Testata del Gemonese - Pense e Maravee | Testata ... · tunato Nel mare ci sono i coccodrillidi...

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101 Periodico bimestrale Marzo 2016 Anno XXIII Direttore responsabile Federico Rossi Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992 Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa, via Osoppo 135 - Gemona - Ud Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee, via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - Ud Consegnato in Tipografia il 18/03/2016 Tiratura: 5.500 copie - Distribuzione gratuita Testata del Gemonese www.pensemaravee.it Hanno ucciso il futuro

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101Periodico bimestraleMarzo 2016Anno XXIII

Direttore responsabile Federico RossiAut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa, via Osoppo 135 - Gemona - UdProprietà: Associazione culturale Pense e Maravee, via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - UdConsegnato in Tipografia il 18/03/2016Tiratura: 5.500 copie - Distribuzione gratuita

Testata del Gemonese

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Hanno ucciso il futuro

EditorialeVogliamo ricordare Giulio Regeni attraverso il racconto di chi l'ha conosciuto, Mauro Meroi, professore alle medie dell'Istituto Comprensivo di Gemona

Ho conosciuto Giulio quando frequentava la scuola media a Fiumicello dove insegnavo in quel periodo. Eravamo sul finire degli anni '90 e Fiumicello già da alcuni anni era un paese molto attivo con tante iniziativeche coinvolgevano anche la scuola: per esempio era già stato istituito il Consiglio Comunale dei ragazzi ed erapresente un gruppo teatrale molto vivace che proponeva ogni anno una Rassegna di spettacoli in cui la scuolaaveva parte attiva. Giulio è stato uno dei primi ragazzi ad essere eletto sindaco e lo ricordo ancora nel ruolo di protagonista nella versione teatrale del Piccolo Principe.Ecco, così era Giulio, come forse tutti noi lo immaginiamo guardando le foto che conosciamo: un ragazzo solare, semplice, presente dove c'era qualcosa da fare, vivace, intelligente, buono: a scuola, certo, con unamarcia in più, lo si capiva subito perchè aveva grande facilità ad imparare ed era naturale per lui impegnarsi: ”ci arrivava”, come si dice, senza fatica.Non sono rimasto stupito, perciò, di saperlo prima al Liceo classico a Trieste e poi impegnato in studi semprepiù complessi che lo hanno portato fino a Cambridge.Il papà di Giulio, con cui condivido la passione per la musica, ama passare qualche serata a suonare buona musica con gli amici ed è stato proprio in una di queste serate con l'amico e collega Bruno, ora assessore nelcomune di Fiumicello, che è stato raggiunto da quella notizia assurda e incomprensibile, incredibile, impossibile, inaccettabile da chi sta vivendo una vita semplice e buona com'era la sua ma anche quella di suo figlio Giulio.La mamma ha voluto vederlo ed ha avuto la certezza, da subito, di cosa e di come era successo al suo ragazzo...Entrambi, ora, sono impegnati in conferenze, dibattiti, innumerevoli incontri con tante persone.E' forse l'unico modo che hanno per poter sopravvivere a questo immenso dolore.Anche noi, ci siamo organizzati con l'unico obiettivo di non mollare, di non permettere che le cose scivolino via tra una partita di calcio e un reality show “da quattro soldi”.Il nostro impegno per Giulio è continuare a chiedere per sapere, per pretendere verità.Venerdì 12 febbraio, lo stesso giorno dei funerali di Giulio, l'Ente di promozione turistica dell'Egitto in Italia ha inaugurato a Milano la nuova milionaria campagna pubblicitaria in vista della prossima stagione estiva.Una campagna particolarmente importante per rilanciare le sorti dell'economia e del PIL nazionale dopo lastrage del 31 ottobre, quando un aereo russo fu abbattuto con centinaia di persone a bordo.

Abbiamo pensato di scrivere a tutte le sedi diplomatiche egiziane in Italia che boicotteremo la loro principale risorsa economica fino a quando non avremo VERITA' E GIUSTIZIA per la morte di Giulio Regeni. Migliaia di messaggi sono stati inviati e la risposta che ci stanno dando è che loro sono estranei ai fatti.

Ma in questa vicenda nessuno può girarsi dall'altra parte perciò noi continueremo.

Se volete contribuire potete copiare e incollare questo messaggio:

Dear members of Egypt's diplomatic corps,as many other italian citizens, I've been hurt by political behaviour of your government about the tragic and violent death of Giulio Regeni. I think that till now, the efforts of your police have beendone to hide the truth and the justice. For this reason, I would inform you that I will boycott and I willtry to convince all people to avoid your main tourist places for next months/seasons, till the real guil-ties of this awful crime will be arrested and triedNO SHARM, ONLY SHAME!

Ambasciata Egiziana a Roma [email protected]

associazione culturale

Direttore responsabile

Redazione

A questo numero hanno collaborato

Federico Rossi

Anna Piazza, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Lucia Solinas

Mauro Meroi, Roberto Benedetti, Sandro Creghini, Sandro Cargnelutti, Mauro Pascoli, Marco Iob, Elisa Contessi, Lorenzo Londero, Giacomo Trevisan, Arduino Candolini, Marco PatatGrafica: Giulio Calderini - Referente per la redazione: [email protected]

Via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - [email protected] www.pensemaravee.it

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La talpa Scava e morde

Lamps!Segnalazioni, lettere...

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SOMMARIO

rubriche>

Ringraziamo tutti coloro che continuano a sostenere la nostra autonomia con un contributo. Compilate il bollettino di c.c. postale n. 16895336 Qualsiasi importo va bene.

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Marzo 2016

società> Guardare lontano per conoscere e conoscerci di Roberto Benedetti

società> Lettera di Sandro Venturini Sul tema dei migranti

società> È l’anno dei referendum Trivelle in mare aperto e Riforma Costituzionalea cura della redazione

ambiente> La ciclovia Alpe Adria... potrebbe presto arrivare a Gemonaa cura di Sandro Cereghini

ambiente> Per scoprire (riscoprire) il paesaggio del Gemonese di Mauro Pascoli

ambiente> Storie non “edificanti” del cosidetto sviluppo urbanodi Sandro Cargnelutti

società> Ricordando Umberto Eco Lettera al nipotino

società> Studenti sismologi al Magrini Marchetti a cura di Elisa Contessi

società> Funghi che passione! ...e le uscite micologiche 2016a cura del Gruppo micologico Gemonese

società> Emozioni d’alta quota A 21 anni in cima all’Aconcaguadi Anna Piazza

società> Le canzoni prima di tutto I Gang Bang si raccontanodi Anna Piazza

società> Una giornata tributo a Christian Forgiarini di Anna Piazza

Testata del Gemonese

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Guardare lontano per conoscere e conoscersi. Quellointrapreso da alcune classi dell’indirizzo sociale del-l’I.S.I.S. “Raimondo D’Aronco” di Gemona del Friulinell’ambito del progetto nazionale di ricerca “Scuoleper la pace” prevede un percorso di conoscenzadella storia recente dell’Afghanistan: incontri conesperti - come quello con lo scrittore e giornalistaEmanuele Giordana, letture di autori significativi -Aleksievic, Hosseini, Mazzucco, Rahimi, momentiteatrali - il monologo di Paolo Briguglia tratto dal for-tunato Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda.

Uno degli obiettivi in corso di realizzazione è quellodi scrutare per immagini, a partire dalla documenta-zione di grandi fotografi come Steve McCurry e Mo-nika Bulaj, il volto dell’infanzia di quel paese,un’infanzia che pur tra quotidiane difficoltà rivendicail diritto al sorriso e a un futuro diverso nella propriaterra. Contribuisce alla costruzione di questo puzzle con lasua esperienza diretta Ashuq Rahman Safi - nellafoto in alto a sinistra - giovane migrante ora in Italia,pure lui in cerca di un nuovo domani.

Senza Confini la nuova retrospettiva di Steve McCurry offre un viaggio simbolico attraverso i suoi 40 anni di fotografiaper raccontarlo come ha vissuto: Senza Confini.Confini sfidati a costo della vita, come L’Afganistan del ‘79 al seguito dei guerriglieri, primo a testimoniare l’impor-tanza nevralgica di quel paese per il fragile equilibrio del mondo; la conseguente odissea dei rifugiati che gli havalso forse lo scatto più celebre di tutti i tempi: Sharbat Gula, la mitica bambina afgana in grado di esercitare per 30anni la medesima forza magnetica.E poi confini simbolici, che McCurry nel tempo ha fatto svanire davanti ainostri occhi, le etnie in via di sparizione, le diverse condizioni sociali, imodi più particolari di concepire i gesti più semplici: immagini che rac-contano una condizione umana fatta di sentimenti universali  e di sguardila cui fierezza afferma la medesima dignità.

Dal 27/02/2016 al 12/06/2016 Galleria Harry Bertoia - Corso Vittorio Emanuele II, 60 - Pordenone [email protected]

Guardare lontano perconoscere e conoscersiAshud Rahman, ragazzo afghano per un periodo a scuola a Gemona, racconta l’infanzia nel suo paese

di Roberto Benedetti

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Carissimi volontari,

da diversi mesi, in qualità di consigliere comunale e di responsabile del circolo del PartitoDemocratico di Gemona, sto seguendo con attenzione e inquietudine la drammatica vicenda deiprofughi richiedenti asilo, con particolare riguardo al territorio del Gemonese. Si tratta di unfenomeno complesso, per la cui soluzione non è sufficiente una generica ospitalità: servonointelligenza, capacità organizzative, sinergia tra enti istituzionali e privati. Ma serve innanzitutto unorizzonte etico che sostenga le nostre comunità, affinché si aprano alla dimensione dell’accoglienza.

La serata che avete promosso insieme dal Coordinamento delle associazioni e la Forania di Gemonalo scorso 26 gennaio presso il centro parrocchiale Glemonensis ha rappresentato un utile momentodi informazione e l’elevato numero di presenti rivela quanto il tema sia percepito come importante e urgente dalla popolazione.

Purtroppo, come sapete, permangono ancora numerose criticità, soprattutto a causa della scarsadisponibilità di molti amministratori locali, alcuni intimoriti dalle comprensibili paure dei cittadini,alcuni, le cui grida sono spesso prevalenti, apertamente contrari ad accogliere persone straniere nelloro territorio. Per quanto riguarda l’amministrazione di Gemona, mi è dispiaciuto assistere a unacampagna di disinformazione e a un atteggiamento pilatesco, per non favorire una possibileospitalità che la Caritas e numerose delle altre associazioni erano e sono pronte a realizzare.Per questo motivo, sono a condividere con voi alcuni dati che ho avuto modo di reperire in viaufficiale presso gli uffici del Comune di Gemona. Riguardano le attuali disponibilità di alloggi diproprietà dell’ente. Per la massima chiarezza riporto il testo puntuale che il Responsabile del SettoreTecnico Infrastrutture mi ha inoltrato:

• il numero complessivo di immobili di proprietà comunale di tipo residenziale-abitativo (appartamenti) è di n. 35;

• gli immobili di cui sopra che sono stati messi all’asta ad oggi dalla scorsa e dall’attualeAmministrazione è di n. 15;

• dei sopraccitati immobili messi all’asta sono stati alienati n. 8 unità abitative;• gli immobili di proprietà comunale di tipo residenziale-abitativo (appartamenti) che attualmente

risultano liberi sono n. 9 per due dei quali si sta valutando l’opportunità di concederli a due soggetti “deboli”, ed altri due sono stati oggetto di asta pubblica (per quattro volte).

Tra pochi mesi saremo chiamati a celebrare il 40° anniversario del terremoto. Come cittadinofriulano, duramente colpito, sono convinto che abbiamo il dovere di offrire una risposta concretaall’impegno che ci assumemmo di «no dismenteâ» l’inestimabile solidarietà ricevuta allora.L’accoglienza degli stranieri che oggi bussano alle nostre porte potrà rappresentare non solo ungesto di umana e pregnante fraternità per l’oggi e per il domani, ma anche costituire un’occasione di senso per rileggere il nostro passato e un segno tangibile di gratitudine per coloro che allora civennero in aiuto.

I più cordiali saluti.

Sandro VenturiniConsigliere Comunale di Gemona del Friuli

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Sul tema migranti riceviamo e volentieri pubblichiamo

l referendum rappresenta un'op-portunità di partecipazione de-

mocratica e un'occasione per co-noscere e approfondire temi che ri-guardano la vita di tutti.

Per questi motivi PeM ritiene ne-cessario avviare un dibattito con igemonesi che saranno chiamatiad esprimere il proprio parere suidue quesiti referendari.

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società>

È l'anno dei referendumI temi referendari: Trivelle in mare aperto e Riforma Costituzionale

a cura della redazione

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17 APRILE REFERENDUM “TRIVELLE IN MARE APERTO”Intervista di PM alla Presidente Nazionale di Legambiente Rossella Muroni

La consultazione riguarda l’abroga-zione di un comma dell’articolo 6 deltesto unico ambientale, limitatamentealle seguenti parole: «per la duratadi vita utile del giacimento, nel ri-spetto degli standard di sicurezza e disalvaguardia ambientale». Se vince il NO i giacimenti attivi nelleacque territoriali potranno estrarrefino all’esaurimento del giacimento. Se vince il SI’ cioè l’abrogazione, leestrazioni verranno bloccate alla con-clusione delle concessione in esserecon la messa in sicurezza del sito.

Sul significato del referendum Pensee Maravee ha intervistato la nuovaPresidente di Legambiente RossellaMuroni.

PM. Perchè è importante andare a vo-tare ad aprile

Le trivelle sono il simbolo tec-nologico del PETROLIO: vecchia ener-gia fossile causa di inquinamento,dipendenza economica, conflitti, pro-tagonismo delle grandi lobby. La veraposta in gioco di questo Referendumè quella di far esprimere gli italianisulle scelte energetiche strategicheche deve compiere il nostro Paese, inogni settore economico e sociale.Dobbiamo continuare a difendere legrandi lobby petrolifere e del fossilea discapito dei cittadini, che vorreb-bero meno inquinamento, e delle mi-gliaia di imprese che stannoinvestendo sulla sostenibilità am-bientale e sociale? Per pochi barili dipetrolio vale la pena mettere a rischioil nostro ambiente marino e terrestreed economie importanti come lapesca e il turismo? Con quali scelteconcrete realizziamo gli obiettivi di ri-duzione delle emissioni fissati dallaCOP21 per combattere i cambiamenticlimatici?Quindi il vero quesito è: l’Italia vuolemodernizzare investendo sull’effi-cienza energetica, sul 100% rinnova-bili, sulla ricerca, in coerenza con gliaccordi presi alla Cop 21 di Parigi?

