tuttonormel TNE 2013-01

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ATTENZIONE

LI

INTERRUTTORI

DIFFERENZI LI PURI

DEVONO SS R PROTETTI DALLE SOVRACORRENTI

Attenzione

1 Premessa

Gli interruttori

differenziali possono essere

dot ti

soltanto

del relè differenziale (cosiddetti

interruttori

differenziali

puri), oppure anche di sganciatori di sovracorrente (inter

ruttori magnetotermici differenziali).

Un

interruttore

differenziale puro, non avendo gli sgan

ciatori di sovracorrente, deve essere protetto contro le

sovracorrenti.

A questo fine, non basta la presenza nel circuito di

un

interruttore

automatico o di fusibili, occorre

un

coordi

namento in modo che tali dispositivi siano idonei per

proteggere l'interruttore differenziale puro.

Come è noto, le sovracorrenti si distinguono in correnti

di sovraccarico e correnti di cortocircuito.

2. Protezione dal sovraccarico di un

interruttore differenziale puro

L'interruttore differenziale puro non deve essere percorso

per un tempo indefinito da un corrente superiore alla

sua corrente nominale (In)diff'

A tal fine, è sufficiente che sia presente nel circuito, a

TUTT RM L

monte o a valle, un

interruttore

automatico di corrente

nominale non superiore a quella dell'interruttore diffe

renziale puro.

2

Quando l'interruttore differenziale puro è posto a monte

di più circuiti, ciascuno

protetto

da

un

proprio

interrut-

tore automatico, deve essere soddisfatta la condizione:

dove

Ini

è la corrente nominale del generico

interruttore

automatico i-esimo posto a valle, essendo la sommatoria

estesa a tutti gli n

interruttori

automatici.

Un

caso particolare è quello in cui i circuiti non siano

soggetti a sovraccarico, ad esempio i circuiti luce, o altri

apparecchi termici.

In questo caso viene meno, insieme con il sovraccarico,

anche la necessità della relativa protezione.

Il termine inte

rr

uttore magnetotermico 

è un

modo

comune

per

in

dicare un interruttore automatico  ,

TN

10/ 12 , pago 16.

2 Quanto detto per

gli

interruttori automatici vale ovviamente anche

per i fusibili .

gennaio 2 13

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Sistema TT

I

NO

SI

SI

Sistema TN o IT

NO

L interruttore differenziale deve

essere abbinato

al

dispositivo di

protezione contro

il

cortocircuito

indicato dal costruttore

I

Sistema TT

I

Sistema TN o IT

SI

NO

NO

I

Fig. 1 - Protezione contro cortocircuito

di

un interruttore differenziale puro.

Il diagramma di flusso di fig. 1 indica la procedura che

l impiantista deve seguire per fare in

modo che un in

terruttore differenziale puro sia protetto contro il cor

tocircuito.

ome

regola generale, il dispositivo di protezione contro

TUTT

ORM L

cortocircuito va installato a monte dell interruttore diffe

renziale puro , ma

è

accettabi le che sia a valle dell inter

ruttore differenziale, se è trascurabile la probabilità che

avvenga

un

cortocircuito nel

tratto tra

i due

interruttori

TN 6/11, pago 17.

genn io 2 13

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al irettore

Le

lettere

al

direttore vogliono stabilire un

colloquio

a distanza

con gli

abbonati,

al

fine

di scambiare

opinioni

ed esperienze

,

ricevere e

fornire

soluzioni a

problemi di

interesse

generale.

Una tribuna

autorevole,

a più voci,

che concorre

a

formare l opinione

prevalente

su

temi attuali.

• UE DIFFERENZI LI

Mi

sembra

di aver letto da

qualche

parte che in

un

appar-

tamento posso installare un solo differenziale, a

richiusura

automatica,

al

posto di due differenziali. Vero o falso?

Andrea

Pancini

Cologno

Monzese (MI)

Leggiamo insieme la norma CEI 64-8, VII edizione, art.

7 .4.1 (rispetto alla edizione

precedente

è cambiato il

numero dell articolo, non il testo :

L interruttore generale,

qualora sia

differenziale,

deve

es-

sere selettivo (selettività totale differenziale)

nei

confronti

degli interruttori differenziali a valle o dotato

di SRD

(dispositivo

di

richiusura automatica).

Al fine

di

garantire una sufficiente continuità di servizio,

la protezione differenziale deve

essere

suddivisa

su

almeno

2 interruttori.

Questo articolo forse non è molto chiaro, perché mette

l carro davanti ai buoi.

I buoi sono i due interruttori differenziali, sempre ne

cessari. Se poi si aggiunge un interruttore differenziale

generale, questo deve essere selettivo. In subordine, deve

essere a richiusura automatica.

Conclusione: gli interruttori differenziali devono essere

genn io

2 13

sempre almeno due, i fini della

selettività

orizzonta

le, cioè a seguito di

un

guasto

interviene soltanto un

interruttore.

In presenza di un eventuale interruttore generale, que

sto

terzo interruttore differenziale deve essere selettivo,

deve cioè intervenire solo per un guasto a monte dei

due interruttori differenziali a valle . •

• VERIFICHE MEDICHE

Mi

occupo

di

ispezioni

in

ambito ospedaliero per

conto

della

regione Liguria .

Le

prove

periodiche da eseguire

nei

locali

medici

sono da

aggiungere a quelle previste per i locali ordinari.

Questo

concetto mi

sembra

inequivocabile, mentre la nor-

ma CEI

64 8 lo

esplicita

solo

per

le

verifiche

iniziali, art.

710.61 e non

per

le verifiche periodiche,

art.

710.62.

Ne consegue

che

le imprese incan cate

delle

ven fiche pen o-

diche eseguono soltanto quanto indicato in quest ultimo

articolo

e

ignorano

le

verifiche periodiche di cui

all art.

62, le

quali

sono a mio avviso altrettanto importanti.

Ing. Barbara

Bonvini

Genova

TUTT

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Ha

ragione. Si tratta di una svista editoriale della norma,

che, grazie alla sua segnalazione, sarà sanata con l'im

minente errata-corrige alla

CEl

64-8, settima edizione . •

BACI -UP MARCIA

ED

ESPLOSIVA

La protezione di back-up (filiazione) è ammessa nelle

zo

ne con pericolo

di

esplosione e

negli

ambienti a

maggior

rischio

in

caso di incendio?

Per. Ind.

Giuseppe

Giannatiempo

San Giorgio a Cremano NA)

Nella protezione di back-up,

un

dispositivo di protezione

con un elevato potere di interruzione

o

di cortocircuito)

aiuta

un

altro dispositivo più deboluccio, così come

un

padre

aiuta

il figlio

minorenne

(filiazione).

L'insieme familiare offre

una

protezione completa nei

confronti della corrente di cortocircuito, del

tutto

equi

valente a quella di

un

figlio

indipendente

cioè con po

tere di interruzione maggiore, o uguale, alla corrente di

cortocircuito

presunta nel

punto dell'impianto

in

cui è

installato TNE 4/11

pago 17.

Da

quanto sopra consegue, che

non

c'è alcuna ragione

per limitare l campo di applicazione della protezione

di back-up, che può essere applicata sia nelle zone con

pericolo di esplosione, sia nei

luoghi

marci . •

• TARGA DEI QUADRI

Secondo la

nuova

norma

CEI EN

61439-1, art. 6.1,

nelle

targhe

dei

quadri elettrici devono essere indicati i mezzi

di identificazione della

data di

costruzione .

Occorre espli

citare sulla targa la data di costruzione, oppure basta poter

risalire a

tale

data, ad

esempio

comunicando il

numero

di

matricola

al costruttore del quadro elettrico che può

così

comunicare

la

data

di

costruzione?

Ing. Francesco Mastrodicasa

Turate

CO)

Giorno, mese ed anno sono ovviamente mezzi di iden

tificazione della

data

di costruzione .

È sufficiente l'anno se la produzione di quel tipo di

quadro

non ha

subìto cambiamenti in quell'anno. Ana

logamente per il mese.

Il numero di matricola del quadro è

un

ulteriore

dato

di

targa obbligatorio; segno evidente che da solo non basta,

proprio per

non

dover chiedere la

data

di costruzione

al costruttore il quale potrebbe essere indisponibile, ad

esempio

nel

frattempo ha cambiato mestiere •

U

CEI 0-16 TERZA EDIZIONE,

CEI 0 21 V E DELIBERE AEEG

Venerdì 21 dicembre 2012 sono state pubbl icate

la

terza

edizione della norma CEI 0-16, la variante V1 alla norma

CEI 0-21

e alcune delibere

AEEG

.

La norma

CEI

0-16, terza edizione, sostituisce comple

tamente

la

precedente edizione a partire l l o gennaio

2013,

ma

alcuni articoli relativi agli utenti attivi trovano

applicazione secondo

le

tempistiche indicate nella nuova

delibera AEEG 562/2012/RJeel la quale ha modificato la

nota del ibera 8412012/RJeel.

La

variante V1 alla norma CEI 0-21 chiarisce alcuni punti

della norma e corregge diverse imprecisioni di natura edi

toriale.

Le delibere AEEG riguardano gli impianti di generazione dis

tribuita 562 /2012/RJeell, lo scambio sul posto (570/2012/RJefrl,

il

testo

integrato della qualità dei servizi di distribuzione e

misura dell energia elettrica (551/2012/RJeell, alcune tariffe

e condizioni economiche per l anno 2013 (565/2012/RJeell.

