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TERRITORIO 1

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TERRITORIO

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TERRITORIO1

1 | TERRITORIO

L’Italia è orograficamente caratterizzata da un territorio che si compone di collina per il 41,6 per cento, di montagna per il 35,2 per cento e di pianura per il 23,2 per cento. Nel 2015 la popo-

lazione si localizza prevalentemente nelle aree di pia-nura (48,8 per cento di residenti) e in quelle di collina (38,9 per cento). La popolazione residente nel corso dell’anno ha subito un calo pari a -0,2 per cento, ma con differenziazioni nelle diverse zone altimetriche: più significativo nella zona di montagna (-0,5 per cen-to), più contenuto in collina (-0,3 per cento) e in pianu-ra (-0,1 per cento). Nelle aree di pianura come nelle aree litoranee, si ri-scontra la più alta densità abitativa: entrambe con va-lori superiori ai 400 abitanti per chilometro quadrato, il doppio della media nazionale di 201 abitanti.Il territorio italiano è caratterizzato da un’elevata si-smicità e nel 2015 la rete sismica nazionale dell’Ingv ha registrato 14 sismi con magnitudo superiore a 4,0, di cui nessuno ha prodotto danni rilevanti. Nel 2016 si è invece verificata nell’Appennino centrale una forte se-quenza sismica nella quale è stato registrato un even-to di magnitudo 6,0, avvertito in tutto il centro Italia, con epicentro ad Accumoli, in provincia di Rieti, che ha provocato gravi danni in numerosi comuni limitrofi.Nel nostro Paese esiste una netta prevalenza di comu-ni di piccole dimensioni: al 31 dicembre 2015 il 46,5 per cento non supera i 20 chilometri quadrati di su-perficie e il 70,1 per cento ha una popolazione pari o inferiore ai 5 mila abitanti. Questa frammentarietà è, tuttavia, in via di riduzione per effetto della politica di contenimento della spesa pubblica che sta ridimen-sionando il numero dei comuni: al 31 dicembre 2015 erano passati a 8.046 unità, ulteriormente ridotti a 7.999 nell’aprile 2016. Il 67,9 per cento dei comuni italiani ha un basso grado di urbanizzazione e raccoglie appena il 24,2 per cen-to della popolazione, i comuni ad alta urbanizzazione sono invece solo il 3,4 per cento, ma vi risiede il 33,4 per cento della popolazione totale. Il rapporto tra i comuni capoluogo e i comuni compre-si nelle loro cinture urbane di primo e secondo livello mostra come nel periodo 2011-2015, diversamente da quanto accaduto nel decennio 2001-2011, i centri capoluogo stiano assistendo ad un nuovo incremento demografico, in alcuni casi maggiore di quello che si sta verificando nelle rispettive cinture urbane.

L’Italia si estende per una lunghezza massima di 1.200 chilometri, da Vetta d’Italia a Capo delle Correnti. La superficie complessiva ammonta a 302.073 chilometri quadrati (esclusa la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano) e la popolazio-ne residente al 31 dicembre 2015 è di 60.665.551 abitanti, con un decremento del -0,2 per cento rispetto al 2014. Il Paese è ripartito amministrativamente in comuni, province, città metropolitane (in vigore dal 1° gennaio 2015) e regioni.1 Al 31 dicembre 2015 risultano 8.046 comuni, 101 province (comprendendo tra esse anche la regione Valle d’Aosta che integra le com-petenze e le funzioni svolte dalla provincia) e nove città metropolitane; le regioni sono venti, di cui cinque a statuto speciale, a loro volta riunite in ripartizioni geografiche: Nord-ovest, Nord-est, Centro e Mezzogiorno, che comprende Sud e Isole. Le regioni presentano una grande variabilità sia in termini di superficie che di popola-zione. Le più estese, con una superficie di oltre 20.500 chilometri quadrati, sono Sicilia e Piemonte, seguono Sardegna, Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna con oltre 20 mila chilometri quadrati. Tra queste la Lombardia è anche quella più popolosa, con 10.008.349 abitanti, seguita da Lazio e Campania, che su una superficie territoriale rispettivamente di 17.232 e 13.671 chilometri quadrati ospitano oltre 5,8 milioni di re-sidenti. Popolazioni al di sotto di un milione di abitanti si riscontrano in Umbria, Basili-cata, nelle due province autonome di Trento e Bolzano, nonché in Molise e Valle d’Aosta. Queste due ultime regioni, insieme alla Liguria, sono anche quelle meno estese, con una superficie territoriale compresa tra i 3.000 e i 5.500 chilometri quadrati (Tavola 1.1).

Il territorio montano rappresenta il 35,18 per cento della superficie nazionale, inferiore alla quota del territorio collinare, pari al 41,65 per cento, ma decisamente superiore

1 Con la riforma del Titolo V della Costituzione (legge costituzionale, n. 3 del 2001), l’articolo 114 pre-vede, al primo comma, che “la Repubblica è costituita dai comuni, dalle province, dalle città metro-politane, dalle regioni e dallo Stato”. Per effetto della legge 7 aprile 2014, n. 56 (c.d. legge Delrio), dal 1° gennaio 2015, le città metropolitane di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Roma Capitale sono subentrate alle omonime province. L’istituzione della città metropoli-tana di Reggio Calabria avverrà successivamente con la scadenza degli organi provinciali nel 2016.

Uno sguardo d’insieme

Territorio e zone altimetriche

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popolazione. Questo determina una densità abitativa rispettivamente di 1.379 e 529 abitanti per chilometro quadrato, dati notevolmente superiori al dato nazionale dei 297 abitanti della montagna litoranea.Nella collina interna si concentra il 23,3 per cento della popolazione complessiva, di-stribuita su una superficie del 30,3 per cento. I valori più significativi sia in termini di superficie territoriale che di popolazione si evidenziano nel Centro, rispettivamente con il 49,9 e il 37,3 per cento. Anche nelle Isole l’estensione della collina interna (37,9 per cento) supera la media nazionale, ma con una popolazione pari solo al 18,7 per cento. La densità abitativa è di 156 abitanti per chilometro quadrato per il Centro e 66 per le Isole, quest’ultima ben inferiore alla media nazionale di 154 abitanti. Il 15,6 per cento della popolazione risiede in comuni classificati come collina litoranea, la cui massima estensione si ha nel Mezzogiorno, con il 26,7 per cento di territorio col-linare nelle Isole e il 15,1 per cento nel Sud.

Figura 1.1 Superficie territoriale e popolazione per zona altimetrica dei comuni e ripartizione geografica Anno 2015, composizioni percentuali

33,6

15,9

31,6

26,4

44,9

46,5

1,6

3,3

3,1

0,5

0,8

30,3

37,9

30,4

49,9

16,0

19,5

11,3

26,7

15,1

14,0

0,7

2,2

23,2

16,3

19,8

9,2

38,4

31,0

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

ITALIA

Isole

Sud

Centro

Nord-est

Nord-ovest

Superficie

10,0

4,7

9,8

7,4

14,2

11,1

2,3

5,6

1,5

1,3

0,0

4,1

23,3

18,7

19,0

37,3

19,0

21,6

15,6

29,5

30,5

18,2

2,4

4,5

48,8

41,5

39,2

35,8

64,5

58,7

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

ITALIA

Isole

Sud

Centro

Nord-est

Nord-ovest

Popolazione

Monta gna int erna Monta gna li toranea Coll ina interna Coll ina li t oran ea Pi anura

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)

alla parte classificata come pianura, pari al 23,16 per cento.2 Molti comuni si estendono territorialmente dalla montagna alla collina o dalla collina alla pianura, coprendo, talvolta, tutte e tre le zone altimetriche3 (Tavola 1.2).Le due regioni con territorio esclusivamente di montagna sono Valle d’Aosta e Trenti-no-Alto Adige. Quest’ultima, insieme al Piemonte, è anche quella che maggiormente contribuisce, con più di 10 mila chilometri quadrati, alla classe montagna; segue la Lombardia, che presenta anche la maggiore estensione di pianura (11.246 chilometri quadrati). Le altre regioni con la maggiore estensione di territorio pianeggiante sono, nell’ordine, l’Emilia-Romagna, la Puglia e il Veneto, rispettivamente con 10.536, 10.417 e 10.405 chilometri quadrati. La popolazione si concentra prevalentemente nelle aree di pianura (48,8 per cento), mentre in quelle di collina insiste complessivamente il 38,9 per cento e solo il 12,3 per cento risiede nei comuni di montagna (Tavole 1.1 e 1.2).In considerazione dell’azione moderatrice del clima da parte del mare, le zone altimetri-che di montagna e di collina sono state ulteriormente divise, rispettivamente, in zone altimetriche di montagna interna e collina interna e di montagna litoranea e di collina litoranea. La quota più elevata in termini di superficie territoriale spetta alla montagna interna con il 33,6 per cento, su cui insiste il 10,0 per cento della popolazione complessi-va (Figura 1.1). Nelle aree del Nord-ovest e del Nord-est l’estensione della montagna in-terna raggiunge valori superiori al 40,0 per cento, con densità di popolazione decisa-mente bassa, rispettivamente di 66 e 59 abitanti per chilometro quadrato (Prospetto 1.1).

