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IL LEGIONARIO COMMENTARIVS NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE ANNO VII N.68 GIUGNO 2020 Testo e struttura a cura di TETRVS AMBROSIVS AVRELIANVS Ambrosio Aureliano (Emrys Wledig). Un'illustrazione grezza da una versione in lingua gallese del XV secolo di Historia Regum Britanniae ("Storia dei re di Gran Bretagna")

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IL LEGIONARIO COMMENTARIVS NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE

ANNO VII N.68 – GIUGNO 2020

Testo e struttura a cura di TETRVS

AMBROSIVS AVRELIANVS

Ambrosio Aureliano (Emrys Wledig).

Un'illustrazione grezza da una versione in lingua gallese del XV secolo di Historia Regum Britanniae

("Storia dei re di Gran Bretagna")

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Premessa Nel tentativo di delineare la figura di Ambrosius Aurelianus (di seguito anche Ambrosio Aureliano o solo Ambrosio) si finisce inevitabilmente nell’ incrociare un altro personaggio, dai contorni oscuri e leggendari: Re Artù. Le poche notizie su Ambrosio Aureliano, la confusa e caotica situazione in cui versava la Britannia del V secolo e soprattutto la “qualit{” delle fonti in merito alla loro attendibilit{ non consentono un’analisi netta e chiara e quindi l’alone della leggenda, del mito e anche della fantasia produce ombre e lati oscuri. Ma è pur vero che l’ombra c’è dove vi è la luce e non di rado le leggende prendono spunto da fatti storicamente accaduti, e queste realtà trasmesse nel tempo e spesso contaminate nei passaggi (orali e verbali) da altre vicende – più o meno parallele e più o meno veritiere – producono una combinazione di elementi in cui diventa complicato separare il vero dal falso, il certo dall’incerto, la storia dal mito.

Autori e fonti primarie Probabilmente il primo autore cui possiamo affidarci è rappresentato da Gildas di Rhuys (in italiano Gilda) che fu un prelato e storico britannico, venerato come santo dalla Chiesa Cattolica. Nato intorno al 493 (ma si ipotizzano anche altre date quali 503/504 e 516) e morto nel 570 (nel cimitero di Rhuys), Gildas è comunque di poco posteriore alla figura di Ambrosio e quindi più vicino anche ai fatti e alle vicende di quest’ultimo. L’opera scritta da Gildas su cui si ricavano alcune importanti informazioni su Ambrosio Aureliano è “De excidio et conquestu Britanniae ac flebili castigatione in reges, principes et sacerdotes” (forse scritta nel primo quarto del VI secolo). “De Excidio Britanniae” (Sulla Rovina della Britannia) è una condanna – da parte di Gildas – ai governanti della Britannia le cui azioni e comportamenti hanno portato lutti, miserie e devastazioni nell’isola. Ma oltre a ciò e alla storia della Britannia stessa, l’opera include riferimenti alla figura di Ambrosio Aureliano in una descrizione in cui sostiene che « … era un uomo modesto, l’unico della razza romana che era casualmente sopravvissuto nel frastuono della tempesta (i suoi genitori, che avevano sempre indossato la porpora, erano morti con questa) che si è scatenata ai nostri giorni e che ci ha condotti assai lontano dalla virtù degli avi [ …] a questi uomini, con il consenso di Dio, arrise la vittoria. » [Gildas, cap. 25] In questo breve passaggio appaiono alcune importanti informazioni sulla figura di Ambrosio: era di origine romana, nobile e i suoi genitori avevano sempre indossato la porpora, con cui erano morti, probabilmente in uno dei tanti conflitti dell’epoca. Per Gildas, Ambrosio Aureliano, divenuto capo delle forze militari romano-britanne, sconfisse gli Anglosassoni nella “battaglia del Monte Badon” affermando inoltre che la battaglia sarebbe avvenuta nell’anno della sua nascita, esattamente “44 anni e un mese fa, nell'anno della mia nascita". Come abbiamo visto, l’anno di nascita di Gildas è incerto, oscillando tra il 493 e il 516, un arco temporale di ventitre anni. Sulla datazione di questa battaglia ci sono varie ipotesi da fonti “primarie” (Beda, Annales Cambriae, ecc) anche se molte convergono verso la fine del V secolo, in uno spazio cronologico che va dal 490 al 500 e quindi non confermando pienamente i cd “44 anni dalla nascita di Gildas”. Nennio (circa IX secolo) fu un monaco gallese cui si attribuisce la paternità dell’opera “Historia Brittonum”. Questa opera aveva l’obiettivo di dare una storia consolidata alla Britannia e ai suoi abitanti ma in questo intento vengono però mescolati fatti storici a risvolti più leggendari per cui l’attendibilit{ storica - in certi casi - è messa in discussione. Ma in

