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ATTIVITA’:
alpinismo
sci- e snowboard-alpinismo
PERIODO:
2012 – Ascensioni e scialpinismo sulle Alpi, Norvegia, Islanda, Caucaso,
Alaska, Nepal, India, Argentina, Bolivia, Cile.
TEAM:
staff di Avalco Travel
TEST DI ALCUNI MATERIALI per gite di scialpinismo e spedizioni
TEST EFFETTUATI:
Sci MOVEMENT “Logic” 2013
Sci Movement “Logic-X” 2013
Svi Movement “Jackal” 2013 Scarpe da scialpinismo Dalbello “Sherpa” 2013
Attacchi da scialpinismo Maruelli “NWP- Freeride” 2013
Attacchi da scialpinismo Dynafit “TLT Radical ST” 2012 Inclinometro Pieps “30 Plus”
Intimo tecnico Columbia “Omni-Heat”
Picchetti per tenda su terreno innevato
Sci MOVEMENT “Logic” 2013
Caratteristiche generali.
Si tratta dell’evoluzione del modello 2012, con poche modifiche a parte la serigrafia. Nella lunghezza 168 cm, le misure sono 125-88-113 (raggio 17 m), ed il peso per asta di 1200 g,, zero
rocker.
La costruzione dello sci è a sandwich, con anima in legno Karuba verticalmente e fibra di carbonio tri-
axial. Soletta in P-tex 4000. La sezione dello sci è smussata (salvo la zona degli attacchi), come in diversi modelli Movement, e ciò
facilita effettivamente, a nostro avviso, la manovrabilità dello sci su neve crostosa.
La finitura è di alto livello, come normale in casa Movement, e lo sci appena acquistato può essere utilizzato immediatamente senza alcun tocco alle lamine.
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I prezzi della gamma Movement, un tempo un po’ elevati , ci sembrano ora adeguati a quanto offre la
concorrenza.
Prova sul campo.
E’ uno sci facile, adatto alla maggior parte degli sciatori ed in tutte le situazioni. Robusto ed affidabile,
nonostante il peso decisamente contenuto in rapporto alle caratteristiche. Neve dura.
La tenuta in neve dura è ottima, tranne ad alta velocità su curve di raggio ampio, dove si può perdere
stabilità sulle punte. . L’ingresso in curva è facile, come pure la condotta in curva, soprattutto su raggi medi. Un po’ più impegnativa la chiusura della curva.
Buona la maneggevolezza ed il cambio di spigoli , tenuto conto che si tratta di uno sci di 88 mm sotto il
piede.
Sul ripido avremmo naturalmente preferito una sciancratura meno accentuata, ma comunque la tenuta è soddisfacente grazie alla buona rigidezza torsionale.
Neve alta.
Il galleggiamento è buono, viste le misure dello sci, e l’assetto centrale è favorito dal flex corretto delle spatole; un passo avanti rispetto ad altri modelli di casa Movement.
Resistendo alle mode del corto, consigliamo di scegliere una lunghezza pari o di poco inferiore alla
propria altezza. Neve crostosa
Uno degli sci più soprendente mai provati su questo terreno. Lo sci si inserisce bene e mantiene una
notevole maneggevolezza, senza mai impegnare troppo lo sciatore. Anche qui avremmo preferito qualche mm in più al centro (92 mm sarebbe forse l’ideale) a parità di misure di punte e code.
Solo sci con rocker in punta riescono a fare di meglio.
Neve primaverile o firn. Il comportamento è sincero, e nella media per gli sci di questa categoria. La soletta ha una discreta
scorrevolezza.
Conclusione. E’ uno sci sicuro e robusto, eccezionalmente facile anche su neve crostosa. Solo per il ripido avremmo
preferito meno sciancratura.
A nostro avviso, si tratta della tipologia ideale di sci per lo scialpinismo, dato che con un peso contenuto si ha uno sci di larghezza sufficiente per offrire ottime prestazioni in neve alta, senza scarificare nulla
sulle nevi i dure. Pertanto non ha più senso, secondo noi, utilizzare sci più stretti, se non per le gare o
per chi a tutti i costi guarda alla differenza anche di soli 100 g o meno. Inoltre, sempre in base al parere dei nostri tecnici, il peso è già al limite inferiore per garantire delle
prestazioni elevate in discesa. Infatti, sotto i 1200 g per asta, la bassa inerzia dello sci ne pregiudica la
stabilità sulle nevi dure: vedasi in proposito il test successivo del modello leggero “Logic-X”. Infine, l’assenza di rocker è un pregio per uno sci polivalente: infatti le migliori prestazioni del rocker in
nevi profonde e crostose, si pagano con una stabilità fortemente diminuita sulle nevi dure.
