Il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
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CONVEGNOCONVEGNOSICUREZZA SUL LAVORO: LA SITUAZIONE DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE A SICUREZZA SUL LAVORO: LA SITUAZIONE DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE A
CINQUE ANNI DALL’ENTRATA IN VIGORE DEL D.LGS 81/08CINQUE ANNI DALL’ENTRATA IN VIGORE DEL D.LGS 81/08
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LA CORRETTA VALUTAZIONE DEI LA CORRETTA VALUTAZIONE DEI
RISCHI E L’APPLICAZIONE DEL D.LGS. RISCHI E L’APPLICAZIONE DEL D.LGS.
231/01 NELLE SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI 231/01 NELLE SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI
SPORTIVESPORTIVE
LA CORRETTA VALUTAZIONE DEI LA CORRETTA VALUTAZIONE DEI
RISCHI E L’APPLICAZIONE DEL D.LGS. RISCHI E L’APPLICAZIONE DEL D.LGS.
231/01 NELLE SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI 231/01 NELLE SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI
SPORTIVESPORTIVE
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Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoroTutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoroTutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoroTutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
L’art. 3 del D.Lgs. 81/08 s.m.i. al paragrafo 1 così recita: “Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio”. Lo stesso art. 3 nel proseguo individua attività specifiche che, sulla base di “… particolati esigenze connesse al servizio espletato o alla peculiarità organizzativa …”, richiedono una applicazione nel rispetto anche di altre leggi e/o decreti.
Poiché nelle attività specifiche NON vengono citate le attività sportive ad esse si applicano unicamente gli articoli del D.Lgs. 81/08 s.m.i.
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Quindi le Società/Associazioni Sportive, indipendentemente dalla loro struttura gerarchica e organizzativa nonché dalla loro dimensione, dal loro ruolo di gestori o utilizzatori di impianti sportivi sono soggetti all’applicazione del D.Lgs. 81/08 s.m.i. con l’individuazione dei fattori di rischio connessi allo specifico tipo di attività nello specifico luogo di lavoro (impianto sportivo).
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D’altronde gli Enti Locali nei documenti di appalto per affidamento del servizio per gestione degli impianti sportivi richiedono “l’osservanza delle norme e degli obblighi in materia di sicurezza e delle condizioni di lavoro con particolare riferimento al D.Lgs. 81/08”.
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D.Lgs. 81/08 aggiornato con il D.Lgs. 106/09D.Lgs. 81/08 aggiornato con il D.Lgs. 106/09TIT II – LUOGHI DI LAVORO TIT II – LUOGHI DI LAVORO
D.Lgs. 81/08 aggiornato con il D.Lgs. 106/09D.Lgs. 81/08 aggiornato con il D.Lgs. 106/09TIT II – LUOGHI DI LAVORO TIT II – LUOGHI DI LAVORO
“LUOGHI DI LAVORO”
(es. palestre, piscine,…)
LA SPECIFICITÀ DI CHI OPERA E/O PRATICA ATTIVITÀ SPORTIVE IN QUESTI LUOGHI PORTA A CONSIDERARE IL RUOLO
DEL PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA
DEL GESTORE
DELL’UTILIZZATORE
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Deve garantire al gestore la rintracciabilità di tutta la documentazione relativa alla conformità legislativa della struttura e degli impianti pertinenti (es. agibilità dei locali, conformità impianti, denuncia e verifica impianti di messa a terra e scariche atmosferiche, CPI, ecc.) ed inoltre dovrà renderla disponibile, in fase di audit della sicurezza (iniziale e periodico), da parte del gestore.
Nel caso degli impianti sportivi il riferimento legislativo è il D.M. 18.3.1996 integrato con il D.M. 6.6.2005 (Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi)
(es.: nel caso delle piscine i riferimenti sono l’accordo Ministero della Salute-Regioni del 16.1.2003 e le norme tecniche relative ai requisiti di sicurezza per la progettazione, costruzione e gestione delle stesse)
PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA (pubblico o privato)(pubblico o privato)
PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA (pubblico o privato)(pubblico o privato)
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Deve garantire il rispetto della sicurezza sia in termine di esercizio dell’impianto sportivo, della palestra, della piscina, che di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
se il gestore si avvale di lavoratori subordinati e/o subordinati di fatto (volontari) deve assolvere agli adempimenti del D.Lgs. 81/08 s.m.i.
