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Tutti in sella 32 Luglio 2018 La Maratona dles Dolo- mites si svolge su sette passi dolomitici: Campo- longo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau, Valparo- la, Mür dl Giat. Nella fo- to i partecipanti sul Pas- so Campolongo, prima salita del percorso.

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Tu t t i i n s e l l a

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La Maratona dles Dolo-mites si svolge su sette passi dolomitici: Campo-longo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau, Valparo-la, Mür dl Giat. Nella fo-to i partecipanti sul Pas-so Campolongo, prima salita del percorso.

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SUSTAINABILITYR o a d t o

MILANO GLOBAL FASHION

SUMMIT

V I D IB I C I

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V E N I

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M A S S I M O D O R I S, M AT T E O M A R Z O T T O, FAU -S T O P I N A R E L L O, F R A N C E S C O S TA R A C E E M O LT I A LT R I G E N T L E M A N S I D A N N O O G N I A N N O A P P U N TA M E N T O S U L L E D O L O M I T I P E R P E D A L A R E I N S I E M E E C O N D I V I D E R E U N A PA S S I O N E S P O RT I VA : I L C I C L I S M O

D I S A M A N T H A P R I M AT I

«LA VITA È COME ANDARE IN BICICLETTA. Se vuoi stare in equilibrio devi pedalare». Albert Einstein usa il mezzo più elemen-tare per spiegare come funziona la vita.

Equilibrio è proprio il tema della Maratona dles Dolo-mites, (delle Dolomiti in ladino, ndr) 2018, in program-ma il 1° luglio. La competizione ciclistica più amata da gentleman, businessman e manager come Francesco Starace, ceo di Enel main sponsor dell’evento, Fausto Pinarello, presidente di Cicli Pinarello, Vittorio Colao, top manager, e Mario Greco, ceo di Zurich Insurance, Matteo Marzotto, imprenditore, che ogni anno si dan-no appuntamentto a La Villa alle ore 5.30 sulla griglia di partenza. La granfondo, arrivata alla sua 32ª edizio-ne, con 9mila iscritti, è una vera e propria festa del ci-

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clismo «è la prima definizione che mi viene in mente» racconta a Gentleman Massimo Doris, ceo di Banca Mediolanum, «un evento che permette agli appassionati di tutto il mondo di pedalare in uno scenario mozzafia-to, quelle Dolomiti patrimonio dell’umanità per un gior-no totalmente libere dalle auto. Luoghi magici, capaci di rappresentare al meglio quella parola, equilibrio, a cui è dedicata l’edizione di quest’anno». Al tema dell’e-quilibrio si affianca anche quello della sostenibilità, il progetto nobile del patron della manifestazione, Michil Costa, infatti è trasformare la gara in un evento a zero emissioni. «Abbiamo bisogno di dolcezza e di bellezza. La bellezza nasce dall’equilibrio, ma per arrivarci servo-no tempo, coraggio e passione». Qualità intrinseche nel ciclismo e indispensabili per affrontare in bicicletta sette

