Trattativa Stato-mafia le condanne eccellenti › allegati › ALER › b7ae476e-fb7d... · don...

4
Sabato 21 aprile 2018 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE PUGLIE Quotidiano fondato nel 1887 LECCE Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione e Tipografia: Piazza Aldo Moro 37 - 70122 Bari. Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 -70124 Bari - Sede di Bari (080): Centralino 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 (direzione [email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected])- Cronaca di Bari 5470430-431 ([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected]) Economia 5470265 ([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni 5470209 ([email protected]) - Regioni 5470364 ([email protected]) - Spettacoli 5470418 (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected]) Sport 5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected]) TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 131° Numero 109 y(7HB5J4*LKNKKM( +:!z!&!?!# La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,30 AK550. Motore bicilindrico alte prestazioni con personalità e sound unici: 550 cc, 51 CV e oltre 160 km/h effettivi di velocità massima. Iniezione elettronica a doppia mappatura. Telaio in alluminio con alloggiamento fisso del motore. Trasmissione CTV. Forcella a steli rovesciati da 41 mm e forcellone oscillante con mono ammortizzatore laterale ad escursione orizzontale. Impianto frenante Brembo con pinze radiali. Fari full LED e strumentazione full LCD, inter- facciabile smartphone. Avviamento Keyless e manopole riscaldate. SENTENZA CONDANNATI A 12 ANNI DELL’UTRI, MORI E SUBRANNI Trattativa Stato-mafia le condanne eccellenti Trattative per il governo: tutti contro tutti Mattarella vuole riflettere, Salvini si candida LA CHIESA DEL GREMBIULE CONSACRATA DALLA GENTE di ONOFRIO PAGONE AD ALESSANO Il Papa in preghiera sulla tomba di don Tonino FORMICOLA, D’ACCIÒ, DE VITO, CASULA, PETROCELLI ALLE PAGINE 2-3 E 4-5>> LA VISITA IN PUGLIA FOLLA DI FEDELI AD ALESSANO E MOLFETTA NEL 25MO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL VESCOVO DEGLI UMILI Il Papa: la santità è Bello Sulle orme di Don Tonino in attesa della causa di canonizzazione «Siete una regione di frontiera con una forte vocazione di pace» PAURA DI MAIO LA RISERVA FICO PRONTA A ENTRARE ALL’ALA SINISTRA di BRUNO VESPA C he sorte attende Luigi Di Maio? Quanto reggerà la sua doppia opzione di diventare presidente del Consiglio alla guida di una coa- lizione da lui comunque im- posta? Nella Prima Repubblica la Dc si trovava in una con- dizione più favorevole. La lun- gimiranza di De Gasperi nel ‘48 gli suggerì di allargare la coa- lizione ai piccoli partiti laici pur avendo la maggioranza as- soluta. I successori fino al ‘92 scelsero ora l’uno, ora l’altro: lo consentiva il sistema propor- zionale puro. Ognuno correva per sé, nessuno tradiva. Oggi 167 parlamentari del centrode- stra sono stati eletti nella quota uninominale: ciascuno ha pre- so i voti dell’intera coalizione. Salvini ha detto ripetutamente a Di Maio di non poter ab- bandonare gli alleati. Ma l’al- tro non cede. Non vuole o non può? La seconda ipotesi ci pare più credibile. Di Maio sa che la sua ambizione di diventare presidente del Consiglio è la eventuale conclusione e non la premessa di ogni trattativa. E’ come uno yogurt : o si mangia presto o scade. Sa che ‘sop- portare’ l’appoggio esterno gra- tuito di Berlusconi e Meloni è inelegante nel termine e im- possibile nella sostanza. SEGUE A PAGINA 17>> MORTI NERE NON BIANCHE di RENATO QUADRATO CONCUSSIONE Sequestrati beni e soldi all’ex giudice tangentista A PAGINA 12>> NAUFRAGIO Norman Atlantic «Negligenza fu la causa» SERVIZIO A PAGINA 12>> CINEMA Riecco il Bif&st a Bari Oggi il giorno di Favino A PAGINA 21>> D on Tonino santo a furor di popolo? Non sarà così, non proprio così: per la Chiesa non basta, anche se que- sto «moto dal basso» - come lo ha definito ieri mons. Galantino, segretario generale della Cei - è sicuramente una spallata a quanti continuano a conside- rarlo invece un vescovo scomo- do, confondendo però la sua ostinazione per la pace come un banale pacifismo. Per la gente don Tonino è già santo. La causa di canonizza- zione, dopo la fase diocesana, è aperta ora in Vaticano e ieri il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, mons. Luigi Angiuli, non a caso ha precisato davanti al Papa che è «auspicio ardente» che la santità venga riconosciu- ta dalla Chiesa. La risposta? La stessa visita di Bergoglio pel- legrino nei luoghi di don To- nino è una risposta chiara, net- ta ed eloquente. Ma il Papa è andato ben oltre. Il primo gesto di legittimazione e di riconoscimento di questa santità è dato da Francesco rac- colto in preghiera solitaria sul- la tomba ad Alessano e poi an- cora in preghiera liturgica a Molfetta, con i vescovi della Pu- glia e non solo e oltre quaran- tamila fedeli stipati tutt’intorno al porto sotto un sole già estivo. SEGUE A PAGINA 2>> S i continua a morire di lavoro, e quasi ogni giorno. È una vera sciagura la morte di lavoratori e lavoratrici, di per- sone impegnate a svolgere un compito, il “lavoro”, che rap- presenta il “fondamento” della nostra Repubblica (art. 1 della Costituzione): un “diritto” che lo Stato non solo “riconosce a tutti i cittadini”, ma si impegna rendere “effettivo” (art. 4 Cost.) e, almeno nel progetto dei Pa- dri costituenti, a tutelarlo (...) A PAGINA 17>> CONDANNATO L’ex sen. Dell’Utri P apa Francesco, sulla tomba di don Tonino Bello ad Alessano, prega per circa 15 minuti. E’ un dialogo, e i 20mi- la nella piana di Macurano ai piedi della Serra con il verde intenso della primavera ri- spettano il silenzio. «In piedi costruttori di pace», è scolpito su una lastra di pietra di Leu- ca. A PAGINA 2>> NEL SALENTO L’OMAGGIO AL PROFETA DA IMITARE di TONIO TONDO SERVIZI ALLE PAGINE 6-7 E 13>> MISTERIOSA AGGRESSIONE Gagliano, la lite finisce a coltellate fermati padre e figlio, grave il ferito SERVIZIO IN CRONACA>> LITE & COLTELLI I carabinieri hanno arrestato padre e figlio di Gagliano per l’accoltel- lamento di un giovane

Transcript of Trattativa Stato-mafia le condanne eccellenti › allegati › ALER › b7ae476e-fb7d... · don...