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questo resoconto la figura di Ambrosio Aureliano è più volte citata, e con risvolti fantasiosi e non propriamente storici.

Nel capitolo 31 si racconta di come Vortigern (394?-465?), un potente signore della guerra - di natura tirannide e senza scrupoli su cui ricade la responsabilità della chiamata dei Sassoni sul suolo britannico, - avesse timore di Ambrosio

Nei capitoli 40-42 c’è l’incontro tra un giovane Ambrosio e Vortigern in merito alla presenza di due draghi sotto la fortezza di Dinas Emrys. Emerge qui la fusione tra Merlino-Ambrosio, di cui ha tratto ispirazione Goffredo di Monmouth per la sua semi-leggendaria “Historia Regum Britanniae”. Due punti però sono da enucleare da questi capitoli:

il primo concerne il fatto che Dinas Emrys in gallese significa la “fortezza di Ambrosio” (Dinas = fortezza, Emrys = Ambrosio) ed è una fortezza collinare in legno e pietra nei pressi di Beddgelert, nel Galles del nord.

Il secondo riguarda il colloquio tra Vortigern e Ambrosio il quale, alla richiesta del primo su chi egli fosse e da quale famiglia provenisse, rispose che era il figlio di “uno dei consoli del popolo romano”.

Nel capitolo 66 Ambrosio viene citato per la battaglia contro Vitolino svoltasi a Guoloph (forse l’odierna Wallop) nel 437 o nel 439, quindi circa 40/50 anni prima delle battaglie condotte da Ambrosio secondo Gildas

Goffredo di Monmouth(1100 circa- 1155 circa) è stato uno storico britannico che con la

sua “Historia Regum Britanniae” un’opera che con i richiami a Re Artù è alla base del ciclo bretone. Proprio nella “Historia ..” si richiama la figura di Ambrosio che però e nominato come Aurelio Ambrosio. In questo contesto letterario, Goffredo fa discendere Ambrosio da Costantino III, che aveva usurpato la porpora agli inizi del V secolo. In sostanza, secondo Goffredo di Monmouth, quando il primogenito di Costantino III, Costante fu ucciso da Vortigern, gli altri due fratelli, Ambrosio e e Uther Pendragon fuggirono in Bretagna. In seguito, quando il potere di Vortigern cominciò a calare, Ambrosio e suo fratello Uther - costituito un grande esercito – ritornarono in Britannia e sconfissero il tiranno divenendo poi amici di Merlino.

Come si può notare, aspetti storici (Costantino III) si mescolano con argomenti leggendari (ad es. il mito di Merlino) contribuendo anche a confondere i fondamentali aspetti cronologici, indispensabili per ricostruire la figura di Ambrosio e farli combaciare con i reali accadimenti comprovati.