LINEA

BT

DEDICATA

Ho chiesto di collegare un impianto fotovoltaico di 100

kW,

installato

presso un

utente

con

130 kW di potenza dispo

nibile in

prelievo.

Il Distributore sostiene

che

dal 31

agosto 2012 per gli

impianti di produzione di potenza in immissione superiore

a 50

kW deve

predisporre una linea dedicata

dalla

sua

cabina MT/BT fino all'utente,

con

tutte le complicazioni

e

i

ritardi per

le autorizzazioni necessarie

per

stendere

una nuova linea. Chiedo notizie in

merito.

Ing. Filippo Oddi

Fidenza

PR)

Può darsi che oltre 50 kW

in

immissione occorra una

linea Br dedicata per alimentare

un utente

con pari po

tenza

in prelievo, ad esempio nelle zone ad alta

densità

fotovoltaica, oppure per

utenti

molto lontani dal primo

nodo di

rete

ma

non

si

tratta

di una regola generale.

Tantomeno è previsto da alcuna delibera . •

• FRANGISOLE

I moduli su un frangisole non mi sembra debbano essere

elementi costruttivi,

ma

occorre l'attestato di certificazione

energetica? E di che cosa?

Per. Ind.

Firmo Davide Falappi

Quinzano

D

Oglio

BS)

gennaio

2013

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Per accedere all incentivo i moduli devono essere elementi

costruttivi

nel

caso di pergole , barriere

acustiche, tettoie

,

pensiline e serre. Non di un frangisole.

Occorre invece

l attestato

di certificazione energetica,

della struttura immobiliare a cui rimpianto fotovoltaico

è

abbinato (singola

unità

immobiliare o

intero

edificio

condominiale), a meno che l installazione avvenga:

su

edifici con la completa rimozione dell amianto/

eternit dalla copertura;

su

edifici a destinazione

produttiva non soggetti

a

obbligo di certificazione energetica, ad esempio edi

fici

non

residenziali i cui ambienti sono riscaldati per

esigenze del processo produttivo o utilizzando re flui

energetici del processo produttivo non

altrimenti

uti-

lizzabili •

MACCHINE EQUIPOTENZIALITÀ

Una macchina è

composta da

quattro parti metalliche.

Ogni parte

metallica

può essere verniciata o zincata. L'

as-

semblaggio

tra le parti metalliche può awenire

per mezzo

di

viti filettate,

oppure per mezzo di

bullone

più

dado.

Occorre sempre

predisporre

un collegamento equipotenziale

tra

le

parti mediante

un

apposito ponticello,

oppure è

sufficiente l'accoppiamento meccanico tra le parti

quando

sono

zincate?

In

base a

quale

norma è possibile, nel caso di parti

zin

ca te

, omettere gli appositi collegamenti equipotenziali?

Ing.

Cesare

Flamigni

Alfonsine (RA)

La

sua domanda non

trova

una risposta esplicita

nella

norma

CEI

EN

60204-1

sull equipaggiamento

elettrico delle

macchine. Deve

quindi

accontentarsi delle considerazioni

che seguono.

Dal punto di vista della sicurezza

elettrica,

le parti me

talliche di

una

macchina non

sono

tutte uguali: bisogna

innanzi

tutto

individuare

le masse.

In breve,

una

massa è

una

parte metallica che può andare

in

tensione per

un

guasto all 

isolamento

principale delle

parti attive, ad esempio la carcassa di

un

motore, ma

anche

il telaio della macchina in

contatto

con i cavetti

del circuito di comando , TNE 9/ 12,

pago

17.

Una

macchina

ha

un

morsetto

di terra al quale viene

collegato il

conduttore

di protezione esterno.

Tutte le masse della macchina devono essere

elettrica-

mente collegate a tale morsetto. Il che può avvenire

tramite

un

conduttore

di protezione vero e proprio, op

pure tramite parti metalliche della macchina di sezione

sufficiente

e

non

asportabili, se è assicurata la

continuità

elettrica.

E qui cade a concio la sua domanda: posso utilizzare a

genn io 2 13

tal

fine viti e bulloni,

oppure

devo sempre prevedere

un

cavallotto/ ponticello?

La filettatura garantisce la continuità elettrica, così in un

quadro elettrico la norma

accetta

che il pannello di

un

vano

che racchiude cavi sia messo a terra tramite le viti.

Ma la stessa norma sui quadri,

CEI EN

61439-1 non si fida

più delle viti quando sul pannello sono montati compo

nenti

elettrici e impone

un conduttore

di protezione.

del tutto evidente che non c è nessuna differenza

tra

i due

casi e la distinzione della norma è emblematica dell incer

tezza del normatore nell affidare compiti elet trici a mezzi

di giunzione meccanici, anche se filettati come le viti.

Le riserve aumentano quando il

contatto

elettrico avviene

tra

superfici piane,

perché

la

continuità

elettrica può

essere compromessa da

strati

isolanti dovuti a trattamenti

superficiali, vernici, corrosione, grassi, ecc.

Conclusione: la continuità elettrica può essere garantita

con

viti

e bulloni,

protetti contro la

corrosione, ma

in

caso di dubbio la resistenza tra il morsetto di terra del

la

macchina e la massa, misurata con

una

corrente di

almeno 10 A non deve superare 0,1 Q .

Può ignorare le parti metalliche della macchina che non

sono masse,

perché

non è necessario che siano collega

te

a terra, salvo il caso particolare in cui siano masse

estranee, ad esempio tubazioni dell acqua, oppure l e

quipotenzialità sia richiesta ai fini della compatibilità

elettromagnetica (riduzione dei disturbi).

Ma questo

è

tutto

un

altro discorso . •

• IP55 E IP5

In

una

centrale elettrica turbogas realizzata

non in

Italia,

il committente pretende

il

grado

di protezione IP55

per

le apparecchiature elettriche, elettromeccaniche ed

elet-

trostrumentali, all 'interno dei

locali

dove è presente un

sistema di spegnimento incendi

con ugelli

del

tipo water

spry (spruzzo d'acqua diffuso).

C è una

normativa specifica che

obbliga

ad adottare

il

grado

di

protezione

IP55

per

questa situazione, o

basta

il grado

di

protezione IP54 , visto che si tratta

di

spruzzi

e non di getti d'acqua .

Luca

Moretti

Pomezia (Roma)

La differenza

tra

spruzzi e

getti

d acqua

sta

nella pres

sione dell acqua che colpisce il componente

elettrico.

Per rispondere alla sua domanda occorrerebbe quindi co

noscere la pressione dell acqua dall uscita dello sprinkler

(variabile con il tipo), la posizione e la distanza del

componente

elettrico dallo sprinkler. Troppe variabili per

ottenere una

risposta motivata .

Tuttavia,

un

 indicazione

attendibile

proviene dalla norma

U

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Scuola

666

-

Cabina di arrivo

kWh

@BT

f-c

Connessione

Terra =o -

Terra

.L

-

alla rete T

scuola cabina

Connessione

alla rete MT

Fig

. 1 -

Due

edifici e tre impianti di terra.

UNI

EN

12845 Sistemi

automatici

a sprinkler , Appen

dice

H,

secondo la quale

tutti

i dispositivi di monito

raggio degli impianti sprinkler devono avere un grado

di protezione IP54 . •

TERRE SEP R TE

In un edificio

scolastico esistente, con propria fornitura

BT, viene installata

la cabina

di

arrivo

per

la

fornitura

MT

di

un

teatro;

la cabina

di

trasformazione è posta nel

teatro

a

200 m di

distanza,

fig.

1.

Problemi:

1. Collegare la terra

della cabina di arrivo con

la terra

della scuola?

2.

La luce e

la

presa di corrente nella

cabina

di

arrivo

sono

alimentate dalla

cabina del

teatro.

È

accettabile

che le

terre delle due

cabine siano separate?

3.

Cosa cambia se

il

Distributore

installa nella cabina

di

arrivo un

proprio

trasformatore per la distribuzione

pubblica BT?

Per.

Ind.

Eros

Bonometti

Verona

1.

I due impianti di terra possono essere separati se non

ci sono masse, contemporaneamente accessibili, collegate

ai due impianti di terra.

In ogni caso (terre separate o unite) va verificato che

un

guasto a terra sulla

MT

nella cabina di arrivo non

determini tensioni pericolose sulle masse BT della scuola,

ovvero che la tensione totale sia minore della tensione di

contatto

ammissibile

U

E

:5

U

Tp

)

oppure che le

tensioni

di

contatto sulle masse

BT

della scuola rientrino nei limiti

di sicurezza U

T

:5 U

Tp

).

2. Se gli impianti di terra delle due cabine sono separati

TUTT RM L

Teatro

rh-

1 1

Terra .L

BT

-

teatro

-

- - -

 

MT

non

è

rispettata

la regola suindicata, cioè che le masse

collegate a impianti di

terra

separati

non

devono essere

contemporaneamente accessibili. Se vuole tenere le terre

delle due cabine separate deve alimentare la presa e l'ap

parecchio di illuminazione nella cabina di arrivo tramite

un trasformatore (protezione per separazione elettrica).