Page 1: Trattativa Stato-mafia le condanne eccellenti › allegati › ALER › b7ae476e-fb7d... · don Tonino. Le guerre non so-no una fatalità ma il frutto del-lo scontro di potenza tra

Sabato 21 aprile 2018 www.lagazzettadelmezzogiorno.it

LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE PUGLIEQuotidiano fondato nel 1887

LECCEEdisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione e Tipografia: Piazza Aldo Moro 37 - 70122 Bari. Stampa: Viale Scipione l’Africano264 -70124 Bari - Sede di Bari (080): Centralino 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 ([email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected]) - Cronacadi Bari 5470430-431 ([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected])

Economia 5470265 ([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni5470209 ([email protected]) - Re g i o n i 5470364 ([email protected]) - Spettacoli5470418 (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected])Sport 5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected])

TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90

Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 131° Numero 109

y(7HB5J4*LKNKKM( +:!z!&!?!#La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,30

AK550.Motore bicilindrico alte prestazioni con personalità e sound unici: 550 cc,51 CV e oltre 160 km/h effettivi di velocità massima. Iniezione elettronica a doppia mappatura. Telaio

in alluminio con alloggiamento fisso del motore. Trasmissione CTV. Forcella a steli rovesciati da41 mm e forcellone oscillante con mono ammortizzatore laterale ad escursione orizzontale.Impianto frenante Brembo con pinze radiali. Fari full LED e strumentazione full LCD, inter-facciabile smartphone. Avviamento Keyless emanopole riscaldate.

SENTENZA CONDANNATI A 12 ANNI DELL’UTRI, MORI E SUBRANNI

Trattativa Stato-mafiale condanne eccellentiTrattative per il governo: tutti contro tuttiMattarella vuole riflettere, Salvini si candida

LA CHIESADEL GREMBIULE

C O N S AC R ATADALLA GENTEdi ONOFRIO PAGONE

AD ALESSANO Il Papa in preghiera sulla tomba di don Tonino

FORMICOLA, D’ACCIÒ, DE VITO, CASULA, PETROCELLI ALLE PAGINE 2-3 E 4-5>>

LA VISITA IN PUGLIA FOLLA DI FEDELI AD ALESSANO E MOLFETTA NEL 25MO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL VESCOVO DEGLI UMILI

Il Papa: la santità è BelloSulle orme di Don Tonino in attesa della causa di canonizzazione«Siete una regione di frontiera con una forte vocazione di pace»

PAURA DI MAIOLA RISERVA FICO

PRONTA A ENTRAREA L L’ALA SINISTRA

di BRUNO VESPA

Che sorte attendeLuigi Di Maio?Quanto reggerà lasua doppia opzione

di diventare presidente delConsiglio alla guida di una coa-lizione da lui comunque im-posta? Nella Prima Repubblicala Dc si trovava in una con-dizione più favorevole. La lun-gimiranza di De Gasperi nel ‘48gli suggerì di allargare la coa-lizione ai piccoli partiti laicipur avendo la maggioranza as-soluta. I successori fino al ‘92scelsero ora l’uno, ora l’altro: loconsentiva il sistema propor-zionale puro. Ognuno correvaper sé, nessuno tradiva. Oggi167 parlamentari del centrode-stra sono stati eletti nella quotauninominale: ciascuno ha pre-so i voti dell’intera coalizione.Salvini ha detto ripetutamentea Di Maio di non poter ab-bandonare gli alleati. Ma l’al -tro non cede. Non vuole o nonpuò? La seconda ipotesi ci parepiù credibile. Di Maio sa che lasua ambizione di diventarepresidente del Consiglio è laeventuale conclusione e non lapremessa di ogni trattativa. E’come uno yogurt : o si mangiapresto o scade. Sa che ‘sop -portare’ l’appoggio esterno gra-tuito di Berlusconi e Meloni èinelegante nel termine e im-possibile nella sostanza.

SEGUE A PAGINA 17>>

MORTI NERENON BIANCHE

di RENATO QUADRATO

CONCUSSIONESequestrati beni e soldiall’ex giudice tangentista

A PAGINA 12>>

NAUFRAGIONorman Atlantic«Negligenza fu la causa»

SERVIZIO A PAGINA 12>>

CINEMARiecco il Bif&st a BariOggi il giorno di Favino

A PAGINA 21>>

Don Tonino santo afuror di popolo?Non sarà così, nonproprio così: per la

Chiesa non basta, anche se que-sto «moto dal basso» - come lo hadefinito ieri mons. Galantino,segretario generale della Cei - èsicuramente una spallata aquanti continuano a conside-rarlo invece un vescovo scomo-do, confondendo però la suaostinazione per la pace come unbanale pacifismo.

Per la gente don Tonino è giàsanto. La causa di canonizza-zione, dopo la fase diocesana, èaperta ora in Vaticano e ieri ilvescovo di Ugento-Santa Mariadi Leuca, mons. Luigi Angiuli,non a caso ha precisato davantial Papa che è «auspicio ardente»che la santità venga riconosciu-ta dalla Chiesa. La risposta? Lastessa visita di Bergoglio pel-legrino nei luoghi di don To-nino è una risposta chiara, net-ta ed eloquente.