La zona altimetrica della montagna litoranea si contraddistingue per estensione terri-toriale e ampiezza demografica minime (rispettivamente 1,6 e 2,3 per cento). In parti-colare, il Nord-ovest e il Centro mostrano una significativa contrapposizione tra i bassi valori percentuali della superficie territoriale e quelli proporzionalmente più alti della

2 A seguito della istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), in provincia di Bologna, avvenuta mediante fusione di cinque comuni, appartenenti a zone altimetriche diverse, per il criterio della prevalenza della superficie, la percentuale di territorio collinare complessivo passa dal 41,64 al 41,65 per cento, mentre il territorio di pianura dal 23,17 al 23,16 per cento.

3 I comuni compresi in più di una zona altimetrica sono classificati in un’unica zona, sulla base del criterio della prevalenza della superficie. Cfr. glossario.

Prospetto 1.1 Densità di popolazione per zona altimetrica dei comuni e ripartizione geografica (a) Anno 2015

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Montagna interna

Montagna litoranea

Collina interna

Collina litoranea

Pianura

Nord-ovest 66 1.379 308 574 527Nord-est 59 - 221 652 314Centro 58 529 156 270 805Sud 59 92 120 385 379Isole 40 227 66 149 345Italia 59 297 154 277 423

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)

(a) La densità è data dal rapporto tra la popolazione residente e la superficie in km2.

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Fra il 2011 e 2015 la popolazione cresce del 2,1 per cento; si osserva come la pianura, area prevalente di concentrazione della popolazione, mantenga nel tempo un indice di crescita superiore al dato nazionale, con valori estremamente significativi nella riparti-zione del Centro (+8,1 per cento), seguita dal Nord-ovest e dalle Isole (con valori vicini alla soglia del 3,0 per cento). Nella collina, tassi di crescita superiori al dato nazionale si registrano solo nel Centro, mentre nelle altre ripartizioni territoriali gli indici rimango-no ricompresi tra il valore minimo del +0,9 per cento delle Isole e quello massimo del +1,6 per cento del Nord-est.Nella montagna, solo il Nord-est mantiene indici positivi con il +1,1 per cento, mentre in tutte le altre ripartizioni i valori risultano essere negativi con punte del -1,7 per cento nelle Isole e del -1,0 per cento nel Sud (Figura 1.2).

Nel rapporto tra il 2015 e il 2014, indici negativi del tasso di crescita della popolazione caratterizzano tutte le ripartizioni territoriali, per ognuna delle zone altimetriche: ri-spetto al dato nazionale del -0,2 per cento, i valori negativi della montagna, della collina e della pianura raggiungono rispettivamente il -0,5, il -0,3 e il -0,1 per cento (Prospetto 1.2 - Figura 1.3). Nella zona di pianura, sono le Isole a registrare l’indice massimo di decremento con il -0,3 per cento, mentre a livello provinciale è Asti a raggiungere i valori più bassi con il -2,1 per cento. Nel Mezzogiorno, le sole province ad avere un trend positivo sono Crotone con il +1,0 per cento, Ragusa (+0,7 per cento), Catanzaro (+0,3 per cento), Caserta e Napoli, entrambe con il +0,2 per cento; nel Nord-ovest sono Milano, Varese, rispettivamente con +0,4 e +0,3 per cento, e le province di Como e Monza della Brianza (+0,2 per cento); nel Nord-est, Parma, Bologna e Rimini, rispettivamente con il +0,9, +0,3 e +0,2 per cento; infine nel Centro, Latina con il +0,6 per cento e Grosseto con il +0,3 per cento.

Prospetto 1.2 Popolazione residente e tasso di incremento demografico per zona altimetrica e ripartizione geografica Anno 2015

ANNI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Valori assoluti Variazioni percentuali rispetto all’anno precedente

Variazioni percentuali rispetto al 2011

Montagna Collina Pianura Totale Montagna Collina Pianura Totale Montagna Collina Pianura Totale

2011 7.468.031 23.281.383 28.684.330 59.433.744 - - - - - - - -2012 7.465.173 23.356.504 28.863.550 59.685.227 .. 0,3 0,6 0,4 .. 0,3 0,6 0,42013 7.515.823 23.670.079 29.596.766 60.782.668 0,7 1,3 2,5 1,8 0,6 1,7 3,2 2,32014 7.485.129 23.667.878 29.642.605 60.795.612 -0,4 .. 0,2 .. 0,2 1,7 3,3 2,3

2015 - PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

Nord-ovest 2.447.590 4.201.780 9.461.607 16.110.977 -0,7 -0,3 .. -0,2 -0,3 1,2 3,3 2,2Nord-est 1.651.348 2.481.909 7.510.344 11.643.601 -0,1 -0,1 -0,2 -0,2 1,1 1,6 1,9 1,7Centro 1.055.819 6.694.630 4.317.354 12.067.803 -0,7 -0,2 -0,1 -0,2 -0,5 2,3 8,1 4,0Sud 1.595.649 6.986.113 5.529.009 14.110.771 -0,6 -0,3 -0,1 -0,3 -1,0 0,7 1,9 1,0Isole 693.697 3.241.585 2.797.117 6.732.399 -0,7 -0,3 -0,3 -0,3 -1,7 0,9 2,7 1,4Italia 7.444.103 23.606.017 29.615.431 60.665.551 -0,5 -0,3 -0,1 -0,2 -0,3 1,4 3,3 2,1

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici co-munali (E)

Figura 1.2 Popolazione residente nelle zone altimetriche di montagna, collina e pianura per comune Anno 2015, variazioni percentuali rispetto al 2011

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)

Figura 1.3 Popolazione residente nelle zone altimetriche di montagna, collina e pianura per comune Anno 2015, variazioni percentuali rispetto al 2014

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)

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Nella zona di collina il tasso di decremento raggiunge il valore del -0,3 nel Nord-ovest, Sud e Isole, del -0,2 per cento nel Centro e del -0,1 per cento nel Nord-est. A livello provinciale sono Vercelli e Crotone a raggiungere i valori più significativi nel decremento, rispettiva-mente con il -1,3 e -1,2 per cento, mentre il valore massimo di incremento si registra nella provincia di Olbia-Tempio con il +0,3 per cento. Tassi di incremento demografico con-traddistinguono nel Centro le sole province di Roma e Pistoia, nel Nord-ovest le province di Verbano-Cusio-Ossola, Brescia, Monza della Brianza e Mantova, nel Nord-est quelle di Verona, Parma e Bologna, tutte con valori uguali al +0,2 per cento. Valori pari al +0,1 per cento si registrano nelle sole province di Como, Bergamo, Reggio nell’Emilia e Prato.Nella zona di montagna si registrano i tassi di decremento più importanti, dove si raggiun-gono i valori del -0,7 per cento nelle ripartizioni del Nord-ovest, Centro e Isole, del -0,6 per cento nel Sud e del solo -0,1 per cento nel Nord-est. Alla ripartizione del Nord-est apparten-gono due delle quattro province con il più alto tasso di decremento per tutta la montagna: Rimini e Piacenza, rispettivamente con il -2,6 e -2,4 per cento, seguite da Foggia (-2,4 per cento) e Chieti (-2,0 per cento). Nella stessa ripartizione insistono, inoltre, le uniche due province con valori positivi: Bolzano e Trento, rispettivamente con il +0,5 e +0,2 per cento.

Nelle quindici regioni italiane bagnate dal mare, 644 sono i comuni che si collocano lungo la fascia costiera italiana, ovvero l’8,0 per cento dei comuni, estesi su una super-ficie complessiva di 43.084 chilometri quadrati, pari al 14,3 per cento della superficie nazionale (Tavole 1.1 e 1.3). Su tale superficie insiste il 28,4 per cento di tutta la popo-lazione residente italiana (17.215.609 abitanti). Le aree litoranee risultano quindi quel-le più densamente popolate: 400 abitanti per chilometro quadrato, rispetto ai 168 delle aree non litoranee. La Campania, il Lazio e la Liguria sono tra le regioni con la più alta densità di popolazione litoranea, rispettivamente con 1.240, 1.037 e 957 abitanti per chilometro quadrato. Significative quote di popolazione litoranea si osservano anche in Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo dove la densità è pari rispettivamente a 703 e 693 abi-tanti per chilometro quadrato. Nel Mezzogiorno, la superficie territoriale litoranea su-pera i 30 mila chilometri quadrati (70,8 per cento), mentre la popolazione con 9.598.689 residenti rappresenta il 55,7 per cento di tutta la popolazione litoranea. Negli ultimi cinque anni, a partire dal 2011, la popolazione dei territori litoranei mostra una crescita superiore a quella della popolazione non litoranea, +3,3 per cento contro il +1,6 per cento (Tavola 1.3).La lunghezza della linea di confine con il mare4 è pari a 8.970 chilometri. Nel Mezzogior-no, con 466 comuni litoranei, la lunghezza della linea litoranea raggiunge i 6.532 chilo-metri di cui 3.860 delle Isole e 2.673 delle regioni del Sud, con 1.041 chilometri relativi alla sola Puglia. Nelle regioni con il minor numero di comuni litoranei (Molise e Basilicata) la lunghezza della linea litoranea non raggiunge i 70 chilometri. Valori compresi tra 150 e 170 chilometri di lunghezza contraddistinguono le regioni dell’Abruzzo, dell’Emilia-Ro-magna, del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto. Le Marche con 23 comuni litoranei e il Lazio

4 Corrisponde alla lunghezza delle linee di ogni sezione di censimento confinanti con il mare, calcolata tramite il sistema di gestione dei dati cartografici informatizzati utilizzati dall’Istat (Gis). Cfr. approfondimenti.

