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29/04/2011 GUGLIELMINA MORELLI Il tormento e l’estasi Tra cinema e arti figurative

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Il tormento e l’estasiTra cinemae arti figurative

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Il cinema è “il luogo privilegiato di un sistema di interazioni tra le arti” (1976)

Alexander Kluge

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Se preferite è la “dinamizzazione dello spazio” (1937)

Erwin Panowsky

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URBANISTICA

BALLETTO

ARTIMINORI(tessitura,

oreficeria, ecc.)

MUSICA

TEATRO

PITTURA

ARCHITETTURA

LETTERATURA

CINEMA

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Uno schema possibileQualche riferimento teorico e storico sul problemaBiopicFilm sull’esperienza della creazione artisticaRiferimenti alla pittura

Funzione più ornamentale che espressiva (il film potrebbe vivere senza quel riferimento che ha funzione di decor)Funzione espressiva (l’allusione di un quadro o altro dàsignificato specifico al film e il film sarebbe deprivato di unaparte importante di senso senza quella particolare citazione)

Meccanismo contrario: il cinema, diventato arte “con le carte in regola” ha a sua volta contaminato la produzione alta oppure il pittore crea il cinema (oppure mille altre forme di contaminazione!) Julian Schnabel che da pittore-gallerista si trasforma in registaAltre considerazioni (costumi, uso del colore, ecc.)

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Più nello specifico ….Incrocio tra molte arti di cui usa codici per elaborarli in una creazione originale dal punto di vista dell’espressione. Anche la pittura fa parte delle arti con cui il cinema contamina elementi dei codici linguistici specifici per creare quel meccanismo espressivo di “narrazione per immagini”.Teniamo presente una forte contraddizione: il cinema ha vissuto a lungo la sensazione di essere una forma di espressione “minore”, popolare, plebea, senza dignitàartistica ma alle origini molti intellettuali (che operavano nella ricerca visiva e/o letteraria) ne sono stati catturati e affascinati perché arte “nuova”.Molte prospettive da cui esaminare il problema: teoriche e descrittiveNon solo pittura influenza cinema ma anche contrario: film, registi e direttori di fotografia influenzano arte e pittura

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Pittura, cinema, prospettiva e camere otticheL’inquadratura “l’occhio che vede il mondo” (la macchina da presa è occhio che vede e rapporto con la costruzione prospettica. Presupposto è che il cinema sia riproduzione fedele della realtà) + il movimento. Quali soluzioni nel passato?

fissità / movimento + successione di fatti (montaggio)Secondo il teorico francese André Bazin il cinema deriva “dal realismo che sta alla base della pittura e ne rappresenta un superamento in quanto il cinema si forma senza interventi manipolatori dell’artista”

Giotto: Vita di San Francesco ad Assisi (montaggio)Simultaneità di più situazioni nello stesso tempoCaravaggio: la luce le camere otticheFuturisti Balla (il cinema e le arti figurative si trovano in un

felice momento di rapporto, anche perché il cinema è muto e quindi non ha un pressante legame con la letteratura, piuttosto col teatro)

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Luci e ombre

La cultura pittorica cinquecentesca inizia a riflettere sul tema della luce e dell’ombra e sull’ottica (da Leonardo a Dürer)Caravaggio e la funzione espressiva della luce: creazione del rapporto espressivo luce / ombra (il cinema è solo ombra in movimento, se ci pensiamo bene) ha ossessionato nei secoli la pittura

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Riflettori

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Peter Greenaway e gli attrezzi ottici

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L’età delle origini

Teoria e storia. Il cinema nasce in prossimità del 1900, nel momento delle avanguardie storiche e della metamorfosi delle arti che perdono il loro carattere “sacrale” e “misterioso” nel contatto con la modernità: quale luogo migliore per esplorare le possibilità e le straordinarie potenzialità figurative della nuova arte se non in un modo “nuovissimo”, “modernissimo” e “rivoluzionario” di fare arte?L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di W. Benjamin(1936): il cinema mette in discussione l’aura dell’opera d’arteTeniamo presente che il cinema fino agli anni ’30 è muto (1927 è primo film parlato) e fino agli anni ’40 è in bianco e nero e che il cinema nasce insieme imitazione della realtà e creazione fantastica (Lumière e Méilèt)Tutti i registi del muto avevano studiato con grande attenzione i pittori soprattutto italiani del 1400 e 1500: Piero della Francesca, Masaccio, Tiepolo, Caravaggio, Tintoretto, ecc. quali elementi necessari per la messa in scena ma anche per dare legittimità alla nuova arte che, come abbiamo visto, è ritenuta plebea.