Sci MOVEMENT “Logic-X” 2013
Caratteristiche generali. Si tratta della versione leggera del Logic, di cui replica esattamente le misure (125 -88 -113 mm nella
lunghezza 168 cm), e zero rocker.
La tecnologia “X” di Movement è una novità degli ultimi 2 anni, e molto apprezzata dal pubblico. La costruzione dello sci è a sandwich, con anima in legno Karuba e pioppo con fibre TPT e carbonio.
Soletta in P-tex 4000.
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La sezione dello sci è smussata come per il Logic normale.
Il peso è eccezionalmente contenuto per le caratteristiche dello sci: soli 1000 g nella misura 168 cm,
ossia 200 g meno del modello Logic da cui deriva.
Prova sul campo.
E’ uno sci con caratteristiche abbastanza diverse dal Logic normale. Per uno sci leggero il flex è ottimo, la risposta alle compressioni progressiva, e non violenta come ci saremmo aspettati da aste in cui si è
fatto largo uso delle fibre di carbonio.
Neve dura. La tenuta in neve dura è buona per la tipologia dello sci, anche se inferiore al Logic normale. La perdita di
stabilità è evidente già a velocità medie.
La maneggevolezza ed il cambio di spigoli , sono ottimi come nel Logic. Sul ripido le prestazioni sono
inferiori al Logic, a causa del flex meno progressivo e forse anche della minore rigidezza torsionale. Neve alta.
Il galleggiamento è buono, pari al Logic normale, nonostante il flex meno progressivo. Un’altra sorpresa
inaspettata, per uno sci in carbonio. Bisogna però scegliere una misura non troppo corta in rapporto al proprio peso.
Neve crostosa
Stesse osservazioni che per il Logic, tuttavia anche qui il minor peso e la struttura meno “pastosa” rendono lo sci solo un po’ meno performante. Da segnalare però, una superiore facilità nell’ingresso in
curva.
Neve primaverile o firn. Il comportamento è sincero, e nella media per gli sci di questa categoria. La soletta ha una discreta
scorrevolezza.
Conclusione.
E’ uno sci molto valido nella sua tipologia, quasi “sofisticato” diremmo. Le sue elevate prestazioni in
rapporto al peso, si pagano però con una robustezza dubbia.
(Nel nostro test, abbiamo subìto la piegatura di una lamina e la fuoriuscita di fibre alla terza uscita). A nostro avviso, non vale la pena spendere più quattrini e sacrificare la robustezza (= durata) e le
prestazioni, tutto ciò per risparmiare 200 g di peso per asta. Certamente per le spedizioni preferiamo
uno sci più affidabile, quale il Logic normale. Ma è un parere soggettivo. Per chi privilegia uno sci decisamente leggero, e “alla moda”, il Logic-X può
essere la scelta giusta. Basta accettare qualche rischio in più, ed una durata nettamente inferiore.
Benissimo secondo noi, soprattutto per uno sci leggero in carbonio e polivalente, l’assenza di rocker.
Sci MOVEMENT “Jackal” 2013
Caratteristiche generali.
Si tratta del modello da freeride di casa Movement meglio adatto, secondo noi, anche ad un uso sci
alpinistico. Infatti, il peso è di 1500 g per asta, un dato notevole per uno sci largo con queste caratteristiche.
Per le aste di 177 cm (quelle da noi provate), le misure di sciancratura sono 136-105-124 mm.
La costruzione dello sci è a sandwich, con anima in legno Karuba verticalmente e fibra di carbonio tri-axial. Soletta in P-tex 4000.
Ottima la finitura; bella a vedersi e robusta (oltre che antigraffio) la superificie superiore “a buccia
d’arancia”.
Prova sul campo.
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Con 1500 g per asta, più gli attacchi (consigliamo i Diamir per uno sci di questo tipo, piuttosto che i
Dynafit TLT Radical), non sono leggeri da portare in salita. Diciamo che ne vale la pena quando la salita
non è lunga (magari in parte realizzata con gli impianti) ma la discesa sì. Aggiungiamo la considerazione ovvia che, per questo tipo di sci, vanno usate scarpe da scialpinismo
sostenute (o scarponi da pista), e non quelle leggere (per intenderci, i modelli sotto i 1400 g per scarpa).
