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TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE ANNO XIX OTTOBRE-DICEMBRE 2010 n. 4 2010 . . . . . . . . . . . . . . Sommario . . . . . . . . . . . . . . Editoriale di Bernardino Primiani .... 1 La segreteria nazionale informa di Paolo Discenza – Segretario nazionale Unitel ................ 3 Redazionale Quattro domande al Segretario Nazionale..... 5 Speciale 1° Congresso Nazionale dell’Unitel a cura della Redazione ..... 7 La Prolusione del Presidente Nazionale, l’arch. Bernardino Primiani ............................. 7 Le attestazioni ed i saluti istituzionali ..................... 11 Congresso, ruolo dei tecnici nella p.a. Nota del dr. Giuseppe Della Rocca .................... 13 Quattro domande a sei protagonisti ........... 14 di Gianfilippo Lo Masto Vita associativa ed eventi a cura della Redazione... 21 Direttore responsabile Romano Cesare Responsabile di Redazione Gianfilippo Lo Masto Sede legale Via del Carpino, 8 47822 Santarcangelo di Romagna Recapito postale Segreteria Unitel Via G. Garibaldi, 57 86100 Campobasso (CB) Tel. 0874/686111 - Fax 0874/493958 Stampa: Titanlito - R.S.M. Pubblicazione registrata al Tribunale di Rimini al n. 25/90 Registro Stampa Periodici Il Nuovo Giornale dell’UNITEL viene spedito gratuitamente a tutti i Soci. Chiunque può abbonarsi provvedendo ad un versamento di 60 e e sul CC postale n. 76149004 intestato a UNITEL - Via Dandolo, 18/20 - 47900 Rimini con la causale: abbonamento a “il Nuovo Giornale dell’UNITEL” anno 2011. Per informazioni rivolgersi alla sede del Giornale Sped. in a.p. - 45% -, art. 2, comma 20/b, legge 662/96 -D.C.I. Umbria Editoriale di Bernardino Primiani (*) G IORNALE IL NUOVO DELL UNITEL UNIONE NAZIONALE ITALIANA TECNICI ENTI LOCALI D alla lettura del testo coordinato sulla sicurezza, di cui all’ex d.lgs. n. 81/2008 e di quello del nuo- vo regolamento, in attuazione del d.lgs. 12.4.2006, n. 163, di cui al d.P.R. 5.10.2010, n. 207 emerge manifesta la ne- cessità di rivisitare e riconsiderare compe- tenze e “carichi di lavoro” che gravano sul- le figure che intervengono nella realizzazio- ne di un’opera pubblica. UNITEL ritiene quanto mai necessaria ed urgente un’azione mirata a promuove- re un’incisiva iniziativa in sede governati- va per una revisione del sistema di verifi- ca, di controllo e sanzionatorio, nei con- fronti delle imprese e degli attori che rea- lizzano un’opera pubblica. Tale revisione ha assunto il carattere dell’improcrastina- bilità alla luce della imminente entrata in vi- gore del nuovo regolamento che contem- pla per il RUP una serie di ulteriori adempi- menti tra cui l’introduzione del nuovo istitu- to della “verifica”. Pertanto rilevato che: – all’art. 89 punto 1, comma c) si precisa che il responsabile dei lavori è il respon- sabile del procedimento; – al successivo art. 90 punto 3 e seguen- ti è previsto per il responsabile dei lavo- ri (quindi per il RUP) in ogni comma una serie di sanzioni; – al successivo art. 93 punto 2 si precisa che la designazione dei coordinatori in fase di progettazione e d’esecuzione non “esonera” il responsabile dei lavori dalle responsabilità, ecc.; – con il nuovo regolamento, tra l’altro, al RUP fa capo l’onere di un monitorag- gio costante sulla regolarità contributiva dell’impresa; – sempre con il nuovo regolamento viene introdotto l’onere, nella misura in cui ac- certi inadempimento, sull’obbligo retribu- tivo per l’impresa nei confronti dei dipen- denti; – sempre il nuovo regolamento sugli ap- palti attribuisce al RUP l’incombenza del- la sospensione dei lavori per interruzione dei finanziamenti legati alla realizzazione dell’opera, anche per esigenze di equi- librio dei conti pubblici come il patto di stabilità. Pertanto, da un esame dei combinati di- sposti della più recente normativa, si inve- ste di enormi carichi di lavoro l’Ufficio del Responsabile dei Lavori/RUP per verifica e controllo dell’operato di tutti compreso, addirittura, l’operato della stessa pubblica amministrazione laddove si parla di “equili- brio dei conti pubblici”. Orbene, se lo spirito della norma è quel- lo di promuovere un controllo programma- to nella realizzazione di un’opera pubblica, l’aumento esponenziale degli adempimenti che dovrebbero far capo all’Ufficio del RUP è tale da mettere in oggettivo imbarazzo e difficoltà il RUP che, per più d’una ragione, si troverà nella oggettiva impossibilità di adeguatamente e convenientemente eva- dere tutti gli adempimenti previsti. Tanto premesso, appare evidente la neces- sità di un giusto bilanciamento dei carichi di lavoro e responsabilità tra le figure del RUP, del Progettista, del Direttore dei La- vori e del Coordinatore per la Sicurezza in fase di progettazione e d’esecuzione. Pertanto, sinteticamente, un tangibile risul- tato potrebbe essere raggiunto: 1) con modifica all’art. 89, punto 1, comma c) e seguenti del d.lgs. 81/2008 prevedendo in capo al Direttore dei Lavori la figura del Responsabile dei Lavori. Si raggiungereb- be, così, il duplice obiettivo di “alleggeri- re” da un lato le funzioni del RUP e dall’al- tro di riqualificare e responsabilizzare la fi- gura del Direttore dei Lavori che con l’at- tuale normativa appare, inopportunamen- te, un soggetto oltremodo marginale. Diret- tore dei Lavori che, in quanto tale, si ram- menta, ha il diritto-dovere di vigilare su tut- te le fasi di realizzazione dell’opera pubbli- ca ivi compreso il controllo della sicurezza in cantiere; 2) il RUP, potrebbe essere incaricato, con modifica normativa, per appalti superio- ri alla soglia (e 150.000,00), all’obbligo di (*) Architetto, Presidente Nazionale dell’Unitel.

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trimestrale di informazione • anno XiX • OTTOBRE-DICEMBRE 2010

n. 4 • 2010. . . . . . . . . . . . . .

Sommario. . . . . . . . . . . . . .

• Editoriale di Bernardino Primiani .... 1

• La segreteria nazionale informa

di Paolo Discenza – Segretario nazionale Unitel ................ 3

• Redazionale Quattro domande al Segretario Nazionale ..... 5

• Speciale 1° Congresso Nazionale dell’Unitel a cura della Redazione ..... 7

La Prolusione del Presidente Nazionale, l’arch. Bernardino Primiani ............................. 7

Le attestazioni ed i saluti istituzionali ..................... 11

Congresso, ruolo dei tecnici nella p.a.

Nota del dr. Giuseppe Della Rocca .................... 13

Quattro domande a sei protagonisti ........... 14

di Gianfilippo Lo Masto

• Vita associativa ed eventi a cura della Redazione ... 21

Direttore responsabile Romano CesareResponsabile di Redazione Gianfilippo Lo MastoSede legale Via del Carpino, 8 47822 Santarcangelo di RomagnaRecapito postale Segreteria Unitel Via G. Garibaldi, 57 86100 Campobasso (CB) Tel. 0874/686111 - Fax 0874/493958Stampa: Titanlito - R.S.M.

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Editorialedi Bernardino Primiani (*)

Giornaleil nuovo dell’Unitel

UnIOnE nazIOnalE ITalIana TECnICI EnTI lOCalI

Dalla lettura del testo coordinato sulla sicurezza, di cui all’ex d.lgs. n. 81/2008 e di quello del nuo-

vo regolamento, in attuazione del d.lgs. 12.4.2006, n. 163, di cui al d.P.R. 5.10.2010, n. 207 emerge manifesta la ne-cessità di rivisitare e riconsiderare compe-tenze e “carichi di lavoro” che gravano sul-le figure che intervengono nella realizzazio-ne di un’opera pubblica.UNITEL ritiene quanto mai necessaria ed urgente un’azione mirata a promuove-re un’incisiva iniziativa in sede governati-va per una revisione del sistema di verifi-ca, di controllo e sanzionatorio, nei con-fronti delle imprese e degli attori che rea-lizzano un’opera pubblica. Tale revisione ha assunto il carattere dell’improcrastina-bilità alla luce della imminente entrata in vi-gore del nuovo regolamento che contem-pla per il RUP una serie di ulteriori adempi-menti tra cui l’introduzione del nuovo istitu-to della “verifica”.Pertanto rilevato che:– all’art. 89 punto 1, comma c) si precisa

che il responsabile dei lavori è il respon-sabile del procedimento;

– al successivo art. 90 punto 3 e seguen-ti è previsto per il responsabile dei lavo-ri (quindi per il RUP) in ogni comma una serie di sanzioni;

– al successivo art. 93 punto 2 si precisa che la designazione dei coordinatori in fase di progettazione e d’esecuzione non “esonera” il responsabile dei lavori dalle responsabilità, ecc.;

– con il nuovo regolamento, tra l’altro, al RUP fa capo l’onere di un monitorag-gio costante sulla regolarità contributiva dell’impresa;

– sempre con il nuovo regolamento viene introdotto l’onere, nella misura in cui ac-certi inadempimento, sull’obbligo retribu-tivo per l’impresa nei confronti dei dipen-denti;

– sempre il nuovo regolamento sugli ap-palti attribuisce al RUP l’incombenza del-la sospensione dei lavori per interruzione dei finanziamenti legati alla realizzazione dell’opera, anche per esigenze di equi-

librio dei conti pubblici come il patto di stabilità.

