna di trovare libero tra tan-ti impegni il celebre maestro Domenico Cimarosa da Napoli.Questi fu quindi scritturato per mettere in musica l’Olimpiadedell’abate Pietro Metastasio. Dell’impresa inaugurale del Tea-tro Eretenio fu incaricato uno dei migliori agenti teatrali della)ne del Settecento, Antonio Zardon, la cui attività è testimo-niata da un vivace carteggio che comprende più di 40 lettere.Tra il 1783 e il 1784 lo Zardon si trovava a Venezia. Duran-te i soggiorni nella città lagunare alloggiava presso il “Caffèdella Realtà”. A questo indirizzo, in una lettera del 30 mar-zo 1783, esortò il conte Girolamo Giuseppe di Velo, la menteorganizzativa dell’ambizioso progetto dell’Olimpiade, a invia-re la sua corrispondenza, sempre più )tta con l’approssimarsidell’apertura del teatro. E proprio al Caffè della Realtà vennerecapitata allo Zardon, in data sconosciuta (ma presumibil-mente nel 1784), una lettera che conteneva, in poche righe,una esplicita minaccia di morte.

“Sento che molto vi interessate per far andar in scenal’Opera in Vicenza. Le circostanze presenti non lo voglio-no. Onde vi avviso, che non abbiate coraggio di far altraparola in questo proposito, perché alla vostra venuta inVicenza avrete )nito di vivere. L’aviso vi serva”

Anonimo resta l’autore della minaccia, ignoto il motivo di tantorisentimento. L’Olimpiade andò in scena con grande successodal 10 luglio al 13 agosto del 1784; lo Zardon continuò con zeload allestire gli spettacoli dell’Eretenio )no al 1792, quando glisubentrò Angelo Recaldini.

(La lettera è inserita nel carteggio di Antonio Zardon in:Archivio del Teatro Eretenio, Biblioteca Civica Bertolia-na, TE4)

Libri in avanscopertap

Vannuccio il “metallurgico”di Michela Petrizzelli ([email protected])([email protected])(

Si alzi il sipario sul teatro Eretenio (1a parte)

Minaccia di mortesull’Opera a Vicenza

di Mattea Gazzola ([email protected])([email protected])(Dietro il sipariop

Partendo dall’home page del ServizioBibliotecario Provinciale (http://biblioteche.provincia.vicenza.it/), cliccando su

Altre biblioteche vicentine e loro cataloghisi ha la possibilità di giungere, tra l’altro,ad un link alle pagine web della Bibliotecadel Seminario Vescovile di Vicenza (http://www.ibisweb.it/sevi/). Il sito propone

informazioni sulla Biblioteca e sullepossibilità di fruirne. Non di poco contoil fatto di trovare on-line il catalogo checomprende la quasi totalità delle opere

presenti.Da una scheda introduttiva si apprendeche la Biblioteca, come prevedibile, ha

carattere prevalentemente teologico, maanche storico e letterario. “Fondata dalcard. A. Marino Prioli, vescovo di Vicenzadal 1739 al 1767, fu poi accresciuta coi doni

dei vescovi Alvise M. Gabrielli e MarcoZaguri, dei fratelli Squarzi, di M.

Quaresima, D. Casalin, F. Anti e A.Navarotto. Sistemata nel 1830 per ordineNavadel vescovo G.M. Peruzzi negli splendididescaffali settecenteschi già appartenutialla libreria del doge di Venezia MarcoFoscarini, fu trasferita nel 1857 in localidel nuovo Seminario appositamente

costruiti”. Dal 1974 nelle sue raccolte sonostate fatte con*uire quelle della Bibliotecae dell’Archivio Capitolare. Un contributoimportante allo sviluppo della Bibliotecaè venuto dal Vescovo Nonis che lo scorsoanno ha donato alla stessa circa 40.000volumi particolarmente di )loso)a, arte e

letteratura.Ne risulta una biblioteca di tutto rispettocon 160.000 volumi, 44 incunaboli, 1.621cinquecentine, 600 manoscritti per la granparte, questi ultimi, dei secoli XVIII e XIX.Tra le opere rare meritano segnalazione:“Sex Misse suavissimis modulationibus

referte”, di J.de Kerle (1552) e “Magni)catomnitonum cum quatuorvocibus”, di C. de

Morales (1562).La biblioteca opera prima di tutto a

supporto del Seminario ma è utilizzabile,senza particolari dif)coltà, anche dagli

esterni interessati alla speci)cità delle sueraccolte.