Ma il Papa è andato ben oltre.Il primo gesto di legittimazionee di riconoscimento di questasantità è dato da Francesco rac-colto in preghiera solitaria sul-la tomba ad Alessano e poi an-cora in preghiera liturgica aMolfetta, con i vescovi della Pu-glia e non solo e oltre quaran-tamila fedeli stipati tutt’intornoal porto sotto un sole già estivo.

SEGUE A PAGINA 2>>

Si continua a morire dilavoro, e quasi ognigiorno. È una verasciagura la morte di

lavoratori e lavoratrici, di per-sone impegnate a svolgere uncompito, il “lavoro”, che rap-presenta il “fondamento” dellanostra Repubblica (art. 1 dellaCostituzione): un “diritto” chelo Stato non solo “riconosce atutti i cittadini”, ma si impegnarendere “effettivo” (art. 4 Cost.)e, almeno nel progetto dei Pa-dri costituenti, a tutelarlo (...)

A PAGINA 17>>

CONDANNATO L’ex sen. Dell’Utri

Papa Francesco, sullatomba di don ToninoBello ad Alessano,prega per circa 15

minuti. E’ un dialogo, e i 20mi-la nella piana di Macurano aipiedi della Serra con il verdeintenso della primavera ri-spettano il silenzio. «In piedicostruttori di pace», è scolpitosu una lastra di pietra di Leu-ca.

A PAGINA 2>>

NEL SALENTOL’O M AG G I OAL PROFETADA IMITARE

di TONIO TONDO

SERVIZI ALLE PAGINE 6-7 E 13>>

MISTERIOSA AGGRESSIONE

Gagliano, la lite finisce a coltellatefermati padre e figlio, grave il ferito

SERVIZIO IN CRONACA>>

LITE &COLTELLIIcarabinierihannoarrestatopadre efiglio diGaglianoperl’accoltel-lamentodi ungiovane

Page 2: Trattativa Stato-mafia le condanne eccellenti › allegati › ALER › b7ae476e-fb7d... · don Tonino. Le guerre non so-no una fatalità ma il frutto del-lo scontro di potenza tra

Sabato 21 aprile 20182 PRIMO PIANO

LA VISITAIL SANTO PADRE IN PUGLIA

IL MOMENTO PIÙ SENTITOLa preghiera sulla tomba di don Bello èdurata quindici minuti. Un lungo, mutodialogo anche con i 20mila fedeli

Alessano, l’omaggio del Papaa don Tonino «il profeta»La lunga preghiera e l’invito ai cristiani ad avere «audacia e fervore»

TONIO TONDO

l ALESSANO. Papa Francesco, sulla tomba didon Tonino Bello ad Alessano, prega per circa 15minuti. È un dialogo, e i 20mila nella piana diMacurano ai piedi della Serra con il verde intensodella primavera rispettano il silenzio. «In piedicostruttori di pace», è scolpito su una lastra dipietra di Leuca. Qualche metro a sinistra, semprenella piccola agorà della tomba «tutta piantatanella terra», è sepolta anche la mamma di donTonino, Maria Imperato, donna eroica, anche leiterziaria francescana. Il Pontefice si ferma com-mosso. Durante la seconda guerra mondiale, tra il1939 e il 1945, la tragedia: muoiono sul fronte duedei cinque figli, e qualche tempo dopo muore an-che il marito per il dolore. Questa tragedia, in-sieme a quella collettiva di mi-gliaia di giovani del Sud mortinel conflitto, segnerà per sem-pre l’esistenza e la mente didon Tonino. Le guerre non so-no una fatalità ma il frutto del-lo scontro di potenza tra ideo-logie di morte a difesa di in-teressi costituiti.

Questo viaggio del Ponteficein terra di Puglia ha un grande significato per laChiesa cattolica, alle prese con problemi epocali,dall’autoriforma che a volte sembra bloccarsi allesfide sociali, etiche e culturali. Quasi a conclu-sione del suo discorso Bergoglio indica in donTonino «un profeta del nostro tempo da imitare».Un dono che Dio ha fatto sorgere dal Salento cometestimone cristiano della nostra epoca. Il Ponteficerivela un’empatia straordinaria, non solo per l’uo -mo don Tonino ma anche per tutto quello, personeoggetti e paesaggio, con i quali il vescovo di Mol-fetta ha interagito nella sua vita ecclesiale. Lagente lo percepisce e lo capisce, per questo loinvoca con gioia «Francesco, Francesco».

La terra di Macurano è uno scrigno del lavoroumano e della natura. Campi coltivati a grano euliveti, orti, terra a gradoni strappata alla roccia,l’acqua raccolta nelle cisterne rurali per dissetarele piante nelle torridi estati: un ordine colturale

che solo la «presa in cura» costante, da parte dicontadini tenaci, può custodire e tramandare. LaChiesa del grembiule, la presa in carico delle per-sone e dei luoghi, evocano immagine e memoriestratificate nella mente. Dice il Papa: «Don To-nino, seminato nella sua terra, sembra volerci direquanto ha amato questi luoghi».

Don Tonino è una sorpresa continua. Non tuttil’avevano anzi l’abbiamo capito. In vita è statoconsiderato da molti un «sacerdote scomodo», im-pegnato a contestare consuetudini di potere e com-portamenti clericali. In realtà, grazie anche allavoro di ricerca e di pubblicazione della Fon-dazione a lui intitolata, sta emergendo un donTonino «profeta e riformatore globale». Da qui lasintonia profonda manifestata più volte da PapaFrancesco. Riportiamo una frase significativa:

«Questo credente con i piediper terra e gli occhi al Cielo, esoprattutto con un cuore checollegava Cielo e terra, ha co-niato, tra le tante, una parolaoriginale. Gli piaceva dire che«noi cristiani “dobbiamo es-sere contempl-attivi, con due t,cioè della gente che parte dallacontemplazione e poi lascia

sfociare il suo dinamismo, il suo impegnonell’azione”, della gente che non separa mai pre-ghiera e azione».