se vi sono terzi (Associazioni Sportive) frequentanti la palestra, la piscina, l’impianto sportivo, il gestore deve predisporre una gestione documentale dei prerequisiti relativi ai luoghi e alle attrezzature nonché dei rischi residui
GESTOREGESTORE(associazione sportiva / ente / privato / ente pubblico)(associazione sportiva / ente / privato / ente pubblico)
GESTOREGESTORE(associazione sportiva / ente / privato / ente pubblico)(associazione sportiva / ente / privato / ente pubblico)
Si devono utilizzare le indicazioni di cui all’art. 26 (come minimo comma 1 e 2) del D.Lgs. 81/08 s.m.i.:
“INFORMATIVA DI COOPERAZIONE E COORDINAMENTO”
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La Società/Associazione Sportiva, indipendentemente dalla sua specificità
sportiva, dalla sua struttura gerarchica e organizzativa, nonché dalla sua
dimensione, è soggetta all’applicazione del D.Lgs. 81/08 s.m.i. e quindi
deve individuare e valutare i rischi connessi ai processi di supporto
all’attività sportiva, equiparabili alle attività di tipo occupazionale (es.
attività di segreteria, di movimentazione materiale, di preparazione degli attrezzi
sportivi, di trasporto atleti, di manutenzione locali e attrezzature, ecc.) negli
specifici “luoghi di lavoro” (sede della Società/Associazione e/o altri luoghi di
svolgimento delle attività)
N.B.: si tratta dei rischi complementariall’evento agonistico,alle sedute di preparazione o di allenamento
UTILIZZATORE UTILIZZATORE (società/associazione sportiva)(società/associazione sportiva)
UTILIZZATORE UTILIZZATORE (società/associazione sportiva)(società/associazione sportiva)
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VALUTAZIONE DEL RISCHIOVALUTAZIONE DEL RISCHIOVALUTAZIONE DEL RISCHIOVALUTAZIONE DEL RISCHIO
La valutazione del rischio consente al “Datore di Lavoro” di adottare i provvedimenti
opportuni per salvaguardare, in primis, la salute e la sicurezza dei “lavoratori” nei
“luoghi di lavoro” e, contemporaneamente, la salute e la sicurezza degli addetti che a
vario titolo operano all’interno degli stessi e, più in generale, degli spettatori.
A tal fine la valutazione del rischio svolge la funzione essenziale di prevenzione del
rischio attraverso la sua attuazione preliminare e permanente durante tutte le fasi
dell’“attività lavorativa”.
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INDIVIDUAZIONE DELL’ATTIVITÀ
• nei “luoghi di lavoro”
• relativi alla “mansione”
IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI
Osservazione e studio delle attività e collegamento dei rischi (es. cadute dall’alto, scivolamenti, cadute a livello, urti, colpi …. esposizione ad agenti biologici, agenti chimici, … incidente stradale) considerando:
• caratteristiche generali dei “luoghi di lavoro” (requisiti igienici, impianti, climatizzazione, ecc.)
• rapporto uomo / attrezzature (attrezzature, mezzi, ecc.)
• rapporto uomo / ambiente (eventi atmosferici violenti quali vento, fulmini, caduta di alberi; sostanze e preparati, agenti biologici, ecc.)
• analisi dei posti di lavoro e delle mansioni
• normativa di riferimento
•VALUTAZIONE DELL’ENTITÀ DEL RISCHIO
FASE I:
FASE II:
FASE III:
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Con il termine DATORE DI LAVORO l’art. 2 comma 1b del D.Lgs. 81/08 s.m.i. così recita:
“datore di lavoro”: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.
OBBLIGHI
In ordine cronologico questi sono gli obblighi che devono essere assolti dalle Società e Associazioni Sportive nell’ambito del D.Lgs. 81/08 s.m.i.
Individuazione del “datore di lavoro” nella figura del Presidente o del Delegato nominato dal Consiglio Direttivo, o dal Socio nominato dall’Assemblea del Soci, e comunque in funzione della specifica organizzazione.