Territorio litoraneo

con 24 comuni, registrano, rispettivamente, una lunghezza della linea litoranea di 217 e 425 chilometri. Estensioni superiori a 500 chilometri si osservano nelle regioni della Ligu-ria e della Campania e superiori a 700 chilometri in Toscana e Calabria.

A partire dagli anni Novanta, i terremoti con magnitudo locale (ML) superiore a 5,0 che hanno causato danni e in alcuni casi anche vittime si sono verificati in Umbria e nelle Marche nel 1997, nell’Appennino Calabro-Lucano nel 1998 e in Molise nel 2002. Altri e distruttivi eventi caratterizzati da magnitudo superiore a 5,0 si sono verificati nel 2009 in Abruzzo e nel 2012 in Emilia-Romagna.Nel 2015 la rete sismica nazionale dell’Ingv ha registrato 14 sismi con magnitudo supe-riore a 4,0, di cui nessuno ha prodotto danni rilevanti.Il 2016 è stato caratterizzato da un forte sisma di magnitudo 6, avvertito in tutto il centro Italia, con epicentro ad Accumoli, in provincia di Rieti, avvenuto alle 3:36 del 24 agosto, seguito un’ora dopo da due scosse di magnitudo inferiore. I danni più gravi sono stati registrati ad Accumoli, ad Amatrice e a Pescara del Tronto. Nella mappa in Figura 1.4 è riportata la localizzazione dei terremoti di magnitudo locale maggiori e uguali a 3,0 av-venuti tra il 24 agosto e il 24 settembre 2016 tra le province di Rieti, Perugia, Ascoli Pice-no, Macerata, L’Aquila e Fermo. Il colore dei cerchi indica la profondità dell’ipocentro; la loro dimensione è proporzionale alla magnitudo. Le stelle indicano i tre sismi maggiori avvenuti rispettivamente alle ore 3:33, 5:33 e 13:50 del 24 agosto (ora locale legale).

Sismicità

Figura 1.4 Eventi sismici in Italia centrale per classe di magnitudo Agosto-Settembre 2016, numero di eventi

0

100

200

300

400

500

600 Magnitudo < 2,02,0 ≤ Magnitudo < 3,03,0 ≤ Magnitudo < 4,0Magnitudo ≥ 4,0

Fonte: Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Centro nazionale terremoti

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Le unità amministrative, in special modo a livello provinciale e comunale, possono es-sere soggette nel tempo a variazioni che ne modificano: i limiti territoriali, intesi come scambio di territorio fra comuni contigui; la denominazione; il numero, mediante fe-nomeni di fusione/costituzione di nuovi comuni; oppure la composizione, determinata dal cambio di appartenenza di comuni da una provincia ad un’altra. Il numero com-plessivo di unità amministrative sono il risultato di diverse trasformazioni e variazioni avvenute dall’Unità d’Italia ad oggi.Nell’ultimo ventennio, dal censimento del 1991 alla data del 31 dicembre 2015, si sono verificati complessivamente 1.108 eventi di variazione, di cui 650 casi dovuti ai cambi di appartenenza alla provincia, eventi intesi come trasferimenti di competenza territoriale e amministrativa di un comune da una provincia a un’altra, come nei casi più frequenti di nascita di nuove province (Prospetto 1.3). Questa fattispecie ha caratterizzato il 1992, con la nascita di otto province (Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Lecco, Lodi, Rimini, Prato, Crotone e Vibo Valentia), il 2001, anno in cui la regione Sardegna ha istituito quattro province, divenute operative nel 2005 (Carbonia-Igle-sias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio) e il 2009, con il passaggio di sette comuni dalla provincia di Pesaro Urbino (nelle Marche) alla provincia di Rimini (in Emilia-Romagna) e l’istituzione di tre nuove province (Monza e della Brianza, Fermo e Barletta-Andria-Trani) che hanno condotto l’assetto provinciale a 110 unità, poi ridotte a 101 con l’entrata in vigore delle città metropolitane nel 2015.

Altri eventi di variazione sono riconducibili ai cambi di denominazione (23 casi), a ces-sione e/o acquisizione di territorio tra comuni contigui di cui si contano rispettivamente 144 e 137 casi, alle soppressioni dei comuni con 104 eventi e alle costituzioni di nuovi comuni, con 50 casi.5

Fusione di comuni. La nascita di nuovi comuni mediante fusione di due o più co-muni contestualmente soppressi è stato, nel passato, un processo dai risultati piuttosto contenuti tanto che, tra il 1991 e il 2011, ha prodotto una riduzione di sole 8 unità (Prospetto 1.4).

5 La Costituzione (articoli 117 e 133) e il testo unico degli enti locali (articoli 15 e 16) dispongono che spetti esclusivamente alle regioni, sentite le popolazioni interessate, modificare le circoscri-zioni territoriali dei comuni e istituirne di nuovi mediante fusione.

Unità amministrative

Prospetto 1.3 Variazioni amministrative e territoriali dal 1991 per ripartizione geografica Anno 2015, differenze in valore assoluto rispetto al 1991

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Cambio denominazione

Cessione territorio

Acquisizione territorio

Costituzione dei comuni

Estinzione dei comuni

Cambio di appartenenza

provincia

Nord-ovest 8 57 50 15 36 366Nord-est 8 50 49 18 44 27Centro 1 6 7 13 22 47Sud 3 19 19 2 2 87Isole 3 12 12 2 - 123Italia 23 144 137 50 104 650

Fonte: Istat, Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)

Negli anni più recenti, invece, le leggi di revisione della spesa pubblica6 hanno favori-to un progressivo ridimensionamento del numero di comuni mediante l’istituto delle fusioni. Dal 2013 al 2016, e dopo oltre 50 anni a partire dal Censimento del 1961, la riduzione del numero dei comuni è stata tale da condurre le unità amministrative sotto la soglia degli 8 mila comuni (Figura 1.5).

Tra la fine del 2013 e il primi mesi del 2016, analizzando la localizzazione geografica dei comuni oggetto di fusione si osserva come il fenomeno abbia, al momento, interessato prevalentemente le regioni settentrionali (-35 comuni nel Nord-ovest e -94 comuni nel Nord-est), parte del Centro Italia, con 21 comuni in meno, e in misura estremamente ridotta il Sud, con la fusione di due soli comuni in Campania.

6 Legge n. 94 del 2012, conversione del d.l. n. 52 del 2012 (c.d. Spending review 1); legge n. 135 del 2012, conversione del d.l. 95/2012 (c.d. Spending review 2); legge 56/2014.

Prospetto 1.4 Comuni per ripartizione geografica Anni 1991, 2001, 2011, 2013, 2014, 2015 e 2016 (a)

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE 1991 2001 2011 2013 2014 2015 2016

Nord-ovest 3.064 3.061 3.059 3.059 3.046 3.044 3.038Nord-est 1.481 1.480 1.480 1.479 1.469 1.461 1.420Centro 1.001 1.003 996 996 986 985 985Sud 1.789 1.790 1.790 1.789 1.789 1.789 1.789Isole 765 767 767 767 767 767 767Italia 8.100 8.101 8.092 8.090 8.057 8.046 7.999

Fonte: Istat, Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)(a) II dati relativi agli anni 1991, 2001 e 2011 sono riferiti ai censimenti generali della popolazione; gli anni 2013,

2014 e 2015 sono riferiti alla data del 31 dicembre; l’anno 2016 alla data del 23 aprile.

Figura 1.5 Comuni italiani dall’Unità d’Italia ad aprile 2016 Anni 1861-2016 (a)

7.720

8.382

8.259

8.2628.323

9.194

7.311 7.339

7.810

8.035

8.056

8.086 8.100

8.101

8.092 8.092

8.090

8.057 8.046

7.999

7.200

7.700

8.200

8.700

9.200

Fonte: Istat, Censimenti generali della popolazione; Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)(a) I dati relativi agli anni tra il 1861 e il 2011 sono riferiti ai censimenti generali della popolazione; gli anni 2012, 2013, 2014 e 2015 sono riferiti alla data

del 31 dicembre, mentre l’anno 2016 alla data del 23 aprile.

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12 13ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