Ambrosio Aureliano In questo ambito di ricerca si uniranno le fonti primarie con le fonti secondarie che da queste hanno attinto in certi casi con rigore, in altri casi con una maggior disinvoltura nell’impostazione della ricerca lasciando più spazio alla soggettivit{ degli Autori (protesi, come si potrà osservare, a dare soprattutto un volto al mitico Artù) che all’oggettivit{ dei fatti, molto spesso poco chiari o avvolti da ombre e imprecisioni. La nostra impostazione riguarder{ l’aspetto oggettivo con la citazione delle fonti in base alle loro interpretazioni. La nascita Dalle varie fonti primarie emerge che la data di nascita – anche e soltanto riferita all’anno – è confusa e controversa. Gildas stabilisce la Battaglia di Monte Badon (e quindi un Ambrosio Aureliano già maturo) 44 anni prima della sua nascita. Ma anche l’anno di nascita di Gildas è avvolto nel dubbio in quanto oscilla tra 493 e 516. Se si considera il 493, la battaglia sarebbe avvenuta nel 449 circa, invece con riferimento al 516, l’anno diventa il 472. Se Ambrosio avesse combattuto questa battaglia intorno ai suoi trenta anni, la sua nascita sarebbe da ascriversi intorno al 419 nel primo caso e al 486 nel secondo.

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Per contro, abbiamo il riferimento di Nennio il quale cita Ambrosio contro Vitolino nella battaglia di Guoloph avvenuta forse nel 439. Un punto importante può essere in questa battaglia e nella figura di Vitolino. Difatti, il nome “Vortigern” potrebbe non essere un nome proprio ma semplicemente un titolo (come nel caso di Brenno) oppure un appellativo tipo “tiranno supremo” e quindi Vortigern (o anche Vortegirn o altre grafie) altro non sarebbe che il titolo di Vitolino. Difatti «... riguardo all’uso del soprannome “Vortegirn” … si è immaginato che questo sfortunato principe, che si chiamava sicuramente Vitalis – come suo padre – o Vitalinus – come suo nonno – e che ha aperto la strada alla colonizzazione sassone, sia stato il capo di un partito celtico e antiromano» [Marc Rolland – Re

Artù – Il Mulino 2007, pag.32] Il 439 è una data abbastanza compatibile nel caso Ambrosio fosse nato nel 419 anche

se molto giovane in quel momento. Ma Nennio ci narra anche di un incontro tra un giovanissimo Ambrosio e Vortigern, un incontro che dovrebbe essere avvenuto intorno al 450, quando Ambrosio doveva avere circa 10 anni [Graham Philips – Re Artù la vera storia – Mondadori

2017, pag.135]. Se si assume che Ambrosio sia nato pertanto intorno al 440, questa data diventa incompatibile con quella della battaglia di Guoloph.

Vortigern si presume sia salito al potere intorno al 425 (Historia Brittonum) mentre secondo Beda (un monaco benedettino anglosassone vissuto tra il VII e l’ VIII secolo e autore de Historia ecclesiastica gentis Anglorum) e la Cronaca Anglosassone, l’arrivo dei mercenari d’oltremare di cui si ritiene responsabile Vortigern è il 449. Il 455 (cfr. Cronaca Anglosassone) è invece l’anno in cui avviene la rivolta dei Sassoni che sconfiggono un contingente britanno nell’area sudorientale dell’isola. Dopo un lustro (460 circa), la parte orientale della Britannia è sotto il controllo degli Anglosassoni. È a partire da questo periodo (460-465) che di Vortigern si perdono le tracce, dopo essere stato defenestrato dai Sassoni, forse a causa della sua morte. In questo caso, essendo gi{ entrato in contrasto con Ambrosio, quest’ultimo doveva essere nato nella prima metà del V secolo. Con l‘ uscita di scena di Vortigern, Nennio ci dice che «Ambrosius fu re di tutti i re del popolo britannico» [Historia Brittonum, brano 48, pag. 33 in C. Barber – D. Pykitt, Alla ricerca di re Artù –