3. Se la cabina di arrivo ospita un trasformatore del

Distributore, il centro stella (neutro) di tale trasforma

tore deve essere collegato a un dispersore separato da

quello di cabina •

INCROCIO C L T FUNE

Una linea per l illuminazione pubblica è formata da una

fune in

acciaio

portante un cavo

FG70R.

Deve essere

po-

sata sul muro di un edificio protetto con LPS e dunque

incrocia

una calata.

Quali provvedimenti

bisogna

prendere nel punto di inter-

sezione tra

la

fune portante e

la

calata?

Per. Ind. Lorenzo Paletti

Porto Garibaldi

(FE)

Deve prevedere un isolamento

tra

calata e fune portante

con tensione di tenuta ad impulso 1,2/50

j.ls)

di 100 kV.

Ad

esempio, soddisfa allo scopo

un tubo in

polietilene

reticolato di spessore 3

mm

. •

• TUBI

Nella

norma

CE 64-8, art.

751.04.2.6, nella nota 2,

viene

permessa

la posa di

tubi protettivi all interno

di

strutture

combustibili solo

se:

genn io 2013

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1

- conformi alla CEI

EN 50086

(modificata

nella nuova

edizione in EN 61386);

- presentano

grado

di protezione

almeno

IP4X.

Su TNE 2/10,

pago

4, è scritto

che

le tubazioni devono

aver superato la prova

al

filo incandescente a 750°C.

Non

trovo

riscontro normativo

di

quest ultima prescrizione,

costruttori

indicano in catalogo la

resistenza al filo

incandescente glow wire) del

tubo

protettivo. Mi può

chiarire le idee?

Ing. Cristiano

Dettoni

Cassano

Magnago

VA)

La norma CEI 64-8, art. 751.04.2.6, nota 2, richiede che i

tubi protettivi in questione siano non propaganti la fiam

ma, secondo le prescrizioni della norma CEI

EN

61386-1.

Ebbene tale norma, all art. 13.1.3, prescrive proprio che

il tubo superi la prova

al filo

incandescente a 750°C.

Èdunque sufficiente che il costruttore indichi in catalogo

che l tubo non propagante la fiamma è conforme alla

norma CEl N 61386-1. •

Gabinetto multipurpose.

genn io 2 13

NUOVA MARCATURA

E

Un cliente

vuole

sostituire quarantamila tubi fluorescenti

già installati con altrettanti tubi equivalenti

a

ledo Occorre

quindi modificare

le

plafoniere, eliminare

il reattore,

ecc.

La

plafoniera

è

marcata

CE

ai

sensi

delle

direttive bassa

tensione

e

compatibilità elettromagnetica.

Mi sembra

di

aver capito che la marcatura

CE

decade,

perciò chi realizza

tali modifiche sostanziali diventa

l

costruttore delle nuove plafoniere

e deve

seguire la pro-

cedura

per

la nuova marcatura CE

TNE 10/10,

pago 8 e

TNE

3/12

pago

21.

Chiedo conferma.

Confermo . •

M

E M2

Ing. Oscar Molteni

Treviolo BG)

Su

TNE 10/11, pagina

11,

è scritto

che

l Autorità

ha allo

studio

l

problema dei

due

misuratori per gli impianti

con

cessione totale.

Il problema è stato

risolto?

Un impianto fotovoltaico se-

condo conto energia) in cessione totale esistente può avere

il

misuratore Ml e

l

misuratore M2?

Per.

Ind. Alberto

Zagni

Castellarano

RE)

Abbiamo richiesto un chiarimento in merito all Autorità,

la quale ha precisato che

il

gestore di rete è tenuto,

di fronte ad una richiesta del produttore con cessione

totale dell energia in rete, ad erogare il servizio di misura

dell energia prodotta

M2).

In proposito, ricordo che

il

servizio di misura compren

de le attività

di

installazione, manutenzione, raccolta,

registrazione e validazione dei dati.

Per gli impianti di produzione entrati in esercizio a partire

dal

27

agosto 2012:

• la raccolta, registrazione e validazione dei dati

è

sem

pre svolta dal gestore di rete;

• le attività

di

installazione e

di

manutenzione dei con

tatori M1 e M2 sono svolte:

- dal gestore

di

rete per impianti connessi alla rete

BT

oppure

di

potenza nominale fino a

20

kW e

connessi alla rete AT o MT;

- dal soggetto responsabile attivo-attivo (senza carichi

propri al netto dei servizi ausiliari

di

generazione)

di

impianti

di

potenza nominale oltre

20 kW

connessi

alla rete AT o MT; il quale può però demandare

tale compito

al

gestore

di

rete dietro corrispettivo

(stabilito e pubblicato preventivamente) . •

TUTT

RM L

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8/10/2019 tuttonormel TNE 2013-01

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  edicatoa quanti

navigano

tra problemi e scogli

normativi

 

per r

emare

meno ... e

approdare

meglio .

N 29

dauuamanti

La parola adeguamento evoca

un

obbligo da assolvere

per sistemare un qualcosa che non va più bene e dunque

va sistemato secondo le nuove regole.

Nel

nostro

settore

è famoso l'adeguamento di

tutti

gli

impianti elettrici ai requisiti minimi di cui alla legge

46/90,

art.

7,

comma 3 e del relativo regolamento di

attuazione

DPR

447/91, art. 5, comma 8.

Un

adeguamento, quello della legge 46/90, incompiu

to nelle abitazioni, dove mancano ancora all'appello

sei milioni di

interruttori

differenziali da 30 mA,

tra

l'indifferenza generale, compresa quella delle categorie

interessate, TNE

9/09, pago 4.

La spinta verso l'adeguamento dovuta alla paura del pe

ricolo elettrico

è

lieve, come la relativa percezione del

rischio. Un morto ogni settimana negli edifici civili per

folgorazione non basta,

TNE 7/08,

pago 21. Preoccupa

molto di più il campo magnetico degli elettrodotti e delle

cabine,

mentre

nel peggiore dei casi potrebbe produrre

qualche vittima ipotetica all'anno.

Questa nota

ha

lo scopo di

attirare l attenzione

degli

interessati su due adeguamenti, attualmente in vigore,

che riguardano

direttamente

molti

utenti

connessi alla

rete di distribuzione in media tensione e indirettamente

chi si occupa per ragioni di lavoro di tali impianti.

TUTT O R M L

1 deguamento per non

pagare

il

corrispettivo tariffario

specifico

L'adeguamento delle cabine

MT/BT

di utente è stato pro

mosso dall'Autorità fin dal 2004 con la delibera n. 247/04,

e riguarda gli

utenti

che hanno richiesto la connessione

alla rete MT prima del 11 novembre 2006, salvo alcune

eccezioni indicate dall'Autorità stessa,

TNE

12/06, pago 3.

L'adeguamento non riguarda l'intera cabina a quanto di

sposto dalla norma

CEI

0-16, ma unicamente

DG

SPG

e

limitatamente a quanto richiesto dall'Autorità. Tali cam

biamenti servono per migliorare la continuità del servizio

elettrico fornito dalla rete a tutti gli utenti,

tenuto

anche

conto del passaggio dello stato del

neutro

da isolato a

compensato,

TNE

7/08, pago 3.

Gli utenti con i requisiti semplificati non devono cambiare

DG SPG, ma dichiarare che eseguono la manutenzione,

per ridurre la probabilità di un guasto a terra sulla media

tensione all'interno dell'impianto utilizzatore.

L'utente connesso alla rete MT deve inviare al Distributore,

anche tramite il Venditore, la dichiarazione di adeguatezza

DIDA), firmata da un soggetto abilitato a tal fine. In caso

contrario, l utente paga il corrispettivo tariffario specifico

CTS), a volte maggiorato

CTS

M

  .

gennaio

2 13

1

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8/10/2019 tuttonormel TNE 2013-01

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Si tratta di una somma che varia con la potenza dispo

nibile, da

un

minimo di 500 € a 3280,36 € ogni anno,

TNE

3/12,

pago 3. Ciò nonostante, quasi la metà degli

utenti nel 2011

non

aveva ancora

inviato

la DIDA ed ha

pagato

54,3 M€ di CTS.

In

alcuni

casi, i lavori da eseguire

in

cabina possono

scoraggiare l utente; altre volte, il preventivo è

esagerato

perché

si cambia

tutto

anche se

non

è necessario; ma

molti utenti non si

rendono conto

che stanno pagando

il

CTS

e

potrebbero

farne a meno.

In proposito, vale la pena ricordare quanto disposto dalla

delibera ARG/elt

198/11, Alt A,

art. 41.7, affinché l u

tente abbia evidenza del CTS che sta pagando:

Con decorrenza 10 gennaio 2012, ogni

impresa distri-

butrice

fattura ai propri utenti MT in solo

prelievo

o

in prelievo ed immissione,

tenuti

alla

corresponsione del

corrispettivo tariffario specifico CTS ogni

importo

mensile

di

CTS

pari

a

1/12

del/'importo

annuo

dovuto, indicando

per

ognuna di esse il mese e

l'anno

cui si riferisce. Tali

importi mensili

devono

avere evidenza

specifica

nei docu-

menti di fatturazione di

trasporto. Il

venditore

è

tenuto ad

includere

nella

prima fatturazione utile

ai

propri utenti MT

le medesime informazioni secondo

il

medesimo dettaglio .