Una riattualizzazione dell’«Ora et labora» diBenedetto da Norcia che ha contribuito a creare lebasi della civiltà dell’Occidente dopo le rovinedella caduta dell’Impero romano. Non è sufficientepregare e ridursi alle semplice «contemplazione»del volto di Gesù. Come ha scritto nell’Esortazione«Gaudete et exsultate» il cristiano deve avere «au-dacia e fervore». Non deve cadere nell’eresia delleopere, ma non può restarsene passivo e in attesa.L’immobilismo non porta a niente. In più il cri-stiano deve essere vigile, pronto al combattimentocontro il male, e usare il discernimento continuocome metodo e stile per una «cultura» a serviziodell’umanità, cioè di «ogni singolo essere viven-te».

Nella libreria della Fondazione ad Alessano ci

sono testi letti da don Tonino non solo di indirizzospirituale, ma anche scientifico e tecnico. La suaapertura alle spinte e alle dinamiche popolari nonhanno nulla da spartire con le attuali correntipopulistiche («la nuova destra» di Alain de Benoiste di Orban in Ungheria, ndr) che sembrano ab-bagliare anche molti gruppi cattolici e di cristianievangelici in Europa e negli Stati Uniti. Non c’èneanche un rigo nei suoi scritti sul presunto scon-tro tra popolo, inteso come soggetto innocente ebuono per natura, e le élites fameliche e inte-ressate solo ad arricchirsi. Ci sono testi scientificie di psicologia sui travagli dell’individuo, sui suoidesideri e passioni e sul bisogno di favorire la sualibertà di emancipazione e di crescita interiore esociale. Un tema questo di grande attualità. Non cipuò essere una cultura comunitaria che blocchi lalibertà individuale, il percor-so è in direzione della libertà:«I poveri sono realmente ric-chezza della Chiesa. Ricorda-celo ancora, don Tonino, difronte alla tentazione ricor-rente di accodarci dietro ai po-tenti di turno, di ricercare pri-vilegi, di adagiarci in una vitacomoda». L’impegno del cri-stiano è concreto, in base a un realismo storico cherichiama il lavoro dell’artigiano e dell’operaio nelcostruire «strade, botteghe e officine».

Il vescovo di Ugento, Vito Angiuli, ha ricordatola visita di papa Benedetto XVI dieci anni fa e lasua invocazione, dalla basilica di Leuca, al dialogocon i popoli dell’altra riva del Mediterraneo. Sullascia di questa indicazione l’anno scorso 250 gio-vani di fedi diverse e di diversi paesi si sonoincontrati a Leuca e hanno sottoscritto la «Carta diLeuca» sul dialogo culturale ed interreligioso.L’esperienza sarà ripetuta anche quest’anno. IlPapa ha rilanciato l’immagine, cara a don Tonino,di un Salento «finestra aperta e di speranza» versoil Mediterraneo. «Terra-finestra, la chiamava donTonino». Non solo quindi finibus terrae, ma «arcadi pace accogliente e mai un arco di guerra teso».Durante il viaggio in elicottero da Galatina adAlessano, il Papa ha ammirato dall’alto la bellezza

del paesaggio agrario e la trasparenza del mare. Ilvescovo lo ha informato dell’azione distruttricedel batterio Xylella e gli ha indicato le zone piùcolpite. Francesco ha ascoltato preoccupato.

Don Tonino, già malato, nel 1992 decise di par-tecipare alla marcia della pace a Serajevo.Un’esperienza drammatica ed esemplare con ungrande insegnamento. Al ritorno raccontò agliamici di un invito a pranzo da parte di una fa-miglia di Sarajevo e della presenza attorno allatavola, mentre sulla città cadevano bombe, di per-sone di diverse etnie e di differente fede religiosa.Qui don Tonino scoprì la sostanza della «con-vivialità delle differenze», fondata sul riconosci-mento dell’altro. Solo i percorsi di riconoscimentodi ogni persona, della sua biografia e dei suoicostumi, della sua cultura e delle sue tradizioni,

sia di persone vicine a noi sia dipersone provenienti da altripaesi e continenti, possono ali-mentare il dialogo e la pace. E ilriconoscimento delle personedeboli, i poveri e le vittime del-le violenze, è il primo passolungo la scala del riconosci-mento dell’altro. «Don Tonino –ha sottolineato il papa – agiva

localmente per seminare pace globalmente». IlSalento e l’intera Puglia sono impregnati di questohumus umanitario che rende fertile ogni incontroe ogni atto di solidarietà. Il Salento ha vissuto oredi intensa straordinarietà. Alessano si è orga-nizzata in modo ineccepibile. Gioia ed entusiasmoin ogni angolo del Capo di Leuca, questo «lembo diterra» accogliente e ricco di umanità. Fin dall’albala gente si è messa in movimento. Famiglie, stu-denti, persone anziane. Una mattinata di sole eluce. Il coro di Alessano con i canti più belli. Acoordinare don Stefano Ancora, il vicario. DonLuigi Ciotti elogia i tanti giovani che hanno par-tecipato alla veglia di giovedì sera. Don SalvatoreLeopizzi ricorda l’impegno di Pax Christi. L’eli -cottero bianco puntuale. Il Papa si muove sicuro,stringe le prime mani e si avvia verso l’ingressodel cimitero. Dopo la preghiera, il bagno di follafino al palco.

La Chiesa del grembiule...>> SEGUE DALLA PRIMA

Il Papa non sarebbe venuto inPuglia per la seconda volta in unmese dopo la visita al santo PadrePio, se non ci fosse stato don

Tonino; e non ci sarebbe stata neppuretutta quella mobilitazione, quella par-tecipazione così assorta e devota, senzala presenza tuttora palpabile dell’in -segnamento semplice di don Tonino.

Papa Francesco ha tuttavia colto l’oc -casione per approfondire i temi dellasua ultima esortazione apostolica, laGaudete et exsultate, segnalando donTonino come modello e testimone po-tente della Chiesa fatta di «santi dellaporta accanto». Se la gente invoca donTonino santo subito, il Papa ne re-stituisce ai fedeli l’insegnamento: tuttipossono essere santi nelle occupazionidi ogni giorno, nelle proprie case o sulposto di lavoro, nei rapporti interper-sonali: sempre. La santità non è ap-pannaggio di singoli, non è un premioper pochi, ma l’impegno per tutti.