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L’art. 2 comma 1f del D.Lgs. 81/08 s.m.i. così recita:
“responsabile del servizio di prevenzione e protezione”: persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi
Il Datore di Lavoro può assumere anche il ruolo di RSPP e quindi DL/RSPP
Designazione del “Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione” (RSPP) che può identificarsi anche con il “datore di lavoro”
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Impegno (ore e gg) minimo/anno del RSPPImpegno (ore e gg) minimo/anno del RSPPImpegno (ore e gg) minimo/anno del RSPPImpegno (ore e gg) minimo/anno del RSPP
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L’art. 2 comma 1a del D.Lgs. 81/08 s.m.i. così recita:
“lavoratore”: persona che, indipen-dentemente dalla tipologia contrat-tuale, svolge un’attività lavorativa nel-l’ambito dell’organizzazione di un dato-re di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari …
Individuazione dei “lavoratori” delle “attività sportive” ai sensi dell’art. 2 e art. 3 del D.Lgs. 81/08 s.m.i.
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Nell’ambito delle società sportive esiste anche il lavoratore che svolge “attività di volontariato”
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Elezione interna del “Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza” (RLS) o individuazione a livello territoriale o “comparto sportivo” secondo gli artt. 57 e 48 del D.Lgs. 81/08 s.m.i.
Eventuale nomina del “Medico Competente” in funzione della “tipologia di rischio” presente nell’ambito dell’attività svolta
Individuazione dei soggetti con compiti di “primo soccorso” e “gestione emergenze”.
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Valutazione dei Rischi e redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)
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Ai sensi dell’art. 29 comma 1 “… Il datore di lavoro (DL) effettua la valutazione ed ela-bora il documento …” (DVR) ma al co. 5 ″…i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori effettuano la valutazione del rischio […] sulla base delle procedure standardizzate di cui all’art. 6 co. 8 lett. f)…″
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Messa in sicurezza dei “luoghi di lavoro” (attrezzature, impiantistica, arredi, dotazioni antincendio, ecc.)
Informazione, formazione e addestramento degli operatori addetti alle attività sportive ( vd. aggiornamento quinquennale, di durata minima di 6 ore, per il livello di rischio basso: ateco 2002 lettera O).
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MODALITA’ OPERATIVEMODALITA’ OPERATIVEMODALITA’ OPERATIVEMODALITA’ OPERATIVE
Prima di avviare le attività per assolvere gli obblighi legislativi è importante conoscere TUTTE le norme cogenti e/o volontarie che interessano la specifica Società/Associazione Sportiva e che possono quindi impattare sulla redazione del DVR e prima ancora sulla valutazione dei rischi.
Si ricorda che il Responsabile della Società/Associazione Sportiva, indipendentemente dalla presenza o meno di lavoratori, è soggetto alla disciplina degli artt. 2043 e 2050 del Codice Civile ed è quindi personalmente responsabile della tutela di tutte le persone presenti nell’impianto sportivo e quindi compresi gli atleti dilettanti (definiti con il D.M. 17.12.2004), che non sono equiparati a lavoratori dipendenti ma hanno diritto alla stessa forma di tutela riservata agli spettatori.
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Alcuni rischi tipo:
MICROCLIMA: impianti di climatizzazione e ricambio d’aria non idonei o non opportunamente manutenuti
BIOLOGICO: eventuale diffusione di microrganismi patogeni
[es. legionella nelle docce]
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI:
GESTIONALE: regolamentazione del flusso di fruitori della palestra, scarsa vigilanza sulle operazioni di sanificazione e igienizzazione, assenza o scarsa informazione dei rischi residui ai fruitori della palestra
PALESTREPALESTREPALESTREPALESTRE
allestimento o spostamento di attrezzature [es. rete di pallavolo, attrezzi ginnici, ecc.]
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PISCINE PISCINE PISCINE PISCINE
Alcuni rischi tipo:
MICROCLIMA: temperatura, umidità e velocità dell’aria nella zona di attività del nuoto e di balneazione non conforme alle norme
CHIMICO: cloro e prodotti per la disinfezione dell’acqua
BIOLOGICO: microrganismi trasmessi attraverso l’acqua e le superfici infette [spazi perimetrali intorno alle vasche, degli spogliatoi e dei servizi]
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI: allestimento o spostamento attrezzature varie
GESTIONALE: assenza o scarsa info-formazione, assenza della verifica delle competenze del personale addetto a particolari compiti, regolamentazione del flusso di fruitori della piscina
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PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE
Art. 69 D.Lgs. 81/08 s.m.i.
