The Joy of Stats - Better data better lives - perché la statistica è importante per la vita...

16
The Joy of Stats Rina Camporese 27 ottobre 2015

Transcript of The Joy of Stats - Better data better lives - perché la statistica è importante per la vita...

The Joy of Stats

Rina Camporese

27 ottobre 2015

lo slogan scelto quest’anno per la Giornata Mondiale della Statistica

Better data

better lives

perché la statistica è importante per la vita

quotidiana?

la statistica è importante

perché…

… aiuta a trovare risposte

Moritz SchlickBerlino 1936 – Vienna 1936

filosofo fondatore del positivismo logico

una domanda è

una buona domanda

se possiamo indicare

il modo della sua verificazione

mediante un’esperienza possibile

qual è la natura del tempo?

per trovare la risposta dobbiamo

definire che cosa intendiamo per

«la natura di» e «tempo»

in termini osservabili

qual era il peso di Omero?

la domanda ha significato

perché possiamo definire con facilità

i metodi per pesare i corpi umani

la nozione di peso ha una definizione precisa

è empiricamente impossibile scoprirlo perché il suo corpo non esiste più

quant’è la disoccupazione

giovanile in Italia?

dobbiamo definire «disoccupazione» e

«giovanile» prima di poter rispondere

Nome Cognome - Luogo, data

in base a standard internazionali

il tasso di disoccupazione è definito come

il rapporto tra i disoccupati e le forze di lavoro

i disoccupati cercano attivamente lavoro

le forze di lavoro sono l’insieme di disoccupati e

occupati

se un giovane è studente e non cerca attivamente

lavoro non è considerato tra le forze di lavoro

i giovani sono coloro che hanno tra i 15 e i 24 anni

11

Forze di lavoro: comprendono gli occupati e le persone in cerca di

occupazione.

Occupati: comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di

riferimento:

− hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un

corrispettivo monetario o in natura;

− hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare

nella quale collaborano abitualmente;

− sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti

dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure

se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione.

Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono

considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I

coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

queste definizioni le potete leggere con calma in altro momento

12

Persone in cerca di occupazione: comprendono le persone non occupate tra

15 e 74 anni che:

− hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni

che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività

autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

− oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono

disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane

successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

queste definizioni le potete leggere con calma in altro momento

Nome Cognome - Luogo, data

il succo è che

quando il tasso di disoccupazione giovanile è pari a 40,7(dato provvisorio agosto 2015)

non è corretto affermare che

«quattro giovani su dieci sono disoccupati»

è più corretto dire

«quattro su dieci dei giovani attivi nel mondo del lavoro

sono disoccupati»

i disoccupati in età 15-24 sono 631mila, cioè il 10,6% della

popolazione complessiva della stessa età

quindi è corretto dire

«più di un giovane su 10 è disoccupato»

Nome Cognome - Luogo, data

si, si, ok, ok, però non tutti dobbiamo

essere esperti del mercato del lavoro

vero, però…

…tutti dobbiamo saper capire

i racconti della realtà

fatti attraverso i dati statistici

"Non ci sono più le famiglie di una volta"; "Stiamo

diventando sempre più vecchi: ci aspetta un futuro di

povertà"; "Gli italiani non vogliono più avere bambini";

"Nel nostro paese ci sono troppi immigrati": sono alcuni

dei luoghi comuni che ascoltiamo ogni giorno.

Luoghi comuni basati su paure e incertezze per le

possibili conseguenze di alcuni cambiamenti della

nostra società, fra cui la sempre maggiore longevità e

l'aumento delle migrazioni globali.

Nel clima di vera e propria rivoluzione demografica che

sta toccando tutti i momenti cardine della vita degli

italiani, la prima sfida che bisogna affrontare è alle

mentalità individuali.

Gianpiero Dalla Zuanna e Guglielmo Weber smontano

pregiudizi e descrizioni sommarie per comprendere

cosa sta veramente accadendo nel nostro paese e

restituire un'immagine dell'Italia fondata su numeri e

dati reali perché «il senso comune si nutre di miti, il

buon senso di fatti».

Il senso comune alla prova dei fatti

Nome Cognome - Luogo, data