Per sei volte il Papa ha citato te-stualmente don Tonino nella sua omeliadurante la messa solenne celebrata aMolfetta. Sei volte. E tutto il suo di-scorso ad Alessano è stato un ricamoattraverso le riflessioni di questo ve-

scovo «profeta di speranza», «pastorefattosi popolo» che con il suo esempiorichiama tutti a essere «sempre e do-vunque costruttori di pace».

Più volte è risuonata ieri ad Alessanoe a Molfetta l’invocazione a vivere la«Chiesa del grembiule», cioè fatta diservitori mai indifferenti alle povertà,alle guerre, alle sofferenze degli ultimi.Citando don Tonino, Bergoglio ha chie-sto una Chiesa «non mondana, ma alservizio del mondo». Singolare e subitoapplaudito il suo appello ad affiggeresulle porte delle chiese diocesane diMolfetta un avviso con il «marchio difabbrica del cristiano», lo ha chiamatocosì. Sulle porte delle chiese il Papachiede di scrivere un monito: «Vivereper gli altri».

E poi le parole che risuonano comecanonizzazione già acclarata: «don To-nino davanti al tabernacolo imparava afarsi mangiare dalla gente». Così comead Alessano, insistendo sull’urgenzadei poveri «ricchezza della Chiesa», si èrivolto direttamente a lui, il vescovo dicui ieri ricorreva il giubileo del diesnatalis, osannando: «Ricordacelo an-cora, don Tonino, di fronte alla ten-tazione ricorrente di accodarci dietro aipotenti di turno, di ricercare privilegi,di adagiarci in una vita comoda».

Ecco: il pontefice ha dato ieri unadimensione planetaria alla predicazio-ne umile di un vescovo di provincia,non a caso perciò acclamato dallo stessoPapa come «profeta di speranza». Tantoè vero che all’impegno infaticabile diquesto prete di frontiera, minuscoloeppure gigantesco, poi diventato pa-store di una diocesi affacciata sul mare,il Papa ha agganciato il monito rivoltoai potenti. Apprezzando quel mare, aventi metri dal palco, ha benedetto ilMediterraneo: questo «storico bacino diciviltà, non sia mai un arco di guerrateso, ma un’arca di pace accogliente».

I luoghi di don Tonino, peraltro, co-stituiscono la traccia del suo insegna-mento pastorale. Il Papa, onorandoli, liha consacrati omaggiando l’intera Pu-glia: «Una vocazione di pace appartienea questa meravigliosa terra di fron-tiera». I luoghi, dunque: il Salento, ieriventoso come sempre, territorio di con-fine, finestra su quel mare benedetto; epoi Molfetta, sede del pontificio semi-nario regionale, culla delle vocazionidella Chiesa pugliese.

Partendo da don Tonino, Bergoglio haspronato ad essere come lui «sorgenti disperanza, di gioia, di pace». Questa èinsomma la santità di don Tonino.

Onofrio Pagone

Emiliano: «Questa terrauna finestra aperta sul mondo»Decaro: mi ha detto di salutargli San Nicola

l MOLFETTA. «La Puglia che ac-coglie Papa Francesco è una Pugliache continua a coltivare l’ambizio -ne ad essere una terra di frontiera,una finestra aperta sul mondo, unangolo di Europa al centro del Me-diterraneo che non rinuncia ad es-sere crocevia di culture». Lo ha af-fermato il presidente della RegionePuglia, Michele Emiliano, nel suomessaggio in occasione della visitadi Papa Francesco in Puglia. Il go-vernatore era a Molfetta dove PapaFrancesco è arrivato, dopo averpregato sulla tomba di don Bello, adAlessano. «È con viva emozione -afferma Emiliano - che la comunitàpugliese accoglie Papa Francesco,saldo riferimento contro ogni for-ma di violenza e degrado».

La Puglia è «consapevole - sot-tolinea il governatore - che la lottaalla povertà non può che incarnar-si in politiche e cultura dell’acco -glienza, dell’inclusione e dell’in -violabilità dei diritti. Santo Padre,benvenuto nella terra di Don To-nino Bello, un figlio del Sud - pro-segue il governatore - , che non si èmai stancato di saldare la Terra alCielo». Il messaggio di Emilianoinsiste ancora su questo punto:

«Credo che la lezione più impor-tante di don Tonino risieda in unafrase: non andiamo verso la fine maverso un nuovo inizio».

Al ringraziamento al Ponteficeper la sua visita pugliese nei luoghidi don Bello s’è unito anche il sin-daco dell’Area metropolitana diBari, Antonio Decaro: «Il Papa miha salutato caldamente e mi ha det-to: salutami San Nicola. È un buonauspicio in vista della festività delSanto che si avvicina».

PAGONE

LE PAROLE«Don Tonino agiva

localmente ma pensavaglobalmente»

XYLELLAIl Santo Padre si è detto molto

preoccupato per l’azionedistruttrice del batterio

Page 3: Trattativa Stato-mafia le condanne eccellenti › allegati › ALER › b7ae476e-fb7d... · don Tonino. Le guerre non so-no una fatalità ma il frutto del-lo scontro di potenza tra

Sabato 21 aprile 2018 3PRIMO PIANO

Molfetta, don Bello vivenegli occhi di FrancescoBandiere arcobaleno al vento, la città si tinge di bianco e giallo

dal nostro inviatoCARMELA FORMICOLA

l MOLFETTA. Forse che la san-tità non è anche saper guardarelontano? Ecco perché, oggi, non hapiù senso chiamarlo il «vescovoscomodo». Don Tonino Bello è sta-to piuttosto un vescovo «visiona-rio». E le sue «visioni» sono i sim-boli che accolgono papa France-sco, a Molfetta, in quella striscia diborgo che si tuffa nel mare, in unamattina di memoria e commozio-ne.