ATTREZZATURA DI LAVORO: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro
PER ATTIVITÀ OCCUPAZIONALI (es. elettroutensili, scale, sistemi elevatori, impianti di clorazione, ecc.)
PER ATTIVITÀ SPORTIVE (es. attrezzature da ginnastica, porte da calcio, pallamano, pallacanestro e pallavolo, ecc.)
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PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE
Art. 71 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Comma 1 “Il Datore di Lavoro” mette a disposizione dei “lavoratori” attrezzature conformi […] idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al “lavoro” da svolgere […] che devono essere utilizzate conformemente “alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie”
(VERIFICA DELLA CONFORMITÀ DELLE “ATTREZZATURE”)
Comma 3 il “Datore di Lavoro” adotta adeguate
misure tecniche ed organizzative,
tra le quali quella dell’Allegato VI
(PROCEDURA PER L’USO DI “ATTREZZATURE”)
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PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE PISCINE / PALESTRE
PER LE “ATTREZZATURE”
CORRETTA APPLICAZIONE DELLE “DIRETTIVE EUROPEE”
VERTICALI
ORIZZONTALE
Direttive di prodotto che richiedono la marcatura CE (es. Direttiva Macchine, Direttiva Bassa Tensione, ecc.)
Dir. 2001/95/CE (Sicurezza generale dei prodotti) recepita con D.Lgs. 6.09.2005 n. 206
RESPONSABILITÀ PER DANNO
DA PRODOTTI DIFETTOSI
Dir. 1999/34/CE
recepita con D.Lgs. 6.09.2005 n. 206
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LA RESPONSABILITÀ LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVAAMMINISTRATIVA
DEGLI ENTI (D.LGS. 231/01)DEGLI ENTI (D.LGS. 231/01)
CONVEGNOCONVEGNOSICUREZZA SUL LAVORO: LA SITUAZIONE DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE A SICUREZZA SUL LAVORO: LA SITUAZIONE DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE A
CINQUE ANNI DALL’ENTRATA IN VIGORE DEL D.LGS 81/08CINQUE ANNI DALL’ENTRATA IN VIGORE DEL D.LGS 81/08
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GENESI DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI (D.Lgs 231/01)
GENESI DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI (D.Lgs 231/01)
LA LEGGE DELEGA N°300/2000 HA RATIFICATO LA CONVENZIONE OCSE
Convenzione Bruxelles 26/07/95 Tutela interessi finanziari della CE (frode in Tutela interessi finanziari della CE (frode in materia di spese e di entrate,…)materia di spese e di entrate,…)
Convenzione Bruxelles 26/05/97 Lotta alla corruzione in cui siano coinvolti Lotta alla corruzione in cui siano coinvolti funzionari della Comunità o Stati Membrifunzionari della Comunità o Stati Membri
Convenzione OCSE 17/12/97Lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali Lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri in operazioni economiche e stranieri in operazioni economiche e internazionaliinternazionali
DILAGANTI FENOMENI DI CRIMINALITÀ ECONOMICA HANNO SPINTO L’UNIONE EUROPEA AD INTRODURRE MISURE DI CONTRASTO DELLA STESSA CON REATI RICONDUCIBILI AD ENTI CON O SENZA PERSONALITÀ GIURIDICA:
In attuazione della Legge Delega n°300/2000 viene emanato il D.Lgs. 231 dell’8/06/2001
per adeguare la normativa interna in materia di responsabilità giuridica
ad alcune convenzioni internazionali
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CHI SONO I
SOGGETTI
QUALI
SONO I
REATI?
COSA
SIGNIFICANO
QUESTI
TERMINI?
IL D.LGS. 231/01 ISTITUISCE LA RESPONSABILITÀ
AMMINISTRATIVA (RECTIUS, PENALE) DELLA
SOCIETA’SOCIETA’ LIMITATAMENTE AI REATIREATI POSTI IN
ESSERE DAI “SOGGETTI IN POSIZIONE APICALE” “SOGGETTI IN POSIZIONE APICALE”
E “SOGGETTI SOTTOPOSTI ALL’ALTRUI “SOGGETTI SOTTOPOSTI ALL’ALTRUI
DIREZIONE” DIREZIONE” E COMMESSI
NELL’ INTERESSEINTERESSE O A VANTAGGIOVANTAGGIO DELLA
SOCIETA’ STESSA.