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L’età delle avanguardie storicheCinema ha

immense potenzialità espressive (movimento, distorsioni e illusioni ottiche, ecc.) ed è tutta da inventare nelle soluzioni tecniche e visive e nei modi della comunicazioneè arte rivoluzionaria, che rompe col passato e con le consolidatepercezioni tanto dell’arte quanto della realtà stessa

Da subito artisti dell’avanguardia (soprattutto futuristi, surrealisti, espressionisti) contaminano la loro opera col cinema e offrono aquest’ultimo impostazioni visive; talvolta i pittori non sono stati solo collaboratori ma si sono identificati con i cineasti (Dalì) e questo cinema delle origini potrebbe essere studiato non disgiunto dalle arti visive.Pittori scenografi architetti sono collaboratori e creatori, con i produttori, della nuova arte espressioni di un comune sentire nuovo.

Futurismo: Anton Giulio Bragaglia Thais (Enrico Prampolini 1916)Espressionismo: scenografie, tagli dell’inquadratura e luci (R. Wiene, Il gabinetto del dottor Caligari 1920)Surrealismo: René Clair, Entr’act (1924) Picabia, Satie, Duchamp, Man Ray

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Futurismo: fusione delle arti, dissonanza delle arti visive, libertànella costruzione delle immagini, simultaneità delle azioni, movimento incontrollato nello spazio e nel tempo (l’elogio della locomotiva è già nei Lumière e l’universo fantastico scenografico o costruito con trucchi è in Méliès, ma in Francia ricordare anche L’Herbier) dadaismo: irridere e distruggere la cultura borghese e i valori estetici tradizionali. Legame col film “comico” (i gags, il burlesque, la slapstick comedy americana), col cinema come trucco e magia da baracconesurrealismo: legame tra il cinema e l’inconscio, tra i meccanismo della visione filmica e l’inconscio. Tentativo di creare la scrittura automatica, il libero accostamento secondo percorsi suggeriti dall’inconscio e senza un percorso razionale di immagini.Espressionismo cfr. Kracauer

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Nel 1916 compare il Manifesto della Cinematografia futuristafirmato da Marinetti, Balla e altri

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Il futurismo: Bragaglia, Prampolini e Thais

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L’espressionismo

Non spunti dalla pittura ma scenografie di pittoriCreazione di un mondo onirico e spaventosoTagli impossibili delle inquadrature, lavoro sulla posizione della mdp e sulla luceSimbolismo di oggetti ed elementi visiviEliminazione delle didascalie e senso solo dalle immagini

Rudolf Wiene

Il gabinetto del dottor Caligari(1919)

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Nosferatu e gli effetti speciali

Effetto Schuefftann: davanti alla mdpviene posto uno specchio riflettente solo per metà che riflette alterando a piacimento lo sfondo mentre resta “normale” la ripresa in basso

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Dove sopravvive l’espressionismo ….

Nel noir americano degli anni ’30 e ’40: come e perché

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Il Dadaismo e il Surrealismo

Entr’acte (1924)Lavoro collettivo

L’opera di Salvador DalìAssiduo lavoro col cinema anche in prospettiva “popolare”, ad esempio collaborazione con AlfredHitchcock (Io ti salverò)Forme di sperimentazione più “pura”, es. cartone animato

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Le “divine” alle origini

Il cinema presuppose una recitazione particolare e impose un embrionale “star system”: la recitazione èmodellata sulle pose pittoriche delle opere coeve ad esempio, sulla falsariga della pittura preraffaelita(es. da Beata Beatrix di Dante Gabriele Rossetti) e nascono le prime dive (Francesca Bertini, MariaJacobini, Pina Menichelli, Lyda Borrelli), le femmine fatali, “icone” della femminilità.In Italia responsabilità anche di Gabriele D’Annunzio