Le bandiere arcobaleno dellapace. Sventolano ovunque, suibalconi, sui palazzi, tra le manidelle migliaia e migliaia di per-sone venute ad abbracciare il pa-pa. Venute a ricordare don Toninonei suoi luoghi. Quelle bandierearcobaleno sono oggi una delle ci-fre di un certo pacifismo 2.0, macome dimenticare l’onda di doloree indignazione che nel nome diPax Christi don Tonino sollevòscosso dal rumore di un conflittotroppo vicino? I Balcani affoga-vano nel sangue quando il vescovodegli ultimi provava a spiegareall’Occidente che quella guerraandava fermata. Oggi lancerebbelo stesso grido, guardando alla Si-

ria, per esempio.La pace, la sofferenza, la pover-

tà, l’altrodasè, l'accoglienza. Lo ri-conosciamo: è il lessico di papaBergoglio. Ma anche le parole didon Tonino, pronunciate 30 anniprima. Così si spiega il legame traquesto pontefice e il «Servo di Dio»che i molfettesi amano e celebranocome se 25 anni da quel 20 aprile1993 non fossero mai passati. D’al -tronde, è proprio in questa piazzaspalancata sul mare che i funeralidi don Tonino furono celebrati.Anche in quell’occasione la statuadella Madonna dei Martiri lasciòmomentaneamente la Basilica percomparire sull'altare dell'ultimosaluto. La stessa statua, dal trattoe dai colori potenti, sulla qualepapa Francesco si piega per de-porre una rosa d’oro che i fratiminori hanno realizzato fondendoalcuni ex voto.

Papa Francesco in Puglia giun-ge dunque sulle orme del Servo diDio. Sulla sua tomba, ad Alessano,nel Salento, poi nella sua diocesi, aMolfetta, in quel Sud «meraviglio-sa terra di frontiera» che ha ilrespiro di tanti Sud, di tante fron-tiere - come l’Argentina - accanto aquel popolo di fede, margine e spe-ranza che è un solo popolo, dolente

e festante, in egual misura. Sotto ilsole, per lunghe ore, quel popoloha atteso l’arrivo di Francesco.Molfetta si è tinta di bianco e digiallo sprigionando la nota ener-gia di tutti gli eventi collettivi. Hacantato e pregato, ha ricordato ilsuo vescovo che portava amorenelle missioni dell’Africa comenelle fabbriche del Mezzogiorno.Hanno in fondo lo stesso sguardodi misericordia, Francesco e donTonino. Lo spiega splendidamen-te monsignor Domenico Cornac-chia, vescovo della Diocesi di Mol-fetta – Ruvo – Giovinazzo – Ter -lizzi : «Grazie, Santo Padre, peraverci concesso questa graditis-sima visita nella quale vediamo,ancora una volta, il segno dellasua attenzione per la nostra terradi Puglia e, in particolare, per ladiocesi guidata, per poco più di undecennio, dal Servo di Dio donTonino Bello che, in piena sin-tonia con lei, ha coltivato il sognodi una Chiesa povera e per i po-veri. Se oggi don Tonino fosse connoi, avrebbe appena un anno inpiù di lei, Santo Padre, e comesarebbe felice di ascoltarla e divedere tradotto, nei suoi gesti, ildiscorso sulla “Chiesa del grem-biule”». Poi il riferimento a quel 20aprile del ‘93:«Venticinqueanni fa, pro-prio in questogiorno, calavasulla nostra cit-tà un velo diprofonda me-stizia per laprematuramorte del pa-store da tuttiamato, stimatoe ammirato.Per le stradec’era un gran-de silenzio.Tutti erano inpreghiera peraccompagnareil trapasso delvescovo cheprofumava dipopolo e che ve-niva acclamatogià santo. Oggil’atmosfera èdiversa», diceCornacchia in-terpretando lagioia collettivadi una piazza e del suo crocevia distrade affollate da circa 40milapersone.

Bergoglio atterra nel piazzale diCala Sant'Andrea, accanto al Duo-mo di Molfetta, alle 11. L’imma -gine dell’atterraggio rimbalza suimaxischermi in un’esplosione diapplausi. Qualcun altro lanciaverso il cielo palloncini bianchi eblu. Oltre a monsignor Cornac-chia, ad accogliere il papa, il sin-daco di Molfetta Tommaso Miner-vini che a Francesco consegna la«bisaccia del cercatore»: in unaborsa a tracolla in stile france-scano lo scritto di don Tonino, ap-punti per il viaggiatore che con séporti i segni di qualunque cristia-no che si metta in cammino: lepietre del fiume Giordano, del pa-ne azzimo, un pugno di terra, unpezzo di croce. «Questa visita - diceil sindaco di Molfetta - ha il si-

gnificato di fare rimbalzare i semivaloriali di don Tonino che fannosì che un intero territorio sia por-tato alla cronaca e al futuro perchésono valori oggi più che mai at-tuali, quello della convivialità nel-le differenze, della non violenza, eil messaggio ai giovani di incam-minarsi sui crinali dell’audacia».

Il giro sulla papamobile durapochi minuti. Bergoglio sorride esaluta. Indugia, osserva, abbrac-cia poi sale sul grande palco bian-co e giallo per la celebrazione dellamessa e per la lettura di un’omeliaintensa che ruota intorno al «pa-ne» e alla «parola», «due elementicentrali per la vita cristiana. Ilpane è il cibo essenziale per viveree Gesù nel Vangelo si offre a noicome “Pane di vita” come a dirci“di me non potete fare a meno”. Eusa espressioni forti: “mangiate lamia carne e bevete il mio sangue”Che cosa significa? Che per la no-stra vita - spiega Francesco - èessenziale entrare in una relazio-ne vitale, personale con Lui. Car-ne e sangue. L'Eucaristia è questo,non un bel rito, ma la comunionepiù intima, più concreta, più sor-prendente che si possa immagi-nare con Dio».