La distribuzione dei comuni per regione e classe di superficie territoriale rivela come i comuni di piccolissime e piccole dimensioni (rispettivamente fino a 10,00 e da 10,01 a 20,00 chilometri quadrati) siano i più numerosi: 3.744 unità pari al 46,5 per cento del to-tale, collocati in prevalenza nel Nord-ovest (Tavola 1.5). I comuni con estensione territo-riale fino ai 10 chilometri quadrati hanno in media una densità abitativa di 552 abitanti per chilometro quadrato, decisamente più alta rispetto al dato nazionale di 201 abitanti. Il valore più elevato è quello del Sud, con 1.010 abitanti, seguito dalle Isole e dal Nord-ovest, rispettivamente con 680 e 485 abitanti per chilometro quadrato. A livello regionale, va-lori ben al di sopra della media nazionale sono presenti in Campania con 1.505 abitanti per chilometro quadrato, in Sicilia con 899 abitanti e in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, dove i valori sono superiori ai 700 abitanti per chilometro quadrato. Forti scostamenti rispetto alla densità media nazionale si riscontrano anche nella classe dei comuni con una superficie di oltre 200 chilometri quadrati: nel Nord-ovest spiccano i 2.441 abitanti per chilometro quadrato della Liguria e nel Centro i 1.041 abitanti per chilometro quadrato del Lazio.Se si guarda alla dimensione demografica, il 70,1 per cento dei comuni italiani ha una popolazione pari o inferiore ai 5 mila abitanti (Tavola 1.6). Questi comuni occupano il 54,3 per cento del territorio italiano e in essi risiede il 16,6 per cento della popolazione totale. Il 42,4 per cento dei piccoli comuni si concentra nel Nord-ovest con il 23,3 per cento della popolazione. Nel Centro, invece, è presente la minor quota di popolazione residente nella classe dei piccoli comuni (10,1 per cento). Se in Valle d’Aosta l’estensione territoriale dei comuni demograficamente piccoli rappre-senta il 99,3 per cento della superficie regionale, valori superiori o pari al 70 per cento si registrano in Molise (81,9 per cento), Trentino-Alto Adige (78,6 per cento), Piemonte (78,6 per cento), Liguria (72,1 per cento), Sardegna (70,2 per cento), Friuli-Venezia Giulia (69,8 per cento) e Abruzzo (70,0 per cento). Di contro, le regioni con la minor quota di superficie occupata da piccoli comuni sono la Puglia, con il 14,3 per cento e, a seguire, la Sicilia, l’Emilia-Romagna, l’Umbria e la Toscana, con quote comprese fra il 30 e il 40 per cento. Questi comuni, con 62 abitanti per chilometro quadrato, sono quelli meno densamente abitati. Lo stesso indicatore per i comuni di ampiezza media, ossia con popolazione com-presa tra i 5.001 e 250 mila abitanti, è pari a 306 abitanti per chilometro quadrato, mentre nei grandi comuni, con popolazione superiore ai 250 mila abitanti, la densità passa dal valore minimo del Veneto (849) alla densità più elevata di 8.184 abitanti della Campania.

Urbanizzazione. Dal 2011, Eurostat classifica i comuni secondo tre gradi di urbaniz-zazione – alto, medio e basso – ricorrendo ad un nuovo strumento basato sulla densità demografica e il numero di abitanti valutati entro griglie regolari con celle di un chi-lometro quadrato. In Italia risulta che il 67,9 per cento dei comuni, che corrisponde al 72,5 per cento della superficie territoriale complessiva, ricade nella classe di bassa urbanizzazione. Si tratta di aree prevalentemente rurali, sulle quali insiste solo il 24,2 per cento della popolazione complessiva (Tavola 1.7). In questa classe di urbanizzazione ricade oltre il 95 per cento dei comuni della Basilicata e del Molise con, rispettivamente, il 72,4 e il 60,1 per cento della popolazione regionale.

Dimensione territoriale

e demografica dei comuni

Urbanizzazione e cinture urbane

Nei comuni ad alta urbanizzazione, che rappresentano solo il 3,4 per cento del totale nazionale e una superficie territoriale complessiva del 4,8 per cento, è presente il 33,4 per cento della popolazione italiana. Nel restante 28,7 per cento dei comuni di grado medio di urbanizzazione, su un’estensione territoriale del 22,7 per cento, si concentra il 42,5 per cento della popolazione complessiva.Le regioni dove la percentuale di popolazione residente in zone ad alto grado di urbaniz-zazione supera il 50 per cento sono nell’ordine: Campania (59,6 per cento), Lazio (50,9 per cento) e Liguria (50,7 per cento); seguono Lombardia, Emilia-Romagna e Umbria comprese tra il 30 e il 40 per cento. Le regioni caratterizzate da alte quote di popolazione (ben superiori al 50 per cento) che vive in zone a medio grado di urbanizzazione sono Veneto (61,3 per cento), Marche (55,1 per cento) e Puglia (51,7 per cento).

Cinture urbane. La capacità attrattiva che un comune capoluogo esercita sui comuni limitrofi può essere indagato introducendo il concetto di prima e seconda cintura ur-bana:7 la prima è formata dalla corona di comuni che circonda il centro capoluogo; la seconda è costituita dai comuni confinanti con i comuni della prima cintura. La relazione che intercorre fra il comune capoluogo e le rispettive cinture può essere ana-lizzata attraverso le dinamiche demografiche e insediative dei diversi comuni (Tavola 1.8); il procedimento analitico ha riguardato in particolare lo sviluppo demografico dei nove comuni italiani8 con la maggiore dimensione demografica e ha preso in conside-razione il periodo temporale fra il censimento del 2001 e l’ultimo anno di disponibilità dei dati (2015), frazionato in due sotto-intervalli: 2001-2011 (periodo intercensuario) e 2011-2015.Con riferimento, quindi, ai nove grandi comuni analizzati (Figura 1.6), si è assistito nel periodo intercensuario (2001-2011) ad un calo demografico significativo a carico dei centri urbani e ad un incremento rilevante a vantaggio dei comuni appartenenti alla prima cintura urbana, che è risultato ancora più marcato in favore dei comuni della se-conda cintura urbana. Nella fattispecie, i comuni capoluogo caratterizzati dai maggiori decrementi sono stati Palermo (-4,2 per cento), Napoli (-4,2 per cento) e Genova (-4,0 per cento); un solo caso di crescita, quello di Roma, con +2,8 per cento. Di contro, i co-muni appartenenti alla prima cintura urbana in cui si sono verificati gli incrementi più sostanziosi sono stati Roma (+27,6 per cento) e Palermo (+16,6 per cento). Incrementi importanti si sono registrati anche nella seconda cintura, soprattutto per Roma (+25,2 per cento), Bologna (+17,9 per cento) e Torino (+12,4 per cento).Questa tendenza tuttavia muta nel periodo successivo (2011-2015), trasformandosi in nuovi incrementi per i centri urbani e per i comuni appartenenti alla seconda cintura urbana (con tassi molto elevati per Roma, Milano e Bologna), mentre nei comuni ap-partenenti alla prima cintura urbana si assistite ad un rallentamento dei tassi. I centri capoluogo con i maggiori tassi di crescita sono Roma (+9,5 per cento), Milano (+8,4 per cento) e Firenze (+6,9 per cento).

7 Cfr. glossario.

8 I nove comuni a qui corrispondono i dati di popolazione più elevati (Torino, Genova, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo) risultano essere tutti capoluoghi di regione.

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14 15ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

Un’analisi più approfondita sull’intensità e il segno dei tassi di variazione evidenzia una certa uniformità nel percorso di alcuni grandi comuni. Un andamento simile si riscontra per i comuni di Firenze, Roma e Torino, ai quali corrisponde un incremento demografico positivo sia nel centro capoluogo che nelle cinture per tutto l’arco temporale considerato. Nel centro capoluogo la crescita è più accentuata in corrispondenza del secondo interval-lo temporale, mentre nella due cinture è maggiore nel primo periodo. I comuni di Napoli

e Palermo invece si caratterizzano per una decrescita piuttosto accentuata nei centri ca-poluogo soltanto nel periodo intercensuario e un debole recupero nel secondo periodo, le due cinture invece assistono ad un incremento costante. Infine, ultimo esempio di anda-mento comune si registra nei comuni di Bari e Bologna, in cui si verifica una crescita nel centro capoluogo soltanto nel periodo post censuario, mentre nelle due cinture urbane la crescita è costante anche se più accentuata nel periodo intercensuario.

Le suddivisioni del territorio basate su dati funzionali, quali ad esempio i flussi di pen-dolarismo, utilizzano metodi statistici per individuare aree i cui confini non sono il risultato di eventi storici passati, decisioni politico-amministrative o della sola morfo-logia del territorio, ma sono invece il risultato dell’organizzazione dei rapporti sociali, lavorativi ed economici dell’area. Si offre qui una breve caratterizzazione dei sistemi locali del lavoro (sistemi locali), unità territoriali individuate dall’Istat9 in base agli spostamenti sistematici intercomunali impiegati dagli occupati per recarsi al luogo di lavoro così come rilevati nel Censimento generale della popolazione. Si tratta di unità territoriali costituite da più comuni contigui fra loro, che hanno la caratteristica di essere auto-contenute cioè relativamente impermeabili ai flussi di pendolarismo (sia verso l’esterno sia in entrata da altre aree) e fortemente interconnesse al loro interno. I sistemi locali rivestono particolare importanza nello studio dei processi di sviluppo locale e per l’attuazione delle policy; proprio per il loro carattere di coesione interna spesso non rispettano i limiti amministrativi di provincie e regioni. I 611 sistemi locali, costruiti in occasione dell’ultimo censimento, sono geograficamente così articolati: 106 afferiscono alla ripartizione geografica di Nord-ovest e rappresentano poco meno del 27 per cento della popolazione (Prospetto 1.5). Questa è la ripartizione geografica caratterizzata da dimensioni medie dei sistemi locali più elevate per la presenza di rilevanti realtà urbane (Torino, Milano, Genova, eccetera). 119 si collocano nel Nord-est e pesano per poco più del 19 per cento della popolazione. Sono ben 19 i sistemi locali che appartengono a due regioni e 44 quelli che coinvolgono più province (37,0 per cento). Nelle regioni del Centro sono stati individuati 105 sistemi locali che rappresentano quasi il 20 per cento della popolazione; quelli multiregionali sono 12, quelli che ricadono in più province sono 37. Il numero più elevato di sistemi locali si rileva nel Sud (171) dove vive il 23,2 per cento della popolazione. 12 di questi sistemi risultano multiregionali e 36 multiprovinciali. Nelle Isole si collocano 110 sistemi locali che rappresentano l’11,0 per cento della popolazione. La geografia dei sistemi locali descrive con un buon grado di approssimazione i mercati del lavoro; la lettura delle vocazioni produttive dei territori è quindi estremamente rilevan-te. Questa viene effettuata attraverso l’identificazione delle loro specializzazioni produttive prevalenti. Tale classificazione, realizzata a partire dai dati del Censimento dell’industria e dei servizi del 2011, consente una lettura sintetica dei diversi modelli produttivi locali.10

9 Istat. 2014. “I sistemi locali del lavoro 2011”. In Statistiche report, 17 Dicembre 2014. http://www.istat.it/it/archivio/142676. Questi sono stati aggiornati a seguito di fusioni di comuni http://www.istat.it/it/files/2014/12/Modifiche_SLL-2011.pdf.