Neve dura. La tenuta in neve dura è buona. Anche in pista il comportamento è sincero, soddisfacente la stabilità
persino a velocità medio-elevate con ampie curve.
La maneggevolezza ed il cambio di spigoli , ovviamente, non sono fulminei. Sul ripido la tenuta è buona, semmai si paga la minore reattività rispetto ad uno sci meno largo.
Bene, a nostro avviso, le misure di sciancratura.
Neve alta.
Magnifico il galleggiamento, e la condotta in generale, ben assecondata da un flex ottimale. Per trarne in pieno i vantaggi, occorre naturalmente scegliere una lunghezza corretta delle aste (5-10 cm superiore
alla propria altezza).
Neve crostosa Se la cavano bene, sia all’ingresso in curva che a fine curva, anche se occorre lavorare un po’ con le
ginocchia, quindi OK ma solo per lo sciatore esperto e discretamente tonico.
Neve primaverile o firn. Si gira ad occhi chiusi e ci si può permettere di prendere velocità, è un bel divertirsi. Solo la soletta, va
sciolinata bene su queste nevi, per avere uno sci perfettamente godibile.
Conclusione.
E’ uno sci che ci è sempre piaciuto. Stabile anche in velocità, perfetto in neve fresca; inoltre robusto e
ben rifinito. Unico difetto, se vogliamo, un po’ di pigrizia nei cambi veloci di spigoli (ma non è progettato per questo esercizio).
La misura di 105 mm sotto il piede costituisce il compromesso ideale per tutti i fuoripista sulle Alpi. Si
può desiderare un’asta più larga solo se si scia costantemente in neve farinosa alta, dai 30-40 cm in su,
ossia in condizioni che si trovano in poche zone del mondo. Pregevole, secondo noi, l’assenza di rocker anche per l’edizione 2013. Del resto, per uno sci più
specializzato per la sola neve profonda, con rocker, la stessa Movement offre il modello Trust (108 mm
sotto il piede), che però segna 2100 g sulla bilancia.
Scarpe da scialpinismo Dalbello “Sherpa”
Caratteristiche generali
Si tratta del modello di punta per lo scialpinismo di Dalbello. Dal Virus dell’anno scorso è stato
presentato per l’inverno 2012-13 lo Sherpa in due versioni: 5/5 con scafo in PU e 7/3 in Pebax.
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A parte il materiale (il Pebax è meno sensibile alle variazioni della temperatura esterna), la differenza tra
i due sta in circa 50 g di peso in meno per il 7/3.
La scarpetta interna è uguale per le due versioni. La costruzione è in 3 pezzi, con punto di cerniera basso del gambetto, per una flessione più naturale della
tibia.
Il linguettone è pure in 3 sezioni, per una maggiore flessione in salita; le due sezioni superiori si possono bloccare tra loro per la discesa.
Bloccaggio classico posteriore del gambetto, per la discesa (sky – walk).
Gli scassi sullo scafo permettono l’utilizzo con gli attacchini tipo Dynafit; mentre la costruzione dello scafo non è compatibile con gli attacchi da pista DIN.
L’appoggio della scarpa sul piano degli attacchi dovrebbe avvenire in 4 punti (vedasi tacche gialle
nell’immagine), facilitando la trasmissione delle forze agli sci, che non avviene più attraverso la struttura
della suola. La scarpetta può essere termoformata per adattarsi perfettamente al piede (operazione da fare presso il
negozio).
Pesi rilevati : 1800 g (versione 5/5) e 1750 g (versione 7/3) nella misura 27.
Prova sul campo. E’ una scarpa pesante, concepita per uno scialpinismo che privilegia le discese tecniche.
Calzata.
La calzata è ottima: grazie alla generosa apertura posteriore del gambetto; si possono calzare facilmente ed anche in condizioni disagevoli o col freddo. Questo è un vantaggio determinante nei bivacchi, quando
gli scafi restano al freddo tutta la notte, e nelle spedizioni in generale.