passi dolomitici: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau, Valparola, Mür dl Giat, 138 km con 4.230 metri di dislivello, insieme a fatica e sudore, ma «tagliato il tra-guardo si gusta il sapore dell’impresa e della conquista. Vale nello sport come nel lavoro, per questo considero il ciclismo scuola di vita», conclude Doris. Il ciclismo ha oscurato il golf ed è diventato metafora del self-improvement. Sarà per questo che piace tanto a uomini d’affari e capitani d’azienda. Pedalare, si sa, implica sforzo, impegno, concentrazione, uno strumento per ricentrare l’attività umana, senza sottrarsi alla fati-ca. Mente, cuore e gambe allineati. «Quando sei in sella devono essere in asse, poi, a un certo punto, la mente diventa imprescindibile. Se affronti certe sfide vai avanti solo se c’è la testa», racconta Matteo Marzotto, impren-ditore e manager, appassionato di endurance. Marzotto è salito sulla sua prima bici da corsa a 14 anni. «La mia vera passione è la moto, ma il ciclismo è sempre stato uno strumento per allenarmi. Poi è diventato attivitaà sportiva quotidiana. Di Maratone dles Dolomites ne ho corse 12, credo, ed è sempre una gioia partecipare per-ché ritrovi gli amici in un contesto che mette tutti sul-lo stesso piano». Ma il ciclismo per Marzotto è anche un mezzo per coinvolgere molte persone in un grande progetto di generosità. Con il suo Bike Tour, giunto alla terza edizione, si misura in prima persona con viaggi a tappe attraverso l’Italia, per raccogliere fondi per la Fondazione ricerca fibrosi cistica, di cui è presidente. «Durante i miei Bike Tour la gioia più grande è la gente che tifa, ti accompagna per tratti e ti aspetta alla fine di una tappa, con cibo e soprattutto un sorriso». Pedalare è anche un modo per svuotare la mente, «qui , nella campagna vicentina, tra le mie colline mi rigenero.E ho un trucco, uso Siri per appuntare le riflessioni e le soluzioni che trovo a molti problemi proprio quando sono in sella». Pedalare è anche sinonimo di vita sana, insieme a una giusta alimentazione «che significa benessere. Mangiare bene gioca un ruolo importante nelle grandi e piccole sfide, il 50% della prestazione è legato all’alimentazione. Nello sport così come nella vita quotidiana. Tutti sono coinvolti». È di poco tempo fa la notizia che la grande crisi di Fabio Aru sul colle delle Finestre, passo alpino che collega la bassa Valle di Susa alla Val Chisone in Piemonte, durante l’ultimo Giro d’Italia, è stata causa-ta anche da alcune intolleranze alimentari. «C’è trop-pa confusione dovuta al web e si sono perse le regole base». Per questo Marzotto ha appena dato vita al pro-getto Formula 12. Una start up che affianca soluzioni nutrizionali, complete e bilanciate, a una filosofia del benessere. «Noi siamo quello che mangiamo, con For-mula 12 vorremmo contribuire all’educazione alimentare spiegando i principi elementari. Come vengono metabo-lizzati proteine, carboidrati, grassi e mettendo a fuoco

Massimo Doris, ceo di Banca Mediolanum, ap-passionato di ciclismo, autore del libro #Storie-DalGiro (ed. Electa Mon-dadori), quest’anno è sulla griglia di partenza della Maratona dles Do-lomites.

Roberto Conti/Massimo Sestini

«Il ciclismo è lo sport più popolare perché non si paga

il biglietto»Pier Paolo Pasolini, scrittore

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Alfonso Catalano

Matteo Marzotto, im-prenditore e presidente della Fondazione ricerca fibrosi cistica, con la sua Pinarello Dogma F10 rosso Marzotto, indossa un abito Dondup, brand di cui è presidente.

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Matteo Cassina, proprie-tario di Passoni, marchio che fa bici in titanio su misura dal 1988, azioni-sta di Swift, Rouler, Ashmei e della Sei gior-ni, aziende che si occu-pano di bike business.Marco Mantovani

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il ruolo dell’insulina nel processo metabolico. Niente di complicato». D’altronde, è risaputo che Fausto Coppi era un atleta molto attento a quello che mangiava, «ma non mi chieda di scegliere tra Coppi e Bartali, semmai tra Moser e Saronni e le dico Moser!».Presenza ormai fissa alla Maratona dles Dolomites, è Linus, all’anagrafe Pasquale Di Molfetta, direttore arti-stico di radio Deejay. «La maratona è una delle poche concessioni che faccio all’agonismo su due ruote. Nor-malmente mi piacciono poco le Gran Fondo, troppo isterismo, troppa ansia da prestazione, troppo stress», racconta Linus, «ci sono anche nella Maratona ma più sfumate, forse per la durezza del percorso, forse per la grossa presenza di stranieri, molto meno aggressivi. E poi c’è lo scenario che è sempre di una bellezza com-movente». Certo pedalare su e giù per le Dolomiti in un silenzio congelato è un’emozione che dovrebbero pro-vare tutti nella vita.Linus ha iniziato a pedalare nel 2009, «quando le mie articolazioni cominciavano a scricchiolare dopo anni di maratone e un amico, runner come me, mi consigliò di far riposare le gambe d’estate stando, in teoria, comoda-mente seduto in bicicletta. Così sono passato dalla padel-la alla brace!». Una passione, quella per la bicicletta, che è quasi riuscita a sostituirsi a quella per la corsa a piedi. Residente a Milano, può concedersi poche uscite. «Ci vuole tempo per uscire dalla città che non è concepita sulle esigenze di chi sta in sella. Tre uscite, due nei giorni feriali, di due o tre ore, e una nel weekend, di quattro, cinque, comunque un paio di volte alla settimana con-tinuo ancora a correre», ma non rinuncia alla bicicletta «perché le sensazioni che ti lascia un’uscita sono bel-lissime, parto sempre dal confronto con la mia prima, vera, grande passione, che è la corsa. La bici permette di vedere posti altrimenti irraggiungibili, di rifiatare ogni tanto, di mangiare pedalando, di riprendersi velocemen-te anche dopo lo sforzo più impegnativo. E di portarti a casa gli odori che senti quando pedali lontano dalla città, la luce, mille cose». Matteo Cassina, proprietario di Passoni e private in-vestor, nato e cresciuto a Como, ma residente a Lon-dra, sempre in viaggio, si gode, in sella alla sua bici in titanio color oro, il meglio dell’Italia e dell’Inghilterra, mitici passi montani e colline dal verde intenso. Un cur-riculum nel mondo della finanza, da Goldman Sachs a Merrill Lynch, e una passione tramandata dal padre: la bicicletta. «Pedalare ti rigenera, non conto i meeting che ho fatto in bicicletta nella mia carriera! Il ciclismo è la soluzione di problemi che si costruisce attraverso fatica,sudore e determinazione. Quando termino il mio giro sono felice. Sempre». Era adolescente quando ha sognato di cavalcare una Pas-soni, e, a quarant’anni, ha comprato insieme all’amata bicicletta anche la quota maggioritaria dell’azienda. Una

