Tex Willer Magazine 5

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  • 7/27/2019 Tex Willer Magazine 5

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    T W F M A G A Z I N E . T u t t i i d i r i t t i r i s e r v a t i .

    S e r g i o B o n e l l i E d i t o r e e i r i s p e t t i v i a u t o r i p e r l e i m m a g i n i p r e s e n t i i n q u e s t a r i v i s t a

    E ' v i e t a t a l a r i p r o d u z i o n e n o n a u t o r i z z a t a a s c o p i c o m m e r c i a l i d e l l a r i v i s t a

    E ' c o n s e n t i t a l a s t a m p a a d u s o e s c l u s i v a m e n t e p e r s o n a l e .

    E ' c o n s e n t i t a l a l i b e r a d i v u l g a z i o n e d e l f i l e a c r o b a t . p d f

    P e r t u t t e l e i n f o r m a z i o n i , s c r i v e r e a l s e g u e n t e i n d i r i z z o :

    t e x _ w i l l e r _ m a g a z i n e @ y a h o o . i t

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    TEX WILLERMAGAZINE

    Semestrale

    d'informazione

    Texiana

    ANNO III n 5

    Dicembre 2011

    TWF Press

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    TEXWILLER

    MAGAZINE

    R I V I S T A S E M E S T R A L E A

    C U R A D E L F O R U M D I T E X

    texwiller.forumfree.org

    N u m e r o 5 - D i c e m b r e 2 0 1 1

    D i f f u s i o n e : S a m S t o n e

    T e x F a n a t i c o

    A n t h o n y S t e f f e n

    R E D A Z I O N E

    C a p o r e d a t t o r e : Y m

    R e d a t t o r i : P a c o O r d o n e z

    D o n F a b i o E s q u e d a

    V i r g i n

    A t T h e R o c k s

    S a m S t o n e

    C h e y e n n e

    J a c k 6 5

    C o l l a b o r a t o r i : R o g e r G o u d r e t

    C a p . M e n d o z a

    L ' A m m i r a g l i o

    T h e L o r d

    C o r r i s p o n d e n t e : Z e c a

    TWFPress

    s o m m a r i o

    Cari amici... p a g i n a 3

    I l q u i n t o n u m e r o d e l m a g a z i n e !

    Lupe, cuore infranto! p a g i n a 4

    d i y m

    Yannis Ginosatis p a g i n a 8

    d i P a c o O r d o n e z

    Nadir Quinto p a g i n a 1 6

    d i y m

    Tex e le figure dell'alterit in "Patagonia" p a g i n a 2 2

    d i J a c k 6 5

    In edicola: le storie del 2011 p a g i n a 5 4

    a c u r a d e l l a r e d a z i o n e

    Il vecchio Ticci p a g i n a 6 8

    a c u r a d i P a c o O r d o n e z

    I viaggi di Guido p a g i n a 7 3

    a c u r a d e l l a r e d a z i o n e

    A r t w o r k : Y m

    A n t h o n y S t e f f e n

    2 0 1 1 T W F M a g a z i n e e S B E p e r l e i m m a g i n i . T u t t i i d i r i t t i r i s e r v a t i

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    Cari amici lettori,

    il magazineha finalmente un indirizzo email con il quale d'ora in avanti potretecomunicarecon la redazione:

    [email protected]

    Pubblicandoil quartonumerodellarivista, sonotrascorsi giottomesi, parlavamodi unimportanterisultatoraggiunto. L''iniziativache, voglioribadirloancoraunavolta, eranataumilmentetreanni fa sul forumdi Tex senza troppepretese, da allora cresciuta signifi-cativamente, tanto da diventareun appuntamento ormai irrinunciabile. Gli oltremille-cinquecentodownloadsconteggiati nei mesi scorsi per il soloquartonumero, hannosorpresolenostrepi roseeaspettative, sottolineando ampiamentenon solo la stima dei numerosi

    aficionados texiani cheormai ci seguono, ma anchela preoccupazioneda partenostra dioffriredellepaginecheci sembranosemprepidifficili dascrivere.

    Nel tamburinodi paginaduetroveretei nuovi coloriti nomsdeplumedei nuovi redattori checi hanno raggiunto, assicurandoci con i loro "schizzi d'inchiostro" la sopravvivenza diquesto periodico texiano. Salutiamo con affetto i tanti chequesta volta non hanno colla-boratoallastesuradel quintonumero, sperandoin un loroprossimoritornosullepaginediquesta pubblicazionesemestrale.

    Dopoletanterichiestecheci sonopervenute, questavoltasiamopronti adaccettarelasfidadella prova cartacea. Il Tex Willer Magazine, oltrechenel consueto formato (acrobat) .pdfdisponibilegratuitamentesullepaginedel nostro forum, avr per la prima volta ancheun'edizionestampata, limitataagli iscritti del forumchenefarannorichiesta. Per tutteleinformazioni scriveteci ocollegatevi onlinesul nostrosito!

    Il primoarticolodedicato allarievocazionedi un personaggio, LupeVelasco, assai amatodai lettori, di cui molti si auguranoun prossimo ritornosullepaginedi Tex. Una brevechiacchierata con il principaleautoredella testata Mauro Boselli (gli altri sceneggiatorihanno dichiarato ai nostri microfoni di non sentirsi ancora pronti al recupero di unpersonaggiocos importantecomel'affascinantemessicana) ci permetterdi far finalmentechiarezzasuquestopunto.

    La bella Lupesolo il punto di partenza di una rivista straordinariamentericca di in-terventi edi novitsul mondodi Texedei suoi autori chevi lasciamoil piaceredi scopriredasoli. Augurandovi unbuonNataleeunfelice2012incompagniadel TexWiller Magazine,

    l'appuntamentoper il sestonumero, chesaronlinefrasei mesi!

    Ym

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    L U P E

    C U O R E I N F R @ N T O !

    Lupe,cuorein

    franto!

    DiYm

    LLuuppee,, sseeccoonnddoo FF.. BBoossccoo,,

    uunn ppeerrssoonnaaggggiioo ddaa aattttrrii--bbuuiirree aa MMaarriioo UUggggeerrii..

    Le procaci grazie maliziosamente evidenziate dalla

    sensuale camicia aderente che porta lo sguardo in

    modo provocatorio sul seno, l'angelica e romantica

    Lupe Velasco innanzitutto una figura archetipicadel sesso debole, nella sua emotivit e nel bisogno di

    cura, tenerezza e protezione.

    Il personaggio di Lupe nasce dalla penna di Gianluigi

    Bonelli nell'estate del 1950. La paternit grafica della

    messicana invece controversa. Ufficialmente attribui-

    ta al disegnatore Aurelio Galleppini, la giovane sembra

    in realt essere figlia del ghost artist Mario Uggeri,

    artista specialista delle bellezze con la frangetta, che in

    quegli anni collabor con la casa editrice milaneseAudace. La parentela con l'affascinante dark lady

    Pagan Lee (a sinistra), personaggio della storica striscia

    Rip Kirby creata nel 1946 dal disegnatore statunitense

    Alex Raymond, che influenz a

    livello internazionale pi di una

    generazione di fumettisti, arti-

    sticamente parlando pare invece

    meno amletica.

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    Lupe,cuore

    in

    franto!

    L'incontro con Lupe, nell'omonima striscia Lupe la messicana, a pagina 133

    dell'albo "Doppio gioco", a dir poco fiabesco e non solo nel tema del risve-

    glio della "bella addormentata", che Tex rinviene nella gola di Pozo Blanco,

    nell'aspra e selvaggia Sierra messicana. Malinconicamente accoccolata presso

    il margine di una cascata dagli echi lontani, al tocco della mano e della sua

    calda voce, la fanciulla si scuote, si alza a sedere e fissa con gli occhi spauriti

    l'uomo che vede chino su di lei. Ah! uno straniero... Santa Virgen! non fatemi

    del male. Lasciatemi morire in pace! L'iniziale turbamento di Lupe, indebolita

    Lupeuna figura primigenia

    dalla fame e decisa alle estreme conseguenze pur di sot-

    trarsi al prepotente Don Esteban de Queretaro, nella cui

    fazenda cresciuta allevata da un vecchio zio - lei che non

    ha mai conosciuto i propri genitori - tradisce l'intenzione

    da parte dell'autore di infondere in un personaggio stra-niante, signoreggiato da un precipuo sentimento di ab-

    bandono, i tratti distintivi di una forte personalit. Da

    quando sono scappata dal villaggio ( di Las Bolas, nel nord

    del Messico) non ho pi mangiato. Del resto cosa importa?

    Io voglio morire, e per morire basta non mangiare... L'im-

    probabile sillogismo mette assai di buon umore un Tex

    gattamorta, impegnato nella preparazione di un frugale ma

    sostanzioso spuntino che in un baleno far dimenticare i

    truci propositi alla fanciulla messicana. La favola continua.

    Seor... volete sposarmi? La scena giustamente celebre,

    sar anche perch la prima volta che il ranger fatto

    oggetto di una semiseria proposta di matrimonio. Seguro

    Seor! Se tu mi sposi, quel prepotente di Don Esteban non

    oser pi darmi fastidio, e cos io non avr pi bisogno di

    morire. Il candore della giovane messicana tale che l'eroe

    questa volta non pu contenere l'ilarit pi smodata.