Per gli utenti in sola immissione, la fatturazione del CTS

è annua, nel periodo novembre-dicembre.

Occorre

in

ogni caso spiegare all utente che cosa è il

CTS (si

può confondere

con una delle

innumerevoli

e

incomprensibili voci che compongono la bolletta) e so

prattutto

che si può evitare. L impiantista

elettrico,

che

segue l utente,

avrebbe dovuto svolgere tale compito da

almeno cinque anni.

Gli

utenti

(attivi o passivi) che

hanno

inviato la DIDA

accedono agli indennizzi

automatici per

interruzioni sen

za preavviso, brevi e lunghe, cioè di

durata

superiore

a un secondo, in numero annuo compreso

nei

limiti

indicati dall Autorità, in relazione al numero di abitanti

del Comune dove è ubicato rimpianto, o nel caso di

in-

terruzioni di eccezionale durata (escluse le interruzioni

dovute

a causa di forza maggiore, o

altri

casi specifici

previsti dall Autorità), TNE 3/12,

pago

4.

L indennizzo

automatico

(€),

cioè

senza necessità

che

l utente

lo richieda, si riferisce ad

un

danno convenzio

nalmente

assunto, per ogni

interruzione

indennizzabile

subita nel 2012-2013, pari a 2,4 volte la potenza, espressa

in

kilowatt,

prelevata

o immessa nel

quarto

d ora antece-

dente

rinterruzione stessa.

2

Adeguamento per evitare

la

sospensione

dell incentivo dal GSE

L adeguamento all allegato A.70 al codice di rete di TERNA

riguarda gli utenti, connessi alla rete

MT,

con

impianto

di produzione di potenza nominale superiore a 50 kW.

Tale adeguamento è richiesto dalla delibera 84/2012/R/eel

gennaio

2013

del 26 aprile 2012.

Chi ha

adeguato l impianto ed inviato

entro il mese di ottobre 2012 la prescritta documenta-

zione riceve un premio, se però aveva inviato la

DIDA,

avendone l obbligo, TNE

4/12, pago

7.

Non era facile concludere l adeguamento

in

tempi così

stretti, per

via della

penuria

di

nuove apparecchiature

disponibili

sul

mercato.

Il termine

ultimo

per l adeguamento in questione è sta-

bilito al 31 marzo 2013.

Se dopo tale

data l utente non ha

ancora inviato al

Distributore la dichiarazione che ha adeguato rimpianto

di produzione, con gli allegati richiesti, e

non

la invia

dopo il sollecito, oppure a seguito dei controlli del Distri

butore l adeguamento

non

risulta idoneo,

il Distributore

deve segnalare rinadempienza al GSE che a sua volta ha

l obbligo di sospendere

rincentivo,

fino a che

rimpianto

non sia adeguato, TNE

9/12,

pago 14.

Da

segnalare in

proposito che gli

utenti

con i

requisiti

semplificati, i quali avevano inviato la

DIDA,

nel

momento

in

cui

hanno

installato

un

impianto di

produzione

di

potenza

nominale

maggiore di 50 kW, avrebbero dovuto

adeguare

DG

SPG (non

basta

più la manutenzione).

Se

questo

non è

avvenuto,

il Distributore ha dovuto col

legare ugualmente

rimpianto

di produzione alla rete, ma

dallo

gennaio

dell anno successivo ha applicato il corri

spettivo tariffario specifico maggiorato, cioè raddoppiato.

n CTS

M

triplica

il secondo

anno,

quadruplica

l anno

suc

cessivo, per poi rimanere costante nel tempo, TNE

7/08,

pago

6 e

TNE

9/10,

pago

20.

1

3 Conclusioni

Gli

utenti che, pur avendone l obbligo, non hanno adegua-

to la

cabina

(DG SPG) e

comunque

non hanno

inviato

al

Distributore la DIDA

stanno

pagando da almeno quattro

anni il

CTS,

o peggio il CTS

M

, e non accedono agli inden-

nizzi automatici relativi alle interruzioni lunghe e brevi.

Ciò fino

al

giorno in cui non invieranno la

DIDA.

Tramite il software DIDA si può facilmente stabilire se

un

utente ha

l obbligo di invia re

la

DIDA

e si può calcolare

il

CTS

o il CTS

H

(programma a disposizione

gratuita

di

tutti gli abbonati

VIP

a TuttoNormel).

Gli

utenti

connessi

alla rete MT, con impianto di

produ-

zione di potenza nominale>

50

kW, che non

adeguano

l impianto di

produzione (DD

SPI e altro)

entro

il 31

marzo 2013, rischiano

la

sospensione dell incentivo

da

parte del GSE, fino a che non avranno adeguato l impianto

di

produzione

a quanto disposto dall Autorità.

1

Sembra

molto

più

ragionevole adeguare

G SPG che

pagare

l

corri-

spettivo tariffario specifico maggiorato. E anche

il più

presto possibile.

TUTT

RM L

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8/10/2019 tuttonormel TNE 2013-01

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LE

NORME C MBI NO

IL

QU DRO SINoIII o

EI QU DRI

PER GGIORN RE L SITU ZIONE NORM TIV

1 Aggiornamento

generale

I quadri elettrici sono oggetto di numerose norme in

trasformazione, dalla vecchia serie EN 60439 alla nuova

serie EN 61439, come illustrato a suo tempo su

TNE

5/ 10 ,

pag. 3 e seguenti.

Mentre i costruttori costruiscono, i progettisti progetta

no, gli instal latori instal lano i normatori continuano

imperterriti a cambiare le norme.

di fatto impossibile per chiunque rimanere aggiornato,

perché le norme sono tante mentre il singolo è da solo

e non può seguire tutti i cambiamenti normativi.

Emblematiche le norme sui quadri. vero che sono ri

volte ai costruttori dei quadri, ma coinvolgono anche

l'impiantista, essendo l quadro

un

componente essenziale

degli impianti elettrici. Lo stesso dicasi per l'equipaggia

mento elettrico delle macchine, oggetto della norma EN

60204-1 , i cui quadri sono soggetti anche alle norme

generali EN 61439.

La suddetta difficoltà a seguire l'evoluzione delle norme

può determinare

una

crisi di scoramento, innescare una

repulsione indotta da overdose normativa, fornire l'alibi

per ignorare completamente le norme, cioè fare

niente

non potendo fare tutto

La sopravvivenza consiste, come in tutte le cose, nella

quantità . la dose che fa il veleno (Para celso ).

Le norme sono particolarmente indigeste e guai ad abu

sarne. Questo è uno dei motivi per cui TuttoNormel ha

poche pagine, anche se rivolte a chi ha già superato la

crisi di rigetto.

Per tornare a bomba, la tabella che segue costituisce un

quadro sin ottico della situazione normativa e può essere

utile per fare il

punto

sulle tante norme in vigore sui

quadri elettrici.

Istruzioni per l'uso della tabella: serve come riferimento

per la consultazione, da utilizzare a piccole dosi in caso

di smarrimento normativo.

U

/

\ \

Effetti collaterali: la lettura a dosi massicce della tabella

può determinare crisi depressive, specie in soggetti di

umore instabile.

Per i soggetti affetti da "sindrome quadristica" è indicata

la lettura diluita, un capitolo alla settimana, del volume

"Quadri bassa tensione", Edizione TNE, aggiornato .

2  Aggiornamento

particolare

appena

stata

pubblicata la norma CEI

EN

61439-3 (pri

ma edizione): "Apparecchiature assiemate di protezione

e di manovra per bassa tensione (quadri

BT)

- Parte

3:

Quadri di distribuzione destinati ad essere manovrati da

persone comuni

(DBO) .

Questa norma proviene dall'Europa e sostituisce la prece

dente norma CEI

EN

60439-3: "Apparecchiature assiemate

di protezione e manovra destinate ad essere installate

in luoghi dove personale non addestrato

ha

accesso al

loro uso - Quadri di distribuzione (ASD) .

Le

differenze nel titolo sono del tutto formali: nella vec

chia norma erano quadri ASD , ora sono diventati quadri

DBO

(dibiò o anche doblò ...

).

Loggetto della norma non

cambia: quadri destinati ad essere manovrati da persone

comuni, ovvero quadri installati in luoghi dove personale

non addestrato ha accesso al loro uso .

C'è

da chiedersi quale sia l'addestramento necessario per

"manovrare un quadro" o per "usare un quadro". Meglio

chiarire subito che tali dizioni non includono l'apertu

ra del quadro per condurre lavori elettrici, o manovre

semplici. No , entrambe le norme indicano soltanto le

caratteristiche costruttive del quadro.

Secondo la norma generale

CEI

EN 61439-1 i quadri pos

sono essere chiusi o aperti. I quadri chiusi devono avere

un

grado di protezione almeno IP2X.

La norma CEI

EN

61439-3 richiede, invece, un grado di

protezione IP2XC. La differenza consiste nel fatto che

gennaio 2013

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8/10/2019 tuttonormel TNE 2013-01

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un filo rigido di diametro 2,5 mm, lungo 10 cm (che

simula un attrezzo), non deve entrare in

contatto

con

parti in tensione.

Non

ci

sono altre differenze significative ai fini della

sicurezza delle persone comuni, ammesso che quella ap

pena indicata sia

una

differenza significativa; infatti,

una

persona comune deve solo manovrare gli interruttori e

non avvicinarsi ad un quadro con un attrezzo per cerca

re di toccare le parti in tensione (sarebbe una persona

fuori dal comune ).