Comfort. Il confort generale è discreto, soprattutto grazie alla buona forma anatomica della scarpetta
termoformabile . Questa è però poco imbottita, sembra quasi un modello da gara, ed è strano per una
scarpa pesante. E’ consigliabile, secondo noi, utilizzare calze spesse, e mai tirare a fondo i ganci, altrimenti il piede ne soffre (specialmente i piedi magri a pianta larga).
Il bordo superiore della scarpetta è abbastanza netto e quindi, specie negli appoggi verso l’avanti, può
creare qualche indolenzimento. Non abbiamo mai provato le scarpe in condizioni estreme di temperatura; ma fino a -15°C ci sono
sembrate sufficientemente calde (nonostante le scarpette interne sottili).
Prestazioni in salita.
Il linguettone in due pezzi facilita un po’ il movimento della tibia in salita, così come la cerniera bassa del gambetto. Prestazioni nella media per la tipologia di scarpa.
Prestazioni in discesa
La scarpa risulta molto precisa, a causa di diversi fattori tra cui: la scarpetta perfettamente calzante, l’ottimo flex, il buon appoggio posteriore, i 4 punti di contatto della suola.
Un altro fattore determinante è il gancio centrale, posizionato per una tenuta ottimale del tallone (un
punto debole di molte scarpe concorrenti).
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I 3 ganci sono sufficienti a garantire una buona fasciatura del piede e non si sente la mancanza di un
quarto gancio o della striscia di velcro tibiale.
Soltanto su nevi molto difficili, o con zaino pesante, oppure nel caso di una sciata non perfettamente centrale, si sente la necessita di un gambetto più alto di 1-2 cm.
Non abbiamo avvertito , come invece dicevano alcuni tester, una cedevolezza della scafo durante gli
appoggi in avanti . Prestazioni nella camminata (senza sci)
Si comportano bene, nella media di questo tipo di prodotti, solo il peso elevato si fa sentire nelle lunghe
gite. Ottima la suola come tenuta, sia su neve che su roccia. Buona la compatibilità con i ramponi di tipo automatico.
Ci è sembrata discreta la durata della suola (in riferimento al consumo per abrasione), ma bisognerebbe
prolungare il test per una verifica nel tempo.
Conclusione.
Si tratta di un prodotto veramente ottimo; tuttavia, da Dalbello ci saremmo aspettati ancora di più. Si
dovrebbe risparmiare qualcosa sul peso, ed offrire un maggiore comfort (e forse termicità) con una scarpetta più imbottita.
Può essere soggettivo, ma noi avremmo preferito anche una maggiore inclinazione del gambetto verso
l’avanti (anche se di poco), ed una maggiore altezza (1-2 cm) dello stesso, specialmente per un migliore controllo dello sci in condizioni di neve difficile o con zaino pesante.
Geniale, pur nella sua semplicità, la trovata della cerniera bassa del gambetto (dovrebbe coincidere con
l’asse della caviglia), presente anche su altri modelli di Dalbello, e giusta la scelta di soli 3 ganci. Elevate le prestazioni in discesa anche se inferiori al Garmont Radium, il top della categoria sotto
questo aspetto (secondo noi).
Vedremo con il prossimo modello del tutto nuovo (allo studio)…
Attacchi da scialpinismo Maruelli “NWP freeride” (Natural Walking Plate)
Piastre NWP-Freeride con attacchi Dynafit TLT Radical ST
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Premessa
Nel maggio 2012 avevamo provato le piastre NWP, in un breve test a Cervinia, e pubblicato la relazione
tecnica anche sul nostri sito.
Piastre NWP “Lite”, test di maggio 2012
Nella relazione si spiegano chiaramente i vantaggi offerti da questo sistema rivoluzionario di attacchi,
illustrandone anche su video la particolare cinematica nella fase di salita. Rimandiamo alla relazione di maggio 2012 per i dettagli sulla cinematica del sistema.
Secondo il costruttore, lo svantaggio del maggiore peso è ampiamente compensato dal guadagno
offerto dalla lunghezza del passo (almeno 10 cm in più su pendenze modeste), e da un minore affaticamento dovuto alla postura più elevata del busto e dalla minore spinta sui bastoncini.
Tuttavia, non era allora disponibile una versione “robusta” delle piastre, per peso sciatore >75 kg e/o per
uso “freeride” con sci di larghezza > 85 cm circa. Questa versione “NWP- freeride”, per noi interessante
anche per un eventuale utilizzo in spedizione, ci è stata consegnata in novembre 2012, e l’abbiamo testata sulle nostre Alpi su una ventina di uscite in totale.