    Nell'indomito animo del ranger la perspicace Lupe ha per

    indovinato i caratteri della forza e del coraggio che ne

    fanno l'ideale paladino contro il brutale molestatore, che

    giunto a percuoterla diverse volte ( ...e forte! ). Il pingue

    Esteban si dimostrer infatti nella sua vilt un nemico

    indiscutibilmente archetipico. Sar sbaragliato di l a poco

    da Tex, in una sequenza in cui Lupe, uccidendo con una

    pistolettata uno dei due caballeros che lo scortavano nella

    caccia, mostrer il segno di un'insospettabile destrezza. La

    ragazza, nella sua rustica ingenuit, infatti una figura

    primigenia nella serie. Pard ante litteram, l'amorevole Lupe

    vuole seguire Tex sulla Sierra Madre. Bueno! Verr con te!

    Laver la tua roba, ti preparer i pasti, e... Bonelli lascia

    timidamente interrotta una delle frasi pi maliziose del-

    l'ormai pi che sessantennale storia di Aquila della Notte.

    Che dapprima non vuole la "piccola" con se, come intanto

    ha preso con tenerezza a chiamarla, ma siccome suo mal-

    SSeeoorr...... vvoolleettee ssppoossaarrmmii ??

    IIll pprriimmoo ee uullttiimmoo ""gguullpp"" ddii TTeexx

    DDaa aaggnneelllloo ssaaccrriiffiiccaallee aa

    eerrooiinnaa aall ffiiaannccoo ddeell RRaannggeerr

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    Lupe,cuore

    infranto! grado ne rimasto stregato, finisce comunque per accettare

    la proposta della messicana, che gli far da guida. Nemmeno

    in questo frangente il ranger tuttavia riesce a camuffare la

    sua innata diffidenza nei confronti del gentil sesso. Se trascu-

    riamo il precedente peraltro subito censurato di Mary Gold

    che come Lupe impugna le armi per difendere Tex nella

    prima tavola dell'albo "Uno contro venti", la sua misoginia

    peraltro giustificata. Non forse vero, infatti, che le donnegli hanno sempre procurato dei grattacapi ? Sugli altipiani

    della Sierra Madre, Tex riabbraccia Drigo e gli altri com-

    paeros e incontra la banda del disertore El Fierro. L'ex

    capitano della guardia nacional che dovrebbe aiutarlo ad

    assaltare il forte di Santo Stefano sull'isola di Tiburon, nelle

    cui segrete l'amico Montales stato messo ai ferri dopo le

    infauste giornate della controrivoluzione, si fa chiamare

    l'Aquila della Sierra. Non il solo

    rimando all'episodio successivo in

    cui Tex, dopo essere convolato a

    nozze con l'indianina Lilyth, si

    guadagna il fiero appellativo di

    Aquila della Notte. Le due eroine

    sono infatti figure speculari e se

    nell'avvicendamento la giovane fi-

    glia di Freccia Rossa ha pi fortu-

    na dove la caliente Lupe invece

    nulla pu sperare, parafrasando

    l'editore Sergio Bonelli, solo per-

    ch Tex " in punto di morte"...

    Il tradimento di El Fierro si ma-

    terializza qualche giorno dopo con

    l'agguato repentino dei milicianos.

    Mentre l'eroe, statuario, non muo-

    ve un muscolo del suo volto di pie-

    tra, la coraggiosa messicana che,

    approfittando della sorpresa gene-

    rale, riesce a farsi largo tra le fila dei banditi e a gettarsi nelle

    acque turbinose del fiume, nei cui flutti lotta disperatamente

    con il pensiero che non le d requie di salvare non la sua vita,

    ma quella dell'uomo di cui si appassionatamente innamo-

    rata. Intanto Tex, schiaffeggiato dal vile El Fierro, viene

    affidato alle cure del primitivo Raimundo "il pazzo" e dei

    suoi implacabili urub. La striscia intitolata "Il covo sulla

    Sierra" mostra manifestamente il passaggio della piccola

    Lupe da semplice coadiuvante a indiscussa prim'attrice, ero-

    ica e risolutrice, in un momento altamente drammatico che

    vede l'eroe ferito e ridotto all'impotenza. Nella distrazione

    generale suscitata dall'insolito e crudele spettacolo, l'india-

    volata messicana sorprende alle spalle due sbalordite senti-

    nelle - in un attimo Drigo e i suoi uomini sono liberi,

    Raimundo e le sue bestiacce uccise - e scivola verso l'amato

    Tex, protetta da un tiro serrato che costringe gli avversari

    LLiillyytthh ((ddeeii CCeessttaarroo)),,

    eerreeddee ddii LLuuppee,,

    ccoonnvvoolleerr aa nnoozzzzee

    ccoonn TTeexx..

    I n n a m o r a t a

    LUPE'S PROFILE

    NNeellllaa sseessssaanntteennnnaallee ssttoorriiaa

    ddeell rraannggeerr,, LLuuppee hhaa ooffffeerrttoo

    iill pprriimmoo vveerroo rriittrraattttoo ddii

    ddoonnnnaa iinnnnaammoorraattaa ddeellll''eerrooee!!

    Sen su a l e

    NNeeggllii aannnnii qquuaarraannttaa ee cciinnqquuaann--

    ttaa,, nneeii sseettttiimmaannaallii iilllluussttrraattii

    aarrrriivvaannoo ddaallll''AAmmeerriiccaa llee bbeellllee

    ppiinn uupp,, nnuuddee oo sseemmiinnuuddee,, ssttrriittoo--

    llaattee iinn ccaammiicceettttee mmiissuurraa

    ffaazzzzoolleettttoo......

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    Lupe,cuore

    in

    franto!

    a tenersi al riparo delle rocce. Il ranger libero, Gianluigi Bo-

    nelli mette finalmente un po' di ordine. Nel racconto ci av-

    viene gi durante la successiva fuga, quando rimasta inav-

    vertitamente in coda, Lupe cade con un gemito al suolo,

    ferita alla spalla. Tex non l'abbandona al suo destino - mi

    sentirei l'ultimo dei mascalzoni - e sfidando una rovinosa

    grandinata di piombo, riesce a portarla in salvo. Con la dolce

    met Lilyth, nel campo alleato dei navajos, la possibilit di"riparazione" non potr avere invece luogo se non con l'inso-

    lito matrimonio indiano. Le prime pagine dell'albo "Il patto

    di sangue" offrono comunque alla lettura il primo vero ritrat-

    to di donna innamorata dell'eroe. Indubbiamente se il profilo

    di Tex in queste primissime strips inevitabilmente anche

    quello del dongiovanni, perlomeno con le brune ( che nel-

    l'universo bonelliano sottindendono evidentemente un'assen-

    za di pericolo ), la figura verginale di Lupe, nella sua pube-

    rale ingenuit, si distacca in maniera perentoria dalle figure

    femminili che l'hanno preceduta, non solo per la forza dei

    sentimenti sottolineati nell'ultima tavola dalle lacrime, ma

    anche perch Tex indiscutibilmente il suo primo amore.

    Nella stessa condizione di purezza si trover anche l'eletta

    Lilyth, cresciuta nella missione delle sorelle bianche di

    Alamosa. Nelle pagine successive il personaggio della mes-

    sicana perde consistenza a vista d'occhio e la scena ormai

    del tutto conquistata dal ranger che furoreggia in azioni spet-

    tacolari, la cui eccezionalit ne cementifica poco alla volta il

    mito. In rapida successione abbiamo cos l'agguato sul rio

    Mayo, il pauroso salto nella cascata, la liberazione degli

    amici a Ocampo e la corsa infernale del treno. L'ultima parte

    della storia si svolge sull'isola di Tiburon. Prigionieri degli

    indios yaquis, vittime da immolare agli dei nel consunto gran

    tempio, i tre compagni d'avventura riescono comunque a sot-

    trarsi all'agghiacciante sorte cui sono destinati grazie ad un

    provvidenziale coltello nascosto nello stivale. Ma mentre

    Tex affronta con temerariet la sua sorte attirando altrui-

    sticamente su di se gli inseguitori fino al tempio, Lupe e

    Drigo, dopo una folle corsa, possono invece approdare in-

    denni sulle rive stagnanti di un fiumiciattolo, dove la ragazza

    - che incomincia a manifestare la sua inquietudine per l'eroe -

    pu dare ancora una volta prova della sua proverbiale inno-

    cenza. Bonelli, in quello che appare quasi uno scanzonato

    gioco in cui si diverte a rovesciare continuamente le posizio-

    ni, ha per in serbo per la messicana una salgariana sostitu-

    zione d'identit - agli occhi del comandante del forte apparir

    infatti nelle vesti di Maria Miranda Lopez de Vega y Roc-

    cablanca, nipote di un'eccellenza del luogo - che permetter

    di togliere un'ultima volta dai guai Tex, ancora assediato dai

    furibondi indios. Con la liberazione di Montales, la storia si

    avvia rapidamente alla conclusione. La solitaria fuga nottur-

    na e il laconico messaggio di addio destano in noi stupore e

    lasciano in eredit quella che una reale insoddisfazione.