Piemme 1998, pag.46]. Collocando la “scomparsa” di Vortigern verso il 465, con i Sassoni a controllare la parte Est della Britannia e i Britanni confinati in quella più occidentale, la situazione conflittuale sembra essersi momentaneamente placata. Difatti, «… Gildas e Beda riferiscono … di una situazione di stallo protrattasi per circa un decennio … dal momento che la Cronaca Anglosassone non enumera nessuna battaglia tra il 465 e il 473.» [Graham Philips – op. cit., pag.134]. È dunque plausibile ritenere che durante questo arco di tempo, qualcuno abbia sostituito Vortigern al comando e che le forze britanne si siano riorganizzate per passare alla controffensiva. «… di questo periodo Beda dice che “i Britanni ripresero poco a poco forze e coraggio”. E lo attribuisce alla leadership di Ambrosio: “il loro capo era a quel tempo Ambrogio Aureliano” (sic)» [Graham Philips – op.cit., pag.134] Ricapitolando queste confuse e contrastanti informazioni, per Ambrosio Aureliano sembra determinarsi una data di nascita intorno al 440 circa mentre sarebbe salito al potere intorno ai suoi 25/30 anni ossia tra il 465 e il 470. Per contro, i Chronica Majora, un documento medievale del XIII secolo attribuito al benedettino Matteo Paris, riportano l’ascesa al potere di Ambrosio intorno al 479, una data che tende a far spostare in avanti quella della sua nascita (457 come riportato su una fonte social?). Le origini

Come abbiamo visto, Gildas scrive che i genitori di Ambrosio “avevano sempre indossato la porpora”, il colore tipico degli imperatori romani, aspetto, - questo – sottolineato anche da Beda quando precisa che i genitori di Ambrosio «… avevano avuto illustre nome reale» [cfr. Graham Philips – op. cit., pag.135]. Ma a quale livello della scala gerarchica nobiliare può

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essere perciò collocato Ambrosio? Probabilmente può essere plausibile una discendenza o un collegamento con qualche imperatore, anche di qualche secolo prima considerando che in Galles, Ambrosio appare col nome di Emrys Wledig (=Ambrosio il Principe).

Questa linea nobiliare sembra essere confermata anche da Nennio quando – nel descrivere l’incontro tra Ambrosio e Vortigern – quest’ultimo gli chiede quale sia il suo rango e il giovane risponde che suo “… padre era un console romano” [Nennio, cap.42].

La questione si complica con l’ipotesi che Ambrosio sia il figlio di Costantino III (Costantino il beato) e quindi nipote di Magno Massimo (Macsen Wledig). Secondo questa teoria, Ambrosio avrebbe avuto due fratelli, Costantino il Giovane (il maggiore dei tre) e Uthyr (poi divenuto noto come Uther Pendragon) e come zio, il famigerato Vortigern in quanto quest’ultimo avrebbe sposato Severa, la figlia di Massimo e di Elena.

Questa ipotesi genealogica porta anche ad una ricostruzione di vicende secondo le quali, Vortigern avrebbe destituito da qualche carica i genitori di Ambrosio (o almeno il padre) , fatto poi eliminare Costantino il Giovane quale naturale successore e ovviamente tentato anche di togliere di mezzo anche i suoi fratelli, Ambrosio e Uthyr. I quali sarebbero fuggiti in Armorica per scampare alla morte. [cfr. Chris Barber – David, Pykitt – Alla ricerca di Artù,

PIEMME pag.33 e segg. e pag. 41 e segg.] In questo caso sembra però incoerente la domanda che Nennio fa esprimere a

Vortigern riguardo i natali di Ambrosio vista l’esistenza di uno stretto grado di parentela. Al di là di queste ipotesi(ricostruibili da fonti primarie o da interpretazioni

secondarie), l’indagine può essere trasferita analizzando il nome stesso: Ambrosius Aurelianus.

Si tratta dunque di risalire alle origini di Ambrosio attraverso l’onomastica. Per i Romani il nome era una nota di distinzione sociale. L’uso di portarne tre (prenomen, nomen, cognomen) era proprio della famiglia patrizia, di alto livello sociale. L’agnomen – in aggiunta ai tre – era un soprannome onorifico, guadagnato comunemente per un’impresa gloriosa.