PM. Legambiente è in prima fila nelpromuovere il NO a continuare le per-forazioni. Perchè?

Non potevamo non esserci.Certo avremmo fatto volentieri ameno di un referendum che radica-lizza le posizioni e ridà vita a vecchiecontrapposizioni come quelle tra am-biente e lavoro. Ma non possiamonon esserci. Si tratta di un referen-dum simbolico e noi dobbiamo utiliz-zarlo per parlare di che idea abbiamoper lo sviluppo del modello energe-tico ed occupazionale di questoPaese. Ci dobbiamo essere perchèmilioni di cittadini stanno già facendoefficienza e risparmio energetico, lodobbiamo fare perchè un pezzo di im-prese di questo Paese, ha credutoalle nostre visioni investendo su rin-novabili e modello energetico pulito.Ci dobbiamo essere perchè questoGoverno, che pure alcune cose im-portanti ha portato a casa sul fronteambientale (vedi leggi sugli ecoreatio le norme contenute nel collegatoambientale) continua ad essere sordoall’emergenza clima, ad un nuovo mo-dello energetico, alle politiche di ab-battimento delle emissioni.Nonostante gli impegni sottoscritti aParigi con la Cop 21.

Il primo, previsto per il 17 aprile, ri-guarderà “le estrazioni di petro-lio in mare” e i temi energetici; l'al-tro, in autunno, affronterà la “ri-forma costituzionale” e il sistemadi regole relative al ruolo del Se-nato e di alcuni organi di garanzia.

Per quanto riguarda il referen-dum sulle “Trivelle in mare aper-to” abbiamo sentito il parere del

Presidente Nazionale di Legam-biente Rossella Muroni.

Sulle riforme costituzionali ab-biamo deciso di avviare un per-corso di approfondimento che ini-zia con l'intervista al professorPaolo Giangaspero, docente diDiritto Costituzionale all’Universitàdi Trieste, e che proseguirà neiprossimi due numeri.

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a cura della redazione

PM. La fine del bicameralismo per-fetto destina solo alla camera dei de-putati la funzione legislativa, di indi-rizzo politico e di controllo all’operatodel governo. Quali sono i concreti po-teri che la riforma destina al cd “se-nato delle autonomie”

E’ certamente vero che il pro-getto, nel superare il bicameralismoperfetto, disegna un sistema nelquale la Camera dei Deputati è tito-lare esclusiva del rapporto di fiduciacon il Governo ed ha un ruolo netta-mente prevalente nella legislazione.Questo tuttavia non significa che ilSenato riformato sia privo di poteriche potrebbero rivelarsi significativinel funzionamento della c.d. forma digoverno (ossia nei processi di elabo-razione dell’indirizzo politico e di con-trollo sull’esecutivo). In primo luogo,alcune importanti leggi rimangono ne-cessariamente bicamerali (tra que-ste, tra l’altro, le leggi di revisione co-stituzionale ed altre leggi – adesempio in materia di istituti di de-mocrazia diretta, di disciplina dei rap-

PM. Quali sono le alternative che l’As-sociazione propone?

C’è oggi un nuovo panoramaenergetico italiano: il futuro del-l’energia del nostro Paese deve ne-cessariamente passare dai territori enon più “sopra”. Questo vuol dire ri-baltare il modello delle grandi lobbiesenergetiche e favorire una produzioneautonoma, efficiente, distribuita, de-mocratica. E’ necessario oggi incenti-vare l’autoproduzione di energiaverde da parte degli enti locali, Co-muni e da parte dei singoli cittadini.Non è un’utopia o una ricetta naif. E’un modello alternativo che tira ingioco la relazione tra i poteri econo-mici, il rapporto tra governanti e cit-tadini, il protagonismo delle comu-nità locali che troppo spesso in questidecenni si sono ritrovate ad ospitareimpianti inquinanti in cambio di postidi lavoro (salvo poi oggi contare leconseguenze di quelle scelte in costisanitari e disoccupazione crescente).

porti con l’Unione europea, di ordi-namento degli enti locali ecc.). In se-condo luogo, nella definizione delruolo generale del Senato si indicanotra le sue funzioni, oltre al raccordocon le autonomie locali, compiti rela-tivi tra l’altro alla “valutazione dellepolitiche pubbliche”, all’ “impattodelle politiche dell’Unione europea” ealla verifica dell’attuazione delle leggidello Stato. Sono, queste, attribuzioniche si fondano sul fatto che una partemolto significativa dell’amministra-zione pubblica è di livello regionale e

locale e che una camera rappresenta-tiva delle autonomie locali sia la sedepiù indicata per svolgere queste va-lutazioni, che possono avere – se fattein modo efficace – un ruolo impor-tante nella formazione delle politichepubbliche. Infine, la partecipazionedel Senato alla legislazione può tra-dursi nella proposta di modifica alleleggi di competenza della Camera,che tuttavia deve svolgersi in tempimolto brevi e (salvo in casi particolari)è superabile da una nuova delibera-zione della Camera dei Deputati amaggioranza semplice.

Tutte queste competenze, inastratto, potrebbero dare al Senatostrumenti per pesare sulle scelte diindirizzo politico, ma è difficile fareprevisioni sul modo in cui funzione-ranno. A leggere le disposizioni costi-tuzionali, infatti, si è portati a conclu-dere che molta parte del ruolo che ilSenato potrà conquistare, tanto nellagaranzia delle prerogative delle Re-gioni quanto nelle scelte politiche de-rivanti dal raccordo Governo-Camera,sia lasciato alla sua capacità di agirerapidamente e in modo unitario e so-prattutto rappresentando veramentegli interessi delle autonomie territo-riali. Se la composizione del Senatofinirà per articolarsi sulla base dischieramenti politico-partitici analo-ghi a quelli presenti alla Camera deiDeputati, è probabile che le sue pos-sibilità di incidere seriamente sullescelte politiche finiscano per ridurload un ruolo ben poco significativo.

PM. I 100 senatori previsti vengonoeletti direttamente dai cittadini o dairispettivi consigli regionali?

Come è noto, il tema dellemodalità di elezione dei senatori èstato oggetto di un acceso dibattitodurante la recente approvazione par-lamentare della riforma. Il risultato èuna soluzione di compromesso, cherende impossibile, ad oggi, stabilire leesatte modalità di elezione dei sena-tori. Da un lato, infatti, è stata con-servata la disposizione secondo laquale i senatori devono essere elettidai Consigli regionali tra i loro com-ponenti con metodo proporzionale(ossia: rispettando il rapporto tra levarie forze politiche in Consiglio); d’al-tro lato, tuttavia, è stata introdotta

REFERENDUM “RIFORME COSTITUZIONALI”

Intervista di PM al professor Paolo Giangaspero, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Trieste

L’autoproduzione di energia da fontirinnovabili a livello locale consenti-rebbe di tagliare i costi di produzionee distribuzione di energia, diffondereuna cultura di rispetto per l’ambientee valorizzare l’economia locale. L’Ita-lia è pronta, lo dicono i numeri legatialla produzione da fonti rinnovabili,le prospettive date in termini di effi-cienza e posti di lavoro dal settoredella rigenerazione edilizia, le poten-zialità di una nuova mobilità fondatasu ferro e basse emissioni. L’Italia èpronta ma la politica, ci sembra evi-dente, ha un deficit culturale e deci-sionale enorme. Gli accordi presi allaCop 21 debbono essere una bussolaper guidare questo Paese fuori daifossili e verso un futuro fatto di effi-cienza ed energia pulita.

NdR: Il governo Italiano ha sottoscrittogli accordi di Parigi sul cambiamentoclimatico. Un no alle trivelle è coerentee conseguente con tali scelte.

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riprende alcune competenze che,nella riforma del Titolo V del 2001, fa-cevano parte della cd. legislazioneconcorrente. Tutto questo si trasferi-sce tout court anche alle Regioni aStatuto Speciale come la nostra?

In effetti la riforma elimina lacompetenza concorrente, risolvendoin modi diversi le possibilità di “in-trecci” tra competenze legislative sta-tali e regionali. La riforma, tuttavia,non si applica alla Regioni a statutospeciale (che sono esplicitamenteescluse da una disposizione transito-ria della legge “fino alla revisione deirelativi statuti”). Ciò non significa chele Regioni speciali rimarranno deltutto immuni dagli effetti della riforma(non è successo dopo il 2001 e pro-babilmente non succederà se pas-sasse questa riforma) ma significache, dopo l’entrata in vigore della ri-forma, le Regioni speciali continue-ranno a vedere garantite le propriecompetenze dalle norme statutarie adoggi in vigore: semmai si aprirà il pro-blema di rivedere gli Statuti speciali.Con riguardo a quest’ultimo punto, lariforma prevede che i futuri statutispeciali debbano essere adottati conlegge costituzionale “sulla base di in-tese” con le Regioni e le Province au-tonome. Questa disposizione sem-bra rafforzare il ruolo delle Regionispeciali in ordine ai contenuti dei ri-spettivi statuti (che potranno almenoin parte essere negoziati in sede diraggiungimento dell’intesa): riman-gono tuttavia oscuri parecchi ele-menti del procedimento che dovrebbeportare alla revisione degli Statuti

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mera e Senato). Le modifiche da unlato derivano dalla eliminazione deidelegati regionali (dato che per Co-stituzione sarà il Senato a rappresen-tare le istituzioni territoriali); d’altrolato – previsione, questa, più signifi-cativa – si sono innalzati i quorum perl’elezione del Presidente: oggi è ri-chiesta l’elezione a maggioranza deidue terzi nei primi tre scrutini e suc-cessivamente è sufficiente la mag-gioranza assoluta; se passasse la ri-forma, le maggioranze richiestesarebbero di due terzi ai primi trescrutini, successivamente di tre quintidegli aventi diritto e, dal settimo scru-tinio, dei tre quinti dei votanti. Questeprevisioni sembrano voler evitare chela maggioranza che elegge il Presi-dente possa finire per coincidere conla maggioranza di governo, e per talevia rafforzare le garanzie di indipen-denza del Presidente rispetto allemaggioranze politiche.

Più significativa in relazioneai poteri del Senato è la modifica re-lativa alla elezione dei giudici dellaCorte costituzionale. Come è noto,oggi i cinque giudici di spettanza par-lamentare sono eletti tutti dal Parla-mento in seduta comune; se la ri-forma entrerà in vigore, tre sarannoeletti dalla Camera dei Deputati e duedal Senato. Lo scopo di questa dispo-sizione pare essere quello di garantirele ragioni delle autonomie territorialianche in sede di scelte sulla compo-sizione della Corte costituzionale.

PM. Nel rapporto tra istituzione cen-trale e istituzioni territoriali, lo Stato si

un’altra previsione che apre la possi-bilità di una elezione sostanzialmentediretta dei senatori. E’ infatti previstoche l’elezione da parte del consiglioregionale debba avvenire “in confor-mità alle scelte espresse dagli elet-tori per i candidati consiglieri”, se-condo modalità fissate da una leggedello Stato. Al di là del linguaggionormativo piuttosto oscuro, può dirsiche con parecchie probabilità unalegge statale finirà per incidere sulladisciplina elettorale delle Regioni, in-troducendo la possibilità che i citta-dini, in occasione delle elezioni re-gionali, si vedano presentare alcunicandidati specificamente destinati adentrare in Senato, oppure che i sena-tori siano individuati tra i candidatipiù votati in sede di elezioni regio-nali, o che si immaginino altri mecca-nismi di questo genere. In tutti i casi,l’elezione sarebbe formalmente de-mandata al Consiglio regionale, chetuttavia sarebbe praticamente vinco-lato ad orientarsi sulla base dei risul-tati delle elezioni regionali. Ciò signi-fica che il testo della riforma consente(ed anzi forse impone) di introdurreuna elezione, se non formalmente, so-stanzialmente diretta dei senatori.

PM. Vengono modificate anche le ele-zioni degli organi di garanzia: Presi-dente della Repubblica e giudici co-stituzionali. In che modo?

Con riguardo all’elezione delPresidente della Repubblica, essacontinua a rimanere di competenzadel Parlamento in seduta comune (os-sia: dalla riunione congiunta di Ca-

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speciali: su questo punto probabil-mente sarebbe opportuno un ulte-riore intervento normativo di livellocostituzionale.

PM. Sono stati modificati anche glistrumenti di democrazia diretta. Inche modo? A vantaggio di chi o di checosa?

La riforma agisce sugli istitutidi democrazia diretta fondamental-mente in tre disposizioni. In primo luogo viene parzialmentecambiata la disciplina del referendumabrogativo relativamente al requisitodel quorum di partecipazione al voto:se il referendum sarà richiesto con al-meno 800.000 firme (e dunque piùdelle 500.000 che sono il minimo ri-chiesto) il quorum di validità del refe-rendum sarà notevolmente abbas-sato, perché si richiede chepartecipino al voto “la maggioranzadei votanti alle ultime elezioni politi-che”. La disciplina rimane invece in-variata nel caso di referendum richie-sti da meno di 800.000 elettori, per iquali continua ad essere richiesta(come oggi) la partecipazione dellamaggioranza degli aventi diritto alvoto. Questa disposizione è rivolta arendere più improbabile – con ri-guardo a referendum che godono diun appoggio particolarmente vasto intermini di firme – il fallimento dellaconsultazione per scarsa partecipa-zione popolare (che come è noto si èverificato in molti casi).In secondo luogo si incide sulla ini-ziativa popolare delle leggi: qui è tri-plicato il numero di firme necessarie a

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perfezionare l’iniziativa (da 50.000 a150.000) ma in compenso è previstoun obbligo di presa in considerazioneda parte della Camera dei Deputati,secondo regole che spetterà al rego-lamento della Camera definire. Infine, la riforma prefigura l’ingressonel nostro ordinamento di referendum“propositivi e di indirizzo” (ad ogginon presenti nella legislazione sta-tale), la cui disciplina tuttavia è de-mandata ad una futura legge costitu-zionale.