    Lupe&

    Mauro

    Boselli

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    G I N O S @ T I S

    P R E G I E D I F E T T I D I U N G R @ N D E E S O R D I O !

    Y

    annisGinosatis

    di

    PacoOrdonez

    UUnn TTeexx

    ""ccvviilllliiaannoo""

    ddaa

    aappppllaauussii!!

    Y @ N N I S

    Y a n n i s G i n o s a t i s n a s c e a S a l o n i c c o i l 5 n o v e m b r e

    1 9 6 0 . D o p o a v e r f r e q u e n t a t o l a F a c o l t d i P i t t u r a p r e s -

    s o l a S c u o l a d i B e l l e A r t i d i A t e n e , i n i z i a a c o l l a b o r a r e

    c o m e i l l u s t r a t o r e c o n l e p i p r e s t i g i o s e a g e n z i e p u b -

    b l i c i t a r i e i n t e r n a z i o n a l i ( J . W . T h o m p s o n , B B D O , A s h -

    l e y a n d H o l m e s , L i n t a s ) . E n t r a n e l l o s t a f f d i T e x n e l

    2 0 0 7 e f a i l s u o e s o r d i o n e l 2 0 1 1 c o n l ' a v v e n t u r a

    " Caccia infernale" s c e n e g g i a t a d a M a u r o B o s e l l i .

    L a v i t a e l e o p e r e

    Il misterioso Y

    Inaspettatamente, lesordio texiano di Yannis Gino-

    satis si rivelato foriero di delusioni. Dopo le prime

    tavole mostrate da Carlo Monni mesi prima dellus-

    cita di Caccia infernale, un coro pressoch unani-

    me di consensi e un entusiasmo generalizzato salu-

    tava larrivo del debuttante greco. Le cose sono pe-

    r cambiate dopo luscita dellalbo finale della lun-

    ga storia in tre albi scritta da Mauro Boselli. In giro

    per la rete si sono letti alcuni giudizi veramente in-

    generosi nei confronti di Ginosatis in alcuni casi si

    completamente perduta la bussola, nel senso che la

    prova del greco stata valutata senza il bench mi-

    nimo tentativo di contestualizzazione: fondamenta-

    le, per esempio, il fatto che egli fosse un debuttante

    assoluto nel mondo del fumetto! E non bisogna

    nemmeno sottovalutare il fatto che il suo debutto

    avvenuto con una storia lunga e molto complessa da

    realizzare, dato il gran numero di personaggi e le

    numerose scene dazione, nonch per le ambienta-

    zioni spesso particolari. Gi solo alla luce di queste

    considerazioni, questa prima prova non pu che

    apparire come un qualcosa di ancor pi straordinario

    - se poi pensiamo al futuro, a quello cio che un

    Ginosatis pi maturo sapr regalarci nei prossimi

    anni, non ci resta che alzare i calici! Ora, cercando

    una spiegazione al fatto che Ginosatis stato ber-

    saglio di critiche quantomeno esagerate anche da

    parte di molti lettori forumisti, sono pervenuto a tre

    - probabilmente contestabili - conclusioni:

    1) linsoddisfazione congenita di buona parte dei

    lettori di Tex, anche per quel che riguarda i dise-

    gnatori. Ora: il sintetismo di Font e Mastantuono

    non va bene, Ticci anche lui troppo sintetico si

    potrebbe concludere che alla maggior parte dei

  • 7/27/2019 Tex Willer Magazine 5

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    YannisGinosa

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    texiani lo stile sintetico non va a genio! E invece no, la

    faccenda devessere ben pi complessa, perch nel mo-

    mento in cui a esordire un disegnatore meticoloso, in-

    teramente precisionista ecco che neanche lui va bene!

    Col che mi viene la riconferma che quella dello stile

    texiano, in materia di disegni, una grossa sciocchez-

    za.

    2) Forse intorno alla figura di Ginosatis stata creata

    unaspettativa esagerata. Sia ben chiaro: non voglio

    certo gettare la croce addosso allincolpevole Monni e al

    suo lavoro benemerito, ma quella Y, quellaccenno a un

    passato forumistico, e forse anche le poche tavole in

    anteprima, a Ginosatis hanno fatto pi male che bene.

    La mia impressione che a un certo punto una parte dei

    lettori si sia convinta che a disegnare Caccia infernale

    sarebbero state le reincarnazioni contemporanee di Mi-

    chelangelo, Raffaello e Caravaggio (che forse nemmeno

    li avrebbero soddisfatti)!

    3) La delusione nei confronti della storia di Boselli (altra

    cosa che non comprendo) ha investito di conseguenza

    anche la parte grafica.

    Veniamo quindi allo specifico dei disegni.

    Probabilmente il sottotitolo con la parola difetti vi

    avr tratti in inganno: certamente parler dei difetti di

    questa prova grafica, ma pi che altro per ridimen-

    sionarne limportanza ai fini di un giudizio complessivo

    dellopera.

    Insomma, i termini pregi e grande sono quelli che

    dovete tenere pi a mente, cos se Ginosatis non vi

    piaciuto proprio per niente potrete anche fare a meno di

    continuare questa lettura: quella che vi accingete a

    leggere una difesa a spada tratta dellesordio di questo

    disegnatore.

    1 - Possibili influenze

    E molto difficile tentare un inquadramento stilistico di

    un artista di cui, oltre allopera che abbiamo sotto gli

    occhi, non si conosce nientaltro. Questo discorso vale

    ancor di pi quando questo artista un debuttante as-

    soluto. Cos, per cercare di capirci qualcosa, conviene

    rivolgersi a quello che gi conosciamo. Se vero quello

    che scrive Wolfflin, e cio che larte ha una sua sto-

    ria (ovvero: un insieme di opere precedenti a cui gli ar-

    tisti si rifanno), allora possiamo esser certi che a qualche

    fumettista Ginosatis si pur sempre ispirato, pren-

    dendone in prestito qualche particolare caratteristica

    stilistica. Il primo artista che mi viene in mente non

    probabilmente tra le influenze pi determinanti dello

    stile di Ginosatis: Fabio Civitelli. I due hanno in comune

    linteresse per i giochi di luci e ombre (ombre che in

    Civitelli non sono cos onnipresenti e gravose, e gio-

    chi di luce che in Ginosatis non toccano la ricercata bel-

    lezza di quelli del Maestro aretino), e una visione della

    forma artistica sicuramente classica e fedele al dato na-

    turale. Ma lelemento civitelliano che Ginosatis accoglie

    , in un certo senso, secondario alla globalit del suo

    stile, e non a caso compare solo da La valle degli dei,

    il secondo albo della trilogia boselliana, come se una vi-

    sione successiva dei lavori civitelliani (o magari un loro

    ricordo improvviso) lo avesse folgorato - il che ci dimo-

    stra che, probabilmente, ancora presto per parlare di

    stile "ginosatisiano" in termini assoluti e definitivi. Uno

    dei tratti pi grandiosi dellarte di Civitelli il suo

    caratteristico puntinato a mano libera che forma le fi-

    gure in secondo piano o gli sfondi paesaggistici (in real-

    t egli usa questa tecnica anche per altri elementi for-

    mali). Ecco un esempio tratto da Giochi di potere.

    Come dicevo, in tutto l'albo Caccia infernale non c

    traccia di questa tipologia stilistica civitelliana. Ma gu-

    ardiamo il secondo albo. La vignetta sotto ci mostra la

    montagna sullo sfondo che ricorda molto da vicino gli

    sfondi puntinati di Civitelli.

    Sicuramente la qualit del segno diversa (lo spessore e

  • 7/27/2019 Tex Willer Magazine 5

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    Ya

    nnisGinosatis e la variabilit dei puntini la loro alternanza con segni

    grafici diversi in Ginosatis), ma anche qui siamo di fron-

    te a un qualcosa che sicuramente realizzato a mano

    (ce lo dice il perimetro non del tutto preciso della mon-

    tagna) e che, ricercando evidentemente un effetto pi

    suggestivo, sfuma verso il basso evitando che lo sfon-

    do montuoso diventi un elemento troppo piatto e mo-

    notono. Guardiamo cosa succede in questaltra vignetta.

    Se il primo piano occupato dal cazzottone di Parkman

    a LongKnife, lo sfondo tutto unesaltazione di punti-

    ni, non solo nella catena montuosa in lontananza, ma

    anche nelle due figure umane in secondo piano,

    anchesse sfumanti verso il basso e fuse col terreno

    sottostante, puntinato a sua volta. Ovviamente, pensare

    che sempre e comunque Ginosatis agisca in questa ma-

    niera quando si tratta di disegnare queste forme sarebbe

    sbagliato.

    Oltre a Civitelli, un altro disegnatore al quale possiamo

    rivolgerci - forse vi sembrer strano - Giolitti. Non

    solo e non tanto per la comune volont precisionista

    (che altrimenti Ginosatis dovremmo accostarlo a chiss

    quanti altri disegnatori!), ma per una caratteristica

    precisa: la resa delle rocce e della loro morfologia, e pi

    in generale dei complessi montuosi.