Giorgio [email protected]

La bibliotecadel Seminariodel Seminario

Vescoviledi Vicenza

Antiche carteAntiche carte

Età del rame, età del bronzo, età del ferro... per non parlare della mitica efavolosa età dell’oro: le tappe iniziali della civiltà umana sono scandite dal co-stante interesse che l’uomo ha mostrato verso i metalli e dalla sua capacitàgraduale di utilizzarli. Ma la mineralogia, come scienza ben distinta e autono-

ma, non ha che pochi secoli. Il medioevo guardò ai metalli da un punto di vista piùfantasioso che scienti)co e moltissimi furono gli alchimisti che si industriarono alla ri-cerca della pietra )losofale.Solo nel 1540 sotto l’impulso del rinnovamento scienti)co - empirico proprio del Ri-nascimento fu pubblicata, postuma, la Pirotechnia del signor Vannuccio Biringuccio

senese, nella quale sitratta non solo delladiversità delle miniere,ma ancho di quanto siricerca alla pratica diesse. E di quanto s’ap-partiene all’artedella fusione, o getto,de metalli..., in Venetia,appresso P. GironimoGiglio e compagni.Studioso e meccani-co, Vannuccio viaggiòin Italia e in Germa-nia, esercitando l’artedi fonditore e di tec-nico minerario. NellaPirotechnia per la pri-ma volta Biringucciofornisce una dettagliatadescrizione delle princi-palioperazionidichimicametallurgica: dalla lavo-razione dei metalli e dei

minerali, alle operazioni di assaggio dell’oro e dell’argento, dalla forgiatura, alla di-stillazione e alla costruzione di specchi e ceramiche. Biringuccio ne emerge comepersonaggio pragmatico, dif)dente nei confronti di affermazioni nebulose e confuse.Egli non risparmia nemmeno pesanti critiche nei confronti degli alchimisti.A proposito dell’oro, poi, prima di passare alla parte più propriamente tecnica, Birin-guccio premette: “è questo metallo un corpo trattabile e lucido, di color quasi simileà quel, che ci mostra il sole. Et hà in se certa intrinsica attrattion naturale, ch’essen-do visto, dispone gli animi à desiderarlo. Et per questo molte virtù se gli appropriano,e fa, che tanto precioso è da gli huomini tenuto, anco che molti molto contra di luiesclamino, accusandolo piu presto per semente della pestifera e monstruosa avaritia,e per causa de molti mali, che per giovevole lodandolo”.Nello stesso periodo, in Germania fu stampato un altro libro dello stesso generescritto dall’umanista tedesco Georg Bauer che latinizzò il suo nome in Agricola (ope-ra anch’essa postuma stampata nel 1556). Si tratta dello splendido De Re Metallica(prima ed. Basilea 1556) che descrive un gran numero di minerali, molti per la pri-ma volta, e numerosi processi, illustrati da belle e dettagliate incisioni, di estrazionedei minerali e fabbricazione dei metalli, i cui principi sono alla base di tecniche usa-te ancora oggi. A causa del breve lasso di tempo intercorso tra la stampa dell’uno edell’altro libro, gli studiosi attribuiscono ora all’uno ora all’altro il primo libro al mondodel genere minerario.Ma chi sia interessato alla materia non tema poiché la Biblioteca Bertoliana possiedesia una pregevole edizione veneziana della Pirotechnia del 1559, sia una magni)caedizione del De Re Metallica stampata a Basilea nel 1561, entrambe corredate da in-teressanti incisioni.

L’Onnipotente in trono che presiede la Creazione

L’inventarioL’inventariodel Mondodel Mondo

”Del modo di fondere la ghettaet ridurla in piombo )no”xilogra)a tratta da V.Biringuccio, Pirote-chnia, Venezia, 1559, p. 134 (BibliotecaCivica Bertoliana, X. 35. 3. 20).

Estrazione dei metallixilogra)a tratta da G. Agricola,De re metallica, Basilea, 1561, p. 276(Biblioteca Civica Bertoliana, G. 11. 2. 44).

Minaccia di morte indirizzata ad Antonio Zardonal Caffè della Realtà - recto e verso della lettera.

Pianta del Teatro Eretenio contenuta nell’Archiviodel Teatro Eretenio (Biblioteca Civica Bertoliana, TE2)

UU n trattato di cosmogonia si può paragonare ad unn trattato di cosmogonia si può paragenorme libro della memoria in cui venga presen-enorme libro della memoria in cui vengtata - divisa per età - la storia del mondo a partiretata - divisa per età - la storia del mondo