10 Per approfondire la metodologia utilizzata nella sua realizzazione, si rimanda all’e-book Istat. 2015. La nuova geografia dei sistemi locali. Roma: Istat (http://www.istat.it/it/archivio/172444). Qui ci limitiamo ad una sua descrizione sintetica.

Suddivisioni funzionali del

territorio

Figura 1.6 Popolazione nelle cinture urbane dei primi nove grandi comuni Variazioni percentuali 2015/2001, 2011/2001, 2015/2011 (a) (b)

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici co-munali (E)

(a) Le variazioni percentuali sono calcolate utilizzando le popolazioni residente al 31 dicembre di ciascun anno. L’intervallo 2001-2015 è frazionato in due sottointervalli di diversa ampiezza: quello del decennio intercensuario 2001-2011 e quello successivo di durata quadriennale, 2011-2015.

(b) A seguito dell’istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), mediante fusione dei comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno, la seconda cintura urbana di Bologna ha subito un significativo incremento demografico.

Milano Roma Napoli

Torino Palermo Genova

Bologna Firenze Bari

:5102-1002 ollavretni'llen etnecserced enoizalopoP:5102-1002 ollavretni'llen etnecserc enoizalopoP

5102-1102 odoirep len olos otnemerced noCoirausnecretni odoirep len otautnecca ùip otnemercni noC

oirausnecretni oinneced len olos otnemerced noC5102-1102 odoirep len otautnecca ùip otnemercni noC

5102-1102 odoirep len otautnecca ùip otnemerced noCoirausnecretni oinneced len olos otnemercni noC

oirausnecretni oinneced len otautnecca ùip otnemerced noC5102-1102 odoirep len olos otnemercni noC

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16 17ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

Istat, Informazioni territoriali e cartografiche - http://www.istat.it/it/strumenti/territorio-e-cartografia

Istat, La superficie dei Comuni, delle Province e delle Regioni italiane al 9 ottobre 2011, Comunicato stampa, 19 febbraio 2013 - http://www.istat.it/it/archivio/82599

Istat, Codici dei comuni, delle città metropolitane, delle province, delle regioni e variazioni territoriali e amministrative al 1 luglio 2016, 5 luglio 2016 - http://www.istat.it/it/archivio/6789

Istat, Sistat - Sistema informativo storico delle amministrazioni territoriali - http://sistat.istat.it/sistat/

Istat, Principali statistiche geografiche sui comuni - Sezioni di censimento litoranee e grado di urbanizzazione, 5 luglio 2016 - http://www.istat.it/it/archivio/156224

Istat, I sistemi locali del lavoro - http://www.istat.it/it/archivio/sistemi+locali+del+lavoro

Istat, La nuova geografia dei sistemi locali - Anno 2011, E-book, 30 giugno 2016 - http://www.istat.it/it/archivio/172444

Istat, Aggiornamento dei Sistemi Locali del Lavoro 2011 a seguito di fusioni di comuni - 30 giugno 2016 - http://www.istat.it/it/files/2014/12/Modifiche_SLL-2011.pdf

Ingv, Terremoti - http://terremoti.ingv.it/it/

Eurostat, RAMON - Reference And Management Of Nomenclatures http://ec.europa.eu/eurostat/ramon/

Eurostat, Statistics Explained - Degree of urbanisation - http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Glossary:Degree_of_urbanisation

APPROFONDIMENTI

I sistemi locali sono stati suddivisi in 17 raggruppamenti tipologici coesi internamente e distinti tra loro (Figura 1.7). Tali tipologie di specializzazione produttiva sono state ricom-poste, per agevolare la lettura, in classi e sotto-classi omogenee (Tavola 1.9). Il primo grande gruppo individuato, che costituisce anche una classe a sé, è quello dei “Sistemi non specializzati”. Si tratta di aree in cui le specializzazioni che comunque emergono (commercio e riparazioni, costruzioni, servizi pubblici) non sono legate a fattori di localizzazione specifici, ma seguono una distribuzione sul territorio sostan-zialmente proporzionale alla popolazione residente. Questo gruppo è composto da 113

Prospetto 1.5 Sistemi locali del lavoro (Sll) e popolazione residente per tipologia di siste-ma locale e ripartizione geografica Anno 2015

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Sistemi locali del lavoro al 2011 Popolazione residente nei Sll (%)

Totale Di cui: multiregionali

(a)

Di cui: multiprovinciali

Totale Di cui: multiregionali

(a)

Di cui: multiprovinciali

Nord-ovest 106 13 48 26,6 9,6 65,8Nord-est 119 19 44 19,2 11,8 51,8Centro 105 12 37 19,9 8,8 63,4Sud 171 12 36 23,2 3,8 41,2Isole 110 - 20 11,1 - 14,2Italia 611 56 185 100,0 7,5 49,6

Fonte: Istat, 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni al 9 ottobre 2011 (R); Movimento e cal-colo della popolazione residente annuale (R)

(a) I sistemi locali del lavoro composti da comuni appartenenti a più regioni sono attribuiti alla regione del comune che assegna il nome al Sll.

sistemi locali, per lo più di dimensioni molto piccole, concentrato nel Sud e nelle Isole (96,5 per cento).La seconda classe, i “Sistemi non manifatturieri”, si caratterizza per la presenza di grup-pi specializzati prevalentemente in attività terziarie e, in un solo caso, in attività connes-se con l’agricoltura. Tra questi, i gruppi facenti capo ai sistemi urbani risultano equa-mente distribuiti nel territorio (tra il 12 e il 17 per cento dei sistemi locali in ciascuna ripartizione), tuttavia essi contengono la metà della popolazione solo nel Centro, Sud e Isole; nel Nord-ovest la popolazione risulta equamente distribuita nelle varie classi di specializzazione produttiva prevalente mentre nel Nord-est essa si concentra maggior-mente nei sistemi del made in Italy (48,7 per cento). Da notare che i sistemi urbani ad alta specializzazione sono assenti nel Sud e nelle Isole dove peraltro si concentrano l’83,7 per cento dei sistemi locali a vocazione agricola presenti in Italia (41 su 49). Più della metà dei sistemi locali del made in Italy è situata nel Nord-est e nel Centro dove rappresenta quasi il 48 per cento dei sistemi locali della ripartizione. Infine, per quanto concerne l’ultima classe dei sistemi della manifattura pesante soi os-serva una significativa concentrazione nella ripartizione del Nord-ovest (43,5 per cento) dove vive quasi il 40 per cento della popolazione.

Figura 1.7 Classificazione dei sistemi locali del lavoro per gruppo di specializzazione produttiva prevalente Anno 2015

Fonte: Istat, 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni al 9 ottobre 2011 (R); Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R)

Sistemi locali del tessile, Altri sistemi locali Sistemi locali abbigliamento e cuoio del made in Italy della manifattura pesante

Sistemi locali non specializzati Sistemi locali urbani Altri sistemi locali non manifatturieri

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18 19ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

GLOSSARIO

Basi territoriali Conosciute in passato come piani topografici comunali, sono la cartografia elaborata dall’Istat per lo svolgimento dei censimenti generali e contengono la delimitazione del territorio comunale in sezioni di censimento, disegnate dall’Istat, secondo regole omogenee su tutto il territorio na-zionale e in seguito validate dai comuni. Altro elemento importante delle basi territoriali sono le località abitate (vedi definizione), aree costituite da più sezioni di censimento.

Cintura urbana Il territorio costituito dall’insieme dei comuni confinanti con un comune di riferimento. La cintura urbana di I livello è formata dai comuni contigui a un comune capoluogo di provincia, ossia che ne condividono il confine almeno in un punto. La cintura urbana di II livello è composta dai co-muni contigui a quelli della I cintura urbana. Si parla di cintura urbana di I e II livello per i soli 12 comuni italiani capoluogo di provincia, ai quali corrisponde una popolazione superiore ai 250 mila abitanti, a cui si aggiungono quattro comuni particolarmente rappresentativi (Ancona, Cagliari, Reggio di Calabria e Trieste).

Comune amministrativo Comune il cui territorio è assunto come riferimento per effettuare i censimenti generali. I confini amministrativi, ancorché generati in prima istanza a partire dalla cartografia ufficiale dell’Istituto geografico militare (Igm), vengono elaborati dall’Istat in occasione dei periodici censimenti gene-rali della popolazione e validati dai singoli comuni in accordo con quelli confinanti. L’elenco dei comuni viene costantemente aggiornato in funzione delle variazioni che occorrono nel tempo.

Comune litoraneo Il comune che ha almeno un tratto del proprio confine bagnato dal mare. Sono esclusi da tale cate-goria i cosiddetti comuni lacuali, i cui confini sono interessati dagli specchi d’acqua interni (laghi).