    Infine, ovviamente, Claudio Villa, il disegnatore a cui il

    greco si ispira maggiormente, sia per quel che riguarda

    la caratterizzazione di Tex sia per quel che riguarda lo

    stile nel suo complesso - influenza, questultima, co-

    mune a molte delle nuove leve texiane e che sembra

    confermare il fatto che Villa sta sostituendo, o quanto-

    meno affiancando, il modello ticciano in quanto punto di

    riferimento dei disegnatori pi giovani.

    In conclusione di questo paragrafo bisogna aggiungere

    un fatto fondamentale: per quanto il nostro greco sia un

    giovane esordiente con uno stile non ancora del tutto

    maturo, e per quanto influenze e modelli siano visibilis-

    simi, lui non copia vignette altrui! Questo un indizio

    che ci dice che quella di Ginosatis, per quanto non

    ancora compiuta e matura, in ogni caso una perso-

    nalit artistica forte e fondamentalmente autonoma. So-

    no sicuro che in questo il futuro non potr che darmi

    ragione!

    2 - I difetti

    Errori nelle posture dei corpi, o nelle proporzioni, si

    vedono spesso specie nei fumetti pi vecchi. A mio

    modo di vedere non sono niente di grave anzi, tutto il

    contrario: perch la bellezza del fumetto anche nella

    sua artigianalit: i disegni sono realizzati manualmente,

    e in quanto realizzati da mano umana, lerrore sempre

    possibile. Lerrore occasionale, insomma, pu essere la

    miglior prova che i disegni che abbiamo sotto gli occhi

    sono autenticamente disegnati a mano, e non ottenuti via

    computer.

    Quindi ben venga la posizione sbagliata del piede destro

    di Tex nella vignetta sottostante!

    Pi in generale, per quel che riguarda i corpi umani, si

    potrebbe dire che spesso, specie quando sono in piedi,

    sembrano un po troppo statici, quasi come dei pupazzi

    o delle statue bloccate in ununica posizione. Mancano,

    voglio dire, di una buona dose di naturalit. Prendiamo

    Tex: quando alzato e parla con qualcuno sembra

    spesso troppo rigido, quasi del tutto immobile: Ginosatis

    lo configura sovente in un medesimo atteggiamento, con

    le mani (a volte anche solo una delle due) poggiate sul

  • 7/27/2019 Tex Willer Magazine 5

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    cinturone. Ma il fatto che pi salta allocchio e che mag-

    giormente pu esser visto come difetto, il piccolo e pi

    o meno evidente calo che si registra col terzo numero.

    Un calo, a mio avviso, che pi che riguardare i disegni

    in genere, dettagliati e precisi come quelli dei numeri

    precedenti, e altrettanto potentemente espressivi, riguar-

    da le fisionomie dei personaggi. Tex, in particolar mo-

    do: specialmente quando appare senza cappello, nelle

    battute finali dellavventura, sembra alquanto diverso

    dallo splendido Tex villiano visto in precedenza. E pi

    in generale, alcuni particolari dei visi, sembrano trattati

    con pi approssimazione. I nasi, in particolare, grossi e

    quasi caricaturali.

    Ma possiamo dare addosso a Ginosatis per questo? No,

    assolutamente no, se abbiamo lintelligenza di conte-

    stualizzare. Perch, al di l dei problemi personali avuti

    dal disegnatore nel corso della realizzazione del terzo

    albo, non vi sembra normale, per un disegnatore esor-

    diente, debuttante assoluto nel mondo fumetto, mostrare

    delle incertezze nella fisionomia dei protagonisti, dei

    piccoli cali nel realizzarli? Assolutamente s, e basta gu-ardare gli esordi dei grandi disegnatori di Tex: padr-

    oneggiare il volto del nostro ranger fin dalla prima storia

    fatto quasi mai possibile!

    In conclusione, i difetti appena elencati a me sembrano

    davvero poca cosa. In primis perch sono presenti in un

    contesto graficamente eccezionale. Poi perch sono

    quantitativamente e, soprattutto qualitativamente, pochi:

    infatti la forza espressiva, la dinamicit, la tensione del-

    le tavole di Ginosatis rimangono intatte e potentissime.

    3 - Un grande disegnatore western

    Non credo affatto di esagerare nel dire che questo

    esordiente col western davvero a suo agio! Trovo che

    le ambientazioni e i paesaggi di questa storia, facenti

    capo al pi tipico immaginario del genere - quello delle

    regioni del sud ovest - siano assolutamente straordinari.

    Nell'immagine sottostante abbiamo dei cactus, un po di

    arbusti e qualche roccia nel piano pi vicino il gruppo

    del colonnello Cunningham nel piano intermedio e sul-

    lo sfondo, sempre pi possenti, questi rialzamenti mon-

    tuosi che incombono minacciosi sugli uomini. Detto

    questo, non aggiungo altro: perch davvero la vignetta

    parla da sola. Da notare come lo sfondo del cielo, del

    tutto vuoto di segni grafici, renda il tutto arioso e

    comunichi alla perfezione lidea di una giornata calda

    sotto un sole cocente, laggi al

    confine col Messico.

    1 1

    YannisGinosa

    tis

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    Ya

    nnisGinosatis

    In alto, una composizione poetica, oserei dire sublime.

    Sublime perch ci rende del tutto partecipi della bellezza

    dei luoghi, della loro grandiosit: il colonnello ne

    catturato, ne sente la superba bellezza, e noi con lui. E il

    sole al tramonto, ben visibile nella sua sfericit, coi

    raggi che partono come saette a fendere le nubi nere, e

    le ombre che si fanno sempre pi scure, costituiscono un

    efficace presagio dei nefasti avvenimenti che avverran-

    no di l a poco .

    E che dire di questaltra? In un colpo solo, con unin-

    quadratura efficacissima, Ginosatis ci mostra il deserto e

    la sua fine: la terra riarsa, simile ai gretti che si formano

    sulle tele antiche, lascia il posto alle prime asperit della

    sierra, pi densa di ombre e rocce: quasi una promessa

    di salvezza alla fine di un calvario. E c ancora lo stes-

    so cielo, privo di qualsiasi segno, a rendere il caldo che

    l deve essere ancora pi estremo!

    E, a concludere questa carrellata davvero troppo ri-

    stretta, questultima magnifica immagine. Il canyon nel

    punto pi lontano, imponente, con le sue ombre grevi le

    capanne del villaggio nella piccola radura e in primo

    piano il rialzamento roccioso, coi due criminali ap-

    postati. Infine, sullo sfondo, la catena montuosa pun-

    tinata come sempre, e le nubi nel cielo. Gi, le nubi nel

    cielo: questo un fatto sicuramente secondario ma in-

    teressante, e molto presente nelle tavole di Ginosatis, di

    cui ancora non ho detto niente. Se ci fate caso, in quasi

    ogni vignetta che si svolge allaperto e in cui sianopresenti nubi, esse vengono disegnate - o meglio, trat-

    teggiate - solo in un angolo della vignetta, quasi fossero

    le dita rachitiche di una vecchia strega.

    Ginosatis un grande disegnatore western. I suoi pae-

    saggi parlano da soli, e credo che qualsiasi lettore che

    riaprir i tre albi che compongono Caccia infernale

    non potr che rimanere a bocca aperta di fronte a tanta

    evidente bellezza.

    4 - Capolavori grafici note di stile

    Non voglio arrivare al punto di dire che la prova di

    Ginosatis sia un capolavoro grafico. Per, e questo sen-

    to di poterlo dire senza tema di smentita, le sue 300 e

    passa tavole sono costellate da una serie di scene che

    lappellativo di capolavoro grafico se lo meritano

    tutto!

    La scena dellattacco alla diligenza su cui si trova Kit

    una di queste. E un capolavoro di dinamismo e virtuo-

    sismo grafico, che dimostra una volta di pi quanto

    detto nel paragrafo precedente: e cio che il nostro greco

    un grande disegnatore western.

    Altro capolavoro la scena nella capanna di Revetki: la

    vignetta in questione offre un tratteggio e un puntinato

    costanti che creano un effetto atmosferico e luminoso

    sensazionale - purtroppo i due balloons smorzano un

    poco leffetto grafico, interrompendo nel vero senso

    della parola il libero fluire di tratteggio e puntini.

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    YannisGinosa

    tis

    Ovviamente capolavori grafici singoli, ossia vignette

    varie sparse in tutti e tre gli albi, e definibili come

    capolavori, ce ne sono a bizzeffe! A titolo di esempio, e

    tanto per metter qualcosa anche del terzo albo, ecco la

    drammatica immagine che potete vedere sotto, in cui

    una pletora di personaggi viene disposta nella maniera

    pi chiara e leggibile, sullo sfondo di un minaccioso

    cielo nero.