Il Prenomen corrisponde al nostro nome proprio (es. Caius, Publius, Titus, ecc.); il Nomen: è

il nome della “gens” quindi il gentilizio della famiglia o casata di appartenenza del ceppo

genealogico (es. Claudius, Iulius, Cornelius ….); il Cognomen: è il terzo elemento del nome e

derivava la sua origine da un soprannome individuale, relativo ad aspetti fisici o caratteriali (es.

Longus = alto; Rufus = dai capelli rossi; Gracchus = gracidante;…), a incarichi (es: Censorius =

censore) a origini (es. Britannicus = nato in Britannia), all’adozione (es: Aemilius = adottato dalla

gens Aemilia).

Nei tempi arcaici, i nomi dei Romani erano costituiti da un solo nome (es: Romulus), poi costituiti da due (con l’inclusione dei Sabini) e infine da tre, per ritornare – nel tardo Impero – alla forma di due nomi o di uno solo.

Per il nostro personaggio ci troviamo a disporre di un prenomen, (Ambrosius, di origine greca) e di un cognomen (Aurelianus). Quest’ultimo elemento è quello che potrebbe darci una chiave di interpretazione riguardo le origini. Difatti “Aureliano” può essere ricollegato alla gens “Aurelia”.

Un caso analogo può essere quello dell’imperatore Lucius Domitius Aurelianus. Nel suo caso, il gentilizio proviene – dal lato paterno - dalla gens Domitia mentre il cognome Aurelianus sembra provenire dalla madre Aurelia, una liberta di un certo senatore Aurelio.

Quindi che rapporto potrebbe sussistere tra Ambrosio e la gens Aurelia? Poiché Aurelianus sembra più un cognomen che un gentilizio si dovrebbe escludere una parentela o discendenza diretta con la gens Aurelia e quindi un accostamento come nel caso dell’imperatore Aureliano. In ogni caso, volendo approfondire, il padre di Ambrosio dovrebbe essere qualcuno nato agli inizi del V secolo (sulla base di un Ambrosio nato nel 440) e con una carica consolare. La Storia ci fornisce questa figura: Quinto Aurelio Simmaco (Quintus Aurelius Symmachus). Di questo Quinto Aurelio sappiamo che è stato un senatore romano della

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famiglia dei Symmachi e che è stato console nel 446 per la corte occidentale unitamente a Flavio Ezio.

Questo console apparteneva dunque alla gens Aurelia e la famiglia materna doveva appartenere al ramo dei Symmachi, la stessa di Sant’Ambrogio (Aurelius Ambrosius), quest’ultimo cugino dell’oratore Quinto Aurelio Simmaco, il nonno del console Quinto Aurelio Simmaco.

Su questa linea ipotetica si potrebbe azzardare che il nome Ambrosio fosse in onore del vescovo di Milano e quindi, in sostanza, avremmo un Ambrosio collaterale alla famiglia degli Aureli.

Al di l{ dell’ipotesi basata sull’onomastica, rimane il fatto che non sembra riscontrarsi traccia sulla presenze di un Quinto Aurelio Simmaco in Britannia ma – da un altro verso - sembra riferibile alla metà del V secolo un certo quantitativo di monete di epoca romana (cd “Hoxne Treasure”) e la cui incisione più ricorrente riporta il nome di “Avrelivs Vrsicinvs” [cfr: Paolo Pietro Giannetti - La Britannia romana tra mito e realtà storica - www.festivaldelmedioevo.it ]