Il peso rilevato delle sole piastre NWP-Freeride è di 380 g cadauna (senza attacchi e senza ski-stopper).
Il sistema cinematico di sollevamento del puntale, con il meccanismo di blocco-sblocco della piastra.
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Caratteristiche
Le piastre “NWP-freeride” sono più robuste di quelle normali , e sono previste per il montaggio degli
attacchi Dynafit Radical. Anche le basi di fissaggio sulle sci sono state maggiorate, per sopportare carichi maggiori. Vedasi foto.
Attenzione ai fori di fissaggio sullo sci: le piastre sono lunghe e, su alcuni modelli di sci, i fori potrebbero
andare oltre la zona prevista dal costruttore dello sci per il fissaggio. La slitta del puntale può traslare di diversi cm, rendendo l’attacco compatibile a diverse misure di
scarponi. Se invece si volesse una misura fissa, si possono avere le piastre tagliate ad hoc, accorciandole
di conseguenza, e risparmiando qualcosa sul peso. La posizione della cerniera posteriore (e quindi della talloni era) è invece fissa.
Si possono avere montati gli ski-stopper Dynafit, modificati.
I rampanti e la loro sede sono quelli standard Dynafit.
I rampanti Dynafit posizionati sul puntale.
Prove sul campo. Abbiamo testato le piastre montate su sci Movement Logic-X (scelta utilizzata per il test, ma non
consigliata), con diversi scarponi, ed in tutte le condizioni di neve.
Comportamento in salita Confermiamo le sensazioni positive del test di maggio, specialmente nei falsipiani e su pendenze
modeste. Su pendii ripidi, i vantaggi praticamente si riducono, dato che la punta del piede si solleva poco
o niente.
Nell’uso prolungato ed in varie situazioni di pendio, abbiamo tuttavia rilevato alcune limitazioni che vi descriviamo.
Le conversioni su pendio ripido e/o in neve profonda, non sono facili, dato che la punta dello sci cade più
in basso e quindi può bloccarsi nella neve prima che la conversione sia terminata. I rampanti standard Dynafit sono poco efficacemente utilizzabili, dato che la notevole altezza dello
scarpone, rispetto al piano dello sci, determina una presa minima dei denti sulla neve (questo è meno
evidente sulle piastre leggere che hanno uno spessore inferiore). Il problema può essere risolto con dei rampanti modificati (denti più lunghi di 2-4 cm).
Infine, un piccolo fastidio può derivare in condizioni di neve umida, quando si può accumulare uno
zoccolo di neve-ghiaccio sotto il puntale. Passaggio salita-discesa e discesa-salita
Premesso che bisogna togliere gli sci, il passaggio prevede l’azionamento del gancio di apertura –
chiusura della piastra, davanti al puntale (vedi foto). Il passaggio non è semplice e richiede molta pratica prima di essere effettuato con sicurezza.
In particolare, nel passaggio salita-discesa, occorre pulire accuratamente da neve e ghiaccio il perno e la
sede del sistema di chiusura, e verificare il perfetto bloccaggio del perno. Senza queste precauzioni, il
blocco della piastra potrebbe non essere garantito, con possibilità di aperture accidentali in discesa. Comportamento in discesa.
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Come avevamo già visto nel test precedente, il sistema ha una buona rigidità. Nonostante la lunghezza
delle piastre, non abbiano rilevato torsioni pericolose o perdita di precisione nella condotta dello sci.
Anche qui, in caso di neve umida, può formarsi uno zoccolo di neve sotto la scarpa (facilitato dalle piastre e dalla notevole distanza tra piano dello sci e suola della scarpa).
Ski-stopper.
In generale i NWP non sono stati concepiti per l’utilizzo degli ski stopper. Il produttore offre invece un sistema efficace di laccio.
Gli ski-stopper originali Dynafit Radical posso comunque essere forniti, in una versione modificata che,
per il momento, non è integrata con le piastre (ossia, in salita occorre caricarsele nello zaino). La soluzione non è comoda ma gli stopper, nelle nostre prove, hanno svolto la loro funzione.
Anche qui, per il loro corretto inserimento, occorre effettuare una buona pulizia da neve e ghiaccio.
Lo ski-stopper montato sulla piastra NWP-Freeride.