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Dante Gabriele Rossetti

Gustave Moreau

Giovanni Boldini

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FrancecaBertini

Pina Menichelli(ne Il fuoco)

Lyda Borrelli

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Riferimenti alla pitturaIl critico Maurizio Calvesi (1976) parla di pittura

usata con approccio storico-rievocativocontemporaneo – problematico

Funzione più ornamentale, calligrafica, decorativa che espressiva (il film potrebbe vivere anche senza quel riferimento che però ha funzione di decor), molto spesso nel cinema di Hollywood (talvolta con cattivo gusto talvolta in forme eccezionalmente spettacolari, belle e intelligenti visivamente)Funzione espressiva (l’allusione di un quadro o altro dàsignificato specifico al film e il film sarebbe deprivato di unaparte importante di senso senza quella particolare citazione). Teniamo presente la grande scuola di scenografi e costumisti del cinema italiano a partire dagli anni ’30 quando nasce Cinecittà

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Pittura impiegata per la sua carica simbolica ed emotiva: Fussliriletto da Rohmer e Kubrick

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Esempi

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Mantegna, Pier Paolo Pasolini ed Ettore, il figlio della prostituta Mamma Roma

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La ricotta (1962) i Manieristi fiorentini e il sottoproletario Stracci

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Una strepitosa identificazione: La ragazza col turbante di Vermeer e Scarlett Johansson nel film La ragazza con l’orecchino di perla del regista Peter Webber (2003)

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2001 Odissea nello spazio di S. Kubrick

Space columns, Peter Kolisnyk - 1968

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“Ultime cene” o il Cenacolo di Leonardo (?)K. Clark, “paradigma ideale attraverso il quale fissare per immagini il motivo dell’ultima cena (e per traslato una “cena” in generale) fino a diventare imprescindibile formula iconografica. Nel film l’immagine diventa una sorta di tableaux vivants incredibilmente efficace ed eloquente.Christus di Giulio Antamoro (1916)Viridiana di Luis Bunuel (1961)M.A.S.H. di Robert Altman (1970)Jesus Christ Superstar di Norman Jewison (1973)

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Pasolini faeccezione

In Mamma Roma il regista riprende lo schema del Ghirlandaio

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Edward Hopper per Psycodi Alfred Hitchcock e Manhattan di Woody Allen

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Le atmosfere di Edward Hopper

Wim Wenders in Crimini invisibili (1997) riproduce Hopper di Nighthawks

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Jean-Michel Basquiat Basquiat di Julian Schnabel (1996)Caravaggio

Caravaggio, il pittore maledetto di Goffredo Alessandrini (1941) Caravaggio di Derek Jarman (1986)

Paul Gauguin La luna e sei soldi di Albert Lewin (1942) Francisco Goya

Volavérunt di Bigas Luna (1999) L'ultimo inquisitore di Miloš Forman (2006)

Michelangelo Il tormento e l'estasi di Carol Reed (1965) Pablo Picasso Il mistero Picasso di Henri-Georges Clouzot (1960) (documentario)Jackson Pollock Pollock di Ed Harris (2000) Salvator Rosa Un'avventura di Salvator Rosa di Alessandro Blasetti (1939)Andrej Rublëv Andrej Rublëv di Andrej Arsen'evič Tarkovskij (1966)Henri de Toulouse-Lautrec

Moulin Rouge di John Huston (1952)Lautrec di Roger Planchon (1998)

Vincent Van GoghBrama di vivere di Vincente Minnelli (1956) Vincent & Theo di Robert Altman (1990) La Passione di Van Gogh di Samy Pavel (1990) Sogni di Akira Kurosawa (1990) Van Gogh di Maurice Pialat (1991) Nightwatching di Peter Greenaway (2007)

Jan Vermeer La ragazza con l'orecchino di perla di Peter Webber (2003)Andy Warhol The Andy Warhol Story di Andy Warhol (1967)

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Altri aspettiFilm in cui vi è un uso particolare del colore, ad esempio Il mestiere delle armi

di E. Olmi (2001)Film in costume: riferimento alla pittura significa far rivivere un personaggio,

non un manichino (La leggenda di Sant'Orsola di Vittore Carpaccio ha costituto il materiale iconografico su cui Renato Castellani ha costruito il suo Giulietta e Romeo)