IL PUNTO DI
VISTA DEI
GIURISTI
CHI
SONO?
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IL PUNTO DI VISTA
DEI GIURISTI
Natura della responsabilità della Società:•RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA;•RESPONSABILITÀ PENALE;
Terzo genere di responsabilità che coniuga i tratti essenziali del sistema
penale con quelli del sistema amministrativo: “Tertium genus” [Corte di Cassazione, Sez. VI, Penale, Sentenza n. 36083/09]
RESPONSABILITÀ PENAL-AMMINISTRATIVAAI SENSI DEL D.LGS. 231/01
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LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLA SOCIETÀ SI AGGIUNGE A QUELLA DELLA PERSONA FISICA CHE MATERIALMENTE HA COMMESSO IL REATO.
REATO
Il reato rientra nella tipologia prevista
dalla 231
Il reato è Nell’interesse e/o
vantaggio della società
ResponsabilitàPenale
Persona Fisica
ResponsabilitàAmministrativa
Società
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CHI SONO
I SOGGETTI
TUTTI I TIPI DI SOCIETÀ,ASSOCIAZIONI ED ENTI CON ESCLUSIONE DI:• STATO• ENTI PUBBLICI• ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI• PARTITI POLITICI• SINDACATI• DITTE INDIVIDUALI
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Le Associazioni Sportive e le Società Sportive Dilettantistiche (disciplinate dalla L. 398 del 16.12.1991 e dalla L. 289 art. 90 del 27.12.2002) che operano come associazioni riconosciute (art. 14 e segg., c.c.) o come associazioni non riconosciute (art. 36 e segg., c.c.) sono soggette ai requisiti prescrittivi del D.Lgs. 231/01.
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TIPO DI LEGGE ART. D.Lgs. 231/01 TIPOLOGIA DI REATO N° REATI SPECIFICI
D.Lgs. 231/01 Art. 24 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione 5D.Lgs. 231/01L. 190/2012 Art. 25 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione 10
D.Lgs. 350/01 Art. 25-bis Reati di falso nummario 10D.Lgs. 61/02L. 190/2012 Art. 25-ter Reati societari 12
L. 7/2003 Art. 25-quater Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico previsti dal codice penale e delle leggi speciali
1
L. 228/2003 Art. 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale 8L. 62/2005 Art. 25-sexies Reati di abuso di mercato 2
L. 262/2005 Art. 25-ter-1 Omessa comunicazione del conflitto di interessi 2L. 146/2006 -------- Reati transnazionali 7
L. 7/2006 Art. 25-quarter-1 Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili 1L. 38/06 Art. 25-quinquies Reati di pedopornografia anche a mezzo internet REVISIONE
L. 123/2007 Art. 25-septies Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme antinfortunistiche o sulla tutela dell’igiene e della salute del lavoro
2
L.231/2007 Art. 25-octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utile di provenienza illecita
3
L. 48/2008 Art. 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati 11L. 94/2009 Art. 24 – ter Delitti di criminalità organizzata 7L. 99/2009 Art. 25-bis.1 Delitti contro l’industria ed il commercio 8L. 99/2009 Art. 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d’autore 7L. 116/2009 Art. 25-decies Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni
mendaci alla autorità giudiziaria1
D.Lgs 121/2011 Art. 25-undecies Reati ambientali 17D.Lgs. 109/2012 Art. 25-duodecies Impiego di cittadini di paesi terzi con soggiorno irregolare 1
TOTALE 115
QUALI
SONO I
REATI?