Certamente, questa differenza non giustifica una norma.

In Italia, abbiamo peraltro la norma CEI 23-51, la quale

ha un campo di applicazione simile e non richiede affatto

il grado di protezione

IP2XC,

ma si accontenta del grado

di protezione

IP2X,

ritenuto tra l'altro sufficiente anche

dalla norma

CEI

64-8 per la protezione delle persone

in un ambiente ordinario, dove appunto sono presenti

persone ordinarie (non addestrate).

Tra

tante norme, forse una norma in meno era senz'altro

un vantaggio ... per gli utenti delle norme.

Tabella - Situazione delle norme relative ai quadri

elettrici gennaio 2013),

Norma

l  )

CEI EN 61439-1

(seconda edizione, febbraio 2012)

Apparecchiature assiemate di protezione e

di

manovra per bassa tensione (quadri

BT)

-

Parte 1: Regole generali.

CEI EN

61439-2

(seconda edizione, febbraio 2012)

Apparecchiature assiemate

di

protezione e

di manovra per bassa tensione

(quadri BT) -

Parte 2: Quadri di potenza.

CEI EN 61439-3

(prima edizione, novembre

2012)

Apparecchiature assiemate di protezione e

di

manovra

per bassa

tensione (quadri

BT)

-

Parte 3: Quadri

di

distribuzione destinati

ad essere manovrati

da

persone comuni

(DBO).

CEI EN 60439-4

(seconda edizione, ottobre 2005)

Apparecchiature assiemate

di

protezione e

manovra per bassa tensione (quadri BT).

Parte 4: Prescrizioni particolari

per

appa

recchiature assiemate per cantiere

(ASC).

Contenuti

La norma CEI EN 61

439-1

tratta le regole

generali  per tutti i tipi

di

quadri.

Non

può essere utilizzata

da

sola per

specificare un quadro e determinarne la

conformità, ma deve essere utilizzata

congiuntamente

con

la norma

del

quadro

realizzato (in targa va riportata la norma

di riferimento del quadro realizzato, ad es.

EN

61439-2

o

61439-3, ecc

.) .

La norma

EI

EN 61439-2 tratta i quadri

di potenza  utilizzati per distribuire e

controllare l'energia per

tutti

i tipi

di ca-

richi previsti per applicazioni industriali,

commerciali e applicazioni similari e in cui

non sono previste operazioni

da

parte

di

persone comuni.

Si

applicano le prescrizioni delle regole

generali della Parte 1

con

la quale

va

letta

congiuntamente.

La norma

EI

EN 61439-3, sostituisce la

norma

EI

EN 60439-3 Apparecchiature

assiemate di protezione e manovra

destinate

ad

essere installate in luoghi

dove personale non addestrato

ha

accesso

al loro uso - Quadri di distribuzione

(ASD) .

La nuova norma segue

le

regole generali

della

CEI

EN 61439-1, con la quale deve

essere letta congiuntamente, e tratta

i quadri di distribuzione previsti per

applicazioni dove persone non esperte

hanno accesso alloro utilizzo.

(DBO: Distribution Board s intended to

be

operated by Ordinary persons).

La norma

CEI EN

60439-4

si

applica

ai

quadri soggetti a prove

di

tipo, destinati

all'impiego nei cantieri edili (ASC).

(')

Le

norme più recenti

non

portano più l'indicazione esplicita del

numer

o dell'edizione.

genn io

2 13

Norma precedente / Commenti

La prima edizione della norma EI EN

61439-1 (gennaio 2010) e la norma

EI

EN

60439-1

(quarta edizione, EI 17-13/1

,

novembre

2000)

rimangono in vigore , in

parallelo, rispettivamente fino al 23 set-

tembre e 31

ottobre

2014.

La prima edizione della norma EI EN

61439-2 (gennaio 2010) e la norma EI EN

60439-1 (quarta edizione,

EI

17-13/ 1,

no

vembre 2000) rimangono in vigore , in

parallelo, rispettivamente fino al 23 set-

tembre e 31 ottobre 2014 .

La norma

CEI

EN 60439-3 (CEI 17-13/ 3)

re sta in vigore, in parallelo,

fino

al

22

marzo

2015.

In Italia rimane ancora in vigore la norma

CEI

23-51 per la realizzazione, le verifiche

e

le

prove

dei

quadri per installazioni fisse

per uso domestico e similare con corrente

nominale in entrata fino a 125 A.

La norma

CEI EN

60439-4 resterà

in

vigore

fino all'uscita della norma EN

61439-4,

prevista nel 2013.

Le norme della serie

CEI

EN 61439 non di

stinguono più tra quadri AS e ANS, quindi

scompare la sigla ASC.

Continua)

TUTT ORM L

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Tabella -

 Segue)

ICEI

EN 61439-5

La norma

EI

EN 61439-5 si applica ai

La norma

EI

EN 61439-5 sostituisce la

(prima edizione, dicembre 2011)

quadri e alle cassette di tipo fisso adatte

norma

CEI EN

60439-5, seconda edizione

Apparecchiature assiemate

di

protezione e

per installazione nelle reti pubbliche

di

aprile 2007, che resta in vigore in parallelo

manovra per bassa tensione (quadri BT)-

distribuzione dell' energia elettrica.

fino al 3 gennaio 2014.

Pa

rte 5: Prescrizioni particolari per

I

apparecchiature

di

distribuzione

in

reti

pubbliche.

EN 61439-6 La norma EN 61439-6 si applica

ai

La norma EN 61439-6 sostituisce la

(prima edizione, agosto 2012)

condotti sbarre ed ai loro componenti norma EN 60439-2, che rimane in vigore

Apparecchiature assiemate di protezione e

per la trasmissione, distribuzione e

in

parallelo fino a giugno

2015.

manovra per bassa tensione (quadri

BT)

.

conversione dell'energia elettrica.

Parte 6: Prescrizioni particolari per i

La

norma non

si

applica ai binari

I

I elettrificati soggetti alla norma EN 60570 .

I

condotti sbarre.

I

In corso

di

recepimento

da

parte

del CEI)

EN

61439-7

La

norma EN 61439-7 è destinata a Pubblicazione prevista nell'anno

2013.

(in preparazione in sede internazionale). quadri per applicazioni particolari, quali i

campeggi, darsene, supermercati, per cari-

I

cabatterie dei veicoli elettrici, ecc .

CEI EN

62208

La

norma

CEI EN 62208 si

applica agli in-

La

prima edizione della norma

EI

EN

(seconda edizione, febbraio 2012) volucri,

come

forniti dal relativo costrut- 62208 (marzo 2005) rimane applicabile

Involucri vuoti per apparecchiature assie-

tore, prima che vengano incorporati gli

fino al

23

settembre

2014

.

mate di protezione e di manovra per bassa

apparecchi

di

protezione e

di

manovra.

I

ensione. Prescrizioni generali.

CEI

EN

50274

Indica le modalità di costruzione di un Questa norma europea è stata illustrata su

(prima edizione, settembre 2002)

quadro affinché persone esperte o avverti-

TNE 5/ 03 ,

pag

o3 e seguenti,

ma

non trova

Apparecchiature assiemate di protezione

te possano effettuare operazioni semplici larga applicazione nel nostro Paese.

e manovra per bassa tensione - Protezione

all'interno

di

un quadro

di

bassa tensione

contro le scosse elettriche.

come

ad

esempio

il

ripristino

di

un relè

Protezione

dal contatto diretto accidentale

termico, senza effettuare le procedure dei

con parti pericolose.

lavori sotto tensione.

I

I

I

CEI

17-43

La

norma stabilisce un metodo

di

calcolo,

La

norma è in corso di revisione per l'al-

(seconda edizione, agosto

2000)

sostitutivo alla prova di riscaldamento, ap-

lineamento con la nuova serie EI EN

Metodo per la determinazione delle sovra-

plicabile a quadri o a scomparti

di

quadro 61439.

temperature, mediante estrapolazione, per

senza ventilazione forzata.

I

I

  ,,,,cchi ,, ,,,i,m , di ,wt i ,

n metodo permette di determinare la

e manovra per bassa tensione (quadri BT)

sovratemperatura dell'aria all'interno del

I

non di serie

(ANS).

quadro.

CEI

17-52

La

norma è stata recepita dall' Allegato P Questa norma è stata

di

fatto superata

(prima edizione, settembre 1997) (normativa) della norma

EI EN

61439-1, dalla norma

CEI

EN 61439-1, Allegato

P.

Metodo per la determinazione della tenuta

seconda edizione, che descrive un metodo

al cortocircuito delle apparecchiature

as-

di

estrapolazione per la tenuta

al

corto-

siemate non di serie (ANS).

circuito di

tutt

i quadri solo attraverso

il

confron to

de

l quadro con il sistema di ri-

ferimento provato dal costruttore originale

in laboratorio.

I

L'estrapolazione è consentita solo per i

quadri con valori di corrente di cortocircu-

ito minori o uguali a quelli del sistema di

riferimento provato. Il calcolo per

il

me-

todo di estrapolazione

si

basa sulla norma

EN 60865-1 Correnti

di

cortocircuito - Cal-

colo

degli effetti - Parte

1:

Definizioni

e metodi di calcolo , art. 5.13.