Pertanto, da un esame dei combinati di-sposti della più recente normativa, si inve-ste di enormi carichi di lavoro l’Ufficio del Responsabile dei Lavori/RUP per verifica e controllo dell’operato di tutti compreso, addirittura, l’operato della stessa pubblica amministrazione laddove si parla di “equili-brio dei conti pubblici”.Orbene, se lo spirito della norma è quel-lo di promuovere un controllo programma-to nella realizzazione di un’opera pubblica, l’aumento esponenziale degli adempimenti che dovrebbero far capo all’Ufficio del RUP è tale da mettere in oggettivo imbarazzo e difficoltà il RUP che, per più d’una ragione, si troverà nella oggettiva impossibilità di adeguatamente e convenientemente eva-dere tutti gli adempimenti previsti. Tanto premesso, appare evidente la neces-sità di un giusto bilanciamento dei carichi di lavoro e responsabilità tra le figure del RUP, del Progettista, del Direttore dei La-vori e del Coordinatore per la Sicurezza in fase di progettazione e d’esecuzione.Pertanto, sinteticamente, un tangibile risul-tato potrebbe essere raggiunto:

1) con modifica all’art. 89, punto 1, comma c) e seguenti del d.lgs. 81/2008 prevedendo in capo al Direttore dei Lavori la figura del Responsabile dei Lavori. Si raggiungereb-be, così, il duplice obiettivo di “alleggeri-re” da un lato le funzioni del RUP e dall’al-tro di riqualificare e responsabilizzare la fi-gura del Direttore dei Lavori che con l’at-tuale normativa appare, inopportunamen-te, un soggetto oltremodo marginale. Diret-tore dei Lavori che, in quanto tale, si ram-menta, ha il diritto-dovere di vigilare su tut-te le fasi di realizzazione dell’opera pubbli-ca ivi compreso il controllo della sicurezza in cantiere;

2) il RUP, potrebbe essere incaricato, con modifica normativa, per appalti superio-ri alla soglia (e 150.000,00), all’obbligo di

(*) Architetto, Presidente Nazionale dell’Unitel.

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2 a pagina Giornaledell’Unitelil nuovo

Editoriale

insediare, sino al collaudo delle ope-re, una commissione paritetica, com-posta dallo stesso RUP e da funzionari dello SPESAL e dell’Ispettorato del La-voro, in modo che svincolato dalla in-combenza di Responsabile dei Lavori, nell’esercizio delle sue funzioni e nel-la sua qualità di Pubblico Ufficiale, uni-tamente agli altri pubblici ufficiali (del-lo SPESAL e dell’Ispettorato del Lavo-ro) potrebbe programmare un control-lo capillare sull’operato delle imprese. L’attuale impostazione della norma do-vrebbe essere rivisitata per prevedere che il RUP, che allo stato attuale è co-stretto a rincorrere le ditte per ricondur-le ad un rispetto minimo della legge per non essere lui stesso soggetto a san-zioni, diventi soggetto attivo e proposi-tivo di verifiche e controlli (come pub-blico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni), unitamente agli altri preposti funzionari dello SPESAL e dell’Ispetto-rato del Lavoro anch’essi pubblici uf-ficiali;

3) per l’ interruzione dei finanziamenti legati alla realizzazione dell’opera, an-che per esigenze di equilibrio dei con-ti pubblici come il patto di stabilità, oc-correrebbe introdurre, con modifica normativa, l’obbligo per il Direttore dei Servizi Finanziari dell’Ente di notifica-re al RUP le condizioni che impongo-no la sospensione dei lavori per l’ope-ra pubblica. Anche perché è il Diretto-re dei Servizi Finanziari dell’Ente l’uni-co soggetto che ha il polso della situa-zione sugli equilibri di bilancio e non è detto che per tutte le OO.PP. in corso ricorra la condizione della sospensio-ne dei lavori;

4) in riferimento all’introduzione del nuovo regolamento ed al nuovo istituto della verifica, per consentire all’Ufficio del RUP di poter funzionare, anche alla luce di tutti i combinati disposti appena accennati, occorrerebbe con modifica normativa portare la percentuale pre-vista dall’art. 92, c. 5, d.lgs. 163/2006 dal 2 al 4%, così da consentire al RUP di poter convenientemente organizza-re e programmare l’attività prevista dal-le norme;

5) in riferimento,infine, alla sicurez-za dei lavoratori, nell’ipotesi di attività non regolare dipendente da compor-tamenti a loro addebitabili, con modi-fica normativa, introdurre sanzioni mi-

rate a colpire oltre all’impresa anche il lavoratore prevedendo, nei casi più gravi, anche la temporale sospensione dell’attività lavorativa del singolo lavo-ratore.Per concludere, alla luce di tutto quan-to innanzi, occorre convenire sulla ne-cessità di una urgente revisione del-la normativa così da consentire a tut-ti i funzionari che svolgono in materia di realizzazione di opere pubbliche il lo-ro ruolo di RUP la concreta possibilità di un controllo programmato di legalità

Bernardino Primiani

e di rispetto delle regole da parte delle imprese, con un’attenzione particolare alla sicurezza dei lavoratori, con la pre-cisazione che questi ultimi dovrebbero essere “responsabilizzati” ulteriormente come innanzi precisato.È chiaro che nello spirito di quanto illu-strato la figura del RUP dovrebbe es-sere radicalmente rivisitata e riforma-ta per promuoverla ad un controllo pro-grammato, oltre che in fase di proget-tazione, anche in fase di realizzazione dell’opera pubblica.

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Nei riquadri, con bordo in grassetto, apporre un segno X corrispondente all’informazione esattaoppure compilare solamente un riquadro in relazione alla situazione ricorrente.

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di aderire all’Unitel (Unione nazionale italiana tecnici enti locali). Dichiara di obbligarsi all’osservanza dello Statuto associativo, dei regolamenti e delle deliberazioni degli organi sociali. Dichiara, altresì, di avere ver-sato la relativa quota associativa per l’anno 2006 a mezzo (barrare la casella corrispondente). 0 versamento 0 bonifico bancario 0 delega bancaria

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Il sito Internet “www.unitel.it”

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Redazionale

QUaTTRo DoManDEaL SEGRETaRIo nazIonaLE

Chiediamo al Segretario Na-zionale dell’Unitel, valente fun-zionario tecnico di una cittadi-na del centro Italia, cosa vi sia dietro la organizzazione di im-portanti eventi quali il primo Congresso nazionale dei tec-nici locali e, soprattutto, come si riesca a contemperare l’atti-vità di servizio con la mission associativa; infine anche una opinione riguardo al futuro del-la professione tecnica. D: architetto, la vetrina di un evento è scintillante e tut-to sembra camminare con leggerezza, ma cosa c’è nel “backstage” organizzativo?R: Per prima cosa tanta pas-sione, legata all’amore per il proprio lavoro, quindi la con-sapevolezza di fare un servi-zio a tanti colleghi talvolta in difficoltà, anche da una “zona d’ombra” come la Segreteria, che deve operare in maniera più discreta rispetto agli organi di rappresentanza della Asso-ciazione. Ovviamente a volte può non essere chiaro quale ti-po di lavoro vi sia dietro ad un evento, soprattutto se organiz-zato non da professionisti de-diti solo a ciò, ma da chi opera sostanzialmente come volon-tario, che non può trascurare il proprio lavoro e deve ritaglia-re il tempo dal proprio privato. Ma, parafrasando il calcio, non

si può fare una squadra di so-li centravanti, ed in fondo non è solo il goal che possa dare soddisfazione!!D: Quali sono dunque le “sod-disfazioni” del suo ruolo?R: Per prima cosa la consape-volezza che vedo nei Colleghi durante e dopo le nostre ini-ziative: essendo tutte perso-ne abituate, come me, a stare in prima linea capiscono che nulla si muove per inerzia,ma è frutto di impegno. Profes-sionalmente è poi interessan-te gestire l’operatività della as-sociazione, contattare e con-frontarsi con i vari protagoni-sti di tante discipline, in fon-do ci si “consola” con un pri-mato di conoscenza ed impo-stazione anticipata riguardo ai più disparati problemi, che so-no i veri compagni di viaggio di coloro che facciano il no-stro “mestiere”. Certo, vi è poi una parte più pedante, di tipo amministrativo che, purtrop-po, ormai abbiamo somatiz-zato dal lavoro, che ci obbliga ad essere sempre più burocra-ti ed un po’ meno tecnologi, e non so se tutto questo sia un bene.D: cosa ha rappresentato il congresso di Roma?R: Di sicuro è stata la cartina di tornasole, la verifica dell’im-postazione di “governo” che

il presente ed il precedente Consiglio hanno dato ad Uni-tel. Abbiamo cercato negli ul-timi sei anni non visibilità, ma accreditamento, nel senso più alto, presso le istituzioni pub-bliche e private di questo Pae-se, perché le cose, è risaputo, è inutile raccontarsele in con-fessionale, bisogna confron-tarsi con la società, ed anche rappresentare la reale dimen-sione di una professione para-dossalmente poco conosciuta. Dalle attestazioni che abbiamo raccolto, il sincero interesse, quando non la ammirazione da parte di tutti i nostri interlo-cutori, abbiamo tratto la forza e la consapevolezza per orga-nizzare questo importante mo-mento di verifica: prima anco-ra dei contenuti, sono stati im-portanti gli “atteggiamenti” dei nostri ospiti che, da quel che stimiamo, non sono stati pre-senti per fare un intervento di stile, ma per un confronto pa-ritetico: ritengo che la confer-ma di questa figurazione sia-una grande conquista per tut-ti noi.D: Il momento forse più in-teressante del congresso è stata la sessione che ha di-scusso del futuro del tecni-co; quale è la sua visione a tale proposito?R: Sappiamo come la p.a.

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Redazionale

si stia avviando verso uno “spoil system” di tipo pato-logico e dobbiamo sperare in una inversione di tendenza per l’immediato futuro. L’as-sunzione di dirigenti a con-tratto è talvolta discapito del-le professionalità interne, le quali si vedono accantona-te e private di ogni funzione gestionale. Un altro grosso problema è il raggiungimen-to degli obiettivi che spesso mettono in conflitto aspetta-tive e corretto procedimento,

e comportano incomprensio-ni fra i livelli di governo e ge-stione nelle amministrazioni. Ritengo necessaria una mag-gior formazione amministra-tiva, quando non civica.., da parte dei cittadini che si can-didano alle cariche pubbli-che, come anche la possibi-lità dei funzionari di poter la-vorare con più serenità, non a caso si è molto discusso nel congresso sulle responsabi-lità. Potrei parlare a lungo, le criticità sono molte, ma vedo

anche che le nuove leve so-no molto preparate ed aperte per la formazione continua, perché per prima cosa riten-go sia importante, oltre al mi-glioramento delle retribuzio-ni, togliere dall’immaginario di tutti quell’idea di grigio, di travet 8-14 e fare capire alla società quanta professiona-lità, passione e competenze vi siano fra i colleghi. Come vede ricadiamo sempre nello stesso errore: anteponiamo l’etica alla “saccoccia”!