realtà tutta italiana, quella di Passoni, che costruisce telai su misura in titanio dal 1988 con la cura e l’artigianalità di un sarto. Nell’atlelier alle porte di Milano si saldano tubi, si lucidano giunture e si coccolano i clienti prove-nienti da tutto il mondo per farsi confezionare un gio-iello da cavalcare. Cassina ama le corse a tappe come il Giro d’Italia o il Tour de France, «è come se avessero il potere di spargere una polvere magica su tutto, quando il gruppo dei corridori passa, il tempo si ferma come in una cartolina», non ha mai corso una Maratona dles Dolomites ma condivide quella filosofia di sostenibilità con Michil Costa. Ha appena dato vita, con un gruppo di amici, al progetto The Virtuous Cycle, per promuovere attraverso una serie di eventi nel mondo la sostenibilità, coinvolgendo amministratori delegati e proprietari di im-

Pasquale Di Molfetta, in arte Linus, dj, direttore artistico di Radio Deejay e consulente per gl i eventi del Comune di Mi-lano; appassionato di bi-ci, presenza ormai fissa della Maratona dles Do-lomites.

«e quando pensi che sia finita è proprio allora

che comincia la salita. Che fantastica storia è la vita»

Antonello venditti, cantautore

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prese conosciuti e importanti, per esplorare i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite e posti come obiettivi da raggiungere entro il 2030. Li-nea di partenza un Forum sul Lago di Como previsto a ottobre in occasione del Giro di Lombardia 2018.Fausto Pinarello di Maratone dles Dolomites ne ha fatte 20. Una storia italiana quella di Pinarello che a 17 anni ha iniziato a lavorare in fabbrica nel reparto verniciatura, «non avevo tanta voglia di studiare a quei tempi così mio padre Giovanni mi ha detto: “bene allora lavori e cominci proprio da qui”, solo otto anni dopo ho capito che quella sarebbe stata una vera passione e il mio lavoro, e dopo 40 anni sono ancora qui. Ed è proprio tra i miei artigiani che mi sento a mio agio, tra l’odore della vernice e il rumore dell’aria compressa», una dichiarazione fatta con l’entusiasmo di un bambino a cui hanno appena regalato la prima bicicletta. La Ci-cli Pinarello, con 65 anni di storia, è stata acquisita nel 2016 da L Catterton, fondo di private equity partecipato da Lmvh e dal Gruppo Arnault, ma nulla è cambiato. Facce giovani e piene di entusiasmo chine su tubi in carbonio, telai e ruote. «All’inizio si sono tutti preoccu-pati mi chiedevano: “cosa succede? Non hai più voglia di fare biciclette?”. Non ho perso la voglia di lavorare, semplicemente ho cercato dei partner per crescere an-cora». L’azienda si è posta un obiettivo ambizioso per il 2022 puntando sul mercato americano, «mi sono detto, per una volta puntiamo a vincere le corse non solo a far podio! Se gli obbiettivi sono alti male che vada, si sta