PM. Per alcuni commentatori questariforma, unitamente alla riforma elet-torale, accentra il potere nelle manidel governo per altri è una forma disemplificazione che rende la demo-crazia più veloce e meno costosa?Qual è la sua opinione da studiosodella Costituzione?

Indubbiamente la linea ditendenza che i proponenti della ri-forma intendono perseguire è quelladi un significativo rafforzamento delpotere esecutivo. Questo rafforza-mento, tuttavia, è collegato più alla ri-forma della legge elettorale per la Ca-mera dei Deputati (che è già stataapprovata ed è prossima ad entrare invigore) che dal testo della riforma co-stituzionale. Quest’ultima infatti con-tiene certamente disposizioni favore-voli ad un rafforzamento dell’esecutivo(ad es. le “corsie privilegiate” per l’ap-provazione di leggi), ma anche qualchedisposizione di segno diverso (adesempio, limitazioni un po’ più inci-sive all’uso del decreto legge, la pre-visione che i regolamenti parlamen-

tari discpinino lo statuto delle oppo-sizioni). Certo è che la combinazionetra riforma del bicameralismo da unlato e nuova legislazione elettoraledall’altro pone un problema di “con-tropoteri” rispetto al raccordo tra Go-verno e maggioranza politica della Ca-mera, che ne uscirebbe di moltorafforzato. Per il modo in cui la riformaè impostata, la questione dei contro-poteri è legata a doppio filo alla fun-zione del Senato di sede rappresen-tativa delle autonomie locali. Daquesto punto di vista, ci sono parec-chi margini di incertezza, ma è miaopinione che se la riforma dovesseessere approvata si aprirebbe unasfida difficile alle classi politiche re-gionali e alla loro capacità di rappre-sentare effettivamente i territori daiquali sono espresse. In questa sfidanon mi pare che le Regioni siano aiu-tate dalle norme costituzionali sullaelezione del Senato (vincolo alla pro-porzionalità, elezione quasi-diretta).Se il Senato seguirà nella sua com-posizione le stesse logiche sulle qualisarà costruita la Camera dei Deputati,il suo ruolo non potrà che esseremolto modesto. Se viceversa riusciràad esprimersi come vero rappresen-tante delle autonomie territoriali (chehanno problemi in parte comuni, cheprescindono dalle differenze di schie-ramento politico e che su questi pro-blemi possono costruire la “loro” rap-presentanza come rappresentanza dei territori) allora il circuito Governo-maggioranza potrà avere un interlo-cutore credibile e tale da condizio-narne l’operato.

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Riparte il progetto sul carbon footprint (impronta di carbonio)

a cura di Marco Iob

l 25 gennaio scorso si è svolta laconferenza stampa che ha conclusola visita a Gemona del Ministro

Gian Luca Galletti, durante la quale ilSindaco Paolo Urbani ha rilanciato ilprogetto carbon footprint: “sarà unnuovo progetto di sviluppo per la co-munità nell’ambito del già avviato pro-getto Gemona città dello Sport, – haaffermato il Sindaco – un programmache potrà far ottenere un marchio diqualità ambientale alla città e al terri-torio e che potrà maggiormente valo-rizzare anche le attività sportive e ilturismo”.Il Ministro ha espresso un primo pen-siero alle vittime del terremoto di 40anni fa e ha riconosciuto a Gemona ilmerito di porsi nuovi obiettivi e nuoviprogetti ambiziosi.

Sappiamo che il progetto iniziato treanni fa non ha dato al momento risul-tati, come abbiamo documentato piùvolte su questa testata, ma soprattuttocome risulta anche dalla rispostascritta data dal Ministro Galletti all’in-terrogazione parlamentare del 16 lu-glio scorso. A nostro avviso in tre annidi progetto non si sono ottenuti risul-tati perché il progetto mirava ad altro,era impostato su una campagna dimarketing per far apparire Gemona“Green” prima ancora di intraprendereazioni concrete.Peccato che per non ottenere nullasono stati spesi circa 50.000 euro disoldi pubblici, ovvero dei gemonesi.Ci si aspettava dal Sindaco un cennodi autocritica sul passato, in fondo ri-conoscere un errore (chi non ne com-mette?) sarebbe stato un segnale dicorrettezza verso i cittadini ma anche

un segnale di forza di un’Amministra-zione. Invece nulla di ciò. Però si ri-parte dall’inizio, con 50.000 euro inmeno!

La novità importante è che il gruppoREM, società di marketing, è stata so-stituita dall’Università di Udine cherappresenta senz’altro una garanziascientifica e rende oggi il progetto cre-dibile rispetto al passato.Dopo circa un mese e mezzo dalla con-ferenza stampa con il Ministro Gallettiabbiamo sentito il prof. Alessandro Pe-ressotti, referente del progetto perl’Università, per un aggiornamento inmerito all’impostazione tecnico-scien-tifica del progetto: “a breve dovrebbeesserci la firma della convenzione chesancirà l’avvio formale della collabo-razione tra l’Università e il Comune diGemona” - ha esordito il prof. Peres-sotti, - “il modello che intendiamo met-tere a punto – ha continuato – terràconto sia delle emissioni dirette, chia-mate Scope (=ambito) 1, relative alleattività che producono direttamentele emissioni nel territorio considerato,sia di quelle indirette (Scope 2), che ri-guardano attività svolte nel territorioma che comportano emissioni in altri

luoghi, come ad esempio i consumi dienergia elettrica che producono emis-sioni di gas serra nel luogo dove è si-tuata la centrale di produzione. Siterrà conto inoltre di un’altra categoriadi emissioni, chiamata Scope 3, che ri-guarda la movimentazione orizzontaledi prodotti, merci e materiali che av-vengono sul territorio; quest’ultimocalcolo è più complicato e richiedestudi approfonditi”.“Il modello applicato è chiamato GHGProtocol for cities e prevede una col-laborazione con il World Reserach In-stitute che sta elaborando una serie diprotocolli utili per la stima dell’im-pronta carbonica di un dato territorio– ci ha spiegato il prof. Peressotti; -sono coinvolte circa 200 città delmondo in questo progetto e l’unicaitaliana è Gemona”.

“Al momento - continua il prof. Peres-sotti - abbiamo fatto una indagine pre-liminare solo per le emissioni scope 1e 2 basandoci sull’INventario EMis-sioni ARia (INEMAR), sui dati ISTATper quanto riguarda il consumo ener-getico e sui coefficienti dell’ISPRA perle emissioni: per ora Comune di Ge-mona si colloca nella media delle

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Il Sindaco Paolo Urbani ha rilanciato il progetto del carbonfootprint (impronta di carbonio)alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Gallettiin visita a Gemona anche in occasione del 40° del terremoto

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Il Greenhouse Gas Protocol (GHG Protocol) viene applicato per dare alle città glistandard e gli strumenti di cui hanno bisogno per misurare le loro emissioni di gasserra e per costruire le strategie più efficaci di riduzione delle emissioni.Il protocollo prevede inoltre di fissare obiettivi misurabili di riduzione delle emis-sioni e monitorare i progressi in modo accurato e completo.

Le tre aree d’applicazione (o Scopes) dal GHG Protocol sono:

Scope 1 emissioni diretteSono le emissioni dirette di GHG provenienti dalle installazioni presenti all’internodei propri confini organizzativi; sono ad esempio le emissioni derivanti dallacombustione diretta di combustibili fossili o utilizzati per il rifornimento di veicolidi trasporto; in questa voce rientrano anche le perdite di gas serra dagli impianti,ad esempio di condizionamento.

Scope 2 emissioni indirette da consumo energetico Sono le emissioni indirette di GHG derivanti dalla generazione di elettricità, ca-lore e vapore importati e consumati dall’organizzazione; l’importatore è indiret-tamente responsabile per le emissioni generate dal fornitore per la produzionedell’energia richiesta.

Scope 3 altre emissioni indirette Sono le emissioni derivanti dai prodotti e servizi utilizzati dall’organizzazione,quali ad esempio le emissioni generate dall’estrazione delle materie prime e re-lativi trasporti, dal trasporto dei prodotti e loro fine vita; nello scope 3 sono in-cluse anche le emissioni di GHC legate alla catena di approvvigionamento deicombustibili e dei GHG fuoriusciti dagli impianti del sito.

emissioni pro-capite per abitante e ilcontributo delle diverse sorgenti diemissione è così distribuito: 7% agri-coltura, 26% trasporti, 44% consumodi energia elettrica e 20% riscalda-mento domestico”.

Lo sviluppo del progetto prevede lamessa a punto del protocollo di cal-colo e il sistema di acquisizione deidati attraverso campionamenti. I primirisultati arriveranno il prossimo anno. L’impegno dell’Università sarà dunqueorientato non solo al calcolo e alla ri-duzione dell’impronta di carbonio maall’impostazione di un nuovo criterioche orienti le attività dell’Amministra-zione comunale.

In altre parole, ciò significa che lescelte future del Comune (urbanisti-che, opere pubbliche, trasporti, ac-quisti, ecc, ecc.) dovrebbero esserebasate anche tenendo conto del nuovocriterio ambientale sulla riduzionedelle emissioni di gas serra.

Che cos’è il GHG protocol for cities

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La Ciclovia potrebbe presto arrivare a Gemona ….

cerchiamo di non perdere anche questo “treno”

a cura di Sandro Cereghini

el mese di maggio 2015 ab-biamo salutato con piacerel’apertura della pista ciclabile

Gemona Venzone. Tale opera è statarealizzata dalla Comunità montanadel gemonese in parte riutilizzandoin maniera intelligente il tratto di se-dime ferroviario dismesso ed in parteutilizzando alcune stradine di viabi-lità minore in particolare nel tratto inComune di Venzone.Come circolo legambiente gemoneseabbiamo organizzato fin dalla suaapertura alcune escursioni che nehanno promosso l’utilizzo tra i socied abbiamo avuto modo così di ap-prezzare la bellezza dell’itinerario ela riuscita dell’opera.Nello scorso mese di settembre nel-l’ambito della campagna “Puliamo ilmondo” abbiamo anche provvedutoad una opera di pulizia resa neces-saria in particolare dalla prossimitàin alcuni punti dell’adiacente stradaPontebbana e dalla conseguente“produzione di rifiuti” che si crea aimargini della stessa.Se pur il tratto di ciclabile realizzatorisulta di pochi chilometri, sia per la

natura dei luoghi attraversati (in par-ticolare l’uscita da Ospedaletto in“trincea” ed il lungo ponte sui RivoliBianchi) sia perché permette final-mente di poter uscire, in bicicletta oanche a piedi, in tutta sicurezza daGemona è stata da subito meta pre-ferita di passeggiate, escursioni epartenze di vario tipo dei gemonesi enon solo.Ancora più bello sarebbe ad avvisodel circolo legambiente se tale per-corso, che oggi si ferma all’inizio delponte di Pioverno, potesse prose-guire per ricongiungersi a Resiuttaalla grande Ciclovia Alpe Adria Rad-weg. Quest’ultima infatti è un’operapensata e progettata già nel lontano2007 come grande direttrice cicla-bile per collegare Salisburgo aGrado: un percorso ciclabile dallamontagna al mare a superamento divecchi confini. Denominata “Ciclo-via Alpe Adria Radweg (CAAR)” cor-risponde quindi alla Ciclovia FVG 1nel quadro delle ciclovie di interesseregionale. Il suo progetto nascevadalla comune volontà delle tre re-gioni partecipanti (Regione Friuli Ve-

nezia Giulia, Land Salisburgo e LandCarinzia) di individuare un itinerariociclabile transfrontaliero che, supe-rando il confine fisico costituito dalleAlpi, realizzasse un collegamento di-retto tra la rete ciclabile centro euro-pea e il mare Adriatico.Nel tratto austriaco, della comples-siva lunghezza di circa 230 km leopere previste sono state comple-tate con notevole anticipo mentrenel tratto italiano, di circa 180 km laciclovia non è ancora conclusa. Inparticolare   risultano terminate epienamente operative unicamentele tratte Tarvisio-Resiutta e Cervi-gnano- Grado mentre il restante per-corso, pur individuato e tracciato, al-terna tratti di ciclovie pienamenterealizzate a tratti individuati sustrade secondarie o con attraversa-menti di strade principali o ancorarealizzati su strade bianche di nonfacile percorribilità.Nonostante il suo essere ancora in-compiuta a conferma della sua va-lenza la Ciclovia Alpe Adria Radwegè stata comunque già proclamata la“ciclabile dell’anno 2015” durante la

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Alpe Adria

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Iniziative

LA SERATA DEL LIBRO

Centro MaiStrassâ (Via Santa Lucia)8 aprile, ore 18.00Presentazione del libro “Raggio per raggio”di Paolo Pittino, di Buia

Un viaggio in solitaria lungo la penisola; due setti-mane e 1900 chilometri in sella ad una bicicletta da Vetta d’Italia a Portopalo di Capo Passero, in-contrando luoghi, atmosfere, situazioni e soprat-tutto persone, con le loro storie da raccontare. Sulle spalle lo “zaino di sé” dell’insegnante, con il bisogno d’immortalare le emozioni vissute tra ibanchi delle piccole scuole di montagna. Una decina d’anni, ricchi di gioie, simpatie, delusioni,amarezze, errori; piccole e grandi soddisfazioni.

IL SEMINARIOCircolo di Legambiente della Pedemontana Gemonese e della Carnia, Valcanale - Canal del Ferro in collaborazione con FIAB

organizzano

Sabato 16 aprile, ore 10c/o il Centro Parrocchiale di Ospedaletto (di fronte alla Chiesa di Santo Spirito)

un incontro suCICLOVIA ALPE ADRIA: c'è una luce in fondo al tunnel?

Sono invitati, istituzioni, operatori economici, associazioni e appassionati

Per i cicloamatori il ritrovo è previsto alle ore 9.00presso l'imboccatura della ciclabile a Ospedalettoper un percorso guidato alle scoperta della... biodiversità

importante fiera del turismo attivo diAmsterdam ricevendo così una primarilevante attestazione internazionale.