Paolo Discenza ad un recente convegno

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Speciale 1° Congresso Unitel

La PRoLUSIonEDEL PRESIDEnTE nazIonaLE,

L’aRCh. BERnaRDIno PRIMIanI

Apro i lavori con un ringrazia-mento alle Autorità qui presenti che hanno accolto il nostro in-vito ai lavori odierni. Un ringra-ziamento a tutti i relatori che in-terverranno nelle due giornate e alla moderatrice della mattina-ta dott.ssa Valeria Uva de Il So-le 24 ore. Premetto anche che questo importante evento, pri-mo ed unico nel panorama ita-liano di “settore”, non avrebbe visto la luce senza la dedizione di un partner prestigioso qua-le la Maggioli editore, della col-laborazione Mediagraphic, del-la presenza di sponsor d’ecce-zione: FAAC – STR – SPM Mel-fi – PROGECAD – PUBLISYS – D&S – Geo Network – COI fac-toring – CORDIVARI – Malvone Costruzioni.Devo ringraziare la Camera dei Deputati, l’ANCE Nazionale, La Regione Lazio, la Provincia di Roma, l’Ordine degli Arch. della Provincia di Roma, il SIA-IS per il loro patrocinio.Un ringraziamento particolare al Segretario nazionale Unitel Arch. Paolo Discenza, alla no-stra Segreteria Tecnica e a tut-ti i consiglieri Unitel per l’im-pegno profuso per l’organiz-zazione. Unitel, in questi anni, ha investito nella attività di for-mazione ed informazione a so-stegno dei professionisti tecni-

ci interni della p.a., e si è affer-mata a livello nazionale come realtà indipendente e di servi-zio e supporto per la collettivi-tà tecnica, anche di quella li-bero-professionale.I successi e le attestazioni ri-cevute nel corso di questa fa-ticosa azione, a stretto contat-to con le maggiori istituzioni del Paese, che ancora ringraziamo per la vicinanza, hanno neces-sariamente portato alla ineludi-bilità di un momento alto di ri-flessione, che focalizzasse la nostra professione, la funzio-ne che rivestiamo in questa na-zione, il nostro rapporto, a volte controverso, ma sempre leale, con i poteri a noi sovraordinati.Abbiamo riassunto, certo ambi-ziosamente, nella triade ruolo, responsabilità e futuro il nucleo delle criticità, delle attese, e delle costanti che caratterizza-no il nostro servizio: su questo vogliamo interrogarci in queste giornate congressuali, auspi-cabilmente non in un rapporto gerarchico fra relatori e presen-ti, ma attraverso una sorta di osmosi che metta a confronto il dato esperienziale e del vissu-to dei nostri colleghi con le esi-genze di governo ed indirizzo di coloro che sono investiti da queste responsabilità.Lo spessore dei presenti in

questa sala, la tentazione di potere approfittare dei riflet-tori per esplicitare tutto ciò che abbiamo taciuto in anni, mi spingerebbe a trasformare questo intervento di apertura in un rapporto fiume, non per megalomania, ma per la con-sapevolezza che avere que-sto momento di comunicazio-ne con la classe dirigente del Paese è un fatto unico e nulla dovrebbe essere omesso!Tranquilli tutti, non lo farò, non debbo farlo, e non bastereb-bero poche ore, Vi accontente-rete degli atti congressuali con gli approfondimenti per le notti insonni! Tuttavia è necessario che delinei una cornice nella quale inserire ipertestualmen-te gli elementi di criticità, co-me di eccellenza, che vorrem-mo emergessero nelle sessioni di questo congresso.Debbo prioritariamente, per stare, come si dice, sulla noti-zia, esprimere alcune riflessio-ni riguardo al recentissimo ri-pristino dell’incentivo econo-mico ai tecnici della p.a., im-propriamente definito per la progettazione, dopo il grande disagio che la nostra categoria ha vissuto per i provvedimen-ti legislativi adottati dal giugno 2008 in poi.Questa Presidenza, il gruppo

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dirigente ed i soci tutti furono costretti ad avanzare un appel-lo alle alte cariche dello Stato, Presidente della Repubblica, Presidente del Senato e Presi-dente della Camera dei Depu-tati, che colgo l’occasione per ringraziare nuovamente per la sensibilità e la disponibilità di-mostrata nell’ascoltare le no-stre ragioni, unitamente ai Pre-sidenti delle competenti Com-missioni di Camera e Senato della Repubblica.L’introduzione del modesto in-centivo, sin dal 1994, ha con-tribuito, per quel che più in-teressa alla Collettività, non a depauperare le casse del-lo Stato o ad arricchire alcuno, ma a responsabilizzare, coin-volgere e fare crescere in pro-fessionalità e saperi tantissi-mi colleghi, attraverso l’impe-gno che comporta la gestione di processi complessi quali un progetto esecutivo, il manage-ment dell’opera pubblica, un atto di pianificazione.Una crescita qualitativa co-stante, alimentata anche dal rapporto paritetico con i Col-leghi libero-professionisti at-traverso innumerevoli occasio-ni di progettazione congiunta, e che in questi due anni abbia-mo seriamente rischiato di di-sperdere non a causa di spe-cifiche volontà vessatorie, ma proprio per la mancanza della osmosi, sopra auspicata, fra le parti, che sostanzia la recipro-ca conoscenza e valutazione di necessità ed esigenze con compiutezza.Dal punto di vista associativo non possiamo negare, con un certo orgoglio, di essere riusciti con le sole armi della ragionevo-

lezza a portare avanti una bat-taglia civica, costruita con fer-mezza non corporativa e con la serenità propria della forza che si alimenta con la convinzione; prova ne sia che gli interlocuto-ri che ci hanno ascoltato, molti dei quali oggi con noi, hanno ra-pidamente sposato le nostre te-si: i ringraziamenti già attestati sono ben dovuti!È tempo che passi il mes-saggio che il tecnico pubbli-co dipendente è un presta-tore d’opera atipico in quan-to per l’attività che è chiamato a svolgere non può essere in-quadrato fra gli impiegati d’or-dine: egli ha contemporanea-mente gli obblighi del lavorato-re pubblico e tutti gli oneri pro-fessionali di qualsivoglia libero professionista, il mansionario è prestazionale, forse in que-sto siamo, ahinoi, i più avan-ti di tutti!Sia che si tratti di Dirigente che di Funzionario, nell’esple-tamento delle funzioni di RUP (responsabile unico del proce-dimento), per la singola pro-cedura e/o opera da realizza-re è da ritenere il “dominus” con l’obbligo di raggiungere il risultato nel rispetto dei tempi, della spesa e delle regole su LL.PP. e sicurezza, cercando di evitare contenziosi con liberi professionisti e imprese aggiu-dicatarie o affidatarie.Come RUP è tra l’altro il sogget-to dell’amministrazione respon-sabile nei confronti dell’Autori-tà di Vigilanza sui Contratti Pub-blici sul quale pendono sanzio-ni pecuniarie in caso di manca-to adempimento alle specifiche richieste avanzate da parte del-la stessa Autorità.

Il RUP si rapporta con il Co-mando Provinciale dei Vigi-li del Fuoco per il rispetto delle norme su prevenzione e sicu-rezza (ad esempio per gli edi-fici pubblici, scuole compre-se, deve integrare la sua attivi-tà con quella dei vari Dirigenti Scolastici).In materia di sicurezza sul la-voro è il referente, quale Re-sponsabile dei Lavori per la p.a., nei confronti dell’Ispetto-rato Provinciale del Lavoro e dei Servizi Ispettivi delle AS., ed ogni seppur minima omis-sione è sanzionata penalmen-te, ad personam e senza scu-do… visto che i termini sono in voga! Oneri, senza onori, per uno dei ruoli forse più diffici-li nella pubblica amministrazio-ne italiana, certo il più misco-nosciuto, talvolta con una im-magine negativa nella colletti-vità per misteriose ragioni in-dotte.Non è facile, in assoluta solitu-dine, essere contemporanea-mente degli ottimi progettisti e Direttori dei Lavori, ma anche eccellenti interpreti del diritto, compreso quello comunitario, esperti di ambiente e sicurez-za, sempre aggiornati sulle ul-time modifiche legislative, che oramai giornalmente apporta-no radicali rivoluzioni.Una corretta gestione del-le opere pubbliche si ottiene qualora le citate attività venga-no svolte in modo professio-nale e serio, poiché il rischio di errori professionali è rea-le ed incombente in un con-testo normativo complicato e farraginoso, prova ne sia che gli amici dell’Ordine degli Ar-chitetti di Roma hanno sentito

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la necessità di dedicare un re-centissimo convegno al tema della “Babele normativa”!È una realtà che negli Enti Lo-cali di piccole dimensioni una singola persona può ricoprire, senza alcun supporto legale ed amministrativo, più attività tra quelle che la norma preve-de debbano, in via prioritaria, essere affidate internamente: i rischi delle responsabilità af-fidate si moltiplicano in mo-do esponenziale; senza essere giurista non escluderei profili di incostituzionalità e discrimi-nazione nelle norme che spes-so ci vengono imposte ipocri-tamente e senza la preventiva verifica della relativa applicabi-lità e della disponibilità di mez-zi e risorse.La situazione non migliora se dalle opere pubbliche viriamo sul tema dell’urbanistica, ... la tutela ambientale, ... la sicurezza!Due significativi spunti riguar-danti pianificazione territoriale ed edilizia privata.È in atto una metamorfosi da una urbanistica dirigista, di ferrea iniziativa pubblica, con piani a cascata e governata dalle procedure espropriative, ad una cosidetta pianificazio-ne partecipata, visto che tutti i piani attuativi di mano pubbli-ca di fatto decadono per l’in-fruttuoso decorso dei tempi di attuazione per mancanza di fondi. Auspicare il mutato rap-porto tra pubblico e privato, funzionale alla riforma del go-verno degli enti locali, caratte-rizzato dalla stabilità e perso-nalizzazione dell’azione poli-tica, è quasi una tautologia ri-spetto ad una disciplina in par-te ancora governata da leggi