    Terminata questa carrellata di immagini, penso che

    possiamo giungere finalmente a quello che considero

    come il momento clou di ogni discorso riguardante gli

    artisti: usando proprio le immagini di questo paragrafo,

    che ci presentano Ginosatis al suo apice artistico,

    tratter del suo stile. In precedenza abbiamo visto come

    il puntinismo alla Civitelli venga accolto dal nostro

    disegnatore per realizzare gli sfondi e i personaggi in se-

    condo piano, e come egli, sempre sulla scorta dellesem-pio civitelliano, raggiunga mediante il puntinato sug-

    gestivi effetti di sfumatura. Potremmo dire che il punti-

    nato sia un elemento aggiuntivo al disegno, un acces-

    sorio che, a seconda dei modi in cui viene usato, pu

    impreziosirlo o penalizzarlo (personalmente trovo gene-

    ralmente poco gradevole, per esempio, il puntinato coi

    retini tipico di Diabolik). Lo stesso si pu dire per il

    tratteggio, accessorio che, se usato bene, pu dare mol-

    tissimo al disegno realistico per quel che riguarda ombre

    e volumi - non a caso il chiaroscuro a tratteggio usatissimo negli Istituti dArte nel disegno dal vero - e

    pu invece essere deleterio, quando adoperato male, in

    quanto foriero di confusione e disordine, nonch

    sporcizia.

    Per inciso, Ginosatis il tratteggio lo usa divinamente!

    E la vignetta sopra - quella nella capanna di Revetki -

    in questo senso straordinaria: mescola insieme il

    tratteggio e il puntinato in un modo straordinario. Il

    primo si condensa nello sfondo dietro i personaggi:

    capiamo che c qualcosa, in quella capanna buia,

    poich Ginosatis in alcuni punti lo rende meno fitto,

    composto da un numero minore di segni: qualcosa

    emerge dal fondo e quindi attenua le tenebre (si veda la

    parte sinistra della vignetta e quel qualcosa tra Re-

    vetki e il suo guerriero) cambia la quantit del segno, e

    cambia la qualit del segno, capace di evocare oggetti

    senza rappresentarli del tutto. Al puntinato invece la-

    sciato uno spazio quantitativamente pi ridotto, ma di

    sicuro effetto: perch esso va a completare il fascio di

    luce che entra nella capanna - visibile tra il guerriero e

    lo stregone - evocando a sua volta qualcosa di poco chi-

    aro e non definito dietro il fascio di luce, posizionato sul

    pavimento. Leffetto insomma molto suggestivo: il

    mistero di un luogo quasi ultraterreno si coniuga alla

    concretezza di oggetti concreti non visibili ma di certa

    presenza. Ma Ginosatis il tratteggio lo usa solo per

    realizzare sfondi particolari come questo? Certamente

    no. E tale uso costante del tratteggio ci autorizza a con-

    siderare questo artista un incisore della vignetta ?

    Rispondo negativamente unaltra volta. Ginosatis stato

    - forse ancora - un pittore: dalle tavole di Caccia

    infernale questo suo passato, questa sua formazione,

    emerge in un modo a mio avviso esplicito. Linsieme

    delle tecniche grafiche che usa, lo stile ginosatisiano

    nella sua globalit, hanno come risultato una "potenza

    plastica" impressionante. Non metto - potenza plastica -

    in evidenza casualmente: credo che laccostamento di

    quei due termini sia il modo migliore per definire la sua

    arte, il risultato verso cui tende il suo stile e che compiu-

    tamente viene raggiunto nel Ginosatis migliore. Potenza

    plastica: la capacit di rendere gli oggetti nello spazio,

    di rendere la loro tridimensionalit. A questo serve il

    chiaroscuro, lo sfumato, e le altre tecniche pittoriche e

    grafiche che si usano dai greci in poi. Per ottenere que-

    sto risultato Ginosatis usa tratteggi, puntini e quantal-

    tro: elementi grafici, certamente, che non appartengono

    ai pittori ma lui, a mio avviso, di fronte alla tavola da

    disegnare in bianco e nero, non smette neanche per un

    attimo di pensare e ragionare da pittore, da pittore rea-

    lista il cui scopo primario la perfetta mimesis, ovvero

    il pi alto grado di naturalezza e realisticit delle figure.

    Tratteggi, puntini e quantaltro, dicevo prima gi,

    perch le tecniche che formano lo stile di Ginosatis non

    si fermano ovviamente a questi due soli fattori. Ma

    rimango un altro po sul tratteggio, perch il nostro

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    artista lo adopera in maniera eclettica e differenziata.

    Vediamo cosa succede nei primi piani dei personaggi:

    ecco, come esempio, questo magnifico ritratto di Tex,

    forse il pi bello di tutte le trecentotrenta tavole.

    Vediamo che la parte destra del viso quella in cui ci

    sono i maggiori giochi di ombre. Vediamo una striscia

    nera, verticale, che lo attraversa quasi per intero fino a

    ingrossarsi in corrispondenza della guancia, per poi di-

    latarsi totalmente nella parte pi bassa: questi sono i

    punti in cui lombra pi fitta, la parte del viso che si

    trova maggiormente nelloscurit (a parte la zona sotto il

    naso, non a caso campita di un nero piatto) dunque,

    qui che Ginosatis concentra la maggior quantit di

    tratteggi, in un gioco grafico che si fa fittissimo. E se

    quella la parte pi in ombra, le altre parti pi esposte

    alla luce - quindi pi chiare - hanno bisogno di un

    trattamento diverso: ed cos che il gioco di linee, per

    quanto serrato, si fa pi arioso, meno concentrato, e

    raggiunge effetti di una delicatezza deliziosa: Ginosatis

    non calca la mano sul foglio, anzi, la tiene cos leggera

    che certi punti delle singole linee sembrano sparire tra

    laltro vediamo come la linea del naso sparisce per via

    della luce: gioco luminoso anchesso ben presente in

    Civitelli. E ancora: si noti la variet del tratteggio, che,

    pur composto per la maggior parte di linee verticali e

    orizzontali, non disdegna le diagonali. Tutto ci porta a

    un risultato preciso: quella potenza plastica propria del

    segno ginosatisiano!

    E andiamo oltre il tratteggio, ma rimaniamo sul tema

    delle ombre, quellessenziale fatto grafico che rende la

    tridimensionalit e la naturalezza delle cose disegnate.

    Concentriamo la nostra attenzione sulla vignetta ripro-

    dotta in basso, quella con Tex e Laredo che entrano nel

    Dead Mans Canyon. Ginosatis ama le ombre, le ombre

    nette, precise, le ombre che danno concretezza e volume

    alla scena. Nella fattispecie, i neri potenti sulle rocce,

    sui cavalli, e sui due uomini rendono questa vignetta (e

    tutta la scena di cui parte) un qualcosa di potentemente

    realistico e fortemente drammatico! Luso abbondante

    della china stato tra gli elementi dello stile del Nostro

    che maggiormente ha colpito lattenzione dei lettori

    tangto che alcuni hanno anche avuto da ridire su questo.

    Un tale modus operandi ci dice alcune cose: la prima

    (che forse, tanto per essere cinici, la meno impor-

    tante) che Ginosatis ama il suo lavoro, ama disegnare,

    e non concepisce una vignetta che sia tirata via, o che

    dia unaria seppur vaga di approssimazione Tutto, nelle

    sue tavole, frutto di un lavoro certosino, accura-

    tissimo, quasi da amanuense medioevale ( e oltre a que-

    sto, i dettagli delle sue tavole, nonch il mix di trat-

    teggio e puntinato di cui abbiamo parlato pi sopra, lo

    dimostrano). La seconda cosa che lartista esagera con

    la china buttandone in quantit industriale solo ed esclu-

    sivamente quando il caso di esagerare e di buttarne in

    quantit industriale! Nella vignetta in cui Cunningham

    appare a testa in gi nel fuoco, riprodotta nella pagina

    precedente, il cielo bituminato, opprimente, tragico e

    Ya

    nnisGinosatis

    LLee oommbbrree,, nneettttee ee pprreecciissee,, ddaannnnoo vvoolluummee ee ccoonnccrreetteezzzzaa aallllaa sscceennaa..

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    YannisGinosa

    tis

    IIll TTiiggeerr ggiinnoossaattiissiiaannoo

    ssttaattoo uunnoo ddeeii

    mmiigglliioorrii nneeggllii

    uullttiimmii aannnnii..

    quasi claustrofobico: la scena a cui assistiamo non essa

    stessa opprimente e tragica, non disgustosa? E il dise-

    gno fumettistico non deve essere il pi aderente pos-

    sibile al contenuto della scena che visualizza? Dunque,

    almeno a mio avviso, Ginosatis non esagera affatto. Di

    sicuro non lo fa in questa particolare storia, drammatica,

    tragica, piena di massacri e morti uccisi nei modi pi

    disparati, con indiani drogati che sembrano posseduti e

    la figura quasi dark dellantagonista Revekti.

    Per tornare alla vignetta con Tex e Laredo a cavallo, una

    piccola nota a margine: vediamo il modo tipico con cui

    Ginosatis rende le zampe in movimento (maniera molto

    simile, tra laltro, a quella di Garcia Sejas): le forme so-

    no indistinte, sfumate, e questo rende bene leffetto della

    polvere - in altre scene con cavalli al galoppo la cosa

    pi visibile.

    Ricapitoliamo: tratteggio e puntinato, effetti di luce e

    largo uso delle ombre. Il tutto unito a una cura certosina

    per i dettagli. Il risultato, come detto, quella potenza

    plastica che si pone come fine e risultato dello stile di

    Yannis Ginosatis. Ritorno per a dire che, dato che

    Caccia infernale solo il suo esordio, probabilmente

    in futuro questo paragrafo, incentrato sullo stile, dovr

    essere ampiamente rimaneggiato - e questa, per quanto

    mi riguarda, sarebbe una gran bella cosa!