Tra i principali tratti mancanti il trattoResiutta Venzone, oltre ad essereuno dei più lunghi è, al momento,quello più critico. Infatti l’assenza dipercorsi alternativi alla trafficatastrada pontebbane rende tale trattoal momento pericoloso per il ciclotu-rista, specialmente se in viaggio conminori tanto che la stessa guida uf-ficiale della Provincia ne sconsiglia lapercorrenza suggerendo l’uso dimezzi pubblici.Su questo tratto la comunità mon-tana del gemonese e val canale hada poco provveduto ad indire unagara di appalto per la realizzazionedel tratto Resiutta- Moggio passantesul vecchio tracciato ferroviario conrelative gallerie e con un attraversa-mento a mezzo sottopasso della sta-tale pontebbana utile per raggiun-gere in sicurezza anche il Comune diMoggio. Se i tempi saranno rispettati

si potrà probabilmente ed auspica-bilmente percorrere questo nuovotratto già nella prossima stagioneestiva, con una possibile alternativadi prosecuzione lungo la vecchiastrada militare di Campiolo, che, an-che se con tratti non asfaltati ed unpericoloso attraversamento stradaleall’altezza del ponte sul Fella, per-metterà di evitare la strada ponteb-bana.Il restante tratto da Moggio fino astazione Carnia e quindi poi fino aVenzone, dopo anni di discussionetra gli enti preposti (Comuni, Provin-cia, Regione ecc.) pare finalmentedefinito nel suo tracciato che pas-serà e quindi recupererà ad un usopubblico il sedime ferroviario la-sciato abbandonato dalla realizza-zione del nuovo tracciato avvenutanel corso degli anni 90 del secoloscorso.Tale opera, da realizzarsi a cura dellaProvincia di Udine, è purtroppo an-cora in fase di progettazione e non visono al momento certezze riguardo

ad una possibile ultimazione dellastessa.Come Circolo legambiente vorremmopertanto fare il punto su questa im-portante opera coinvolgendo nonsolo gli operatori istituzionali depu-tati alla realizzazione della stessa maanche e soprattutto gli operatori eco-nomici e i cittadini interessati.Come dimostrano esperienze ormaiaffermate all’estero ma anche in Ita-lia (esempio piste ciclabili dell’AltoAdige) le vie ciclabili, laddove benrealizzate e soprattutto ben gestite,possono diventare un formidabilevolano per lo sviluppo di un turismodolce e rispettoso dell’ambiente.Per discutere di tutto questo nelprossimo mese di aprile il Circolo in-tende pertanto promuovere un’ini-ziativa pubblica di sensibilizzazionee di proposta sul tema e chiunquesia interessato a partecipare puòcontattarci al n. 3487046312.

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Per scoprire (riscoprire) il paesaggio del Gemoneseterritorio>

di Mauro Pascoli

Sul paesaggio si sono spese da sem-pre molte parole, un sacco di belle in-tenzioni, forti contrapposizioni o veri epropri conflitti.Poco però si è fatto concretamente percoglierne il significato di bene collet-tivo, per prendere atto (a tutti i livelli)che è un elemento identitario delle co-munità che va salvaguardato e valo-rizzato, ma che è necessario che vengagovernato attraverso politiche pubbli-che e risorse adeguate.Insomma, tutti più o meno hanno avu-to modo di confrontarsi o scontrarsi conquesto tema, giù giù fino a dover fare iconti con le poco amate autorizzazionipaesaggistiche, senza che nel frattem-po sia stato superato culturalmente ilconcetto di vincolo che permea a tut-t’oggi anche solo la parola paesaggio (iltermine “area Galasso” è ben noto nonsolo agli addetti ai lavori).

La Convenzione europea del paesag-gio, che ha visto la luce nel 2000 (non

a caso a Firenze) dà alcune definizionidi paesaggio che permettono di chia-rirne meglio il significato: “Paesaggiodesigna una determinata parte di ter-ritorio, così come percepita dalle po-polazioni, il cui carattere deriva dal-l’azione di fattori naturali e/o umani edalle loro interrelazioni.” e più oltre“La Convenzione si applica a tutto ilterritorio e riguarda gli spazi naturali,rurali, urbani e periurbani. Essa com-prende i paesaggi terrestri, le acque in-terne e marine. Concerne sia i pae-saggi che possono essere consideratieccezionali, che i paesaggi della vitaquotidiana e i paesaggi degradati”.

Numerosi sono ormai gli Stati del-l’Unione europea che si sono adeguatialla Convenzione, tra cui l’Italia con ilCodice dei beni culturali e del paesag-gio (2004), nel quale è tra l’altro pre-visto l’obbligo per le Regioni di dotarsidi un Piano Paesaggistico Regionale(PPR).

Il Piano Paesaggistico delFriuli Venezia GiuliaEd è proprio nel rispetto di quanto pre-visto dal Codice che la Regione FVGha iniziato nel 2014 l’elaborazione delproprio PPR che, nei suoi obiettivi, do-vrebbe raggiungere il primo significa-tivo traguardo il prossimo novembre,con l’adozione del piano.Senza entrare nel merito di quello chesarà il PPR (finora non c’è una bozzache possa farne comprendere i conte-nuti e le ricadute), ci interessa qui disottolineare come nella costruzionedel progetto sia stato dato spazio allapartecipazione dei territori e delle loropopolazioni.Questo in accordo con l’approccio pro-posto dalla Convenzione europea che,come citato sopra, mette l’uomo alcentro del paesaggio sia come uno deisuoi principali “costruttori/distrut-tori”, sia come interprete e fruitore deisuoi valori.

La Regione sta lavorando al Piano Paesaggistico regionale, con l’intenzione di concluderne la formazioneentro l’anno. Nel frattempo sollecita la partecipazione attiva dei territori alla sua costruzione.

Gemona vista da Campagnola.Disegno di Oscar Francescutto,del gruppo disegnatori di strada “Matite Volanti” - Gemona

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Lo sforzo da parte della Regione dicoinvolgere le comunità locali nella co-struzione del PPR si è sviluppato so-prattutto attraverso il conveziona-mento (anche con un po’ di risorsefinanziarie) con le Amministrazioni co-munali disponibili a fornire informa-zioni sulle caratteristiche locali delpaesaggio ed a coinvolgere la popola-zione per una collaborazione attiva ingrado di trasmettere una percezionepiù diretta del paesaggio.Le condizioni poste sono indicate nel-la convenzione che i Comuni sotto-scrivono, con la quale si impegnano afornire una serie di informazioni terri-toriali ed amministrative concordate conla Regione, nonché ad attuare un’atti-vità di coinvolgimento delle realtà locali.Attualmente risultano convenzionaticon la Regione circa 100 Comuni su 216.

Oltre alle convenzioni, la Regione hamesso in campo un ulteriore stru-mento partecipativo, denominato Ar-chivio partecipato.Si tratta di una piattaforma informaticache ha lo scopo di raccogliere, tramiteil diretto intervento dei cittadini, infor-mazioni relative al paesaggio locale,che saranno utilizzate come base co-noscitiva per la redazione del Piano.

Su questo strumento chiunque puòsegnalare elementi/aspetti di valore odi  degrado  del paesaggio, buone ocattive pratiche in atto sul territorio, ol-tre ad eventuali proposte di tutela/va-lorizzazione riguardanti quanto se-gnalato. Sarà inoltre possibile allegarealla scheda eventuali file di testo e im-magini. (Vedi box nella pagina).

E il Gemonese?Nella nostra realtà (non essendoci perora una definizione ufficiale del “Ge-monese”, si fa qui convenzionalmenteriferimento ad un ambito che com-prende Gemona, Artegna, Osoppo,Trasaghis, Bordano, Montenars e Ven-zone) non si è verificato un concreto in-teresse per queste possibilità di par-tecipazione, se si eccettua Artegna cheha in più riprese cercato di coinvol-gere le altre amministrazioni e Ven-zone che ha attivato la convenzionecon la Regione in coordinamento con iComuni facenti parte del Parco dellePrealpi Giulie.Al di là di quali possano essere le mo-tivazioni di questa poca sensibilitàverso il tema del paesaggio, si ritienea nostro avviso che questa sia un’oc-casione persa. Infatti:• nel momento in cui il PPR sarà ap-

provato, c’è il rischio che il Gemo-nese se lo trovi calato sulla testasenza aver avuto la possibilità diconoscerne prima i contenuti, pernon aver contribuito in alcun modoalla sua costruzione;

• una partecipazione dei territori bencondotta dovrebbe permettere, ac-compagnando il PPR nel farsi, dicondividerne ed anche di condizio-narne le scelte;

• non viene colta l’opportunità di ini-ziare a diffondere interesse e sen-sibilità sul tema del paesaggio, cherimarrebbe così relegato agli addettiai lavori, anche per quanto riguardail territorio del Gemonese.

Una proposta

Considerata l’attuale mancanza di interessedella maggioranza dei nostri Comuni versoquanto si sta sviluppando in tema di pae-saggio, ci si domanda se sia possibile co-prire in parte questa vacanza delle istitu-zioni attraverso un utilizzo intelligente dellostrumento dell’Archivio partecipato.Partendo dal fatto che sul territorio del Ge-monese sono presenti molte associazioniche hanno come proprio interesse princi-pale il territorio e la sua valorizzazione, il Cir-colo locale di Legambiente ha avviato unaprima verifica della possibilità di mettere inrelazione le conoscenze ed i saperi peculiaridelle singole associazioni, coordinati in unprogetto capace di: • diffondere la conoscenza dell’Archivio

partecipato, di modo che possa diven-tare effettivamente uno strumento “par-tecipato”;

• contribuire, attraverso le reti dei soci, adarricchirne i contenuti;

• indirizzare ed organizzare le segnala-zioni, ottenendo così un miglior risultatoed una conoscenza più approfondita edoriginale dei valori del territorio gemo-nese;

• costruire un embrione di rete che diventivia via attiva sul tema del paesaggio;

• costituire un riferimento utile e credibileper le Amministrazioni comunali del Ge-monese e per l’Amministrazione regio-nale.

Per fare tutto ciò si è formato un Gruppopromotore, costituito per ora da Legam-biente, Ecomuseo delle acque, Ecomuseoval del lago, C. A. I. sezione di Gemona delFriuli e sottosezioni di Buia ed Osoppo, As-sociazione Valentino Ostermann, che si èpreso carico di approfondire e mettere inatto questa ipotesi di lavoro.In tale prospettiva sarà a breve organizzatoun incontro pubblico, cui sono saranno invi-tati tutti coloro cui interessa contribuire (vo-lontariamente) al successo dell’iniziativa.In quella sede sarà meglio articolata la pro-posta qui descritta succintamente, anchecon l’ausilio dell’Università di Udine, checura la gestione dell’Archivio partecipato eche spiegherà in dettaglio il suo funziona-mento. Saranno inoltre presentate espe-rienze di Amministrazioni locali che hannogià avviato questi processi partecipativi sulpaesaggio.Sarà infine questa l’occasione per un con-fronto con altre realtà territoriali, intenzio-nate a percorrere simili esperienze di parte-cipazione.

NB: Per accedere all’Archivio partecipatobasta entrare nel sito del Piano paesaggi-stico regionale digitando ppr fvg ed in se-guito cliccare sull’icona Archivio partecipatoche si trova nella pagina. Le modalità di uti-lizzo vi sono ampiamente illustrate, anche amezzo di un breve video.

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GLI “AQUILONI” SONO VOLATI VIADove? Provenendo dal sottopasso,prima della rotonda di via Osoppo ci siimbatte sulla sinistra nel centro com-merciale “Gli aquiloni”. L’enorme par-cheggio vuoto segnala anche al visita-tore distratto che non c’è più attività.Dalla rotonda si gira poi a sinistra pervia Rondin e dopo solo 400 metri in di-rezione del Fungo, sulla destra ci siimbatte in una struttura non comple-tata, invasa parzialmente dalla vege-tazione che si sta progressivamenteriappropriando dei propri spazi. Per-ché questi vuoti?

IL CENTRO COMMERCIALE“GLI AQUILONI”è sorto da una ristrutturazione e unampliamento del supermercato chepreesisteva, progettato da una societàpordenonese. Il centro, comprensivodei parcheggi esterni, ha una superfi-cie di oltre 3 ha e di questi 5.000 mqerano dedicati, almeno sulla carta, a19 punti vendita. Il Centro o parco com-merciale è stato inaugurato nel 2010. Il2 maggio 2013 inaugurava ufficial-mente anche Coopca, che ha conver-tito il Supermercato in Ipermercato.Occupava 3.200 mq e di fatto diven-tava il motore del parco commerciale;anzi l’unico motore. Infatti nel giornodell’ inaugurazione il Presidente di-chiarava: “È vero che ci sono ancoradelle potenzialità inespresse ma lestesse sono fortemente legate allacompletezza dell’offerta di un CentroCommerciale - “Gli Aquiloni” - che non

Storie non “edificanti”ambiente>

ha saputo ancora dar corso ad unaconcreta valorizzazione delle propriecaratteristiche e peculiarità.” Insommail parco commerciale era nei fatti l’Iper-mercato Coopca.

Alla fine del 2015 il centro commer-ciale chiudeva i battenti. Chiudeva ibattenti anche la Cooperativa Carnicacostituita nel lontano 1906. Una storiatroppo importante, e non solo per laCarnia, per non ricordarla almeno neisuoi trascorsi gemonesi.