Uso di materiali pittorici in chiave indiretta: costumisti di Novecento di Bernardo Bertolucci hanno usato per i costumi dei contadini Il quarto stato di Pelizza da Volpedo, la costumista de Il Nome della rosa ha usato il Giotto della Basilica di Assisi

Uso del museo: Woody Allen: il protagonista maschile di Tutti dicono i love you organizza una scena di seduzione alla scuola grande di San Rocco dove finge di essere un esperto di Tintoretto oppure Batman (1989) e il Jokericonoclasta

Il film come descrizione della creazione pittorica: La bella scontrosa di JaquesRivette o l’episodio di New York Stories di Martin Scorsese

L’opera d’arte come ‘set’: film dove l’opera d’arte assumere aspetti espressivi, di ricostruzione storica, di ridefinizione dello spazio entro il quale si svolge l’azione. Madonna del Parto di Piero della Francesca ne La prima notte di quiete di Valerio Zurlini.

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Nel film “storico” e “in costume” l’uso puntuale della fonte pittorica coeva costituisce uno degli artifici più frequentati dai registi per dare “autenticità” e “realismo”.

Ritratto di Cristina di Belgioioso Trivulzio in Hayez e Francesca Inaudiinterpreta la giovane nobildonna patriota in Noi credevamo di Mario Martone

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Letteratura, pittura e cinema in Senso di Luchino Visconti

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Arte “che ha in sé tutte le arti”Film ambiziosissimo, una specie di arte “totale”, che comprenda tutte le artiLetteratura: il soggetto è fedele al racconto di Camillo Boito (1885)Musica: il racconto si snoda come in un melodramma (amore, patria, morte tradimento) e a teatro con la rappresentazione di un melodramma verdiano (Il Trovatore) si apre il film (poi scandito da altre musiche, quali Bruckner)Teatro: la rappresentazione del TrovatoreScenografia e architettura: villa Godi - Malinverni (la prima villa veneta progettata dal Palladio) e Venezia (es. il Ghetto)Pittura: è un trionfo della pittura della metà dell’ottocento: Hayez, Fattori, Signorini, Lega, ecc. ma anche decorazione di villa MalinverniPredisposizione all’iconicità è nel racconto di Boito “La moglie del Luogotenente volle condurmi un giorno a vedere la galleria dell'Accademia di belle arti: non ci capii quasi nulla (…) ma allora, benché non sapessi niente, quell'allegrezza di colori, quella sonorità di rossi, di gialli, di verdi e di azzurri e di bianchi, quella musica dipinta con tanto ardore di amor sensuale non mi sembrò un'arte, mi sembrò una faccia della natura veneziana; e le canzoni, che avevo udito cantare dal popolo sboccato, mi tornavano nella memoria innanzi alla dorata Assunta di Tiziano, alla Cena pomposa di Paolo, alle figure carnose, carnali e lucenti del Bonifacio … Le stelle impallidivano, si diffondeva intorno un albore giallastro (…) e nello stesso punto mi accorsi che Remigio era nudo fino alla cintura (…) Un secondo frastuono mi scosse: sul torace ancora palpitante e bianco più del marmo s'era slanciata una donna bionda, cui schizzavano addosso i zampilli di sangue.”

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Telemaco Signorini: La toilette

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Senso a Borghetto sul

Mincio

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Meccanismo contrario: il cinema, diventato arte “con le carte in regola” ha a sua volta contaminato la produzione alta (nella forma della pop art o delle arti minori - la grafica pubblicitaria, ad esempio). Mimmo Rotella e Warhol.Rapporto tra Togliani, grafico pubblicitario, e Salvatores in Nirvana.

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Corrado Cagli ritrae l’attore Franco Citti nel

ruolo di Accattone nell’omonimo film di Pier

Paolo Pasolini

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Una identità che permane!

Madre romana uccisa dai fascisti di Leoncillo (1944)

Santa Cecilia del Maderno (1600)

Roma città aperta di Roberto Rossellini (1945)

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…. E per finire

Margravia Uta von Ballenstedt (o von Naumburg)