promulgate da un legislatore spesso distante ed assente.Quel che preoccupa è la mol-tiplicazione dei centri decisio-nali (Regioni, Province, Soprin-tendenze, Città metropolitane, Comuni) mirata a garantire un coordinamento organico sul-le strategie di intervento, e la contestuale “cedevolezza” dei piani rispetto alla estempora-neità di miriadi di strumenti at-tuativi statali e regionali, spes-so legati ad una fonte di finan-ziamento più che ad un pro-gramma, che possono, nei ca-si patologici, permettere stra-ne rotte, per restare nel gergo velico, verso situazioni soven-te non rispettose dei principi di buona navigazione.[Non ci si può nasconde-re che, a dispetto di una vo-lontà di programmazione oli-stica e sostenibile del territo-rio, concertata su livelli loca-li e di area vasta, singoli stru-menti, anzi semplici procedu-re (non cito gli accordi di pro-gramma..), permettano addi-rittura di stravolgere indirizzi di sviluppo scientifici, con opera-zioni che per complessità, per le concertazioni legate a grup-pi di potere agguerriti, per la necessità di sopravvivenza di certa politica, passano sopra la testa delle aree tecniche, che assumono solo un ruolo notarile e di presa d’atto].All’inizio del 2° millennio si co-niò lo slogan “pianificar facen-do”, sembrava la grande pos-sibilità di gestione del territorio con capitali misti che in par-te si è rivelata, sempre per ci-tare il gergo del periodo, con-troproducente e moltiplicatrice dei fenomeni di mobbing all’in-

terno della p.a., specie negli uffici tecnici!Per passare al quotidiano di ogni cittadino, oramai anche la gestione, ad esempio, della semplice manutenzione stra-ordinaria di un immobile, è go-vernata da combinazioni al-chemiche, pur se pomposa-mente inserite nel corpus della semplificazione normativa.Cito una nota di un Ordine Professionale: “La semplifi-cazione ha moltiplicato i tito-li edilizi e gli adempimenti dei privati: otto diversi titoli edilizi, che si declinano in 24 diverse procedure per la loro forma-zione. Il quadro normativo, og-gi, è questo, nonostante i tre interventi legislativi degli ulti-mi mesi tutti con l’obiettivo di-chiarato dello snellimento pro-cedurale”.In buona sostanza, per elimina-re i 30 giorni di decorso per l’ef-ficacia di una DIA, da sei me-si assistiamo a dubbi, interpre-tazioni autentiche di giuristi ec-celsi, pronunciamenti ministe-riali, maggiorazioni di costi per la configurazione degli elabora-ti, liti con il cittadino-utente, al quale il tecnico locale deve da-re risposte in tempo reale assu-mendosi responsabilità pesan-tissime riguardo alla interpreta-zione della norma con occhio alle valutazioni a posteriori!Una riflessione, infine, sul no-do della sicurezza nei lavori, omettendo volutamente di par-lare di problematiche ambien-tali, perché su questo, consi-derato lo stillicidio quotidiano dalla Campania, penso possa-no avere tutti idee abbastanza precise riguardo alla esplosivi-tà del problema per colui che

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lo viva in prima linea! Dalla let-tura del Codice per la sicurez-za emerge manifesto lo spirito penalizzante della norma nei confronti dei tecnici pubblici dipendenti.Al di là delle grida d’allarme, delle dissertazioni tecnico-giu-ridiche e/o dell’opportunità di dibattiti e tavole rotonde, rite-niamo quanto mai necessa-ria un’azione governativa mi-rata a promuovere una urgente revisione del sistema di verifi-ca, controllo e sanzionatorio, nei confronti del Responsabile dei Lavori/RUP e delle Impre-se, soprattutto tarandolo sulla realtà del lavoro e non sugli at-ti del fiorente mercato dei con-vegni specialistici e delle ca-se editrici (mi perdoni Maggio-li per il colpo basso…, ma non mi pare che nell’ultimo quindi-cennio gli infortuni siano dimi-nuiti, anche se le carte aumen-tano a dismisura).L’attuale impostazione della norma dovrebbe essere rivisi-tata per dotare di un ruolo fat-tivo e dignitoso il Responsabi-le dei lavori, che allo stato at-tuale è costretto a rincorrere le ditte per obbligare le stes-se al rispetto minimo della leg-ge, per non essere egli stesso passibile di sanzioni.La normativa potrebbe, per-tanto, essere riconsiderata per prevedere che il RUP/Respon-sabile lavori, diventi soggetto attivo e propositivo per verifi-che e controlli (come pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni), unitamente agli altri preposti funzionari dello ISPEL e dell’Ispettorato del Lavoro, anch’essi pubblici ufficiali.Per una concreta lotta agli in-

fortuni sul lavoro quanto sopra dovrebbe essere propedeutico per la creazione di un’Authori-ty Regionale per la Sicurezza sul lavoro che rappresenti un organismo in primis di consu-lenza effettiva, quindi di con-certazione e riconosciuto per la promozione di intese con le parti sociali, le associazioni di categoria e con le istituzio-ni competenti per la sicurezza, apportando le opportune mo-difiche all’art. 7 del d.lgs. n. 6 del 2008.Al Governo, l’Unitel ha già chiesto l’istituzione di sanzio-ni per tutte quelle imprese che non rispettano le norme sul-la sicurezza, soprattutto per quelle che sono recidive e per le quali si propone che venga-no escluse dalle gare d’appal-to per i lavori pubblici.Sarebbe razionale prevedere per legge, per appalti superiori alla soglia (e 150.000,00), l’ob-bligo di insediare, sino al col-laudo delle opere, una com-missione paritetica, composta dal RUP e da funzionari dello ISPEL e dell’Ispettorato (anzi, del solo INAIL tenendo conto la attribuzione a questo istituto di tutte le funzioni in materia di prevenzione sui luoghi di lavo-ro effettuata dall’art. 7 del d.l. n. 78 del 2010), che control-li l’operato delle imprese, an-che, sia detto a chiare lettere, per evitare un sindacato di giu-dizio e sanzione in vitro a vol-te un po’ inquietante da par-te di codesti colleghi che non seguono in tutte le fasi la com-plessità e le criticità di un iter realizzativo.L’attività di servizio di tutti i funzionari che svolgono in ma-

teria di LL.PP., Sicurezza ed Urbanistica il loro ruolo in qua-lità di Pubblici Ufficiali, mira a un controllo concordato di le-galità e di rispetto delle regole da parte di tutti i soggetti che intervengono nelle procedure, pertanto la figura del Dirigente e del RUP dovrebbe essere tu-telata e garantita dalla norma e non perseguita!Compito, d’altra parte, in par-te compiuto con la modifica dell’art. 26 del citato d.lgs. n. 81/2008.Potremmo non finire mai, i col-leghi in sala lo sanno, gli al-tri ospiti lo intuiscono: vivia-mo quotidianamente un lavoro complesso che richiede com-petenza, professionalità, capa-cità di mantenere rapporti isti-tuzionali cordiali e corretti con cittadini, amministratori, im-prenditori; a volte sembra che ciò porti solo ruolo e respon-sabilità, mezzi neanche a par-larne, attestazioni poche; sia-mo pretenziosi: vorremmo an-che un futuro!Ringrazio per l’attenzione, so-no sinceramente emoziona-to ma mi aspetto ardentemen-te un dibattito fattivo, fra parti che si stimano reciprocamente ed hanno a cuore solo l’inte-resse del Paese, e mi onoro di passare la parola alla Dott.ssa Valeria UVA.

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LE aTTESTazIonIED I SaLUTI ISTITUzIonaLI

Lettera del Presidentedel Senato

Gentile Presidente, La ringra-zio per l’invito a partecipare al Primo Congresso Naziona-le dell’Unione Nazionale Ita-liana Tecnici Enti Locali che si terrà il 12 e 13 novembre pros-simi a Roma. Non potrò esse-re tra voi ma desidero trasmet-tere a tutti gli intervenuti il mio più sincero apprezzamento per aver dato vita a questa asso-ciazione con l’obbiettivo di of-frire un sostegno concreto agli Enti Locali e a tutte le profes-sionalità che ne consentono la gestione quotidiana su tutto il territorio nazionale.Sono certo che il Congres-so costituirà una preziosa oc-casione di confronto su temi strategici quanto cruciali per la crescita e lo sviluppo del no-stro Paese. L’innovazione del-la Pubblica Amministrazione, anche nel quadro più genera-le dell’attuazione del federali-smo fiscale, non può prescin-dere dal contributo fondamen-tale che potranno e dovranno dare tutti gli Enti Locali in ter-mini di riordino e semplifica-zione del sistema delle diver-se autonomie. Augurando pie-no successo all’iniziativa, col-go l’occasione per inviare miei più cordiali saluti.

Sen. Renato Schifani

Messaggio del Presidentedella Camera dei Deputati

La ringrazio, gentile Presiden-te, per il gradito invito a parte-cipare al Primo Congresso Na-zionale dell’Unione Nazionale Italiana Tecnici Enti Locali che si svolgerà a Roma il 12 no-vembre 2010.Gli enti locali, dando voce e rappresentanza agli interes-si del tessuto produttivo, cul-turale ed economico del terri-torio, costituiscono le Istituzio-ni che, in modo più immediato, si confrontano con i problemi quotidiani dei cittadini. I pro-fessionisti da Voi rappresenta-ti, in ragione della loro qualifi-cata conoscenza delle diver-se problematiche legate al go-verno locale, forniscono un ef-ficace contributo di consulen-za e di analisi, utile al miglior conseguimento degli obbiettivi e delle esigenze territoriali. È a loro che va il mio vivo apprez-zamento.Nell’auspicare che i lavori con-gressuali possano offrire un importante apporto di appro-fondimento e di proposta per il futuro della vostra categoria, rivolgo a tutti i partecipanti un sincero augurio per il miglior esito dell’evento, unitamente ai miei cordiali saluti.