Conclusioni. I NWP, come tutti i prodotti fortemente innovativi, si prestano a giudizi anche radicalmente diversi. Il
nostro parere è che il sistema è intelligente ed offre vantaggi innegabili nella cinematica della marcia in
piano e su pendenze modeste. In pratica, per sfruttare in pieno questi vantaggi, il prodotto dovrà essere migliorato in alcuni particolari.
Inoltre, nonostante il parere favorevole di molti tester, non siamo convinti della sicurezza del sistema
attuale di blocco delle piastre in discesa. Per il momento, consigliamo chi fosse interessato all’acquisto, di rivolgersi direttamente al produttore
(Maruelli Sas di Montalto d’Ivrea), fare un test del sistema e, se piace, farselo montare su misura dei
propri sci e scarponi.
Inclinometro Pieps “30 Plus”
Già nel nostro tutorial sulla SCALA DELLE DIFFICOLTA' NELLO SCIALPINISMO, parlando di inclinazione dei pendii, avevamo descritto diversi metodi e strumenti per la misura dell’inclinazione: un dato
importante per i professionisti delle valanghe, e per chi scrive relazioni di sci ripido.
In questo secondo caso, una misura corretta dell’inclinazione è auspicabile, a fronte dei molti dati imprecisi forniti nelle relazioni (le pendenze dichiarate sono quasi sempre molto superiori a quelle
effettive).
Tra i vari strumenti disponibili, non abbiamo dubbi che il Pieps 30 Plus sia la soluzione più moderna ed efficace.
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E’ uno strumento leggero (30 g) da montare sul bastoncino (facile, vedasi foto), è ovviamente impermeabile e sufficientemente robusto.
Alimentato da batteria al litio (durata stimata di 3-5 anni), si aziona premendo un pulsante.
Per una lettura accurata dell’inclinazione, occorre appoggiare il bastoncino parallelamente al pendio, lungo la linea di massima pendenza.
Il display indica l’inclinazione del pendio in gradi, con la precisione di 1 grado, ed inoltre fornisce anche
la temperatura ambiente in gradi °C o °F (in un range da -20°C a +45°C). (Pendenza e temperatura sono due dei parametri fondamentali nella valutazione del rischio valanghe).
Da quando abbiamo iniziato ad usarlo, lo portiamo praticamente sempre. Ha anche una valenza
didattica, dato che affina la capacità di stimare le pendenze (e le temperature), ed è anche divertente.
Attacchi per scialpinismo Dynafit TLT Radical ST Che senso ha pubblicare un test dopo quasi due anni dall’uscita del prodotto ? Nel caso degli attacchi, a
nostro avviso, ha senso esprimere una valutazione dopo l’utilizzo intenso di almeno una stagione
completa, su tutte le nevi, in tutte le condizioni di pendio ed ambientali, e raccogliendo i pareri di più tester.
Dunque, i Dynafit Radical si rivolgono agli sciatori che, apprezzando le caratteristiche di leggerezza degli
“attacchini”, ricercano una maggiore sicurezza in discesa.
A spese di almeno 250 g in più (pesano380 g senza e 560 g con gli ski-stopper, cadauno) i Radical offrono uno sgancio con valori DIN da 4 a 10, ed una robustezza generale ben superiore ai Low Tech.
I Radical sono la naturale evoluzione dei Vertical (questi ultimi pesano 520 g cad. nella versione ST).
Analizziamo le differenze principali.
Puntale.
La base è in alluminio (e non in acciaio), ma di maggiori dimensioni. E’ aumentata la distanza tra i fori e si utilizzano viti torx, come si vede chiaramente nelle foto. Una garanzia in più per gli sciatori pesanti, ed
in generale per chi sottopone gli attacchi ad elevate sollecitazioni.
La slitta che porta le punte è stata notevolmente rinforzata e presenta dei speciali “cornetti” sui lati che
facilitano la calzata dello scarpone (punto debole di tutti gli attacchini).
Questi cornetti dovrebbero anche ridurre il rischio di apertura accidentale del puntale, quando sottoposto a urti o sollecitazioni , come poteva succedere col vecchio Vertical.
Inoltre, le molle sono rinforzate. Test di laboratorio avrebbero dimostrato una tenuta migliorata del 20%
a fronte del carico combinato di spinta laterale + torsione, rispetto ai vecchi Vertical.