Grado di urbanizzazione Classificazione che distingue i comuni in tre classi:a. densamente popolati, se almeno il 50 per cento della popolazione ricade/vive in un cluster ad

alta densità;b. densità intermedia, se meno del 50 per cento della popolazione ricade/vive in celle ‘rurali’ e

meno del 50 per cento della popolazione ricade/vive in cluster urbani;c. bassa densità, se più del 50 per cento della popolazione vive in celle rurali.L’individuazione dei cluster e delle celle rurali avviene mediante un nuovo metodo adottato da Eurostat a partire dal 2011. Il metodo si applica alla griglia regolare di celle di 1 kmq e prevede la combinazione di due criteri: quello di contiguità geografica e quello di soglia di popolazione minima, che devono essere rispettati dalle celle. L’approccio basato sull’analisi di celle quadrate regolari evita la distorsione causata dai comuni, che variano in dimensione e forma.La classificazione del territorio tramite le celle, individua tre tipi di aree:1. aree densamente popolate (città o grandi aree urbane), definite come grappolo (cluster) di

celle di 1 kmq contigue, con densità non inferiore a 1.500 abitanti per kmq e popolazione non inferiore a 50 mila abitanti (cluster ad alta densità);

2. aree con un livello di densità intermedio (o piccole aree urbane), definite come grappolo (clu-ster) di celle contigue di densità non inferiore a 300 abitanti per kmq e popolazione non infe-riore ai cinquemila abitanti (cluster urbani);

3. aree scarsamente popolate (o aree rurali), definite come singole celle (rurali) non classificate nei gruppi precedenti.

Per classificare i comuni, le aree individuate in precedenza vengono intersecate con i limiti comu-nali e viene calcolata la percentuale di popolazione del comune che ricade in ciascuna tipologia di area.

Località abitata Area più o meno vasta di territorio, conosciuta di norma con un nome proprio, sulla quale sono situate una o più case raggruppate o sparse. Le delimitazioni che individuano le località abitate (centro e nucleo abitato) sono ottenute tracciando delle linee che corrono lungo il limite esterno degli edifici posti ai bordi di un raggruppamento di almeno quindici fabbricati. I confini delle località includono orti e altre pertinenze degli edifici considerati, evitando di includere aree limitrofe non edificate (come ad esempio campi coltivati e/o incolti), lasciando al di fuori dei raggruppamenti anche gli edifici posti ad una distanza superiore ai 70 metri nel caso di centri abitati e 40 metri nel caso di nuclei abitati. Se gli edifici inclusi nella nuova località sono adiacenti o in prossimità

(al massimo una distanza pari a 140 metri peri centri abitati e 60 metri nel caso di nuclei abitati) di elementi lineari, quali infrastrutture di trasporto o limiti idrografici, la linea di confine delle località dovrà correre lungo o sarà estesa fino alla mezzeria di tali elementi.Si distinguono in centri abitati, nuclei abitati e case sparse:- il centro abitato è un aggregato di case contigue o vicine con interposte strade, piazze e simili,

o comunque brevi soluzioni di continuità caratterizzato dall’esistenza di servizi od esercizi pub-blici (scuola, ufficio pubblico, farmacia, negozio o simili) che costituiscono una forma autonoma di vita sociale e, generalmente, anche un luogo di raccolta per gli abitanti delle zone limitrofe in modo da manifestare l’esistenza di una forma di vita sociale coordinata dal centro stesso; I luoghi di convegno turistico, i gruppi di villini, alberghi e simili destinati alla villeggiatura, abitati stagionalmente, devono essere considerati come centri abitati temporanei, purché nel periodo dell’attività stagionale presentino i requisiti del centro.

- il nucleo abitato è una località abitata, priva del luogo di raccolta che caratterizza il centro abitato, costituita da un gruppo di almeno quindici edifici contigui e vicini, con almeno quindici famiglie, con interposte strade, sentieri, piazze, aie, piccoli orti, piccoli incolti e simili, purché l’intervallo tra casa e casa non superi una trentina di metri e sia in ogni modo inferiore a quello intercorrente tra il nucleo stesso e la più vicina delle case manifestamente sparse;

- le case sparse sono case disseminate nel territorio comunale a distanza tale tra loro da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato.

Lunghezza della linea delle sezioni litoranee

È la lunghezza delle linee di ogni sezione di censimento confinanti con il mare, calcolata tramite il sistema di gestione dei dati cartografici informatizzati utilizzati dall’Istat (Gis).

Magnitudo Concetto introdotto nel 1935 da C. Richter che esprime, in forma quantitativa e non soggettiva, una stima dell’energia sprigionata da un terremoto nel punto di frattura della crosta terrestre, cioè all’ipocentro.

Sezione di censimento Unità minima di rilevazione del comune sulla cui base è organizzata la rilevazione censuaria. È costituita da un solo corpo delimitato da una linea spezzata chiusa. A partire dalle sezioni di cen-simento sono ricostruibili, per somma, le entità geografiche ed amministrative di livello superiore (località abitate, aree sub-comunali, collegi elettorali e altre). Ciascuna sezione di censimento deve essere completamente contenuta all’interno di una ed una sola località. Il territorio comu-nale deve essere esaustivamente suddiviso in sezioni di censimento; la somma di tutte le sezioni di censimento ricostruisce l’intero territorio nazionale.

Sistema locale del lavoro (Sll)

Unità territoriale identificata da un insieme di comuni contigui legati fra loro dai flussi di pendo-larismo. I sistemi locali ripartiscono esaustivamente il territorio nazionale, prescindendo da altre classificazioni amministrative. Consentono la diffusione di informazione statistica su una base geografica di aree funzionali. Sotto il profilo metodologico i sistemi locali sono costruiti come aggregazione di comuni che soddisfano requisiti di dimensione (almeno 1.000 occupati residen-ti) e di livelli minimi d’interazione espressi tramite funzioni di auto-contenimento (per maggiori dettagli si veda la nota metodologica in http://www.istat.it/it/archivio/142676).

Variazioni amministrative e

territoriali dei comuni

Le variazioni amministrative consistono nella istituzione, soppressione, cambio di appartenenza all’ente territoriale gerarchicamente superiore e cambio di denominazione di un comune. Le variazioni territoriali consistono nello scambio di territorio tra due o più comuni che innescano due relazioni reciproche: acquisizione di territorio e cessione di territorio. Tutte le variazioni sono avvalorate da un provvedimento amministrativo che le sancisce (esempio: legge regionale), pub-blicato su un documento istituzionale ufficiale (esempio: gazzetta, bollettino regionale).

Zona altimetrica L’Istituto nazionale di statistica classifica i comuni italiani sulla base dei loro valori di soglia altimetri-ca in cinque zone. I criteri di classificazione sono contenuti nella pubblicazione del 1958 (Istat, Cir-coscrizioni statistiche, Metodi e norme, serie C - n. 1 agosto 1958). Si distinguono zone altimetriche di montagna, di collina e di pianura. Le zone altimetriche di montagna e di collina sono state divise, per tener conto dell’azione moderatrice del mare sul clima, rispettivamente in zone altimetriche di montagna interna e collina interna e di montagna litoranea e collina litoranea, comprendendo in queste ultime i territori, esclusi dalla zona di pianura, bagnati dal mare o in prossimità di esso.

Page 11: TERRITORIO - Istat2 A seguito della istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), in provincia di Bologna, avvenuta

20 21ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

Tavola 1.1 Superficie territoriale, popolazione residente e comuni per zona altimetrica e aree litoranee e non litoranee per regione Anno 2015, superficie territoriale in km2

ANNI REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Superficie (a) Popolazione

Comuni

Zone altimetriche (b) Aree litoranee e nonTotale

Montagna Collina Pianura Litoranei Non litoranei

2011 302.073 59.433.744 2.596 3.370 2.126 644 7.448 8.0922012 302.073 59.685.227 2.596 3.370 2.126 644 7.448 8.0922013 302.073 60.782.668 2.595 3.369 2.126 644 7.446 8.0902014 302.073 60.795.612 2.584 3.354 2.119 644 7.413 8.057

ANNO 2015

REGIONI (valori assoluti)

Piemonte 25.387 4.404.246 347 581 278 - 1.206 1.206Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 3.261 127.329 74 - - - 74 74Liguria 5.416 1.571.053 110 125 - 63 172 235Lombardia 23.864 10.008.349 463 317 749 - 1.529 1.529Trentino-Alto Adige/Südtirol 13.606 1.059.114 326 - - - 326 326Bolzano/Bozen 7.398 520.891 116 - - - 116 116Trento 6.207 538.223 210 - - - 210 210Veneto 18.407 4.915.123 115 120 344 11 568 579Friuli-Venezia Giulia 7.862 1.221.218 58 50 108 8 208 216Emilia-Romagna 22.453 4.448.146 69 110 161 14 326 340Toscana 22.987 3.744.398 78 176 25 35 244 279Umbria 8.464 891.181 24 68 - - 92 92Marche 9.401 1.543.752 43 193 - 23 213 236Lazio 17.232 5.888.472 120 241 17 24 354 378Abruzzo 10.832 1.326.513 166 139 - 19 286 305Molise 4.461 312.027 84 52 - 4 132 136Campania 13.671 5.850.850 128 314 108 60 490 550Puglia 19.541 4.077.166 8 70 180 67 191 258Basilicata 10.073 573.694 78 47 6 7 124 131Calabria 15.222 1.970.521 153 234 22 116 293 409Sicilia 25.832 5.074.261 97 254 39 122 268 390Sardegna 24.100 1.658.138 34 262 81 71 306 377Nord-ovest 57.928 16.110.977 994 1.023 1.027 63 2.981 3.044Nord-est 62.328 11.643.601 568 280 613 33 1.428 1.461Centro 58.085 12.067.803 265 678 42 82 903 985Sud 73.800 14.110.771 617 856 316 273 1.516 1.789Isole 49.932 6.732.399 131 516 120 193 574 767ITALIA 302.073 60.665.551 2.575 3.353 2.118 644 7.402 8.046

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE (composizioni percentuali)

Nord-ovest - - 32,7 33,6 33,7 2,1 97,9 100,0Nord-est - - 38,9 19,2 42,0 2,3 97,7 100,0Centro - - 26,9 68,8 4,3 8,3 91,7 100,0Sud - - 34,5 47,8 17,7 15,3 84,7 100,0Isole - - 17,1 67,3 15,6 25,2 74,8 100,0Italia - - 32,0 41,7 26,3 8,0 92,0 100,0

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici co-munali (E)

(a) I valori in chilometri quadrati della superficie sono stati ottenuti dall’elaborazione degli archivi cartografici a disposizione dell’Istat (le Basi territoriali) e aggiornati con la misura delle superfici dei comuni italiani alla data del 9 ottobre 2011 (15° Censimento generale della popolazione).