sul podio!». E di podii Pinarello ne ha visti tanti facendo vincere atleti come Miguel Indurain, Jan Ullrich, Ales-sandro Petacchi, Mark Cavendish, Sir Bradley Wiggins e il fresco vincitore del Giro d’Italia conquistato con un numero d’altri tempi, Chris Froome. «Ma il campione di tutti i tempi rimane Eddy Merckx!», dichiara senza dubbi. Condivisione, aggregazione, sfida e solidarietà. Il potere del ciclismo è questo ed è senza tempo.Fausto Pinarello ha fondato 22 anni fa un team di cilo-amatori che si chiama Il Team, «sono presidente e cicli-sta», ci tiene a precisare, «c’è di tutto, dal super mana-ger all’operaio, fino al libero professionista, indossiamo tutti la stessa maglia, non ci sono differenze di classe e stiamo tutti sulla stessa linea, operai e manager». E di manager Pinarello ne fa pedalare tanti. «Quando ven-gono a ritirare la loro bici li porto qui, dove si lavora, si tolgono la cravatta appoggiano la giacca su una sedia e si perdono in mezzo a questo mondo. Ogni tanto si esce per un giro sulle colline, e tutti tornano col sorri-so sulle labbra. Qui si parla la stessa lingua e si parla di tutto, soprattutto di bici. Si sta bene insieme».

«Quando senti dolore, allora è quello il momento in

cui puoi fare la differenza» Eddy Merckx, ciclista

Sotto, la salita al Passo Sella durante la Marato-na dles Dolomites, i par-tecipanti dell’edizione 2018 sono circa 9mila, provenienti da tutto il mondo.

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Fausto Pinarello, presi-dente della Cicli Pinarel-lo, fondata nel 1953 a Treviso dal padre Gio-vanni, acquisita nel 2016 dal fondo L Catterton, fondo partecipato dal gruppo Lvmh.Alfonso Catalano

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I L F A S C I N O D E L C A R B O N I O È I N E V I TA B I L E . Q U E S T O E L E M E N T O N O N M E TA L L I C O P E R M E T T E D I C R E A R E T E L A I D A L L A L E G G E R E Z Z A D I U N A P I U M A C H E TA G L I A N O L’ A R I A C O N A E R O D I N A M I C I TÀ E P R E C I S I O N E M I L L I M E T R I C A

D I L E A V E L O

Il carbonio ha due armi segre-te. Leggerezza e rigidità. Un materiale ad alte prestazio-

ni, adatto a sistemi di proget-tazione all’avanguardia. Caval-care un telaio in carbonio dà parecchie soddisfazioni, secon-do molti è pura gioia. Anche se non è l’unico materiale uti-lizzato per realizzare i telai, si gioca le sue carte con acciaio e titanio.Il dibattito è aperto, la fi bra di carbonio è un materiale che aumenta la performance o la potenza è solo una que-stione di muscoli? I vantag-gi sono diversi. In cima al-la lista la leggerezza, una caratteristica fondamentale perché consente di tenere velocità di crociera più alta con un dispendio energetico minore. Soprattutto, quando si

DOTOUT, casco Kabrio HT, aero-dinamico e anti pioggia grazie al-la calotta removibile, 155 euro.

CASTELLI, Aero Race 4.1 ma-glia traspirante e aerodinami-ca, pesa solo 123 g., 100 euro.

COLNAGO, C64 con tubi e congiunzioni realizzati su misura in Italia con la mi-gliore fibra di car-bonio, da 4.200 euro.

DOTOUT, Backbone, pant innovativi, ter-m o s a l d a t i , c o n struttura V-Type il fondello è cucito al-le bretelle, 349 euro.

CERVÉLO R5 bici in carbonio, reattività e impareggiabile rigi-dità, il telaio da 4mi-la euro.

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SIDI, scarpe Shot Matt con tal-lone tecnico regolabile e tacco antiscivolo, 390 euro.

BIANCHI, Specialissima, con telaio monoscocca in full car-bon e Countervail®, materiale anti vibrazioni, sviluppato per Nasa, da 9mila euro.

GORE, maglia C7 windstopper e giac-ca Shakedry termosaldata, ultralight e anti-pioggia, 199 e 330 euro.

THE WONDERFUL SOCKS, calze tecniche in polipropilene e fi-bra di carbonio, 21 euro.

ASTUTE, sella Sky Carb VT 3 .0 con doppia scocca in full carbonio auto-portante, 414 euro.