La COOP.CA a GemonaA Gemona del Friuli la CoopCa è statapresente - con l’attivazione di “minutavendita” in piazza Umberto I (oraPiazza Garibaldi) - dal 5 maggio 1934e, nello stesso anno, ad Ospedaletto.Successivamente la Cooperativa ot-tenne l’autorizzazione ad istituire e ge-stire un “magazzino per la vendita digeneri alimentari” in locali siti in piazzaGaribaldi, nell’area compresa tra viaCaneva e via Liruti. Nel 1968 acquistò

l’ Albergo “Nazionale” con l’intento diutilizzarne gli spazi per rinnovare ilproprio negozio di alimentari. Su ri-chiesta dell’Amministrazione Comu-nale mantenne la ricettività alber-ghiera, pensando a un futuro spaccioin altra ubicazione. Poi ci fu il terre-moto del 76. Coopca chiese ed ottenneil trasferimento in via Bariglaria (Cen-trocoop) dove operò fino al 1988, men-tre lo spaccio n. 27 di Ospedaletto nonfu più riaperto. 10 anni di inattività fu-rono interrotti nel 1988 in quanto Co-opca subentrò alla famiglia Rodaronella gestione di 2 esercizi commer-ciali, uno in via XX Settembre e l’altroin via Osoppo (TAP), oltre che di un Di-scount. Nel 2012 a seguito della ri-strutturazione e ampliamento dellastruttura inizio ad operare come IPER-MERCATO nel cd chiamato CentroCommerciale “Gli Aquiloni”. Il resto èstoria recente che riassumo in pochidati. La coopca a seguito errori strate-gici del management, viene posta in li-quidazione e i punti vendita messi al-

del cosiddetto sviluppo urbano

di Sandro Cargnelutti

L’albergo “Innominato”.come appare oggi, a destrauna foto dall’alto

In basso: “Rendering” progettuali del centro “Gli Aquiloni”. La realtà è ben altra cosa

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l’asta. Nell’Alto Friuli non ancora as-segnati sono il CE.DI. di Amaro, l’iper-ccop di Gemona, il punto vendita diComeglians con un esubero di 140 la-voratori. I risultati economici dellasede di Gemona erano accompagnatidal segno meno. Ma perché ha chiuso?Lo abbiamo chiesto a Santellani Diego,segretario della FISCAT CISL dell’AltoFriuli (commercio e servizi).

Perché questa crisi?Vi hanno concorso diversi motivi. In-nanzitutto errori nel management diCoopca, ad esempio gli investimentifatti in Veneto, con l’acquisto di puntivendita, investimenti che generavanoperdite per 2.000.000 di ¤ ogni anno.Le difficoltà di bilancio sono poi ve-nute a galla in modo dirompentequando centinaia di soci hanno richie-sto il rimborso delle quote versate aseguito del fallimento delle Coopera-tive Operaie di Trieste. Ma c’è statoanche un errore della politica che hapermesso una crescita incontrollatadella rete distributiva. La provincia diUdine ha una superficie di punti ven-dita ogni mille abitanti che è la più altain Italia e solo nell’ Alto Friuli potrebbe“sfamare” un milione di persone. Que-sto dopo aver messo in crisi centinaiadi piccoli esercizi nei centri urbani. Lacurva gaussiana rappresenta bene ilfenomeno e noi adesso siamo nellaparte discendente.

Quanti addetti sono rimasti senza la-voro a Gemona?Su 12 lavoratori occupati all’ipermer-cato, 3 sono stati ricollocati e 9 sono i

in mobilità o in cassa integrazione.

Il modello cooperativo è in crisi in re-gione?La cooperativa e’ stata, per questi ter-ritori, un’occasione di sviluppo e ri-scatto sociale. Questo è stato Coopcaper molto tempo. C’è stato, nel tempo,un progressivo avvicinamento alle lo-giche di mercato anche finanziario.dell’impresa cosiddetta profit, anchenei suoi risvolti negativi. Ora bisognaritornare allo spirito originario, attua-lizzandolo ai difficili tempi che stiamovivendo, lo spirito originario.

L’ALBERGO “INNOMINATO”Riprendiamo il nostro percorso e dallarotonda presso la vecchia sede dellaCOOPCA si gira a sinistra per via Ron-din e dopo solo 400 m., sulla destra sipuò osservare una struttura abbando-nata, coperta parzialmente dalla ve-getazione che si sta riappropriandodegli spazi. Era destinata a diventareun albergo. Ora gli unici ospiti non pa-ganti sono i piccioni, che nelle camereproducono buon guano e fra nonmolto, la vegetazione avrà la meglio.La rivalsa della natura.

Ma chi ha realizzato quell’opera nonconclusa? L’ing. Silvano Cleva, titolaredi una società di costruzioni con cin-quanta operai, chiusa successiva-mente prima del fallimento. Da quantosi è potuto leggere sui giornali l’inge-gnere è stato rinviato a giudizio perconcorso in frode fiscale. L’opera poi èpassata di mano a una società di lea-sing di San Marino. E poi?

Attualmente non ci è dato sapere chi èproprietario dell’incompiuta. La strut-tura è abbandonata e la storia pre-gressa non è molto trasparente. D’orainnanzi chiameremo il mancato al-bergo, di cui tutti a Gemona ne senti-vano la necessità l’INNOMINATO. Nullaa che fare con il personaggio di man-zoniana memoria

CONSIDERAZIONI

Queste storie non edificanti del cosid-detto sviluppo urbano sono il risultatodi un intreccio di tanti soggetti e pro-cessi . Vediamone alcuni:

• l’Ente Locale con i suoi piani rendepossibile la realizzazione delleopere. Rilascia le concessioni, in-cassa gli oneri di urbanizzazione(suolo vs cemento), genera un po’ dieconomia nella costruzione del-l’opera e poi incassa un po’ di tassee tariffe. Questo anche quando èevidente che quelle opere e le atti-vità che sorgeranno avranno un fu-turo incerto o segnato. Ad esempio:era chiaro a tutti che un ulteriorecentro commerciale a Gemona nonpoteva avere futuro (troppo grande,troppo tardi, troppa concorrenza,..)

• i meccanismi di legge permettono,purtroppo, ai comuni spesso in dif-ficoltà economica di fare cassa con-cedendo concessioni a edificare.Questo facilita le storture sopra evi-denziate. Si auspica che nel dise-gno di legge nazionale sul consumodi suolo si metta mano a questomeccanismo perverso

• ci sono risorse poi finanziarie chevagano sui territorio (fondi pen-sione,…) in cerca d’autore. Alcune diqueste come segnalava la Procurasono di natura illecita e vengono in-vestite sopratutto in cemento o nel-l’acquisto di aziende in difficoltà;non centra con i casi in questioneperò l’attenzione deve rimanere alta

Chi ci perde in questa partita?Sicuramente l’ambiente, il suolo che èla fonte di biodiversità per eccellenzae, nel medio periodo, anche il lavoroovvero i lavoratori impiegati in attivitàche chiudono perché piantate “sullasabbia”. Perdiamo noi tutti e la capa-cità di costruire un futuro sostenibile.

foto satellitari prima e dopol’ampliamento e la costru-zione delle rotonde. Da notarel’enorme parcheg-gio, inutile consumo di suolofertile

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“PERCORSI della MEMORIA: per non dimenticare i costi della libertà

Lorenzo la talpadi Lorenzo Londero “flec”cosa pubblica>

Il libro “PERCORSI della MEMO-RIA tra GEMONA DEL FRIULI, TRA-SAGHIS e VENZONE” (vedi fotodella copertina) sana, almeno inparte, un debito di riconoscenzanei confronti di chi, opponendosie sconfiggendo il nazifascismo, hadonato agli Italiani la pace, la li-bertà e la democrazia di cui go-diamo da oltre 70 anni.Obiettivo primario di questo libroè quindi il richiamo alla MEMORIAintesa come diffusione della co-noscenza del notevole contributorecato dai nostri Paesi alla scon-fitta della barbarie nazifascista.Infatti la Resistenza nel Gemo-nese è testimoniata anche da la-pidi, cippi e monumenti checostellano la zona a ricordo diquanti hanno perso la vita se-guendo un ideale di libertà.

Anche da noi la Resistenza non èstata solo quella armata, maanche quella non armata; a que-sto proposito ricordo l’importanteruolo svolto da alcuni sacerdoti:

• don Alberto Pancheri “Ettore”,direttore del Collegio degli Stim-matini di Gemona e promotoredei battaglioni osovani “Pre-alpi” e “Ledra”;

• il gemonese don Domenico Co-petti, pra Domeni Blanc, nellacui abitazione si tenevano le riu-nioni clandestine dei principalidirigenti osovani di Gemona, fracui lo stesso don Pancheri e ilsenatore Luciano Fantoni;

• il gemonese don Giorgio Vale“Willy”, cappellano nella par-rocchia del Tempio Ossario diUdine, parrocchia che – assiemeall’altro cappellano don AlbinoPerosa “Alboino” - fu uno deipunti di riferimento più impor-tanti di Udine per il supporto el’assistenza ai partigiani.

La Resistenza non è stata fattasolo dagli uomini, ma anche dalledonne, con non minore impegno.Ricordo, fra le altre, le splendidefigure di:• Regina Franceschino “Irma” di

Forgaria che, per la sua attivitàantifascista, trascorse quattroanni e ventinove giorni nel car-cere femminile di Perugia dovecontrasse un’ ulcera duodenalee una pleurite che l’accompa-gnarono fino alla morte, in tardaetà, avvenuta a Gemona;

• Maria Cargnelutti partigianaosovana di Gemona (Stalis),moglie del comandante del bat-taglione “Prealpi” Pietro Lon-dero “Sardo”;

• Luisa Celotti “Sasa” radiologanell’ospedale di Gemona chepoi, assieme al marito medico

ebreo Sigismondo Osser“Paolo”, organizzò un eccel-lente servizio sanitario per i par-tigiani garibaldini nel Collio go-riziano.

Va inoltre osservato che la Resi-stenza fu fatta, in Italia e nelle no-stre zone, da persone normali,volontarie e coraggiose perchénon stettero a guardare, passive oindifferenti, in attesa di tempi mi-gliori, ma presero parte attiva perpor fine al nazifascismo e allaguerra da questo provocata e perpoter vivere in una nuova Italia, dipace, di democrazia e di giustiziasociale.

La Resistenza fu dunque la fucinadove maturarono i princìpi cheoggi sono espressi in quel docu-mento di altissima civiltà che è lanostra Costituzione: fondamentodella nostra Repubblica democra-tica perché l’unica garanzia dei di-ritti civili nei confronti di unapossibile arroganza dell’autorità.

Questo libro è stato presentato (acura di ognuno dei tre Comuni edella sezione ANPI di Gemona-Venzone) a fine gennaio 2016 aGemona e Trasaghis (Avasinis) e il27 febbraio a Venzone (StazioneCarnia); a tutti i partecipanti èstata offerta una copia omaggiograzie al sostegno economicodelle tre Amministrazioni comu-nali per le spese di stampa.Si può chiederne copia negli ufficicomunali di Gemona (ufficio Cul-tura sopra i Vigili urbani), Trasa-ghis e Venzone.

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società>

Caro nipotino mio,

... vorrei soffermarmi su una sola raccomandazione, che sarai in grado di mettere in pratica anche ora, mentre navighi sul tuo iPad, nécommetterò l’errore di sconsigliartelo, non tanto perché sembrerei un nonno barbogio ma perché lo faccio anch’io. Al massimo possoraccomandarti, se per caso capiti sulle centinaia di siti porno … cerca di non credere che il sesso sia quello, tra l’altro abbastanza mo-notono, perché si tratta di una messa in scena per costringerti a non uscire di casa e guardare le vere ragazze. Parto dal principio che tusia eterosessuale, altrimenti adatta le mie raccomandazioni al tuo caso: ma guarda le ragazze, a scuola o dove vai a giocare, perché sonomeglio quelle vere che quelle televisive e un giorno ti daranno soddisfazioni maggiori di quelle on line. Credi a chi ha più esperienza dite (e se avessi guardato solo il sesso al computer tuo padre non sarebbe mai nato, e tu chissà dove saresti, anzi non saresti per nulla).

Ma non è di questo che volevo parlarti, bensì di una malattia che ha colpito la tua generazione e persino quella dei ragazzi più grandi dite, che magari vanno già all’università: la perdita della memoria.È vero che se ti viene il desiderio di sapere chi fosse Carlo Magno o dove stia Kuala Lumpur non hai che da premere qualche tasto e In-ternet te lo dice subito. Fallo quando serve, ma dopo che lo hai fatto cerca di ricordare quanto ti è stato detto per non essere obbligatoa cercarlo una seconda... volta se per caso te ne venisse il bisogno impellente, magari per una ricerca a scuola. Il rischio è che, siccomepensi che il tuo computer te lo possa dire a ogni istante, tu perda il gusto di mettertelo in testa. Sarebbe un poco come se, avendo im-parato che per andare da via Tale a via Talaltra, ci sono l’autobus o il metro che ti permettono di spostarti senza fatica (il che è como-dissimo e fallo pure ogni volta che hai fretta) tu pensi che così non hai più bisogno di camminare. Ma se non cammini abbastanza diventipoi “diversamente abile”, come si dice oggi per indicare chi è costretto a muoversi in carrozzella. Va bene, lo so che fai dello sport e quin-di sai muovere il tuo corpo, ma torniamo al tuo cervello.

La memoria è un muscolo come quelli delle gambe, se non lo eserciti si avvizzisce e tu diventi (dal punto di vista mentale) diversamen-te abile e cioè (parliamoci chiaro) un idiota. E inoltre, siccome per tutti c’è il rischio che quando si diventa vecchi ci venga l’Alzheimer,uno dei modi di evitare questo spiacevole incidente è di esercitare sempre la memoria.

Quindi ecco la mia dieta. Ogni mattina impara qualche verso, una breve poesia, o come hanno fatto fare a noi, “La Cavallina Storna” o“Il sabato del villaggio”. E magari fai a gara con gli amici per sapere chi ricorda meglio. Se non piace la poesia fallo con le formazioni deicalciatori, ma attento che non devi solo sapere chi sono i giocatori della Roma di oggi, ma anche quelli di altre squadre, e magari di squa-dre del passato... Fai gare di memoria, magari sui libri che hai letto (chi era a bordo della Hispaniola alla ricerca dell’isola del tesoro? LordTrelawney, il capitano Smollet, il dottor Livesey, Long John Silver, Jim…) Vedi se i tuoi amici ricorderanno chi erano i domestici dei tre mo-schettieri e di D’Artagnan (Grimaud, Bazin, Mousqueton e Planchet)… Sembra un gioco (ed è un gioco) ma vedrai come la tua testa si popolerà di personaggi, storie, ricordi di ogni tipo. Ti sarai chiesto perchéi computer si chiamavano un tempo cervelli elettronici: è perché sono stati concepiti sul modello del tuo (del nostro) cervello, ma il nostrocervello ha più connessioni di un computer, è una specie di computer che ti porti dietro e che cresce e s’irrobustisce con l’esercizio, men-tre il computer che hai sul tavolo più lo usi e più perde velocità e dopo qualche anno lo devi cambiare. Invece il tuo cervello può oggi du-rare sino a novant’anni e a novant’anni (se lo avrai tenuto in esercizio) ricorderà più cose di quelle che ricordi adesso. E gratis.