Le gesta Come si è visto, la figura di Ambrosio, soprattutto nelle recenti ricerche, tende a

confondersi con quella più leggendaria di Re Artù. Ma a livello storico sembrano enuclearsi due episodi di rilievo. Il primo è quello che riguarda la battaglia di Guoloph che – sulla base delle ipotesi riguardanti la data di nascita di Ambrosio dovrebbe essere collocata intorno al 465 (in coincidenza con l’uscita di scena di Vortigern-Vitolino) e non nel 439; il secondo riguarda il più famoso episodio relativo alla battaglia di Badon Hill o Mons Badon. Nei punti precedenti si è cercata una collocazione temporale per questo scontro “epocale” e - sempre con riferimento alla combinazione delle affermazioni di Gildas, Beda e alle supposizioni sulla data di nascita di Ambrosio – questa potrebbe essere circoscritta in un perioda tra il 490 e il 500, un arco temporale che vede un Ambrosio “maturo” e pronto ad entrare nel mito visto che questa battaglia è ricondotta sempre più frequentemente al già citato Artù

Conclusioni Sicuramente, nel trarre conclusioni, non è possibile arrivare a fornire certezze o dati

oggettivi. Per quanto riscontrato (ma ancora riscontrabile) si possono azzardare le seguenti ipotesi su Ambrosio Aureliano.

-Data di nascita orientativa: intorno al 440: -origini: probabilmente nobiliari con parentela o affinità con la gens Aurelia -ascesa al potere: intorno al 465 -battaglie famose: Guoloph (465?) e Badon Hill (490/491) -Data di morte: Ignota Di certo – insieme ad altri personaggi – la figura e il ruolo di Ambrosio Aureliano sono

stati la tradizionale fonte di ispirazione riguardo Artù e la sua epopea.

AMBROSIVS REX ToTÆ Vrbivm ROMANORvM

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FILOLOGIA DELLA RIEVOCAZIONE STORICA (segue) 4)Il principio di precauzione

«Un’assenza di prove è una prova dell’assenza» con questa affermazione – declamata come assioma e derivata in senso contrario da quella formulata dallo scienziato Carl Sagan (“l’assenza di prove non è prova dell’assenza” ) – alcuni rievocatori danno chiusura a qualunque forma speculativa o di probabilità plausibile con una deformazione del metodo induttivo di indagine (e quindi di “non ricerca”). Pur non contestabile in un semplicistico quadro logico, è esempio, comunque, di un certo “immobilismo” – anche intellettuale e speculativo – in un campo di ricerca. Bisogna, infatti, sottolineare che tale assioma non è razionale perché non si può prendere una qualsiasi affermazione A e dire che sia falsa solo perché non c'è prova di essa. Nella lapidaria esposizione di questa rivista affermazione, in sostanza, tutto ciò che non si è trovato o visto o sentito non esiste! E così si ferma la ricognizione, in attesa che qualcuno trovi qualcosa per andare avanti. Ma anche qui non è detto che si proceda perché, in base all’assioma, solo le fonti repertali sono attendibili con esclusione – ad esempio - di quelle iconografiche (bassorilievi, affreschi, mosaici, ecc.) perché “frutto dell’ interpretazione artistica dell’autore” (talora con un contraddittorio comportamento legato alla regola del “Cicero pro domo sua”). Poiché l’affermazione di partenza “l’assenza di prove non è prova dell’assenza” si contestualizza in quello che è definito “il principio di precauzione”, per sillogismo il suo contrario confluirebbe nel “principio di non precauzione”. Traslando tutta la questione che riguarda il principio di precauzione per le decisioni economico-sociali (ambiente, salute, ecc.) in campo rievocativo, ne emerge che il seguire detto principio di precauzione dovrebbe essere preso in ragionevole considerazione qualora emergano dei dubbi o vi sia una “vacatio” in un certo contesto ricostruttivo/rievocativo. In sostanza, per precauzione non ci si può arrestare alla mancanza di una certa prova da una certa fonte ma si dovrebbe essere spinti ad approfondire la questione sin a prova certa oppure a plausibile proposta. Quest’ultimo punto merita una sua considerazione in quanto il fatto che non ci sia prova ma non prova dell’assenza non deve portare ad arbitrario, soggettiva interpretazione ancorché fantasiosa o illogica. Questo vuol dire continuare la ricerca entro limiti ben precisi che non lascino il campo a deviate interpretazioni spacciate come certezze o sicurezze. La proposta in questo caso – deve essere sempre accompagnata dall’ipotetico “potrebbe essere stato così …”, tanto per fare un esempio che lascia quindi il campo all’opinione personale da entrambi i lati.