On. Gianfranco Fini

Telegramma della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Il Presidente del Consiglio dei Ministri mi incarica di ringra-ziarla delle cortesi notizie re-lative al Primo Congresso Na-zionale UNITEL programma-to a Roma il 12 e 13 novembre 2010 e formula i migliori auguri di buoni lavori congressuali.Cordiali saluti

Il Segretario GeneralePresidenza Consiglio Ministri

Lettera di attestazionedell’Ing. Funaro

Caro Presidente,ho partecipato al primo con-gresso nazionale dell’Unitel con la curiosità di chi è mosso non da condizione di ..... ap-partenenza, ma dal desiderio di conoscere meglio problemi dei quali ero comunque a co-noscenza per le ricorrenti con-versazioni con l’amico carissi-mo Romolo Gagliardi, “prototi-po” intelligente di tecnico mo-derno ed illuminato, rappre-sentante qualificato dell’Unio-ne. Il suo invito mi ha indotto prima ad iscrivermi all’Unitel, da libero professionista, e, in seguito, a partecipare al Con-gresso.A parte inevitabili disagi di na-tura logistica, peraltro limi-tati grazie al lodevole sforzo

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organizzativo (ma il Melià è .... in una Roma diversa da quel-la conosciuta), desidero espri-merle l’apprezzamento per l’al-ta qualità del dibattito, nel cor-so del quale sono stati focaliz-zati temi vitali per una Ammi-nistrazione Pubblica moderna, professionalmente attrezzata, più efficiente ed adeguata alla domanda spesso esigente del cittadino-utente.Mi è apparso significativo il fatto che ad essere dominan-ti siano stati i temi della re-sponsabilità e della formazio-ne continua, affrontati in una dimensione positiva e propo-sitiva in cui il Tecnico rivendica un ruolo attivo e non subalter-no, ed affida alla propria com-petenza e alla propria qualifi-cazione professionale il com-pito, spesso arduo, di operare nella legalità, nella trasparen-za e nell’interesse della Pub-

blica Amministrazione, sapen-do farsi carico del peso del-le responsabilità crescenti im-poste dall’evoluzione del con-testo funzionale e normativo all’interno del quale è costret-to ad operare quasi sempre in condizioni di solitudine.In tal senso la puntuale analisi emersa nel corso dei lavori sul ruolo e sulle competenze “al-largate” del RUP ha offerto una chiave di lettura emblematica ed illuminante, che ha reso naturali le peraltro legittime rivendicazio-ni sindacali, collocate opportu-namente sullo sfondo dei lavori, al punto da apparire un “com-plemento” delle analisi ed una loro fisiologica appendice.Il coinvolgimento di relato-ri di grande spessore cultura-le ed istituzionale (Karrer, Spa-raccio...) ha conferito respiro più generale al Congresso, pe-raltro reso vivo dal contributo

pregnante degli operatori sul campo.Auguro a Lei e all’Unione, di cui da oggi mi sento più par-tecipe, di proseguire nella di-rezione tracciata con coerenza ed incisività, nella convinzione che Tecnici più qualificati sia-no un prezioso presidio di cui l’intera società ha bisogno.Cordiali saluti

Ernesto Funaro

Lettera di Pasquale Laviano, Presidente di Unitel Basilicata

In riferimento al Congresso Nazionale tenutosi in data 12 e 13 u.s., esprimo a nome per-sonale e della sezione di Ba-silicata il più sentito ringrazia-mento al Presidente Bernardi-no Primiani, al Segretario Pa-olo Discenza e quanti hanno collaborato per l’ottima riusci-ta dell’iniziativa, per averci re-galato due giorni di dibattito di altissima levatura, che hanno dimostrato la grande afferma-zione dell’Unitel sullo scenario nazionale, circostanza attesta-ta e dimostrata dalla presenza e partecipazione di relatori di altissimo spessore.A tutti i relatori rivolgo un sin-cero ringraziamento per quanto ci hanno trasmesso, nel corso dei lavori. Invito tutti i colleghi ad un proficuo impegno per fa-vorire la crescita esponenziale dell’Unitel nell’interesse di tut-ta la “categoria” dei tecnici de-gli Enti Locali. In ultimo intendo esprimere il più sentito augurio al Presidente Primiani, che si-curamente saprà regalarci nuo-vi orizzonti e nuovi traguardi.Grazie.Il Presidente della Sezione Basilicata ed i Soci lucani in sala

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ConGRESSo, RUoLo DEI TECnICI nELLa P.a.

Nota del dr. Giuseppe Della Rocca

appunti sul ruolo dei tecnici nella pubblica amministrazione

Il Convegno UNITEL del 12-13 novembre sul ruolo, responsa-bilità e futuro del tecnico degli enti locali ha messo in rilievo gli aspetti giuridici ed istituziona-li come risposta ad un diffuso malessere dei tecnici in un con-testo di sovraccarico normativo e disciplinare. Gli appunti, che seguono, si concentrano inve-ce sugli aspetti di tipo organiz-zativo e in particolare sulla ne-cessità di separare l’attività e le responsabilità amministrative da quelle più propriamente tec-niche. In questo modo si ope-rerebbe a monte, e prima delle delimitazioni normative, in mo-do anche da neutralizzare pos-sibili contestazioni e conflittua-lità che potenzialmente sono sempre attuali.È noto, sulla base delle espe-rienze di organizzazione delle strutture e dei ruoli consegui-te nel settore privato, che l’au-torità amministrativa non coin-cide con quella tecnico-pro-fessionale. La prima di soli-to risponde a norme e proce-dure, la seconda a competen-ze e conoscenze professiona-li di un particolare ambito tec-nico. Le soluzioni per risolve-re il problema della non coin-cidenza (e possibile contrasto) tra i due tipi di autorità sono state trovate operando su due ambiti, la definizione di un mo-dello organizzativo da un lato e dall’altro di un ruolo e uno sta-

tus contrattuale. I modelli or-ganizzativi da individuare so-no di vario tipo, innanzitutto da quelli concernenti le dimensio-ni delle aziende o amministra-zioni. Nelle grandi e medie, la soluzione viene di solito ricer-cata nel disegno dell’organiz-zazione che separa i due ti-pi di attività e di responsabili-tà; nelle piccole e piccolissi-me realtà la soluzione organiz-zativa viene ricercata di solito sul territorio. I ruoli e lo status professionale, prima ancora che per norma legislativa, tro-vano espressione nei contratti di lavoro. I CCNL rappresenta-no lo strumento che consente maggiore flessibilità, partico-larmente adatto in un regime di privatizzazione del rappor-to di lavoro che stabilisce, per quanto riguarda la definizione dei ruoli (e delle conseguenti retribuzioni stipendiali) la prio-rità del contratto sulla legge. In tale ambito la separazione tra attività amministrativa e quella tecnica può trovare soluzioni nella descrizione delle attività e responsabilità dei profili pro-fessionali e dei percorsi di car-riera (carriere equivalenti ma separate di natura amministra-tiva da un lato e di natura pro-fessionale dall’altro come è già avvenuto distinguendo la diri-genza amministrativa da quella medica nel settore sanitario).Unitel potrebbe iniziare ad esplorare queste due ipotesi (o altre, sempre di natura organiz-

zativa e contrattuale) costituen-do inizialmente un gruppo ri-stretto di lavoro con alcuni tec-nici appartenenti a dimensioni organizzative e di ruolo diverse. Il gruppo di lavoro dovrebbe essere affiancato da uno o più esperti di organizzazione. Ob-biettivo del gruppo è quello di:• definireuno o più modelli or-

ganizzativi tenendo conto delle dimensioni delle ammi-nistrazioni o di altre peculia-rità organizzative, territoriali, istituzionali che possono in-sorgere durante il lavoro;

• lavoraresuprofili separati di ruolo amministrativo e pro-fessionale, individuando de-claratorie, responsabilità ed eventualmente altre norme inerenti i criteri di impiego, di valutazione e disciplinari;

• taliprofilidevonoesserede-clinati in separati percorsi di carriera considerando le atti-vità, competenze, responsa-bilità da attribuire a ciascun livello.

Entro un periodo non superio-re a tre o quattro mesi il grup-po di lavoro deve elaborare una proposta dettagliata, ma allo stesso tempo sintetica da sot-toporre agli organismi dell’Uni-tel per poi fare un’opera di veri-fica e consultazione con le par-ti sociali e con le associazio-ni. Escluderei in una prima fa-se, e solo dopo avere creato consenso su una proposta, una eccessiva pubblicizzazione at-traverso convegni o media.

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QUaTTRo DoManDEa SEI PRoTaGonISTI

di Gianfilippo Lo Masto

In concomitanza con il 1° Con-gresso Nazionale dei Tecni-ci della p.a. in Roma, Unitel ha chiesto a tre colleghi, che eser-citano la professione in aree tecniche di enti locali, 4 rispo-ste riguardo a singole tematiche fra i temi che caratterizzeranno l’evento, ovvero la Responsabi-lità, il Ruolo ed il Futuro dei col-leghi che operano nel pubblico.Non neghiamo che soprattut-to il primo tema è molto sen-tito nel nostro universo, e per-tanto siamo stati incentivati ad approfondire questo aspetto ed a chiedere, sulla Responsa-bilità, l’opinione di tre protago-nisti della società civile, di di-versa formazione, per cogliere anche aspetti e risposte me-no “coinvolte” rispetto a quelle di coloro che operano diretta-mente nelle aree tecniche.Pur nella sinteticità di quanto abbiamo raccolto, non neghia-mo che si colgono aspetti ed input affatto interessanti, come poi, con ben più ampio respiro, è emerso nel Congresso.

RESPonSaBILITÀ:risposta del collegaArchitetto Antonio Loretano– Amministrazione Provincialedi Roma

D: Architetto, ritiene che il complesso delle responsabilità correlate alla Sua professione sia eccessivo o rappresenti il normale livello di garanzie che la collettività richiede all’opera-tore tecnico?

R: Ritengo che le responsabili-tà insite nel ruolo che rivestia-mo siano adeguate rispetto al-le attese della collettività. Ciò che ritengo invece inadeguato, è il riconoscimento della pro-fessione, sia in termini di con-siderazione del settore che di valorizzazione delle professio-nalità interne.

D: È ipotizzabile supporre che il professionista tecnico della p.a. possa, in certi casi, tende-re a “depotenziare” la propria azione amministrativa, ed il conseguente servizio per il cit-tadino, per non incorrere in er-rori, sempre incombenti consi-derata la odierna “Babele” nor-mativa?

R: Penso che in alcuni casi questo possa accadere, ma ri-tengo che il problema sia da circoscrivere alle piccole real-tà amministrative, nelle quali il tecnico è privo di qualsiasi sup-porto legale qualificato. Molto spesso capita anche che l’Am-ministrazione di appartenenza non sia sensibile al problema della formazione continua del

personale, anche alla luce della continua evoluzione normativa, come indicato, in maniera effi-cace, nella domanda.

D: Sappiamo che, sia che si operi in una metropoli che in un piccolo comune, gli adem-pimenti sono i medesimi per tutti. Come si può giustifica-re la disparità di condizione nel secondo caso, ovvero in so-stanziale solitudine rispetto ad altri colleghi che possono av-valersi di apparati di livello adeguato per potere orientare al meglio la propria azione?