C’è poi la memoria storica, quella che non riguarda i fatti della tua vita o le cose che hai letto, ma quello che è accaduto prima che tu na-scessi.

Oggi se vai al cinema devi entrare a un’ora fissa, quando il film incomincia, e appena incomincia qualcuno ti prende per così dire per manoe ti dice cosa succede. Ai miei tempi si poteva entrare al cinema a ogni momento, voglio dire anche a metà dello spettacolo, si arrivavamentre stavano succedendo alcune cose e si cercava di capire che cosa era accaduto prima (poi, quando il film ricominciava dall’inizio,si vedeva se si era capito tutto bene - a parte il fatto che se il film ci era piaciuto si poteva restare e rivedere anche quello che si era giàvisto). Ecco, la vita è come un film dei tempi miei. Noi entriamo nella vita quando molte cose sono già successe, da centinaia di miglia-ia di anni, ed è importante apprendere quello che è accaduto prima che noi nascessimo; serve per capire meglio perché oggi succedo-no molte cose nuove.

Ora la scuola (oltre alle tue letture personali) dovrebbe insegnarti a memorizzare quello che è accaduto prima della tua nascita, ma sivede che non lo fa bene, perché varie inchieste ci dicono che i ragazzi di oggi, anche quelli grandi che vanno già all’università, se sononati per caso nel 1990 non sanno (e forse non vogliono sapere) che cosa era accaduto nel 1980 (e non parliamo di quello che è accadu-to cinquant’anni fa).

Ma perché è così importante sapere che cosa è accaduto prima? Perché molte volte quello che è accaduto prima ti spiega perché certecose accadono oggi e in ogni caso, come per le formazioni dei calciatori, è un modo di arricchire la nostra memoria.

Bada bene che questo non lo puoi fare solo su libri e riviste, lo si fa benissimo anche su Internet. Che è da usare non solo per chattarecon i tuoi amici ma anche per chattare (per così dire) con la storia del mondo. Chi erano gli ittiti? E i camisardi? E come si chiamavano letre caravelle di Colombo? Quando sono scomparsi i dinosauri? L’arca di Noè poteva avere un timone? Come si chiamava l’antenato delbue? Esistevano più tigri cent’anni fa di oggi? ...

Potrei continuare all’infinito, e sarebbero tutte belle avventure di ricerca. E tutto da ricordare. Verrà il giorno in cui sarai anziano e ti sen-tirai come se avessi vissuto mille vite. Altri tuoi amici, che non avranno coltivato la loro memoria, avranno vissuto invece una sola vita,la loro...Coltiva la memoria, dunque, e da domani impara a memoria “La Vispa Teresa”.

RICORDANDO UMBERTO ECOIl mondo ha perso uno dei più importanti uomini di cultura del nostro tempo. Vogliamo ricordarlo pubblicando alcuni stralci della sua “Lettera al nipotino”

a qualche mese all’istituto Ma-grini Marchetti è “partito” unprogetto di sismologia per ri-

cordare il 40esimo anniversario deltragico sisma del ‘76: si tratta del pro-getto PRESS40, PREvenzione Sismicanella Scuola a 40 anni dal terremotodel Friuli, realizzato in collaborazionecon l’OGS di Trieste ed in particolarecon la sezione Centro di Ricerche Si-smologiche (CRS) di Udine.

Protagonisti dell’attività sono 75studenti delle classi quinte del corso li-ceale (le classi 5Als, 5Bls e 5Dlsa): neimesi di ottobre e novembre hanno ef-fettuato “sul campo” misure di micro-tremore, rilevando cioè le vibrazioninormalmente presenti nel suolo acausa del vento, dei fiumi, del traffico

Studenti sismologi al Magrini Marchettisocietà>

etc. Tali rilevamenti sono stati ese-guiti presso i centri scolastici dei 23Comuni da cui provengono gli stu-denti: Pontebba, Tricesimo, Maiano,Buia, Gemona, Resia, Ampezzo, Nimis,Forgaria...tutti Comuni colpiti dal di-sastroso sisma del 1976.

Organizzati in gruppi di lavoro, gui-dati dalla dott.ssa Carla Barnaba - si-smologa gemonese, ricercatrice pres-so il CRS - e dalle prof.sse Maria RosaGirardi ed Elisa Contessi, insegnanti diScienze Naturali, i ragazzi hanno ef-fettuato le misurazioni negli spaziesterni e nei dintorni dei centri scola-stici in ciascuna delle località conside-rate. Allo scopo hanno utilizzato lestazioni sismiche mobili messe a di-sposizione dal CRS: la strumentazione

è composta da un sensore (geofono)per misurare le vibrazioni del terreno,da un’antenna GPS per la sincronizza-zione del tempo e da un acquisitore perla registrazione dei dati, il tutto conte-nuto in una maneggevole scatola di pla-stica. In totale sono state eseguiteben 127 misurazioni. Successivamen-te, sempre affiancati dalla dott.ssaBarnaba, gli studenti hanno elabora-to i dati utilizzando uno specifico pro-gramma informatico (i risultati verran-no presentati nel prossimo numerodella rivista).

Si prevede di divulgare i risultatidell’indagine presso le scuole mediemonitorate, ma anche in convegniaperti alla cittadinanza ed agli ammi-nistratori locali.

Da cura di Elisa Contessi

Ampezzo

Gemona Ospedaletto Moggio Paluzza

Artegna

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Ampezzo – scuola mediaArtegna – scuola mediaBuja – scuola mediaGemona del Friuli (Piovega e Ospedaletto) – scuola elementareForgaria nel Friuli – scuola mediaMagnano in Riviera – scuola elementareMajano – scuola mediaMoggio Udinese – scuola mediaMontenars – scuola maternaNimis – scuola mediaOsoppo -– scuola mediaPaluzza – scuola mediaPontebba – scuola mediaReana del Rojale – scuola mediaResia – scuola mediaSan Daniele – scuola mediaSutrio – scuola elementareTarcento – scuola mediaTolmezzo – scuola mediaTrasaghis – scuola mediaTreppo Grande – scuola elementareTricesimo – scuola mediaVenzone – scuola media

Il progetto è stato recentementepresentato al 34° Convegno Nazionaledel Gruppo Nazionale di Geofisicadella Terra Solida (GNGTS) che si è te-nuto a Trieste dal 17 al 19 novembre2015, e sarà inoltre illustrato dal 17 al22 aprile a Vienna al Convegno Euro-peo di Geoscienze (EGU 2016), quindiin una cornice internazionale.

Ma a cosa serve questo progetto?PRESS40 è stato fortemente voluto eideato per sensibilizzare le nuove ge-nerazioni al tema del terremoto.Troppo spesso i giovani hanno un’er-rata percezione della reale pericolo-sità sismica del territorio in cui vivono,sottostimandone la reale potenzialitàsismica. Il progetto si prefigge quindidi contribuire a diffondere nei giovanila cultura sismica e di sottolineare l’im-portanza della prevenzione. Quest’ul-tima in particolare è stata affrontatadai ragazzi con la campagna di misurevolte a definire la risposta sismica delsito su cui sorge l’edificio scolastico.

I Comuni e gli edifici scolastici considerati nell’indagine

Sutrio

Trasaghis Venzone

Gemona Piovega Montenars

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società>

Funghi chepassione!a cura del Gruppo Micologico Gemonese

l Gruppo Micologico Gemonese na-sce a giugno 2015 a Gemona del Friu-li. Nonostante la giovanissima età

riunisce appassionati del luogo conesperienza anche pluridecennale. Ilgemonese è un territorio di confine trapianura e montagna e zona ideale diraccordo tra habitat diversi. La man-canza di un’associazione si sentiva e ilgruppo si è formato anche grazie allaforte spinta di altre associazioni mico-logiche ed appassionati. Fin dalle pri-me riunioni la presenza e l’interesse èstato elevato. L’attività del 2015 è sta-ta proficua e densa di soddisfazioni:conferenze, uscite e collaborazionisono sempre state seguitissime e par-tecipate. L’intento di divulgare edapprofondire la conoscenza micologi-ca ed ambientale trova utenti e nuovisoci di ogni età sensibili ed interessa-ti. Due consiglieri stanno realizzandocopie in cemento di innumerevoli spe-cie di funghi. I risultati ottenuti sono

senza dubbio di qualità elevata e digrande potenziale didatticoeducativo.La recente acquisizione della qualificadi micologo da parte di un nostro con-sigliere e di un altro socio ci sprona a mi-gliorare ulteriormente. Anche nell'otti-ca di una futura fattiva collaborazionecon l'azienda sanitaria al fine di preve-nire intossicazioni e con la regione al finedi uno studio e monitoraggio scientifi-co micologico. A questo scopo dalla pri-mavera avanzata sarà attivo il serviziogratuito di controllo della commestibi-lità dei funghi raccolti da chiunque.

Per informazioni cercate il gruppo sufacebook oppure contattateci via mail:[email protected].

Il presidente Umberto Zanghi3476776777, il vicepresidente AndreaAmadio 3295960400, il segretarioAlessandro Cucchiaro 3474187270.Ulteriori informazioni ed il programmacompleto delle attività si possono tro-vare presso l'ottica gioielleria Contessiin via Santa Lucia 5, Alex team accon-ciature in via Roma 76 e Foto Soravitoin via Cavour 24.

I

AprileDomenica 24Uscita sociale ad erbe e funghi primaverili in compagnia di Ennio Furlan

MaggioDomenica 15Uscita sociale e gemellaggio sulle Rive dell’Isonzo con il GruppoMicologico Monfalconese accompagnati da Giuliano FerisinDomenica 29Uscita sociale nei colli di S.Daniele e Rive D’Arcano

GiugnoDomenica 05Uscita sociale ad erbe nel Tarvisiano in compagnia di Ugo ZanazziDomenica 19Uscita sociale a Pradibosco con pranzo al sacco accompagnati dal Micologo Alfredo Pergolini

LuglioDomenica 17Uscita sociale sullo ZoncolanDomenica 31Uscita sociale nei Piani di Vas a Rigolato con pranzo al rifugio Chiampizzulon

SettembreDomenica 04Uscita sociale ai Tre Confini con pranzo al saccoDomenica 18Uscita sociale con grigliata a Rutte

OttobreDomenica 02Uscita sociale a Montenars con pranzo presso l’Agriturismo “Al Tulin”

NovembreData da definireUscita sociale a “Hygrofori” nella zona di Osoppo, con i micologi Pergolini e Campo

Uscite Micologiche 2016

Il programma dell'Associazione è ricco di iniziativeche comprendono serate a tema e uscite

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sport>

Emozioni d’alta quotaA 21 anni in cima all’AconcaguaL’ultima spedizione d’alta quota dei gemonesi Silvano Forgiarini e Giuspeppe Vidoniinsieme al tolmezzino Mauro Puntel

na passione, quella per l’alpini-smo, nata circa tre anni fa grazie asuo papà, che gli ha fatto scoprire

la bellezza delle montagne, soprattuttodelle nostre montagne. L’incontro poicon Remigio Stefenatti è stato decisivoper imparare e fare pratica.«Questa era la mia prima esperienza inalta quota, non pensavo di riuscire ad

arrivare in cima per come era partita laspedizione ma… E’ stata una bella sod-disfazione.» Un sorriso pieno di ricordie soddisfazione, quella viva e scop-piettante dei vent’anni, si forma sulvolto del giovanissimo Giuseppe Vi-doni mentre mi racconta la sua espe-rienza. Gemonese di soli 21 anni, ra-gazzo, all’apparenza come tanti, con ilsuo lavoro, la sua vita pressoché spen-

sierata e la sua passione: l’alpinismo. Dopo varie spedizioni sulle nostre Alpi,di cui diverse in solitaria, agli inizi digennaio di quest’anno, gli si è presen-tata la possibilità di volare in Argentinaper salire sulla montagna più alta delcontinente americano, situata nellaCordigliera: l’Aconcagua.Con un’altezza di ben 6.962 metri, faparte del circuito delle ‘Sette cime,’meta ambita dagli alpinisti di tutto ilmondo.

Il pioniere delle alte quote, Silvano For-giarini, già esperto di cime e grandeappassionato di alpinismo, dopo avertentato gli ottomila himalayani negliultimi anni, ha affiancato nella spedi-zione in Argentina, Giuseppe e il tol-mezzino Mauro Puntel, anch’esso al-pinista polivalente con la passionedello scialpinismo.

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di Anna [email protected]

Il selfie al campo base.Foto di Giuseppe Vidoni

Silvano al Campo Base.Foto di Silvano Forgiarini

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«Ogni volta che ritorno da una spedi-zione mi prometto che sarà l’ultima. Lafatica, lo stress psicofisico e la delu-sione per aver mancato per poco lacima di uno degli ottomila himalayaniti minano fortemente l’equilibrio inte-riore. Ma poi basta che all’orizzonte siapra uno spiraglio per ripartire, edecco che mi si illuminano gli occhi e siriparte» racconta Silvano, e lo stessobrillio negli occhi lo si ritrova in Giu-seppe, nonostante la giovane età, lapassione per questa disciplina avvolgetutti nella stessa maniera.

Ma questa, nonostante le aspettativenon è stata affatto una spedizione fa-cile. Partiti il 6 gennaio da Venezia e ar-rivati dopo diversi scali, il 7 gennaio aMendoza, grazie all’aiuto di un amicodi Giuseppe che abita in città, hannosbrigato le pratiche per i permessi esuccessivamente sono partiti per Pe-nitentes per affrontare i tre giorni ditrekking (circa 50 km) che li separa-vano dal campo base dell’Aconcagua(4.200 mt). E proprio al campo basesono iniziati i primi problemi. « Ho ini-ziato a stare poco bene, mi è salita lafebbre e anche Mauro non se la pas-sava affatto bene.» Il presentarsi diuna patologia piuttosto invalidanteper Mauro Puntel che necessitava dicure, e la febbre di Giuseppe, hannomesso a dura prova la buona riuscitadella spedizione. Dopo pochi giorniGiuseppe si riprende, la febbre passae l’acclimatazione procede regolar-mente. Per Mauro invece la situazionenon migliora, l’aggravarsi delle suecondizioni preoccupa seriamente i tre.