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Il puntale Dynafit TLT Vertical Il puntale Dynafit TLT Radical
L’alloggio per i rampanti è stato modificato, ora è realizzato in alluminio, anziché ricavato nella plastica della base come per i Vertical.
Il puntale con i due “cornetti” di invito per la scarpa. La tallonera con l’alzatacco in posizione elevata.
Talloniera. Anche la base della talloniera è stata irrobustita e la distanza dei fori aumentata.
Gli ski-stopper sono ora perfettamente integrati.
Il meccanismo di rotazione della talloni ora prevede la rotazione in una sola direzione, ed un piccolo perno (interno) di blocco per impedire la rotazione inversa.
L’alzatacco (in due posizioni) è realizzato mediante due sportellini a molla, che vengono fatti ruotare con
la punta dei bastoncini.
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Prova sul campo:
L’inserimento della punta dello sci è effettivamente migliorata rispetto ai vecchi Radical. Anche sembrano
ridotte le aperture accidentali del puntale, come abbiamo verificato in una intera stagione di utilizzo su tutte le nevi. Per aumentare ancora un po’ la sicurezza, si possono adottare le molle rinforzate, ed
eventualmente spesso rare i cornetti.
Il nuovo puntale dovrebbe anche conferire maggiore rigidezza torsionale, e quindi un controllo più preciso degli sci.
Il nuovo alzatacco evita la poco funzionale rotazione della talloniera dei vecchi Vertical, ma le levette non
sono così facili da azionare con le punte dei bastoncini. In discesa, gli ski-stopper integrati permettono un buon appoggio della suola, evitando di sovraccaricare
verticalmente i perni della talloniera.
Nella foto a sinistra: la sporgenza in corrispondenza del tallone è stata aggiunta per ridurre il gioco dello scarpone durante la flessione dello sci, e restare dentro il campo la tolleranza DIN
dei valori di forza di sgancio.
Conclusione I Dynafit Radical sono un prodotto affidabile e robusto, consigliato a chi desidera una buona sicurezza di
sgancio in discesa, senza sostenere il peso elevato dei Diamir o dei Marker Tour F12.
Le aperture accidentali del puntale non sono escluse, specialmente se non si è fatta un’adeguata pulizia delle punte da neve e ghiaccio.
Il bloccaggio in posizione salita della leva del puntale, eseguita in discesa durante eventuali passaggi
delicati dove un’apertura accidentale sarebbe disastrosa, è una pratica abituale ma non del tutto efficace e, naturalmente, toglie del tutto la sicurezza dello sgancio anteriore.
Intimo Columbia “Omni-Heat”
Da sinistra: maglia, calzamaglia, dettaglio del rivestimento interno Omni-heat.
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Maglia e calzamaglia
Maglia e calzamaglia sono realizzati in poliestere ed elastane, con il rivestimento, sul lato interno del
capo a contatto della pelle, di piccoli elementi per la riflessione del calore (tecnologia brevettata Omni-Heat di Columbia).
Prova sul campo. Il capo presenta un’ottima traspirabilità, ed in ogni caso l’asciugatura è veloce.
La vestabilità è ottima, infatti si è rinunciato alle soluzioni sofisticate delle zone a compressione
differenziata, e ciò rende l’indossatura confortevole anche se utilizzata a lungo, addirittura su più giorni (in spedizione).
Sulla maglia sarebbe apprezzato avere una maggiore elasticità delle maniche , ed una fascia elastica a
fondo manica.
La termicità ci è sembrata ottima, almeno fino ai -25° sperimentati sulle Chugach Mountains in Alaska. Per temperature estreme sarebbe utile avere un collo alto.
Nel caso della calzamaglia, sarebbe gradita una aumentata elastacità alle ginocchia; bene invece la
cintura elastica in vita. In definitiva, un capo confortevole e caldo, solo un po’ pesante (310 g maglia + calzamaglia nella misura
L).
Picchetti da tenda per terreno innevato
Per i bivacchi invernali e/o in spedizione, i picchetti per il fissaggio della tenda sulla neve sono un elemento essenziale per la buona riuscita delle nostre avventure.
Lo staff Avalco da anni cerca una soluzione ideale, che non sia l’utilizzo disperato di mezzi di fortuna quali
sassi, piccozze, sci, ecc. Intanto i sassi non sono sempre disponibili, mentre piccozze e sci servono poi per la giornata.