    Conclusione.

    Come dicevo, per i miei gusti, un saggio, un libro, o un

    articolo che parla di un artista ha il suo momento cul-

    minante quando si giunge a parlare dello stile. Lo stile

    - la visibilit delle arti visive - il problema che le-

    gittima la storia dellarte come campo di ricerca auto-

    nomo, scrive Irving Lavin, e io sono daccordo. Per cui

    questo articolo finisce qui. A dire il vero ho un solo

    rimorso: essere giunto alla fine senza aver aggiunto il

    paragrafo che avevo immaginato con questo titolo :Un

    Tiger straordinario!. Gi, perch il Tiger disegnato da

    Ginosatis davvero meraviglioso, forse il migliore degli

    ultimi anni (e guai a Faraci se non lo metter in scena

    nella storia che sta scrivendo per il nostro artista!), ed

    forse lelemento che pi di tutti pu metterci daccordo

    per quellatto di cui parlavo allinizio: lalzare insieme il

    calice per brindare al futuro texiano di Yannis Gino-

    satis! E come si evince dal gesto della vignetta sotto,

    anche il nostro amato navajo, nonostante lespressione

    perennemente scontrosa e impenetrabile, pienamente

    daccordo!

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    N [ ^ i r

    Q u i n t o

    C l [ s s _ _ _ l _ g [ n z [ !

    Nadi

    rQuinto,classeeele

    ganza!

    diYm

    Lopera di Nadir Quinto uno sfavillante universo di tavole da cui spiccano im-

    magini dai colori caldi e avvolgenti, pennellate morbide e delicate, ricche di sug-

    gestioni e di magia.

    Nadir Quinto, il cui nome orientaleggiante richiama i capolavori della letteratura fantastica che

    amava e che illustr senza mai cadere in incertezze, coneleganza classica e sensibilit tutta italiana, stato uno dei

    pi grandi illustratori del novecento.

    Con Galep del 17, lui di un anno pi giovane, apparteneva

    a una generazione di artisti emergenti e improvvisati che

    nellera pioneristica del fumetto, quando le nuvole parlanti

    erano presuntuosamente disprezzate dagli intellettuali, illu-

    stravano racconti con personaggi e ambientazioni

    tra le pi diverse, appoggiandosi artigiani

    primancora che maestri sulle doti naturali

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    NadirQuinto,

    classeeeleganza!

    Nadir Quinto nasce a Milano il 26 novembre 1918. Dopo

    aver studiato architettura e aver frequentato per due annilAccademia di Belle Arti di Brera, nel 1938 conosce ledi-

    tore Mario Conte che gli commissiona i due episodi de

    Larciere nero. Lanno succcessivo lavora invece per il

    settimanale LAudace di Lotario Vecchi.

    La guerra. Nel giugno 1940 il giovane Quinto richiamato

    alle armi. Inizialmente di stanza a Bobbio, parte per il fronte

    africano ma non lo raggiunge a causa di un naufragio. Nel

    settembre 1943 dopo lannuncio della firma dellarmistizio

    con gli anglo-americani si d alla macchia e combatte con i

    partigiani. Dopo pochi mesi, catturato dalle formazioniarmate della Repubblica di Sal, evita la deportazione solo

    grazie alla sua abilit nel ritrarre le fidanzate dei suoi

    carcerieri. Sar liberato solo il 25 aprile 1945.

    Il periodo postbellico. Negli anni in cui era stato di stanza

    a Piacenza lautore aveva conosciuto Luciano Pedrocchi

    con il quale aveva collaborato disegnando un episodio di

    Volpe apparso nel dicembre 1944 e intitolato La

    missione segreta. Finita la guerra, continua a lavorare con

    lui e li ritroviamo sulle pagine di Dinamite con Lis-

    pettore Burke e le avventure comiche di Tonino e Gel-somina. Nel 1946 scrive e disegna da solo i quattro episodi

    de Lultima tigre pubblicati sugli Albi Salgari. Inizia

    intanto una lunga collaborazione con leditore Vincenzo

    Baggioli, disegnando per lui alcuni liberi e nellottobre del-

    lo stesso anno esordisce anche sulle pagine dell'Intrepido

    dellEditrice Universo con I ragazzi di Chicago.

    Il Corriere dei piccoli. Nel 1947 entra nello staff de Il

    corriere dei piccoli e vi rester fino al 1953. Per questa tes-

    tata realizza gli episodi de Il labirinto della morte e quin-

    di Le avventure di Tom Sawyer, riduzione del romanzo diMark Twain. Collabora nel frattempo anche con Baggioli

    che gli pubblica varie illustrazioni per novelle e diversi

    racconti: La figlia del peccato, Bill Dakota e Helga

    fiore del nord. Nel 1949 realizza Il dominatore della Ma-

    lesia e lanno successivo Il segreto dei fachiri, entrambi

    ospitati negli "Albi dOro" della Mondadori. Sulle pagine

    de Il corriere dei piccoli continua intanto a illustrare di-

    verse avventure tra le quali Il volo nellinfinito, Le

    quattro stelle, La citt doro, La spada del dolore, La

    corte dei miracoli, Riccardo Cuor di Leone, Selim

    menestrello di Baghdad, Il protetto del gran diavolo,

    Fort Hope resiste ancora, La terra dei pozzi di fuoco e

    infine La capanna dello Zio Tom che chiude la sua es-

    perienza sul Corrierino. Chiamato nel 1953 dal vicedirettore

    La vita e l e opere.

    P e t e r P a n

    a n d

    W e n d y

    del loro talento e della loro fantasia in un epoca in cui,

    come ricorda lamico e collega Sergio Asteriti, non si

    copiava mai, perch negli anni quaranta cera ben poco

    o niente da copiare.

    Con lindiscussa modernit della loro arte, anche se i

    percorsi che seguirono furono diversissimi Galep an-

    dando incontro a una straordinaria notoriet con lico-

    na nazionalpopolare Tex e Quinto incantando invecegenerazioni di adolescenti anglosassoni con le mira-

    bolanti riduzioni dei capolavori della letteratura fan-

    tastica (ricordiamo per esempio Robin Hood, "Cin-

    derella" o il Peter Pan & Wendy) hanno accompa-

    gnato il fumetto nella sua crescita fino ai nostri giorni.

    Dopo la lunga parentesi sul "Corriere dei piccoli, les-

    perienza professionale di Quinto maturava cos so-

    prattutto allestero, sono gli anni cinquanta e sessanta,

    con linglese Fleetway che annoverava allora tra i suoi

    collaboratori altri prestigiosi artisti italiani come Ug-

    geri, Giolitti o DAntonio. Quando alcuni problemi di

    salute lo portano a cessare questa collaborazione, lui co-

    s schivo e riservato, che non fatichiamo ad immaginare

    ai margini delle mode, nei primi anni settanta deve pe-

    nare un po per farsi riconoscere in Italia. Lavorer poi

    a lungo e fino alla sua morte per Il Giornalino. Non

    bisogna credere per che la sua bravura fosse sfuggita

    allocchio sempre attento di Sergio Bonelli, appas-

    sionato scrutatore di talentuosi virtuosi del pennello.

    Ma bisogna aspettare, come per Alberto Giolitti, la fine

    della sua carriera per vederlo impegnato, dopo quello

    che crediamo un lunghissimo corteggiamento, sulle

    tavole di un Texone intitolato I lupi del Colorado,

    scritto per lui da Claudio Nizzi, con il quale aveva gi

    collaborato in pi occasioni sulle pagine del settimanale

    cattolico. La S.B.E. non pubblicher per il frutto di

    quelli che furono due anni travagliati di lavoro, in-

    terrotto dalla morte dellartista nel marzo del 1994.

    Mancano delle tavole e diverse necessitano verosimil-

    mente di qualche revisione. Il Texone di Quinto non

    pu purtroppo arricchire la prestigiosa collana divulgata

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    NadirQuinto,clas

    seeeleganza! Dino Buzzati, inizia a collaborare alla Domenica del Cor-

    riere", illustrando le rubriche I fatti della settimana e

    Sette giorni nel mondo, e la riduzione del romanzo "Elai-

    ne di Franay. Collabora nel frattempo anche con la Monda-

    dori illustrando a colori delle novelle per Bolero film, la-

    vora quindi per Grandi firme e infine nel 1956 per le

    "Strenne" illustra il volume Piccolo alpino.

    Il mercato inglese. Dal 1954 disegna anche per il RegnoUnito attraverso lagenzia di Pietro e Rinaldo DAmi. Tra le

    varie storie pubblicate tra il 1956 e il 1959 ricordiamo

    Robin Hood, The story of Cinderella, Pauline and her

    pets e Peter Pan and Wendy. Dopo una breve interru-

    zione dovuta alla rottura tra i DAmi, durante la quale pu

    disegnare le figurine dellalbum Vita di Garibaldi delle

    Ed. Lampo, il volume Cin Fu principe del bamb e La

    storia pi bella per la Peruzzo, nonch Il re dei mari

    riduzione dellomonimo film per Baggioli, lautore pu ri-

    prendere la collaborazione con le testate inglesi. Pinoc-

    chio, Tales of the princess Marigold, The wonderful

    adventures of baron Munchausen. Bobo, Tales from

    many lands, Heidi e Wilhelm Tell sono alcuni dei ti-

    toli che si succedono tra il 1964 e il 1969.