La vita cristiana riparte ogni

volta da qui. Lo dice con fermezzaBergoglio che rievoca le parole didon Tonino: «Non bastano le operedi carità se manca la carità delleopere. Se manca l’amore da cuipartono le opere». Un’omelia riccadi messaggi: la pace, ancora unavolta (con la condanna dei conflitti«che trovano la loro radice nelladissolvenza dei volti») e la spe-ranza, con quell'esortazione alrialzarsi, al guardare in alto, alnon rimanere chiusi nei proprispazi, perfino al «rischiare».

Dai balconi e dai terrazzi, sullesedioline oltre le transenne, inogni spigolo sul quale poter ascol-tare, fedeli, pellegrini, laici, reli-giosi, ragazzi, bambini, hannoascoltato la voce del papa. E inquella voce, l’eco del «Servo diDio», che da questi luoghi, con ilsuo alone di santità, non è maiandato via.

L’APPELLO PER LA PACELa guerra in Siria come i Balcani vent’annifa. Il Pontefice: «I conflitti trovano la lororadice nella dissolvenza dei volti»

BAGNO DI FOLLA Le bandiere arcobaleno della pacesventolano ovunque, sui balconi, sui palazzi, tra le manidelle migliaia e migliaia di persone venute ad abbracciareil papa. Venute a ricordare don Tonino nei suoi luoghi, traAlessano e, a sinistra e in basso, a Molfetta [foto Luca Turi].

.

Page 4: Trattativa Stato-mafia le condanne eccellenti › allegati › ALER › b7ae476e-fb7d... · don Tonino. Le guerre non so-no una fatalità ma il frutto del-lo scontro di potenza tra

Sabato 21 aprile 2018 5PRIMO PIANO

IL LEGAME«Tra il Pontefice e don Tonino Belloesiste una forte affinità: al centro ditutto c’è la Chiesa dei poveri»

Cacucci: il popolo capìla santità di don Bello«Come Bergoglio contro la Chiesa delle élites»

LEONARDO PETROCELLI

l Mons. Francesco Cacucci, ar-civescovo della diocesi Bari-Bi-tonto e presidente della Conferen-za Episcopale Pugliese, qual è ilmessaggio più forte lanciato daPapa Francesco da Alessano eMolfetta?Senza dubbio la santità, da cui ilpopolo pugliese è stato attraversatonel ‘900. Non siamo gli unici, certo,ma la presenza di San Pio da Pie-tralcina è stata determinante per laChiesa universale. E le figure di san-ti, anche se non ancora riconosciutiin modo ufficiale, hanno segnato lavita del nostro popolo.

Si riferisce anche a don ToninoBello?

Chi ha vissuto l’esperienza di incon-trare Don Bello e di partecipare alsuo funerale, 25 anni fa, ha colto unparticolare senso della fede nel po-polo di Dio. Cioè quello che si espri-me nell’avere l’intuito della presen-za della santità in una persona.

Da questo punto di vista il Papaha fornito un’indicazione?

No, semplicemente perché non può.Certo, Il Pontefice dispone della pos-sibilità di intervenire sotto il profilogiuridico per quanto riguarda lasantificazione, ma normalmentenon lo fa. Permette che sia la Con-gregazione per le cause dei santi adaccertare senza dubbi l’eroicità dellevirtù di un cristiano e di un vesco-vo.

Eppure, la «direzione» indicata

sembrava chiara, almeno sulpiano simbolico...

Sottolineerei la grande attenzionedel Pontefice alle persone che sonofigure di santità di popolo. Vale perpadre Pio così come per don ToninoBello. Questo elemento della “Chie -sa di popolo” fa parte della visioneteologica di Papa Francesco ma an-che della sua esperienza. Quando eravescovo in America latina ha sem-pre respinto l’idea di una chiesa del-le élites, disposta a considerare ladottrina senza viverla nella carnedel popolo.

Esiste realmente una prossimi-tà fra la visione di Francesco equella di don Bello? Sono «so-vrapponibili»?

Esiste un’affinità legata innanzitut-

to alla visione di una Chiesa poveraperché vicina ai poveri e ispirata dalGesù povero. Non casualmente, ilPapa ha voluto la Giornata mondialedella povertà.

E poi c’è l’altro grande tema,quello della pace, ribadito daFrancesco in riferimento al Me-diterraneo...

Io ho vissuto con don Tonino Bellosei anni come confratello nell’Epi -scopato. Nella mia memoria è rima-sto impresso, in modo indelebile, ilsuo ritorno da Sarajevo nel 1993. No-nostante la malattia, volle fortemen-te vivere la marcia che lì si svolse epoi tornare a Molfetta per richia-mare questo bisogno di pace che de-ve essere annunciato da tutti i cri-stiani.

MONS. SAVINO, VESCOVO DI CASSANO ALLO JONIO

«Don Tonino? Oggi è risorto fra noila sua visione è nel manifesto del Papa»

ENRICA D’ACCIÒ

l Mons. Francesco Savino, oggi vescovo diCassano allo Jonio in Calabria, per anni sa-cerdote a Bitonto, a capo della FondazioneOpera Santi Medici, era presente ieri alla mes-sa papale in memoria di don Tonino Bello.Quali emozioni in questa giornata?«Anche 25 anni fa, giovane sacerdote, ero lì, inquella piazza, in occasione del funerale di donTonino Bello. Allora il mio cuore era notturno,carico di sofferenza, perché sapevo, come sape-vano i tanti presenti, che era morto un grandecredente, un grande vescovo, capace di saldarel’umano con il divino, il cielo con la terra. Dalla suamorte, ho sempre cercato di vivere negli inse-gnamenti di don Tonino, ho letto e riletto le sueopere, ha sempre cercato di farle conoscere. Oggi,25 anni dopo, ero ancora lì, anche se in vestediversa perché il progetto di Dio ha voluto chediventassi vescovo. Ma oggi il mio cuore era gioio-so, era in festa. Don Tonino ci manca molto, sen-tiamo la sua mancanza soprattutto su alcuni gran-di temi della nostra quotidianità, come le que-stioni sociali, l’immigrazione. Eppure, oggi, anchegrazie alle parole di papa Francesco, don Toninoera ancora con noi. Sì, era risorto in mezzo a

noi».Quali punti di contatto fra papa Francesco edon Tonino?