Continua)

TUTT RM L

genn io 2 13

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8/10/2019 tuttonormel TNE 2013-01

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Tabella -

 Segue)

CEI 23-51

(seconda edizione, febbraio 2004)

Prescrizioni per la realizzazione,

le

verifi

che e le prove dei quadri

di

distribuzione

per installazioni fisse per uso domestico e

similare.

CEI 23-49

(prima edizione, marzo 1996, varianti VI,

dicembre 2001 e

V2,

giugno 2003)

Involucri per apparecchi per installazioni

elettriche fisse per usi domestici e similari.

Parte 2: Prescrizioni particolari per in

volucri destinati a contenere dispositivi

di protezione

ed

apparecchi che nell'uso

ordinario dissipano una potenza non tra

scurabile.

CEI17-70 (aprile 1999),

Si

applica i quadri di distribuzione (cen-

 La

norma

CEl 23-51

costituisce l'applica-

tralini) per installazioni fisse per uso dome- : zione pratica delle norme

EN

61439 nei

stico e similare realizzati

da

installatori con casi semplici di centralini ad uso do mesti-

involucri conformi alla norma

CEl

23-49 ed

co

e similare.

apparecchi (dispositivi di protezione, prese

Ai

fini della direttiva bassa tensione è

a spina, ecc.) del

T

23. valida nella sostanza; sul piano formale

è

La norma

CEl

23-49

stabilisce le prescrizioni

per la progettazione, la realizzazione e le

prove degli involucri destinati a contenere

dispositivi di protezione ed apparecchi che

dissipano una potenza non trascurabile

e che sono utilizzati in installazioni fisse

per uso domestico e similare.

La

norma

è

destinata al costruttore degli

involucri per la realizzazione dei centra

lini.

GUIDE

EI

opportuno citare la norma EN 61439 per i

prodotti destinati

ad

altri paesi dell'Unio

ne

europea.

La norma

CEl

23-49 va letta congiunta

mente alla norma CEl 23-48: Involucri per

apparecchi per installazioni fisse per usi

domestici e similari.

Parte 1: Prescrizioni generali .

Guida

all'applicazione delle norme dei quadri

di

bassa tensione.

La

guida riguarda interpretazioni, commenti e raccomandazioni nell'applicazione della vecchia norma

CEl

17-13/1.

CEI 17-86 (novembre 2008)

Apparecchiature assiemate

di

protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT). Guida per

la

prova in condizioni d'arco dovuto

ad un guasto interno .

La guida

CEl

17-86

è

la traduzione del Rapporto Tecnico

lEC/TR 61641

e fornisce indicazioni sul metodo di prova dei quadri per bassa

tensione in condizioni d'arco in aria dovuto ad un guasto interno.

La prova è facoltativa (non è prevista dalle norme CEl EN 61439), eseguita a discrezione del costruttore o soggetta ad accordo tra

co

struttore e utilizzatore, ha il solo scopo di determinare l'attitudine del quadro a limitare

il

rischio di lesioni alle persone e di danni

, ad ltn apparecchI del quadro e altn manufattI cncostantl, nsultantl da un arco mterno al quadro.

CEI

17-97/1 (luglio 2008),

Apparecchiature a bassa tensione. Dispositivi

di

protezione contro le sovracorrenti - Parte

1:

Applicazione delle caratteristiche no

minali di cortocircuito .

La guida

CEl

17-97/1 è

la

traduzione del Rapporto Tecnico

lEC

61912 ed è rivolta ai progettisti di impianti elettrici per indirizzarli

alla scelta delle protezioni contro il cortocircuito, utilizzando ne

al

meglio le caratteristiche,

al

fine di evitare eccessi di progettazio

ne

e costi aggiuntivi non necessari.

La guida riassume

le

definizioni delle caratteristiche nominali

di

cortocircuito per i quadri ed apparecchi di bassa tensione e fornisce

degli esempi applicativi.

CEI

UNI EN 45510-2-7 (marzo 2006)

Guida per l'approvvigionamento di apparecchiature destinate a centrali per la produzione dell'energia elettrica. Parte 2-7: Apparec

chiature elettriche. Apparecchiature di manovra .

La

guida

CEl UNI

EN

45510-2-7 fornisce istruzioni per la redazione delle specifiche tecniche, prevalentemente per apparecchiature

di

media tensione, ma anche per i quadri ausiliari

di

centrale. La norma è stata realizzata congiuntamente dal CEI e

dall UNI.

genn io 2 13

TUTT

RM L

Page 16: tuttonormel TNE 2013-01

8/10/2019 tuttonormel TNE 2013-01

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LUOGHI

PERICOLOSI

PISCINE FONT NE

COSA È CAMBIATO CON LA NUOVA NORMA CEI64 8

ntroduzione

Come è noto le piscine e le fontane sono luoghi che

presentano un

rischio elettrico maggiore per la presenza

di acqua. Per questo motivo, la norma individua quali

zone pericolose quelle più vicine all acqua, dove gli im

pianti

elettrici devono avere requisiti più severi.

Nel

presentare i principali cambiamenti della nuova nor

ma CEl 64-8, entrata

in

vigore l o novembre 2012,

sono state segnalate piccole modifiche per le piscine e

le fontane senza

entrare

nel merito, TNE

7/12

pago 15.

Di seguito sono illustrate nel dettaglio le modifiche in

questione.

Piscine

Trasformatore

i

sicurezza

Nella zona O le persone sono

totalmente

immerse nell ac

qua; nella zona 1 le persone sono

bagnate

con i piedi

nudi, su superfici normalmente bagnate.

Nelle zone O e 1 sono

pertanto

ammessi solo circuiti SELV

(bassissima tensione di sicurezza) con tensione massima

di 12 V

in

c.a. (30 V

in

c.c.).

Secondo la vecchia norma, il trasformatore di sicurezza

che alimenta l circuito SELV doveva essere ubicato fuori

dalle zone

O

1, 2.

Secondo la nuova norma, il trasformatore di sicurezza

può essere installato anche in zona 2 se il circuito di

alimentazione

è

protetto da

un

interruttore differenziale

con ldn 30 mA.

Nei locali da bagno, invece , il trasformatore di sicurezza

non può essere ubicato in zona 2 anche se protetto da

U

un

interruttore differenziale con ldn 30 mA. Questa

differenza è giustificata dalla diversa

lontananza

dall ac

qua della zona 2 la quale inizia, fig. 1:

• dal bordo della vasca o dal piatto doccia;

• oltre 2 m dal bordo vasca, nella piscina.

Dispositivi di protezione di sezionamento

i

comando

e prese a spina

Secondo la vecchia norma, i dispositivi di protezione,

di sezionamento, di comando e le prese a spina erano

vietati in zona

O

e

1

delle piscine. Erano, e sono, però

ammessi apparecchi di illuminazione subacquei alimentati

SELV con

tensione

fino a 12 V c.a. o 30 V c.c.

Coerentemente , la nuova norma

ammette

dispositivi di

protezione, di sezionamento, di comando e le prese a

spina in zona 1, se alimentati

SELV

con tensione fino a

12 V c.a .

o

30 V c.c.

Nulla cambia, invece, per le piccole piscine, cioè dove

non

c è la zona 2 nelle quali era ed è consen tita l installa

zione dei dispositivi di protezione, di sezionamento , di

comando e le prese a spina ad almeno 1,

25

m dal bordo

della vasca e ad almeno 0,3 m sopra il pavimento, se

sono in alternativa:

• alimentati

SELV

con tensione fino a 25 V c.a. o

60

V c.c.;

alimentati

tramite trasformatore di isolamento indivi

duale (separazione elettrica);

• protetti da interruttore differenziale con ldn S 30 mA.

n

limite di

tensione

per l circuito SELV è

12

V c.a.

(30 V c.c) nella zona e 25 V c.a. (60 V c.c) nelle

piccole piscine. Tale differenza è dovuta al fatto che il

gennaio 2013

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1

-

  T

r

 

- - -

-

Zona 1 1Zona 21 Zona 3 1

1 1 1

-   i

 

ì

i

- -

Zona 1 IZona 21 Zona 3 1

I

1 1 1

1 I I

I I 1

I I 2 25 m I

1 I 1 2 25 m

I I

1 I 1

I

tJ

nao

I I

1 I

I

I I 1

I 1

I

:_

0 6

m

2 40 m 0 6 m 2 40 m

Vasca da

bagno

Doccia

I

1

1 5 m 1 5 m

Zona 2 Zona 1 Zona 1 Zona 2

2 5 m

-

fiJì\

Zona O

I

Zona O

.

1 5 m 2 0 m 2 0 m

1 5 m

Piscina

Fig 1 - Confronto tra la zona 2 dei locali da bagno e la zona 2 delle piscine.

dispositivo di

protezione

di

sezionamento

di comando

o

la

presa a

spina

può essere

installato:

• nella zona 1:

subito

a ridosso del bordo vasca;

• nelle piccole piscine: a non meno di 1,25 m dal bordo

vasca.

rado

i

protezione

Secondo la vecchia norma, nella zona O era sufficiente

il grado di protezione IPX8 , ad esempio per i

faretti

subacquei.