    LEdiperiodici. Conclusa lesperienza inglese, nei primi

    anni settanta Quinto collabora con la Cenisio che gli pub-

    blica Il racconto di natale e La leggenda del Maya. Nel

    1972 lavora quindi con la Ediperiodici, colorando alcuni

    albi di Oltretomba Colore e la serie western Mortimer

    scritta da Pedrazzi e disegnata da De La Fuente. Nel 1975

    segue un albo per Terror. Lo stesso anno, su testi di

    Silverio Pisu, disegna Tom Boy per il Corriere dei

    ragazzi e lesperienza prosegue anche lanno successivo,

    quando inizia a lavorare su Swea, testi di D'Argenzio.

    Il Giornalino. Dal 1977 lo ritroviamo tra i nomi de Il

    Giornalino con Igor e I delfini ( questultimo su testi

    della figlia Diana ). Riprende quindi la serie western Larry

    Yuma di Nizzi, disegnandone ventitre episodi. Lesperien-

    za con il settimanale cattolico prosegue anche nei primi '80,

    quando si susseguono numerosi liberi tra i quali Il mago di

    Oz su testi della figlia Diana, Jacopo del mare sceneg-

    giato da Mino Milani e Piccole donne, testi di Claudio

    Nizzi. Nella seconda met degli anni ottanta la produzione

    continua ininterrottamente con altri liberi come Le mille e

    una storia che illustra fino al 1988 oppure lautocon-

    clusivo Detective per un giorno. Nel 1990 inizia gli

    episodi di Bimbasu testi di Lidia Cannatella.

    La SBE. Contattato dalleditore Sergio Bonelli, accetta di

    illustrare una storia per Tex che comincia nel 1992, con-

    tinuando a produrre storie libere per il "Il Giornalino, fino

    alla sua morte avvenuta a Milano il 15 marzo 1994. Lascia

    incompiuti sia I lupi del Colorado, sia la serie Issing del

    fiume destinata al settimanale cattolico.

    dalla casa editrice milanese. Dopo alcuni mesi la sua sto-

    ria infatti affidata a Fusco e infine pubblicata sulla serie

    regolare mensile nei numeri 428 e 429, nellestate 1996.

    Prima di lasciar spazio a una breve intervista con la figlia

    Diana che ha risposto gentilmente alle nostre domande,

    diamo una sommaria descrizione delle poche tavole del

    Texone che abbiamo potuto vedere in anteprima. Il Tex di

    Quinto, asciutto e longilineo, mediato indubbiamentedalla tradizione galleppiniana. Quinto come Magnus guar-

    da direttamente al creatore grafico del personaggio, di cui

    ha una profonda stima. Il suo Tex conserva per nel volto

    una profonda originalit, non un caso dunque se stato

    accostato a quello atipico di Giolitti. Come il protagonista,

    anche il pard Kit Carson appare leggermente invecchiato.

    Una peculiarit quintiana? Le frange del vestito del vec-

    chio cammello, che l'artista disegna allungate. La stessa

    cosa si nota anche in Tiger, che nei tratti somatici quello

    che maggiormente ricorda il personaggio di Galleppini.

    Il saggista Gianni Brunoro parla della solida costruzione

    della figura, basata su una profonda conoscenza dellana-

    tomia umana e animale, oltre che del paesaggio, che pu

    essere applicata senza remore anche a queste tavole, che

    stupiscono per le capacit scenografiche del disegnatore,

    elegante nella composizione del paesaggio boschivo come

    nella gestione delle luci e delle ombre. Il tratto preciso e

    calibrato nella gestualit e nelle espressioni del viso dei

    personaggi, che riesce a rendere figure viventi.

    Intervista a Diana Quinto

    Siamo nei primi anni novanta, suo padre diventa un

    disegnatore di Tex. Pu raccontarci come avvenne l'in-

    contro tra due giganti del fumetto italiano?

    Per rispondere dobbiamo risalire a parecchi anni prima,

    quando mio padre, in seguito a problemi di salute fu

    costretto ad abbandonare i suoi rapporti professionali con

    lInghilterra e ricominci a lavorare per case editrici

    Italiane. I primi tempi furono molto duri ma ben presto

    riusc a farsi conoscere di nuovo e inizi a collaborare

    prima con lEditrice Cenisio e poi col Corriere dei

    Ragazzi. Proprio in uno di quegli anni siamo nella

    seconda met degli anni 70 ci recammo alla Fiera del

    Libro di Bologna e incontrammo Sergio Bonelli. Lin-

    contro fu molto cordiale e caloroso soprattutto da parte

    del grande editore che, stringendogli la mano gli dis-

  • 7/27/2019 Tex Willer Magazine 5

    20/891 9

    NadirQuinto,

    classeeeleganza!

    se: Ah, Quinto, il fior che mai non colsi!. Racconto

    questo perch credo che il corteggiamento di Bonelli sia

    durato parecchio e forse negli anni novanta, proprio per

    non avere il rimpianto di non avere mai disegnato Tex,

    mio padre decise di accettare la proposta di Bonelli.

    Quanti anni aveva allora?

    Mio padre aveva circa settanta anni e lavorava ancora

    molto, anche se la salute cominciava a dargli dei seri

    problemi. Daltra parte metteva nel lavoro molta pas-

    sione e col lavoro riusciva ad appagare la sua curiosit e

    la sua sete davventure. Senza di queste non avrebbe

    potuto vivere e quindi non poteva vivere senza lavoro.

    Suo padre era un lettore di Tex. Ricorda per caso il

    titolo di qualche storia che maggiormente l'aveva

    appassionato?

    Sicuramente amava Tex e lo leggeva ma non saprei dire

    se ci sia stata per lui qualche storia prediletta.

    Cosa signific per lui il passaggio a una produzione

    seriale, ma anche cos popolare?

    Come dicevo prima credo che mio padre avesse ac-

    cettato la proposta di Bonelli per non avere il rimpianto

    di non averlo mai fatto. Era consapevole dellimportan-

    za di Tex nel mondo del fumetto, di quale pubblico

    esteso ed esigente avesse, e credo che fosse orgoglioso

    di poterlo disegnare in una fase della sua vita in cui

    vedeva avvicinarsi il momento di mettere un po a ri-

    poso matite e pennelli.

    Che tipo di approccio vi fu con il personaggio?

    Sicuramente si avvicin al personaggio, come sempre

    faceva, studiandolo e facendo ricerche in merito ai co-

    stumi e ai paesaggi. Era molto meticoloso nella pre-

    parazione delle storie, anzi questa fase di ricerca e di

    preparazione era quella che forse pi gli piaceva, e

    spesso me ne metteva a parte facendomi vedere bozzetti

    e studi e spiegandoli nei dettagli. Daltra parte mio padre

    cominci a disegnare cavalli e cavalieri nel 1938 con il

    racconto Larciere nero, prosegu poi, nella sua vita

    artistica, a costruire i personaggi delle bellissime e spes-

    so esotiche tavole degli anni cinquanta per il Corriere

    dei Piccoli e, negli anni settanta cre "Tom Boy", lex

    schiavo nero degli stati del sud che, spesso a cavallo,

    combatte al fianco dei confratelli per labolizione della

    schiavit e "Swea", la principessa della trib indiana,

    bionda e, appunto, abilissima amazzone. Per non parlare

    di "Jacopo del Mare" e dellultima storia, disegnata

    parallelamente a I lupi del Colorado, che ha per

    protagonista un cavaliere senza macchia e senza paura:

    "Issing del Fiume". Mio padre amava tutti gli animali,

    ma soprattutto i cani e i cavalli e a questi ultimi ha

    dedicato studi e analisi proprio per migliorarne di con-

    tinuo la rappresentazione grafica.

    Il personaggio di Tex estremamente difficile da

    caratterizzare, basta sbagliare anche un singolo

    dettaglio per renderlo quasi irriconoscibile. Suo pa-

    dre ebbe qualche difficolt nell'affrontare le prime

    tavole?

    Certamente non lo preoccupava disegnare Tex e il

    contesto in cui Tex si muoveva, piuttosto io credo che la

    sua preoccupazione principale fosse non deludere i suoi

    numerosissimi fans e, proprio per questo, resistere alla

    tentazione, sicuramente molto forte in lui, di sbrigliare

    la sua fantasia.

    A quale Tex cerc graficamente di ispirarsi?

    Amava molto il tratto di Galep e credo sia andato a

    rivedere i Tex che portavano la firma di questo

    eccezionale disegnatore per capire come realizzare le

    190 tavole de I Lupi

    Se osserviamo le sue tavole ci sorprende soprattutto

    la cura per i fondali, con la natura che offre uno

    squisito contrasto con i personaggi che figurano nelle

    vignette.