SANTINI, guantiniRedux aerodinami-ci, traspiranti con palmo anti-scivolo e anti-abrasione, 26 euro.

GARMIN, Varia Vi-sion, un display ap-plicato agli occhia-li, su cui leggere dati di rendimento e direzione, 399 euro.

pedala in salita, portarsi die-tro un mezzo pesante implica maggiore sforzo. Reattività, avere pieno con-trollo è fondamentale quan-do si pedala su strada. La rigi-dità del carbonio consente di costruire telai con geometrie altamente performanti e reat-tivi, con grande soddisfazione di chi ama le discese disegna-te da traiettorie impeccabili e per chi predilige sprint. I difetti? Se da un lato il car-bonio ti regala sensazioni di potenza e di forza, dall’altro la leggerezza estrema può cau-sare qualche insicurezza su fondi bagnati, si avvertono molto i contraccolpi su fon-di imperfetti, è un materiale delicato molto sensibile agli urti, va trattato con i guanti bianchi.

THULE, RoundTrip Traveler, sacca da viaggio per bici, con robusta parte esterna, 449 euro.

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POC, casco Ventral Spin aerodinamico e ventilato, con brevet-to Spin antishock, 300 euro.

VITTORIA, Evo Linea 1976, ispi-rate alle scarpette vintage, con suola in carbonio, 189 euro.

OAKLEY, occhiali Field Jacket con tecnologia Prizm™ per una visione perfetta, 236 euro.

PASSONI, Top Evolution con tu-bi e forcella in titanio lavorati a mano in Italia, su richiesta.

Una bici in titanio è un gio-iello di stile e di tecnica. Materiale entrato recente-

mente nel mondo del ciclismo grazie ad Amelio Riva, ingegne-re e telaista che, negli anni 70, ha costruito per sé la prima bici-cletta con questo metallo. Il tita-nio è leggero, resistente e molto elastico, caratteristica che per-mette alla bicicletta di assorbire con più facilità le sollecitazioni e le vibrazioni. Un vantaggio per il benessere del corpo, quando si percorrono molti chilometri su diversi tipi di fondo. Affron-tare il Colle delle Finestre con il suo lungo sterrato o il Passo del Gottardo con l’antico tratto in pavè diventa una passeggiata.

SELLE ITALIA SLR TEKNO FLOW, una sella ultraleggera e altamente comfor-tevole, pesa solo 110 gr., 380 euro.

ASHMEI, maglia in limited edition dedi-cata alla Parigi-Roubaix in pura la-na merino e fibra di carbonio, 159 euro.

VERTEX, ispirat i all’età dell’oro del ciclismo, in pelle tessuto tecnico ri-flettente e fatti a mano, 55 euro.

PASSONI, a sinistra, bici da corsa Top Force.

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L’arte di costruire geometrie perfette con tubi in accia-io disegnate sulla fi siologia

umana è una pratica antica e molto affascinante. Piega, torci, salda, lucida, defi nisci diametri con l’accuratezza di un maestro orologiaio. L’acciaio ha fatto pe-dalare grandi come Fausto Cop-pi, Gino Bartali, Federico Ba-hamontes, Jacques Anquetil, Eddie Merckx, su strade che non erano quelle di oggi. L’acciaio è affi dabile. Le sue caratteristiche meccaniche e tecniche sono fatte per resi-stere alle sollecitazioni date da un uso intensivo della bici e non richiede una manuten-zione accurata come il carbonio.

SUPLEST, PRO AERO 01.043. scarpa aerodinamica e veloce dal design minimal, 300 euro.

RAPHA, baselayer leggerissi-mo e ultratraspirante come quelli dei Pro, 60 euro.

CPTH3, jersey 1.21 fatto con un tessuto tecnico effetto piuma, pesa solo 139 g, 240 euro.

KASK, casco Protone con im-bottitura 3D Dry per una calzata confortevole e sicura, 180 euro.

WAHOO, computer da bici Elemnt, con Gps integrato, mi-sura velocità, ca-denza e potenza, 300 euro.

STELBEL, fusione di tecniche artigianali e ricerca ingegne-ristica, telaio in ac-ciao SB/03, costru-ito solo su misura.

BRIKO, Superlegge-ro 2 lenses con len-ti frameless per una vista periferica to-tale, 160 euro.

RAPHA, guantini in pelle con protezioni nelle aree più vul-nerabili del palmo, 110 euro.

STELBEL, a destra bici custom in acciaio.

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