«Alcune visioni teologiche e pastorali di PapaFrancesco sono molto, molto vicine a quelle di donTonino Bello: penso all’idea conciliare della chiesacome popolo, della chiesa del dialogo e del con-fronto, della necessità di mettere al certo gli scar-tati, quelli che don Tonino chiamava i “drop-out”,coloro che non hanno voce. E poi sia papa Fran-cesco che don Tonino Bello hanno sempre pensatoall’episcopato come servizio: i vescovi devonomettersi il grembiule e diventare “cirenei dellagioia”, un’espressione di don Tonino che il papa hausato nella sua omelia. In questo momento ditristezze, di difficoltà, gli uomini di chiesa devonoessere portatori di gioia. Se leggiamo la Evangeliigaudium, il manifesto programmatico di papaFrancesco, troviamo tutto l’episcopato di don To-nino Bello: la sua visione teologica, pastorale,profetica, la sua attenzione al sociale».

Don Tonino agiva localmente, stando ac-canto ai poveri della sua diocesi, e pensavaglobalmente, manifestando contro le guerredi ogni parte del mondo. Quale di questi dueaspetti manca di più alla chiesa di oggi?

«Ritengo che il vescovo, per prima cosa, deve

essere pastore, con la gente, in mezzo alla gente e,di lì, indicare un senso. Abbiamo tutti bisogno ditrovare un nuovo orizzonte di senso. Per don To-nino l’orizzonte di senso era Gesù. Era innamo-rato di Gesù e degli ultimi, come Padre Turoldo.Non a caso, il suo motto episcopale era “Ascoltinogli umili e si rallegrino”. Ecco, don Tonino era unvescovo tutto vangelo».

Vuole condividere un ricordo personale didon Tonino?

«Don Tonino una volta mi regalò un libro moltobello, che io conservo come una reliquia. È ildiario di monsignor Oscar Romero, arcivescovo diSan Salvador, edito da La Meridiana. Nel libroc’era anche una dedica bellissima, riferita proprioa monsignor Romero, il vescovo fatto popolo»

Quanto ha influito la figura di don ToninoBello sulla formazione dei sacerdoti puglie-si e meridionali in genere?

«Tantissimo, soprattutto perché, come ogni ve-scovo di Molfetta, ha sempre avuto un legame fortee speciale con il seminario regionale che ha poiformato tanti dei sacerdoti che hanno partecipatoalla messa papale di oggi»

Sarà santo don Tonino?«Per la gente è già santo. Io spesso già lo invoco esento molto la sua presenza nel mio episcopato».

MONS. SANTORO

«Una visita a Taranto?Lo aspettiamo sapendoche ci è sempre vicino»

FRANCESCO CASULA

l TARANTO. «Papa Francesco ha visto Ta-ranto dall’alto mentre era sull’elicottero che loportava da Alessano a Molfetta e a chi era con luiha detto “ecco questo è il luogo con tantiproblemi. Il luogo che ha bisogno di speranza”.Ritengo che questo sia il segno tangibile che alpontefice la situazione del territorio tarantinosia particolare chiara e gli stia particolarmente acuore».

È il racconto fatto alla Gazzetta da monsignorFilippo Santoro, vescovo della diocesi ionica,dopo l’incontro con il Papa, ieri in visita nellaterra pugliese sulle orme di don Tonino Bello inoccasione del 25esimo anniversario della suascomparsa.

Monsignor Santoro la speranza che PapaFrancesco venga a Taranto, quindi, è an-cora viva?«Guardi non limitiamo tutto solo a una sua

eventuale visita a Taranto: il racconto che horicevuto da chi era con il Papa nel volo che gli hapermesso di vedere la nostra terra è la di-mostrazione che lui conosce bene la nostrarealtà e ha avuto ora l’occasione di vederedall’alto con i suoi occhila bellezza e le difficoltàdel nostro territorio. Ec-co questo è un segnoimportante: vuol direche Papa Francesco èvicino, presente. È statauna giornata in cui hoprovato una grandegioia e anche un grandesenso di gratitudine ver-so sua santità. Possiamocertamente continuarea sperare, ma sapendoche lui ha ben presentele difficoltà di questaterra».

Lo ha incontrato e ha avuto occasione diparlare con lui?«Certo, l’ho incontrato e non ho avuto bisogno

di invitarlo ancora a Taranto: il Papa sa benequanto lo aspettiamo. Questa volta gli ho con-segnato una lettera che ha scritto una donnaammalata di Sla: ci teneva davvero tanto che alpontefice arrivasse questo suo scritto. Anche inquella occasione ho avuto modo di apprezzare lagrande gentilezza del Papa: la sua massimaattenzione sincera e la sua cordialità. Pensi cheè stato lui a ringraziare me».

I messaggi ad Alessano che a Molfetta sonostati un unico grande invito alla Chiesa aseguire l’esempio di don Tonino…«Assolutamente sì. Un caloroso invito a vivere

il Vangelo sul suo esempio. A sentire la re-sponsabilità concreta di impegnarsi per il benedi questa terra. Mi ha colpito quando ha chiestouna Chiesa “per il mondo, ma non mondana”: èun invito forte a percorrere le strade “uscire,nonostante tutti i problemi e le incertezze” per“essere portatori di speranza pasquale” e “ci -renei della gioia” come diceva don Tonino.Insomma veri e propri “corrieri di speranza” perusare ancora le sue parole. Ci ha ricordato chedon Tonino chiedeva di essere “contempl-at -tivo”: una Chiesa che sia capace di partire dallacontemplazione del tabernacolo e che poi sappiaraggiungere attivamente i bisognosi i poveri».

L’arcivescovo Santoro

MONS. F. Savino

IL RICORDO«Nella mia memoria è sempre rimastoindelebile l’immagine del ritornodalla marcia di Sarajevo nel 1993»

MONS F. Cacucci