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ALCUNE AREE A RISCHIO DI COMMISSIONEALCUNE AREE A RISCHIO DI COMMISSIONEDEI REATI PRESUPPOSTODEI REATI PRESUPPOSTO
• Gestione dei rapporti con i soggetti pubblici (CONI, Credito Sportivo, Enti Pubblici, …) per ricezione di risorse finanziarie [Reati nei rapporti con la PA: art. 24 D.Lgs. 231/01]
• Attività di utilizzo e destinazione di contributi, sponsorizzazioni, o sovvenzioni [Reati nei rapporti con la PA: art. 24 D.Lgs. 231/01]
• Gestione dei rapporti con PU e/o IPS (GdF, Agenzia delle Entrate, Ispettori ASL,…) per verifiche sull’adempimento di attività specifiche, concessione di appalti o servizi, ottenimento di licenze… [Reati di corruzione: art. 25 D.Lgs. 231/01]
• Gestione dei rapporti con organi federali e organi di giustizia sportiva [Reati di corruzione: art. 25 D.Lgs. 231/01]
• Formazione e redazione del bilancio [Reati societari: art. 25 – ter D.Lgs. 231/01]
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ALCUNE AREE A RISCHIO DI COMMISSIONEALCUNE AREE A RISCHIO DI COMMISSIONEDEI REATI PRESUPPOSTODEI REATI PRESUPPOSTO
• Gestione della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro per la tutela di giocatori, tecnici e altro personale nell’ambito delle strutture di proprietà o in uso alla società [Reati colposi con violazione delle norme antinfortunistiche: art. 25 - septies D.Lgs. 231/01]
• Gestione dei rapporti con fornitori e sponsor [Reati di riciclaggio, ricettazione e impiego di denaro di provenienza illecita: art. 25 - octies D.Lgs. 231/01]
• Gestione dei centri di formazione tecnica per minorenni [Reati contro la personalità individuale: art. 25 - quinquies D.Lgs. 231/01]
• Gestione dei rapporti con i sostenitori [Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico: art. 25 - quater D.Lgs. 231/01]
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CHI
SONO?
“SOGGETTI IN POSIZIONE APICALE”“… Persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente o di una
sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che
esercitano, anche di fatto, la gestione ed il controllo dello stesso … ”
[D.Lgs. 231/01 art. 5 co. 1 lettera a]
“SOGGETTI SOTTOPOSTI ALL’ALTRUI DIREZIONE”
“… Persone sottoposte alla direzione o alla vigi-lanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a …”
[D.Lgs. 231/01 art. 5 co. 1 lettera b]
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“…L’ENTE NON RISPONDE SE PROVA CHE:
a)L’ORGANO DIRIGENTE HA ADOTTATO ED EFFICACEMENTE
ATTUATO […] MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE IDONEI A PREVENIRE REATI DELLA SPECIE DI
QUELLO VERIFICATOSI…”
D.Lgs. 231/01 Art. 6 co. 1
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UN “MODELLO 231” È UN COMPLESSO DI REGOLE, COMPLESSO DI REGOLE,
STRUMENTI E CONDOTTESTRUMENTI E CONDOTTEOVVERO UNO
STRUMENTO TESO ALLA STRUMENTO TESO ALLA RAGIONEVOLE ESCLUSIONERAGIONEVOLE ESCLUSIONE
DELLA “COLPA ORGANIZZATIVA” “COLPA ORGANIZZATIVA” DELL’ENTE DELL’ENTE PER OMESSA
ATTIVITÀ PREVENTIVA
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SPECIFICITÀ DELLE SOCIETÀ/ ASSOCIAZIONI SPORTIVE
PREVENIRE GLI ILLECITI E TUTELA GIUDIZIARIA DELLE
SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI SPORTIVE, SIA NELL’AMBITO DELLA GIUSTIZIA ORDINARIA
CHE IN SEDE DI GIUSTIZIA SPORTIVA
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INTERESSE
con valenza SOGGETTIVARiferita alla VOLONTA’ di commettere il reato (non raggiungimento del profitto)
NECESSARIA una VALUTAZIONE
EX ANTE
VANTAGGIO
con valenza OGGETTIVARiferita aiRISULTATI EFFETTIVI della condotta (raggiungimento del profitto)
NECESSARIA una VALUTAZIONE
EX POST CI PUÒ ESSERE RESPONSABILITÀ IN PRESENZA DI UN INTERESSE ANCHE SENZA VANTAGGIO
COSA
SIGNIFICANO
QUESTI
TERMINI?