R: Non trovo giustificazioni, semmai posso comprender-ne le ragioni ma senza condi-viderle. Credo che nelle pic-cole realtà sia molto forte, ed a volte insostenibile, la pres-sione “politica” sulle decisio-ni tecniche. Ciò si evidenzia anche nella tendenza attuale (che io definisco “seconda fa-se della Bassanini”), di dotar-si di dirigenti a contratto, mol-to più malleabili in ambito de-cisionale.

D: Per quale motivo, pur a fronte della criticità del Vs. ruo-lo professionale, rispetto ad al-tre “categorie” meno soggette a pressione, la vostra è sostan-zialmente silenziosa e non ma-nifesta apertamente un disagio che appare evidente?

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Speciale 1° Congresso Unitel

R: Credo che in questa fase storica prevalga la sensazio-ne che il nostro disagio rimar-rebbe inascoltato ed incom-preso. Vige la convinzione da parte dei colleghi, che i tecnici laureati e/o titolari di posizione organizzativa, siano dei ricchi privilegiati.Questa immagine distorta è anche incentivata ad arte da chi trae vantaggio a mantene-re divisa la massa dei dipen-denti. La crisi sindacale e l’og-gettiva impreparazione delle delegazioni trattanti, va a tut-to vantaggio delle “delegazio-ni di parte pubblica”, le qua-li non possono che trarre utilità da questa divisione interna.

RUoLo:risposta del collegaArchitetto Salvatore Iervolino– Comune di Napoli

D: Il governo e la gestione del-la cosa pubblica richiedono processi sempre più comples-si, organizzazioni articolate; come parte di questo corpus, il ruolo tecnico occupa un po-sto di rilievo oppure, nella so-stanza e valorizzazione, è sot-tordinato ad altri settori della macchina istituzionale?

R: Il ruolo tecnico (attuatore e gestore) è ovviamente subor-dinato alla politica degli orga-ni istituzionali (indirizzo e con-

trollo). Al tempo stesso però ri-tengo che questi ultimi siano indissolubilmente legati all’an-damento delle aree tecniche sia per quel che riguarda la progettazione e realizzazione di opere pubbliche, come per le manutenzioni del patrimonio ed all’arredo urbano. Prova ne sia che tutti i comizi, durante il periodo elettorale, sono cen-trati sui programmi delle ope-re che si intendono realizzare, o sul completamento di quelle in essere.

D: Rimoduliamo la domanda precedente cambiando il sog-getto: in base alla Sua espe-rienza quale ritiene sia la im-magine del tecnico della p.a., soprattutto in un ente espo-nenziale come il comune, da parte del cittadino?

R: Come in tutti i settori, l’im-magine non è univoca od una-nime, sia in relazione a chi ci giudica sia rispetto al sogget-to che opera (mi sovviene che chi comunque faccia può sba-gliare, i fannulloni…). Più volte ho avuto ritorni positivi da par-te di utenti e cittadini, che han-no riconosciuto la professiona-lità con la quale è stato tratta-to il loro problema personale, anche nei casi di risposta ne-gativa.

D: Pensa che vi sia un rapporto di stima e collaborazione con i colleghi libero-professionisti op-pure problemi di comunicazio-ne e comprensione cristallizza-no i ruoli e non aiutano l’osmo-si di esperienze e saperi?

R: Può capitare talvolta che

permeino problemi di “invidia”, legati al diverso livello di retri-buzione. Il rapporto varia in re-lazione ai professionisti che si confrontano, in quanto perso-nalmente tale mi sento, come il collega esterno, con la me-desima dignità, anzi con un li-vello di responsabilizzazione maggiore, rivestendo anche un ruolo di rappresentanza di una pubblica istituzione. Ho nota-to che, come succede all’in-terno degli uffici, sovente an-che i colleghi libero-professio-nisti pagano lo scotto di una formazione non continuamen-te aggiornata, nello specifico riguardo alle varie procedure regolamentari.

D: Il ruolo del tecnico pubbli-co sembra progressivamen-te tendere ad una attività ge-storia/procedimentale, rispet-to alla naturale attività che do-vrebbe derivare dalla forma-zione scientifica: ritiene il pro-cesso naturale e necessario od una dichiarazione di “resa” del-la p.a. verso la progettualità in-terna?

R: Effettivamente il tecnico lo-cale, oltre all’aggiornamen-to continuo a livello ammini-strativo, si dedica a molte al-tre incombenze che lo allon-tanano dalla attività meramen-te progettuale o di pianificazio-ne. Molti sentono questa man-canza come una diminutio, e può capitare di sentirsi dei bu-rocrati, al meglio manager, non più tecnici nel senso puro del termine. Non ci dimentichia-mo che la stragrande maggio-ranza dei comuni italiani ope-ra con organici ridotti all’osso.

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Il blocco delle assunzioni, il patto di stabilità ed il conte-nimento della spesa senza la compensazione con adegua-ti trasferimenti dallo Stato, non lasciano prevedere sviluppi positivi al riguardo.

FUTURo:risposta del collegaArchitetto Claudio Esposito– Comune di CastelFrentano (Ch)

D: Pensa che il ruolo tecnico nella p.a. possa in futuro ac-crescere la propria importan-za o continuerà a risentire del-la storica “subordinazione” che nel nostro Paese ha sempre sofferto rispetto alle professio-nalità amministrative?

R: Sono convinto che il ruo-lo dei tecnici sarà sempre più nodale in una p.a. in completa trasformazione. Bisognerà pe-rò cambiare pelle. Mi spiego: l’attività della p.a. sarà sem-pre più orientata alla program-mazione e gestione di progetti strategici e di sviluppo del ter-ritorio, soprattutto in vista del-la totale mancanza di risor-se pubbliche (economiche) da mettere in gioco. In questo contesto assumerà sempre minor rilievo la gestione dei procedimenti tipici (es. SCIA) e sempre maggior importan-za la gestione di nuovi Istituti

(Project Financing, Leasing in costruendo ecc.).

D: La recente “battaglia” che ha riportato al 2% l’incentivo per la progettazione ha visto i tecnici pubblici rappresenta-re le proprie istanze, rivelatesi vincenti, alle Istituzioni in mo-do fermo, ma corretto, circo-stanziato, non “urlato” e, so-prattutto, ha messo in grado i pubblici poteri di capire effet-tivamente il grande ruolo che voi rivestite. Cosa può nascere in futuro da questa nuova con-sapevolezza e dalle attestazio-ni di stima ricevute?

R: La strada intrapresa è quella giusta. Occorre portare a com-pimento il processo di dialogo con le Istituzioni ed assicurare la presenza di tecnici qualificati nei tavoli di lavoro. Unitel ha già svolto questa attività parteci-pando ad importanti incontri di studio (Itaca, Istat, Avcp....) ap-portando il contributo, apprez-zato, dei tecnici degli Enti Lo-cali. Occorre quindi potenzia-re questa attività per gestire da protagonisti, e non subire, i pro-cessi di riforma in atto.

D: Il progressivo ricambio ge-nerazionale in atto, che dota le amministrazioni di laureati in luogo di diplomati, e quindi di personale con abilitazioni su-periori, è destinato a Suo giu-dizio ad ampliare l’operatività degli uffici tecnici, o prevede che “magna pars” degli adem-pimenti sarà comunque di na-tura amministrativa, attesa la crescita smisurata di questi ul-timi rispetto agli atti più pro-priamente tecnici?

R: Già oggi l’attività ammini-strativa assorbe in modo pre-ponderante il lavoro degli Uffi-ci Tecnici a scapito dell’attività squisitamente scientifica e le riforme in itinere non sembra-no evidenziare un cambiamen-to di rotta. Credo quindi che occorrerà sempre più puntare sulla formazione interdiscipli-nare per la gestione dei nuo-vi e sempre più complessi pro-cedimenti amministrativi.

D: In finale: consiglierebbe ….. a Suo figlio di intraprendere questa professione, considera-ti, non ultimo, i livelli retributivi e l’impegno richiesto?

R: Chi svolge questo mestie-re lo fa mettendo in gioco una forte carica di idealità, contra-riamente alle apparenze. Amo il mio lavoro e credo che mio figlio abbia colto il significa-to della mia presenza in ufficio ben oltre il canonico orario di lavoro e… le ansie che inevita-bilmente mi seguono anche fra le mura domestiche. Non gli consiglierei questo lavoro ma, se lo scegliesse, ne sarei inti-mamente orgoglioso.

Risponde il dr. Leonardo Miconi – Dirigente dell’Autorità di Vigilanza per i Contratti Pubblici

D: Dottore, stima che il tecnico della p.a. abbia, sotto l’aspetto

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delle responsabilità, specifiche problematiche o le stesse non si discostino sostanzialmente da quelle delle altre professio-nalità del pubblico impiego?

R: È nota la vasta elencazione di compiti cui deve assolve-re il RP alla luce del codice dei contratti pubblici e dei regola-menti, elencazione suscettibi-le di ampliarsi ogni qualvolta sia concepita una nuova nor-ma, come puntualmente si ve-rifica con il regolamento di at-tuazione del codice dei con-tratti pubblici (appena firmato dal Presidente della Repubbli-ca e in attesa di pubblicazione sulla G.U.). La ragione di ta-le tendenza, dobbiamo ricor-dare, è la legge n. 241/1990 di riforma del procedimento am-ministrativo: da un lato indivi-dua una figura unica cui ricon-durre l’azione amministrativa, dall’altro facilita la ricerca del-le responsabilità, così operan-do una vera e propria rivolu-zione delle prassi (e della sca-la gerarchica sostanziale) in uso fino agli anni novanta nella p.a. In tutta evidenza, non ve-do nel pubblico impiego figu-re aventi una pari concentra-zione di oneri (e di conseguen-ti responsabilità) così minuzio-samente descritti, in un settore peraltro molto complesso.In effetti il RP è schiacciato dagli eccessi normativistici – espressione rinvenuta nel pa-rere del Consiglio di Stato del 24 febbraio 2010, n. 313/201 –, eccessi riconducibili a mio pa-rere alla più generale tenden-za alla c.d. giuridificazione del-la società, intorno alla quale si argomenta nell’interessantissi-

mo saggio pubblicato da Ste-fano Rodotà, La vita e le rego-le, Feltrinelli, Milano, 2009.Tale impostazione non cre-do possa elevare il dipendente pubblico al rango di manager, per metà tecnico e per me-tà giurista, peraltro a fronte di un cliché sul pubblico impiego non proprio edificante anche se qualche volta meritato. Nel-lo stesso parere ricordato, mi ha colpito un richiamo corag-gioso, quasi un monito, sinte-tizzabile come segue: una nor-ma troppo analitica assicu-ra sì la legalità, ma comprime gli spazi del buon andamento. Spiace anche rilevare il vezzo del legislatore di considerare il RP quasi un avversario: in pro-posito vale rammentare l’ori-ginaria formulazione, poi del tutto rivisitata, del comma 7, dell’art. 10, dello schema di regolamento di attuazione del codice, laddove si prevede-va l’esclusione del medesimo RP dalla ripartizione dell’in-centivo dell’art. 92, comma 5, del codice, qualora non aves-se svolto i compiti assegna-ti con diligenza o avesse vio-lato gli adempimenti richiesti a suo carico dal codice stesso; con l’obbligo di risarcire i dan-ni all’amministrazione.Così come prevedeva l’invio d’ufficio di tutti gli atti, a pro-cedimento ultimato, alla pro-cura della Corte dei Conti: per fortuna nel ricordato parere, cui si è conformato il Ministero delle Infrastrutture, il Consiglio di Stato ha osservato, oltre alle questioni sul rango delle fon-ti, che la procura non può atti-vare indagini indifferenziate su fattispecie astratte di danno ..

mentre queste devono essere circostanziate e specifiche. Il RP è dunque ben avvisato.