Che fare ? I picchetti forniti di serie con la tenda sono quasi sempre inutilizzabili nella neve.
Dall’alto in basso: picchetti di tipologia a), b), c), come descritto nel testo.
Occorre acquistare dei picchetti lunghi 24 cm (più corti non realizzano una tenuta sufficiente), in plastica o alluminio, specificii per l’uso nella sabbia o nella neve.
La testa deve avere un profilo adatto per tendere il cavo della tenda; un foro addizionale può essere utile.
Abbiamo individuato e messo a confronto 3 tipi di picchetti, tutti ultraleggeri e lunghi 24 cm: a) Picchetto in plastica con sezione a croce, peso 31 g
L’inserimento e l’estrazione sono facili anche in neve dura. Naturalmente dipende dal tipo di
plastica, ma in generale, stando attenti a non battere con violenza durante l’inserimento, non si rompono. La tenuta è buona su nevi compatte e semi-compatte.
Questo tipo di picchetti si trovano comunemente presso i negozi di camping e costano poco.
b) Picchetto in lega di alluminio con sezione a U, peso 25 g.
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Il modello provato, di produzione MSR, è ultraleggero grazie ai fori praticati. Facile da inserire ed
estrarre, offre una tenuta discreta solo su nevi compatte. Prezzo medio.
c) Picchetto in lega di alluminio, con profilo elicoidale (vedasi foto), peso 37 g. Il modello provato è di produzione MSR. E’ il più pesante dei tre, ma in compenso offre la
migliore tenuta anche su nevi poco compatte. Facile l’inserimento, un po’ meno l’estrazione.
Prezzo elevato.
Naturalmente, se la neve è molto farinosa, non c’è picchetto che tenga. Occorre allora compattare la
neve, con gli sci e gli scarponi, fino ad ottenere una consistenza minima, poi procedere con i picchetti. Nei casi più disperati di neve polverosa secca, un trucco è di sacrificare un po’ della preziosa acqua sciolta
sul fornellino, ed utilizzarla per inumidire la neve in corrispondenza dei punti dove si inseriranno i
picchetti. Salvo, naturalmente, avere a disposizione sassi o spuntoni di roccia nelle vicinanze.
TEST MATERIALI PROVATI IN PRECEDENZA:
*vedere le relazioni alla pagina web: http://www.avalcotravel.com/articoli.asp
2011
Sci MOVEMENT “Random” 2012 Bastoncini da Trekking LEKI “Micro Stick”
Piccozza DMM “Vapour”
Saccoletto FERRINO “Land 650 SQ” Fornellino a gas JETBOIL “Zip”
Zaino SKI TRAB “Sintesi 45”
Materassino THERM-A-REST “Prolite Plus” e seggiola Compack Chair” Intimo MICO: calzamaglie, maglia, calze
Zaino CAMP “Campack X4”
Sacca per acqua MSR
2010
Sci da scialpinismo GAF mod. “Gufo”
Telefono satellitare Iridium 9555 Materassino gonfiabile CAMP mod. “Compact Mat Light”
Pantaloni in piumino PIUMINO OROBICO mod. “5000”
Calzari in piumino PIUMINO OROBICO mod. “8000” Borsone da viaggio THE NORTH FACE mod. “Rolling Thunder”
Ramponi BLACK DIAMOND”Sabretooth”
Fornellino PRIMUS mod. “Multifuel EX” Fiammiferi “tempesta” REI
Sega da neve SMC “Summit Snow Saw”
Alimenti tecnici OVERSTIM’S “Spordej” e “Regeprot”.
2009
Localizzatore satellitare “SPOT”
Attacchi per scialpinismo Fritschi Diamir “Eagle” Sci Movement “Shaman” 2010
Bastoncini da sci SKI-TRAB “Piuma Race”
Tenda d’alta quota The North Face VE-25 Sacca da sci Dakine
Orologio – altimetro SUUNTO “Core”
Composto alimentare “Cognà di Narzole” Pentola per cucina da campo PRIMUS “ETAPOWER”
2008 Pasti Liofilizzati “Travellunch”
Integratore salino “Enervit G” e “Officina Alimentare Sporty”
Fornellino multifuel “Primus Gravity II MF”
Radio R/T “Midland G7” Pannello solare “Solar Blazt Feather 20”
Zaino ” Lowe Alpine Cerro Torre 65+20”