«Dovevamo decidere che fare… io nonme la sentivo di lasciare Mauro dasolo. Eravamo gli unici italiani presentinel campo base, lasciarlo lì ad aspet-tarci era troppo rischioso, aveva biso-gno di cure» racconta Silvano. Così ladecisione di ritornare a Mendoza e cer-care di stabilizzare le condizioni diMauro. «I due giorni di trekking pertornare a Penitentes sono stati faticosiper le condizioni di Mauro. Per fortunace l’abbiamo fatta.» Ma Giuseppe decide di rimanere alcampo base, per completare l’accli-matamento, orientarsi un po’ e magariprovare a scalare una delle vette vi-cine. «Non pensavo proprio di provare lacima. Però volevo testare i campi alti.Poi ho fraternizzato con la guida di unaspedizione straniera e visto che le con-dizioni climatiche erano favorevoli hoprovato a salire al campo 1, per vederecome andava.» Giuseppe prova così a salire sul campo1 e successivamente al campo 2 (unasorta di step intermedio tra il campo 1e il campo 3) ma senza tenda, giustoper controllare la situazione dove in-contra la guida di una spedizione stra-niera che lo sollecita a fermarsi alcampo due. Così Giuseppe scende alcampo 1, riprende la tenda e risale alcampo due, nello stesso giorno, aquota 5.500mt. «Mi sentivo bene, fisicamente stavobene, avevo cibo a sufficienza per unasettimana. Ho montato la tenda e misono organizzato per restare lì. Ilgiorno dopo sono salito più in su delcampo tre, fino a circa 6.200mt, mi

sentivo bene fisicamente ma poi misono fermato, e sono ridisceso alcampo due dove ho dormito.»Il giorno successivo, mercoledì 20 gen-naio, viste le condizioni climatiche fa-vorevoli, Giuseppe parte dal campo 2,intorno alle sette di mattina e arriva incima all’Aconcagua, verso l’una del po-meriggio, in circa sei ore. Tempo diguardarsi in giro, fare un paio di fotoda postare su facebook, gustarsi il mo-mento e in due ore scende giù fino alcampo 2. «Non me la sarei aspettato di arrivarci.E’ stato emozionante. Il giorno suc-cessivo con calma sono ritornato alcampo base e ci sono rimasto fino avenerdì per riposarmi.»Il tempo rimane sempre bello e i muli,usati nelle spedizioni per trasportare ilmateriale degli alpinisti, costano menose non fanno tappe intermedie dalcampo base a Penitentes. Giuseppedecide di caricare il mulo con il mate-riale, e ci lascia anche la tenda cheavrebbe ritrovato poi in pianura. Ma iltempo cambia e inizia a piovere, Giu-seppe si ritrova nello spiazzo del trek-king senza tenda, sotto la pioggia. Perfortuna i guardia parco del posto, lo in-vitano ad entrare in una piccola strut-tura coperta per passare la nottesenza bagnarsi. «E’ stato bello, anchese pioveva, sono stati tutti molto ac-coglienti, mi hanno dato da mangiaree mi hanno aiutato, nonostante nonconoscessi la lingua… me la sono ca-vata!»Ma non basta la pioggia, anche unafrana caduta nella notte chiude l’unicopassaggio che porta a Penitentes, che

Nel campo base dell'Aconcagua. Foto di Silvano Forgiarini

Silvano Forgiarini, Giuseppe Vidoni e Mauro Puntel ai piedi dell'Aconcagua.Foto di Silvano Forgiarini

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“La nostra esperienzapluriennale per realizzare

piccole o grandi operea casa vostra.”

ManutenzioniRiparazioniBagni (rifacimento)RistrutturazioniIsolamentiTinteggiature

Cargnelutti

CasaCargnelutti

Casa

Via Baldo, 29 - 33013 Gemona del Friuli (UD) - cel 340.7020872

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rimane così isolata. Niente telefoni eniente internet. Giuseppe non puòquindi comunicare con Silvano eMauro che lo aspettano in hotel aMendoza e rischia così di perdere ilvolo di ritorno. Ma grazie all’aiuto deilocali e di alcune guide riesce a saliresu un pick-up di fortuna e raggiungerecosì una località vicina a Penitentes.Verso sera per fortuna si apre un pas-saggio per evacuare la zona e Giu-seppe chiedendo un passaggio, riescea salire su un pulmino per arrivare aMendoza. Riuscendo così a ricongiun-gersi con Mauro e Silvano intorno amezzanotte.«Per fortuna che nonostante tutto, èandato tutto bene, senza complica-zioni e problemi gravi, così che Giu-seppe è riuscito a salire sulla cima.»Conclude Silvano.«Non mi sono mai scoraggiato, la soli-tudine che si prova nei campi e du-rante tutta la spedizione non mi dà fa-stidio. Non è un problema per me. Mipiace. Io con me stesso, sto bene»

puntualizza Giuseppe. La solitudine equel senso di smarrimento, tipico diquesto tipo di spedizioni in alta quota,sono alcuni dei disagi più frequentiche si possano trovare, soprattuttoquando si è alle prime armi.Questo per Giuseppe è sicuramentesolo l’inizio di molte altre spedizioni ol-tre oceano, sempre più impegnative eavventurose: « Sono felice, mi allenomolto, scalo, faccio skyrunning con ungruppo di ragazzi fortissimi, forse i piùbravi in Regione… E’ difficile che me nestia fermo per più di due giorni e poiquando sarà, ripartirò. Ora il mio ob-biettivo sono gli ottomila.»

Alla spedizione hanno contribuito di-versi sponsor tra cui: Kayland, Kay-pors, Mega Intersport (grazie a Co-stantino Macrì), Tecnospine di DenisUrbani, Agriturismo al Tulin di EnnioColomba e Gabri, Enervit Sport, Estè –Estetica e Benessere, Nuova Ottica(Cervignano), Farmacia Bissaldi,dott.ssa Chiara, Boezio Gomme.

Un grazie speciale a tutti gli amici e co-noscenti che hanno sostenuto la spe-dizione.

Alla luce dei nuovi progetti sostenibilipensati e in fase di realizzazione, l’at-tuale amministrazione comunale, (dacittà dello sport e del benstare a Spor-tland), potrebbe valorizzare e soste-nere i progetti degli sportivi locali checon impegno, passione e dedizioneperseguono i loro obiettivi usando uni-camente le proprie forze. Diventerebbedi sicuro un valore aggiunto, degno dinota per l’importanza del progetto,non solo a livello regionale ma anche alivello Nazionale. Perché investire sui talenti locali, va-lorizzando le eccellenze, lo abbiamoscoperto, rende più a livello di im-magine di molti altri sponsor inter-nazionali. Con l’auspicio che Sportland possadiventare anche simbolo di incorag-giamento e sostegno per i tanti spor-tivi del gemonese.

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Le canzoni prima di tutto

di Anna [email protected]

ilippo della Marina, Matteo Flo-reani, Matteo Bellotto, GiovanniVenturini e Riccardo Asquini: que-

sti sono i Gang Bang, nella loro com-posizione finale, dopo vari rimescola-menti, dal 2010 anno in cui nascono,ad ora. «Ci sentiamo completiadesso… Abbiamo raggiunto il giustoequilibrio, dopo l’arrivo degli ultimicomponenti che hanno dato spessorealla nostra produzione musicale.»Non vogliono mettersi etichette ad-dosso, non si definiscono nemmenoprofessionisti tranne Riccardo Asquiniche fa il musicista di professione, è in-fatti titolare dello studio di registrazioneSaojo Studios (www.saojostudios.com)a Reana del Rojae. «Riccardo con noisuona la batteria, ma potrebbe suonarequalsiasi strumento, anzi possiamodire che è uno dei più grandi chitarristiche abbiamo in Friuli» e per il chitarri-sta Matteo Floreani.

Giovanni, Matteo, Filippo, Matteo eRiccardo hanno in comune la passioneper la musica, e cantano esclusiva-mente, ci tengono a dirlo, in italiano.I testi li scrive Matteo Bellotto che èanche il cantante dei Gang Bang, manon chiamatelo ‘frontman’.«E’ un gioco di incastri, e la cosa bellaè che arriva tutto in modo naturale,anche nella sua accezione negativa.Siamo un gruppo unito. Quando suo-niamo abbiamo questa forza, un vor-tice dove c’è tutto dentro, e questo èbellissimo perché ci lega, nel bene enel male.»

Un gruppo forte dove i singoli compo-nenti non si mettono in mostra a di-scapito l’uno dell’altro, ma traggono

forza dal loro essere uniti, con tutte lecontraddizioni interne e i caratteri di-versi che si ritrovano in una band for-mata da 5 ragazzi. «Siamo un gruppo molto emotivo epoco tecnico, se non ci fossero gliequilibri interni di chi tiene fermoquello che vorrebbe fare di più del ne-cessario, sarebbe un disastro… Per orace la facciamo, non senza fatica!»L’arrivo di Matteo Floreani alla se-conda chitarra, nell’ultimo anno, haampliato ancora di più questo con-cetto di fondo che caratterizza i GangBang: la possibilità di confrontarsi, diaprire un dialogo, di ragionare sulmodo di agire.

«Matteo è un musicista esperto, sen-sibile e preparato. E’ riuscito a riempireil nostro suono con dei suoi innesti,del tutto personali. Aggiunge molto algruppo. Ora dal punto di visita musi-cale e delle canzoni siamo tranquillisu quello che vogliamo dire.»Le canzoni, infatti sono la cosa più im-portante. I Gang Bang cantano quellodi cui sta a loro più a cuore. Temi con-divisi dal gruppo, che usano le can-zoni per dire davvero qualcosa.Una delle tematiche più esplorate dalgruppo, è sicuramente il tema della

I Gang Bang si raccontano: la musica, il palco e il tour afianco agli americani Puddleof Mudd

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società>

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Christian Forgiarini era un giovane mu-sicista gemonese, scomparso prema-turamente una ventina di anni fa.Conosciuto e ben voluto da tutti, lamusica era la sua grande passione e alui, nel 2006, è stata dedicata la salaprove di via Velden nei pressi del Poli-sportivo, dove tutt’ora i ragazzi di Ge-mona si ritrovano per fare musica.

Ora, alcuni dei suoi amici, da un’ideadi Antonello Brienza, hanno deciso diritrovarsi il prossimo 9 aprile per regi-strare alcuni brani (un paio pergruppo) per ricordare Christian. Le canzoni registrate, verranno poimesse sul sito internet www.tapeson-fire.it, dove gli utenti potranno scari-carle e ascoltarle gratuitamente apartire da fine aprile.I gruppi coinvolti nel progetto sa-ranno: Zaibuglish, the Sonar, Under-flow, Poliedrici, Bakan, Simone Piva ei Viola Velluto, Ines Lee & RoadKill.

«Era un grande amico – raccontaBrienza – pensavamo ad un progettoda diversi anni, e ora finalmente po-tremmo dedicargli una giornata. Spe-riamo che questo sia solo l’inizio di

una manifestazione che si possa re-plicare nei prossimi anni.»

Special guest della giornata, sarà il fa-moso chitarrista slide blues Jimi Barbiani.Originario di Caporiacco, è consideratocome uno dei più bravi chitarristi rockblues al mondo. Dopo aver militato in di-

Una giornata tributo a Christian Forgiarini

versi gruppi, ora gira il mondo con il suoJimi Barbiani Band, il suo ultimo disco‘Blue Side’ (Andromeda Relix-GrooveyardRecords) è del 2014.Un particolare ringraziamento per la di-sponibilità e l’impegno nell’organizza-zione dell’evento, va a Fausto Cantoni.

AP

musica>

solitudine dell’individuo davanti aglialtri, alla società, alla vita stessa. Lo si ritrova in canzoni quali: ‘Non seinessuno’ (singolo molto cliccato suyoutube), ‘Solitudine’ e ‘Dimenticare’.«Ogni band dovrebbe mettere davantile canzoni, i protagonismi secondo noi,servono davvero a poco. La nostra riu-scita sul palco, sta nell’essere ungruppo compatto e dall’emotività cheriusciamo a trasmettere. Ci crediamoun sacco in quello che facciamo e inquello che vogliamo dire attraverso lenostre canzoni.»

E questo loro credici davvero fino infondo, grazie anche alla collabora-zione fissa con il locale Interstate 270di Tricesimo (dove i Gang Bang, fannole prove e suonano regolarmente) hapermesso loro di essere selezionaticome band apri concerto di uno deigruppi alternative metal statunitensi,

che ha avuto più successo dal 2001ad oggi: i Puddle of Mudd.

«Sarà una bella sfida per noi. Nonsiamo spaventati dal palco, ma dal-l’emotività e dalla carica che ci sarà, si-curamente. Abbiamo già fatto concertifuori, anche se non molti, ma un tour afianco di una band così importante no.Sarà la nostra prima volta.»

Nati in Kansas City nel 1992, la loro po-polarità sale nel 2001 con il disco ‘ComeClean’ che grazie ad alcuni singoli forticome ‘Blurry’, ‘Control’ e ‘She hatesme’, vende più di 5 milioni di copie. Band ‘dannata’ e fuori dalle righe, an-che grazie al cantante, leader delgruppo Wes Scantlin, escono con altricd durante gli ultimi anni (Life on Di-splay 2003, Famous 2007, Volume 4 –songs in the key of love & hate 2009,Re(disc)overed 2011).

Arrivano ora in Italia per un tour che liporterà in quattro città italiane: Udine,Pisa, Bologna e Milano, il prossimomarzo.

Si parte con l’evento di Udine, il 17marzo al padiglione 9 dell’Ente Fiera.L’evento sarà curato dall’Iterstate 270.Seguirà poi Pisa il 18 marzo al Border-line club, il 19 marzo a Bologna, zonaRoveri e il 20 marzo al live club diTrezzo sull’Adda di Milano.