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DALLA CIRCOLARE N.23607 DEL 19.03.2012 DEL COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA.PARTE II: ACCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELL’ENTE: IL PERCORSO OPERATIVO
“…“…vengono individuate tre precise condizioni vengono individuate tre precise condizioni le quali consentono di collegare sul piano oggettivo, il comportamento delittuoso all’ente:
•il reato deve essere commesso nell’ “interes-se” o a “vantaggio” dell’ente;
•gli autori del reato devono identificarsi in per-sone fisiche qualificate da specifica posizione rivestita all’interno dell’ente;
•i predetti soggetti non devono avere agito “nell’interesse esclusivo proprio o di terzi…”.
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“…la realizzazione di uno dei reati presupposto, in presenza dei criteri “oggettivi” sopra analizzati, non è di per se ancora
sufficiente per fondare la responsabilità dell’ente, […]
occorre ancora che il fatto – reato occorre ancora che il fatto – reato sia anche espressione di una sia anche espressione di una
politica aziendale o, perlomeno, di politica aziendale o, perlomeno, di un deficit di organizzazione, e un deficit di organizzazione, e
quindi “rimproverabile” all’ente…”quindi “rimproverabile” all’ente…”
DALLA CIRCOLARE N.23607 DEL 19.03.2012 DEL COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA.PARTE II: ACCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELL’ENTE: IL PERCORSO OPERATIVO
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LE SANZIONI PER L’ENTE
ARTT. 10, 11, 12
PECUNIARIA sulla base di un sistema “a quote” (fino a 1,5 M€ circa) “modulate” dal giudice;
ART. 9 co. 2, ARTT. 13, 14
INTERDITTIVE (interdizione dell’esercizio delle attività, sospensione/revoca licenze o autorizzazioni, divieto di contrattare con la PA, esclusione di finanziamenti o sussidi e revoca di quelli ottenuti);
ART. 19
CONFISCA (del prezzo o profitto del reato);[CASS. PEN. SEZ. UN. SENT. 02.07.2008 n. 26654 “NOZIONE DI PROFITTO CONFISCABILE”]
PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA.
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L’ENTE È ESONERATO DARESPONSABILITÀ QUALORA DIMOSTRI:
•di AVER ADOTTATO ED EFFICACEMENTE ATTUATO il “Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo” idoneo a prevenire i reati presupposto;•di AVER ISTITUITO UN “ORGANISMO DI VIGILANZA” con il compito di vigilare sul funzionamento, l’efficacia e l’osservanza del “MODELLO”;•di AVER MONITORATO NEL TEMPO LA NECESSITÀ DELL’AGGIORNAMENTO DEL “MODELLO”;•CHE LE PERSONE CHE HANNO COMMESSO I REATI ABBIANO AGITO ELUDENDO IN MODO FRAUDO-LENTO IL “MODELLO”.
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Risulta necessario per l’Ente, anche se non obbligatorio, dotarsi di un “MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO” caratterizzato da criteri di efficienza, praticabilità e funzionalità ragionevolmente in grado di limitare le probabilità di commissione di reati ricompresi nell’area di rischio legata all’attività dell’Ente stesso.
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"MODELLO 231"ESEMPIO DI INDICE (1)
1. INTRODUZIONE1.1. Aspetti introduttivi1.2. Normativa di riferimento
2. L’ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA2.1. Profili dell’Associazione Sportiva2.2. Struttura societaria2.3. Organizzazione
3. IL DECRETO LEGISLATIVO 231/013.1. I reati previsti dal D.Lgs 231/013.2. Le Sanzioni previste dal D.Lgs. 231/013.3. Destinatari del Modello 2313.5. Formazione del personale3.6. Struttura del Modello3.7. Approvazione del Modello
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4. ORGANISMO DI VIGILANZA4.1. L’Organismo di Vigilanza4.2. Requisiti essenziali4.3. Funzioni4.4. Poteri4.5. Regolamento dell’Organismo di Vigilanza
5. SISTEMA DISCIPLINARE5.1. Funzione del sistema disciplinare5.2. Misure nei confronti del personale5.3. Misure nei confronti degli Amministratori
6. CODICE ETICO
ALLEGATO 1: MAPPATURA DEI RISCHI
ALLEGATO 2: PROTOCOLLI PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI COMMISSIONE DEI REATI PRESUPPOSTO
"MODELLO 231"ESEMPIO DI INDICE (2)