(b) I comuni compresi in più di una zona altimetrica sono classificati in un’unica zona, sulla base del criterio della prevalenza della superficie. Cfr. glossario.

Tavola 1.2 Superficie territoriale, popolazione residente per zona altimetrica dei comuni e regione (a) Anno 2015, superficie territoriale in km2

ANNI REGIONI

Valori assoluti Valori percentuali

Montagna Collina (b) Pianura (b) Montagna Collina (b) Pianura (b)Superfi-

ciePopola-

zioneSuperfi-

ciePopola-

zioneSuperfi-

ciePopola-

zioneSuperfi-

ciePopola-

zioneSuperfi-

ciePopola-

zioneSuperfi-

ciePopola-

zione

2011 106.276 7.468.031 125.790 23.281.383 70.007 28.684.330 35,2 12,6 41,6 39,2 23,2 48,32012 106.276 7.465.173 125.790 23.356.504 70.007 28.863.550 35,2 12,5 41,6 39,1 23,2 48,42013 106.276 7.515.823 125.790 23.670.079 70.007 29.596.766 35,2 12,4 41,6 38,9 23,2 48,72014 106.276 7.485.129 125.827 23.667.878 69.970 29.642.605 35,2 12,3 41,7 38,9 23,2 48,8

2015 - PER REGIONE

Piemonte 10.983 490.384 7.694 1.350.303 6.710 2.563.559 43,3 11,1 30,3 30,7 26,4 58,2Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 3.261 127.329 - - - - 100,0 100,0 - - - -Liguria 3.523 788.187 1.893 782.866 - - 65,1 50,2 34,9 49,8 - -Lombardia 9.650 1.041.690 2.968 2.068.611 11.246 6.898.048 40,4 10,4 12,4 20,7 47,1 68,9Trentino-A. Adige/ Südtirol 13.606 1.059.114 - - - - 100,0 100,0 - - - -Bolzano/Bozen 7.398 520.891 - - - - 100,0 100,0 - - - -Trento 6.207 538.223 - - - - 100,0 100,0 - - - -Veneto 5.346 340.140 2.656 814.893 10.405 3.760.090 29,0 6,9 14,4 16,6 56,5 76,5Friuli-Venezia Giulia 3.352 64.176 1.520 433.694 2.990 723.348 42,6 5,3 19,3 35,5 38,0 59,2Emilia-Romagna 5.677 187.918 6.240 1.233.322 10.536 3.026.906 25,3 4,2 27,8 27,7 46,9 68,0Toscana 5.767 498.784 15.293 2.483.291 1.927 762.323 25,1 13,3 66,5 66,3 8,4 20,4Umbria 2.480 141.122 5.984 750.059 - - 29,3 15,8 70,7 84,2 - -Marche 2.914 106.396 6.488 1.437.356 - - 31,0 6,9 69,0 93,1 - -Lazio 4.496 309.517 9.303 2.023.924 3.434 3.555.031 26,1 5,3 54,0 34,4 19,9 60,4Abruzzo 7.050 369.047 3.782 957.466 - - 65,1 27,8 34,9 72,2 - -Molise 2.466 153.746 1.995 158.281 - - 55,3 49,3 44,7 50,7 - -Campania 4.727 360.450 6.938 3.297.916 2.005 2.192.484 34,6 6,2 50,8 56,4 14,7 37,5Puglia 288 10.119 8.835 1.099.491 10.417 2.967.556 1,5 0,2 45,2 27,0 53,3 72,8Basilicata 4.721 260.104 4.540 241.193 811 72.397 46,9 45,3 45,1 42,0 8,1 12,6Calabria 6.371 442.183 7.480 1.231.766 1.372 296.572 41,9 22,4 49,1 62,5 9,0 15,1Sicilia 6.316 635.130 15.852 2.456.892 3.664 1.982.239 24,5 12,5 61,4 48,4 14,2 39,1Sardegna 3.281 58.567 16.368 784.693 4.451 814.878 13,6 3,5 67,9 47,3 18,5 49,1Nord-ovest 27.417 2.447.590 12.555 4.201.780 17.956 9.461.607 47,3 15,2 21,7 26,1 31,0 58,7Nord-est 27.981 1.651.348 10.416 2.481.909 23.931 7.510.344 44,9 14,2 16,7 21,3 38,4 64,5Centro 15.657 1.055.819 37.067 6.694.630 5.362 4.317.354 27,0 8,7 63,8 55,5 9,2 35,8Sud 25.624 1.595.649 33.569 6.986.113 14.606 5.529.009 34,7 11,3 45,5 49,5 19,8 39,2Isole 9.597 693.697 32.220 3.241.585 8.115 2.797.117 19,2 10,3 64,5 48,1 16,3 41,5ITALIA 106.276 7.444.103 125.827 23.606.017 69.970 29.615.431 35,2 12,3 41,7 38,9 23,2 48,8

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici co-munali (E)

(a) I comuni compresi in più di una zona altimetrica sono classificati in un’unica zona, sulla base del criterio della prevalenza della superficie. Cfr. glossario.(b) A seguito della istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), in provincia di

Bologna, avvenuta mediante fusione di cinque comuni, appartenenti a zone altimetriche diverse, per il criterio della prevalenza della superficie, la percentuale di territorio collinare complessivo passa dal 41,64 al 41,65 per cento, mentre il territorio di pianura dal 23,17 al 23,16 per cento.

Page 12: TERRITORIO - Istat2 A seguito della istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), in provincia di Bologna, avvenuta

22 23ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

Tavola 1.3 Superficie territoriale, popolazione residente e densità dei comuni litoranei e non litoranei e lunghezza della linea litoranea delle sezioni di censimento per regione Anno 2015, superficie territoriale in km2

ANNI REGIONI

Lunghezza delle sezioni

litoranee (km)

Valori assoluti Valori percentuali

Comuni litoranei Comuni non litoranei Comuni litoranei Comuni non litoraneiSuperfi-

ciePopola-

zione Densità

(a)Superfi-

ciePopola-

zione Densità

(a)Superfi-

cie Popola-

zioneSuperfi-

cie Popola-

zione

2011 - 43.084 16.658.184 387 258.989 42.775.560 165 14,3 28,0 85,7 72,02012 - 43.084 16.698.076 388 258.989 42.987.151 166 14,3 28,0 85,7 72,02013 8.970 43.084 17.245.981 400 258.989 43.536.687 168 14,3 28,4 85,7 71,62014 8.970 43.084 17.257.360 401 258.989 43.538.252 168 14,3 28,4 85,7 71,6

2015 - PER REGIONE

Piemonte - - - - 25.387 4.404.246 173 - - 100,0 100,0Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste - - - - 3.261 127.329 39 - - 100,0 100,0Liguria 571 1.322 1.265.106 957 4.094 305.947 75 24,4 80,5 75,6 19,5Lombardia - - - - 23.864 10.008.349 419 - - 100,0 100,0Trentino-A. Adige/ Südtirol - - - - 13.606 1.059.114 78 - - 100,0 100,0Bolzano/Bozen - - - - 7.398 520.891 70 - - 100,0 100,0Trento - - - - 6.207 538.223 87 - - 100,0 100,0Veneto 172 1.655 423.810 256 16.753 4.491.313 268 9,0 8,6 91,0 91,4Friuli-Venezia Giulia 169 396 278.604 703 7.466 942.614 126 5,0 22,8 95,0 77,2Emilia-Romagna 166 1.523 523.112 343 20.930 3.925.034 188 6,8 11,8 93,2 88,2Toscana 717 3.174 858.073 270 19.813 2.886.325 146 13,8 22,9 86,2 77,1Umbria - - - - 8.464 891.181 105 - - 100,0 100,0Marche 217 964 594.628 617 8.437 949.124 112 10,3 38,5 89,7 61,5Lazio 425 3.541 3.673.587 1.037 13.691 2.214.885 162 20,5 62,4 79,5 37,6Abruzzo 157 639 443.109 693 10.193 883.404 87 5,9 33,4 94,1 66,6Molise 42 261 51.945 199 4.200 260.082 62 5,9 16,6 94,1 83,4Campania 578 1.748 2.166.948 1.240 11.923 3.683.902 309 12,8 37,0 87,2 63,0Puglia 1.041 5.993 1.722.909 287 13.548 2.354.257 174 30,7 42,3 69,3 57,7Basilicata 66 697 69.669 100 9.376 504.025 54 6,9 12,1 93,1 87,9Calabria 789 5.143 1.121.304 218 10.079 849.217 84 33,8 56,9 66,2 43,1Sicilia 1.731 8.574 3.161.056 369 17.258 1.913.205 111 33,2 62,3 66,8 37,7Sardegna 2.128 7.453 861.749 116 16.647 796.389 48 30,9 52,0 69,1 48,0Nord-ovest 571 1.322 1.265.106 957 56.606 14.845.871 262 2,3 7,9 97,7 92,1Nord-est 507 3.574 1.225.526 343 58.754 10.418.075 177 5,7 10,5 94,3 89,5Centro 1.359 7.680 5.126.288 668 50.405 6.941.515 138 13,2 42,5 86,8 57,5Sud 2.673 14.482 5.575.884 385 59.318 8.534.887 144 19,6 39,5 80,4 60,5Isole 3.860 16.027 4.022.805 251 33.906 2.709.594 80 32,1 59,8 67,9 40,2ITALIA 8.970 43.084 17.215.609 400 258.989 43.449.942 168 14,3 28,4 85,7 71,6

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comu-nali (E); Basi territoriali per i Censimenti 2010-2011 (R)

(a) La densità è data dal rapporto tra la popolazione residente e la superficie in km2.