A fianco dei Puddle of Mudd nel lorotour italiano e l’imminente uscita delloro ultimo album, consacrano un mo-mento molto positivo per i Gang Bang,per seguirli nel tour e scoprire tutte leultime novità, li trovate sulla loro pa-gina facebook e sul loro profilo Insta-gram. Anche se, a mio avviso, il mi-glior modo di conoscerli, è sentirlisuonare dal vivo.

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concorso fotografico>

"Young Photo Contest" centra l'obiettivo a cura di Associazione MEC (www.edumediacom.it)

Si è appena conclusa la terza edizione diYoung Photo Contest, il concorso fotograficoorganizzato dai giovani del “blog Fuori dalComune” con la collaborazione dell'Ass.MEC e del Gruppo fotografico gemonese. Unsuccesso non soltanto nei numeri, ulterior-mente cresciuti rispetto agli anni scorsi: 80le foto in concorso inviate da giovani fotografiunder 25 di tutto il Gemonese, oltre 20 milale interazioni on line (click e mi piace) per vi-sualizzare e votare la propria foto preferita;

25 mila gli accessi alla galleria di scatti in con-corso. Una crescita in grado di motivare la re-dazione a nuove sfide in vista della prossimaedizione, con l'obiettivo costante di pro-muovere un uso positivo del web, dimo-strando che la rete può essere utile per la co-munità, in particolare per quanto riguarda ilrapporto tra giovani e territorio.

I risultati confortanti di questa edizione, cheha visto il supporto del comune di Gemonadel Friuli e la sponsorizzazione del centrocommerciale Le Manifatture, legati all'am-pia visibilità raggiunta sul web, non sareb-bero però stati possibili senza un lavoro in-centrato sul coinvolgimento della realtàlocale, elemento fondamentale per inne-scare un circolo virtuoso di "visualizza-zioni", che soltanto in questo modo pos-sono divenire volano per relazioni costruitein anni di lavoro "sul campo". Internet dasolo non basta, ma la necessità di esprimerela propria creatività da parte dei ragazzi può

trovare maggiore soddisfazione proprio gra-zie a un uso creativo e positivo della rete,che così disvela tutta la propria efficacia.

Soddisfazione, infine per il raggiungimentodi un ulteriore risultato: attraverso l'usodella fotografia è stata stimolata l'atten-zione e la curiosità dei giovani partecipantiverso i luoghi in cui vivono. Web e strumentidigitali diventano così anche occasioni diriavvicinamento e valorizzazione del proprioterritorio da parte dei giovani: uno degliobiettivi centrali del progetto "blog Fuoridal comune".

Tutte le foto e il video del concorso sono vi-sibili su www.blogfuoridalcomune.it.

Il blog fuori dal comune è un laboratorio dicomunicazione multimediale realizzato incollaborazione tra Ass. M.E.C., rete b*sognod'esserci, Ass. Pense e Maravee e le scuolesuperiori di Gemona del Friuli. …)

Lamps!Lamps!Lamps!

Segnalazioni, lettere, immagini

Bar da Cisotto nel primo dopoguerra. Li riconoscete?

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natura>

AAA Cercasi casa di Arduino Candolini - [email protected]

È ormai noto a tutti che stiamo perdendoBio-diversità in modo incalzante, le nostrecampagne sono sempre più povere di specieanimali. Per cercare di invertire questa ten-denza anche nel nostro piccolo possiamofare qualcosa. Pensiamo solo alle rondini aibalestrucci e soprattutto ai rondoni. Le ron-dini necessitano di “stalle” sia per la co-struzione del nido che per l’alimentazione ela proliferazione d’insetti in questi luoghi èben nota. Per i secondi basterebbe non ab-battere i nidi.Per i rondoni possiamo fare molto. Una piccola ricerca compiuta nel 2015 nelbacino del terremoto rileva che questi uccellisono quasi scomparsi.Questa situazione si è creata perché non tro-vano i luoghi abituali dove costruire i nidi edallevare la prole. Le nostre case, ma soprat-tutto gli edifici pubblici, non danno loro lapossibilità di riprodursi. Per costruire i loronidi necessitano, infatti, di fessure nei murie sotto le tegole, e questi siti non sono piùaccessibili. Le case e gli antichi palazzi (tuttinuovi o restaurati) hanno coperture che nonpermettono più il loro accesso. Questi utili volatili arrivano nei nostri luoghiverso la fine di maggio – inizio giugno per ri-

prodursi, poi verso la fine di luglio ripren-dono la migrazione verso i quartieri di sver-namento che si trovano dal centro Africa finoal Sud Africa, compiendo oltre 4000 chilo-metri di viaggio.I rondoni infatti sono uccelli eccezional-mente dotati per il volo con ali a falce ezampe cortissime atte solo ad arrampicarsi.Nei loro caroselli serali raggiungono anchei 200 chilometri orari. Si nutrono, dormono,si accoppiano in volo, si posano a terra soloper la cova e per accudire i piccoli. Se du-rante le calde sere estive vi capita di racco-gliere a terra un piccolo caduto dal nido, senon ha ferite evidenti, non dovete far altroche lanciarlo in aria perchè le sue lunghe alie le zampe cortissime non gli permettono dispiccare il volo.Serve un atto di buona volontà: fornire lorodei nidi artificiali!I nidi sono facilmente costruibili e devonoessere posti in edifici alti (almeno 3 piani);se posti sotto i cornicioni al riparo dalle in-temperie o allacciati ai camini sono quasieterni. Quest’anno cade il quarantennio del terre-moto. Dopo la ricostruzione delle fabbriche,delle case e delle chiese (che è stato unesempio d’efficienza in tutto il mondo) vor-remmo dare una casa anche ai nostri ex coin-quilini “i rondoni”.Se qualcuno di voi è interessato ad averemaggiori informazioni sulla costruzione eposa in opera dei nidi artificiali non esitatea contattarmi, sarò ben felice di aiutare imiei cari amici d’infanzia.

Giovanni Manna è l’ospite d’onore. Abilis-simo maestro dell’acquerello, si muove nelsegno della tradizione. Ha illustrato molticlassici e si è confrontato con il mito e con ilsacro. Spesso fa riferimento al mondo dellastoria dell’arte ed è importantissimo il suorapporto con la natura ed il paesaggio. Ste-pan Zavrel è presente in una veste inusuale,con il suo “Il ladro di colori”, un vero e pro-prio inno giocoso al colore che connota ilmondo reale e quello fantastico ed esprimesentimenti ed emozioni. La sezione a tema,Fiabe dalla Scozia, raccoglie le immagini dellibro “Il canto delle scogliere”, edito da Pa-nini, ma anche alcune opere dello studioEdimburgh Printmakers e le spiritose ed evo-cative invenzioni sui dodici mesi in Scoziadel College of Art di Edimburgo.

mostra>

Progetto AUSERL' Auser Alto Friuli ormai da tre anni realizza un progetto di collabo-razione tra generazioni, anziani-studenti, che ha coinvolto e coinvol-ge decine di persone che non hanno dimestichezza con l'uso della reteInternet e le sue infinite applicazioni anche nella vita quotidiana.Dallo scorso anno le scuole superiori di Gemona, il Magrini-Marchettie il D'Aronco, partecipano al progetto mettendo a disposizione, attra-verso una convezione, i laboratori informatici e un docente che, oltrea tenere i corsi, coinvolge gli studenti che fanno da "tutors" ai " non-ni" che frequentano il corso.Quest'anno sono stati realizzati, e sono tuttora in corso, ben quattropercorsi formativi, due di base e due avanzati, l'ultimo dei quali è de-dicato all' uso dello smartphone, che sta diventando uno strumento diuso comune anche per le persone di una certa età .Il progetto, finanziato dalla Regione FVG attraverso un bando dedicatoalle associazioni di volontariato, ha avuto un riconoscimento nazio-nale ed è stato inserito tra le 40 migliori pratiche realizzate a livellonazionale dalla rete delle associazioni Auser di tutte le Regioni italiane,http://www.auserfriuli.it/UserFiles/2016/01-gen/Buone_Pratiche.pdf

Un' ulteriore novitàche sta riscuotendoun alto gradimento,è rappresentata dallanascita e la crescitadel gruppo " A pît ein bici" , che ha vistola luce l'anno scorsoe che per il 2016 hagià in programma di-verse uscite a piedi e in bicicletta, su percorsi e piste ci-clabili sia in regione che in Austria e nella vicina Slovenia. E' un' ini-ziativa importante che promuove uno stile di vita improntato al mi-glioramento della salute attraverso il movimento e favorisce la socialità.

Per qualsiasi informazione l' Auser Alto Friuli tiene aperto uno spor-tello informativo ogni giovedi mattina, in via San Giovanni 20, in cen-tro storico a Gemona, presso lo sportello del CSV regionale.

Lamps!Lamps!Lamps!

Lamps!

le immagini della fantasiaMOSTRA INTERNAZIONALE D’ILLUSTRAZIONE PER L’INFANZIAIL canto delle scogliere. Fiabe e leggende dalla Scozia

VENZONE (UD) Palazzo Orgnani Martina 20 marzo – 1 maggio 2016QUINDICESIMA EDIZIONE

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mostra>

L’arte dei tatuaggi è un linguag-gio radicato nell’essere umanoche ha origini lontane, risale aquando gli uomini usavano im-primersi sulla pelle i segni ap-partenenti alla propria tribù o delproprio lignaggio. Simboli di po-tere e di rispetto, oggi vengonofatti per moda o per convinzione,ma il fine rimane sempre lostesso: comunicare qualcosa.I tatuaggi sono ancora oggi, unelemento importante della no-stra società, anche se rimane in al-cune persone una certa avver-sione per chi li fa e per chi li por-

ta, soprattutto nelle piccole real-tà di paese.Ma mostrare i tatuaggi sotto un’al-tra veste, cercando di avvicinare lepersone a quest’arte, attraverso unpercorso singolare e creativo, è statal’idea di base che ha portatoAdriano Mauro, fotografo per pas-sione, insieme alla tatuatrice Cate-rina Stefanutti, con la collabora-zione dell’amica Francesca Baggio(ragazza friulana, salita alle crona-che per essere la donna italiana piùtatuata al mondo) a realizzare unamostra composta da fotografie e di-segni, a Gemona.

“Vedere /Guardare” è stata inau-gurata sabato 16 gennaio pressole sale di Palazzo Elti.Presentata dal relatore EmanueleFacchin, si componeva di 10 fotorealizzate da Adriano, e 12 disegnirealizzati da Caterina, installati inmodo tale da accompagnare il vi-sitatore in un breve percorso allascoperta delle persone raffiguratee dei loro tatuaggi. Ad ogni fotoche ritraeva il corpo tatuato, rigo-rosamente senza volto, corri-spondeva il disegno dei suoi oc-chi. Un’idea originale per farparlare i tatuaggi stessi.

Visto il successo della mostra, iltermine fissato per il 7 febbraio èstata prorogato, e si è conclusapochi giorni fa. Gli organizzatori, felici per la ri-sposta positiva, pensano di re-plicarne il successo con unaseconda edizione, magari il pros-simo anno. Per chi se la fosse persa, è pos-sibile seguire i progetti fotogra-fici di Adriano Mauro sul suosito, www.adrianomauro.it o fareun salto nello studio d’arte TDse-gno di Caterina, in via Caneva 52,a Gemona. AP

Vedere/ Guardare

Tatuaggi in scena a Palazzo Elti

Uno dei disegni in mostra realizzati da CaterinaStefanutti. Se si guarda con attenzione, all'internodelle iridi, si scorge il particolare di via Caneva

L'installazione a Palazzo Elti. Foto di Adriano Mauro

Una delle foto in mostra

Laura Urbani (in arte LU) è unagemonese con la passione per leparole, rigorosamente in friulano.Dopo aver deposto i pennelli e letele, da alcuni anni, per solo di-letto, dice, compone poesie chenascono da stati di sensibilitàche vengono accesi da immaginio pensieri.

«Mi piace il suono delle parole,ho iniziato per gioco e adessomagari le regalo a Natale…» Rac-conta Laura. «La prima poesial’ho scritta sulla porta di casa, inoccasione della festa di San Va-lentino della borgata, più che al-tro perché il mio vicino di casami aveva ‘accusato’ di non avermesso nessun cuore in occasionedel concorso1… Allora ho rispostocon la poesia (che leggiamo quiaccanto). Alla Giuria poi è pia-ciuta, e ho vinto una medagliettae un salame!». Se le chiedo seha mai pensato di pubblicare,Laura risponde così: «Quandosentirò la necessità di riunirle inuna raccolta magari lo farò… Ve-diamo, chissà!» AP

1Si tratta del concorso ‘Un cuorenella Borgata’

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Lamps!Lamps!

Lamps!Lamps!

poesia>

Laura Urbani

in arteLU A PROPOSIT DAL CÛRA proposit dal cûr:jo i no lu ài.A si è brusinât,cence plôe a si è sujât,al è vignût iù come polvar.Cualchi voltea mi par di viodi un pôc di ros,daûr di un sterp,i voi dongje…al scjampe vie come un jeurplen di pôre

RIÇOTS (PERAULIS PAS FEMINIS COPADIS)I pituraraidi rossis feridisdi sbrengui di cjâre peraulis no ditisdi colôrs già studâtsdi stelis coladisdi zûcs no zuiâts.I contaraidi tocs pierdûtsdi cjantons sbagliâtsdi cîi no viodûtsdi vaìdis scuindûdisdi pugns su pal mûrdal dolôr das pidadis.Niçe chê scunebuse chê frutefâs che la lune la cjareci dute.Biele chê lune blancje come il latcome la magle sul cûrche al à il gno gjat.

OH LUNE LUNEOh lune lune, lune tu!Tropis mûsis âstu viodût?chê che a rît sul gno cjâf giupétchê instupidide di lagrimis e pensîrschê smaltade di pantànchê piturade di niulis colordirôse.Oh lune lune, lune tu!Come un ucelùt sgrisignîtfrêit tai pîs, il cûr lizêrsu cheste nêifche a tapone lis ledrîs sledrosadisi cîr une semence.

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