D: Vi è una crescente valuta-zione, nei cittadini come fra gli operatori pubblici, che la “filie-ra” di parte della produzione legislativa termini con la pro-mulgazione del provvedimento, mentre sia tutta da verificare la effettiva applicabilità e la relati-va efficacia del dettato. Quale è, a Suo giudizio, il passaggio che manca, qualora l’opinione le appaia condivisibile?

R: Comprendo, credo, il ragio-namento da cui origina la do-manda. Ma non condivisibile del tutto il senso da essa sot-teso. La soluzione non può neppure essere quella di eli-minare le norme, generalmen-te di alta qualità nel nostro Pa-ese. Pensiamo al recente d.m. 14.1.2008 e agli oneri previsti ad esempio nella fase di ese-cuzione e di controllo dei ma-teriali impiegati nelle opere o ai saggi da effettuare nelle co-struzioni esistenti, la cui ca-renza ha portato, come triste-mente noto, a livelli di danno molto elevati nelle costruzio-ni della realtà aquilana colpita dal sisma del 6.4.2009. Mentre sono persuaso che l’efficacia delle norme dipenda da tutti noi, da come operiamo nel no-stro quotidiano anche in quei numerosi adempimenti in ap-parenza secondari: dobbiamo sempre e comunque combat-tere la superficialità nei com-portamenti e nelle decisioni, anche del RP, e rigettare il di-lettantismo con le armi del-la competenza e dell’eticità,

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in una parola sola professioni-smo. Questo sarebbe un otti-mo viatico per assicurare l’ef-ficacia delle norme. Pretendia-mo dunque innanzi tutto da noi stessi.

D: È necessario, in virtù della Sua esperienza, che le ammi-nistrazioni pongano in essere azioni ed impegnino risorse più tangibili per supportare i pro-pri tecnici, con la formazione e l’aggiornamento, nello svolgi-mento del proprio lavoro?

R: È scontato insistere nel-la formazione. Non mi riferi-sco unicamente ai soliti ma-ster – molto importanti anche se da rivedere nella imposta-zione – ma penso a nuove for-me come gli stages tra ammi-nistrazioni e al tutoraggio a di-stanza.Ad esempio una attività pre-ziosissima di tal genere è sta-ta organizzata dall’Autorità di vigilanza con il c.d. conctact center: un operatore può te-lefonicamente raccogliere da questo ufficio un suggerimento utile a sbloccare una questio-ne in un momento di difficol-tà, ricevendo un parere tem-pestivo e su misura, ancorato ai pronunciamenti già elabora-ti dall’AVCP (vedasi comunica-zione preventiva).È da rimarcare però un punto delle norme: il codice (c. 5, art. 10) e il regolamento emanan-do (art. 261), hanno migliora-to e rafforzato la possibilità per il RP di avvalersi dell’attività di supporto, fino a pochi anni fa impensabile; ad esempio, nel-la scelta degli elementi di va-lutazione e dei pesi del bando,

nella verifica dei progetti, nel-la verifica della congruità delle offerte anormalmente basse, nella redazione delle varianti in corso d’opera.Infine, sull’impostazione dei master vorrei riferirmi ad una frequente considerazione pro-veniente dai discenti circa la qualità e l’impegno dei relato-ri, talvolta risultante al di sotto delle aspettative, soprattutto quando si tratti di soggetti no-ti per la carica ricoperta o per la visibilità. Anche su questo, credo, occorrerebbe una rifles-sione e un invito ad una mag-giore attenzione, a beneficio della qualità generale della for-mazione e, dunque, delle sue ricadute positive sul settore.

D: “Divaghiamo” sull’etica: il concetto di responsabilità, in termini filosofici, si può consi-derare per la società il neces-sario deterrente contro la ne-gligenza, od in parte un “se-polcro imbiancato”, talvol-ta utile per non mettere in di-scussione un assetto costitui-to ed individuare nel singolo la causa di problemi spesso più complessi?

R: Credo si debba partire da una riflessione generale: ogni ordinamento ha l’esigenza di non essere dissolto dall’inos-servanza delle regole e perciò deve mettere in campo neces-sariamente una serie di espe-dienti per rendere effettivo il sistema normativo posto a ga-ranzia del vivere civile. Ecco allora la responsabilità, meglio direi la sanzione – infatti non vi potrebbe essere una respon-sabilità senza una sanzione –

come risposta o reazione al-la violazione dell’ordinamento giuridico.La sanzione peraltro giammai può essere limitata alla funzio-ne di deterrenza (che si estrin-seca con la vigilanza e lo sco-raggiamento): infatti le sanzio-ni si articolano soprattutto in una serie di misure successi-ve alla violazione, come la ri-parazione o la sanatoria, con evidente funzione e significato. Posta dunque la irrinunciabilità a un sistema delle sanzioni, da cui appunto le responsabilità, vedo percorribile e, probabil-mente, vincente, la via dell’ac-countability richiesta al mana-gement delle aziende private.Cioè di un insieme di caratteri-stiche e di modi di operare del soggetto deputato al ruolo di RP: autorità, responsabilità, ef-ficacia ed efficienza.Per questa via il singolo, ope-rante nell’ordinamento ma an-che quale libero cittadino, non potrà mai sfuggire all’impegno tassativo della responsabilità. Certo, una normativa capillare e pervasiva, non si concilia con le tecniche del management.

Risponde il dr. Roberto Proietti – Capo area legale dellaStruttura Tecnica di Missione del Ministero Infrastrutture

D: Dott. Proietti stima che il tecnico della p.a. abbia, sot-to l’aspetto delle responsabili-tà, specifiche problematiche o le stesse non si discostino so-stanzialmente da quelle delle altre professionalità del pubbli-co impiego?

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R: Certamente, in tema di re-sponsabilità, lo svolgimento della professione tecnica pre-senta diverse particolarità, per-ché accanto ai tradizionali pro-fili di responsabilità del dipen-dente pubblico – penali, civi-li, disciplinari e amministrati-vo-contabili – occorre consi-derare le possibili conseguen-ze che possono derivare dal-la scorretta esecuzione della prestazione professionale tec-nica. Si pensi, al riguardo, alla diligenza che deve caratteriz-zare la prestazione professio-nale ed alla conseguente col-pa professionale; alla perizia e alla prudenza che devono con-notare l’opera del professioni-sta; all’errore professionale e ai problemi tecnici di speciale difficoltà che il professionista tecnico si trova spesso ad af-frontare; alla responsabilità che può derivare dall’esercizio col-lettivo dell’attività professiona-le anche presso le pubbliche amministrazioni; al concorso di responsabilità in caso di er-ronee istruzioni ricevute. È ov-vio che tali profili, citati a mero titolo esemplificativo, incidono anche sulla concreta configu-rabilità delle diverse tipologie di responsabilità indicate.

D: Vi è una crescente valuta-zione, nei cittadini come fra gli operatori pubblici, che la “filie-ra” di parte della produzione legislativa termini con la pro-mulgazione del provvedimento, mentre sia tutta da verificare la effettiva applicabilità e la relati-va efficacia del dettato. Quale è, a Suo giudizio, il passaggio che manca, qualora l’opinione Le appaia condivisibile?

R: L’opinione è senz’altro con-divisibile ed i passaggi che mancano sono facilmente in-dividuabili. Ma il problema non è legato al fatto che la “filiera” di parte della produzione legi-slativa termini con la promul-gazione del provvedimento, quanto alla mancanza di qual-cosa a monte. Spesso, cioè, la ‘norma’ viene scritta ed ema-nata senza uno ‘studio di fat-tibilità’ mediante il quale verifi-care se la norma serve in con-creto e, soprattutto, se l’ammi-nistrazione è in grado di rece-pirla e applicarla effettivamen-te. Ciò si riflette, inevitabilmen-te, sull’efficacia dell’innovazio-ne normativa che frequente-mente si rivela bassa. In Italia, a differenza di quanto accade in altri Paesi (lontani e vicini), non ci si pone questo proble-ma a monte e se ne pagano le conseguenze a valle.

D: È necessario, in virtù della Sua esperienza, che le ammi-nistrazioni pongano in essere azioni ed impegnino risorse più tangibili per supportare i pro-pri tecnici, con la formazione e l’aggiornamento, nello svolgi-mento del proprio lavoro?

R: Come tutti sappiamo, il mondo delle libere professioni è oggi caratterizzato dall’ob-bligo di un costante aggiorna-mento professionale e tutte le categorie sono impegnate nel-la formazione dei propri ap-partenenti. Nella pubblica am-ministrazione si assiste ad un processo inverso: le poche ri-sorse sinora impiegate per for-mare e aggiornare i funzionari e i dirigenti pubblici sono state

drasticamente tagliate per esi-genze di contenimento della spesa. È evidente l’errore che si commette seguendo que-sta strada, posto che il picco-lo risparmio che si consegue per questa via si rischia di pa-garlo caro. Tutto questo risulta amplificato per i professioni-sti tecnici delle pubbliche am-ministrazioni, considerando la particolarità e la delicatezza delle prestazioni professiona-li tecniche. Da ciò deriva non solo l’opportunità ma anche la necessità di investire nella for-mazione e nell’aggiornamen-to al fine di ottimizzare le pre-stazioni professionali di questo particolare tipo di funzionario e dirigente pubblico.