La nuova norma richiede il grado di protezione IPX8/X5, se

sono previsti getti d'acqua per la pulizia della vasca. Il

grado di protezione IPX8 ,

infatti

garantisce la protezio

ne

contro l'immersione permanente, ma l'acqua potrebbe

genn io 2013

ugualmente entrare

nell'involucro se

sottoposto

al

getto

d'acqua che

ha una

pressione maggiore.

Locale pompe

La nuova norma dedica

un

nuovo articolo al locale che

contiene le pompe e/ o altri apparecchi destinati al funzio

namento della piscina, adiacente

aUa

piscina, accessibile

tramite una ribalta o

una

porta situata su

un

piano che

circonda la piscina . Se l'alimentazione è

SELV

(12 V c.a.

o 30 V in c.c.) nulla da aggiungere.

1

1

Salvo

che il

trasformatore

di sicurezza

deve essere installato

fuori

delle zo ne Oe 1; se in zona 2 deve essere protetto da interruttore dif-

ferenziale

con

Idn S 30 mA

TUTT

RM L

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In caso contrario, si applicano le

quattro

regole seguenti:

a) la porta, o la ribalta, che danno accesso al locale deve

essere apribile solo tramite chiave o attrezzo;

b) gli apparecchi installati nel locale devono avere

un

grado di protezione almeno IP5X;

c) i circuiti devono essere

protetti

da

un interruttore

differenziale con I

dn

S 30

mA;

d) il collegamento equipotenziale supplementare della

piscina deve comprendere il locale pompe.

La norma aggiunge che se gli apparecchi sono protetti

per separazione elettrica non occorre l interruttore dif

ferenziale di cui al punto c); inoltre, le tubazioni verso

la vasca devono essere di materiale isolante.

2

Il punto b) relativo al grado di protezione

IP5X

sembra

applicabile indipendentemente dalla ubicazione e tipo di

accesso al locale pompe.

3  ontane

Si ricorda che le fontane la cui vasca può essere occupata

da persone, senza l'ausilio di scale o di mezzi simili,

sono soggette alle prescrizioni previste per le piscine.

Quanto suindicato a proposito di varianti relative alle pi

scine vale quindi anche per le fontane assimilate a piscine.

Protezione meccanica dei cavi

Nella zona 1 delle fontane, i cavi devono avere un'ade

guata protezione meccanica. 3

La

nuova norma ha specificato che i tubi protettivi uti

lizzati a tal fine devono avere una resistenza all'urto 5

(la massima prevista dalla norma

CEI EN

61386-1); in

altri termini, il tubo corrisponde alla sigla X5XX.

Si

ricorda in proposito che tale sigla indica le proprietà

meccaniche del tubo nell'ordine,

TNE

1/11, pago 3:

• resistenza alla compressione (prima cifra);

• resistenza all'urto (seconda cifra);

• resistenza alla trazione (terza cifra);

• resistenza al carico sospeso (quarta cifra). 4

Le cifre vanno da 1 a 5, parallelamente cresce la severità

delle prove.

Il tubo viene anche identificato con un aggettivo:

• molto leggero: se supera

tutte

le prove di severità

1;

• leggero: se supera

tutte

le prove di severità

2;

• medio: se supera

tutte

le prove di severità

3;

• pesante: se supera

tutte

le prove di severità 4;

• molto pesante: se supera

tutte

le prove di severità 5.

Nel

caso di specie, è sufficiente

un

tubo che abbia su

perato la prova all'urto più severa (prova con martello

U

Tabella A - Novità

introdotte

dalla settima edizione della norma

CEI

64-8 (in vigore dal

1/11/12).

Fino

l

al

1/11/12

31 10 12

PISCINE

1)

Grado

di

protezione

IPX8

IPX8

in zona°

IPX8jX se

è

previsto l'uso

di

getti

d'acqua per la pulizia

Trasformatore Vietato Vietato nelle

di

sicurezza in zona

0, 1,

2 zone O e

L

(circuiti SELV) Ammesso in zona 2

se protetto da

interruttore differen-

ziale con

Idn :5 30 mA

Dispositivi

di

Vietati Ammessi in zona 1

protezione,

in zona

°

1

se

SELV

sezionamento

(2)

12

V c.a. o 30 V in

e comando

c.c.) (3)

Prese a spina

Locale pompe

Nessuna

Vedi

testo

prescrizione

FONTANE

Tubi

protettivi in Nessuna

Ammessi solo con

zona 1 prescrizione resistenza 5 all'urto

X5XX)

1) Le novità

indicate si applicano anche

alle

fontane la

cui

vasca

può

essere occupata

da

persone,

senza

l'ausilio

di scale

o

di mezzi

simili.

(2) Ammessi in zona

1

nelle piccole piscine

a determinate condi-

zioni

vedi

testo).

(3) Nelle piccole piscine zona

1)

sono ammessi,

tra l'altro, anche

SELVa tensione fino a 25 V c.a. e 30 Vc.c. vedi testo).

di massa 6,8 kg), identificato dal codice X5XX (la X

significa che non importa quale sia la resistenza relativa

alla proprietà meccanica corrispondente al posto occupato

dalla X stessa).

Va da sé, che un tubo molto pesante (sigla 5555) va

bene a maggior ragione.

La

tabella A riassume le novità introdotte dalla

settima

edizione della norma

CEI

64-8 per le piscine e le fontane.

2

Una prescrizione troppo

severa, perché

le

masse

protette

per

separa

zione

elettrica

non

devono

essere collegate intenzionalmente a ter

ra,

art.

413

.5.2.5,

ma non è

necessario

che

siano isolate

da

terra.

3

Coerentemente tale

regola

si applica

anche

nella zona

1

di una fon-

tana assimilata ad

una

piscina.

La zona

2

manca

nelle fontane .

4 Il

codice completo

è formato

da

12 cifre,

TN 1/11,

pago

3 e seguenti.

gennaio 2013

9

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VERIFICA

STATI

CA

TETTI

FOTOVOLT ICI

RESPONSABILITÀ

DELL INSTALLATORE

E

DEL PROGETTISTA

Molti impianti fotovoltaici vengono installati sulle co

perture degli edifici, con conseguente sovraccarico delle

strutture portanti del

tetto.

Il sovraccarico introdotto dall'impianto fotovoltaico è rap

presentato

dai carichi permanenti, costituiti dal peso di

moduli, strutture di sostegno ed eventuali zavorre, e dai

carichi variabili della neve e del vento, guida

CEI 82-25,

par.

4.5.2.2.

È

opportuno che l'installatore realizzi l'impianto fotovol

taico

soltanto

dopo che un professionista abbia

valutato

l'idoneità del

tetto

a sopportare il sovraccarico determi

nato dall'impianto (verifica statica).

Infatti, pur non essendovi un'esplicita disposizione di legge

che imponga tale verifica, l'installato re ha interesse a farla

effettuare poiché, in sua assenza, risponderà a livello civile

dei danni ed a livello penale di un eventuale infortunio

provocati dal cedimento o dal crollo del tetto. 2

L'installatore

è

chiamato a rispondere di un danno o un

infortunio, se lo stesso si

è

verificato (anche) a causa

del suo comportamento colposo e, nel caso di specie, si

configura senz'altro la colpa (negligenza) di un soggetto

che provvede ad installare

un

impianto fotovoltaico su

di

un

tetto

senza assicurarsi, con la necessaria diligenza

e professionalità, che quest'ultimo sia

in

grado di reg

geme il peso.

genn io 2 13

La

posizione dell'installatore

è

tra

l'altro aggravata dalla

guida CEI

82-25

dove

è

scritto che in caso di installa

zione dell'impianto fotovoltaico su una

struttura

edile

preesistente, è necessario avere

il

parere favorevole del

progettista

di tale

struttura

o

comunque

di

un

tecnico

abilitato , art.

4.5.2.

Tra l'altro la guida CEI

82-25

è obbligatoria per l'accesso

alle tariffe incentivanti

in

base al

DM

5/5/11 art. 11,

comma 2, lettera b), che impone la conformità dell'impianto

alle norme tecniche indicate nel relativo allegato

L tra

le

quali

è

compresa la

suddetta

guida.

3

Occorre poi tenere presente che l'installatore

è

coinvolto

Il sovraccarico dovuto al vento è particolarmente importante se

la

copertura dell'edificio

è

piana, poiché in tale caso l'installazione viene

in genere effettuata su strutture a cavalletti, per fornire

ai moduli

l in-

clinazione ottimale.

2 L'installazione dell'impianto fotovoltaico sul tetto può modificare

in

taluni casi anche l comportamento all'incendio della struttura, di cui

dovrà tenere conto il professionista nelle attività soggette

ai

controlli

di

prevenzione incendi.

Nel seguito con l termine crollo

si

intende sia il crollo vero e pro-

prio

del tetto,

che il

semplice cedimento.

3 La situazione era

analoga con

il secondo conto energia

M

19/2/07,

art.

4,

comma 4 e con il

terzo

conto energia M 6/8/10,

art.

7 comma 2,

lettera b).

TUTTO RM L

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anche nel caso in cui il crollo del tetto sia dovuto non

solo all'installazione dell'impianto fotovoltaico, ma anche

ad altre cause (vetustà, carenza di manutenzione, ulteriori

sovraccarichi, ecc.).

n altri termini, la responsabilità dell'installatore si con

figura anche nel caso in cui l'impianto fotovoltaico abbia

soltanto contribuito a determinare il crollo del tetto è

non ne sia invece

stato

unica causa.