dalle origini ancestrali del genere umano e divino, sino alledalle origini ancestrali del genere umano e divino, sino alleepoche più recenti. Il genere incontròmolta fortuna nel mon-poche più recenti. Il genere incontròmolta fortuna nel mondo greco-latino e, solo assopito nel Medioevo, si ripresentògreco-latino e, solo assopito nel Medioevo, si ripresentòpotentemente sulla scena grazie al gusto compilatorio-anti-tentemente sulla scena grazie al gusto compilatorio-anti-quario del Rinascimento. Dai torchi di una delle stamperie piùel Rinascimento. Dai torchi di una delle stamperie prinomate del Quattrocento tedesco - quella di Anton Kobergerrocento tedesco - quella di Anton Kobergera Norimberga - esce nel 1493 il celebre Liber Chronica-a Norimberga - esce nel 1493 il celebre Liber Chronica-rum cum )guris et imaginibus ab initio mundi di Hartmannrum cum )guris et imaginibus ab initio mSchedel, umanista e storico tedesco. L’incunabolo - che è ap-edel, umanista e storico tedespunto una storia del mondo ab ovo - deve la propria famasoprattutto alle xilogra)e che accompagnano il testo per lequali lo stampatore si avvalse della collaborazione di WilliamPleydenwurff e Michael Wohlgemuth, celebre per essere sta-to tra i primi maestri di Albrecht Dürer. Proprio la presenzadi Wohlgemuth nell’impresa ha offerto il destro all’ipotesi, piùvolte formulata, di una collaborazione dell’illustre allievo aidisegni preparatori. Esemplari preziosi, dunque, quelli dellaCronaca, che la Biblioteca Bertoliana di Vicenza può fregiarsidi possedere in entrambe le redazioni linguistiche - latino etedesco - a cui venne af)data la circolazione del testo in Eu-ropa al volgere del XVI secolo.

Chiara [email protected]

Vannuccio il “metallurgico”ma, non ha che pochi secoli. Il medioevo guardò ai metalli da un punto di vista piùfantasioso che scienti)co e moltissimi furono gli alchimisti che si industriarono alla ri-cerca della pietra )losofale.Solo nel 1540 sotto l’impulso del rinnovamento scienti)co - empirico proprio del Ri-nascimento fu pubblicata, postuma, la Pirotechnia del signor Vannuccio Biringuccio

minerali, alle operazioni di assaggio dell’oro e dell’argento, dalla forgiatura, alla di-stillazione e alla costruzione di specchi e ceramiche. Biringuccio ne emerge comepersonaggio pragmatico, dif)dente nei confronti di affermazioni nebulose e confuse.Egli non risparmia nemmeno pesanti critiche nei confronti degli alchimisti.A proposito dell’oro, poi, prima di passare alla parte più propriamente tecnica, Birin-guccio premette:à quel, che ci mostra il sole. Et hà in se certa intrinsica attrattion naturale, ch’essen-do visto, dispone gli animi à desiderarlo. Et per questo molte virtù se gli appropriano,e fa, che tanto precioso è da gli huomini tenuto, anco che molti molto contra di luiesclamino, accusandolo piu presto per semente della pestifera e monstruosa avaritia,e per causa de molti mali, che per giovevole lodandolo”.Nello stesso periodo, in Germania fu stampato un altro libro dello stesso generescritto dall’umanista tedesco Georg Bauer che latinizzò il suo nome in Agricola (ope-ra anch’essa postuma stampata nel 1556). Si tratta dello splendido De Re Metallica(prima ed. Basilea 1556) che descrive un gran numero di minerali, molti per la pri-ma volta, e numerosi processi, illustrati da belle e dettagliate incisioni, di estrazionedei minerali e fabbricazione dei metalli, i cui principi sono alla base di tecniche usa-te ancora oggi. A causa del breve lasso di tempo intercorso tra la stampa dell’uno edell’altro libro, gli studiosi attribuiscono ora all’uno ora all’altro il primo libro al mondodel genere minerario.Ma chi sia interessato alla materia non tema poiché la Biblioteca Bertoliana possiedesia una pregevole edizione veneziana della Pirotechnia del 1559, sia una magni)caedizione del De Re Metallica stampata a Basilea nel 1561, entrambe corredate da in-teressanti incisioni.

Estrazione dei metallixilogra)a tratta da G. Agricola,

Vannuccio il “metallurgico”

senese, nella quale sitratta non solo delladiversità delle miniere,ma ancho di quanto siricerca alla pratica diesse. E di quanto s’ap-partiene all’artedella fusione, o getto,de metalli..., in Venetia,appresso P. GironimoGiglio e compagni.Studioso e meccani-co, Vannuccio viaggiòin Italia e in Germa-nia, esercitando l’artedi fonditore e di tec-nico minerario. NellaPirotechnia per la pri-ma volta Biringucciofornisce una dettagliatadescrizione delle princi-palioperazionidichimicametallurgica: dalla lavo-razione dei metalli e dei

minerali, alle operazioni di assaggio dell’oro e dell’argento, dalla forgiatura, alla di-minerali, alle operazioni di assaggio dell’oro e dell’argento, dalla forgiatura, alla di-

ed abusi. [...]Appena che tu entri un fetido odore si fasentire che tal certamente non si soffrene’più abbietti abituri