D: Divaghiamo sull’etica: il concetto di responsabilità, in termini filosofici, si può consi-derare per la società il neces-sario deterrente contro la ne-gligenza, od in parte un “se-polcro imbiancato”, talvol-ta utile per non mettere in di-scussione un assetto costitui-to ed individuare nel singolo la causa di problemi spesso più complessi?

R: Sull’etica si può senz’altro divagare, ma il problema ve-ro oggi nel nostro Paese risie-de nel fatto che si va perden-do il reale concetto di respon-sabilità. È questo che rischia di rendere la ‘responsabilità’ un “sepolcro imbiancato”, per-ché i veri responsabili di scelte sbagliate la fanno quasi sem-pre franca barricandosi die-tro lo scudo dell’insindacabili-tà e dell’opinabilità delle scelte politico-discrezionali, mentre

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chi si trova sulla frontiera del-la quotidianità è spesso chia-mato a rispondere del proprio operato.

Risponde il dr. Marco Catalano – Sostituto ProcuratoreGenerale Procura regionale Corte dei Conti Campania

D: Dottore, stima che il tecnico della p.a. abbia, sotto l’aspetto delle responsabilità, specifiche problematiche o le stesse non si discostino sostanzialmente da quelle delle altre professio-nalità del pubblico impiego?

R: Alla luce della esperien-za professionale personale, ri-tengo che il tecnico della p.a. abbia mansioni di particola-re responsabilità; esse vanno da quelle di carattere stretta-mente operativo, a mansioni, o, meglio, compiti, di caratte-re burocratico-amministrativo più affini a quelle di un dipen-dente/funzionario appartenen-te all’ufficio legale; penso agli avvisi preventivi e successi-vi ai bandi di gara, alle proble-matiche connesse al diritto di accesso o alle incertezze nor-mative che talvolta richiedono una preparazione giuridica ag-giornata.

D: Vi è una crescente valuta-zione, nei cittadini come fra gli

operatori pubblici, che la “filie-ra” di parte della produzione legislativa termini con la pro-mulgazione del provvedimento, mentre sia tutta da verificare la effettiva applicabilità e la relati-va efficacia del dettato. Quale è, a Suo giudizio, il passaggio che manca, qualora l’opinione Le appaia condivisibile?

R: Innanzitutto ritengo che le leggi non debbano esse-re adottate sotto spinte di ca-rattere emergenziale e/o po-pulistiche; detto questo, riten-go che criteri di partecipazione sociale e di rispondenza alle esigenze provenienti dal basso possano essere di auspicio ai fini di adozione di atti norma-tivi aderenti alla realtà fattuale, piuttosto che a ipotesi più teo-riche che reali.

D: È necessario, in virtù della Sua esperienza, che le ammi-nistrazioni pongano in essere azioni ed impegnino risorse più tangibili per supportare i pro-pri tecnici, con la formazione e l’aggiornamento, nello svolgi-mento del proprio lavoro?

R: Sicuramente l’aggiornamen-to deve essere una delle priori-tà della amministrazione affin-chè l’operare amministrativo sia al passo con i tempi, anche a causa dei continui mutamen-ti legislativi (penso alla recente introduzione della SCIA al po-

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sto della DIA) e per evitare che istanze da parte private, a cau-sa di un non costante aggior-namento, possano trovare fa-cile accoglimento nei tribunali.

D: Divaghiamo sull’etica: il concetto di responsabilità, in termini filosofici, si può consi-derare per la società il neces-sario deterrente contro la ne-gligenza, od in parte un “se-polcro imbiancato”, talvol-ta utile per non mettere in di-scussione un assetto costitui-to ed individuare nel singolo la causa di problemi spesso più complessi?

R: Se la responsabilità de-ve essere il contraltare del-la negligenza, è altrettanto ve-ro che l’azione amministrati-va spesso e volentieri non è l’azione di uno, ma, per così dire, di una moltitudine; all’in-terno di essa, allora, è gioco-forza necessario verificare sia gli effettivi responsabili, sia, se del caso, graduarne la colpa. Ma, ripeto, la difficoltà di in-dividuazione del responsabile deriva dalla necessità di ricer-care non un responsabile, ma il (o i) responsabile(i), con le necessarie e conseguenti dif-ficoltà a causa sia della strati-ficazione normativa e/o proce-dimentale esistente nel nostro ordinamento giuridico, sia del-la parcellizzazione delle com-petenze.

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Vita associativa ed eventi

2° Congresso nazionale UnitelGli ottimi risultati consegui-ti dal 1° Congresso naziona-le Unitel, svoltosi nello scor-so mese di novembre 2010, ci hanno ancor più convinto dell’opportunità di proseguire questa esperienza organizzan-do il 2° Congresso Naziona-le, l’evento annuale di incon-tro e di confronto in cui tutti gli iscritti dell’associazione, e più in generale tutti i tecnici degli Enti locali, possano ritrovarsi in un momento di aggiornamen-to, di scambio di esperienze, di idee e di proposte per il mi-glior svolgimento della propria attività all’interno dell’ente.I lavori di questo secondo Congresso saranno tutti dedi-cati al nuovissimo ed impor-tantissimo regolamento di ese-cuzione e attuazione del co-dice dei contratti pubblici che entrerà in vigore proprio pochi giorni dopo la data di svolgi-mento del congresso.Il programma ed il taglio del-le relazioni intenderanno privi-legiare un approccio pratico-operativo nell’approfondire le nuove disposizioni normative, di supporto all’attività che do-vrà svolgere il tecnico dell’en-te locale. Dopo un’attenta anali-si degli istituti di carattere gene-rale, verranno poi approfonditi il

contenuto degli atti, il rapporto tra i diversi soggetti coinvolti nel ciclo della commessa, gli errori da evitare e gli accorgimenti da adottare per garantire la piena correttezza e conformità delle procedure di appalto alle nuove disposizioni regolamentari.I lavori del 2° Congresso sa-ranno quindi un vero e proprio evento formativo e di aggior-namento professionale gratu-ito per tutti i tecnici degli enti locali.

* IscrizioneLa partecipazione è gratuita e aperta a tutti i tecnici degli enti locali anche non iscritti all’Unitel. È però obbligatoria l’iscrizione che darà diritto ai materiali di-dattici e al buffet offerto dall’or-ganizzazione per la colazione di lavoro del 20 maggio 2011.

Programma dei lavori (prov-visorio)Venerdì 20 maggio 2011 –ore 9,30-13,30– il regolamento di esecuzione

e attuazione del codice dei contratti pubblici;

– l’ambito di applicazione del regolamento, competenza statale, regionale, tutela con-correnza;

– la programmazione dei lavori;– compiti e funzioni del RUP;

– fase della programmazione;– verifica e validazione del pro-

getto;– sistemi di qualificazione e re-

quisiti degli esecutori;– contratto di avvalimento;– garanzie e sistema di garan-

zia totale in esecuzione.

– consorzi e raggruppamenti;– procedure negoziate;– dialogo competitivo;– concessione di costruzione e

gestione dei lavori;– disciplina del project finan-

cing;– criteri di selezione delle offer-

te e verifica delle offerte ano-male;

– contenuto dei capitoli;– l’esecuzione dei lavori;– subappalto, cottimo, lavori in

economia;– affidamento servizi di inge-

gneria;– acquisizione di servizi e for-

niture sotto soglia;– contenzioso e risoluzione del-

le controversie;

Buffet dalle ore 13,30 alle ore 15,00

dalle ore 15,00 alle 18,30– I punti di vista dei tecnici de-

gli EE.LL. criticità o oppor-tunità? Dibattito e confronto con i protagonisti.

Sul sito associativo www.uni-tel.it, nelle apposite pagine, tutte le anteprime dei convegni associativi ed in partnership; consultando il link dedicato è possibile, per coloro che non abbiano potuto partecipare, avere cognizione del parter-

re dei relatori, scaricare le rela-zioni ed, in ultimo, per ulterio-ri approfondimenti, contattare i referenti regionali.

PER AGGIORNARE LA REDAZIO-NE RIGUARDO GLI EVENTI, ED I RELATIVI CONSUNTIVI, INDIRIZ-

ZARE LE MAIL ALL’INDIRIZZO DELLA SEGRETERIA: [email protected], AI FINI PUBBLI-CAZIONE SUL GIORNALEPER COMUNICARE CON IL PRESI-DENTE: [email protected] ed Unitel abruzzo sono anche su Facebook

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Nel corso degli ultimi anni l’affidamento dei lavori pubblici ha subito mutamenti radicali: sono cambiati le norme, la terminologia, il procedimento e, assieme ad essi, le conoscenze.Lo strumentario a disposizione degli operatori si è completamente trasformato per stare al passo con il cambiamento e le fonti di aggiornamento si sono moltiplicate e velocizzate, grazie soprattutto alla rete telematica.

Il testo è pensato come una guida di agevole consultazione che si integra con le altre fonti, segue le diverse fasi del procedimento di affidamento, si sofferma sui problemi pratici e lascia sullo sfondo l’inquadramento teorico.Il volume si completa con un’appendice su Cd-Rom contenente, oltre alla sitografia e agli schemi di uso corrente, una raccolta di materiale documentario.

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Loredana BruniDottore in giurisprudenza, svolge attualmente le funzioni di istruttore amministrativo di un Ente locale, nell’ambito del quale è stata inserita per oltre un triennio nell’Ufficio contratti e ha collaborato al progetto ITACA per la redazione di testi finalizzati all’e-learning.Stefano SorrentinoAvvocato del Foro di Roma, si occupa di contratti pubblici dal 1989. In tale materia è autore di pubblicazioni e svolge attività di formazione per Enti pubblici e privati.

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> Aggiornamento al Regolamento di attuazione del Codice dei contratti pubblici, emanato con d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207> Volume di agevole consultazione, che si sofferma sui problemi pratici e lascia sullo sfondo l’inquadramento teorico> Suddivisione in parti, capitoli, paragrafi e sottoparagrafi che seguono le diverse fasi del procedimento di affidamento

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2° CONGRESSONAZIONALE UNITELIL NUOVO REGOLAMENTO DI ESECUZIONE E ATTUAZIONE DEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI

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UnItel tel. 0874/686111 - Fax 0874/493958 [email protected]

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UnIone naZIonale ItalIana teCnICI entI loCalI

20 maggio 2011 ore 09,30 – 18,30

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