Nella realtà accade frequentemente che l'installazione

dell'impianto fotovoltaico venga eseguita

in

assenza di

una verifica statica del tetto.

Questo accade in particolare

nel

caso di

impianti installati

sopra le coperture a falda poiché, essendo

in tale caso il sovraccarico limitato al

peso proprio dell'impianto, si ritiene

sufficiente

una

verifica ad occhio ;

si tratta però di un'imprudenza da

evitare,

tenuto

conto dell'entità

dei problemi cui può andare

incontro l'install atore in caso

di crollo del tetto.

La

verifica statica redatta

da un professionista costi

tuisce

una

tutela per l'instal

latore poiché, in presenza di

tale controllo, nessuna respon

sabilità potrà essere addebitata

all'installato re. 5

Tale documento spost a dunque la re-

sponsabilità dall'installato re al profess ionista

che l ha redatto.

Va

invece

sottolineato

come siano del tutto inutili, al

meno per quanto riguarda le responsabilità penali (e gli

obblighi risarcitori ad esse connessi), eventuali documen

ti che l'installatore faccia sottoscrivere al cliente, nei

quali quest'ultimo, magari per evitare di pagare il costo

della verifica statica, dichiara che il

tetto

è idoneo a

sopportare il peso dell'impianto ed esonera l' installato re

da ogni responsabilità al riguardo.

Infatti

il cliente

non

ha, in genere, alcuna specifica

professionalità e

dunque

l'installatore

non

può legitti

mamente fare affidamento sulle sue valutazioni.

Inoltre,

l

cliente non ha il potere di esonerare l'in

stallatore dalle responsabilità, essendo l'individuazione

delle stesse

demandata

alla magistratura, sulla base del

comportamento

tenuto

e degli obblighi che gravano su

ciascuno.

Il costo della verifica statica grava ovviamente sul cliente,

al quale va spiegato che tale verifica è nel suo stesso

interesse visto che, in assenza della stessa, potrebbe

trovarsi a subire il danno relativo al crollo del tetto ed

a rispondere (insieme all'installatore) delle conseguenti

responsabilità. 6

È dunque opportuno che l'installatore si ponga il pro-

TUTT

RM L

blema della verifica

statica

del tetto, quando predispone

il preventivo di

un

impianto fotovoltaico, o comunque

prima

di

accettare l'incarico di realizzarlo.

Quando

presenta

un' offerta per la realizzazione di

un

impianto fotovoltaico, l'installatore può decidere di in

cludervi il costo della verifica statica, oppure di non

comprenderla, specificando però che la realizzazione

dell'impianto è subordinata all'effettuazione della sud

detta verifica, redatta da un professionista incaricato dal

cliente.

Nel

caso in cui gli venga chiesto di realizzare l'impianto

fotovoltaico progettato da

un

professionista

scelto dal cliente, è opportuno che

l'installatore si accerti se nell'incari

co

di progettazione sia compresa

la verifica statica del tetto e,

in

caso contrario, inserisca

l'obbligo di effettuarla

tra

le condizioni poste per

accettare il lavoro. 7

È inoltre opportuno che

la verifica

statica

sia

inserita tra gli allegati

facoltativi alla dichia-

razione di conformità rila

sciata dall'installato re per

l'impianto fotovoltaico.

8

Per quanto riguarda, infine, il

professionista che predispone il

progetto di

un

impianto fotovol

taico installato sul tetto di

un

edifi

cio, senza occuparsi della verifica statica del

tetto, è

opportuno

che indichi nel

progetto

stesso la necessità di far redigere la suddetta verifica

prima

di

realizzare l'impianto, ad evitare che il suo com

portamento possa essere ritenuto negligente, e dunque

foriero di responsabilità,

in

caso di crollo del

tetto.

4 Le

cause che hanno determinato

l

crollo del tetto verranno stabilite

dalle perizie disposte nell'ambito del processo civile o penale che

ve-

drà coinvolto l'installatore.

5 La verifica statica tutela l'installatore cosi come la dichiarazione del

fabbro nel caso l'installatore realizzi l'automazione di

un

cancello ma-

nuale esistente,

TNE

7/09,

pago 3.

6 In

altri termini, l'installatore che realizza l'impianto

in

assenza della

verifica statica

non

soltanto corre

dei

rischi,

ma li fa

correre anche

al

proprio cliente.

7 Quanto indicato vale anche nel caso in cui l'installatore realizzi l im-

pianto fotovoltaico

in

regime di subappalto, magari installando com-

ponenti forniti dalla ditta appaltatrice.

8 In

alternativa,

può

essere inserita nella

DI O una

nota con i riferi

menti della data in cui

è stata redatta

la

verifica stati

ca

e

gli

estremi

del professionista che l ha predisposta.

genn io

2 13

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8/10/2019 tuttonormel TNE 2013-01

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NUOV EDIZIONE

GUID

CEI

31 35/A

GGIORN MENTI E PICCOLE V RI NTI

È

stata

recentemente pubblicata (novembre 2012) la quarta

edizione della guida CEI 31-35/ A:

Atmosfere

esplosive -

Guida alla classificazione dei luo

ghi con pericolo di esplosione per

la

presenza di

gas

in

applicazione

della

Norma

CEI EN

60079-10-1 (CEI

31-87)

:

esempi

di applicazione .

L aggiornamento di

tale

guida si è reso necessario a se

guito della pubblicazione della quarta edizione della guida

CEI 31-35 (febbraio 2012) .

1

La struttura della guida è rimasta invariata ed è costituita

da due appendici:

• appendice GE: esempi di classificazione;

• appendice

GF:

luoghi particolari.

Nell appendice

GE

è

stato

aggiun to l esempio

GE-9

Im

pianto di riscaldamento

ad olio

diatermico caldo mentre

nell appendice GF è stato eliminato l esempio GF-5 Locali

o edifici pressurizzati

in

luoghi con pericolo di esplosione

per la presenza

di

gas , vapori o

nebbie

infiammabili 

(contenuto nella precedente edizione della guida), poiché

sostituito

dalla norma CEI

EN

60079-13

CEl

31-95) del

novembre 2011 Atmosfere

esplosive

-

Parte

13: Protezione

delle apparecchiature mediante locali pressurizzati p .

La novità

di maggiore rilievo della nuova edizione della

guida CEI 31-35/A risiede nel fatto che la trascurabilità

del volume ipotetico di atmosfera

potenzialmente

esplo

siva V

z

è

stata valutata sulla base di condizioni parzial

mente

diverse da quelle indicate nella guida CEI 31-35.

In particolare, il volume V

z

è

stato considerato trascu

rabile quando il corrispondente volume V

ex

rispetta

le

condizioni seguenti:

• per la zona o V

ex

1 dm

3

;

• per la zona 1: V

ex

10 dm

3

;

• per la zona 2: V

ex

(100· k) dm

3

. 2

Inoltre, negli ambienti chiusi e per tutti i tipi di zo

na, il volume V

ex

è

inferiore ad un valore compreso tra

1/100

ed 1/ 10000 del volume dell 

ambiente

Va

secondo

le cara tteristiche della sostanza e dell ambiente.

La guida CEI 31-35 suggerisce invece, allo

stato

, di con

siderare trascurabile V quando V

ex

rispetta

le

seguenti

condizioni:

• per la zona

o

V

ex

1 dm

3

;

• per la zona 1: V

ex

10 dm

3

;

• per la zona

2:

V

ex

10 dm

3

Inoltre, negli ambienti chiusi e per tutti i tipi di zona,

il volume V

ex

1/10 000 del volume dell ambiente Va.

La

suddetta

modifica è stata introdotta per contempe

rare q uanto previsto dall art. B.5.3.2 della norma CEI

EN 60079-10-1 con quanto indicato nell art . 2.2.4 della

Guida alla direttiva 1999/ 92 /

CE

. 3

Le nuove condizioni saranno a breve recepite anche nella

guida CEI 31-35 , mediante apposita variante.

Gli

utenti

del software AtexGAS

sanno

che la decisione

di considerare trascurabile il volume V

z

viene assunta,

non

dal software, ma dal soggetto che predispone la

classificazione, sulla base delle condizioni indicate dalla

guida CEI 31-35 e

riportate

nell help del software.

La

modifica dei requisiti per

valutare la

trascurabilità del

volume V

z

operata

dalla guida CEl 31-35/ A

non

compor

ta dunque alcuna modifica del programma AtexGAS , ma

solo l aggiornamento dell help , che verrà predisposto non

appena sarà pubblicata la variante alla guida

CEI

31-35.

1

Laggiornamento

della guida

CEI

31-35 deriva dalla

necessità

di

adegua re tale

guida alla norma

CEI

EN 60079-10-1 (31-87) ,

pubblicata

nel gennaio 2010, che

dal

marzo 2012 ha definitivamente sostituito la

norma

CEI 31-30.

2

k

è

il coefficiente

di

sicurezza

di cui al

par. 3.26 della

guida

CEI

31-35 .

3 Di rettiva 1999/92/CE Prescn'zioni minime per il miglioramento della

tutela della sicurezza e della

salute

dei lavoraton'

che

possono essere

esposti

al n'schio

di

atmosfere

esplosive ,