\Questo concetto si può traslare con un esempio numerico visto con gli occhi dei posteri. Immaginiamo un mondo futuro post-apocalittico in cui qualcuno ritrova, su un vecchio quaderno la seguente e frammentata serie numerica: 2; 4; 8; …; 32; 64; … ; In base all’evidenza, non si dovrebbe accettare altra esistenza numerica di quella visibile. Sulla base della logica, ad una più attenta osservazione da chi possiede una minima conoscenza matematica, emerge che tra l’8 e il 32 è plausibile (e poi certa) l’esistenza di 16 e che dopo il 64 sia presente 128, in sostanza una progressione geometrica che – applicata nel completo – porta alla formulazione di 2n. La procedura seguita è quella di tipo induttivo, ossia dall’osservazione della realt{ particolare si arriva all’enunciazione della legge generale. Come si nota, il metodo induttivo ben si sposerebbe con il principio “l’assenza di prove non è prova dell’assenza”. Ovviamente l’esempio riportato riguarda una disciplina scientifica “esatta” come la matematica ma potrebbe essere ribaltato anche su altre tematiche.

(continua)

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NUMERI DISPONIBILI (i titoli non citati sono esauriti)

13) MAGNVS MAXIMVS 14) IL GIORNO DELL’ALLIA 15) I MISTERIOSI ARCANI 17) L’ASSEDIO DI MASADA 18) DE REDITV SVO 19) I DUE VOLTI DELL’IMPERO ROMANO 20) L’ETRUSCO UCCIDE ANCORA 21) TERRA DESOLATA 22) SEGNALI DI FUOCO 23) CORNELIO IL CENTURIONE 24) LA BATTAGLIA DELL’ALLELUJA 25) 395-476, IL SECONDO TARDO IMPERO 26) LE CARCERI DELL’ORRORE 27) TARRACINAE, OBSEDIT! 28) MEDIO IMPERO ROMANO 29)INDAGINE SU UN SOLDATO ROMANO DEL TERZO SECOLO 30) SOTTO PONZIO PILATO 31) UTUS 32) RIVOLTA NELL’URBE 33) TORTURA! 34) IL TRAMONTO DEGLI DEI 35) ULTIMI GIORNI AD OCCIDENTE 36) ESERCITI DI ROMA NEL QUINTO SECOLO 37) LONTANO OVEST ROMANO 38) I NUOVI GUERRIERI 39) ODOACRE, CHI SEI? 40) EPITOMA REI MILITARIS

41)TRA STORIA E LEGGENDA 42)LA FORTEZZA ANTONIA 43)SAN GIORGIO E IL DRAGO 44)PRAEFECTVS VRBIS 45)LEGIO II BRITANNICA 46)SERMO CASTRENSIS 47)SAGITTARIA 48)VERSO IL CASTELLO 49)L’ULTIMO LEGIONARIO 50)TETRICVS 51)LA GUARNIGIONE DI ROMA 52) REGNO D’ITALIA, PRIMO ALTO MEDIOEVO 53)GUERRIGLIA! 54)GLI UNNI 55)OMBRE GIALLE 56)I CAMPI CATALAUNICI 57)SYLVA NIGRA 58)GALLA PLACIDIA 59)IL TESORO DI ALARICO 60)I BUCCELLARI 61)STRATEGIKON 62)LA TABULA PEUTINGERIANA 63)EZIEIDE 64)IL TERRORE DEI BARBARI 65)L’EREDITÀ DELL’ULTIMO ROMANO 66)LEGIONI IN GIUDEA 67)BRITANNIA - V SECOLO 68)AMBROSIVS AVRELIANVS

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