    Mio padre amava molto larchitettura e il paesaggio. La

    cura per i fondali sempre stata una caratteristica dei

    lavori di mio padre, la sua sempre una scenografia

    ricca, dove gli sfondi lasciano intravedere citt, archi-

    tetture di interni, una natura rigogliosa e comunque

    molto viva nei suoi passaggi stagionali, sotto la neve o

    sotto il sole rovente.

    L' ambientazione montana de "I lupi del Colorado"

    era gradita a suo padre ?

    Per i motivi che ho descritto sicuramente l'ambien-

    tazione gli era congeniale, e sicuramente desiderava

    molto disegnare Tex e disegnarlo con la passione e len-

    tusiasmo che hanno contraddistinto tutte le sue opere,

    credo per che la malattia e quellentrare e uscire dagli

    ospedali in alcuni momenti abbiano reso il lavoro che

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    NadirQuinto,clas

    seeeleganza! amava tanto una grandissima fatica.

    Suo padre realizz la storia completamente da solo?

    Abitualmente mio padre non si avvaleva di alcuna

    collaborazione, ma alcune volte, per alcune serie, il suo

    studio e quello di mia madre si trasformavano in un ori-

    ginale laboratorio: io scrivevo i soggetti e le sceneg-giature, lui disegnava la storia, mia madre faceva il

    lettering e mia sorella colorava le pellicole. Come

    potrete immaginare erano momenti di vivaci scambi, di

    qualche discussione ma anche di tanta allegra

    soddisfazione.

    Quali furono i tempi di lavorazione della storia?

    Non ne ho la certezza ma credo che gli ci vollero circa

    due anni.

    Quante tavole mensili riusciva a produrre media-

    mente suo padre?

    Nel pieno della sua attivit mio padre riusciva a

    disegnare una tavola al giorno, negli ultimi anni la sua

    produttivit fu discontinua e sicuramente non riusc pi

    a raggiungere il record di una tavola al giorno.

    Sa se riusc a finire la storia?

    Non so se la storia finita. Dalle illustrazioni delle

    ultime tavole credo di s, ma non avendo la sce-

    neggiatura, non posso esserne completamente sicura.

    Sa dirci se I lupi del Colorado fu pensata per la

    serie dei Texoni ?

    S, "I Lupi del Colorado" avrebbe fatto parte della serie

    dei Texoni.

    Da lettori lavremmo visto volentieri alla prova su

    quelle tavole giganti. Lo stile stato molto ap-

    prezzato sul nostro forum.

    Sono felice di sapere che il suo lavoro, lultimo, sia

    apprezzato dai lettori del vostro forum, che sicuramente

    sono competenti.

    Veniamo al 1994. La storia inspiegabilmente non

    viene pubblicata e Bonelli di l a poco la fa ridise-

    gnare a Fusco. Si possono raccontare le ragioni di

    questa scelta?

    Le ragioni della scelta sono oscure anche per noi

    familiari, per tutti i suoi amici disegnatori e illustratori e

    per molti suoi ammiratori dopo la sua morte per un po

    di tempo abbiamo atteso la pubblicazione del Texone,

    poi un caro amico disegnatore, Sergio Asteriti, si in-

    formato e ci ha riferito che la Casa editrice aveva

    trovato nelle tavole alcune lacune ed errori e aveva

    deciso di non pubblicarle. Inutile dire che ci rima-

    nemmo molto male: forse il lavoro aveva risentito delle

    sue condizioni di salute, ma ritenevamo che pubblicare

    I lupi del Colorado avrebbe significato un doppio

    omaggio, uno del mondo del fumetto a mio padre e lal-

    tro di mio padre al mondo del fumetto, attraverso un

    personaggio cos amato e famoso.

    Si, non possiamo che essere d'accordo con queste

    ultime parole. A distanza di pi di quindici anni, non

    c secondo lei la possibilit di veder lultima storia

    di Quinto pubblicata magari in un volume speciale?

    Vorrei davvero che esistesse questa possibilit e met-

    tiamo a disposizione tutta la nostra collaborazione. Cre-

    do che la pubblicazione de I Lupi del Colorado po-

    trebbe far felici non solo tutti gli amici di Tex e noi -

    parenti ed amici - ma anche Nadir, che ci guarda dai

    Pascoli del Cielo.

    S B E e f a m i g l i a Q u i n t o

    L a t a v o l a 6 8 d a l s i t o u f f i c i a l e w w w . n a d i r q u i n t o . i t

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    NadirQuinto,

    classeeeleganza!

    S B E , f a m i g l i a Q u i n t o , T e x W i l l e r M a g a z i n e

    L a t a v o l a n 9 9 , i n e d i t a

    L a t a v o l a n 1 5 7 , i n e d i t a

    La tavola 99 mostra un segno pulito, netto, pre-

    ciso un segno che sa mediare tra il dettaglio

    scenico e la scorrevolezza di lettura: nessun or-pello, nessuna ricerca decorativa fine a se stes-

    sa.

    I disegni, pur mancando del supporto dei dia-

    loghi, riescono a raccontare la scena in modo

    chiaro.

    Cristallina la maestria di Quinto nel dosare le

    ombre: si vedano quelle nella terza vignetta, o

    lalbero in primo piano nella quarta un segno

    elegante e fluido, piacevole allocchio, in lineacon la miglior tradizione del disegno fumetti-

    stico italiano.

    Solo lultima vignetta, a dire il vero, non con-

    vince del tutto: il corpo di Tex sembra un po

    goffo e grassoccio, quello di Tiger troppo smil-

    zo.

    Siamo comunque di fronte a unottima tavola:

    abbiamo cambi di inquadrature costanti, che

    mettono in risalto, dati i campi lunghi, la bel-

    lezza del paesaggio.

    Nella tavola 157, molto bella la prima vignetta:

    in particolare pi che apprezzabile luomo in

    primo piano, dallespressione del volto molto

    eloquente grande espressivit anche nel perso-

    naggio colpito nella terza vignetta: sembra pi

    stupito che dolorante, sorpreso per il colpo ri-

    cevuto (si nota lo sconfinamento del cavallo fu-

    ori dal bordo della vignetta - indizio di moder-

    nit compositiva nella creazione della tavola).

    Significativa la totale assenza di sfondo nelle

    due vignette centrali: le azioni dei personaggi

    sono protagoniste.

    Abbiamo un Tex espressivo (evidente tutta la

    concentrazione nello sparare), robusto e ben pia-

    ntato come nella miglior tradizione del perso-

    naggio.

    Buona la resa del dinamismo e del movimento

    evidente in entrambe le tavole, specie nellaseconda.

    E grande il rimpianto di non poter vedere il re-

    sto!

    La parola dell'esperto: Paco Ordonez

  • 7/27/2019 Tex Willer Magazine 5

    23/89

    T _ x

    _ l _ f i g u r _ ^ _ l l ' [ l t _ r i t [ '

    i n " p [ t [ g o n i [ "

    Tex

    e

    le

    figure

    dellalterit

    in

    Patagon

    ia

    diJack65

    Indice

    Introduzione . . . pag. 23

    Parte prima - Identit di una missione

    Capitolo 1 - La missione impossibile del maggiore Mendoza . . . pag. 23Capitolo 2 - La missione ambigua del capitano Willer . . . pag. 26

    Parte seconda - Identit come missione

    Capitolo 1 Attribuzioni identitarie . . . pag. 34

    Capitolo 2 Razzismo . . . pag. 40

    Parte terza - Tex e il gioco delle identit

    Capitolo 1 Quale identit per Tex? . . . pag. 43

    Capitolo 2 Tex e le relazioni identitarie in Patagonia . . . pag. 48

    Epilogo. . . pag. 52

  • 7/27/2019 Tex Willer Magazine 5

    24/892 3

    Tex

    e

    le

    figure

    dell'alterit

    in

    "Patag

    onia"

    Introduzione

    Nel bellissimo libro La conquista dellAmerica, lo studioso Tzvedan Todorov analizza limpatto della coloniz-

    zazione spagnola del Messico dal punto di vista dellincontro con laltro: identit, alterit, differenza, uguaglian-

    za, disuguaglianza, superiorit, inferiorit, sono alcune delle categorie esaminate dallautore.

    Le distinzioni avvengono in base a tre assi portanti, tre piani attorno ai quali ruota il problema dellalterit:

    - piano epistemologico, che riguarda la conoscenza dellidentit dellaltro, con una scala pressoch

    infinita che va da un grado minimo a gradi sempre pi elevati senza mai esaurirla del tutto

    - piano assiologico, che riguarda giudizi di valore espressi nei confronti dellaltro ( buono cattivo,

    mio pari mio inferiore, eccetera)

    - piano prasseologico, che riguarda lavvicinamento o lallontanamento nei confronti dellaltro, che

    va dalla sottomissione allaltro (identificazione completa con i suoi valori e la sua cultura) alla sotto-

    missione dellaltro (assimilazione, ossia negazione della sua identit e imposizione della propria), con

    tutta una serie di stadi intermedi.

    Questo scritto vuol essere un tentativo di applicazione della problematica dellalterit al fumetto Tex Willer, e in

    particolare a una storia, Patagonia, apparsa nel giugno 2009 come albo gigante n.23.

    Perch proprio Patagonia? Perch a mio avviso questa storia funge benissimo come specchio da cui vedere