Tavola 1.4 Movimenti sismici con magnitudo uguale o superiore a 4,0 per classe di magnitudo Anni 1986-2015

ANNIClassi di magnitudo

Totale4,0 - 4,4 4,5 - 4,9 5,0 - 5,4 5,5 - 5,9 > 5,9

1986 10 3 - - - 131987 11 3 - - - 141988 10 - - - - 101989 5 2 - - - 71990 10 1 2 - - 131991 5 4 1 - - 101992 5 3 - - - 81993 8 2 - - - 101994 7 2 2 - - 111995 10 2 - - - 121996 7 2 - - - 91997 26 5 3 3 - 371998 15 5 1 3 - 241999 8 2 - - - 102000 21 4 - - - 252001 9 - 2 - - 112002 26 6 2 1 - 352003 16 4 2 - - 222004 9 2 3 - - 142005 11 5 1 - - 172006 12 3 - 1 - 162007 13 3 - - - 162008 12 1 2 - - 152009 38 7 6 1 1 532010 13 1 1 - - 152011 12 4 - - - 162012 34 12 8 2 - 562013 19 5 2 - - 262014 12 1 2 - - 152015 11 3 - - - 14

Fonte: Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv)

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24 25ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

Tavola 1.5 Comuni e densità per classe di superficie territoriale e regione Anno 2015

ANNI REGIONI

Classi di superficie territoriale (in km2)Totale

Fino a 10,00 10,01-20,00 20,01-60,00 60,01-200,00 Oltre 200,00Comuni Densità

(a)Comuni Densità

(a)Comuni Densità

(a)Comuni Densità

(a)Comuni Densità

(a)Comuni Densità

(a)

2011 1.728 539 2.055 271 2.979 172 1.179 162 151 211 8.092 1972012 1.728 543 2.055 273 2.979 173 1.179 163 151 212 8.092 1982013 1.728 548 2.053 276 2.979 175 1.179 166 151 220 8.090 2012014 1.717 551 2.039 277 2.967 175 1.183 166 151 220 8.057 201

2015 - PER REGIONE

Piemonte 408 149 411 152 319 148 67 235 1 461 1.206 173Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 8 153 13 65 37 69 14 11 2 10 74 39Liguria 58 337 86 201 78 200 12 93 1 2.441 235 290Lombardia 732 712 465 403 284 264 45 554 3 20 1.529 419Trentino-A. Adige/Südtirol 63 145 69 96 120 128 68 53 6 17 326 78Bolzano/Bozen 9 260 14 125 49 175 38 35 6 17 116 70Trento 54 130 55 88 71 91 30 78 - - 210 87Veneto 42 403 206 336 269 251 58 246 4 246 579 267Friuli-Venezia Giulia 15 258 57 236 111 176 32 109 1 21 216 155Emilia-Romagna 8 742 16 612 189 195 116 153 11 320 340 198Toscana 5 834 21 475 104 222 133 161 16 84 279 163Umbria 1 110 7 99 38 80 35 69 11 154 92 105Marche 20 369 71 230 99 151 43 166 3 76 236 164Lazio 27 163 100 215 176 184 67 189 8 1.041 378 342Abruzzo 24 231 81 128 158 131 41 98 1 147 305 122Molise 2 25 35 52 85 74 14 69 - - 136 70Campania 161 1.505 139 578 214 241 36 443 - - 550 428Puglia 26 445 40 359 97 263 72 202 23 169 258 209Basilicata - - 6 46 57 53 61 55 7 69 131 57Calabria 40 262 88 143 227 116 50 119 4 240 409 129Sicilia 51 899 64 383 141 183 104 209 30 141 390 196Sardegna 22 187 56 60 163 66 117 67 19 76 377 69Nord-ovest 1.206 485 975 274 718 194 138 297 7 455 3.044 278Nord-est 128 297 348 290 689 201 274 141 22 226 1.461 187Centro 53 298 199 246 417 177 278 157 38 355 985 208Sud 253 1.010 389 304 838 159 274 165 35 158 1.789 191Isole 73 680 120 227 304 119 221 134 49 118 767 135ITALIA 1.713 552 2.031 277 2.966 175 1.185 166 151 220 8.046 201

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici co-munali (E)

(a) La densità è data dal rapporto tra la popolazione residente e la superficie in km2.

Tavola 1.6 Comuni, superficie territoriale, popolazione residente e densità per classe di ampiezza demografica e regione Anno 2015

ANNI REGIONI

Classi di ampiezza demografica

Piccoli - fino a 5.000 abitanti Medi - da 5.001 a 250.000 abitanti Grandi - oltre 250.000 abitantiComuni Superficie

(%) Popola-

zione (%)Densità

(a)Comuni Superficie

(%) Popola-

zione (%)Densità

(a)Comuni Superficie

(%) Popola-

zione (%)Densità

(a)

2011 5.698 54,4 17,3 63 2.382 44,5 67,9 300 12 1,1 14,8 2.6782012 5.693 54,5 17,2 63 2.387 44,5 68,0 302 12 1,1 14,8 2.6952013 5.680 54,4 16,9 62 2.398 44,5 67,9 307 12 1,1 15,3 2.8312014 5.638 54,2 16,6 62 2.407 44,7 68,1 307 12 1,1 15,3 2.835

2015 - PER REGIONE

Piemonte 1.071 78,6 29,4 65 134 20,9 50,3 418 1 0,5 20,2 6.850Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 73 99,3 73,0 29 1 0,7 27,0 1.608 - - - -Liguria 184 72,1 15,7 63 50 23,5 46,9 580 1 4,4 37,3 2.441Lombardia 1.063 63,4 21,1 139 465 35,8 65,5 767 1 0,8 13,4 7.408Trentino-Alto Adige/Südtirol 289 78,6 42,9 43 37 21,4 57,1 208 - - - -Bolzano/Bozen 95 74,3 39,9 38 21 25,7 60,1 165 - - - -Trento 194 83,7 45,9 48 16 16,3 54,1 288 - - - -Veneto 307 42,5 15,6 98 270 54,2 73,8 364 2 3,3 10,6 849Friuli-Venezia Giulia 154 69,8 23,2 52 62 30,2 76,8 396 - - - -Emilia-Romagna 149 38,8 8,6 44 190 60,6 82,7 270 1 0,6 8,7 2.745Toscana 126 39,9 8,0 33 152 59,6 81,8 223 1 0,4 10,2 3.741Umbria 60 39,1 14,3 39 32 60,9 85,7 148 - - - -Marche 171 54,2 21,8 66 65 45,8 78,2 280 - - - -Lazio 252 43,2 7,6 60 125 49,3 43,7 303 1 7,5 48,6 2.225Abruzzo 249 70,0 26,1 46 56 30,0 73,9 302 - - - -Molise 125 81,9 48,3 41 11 18,1 51,7 200 - - - -Campania 335 59,0 11,6 84 214 40,1 71,7 765 1 0,9 16,6 8.184Puglia 86 14,4 5,4 79 171 85,0 86,6 212 1 0,6 8,0 2.780Basilicata 101 61,3 34,0 32 30 38,7 66,0 97 - - - -Calabria 324 66,8 32,1 62 85 33,2 67,9 264 - - - -Sicilia 205 33,4 9,8 58 183 65,2 70,7 213 2 1,3 19,5 2.879Sardegna 314 70,2 31,3 31 63 29,8 68,7 159 - - - -Nord-ovest 2.391 72,9 23,3 89 650 26,1 59,2 630 3 1,0 17,5 5.114Nord-est 899 52,5 16,2 58 559 46,3 76,0 306 3 1,2 7,8 1.203Centro 609 43,1 10,1 48 374 54,5 63,0 240 2 2,4 26,9 2.337Sud 1.220 52,1 15,8 58 567 47,6 75,0 301 2 0,3 9,2 5.501Isole 519 51,2 15,1 40 246 48,1 70,2 197 2 0,7 14,7 2.879ITALIA 5.638 54,3 16,6 62 2.396 44,6 68,1 306 12 1,1 15,3 2.828

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E)

(a) La densità è data dal rapporto tra la popolazione residente e la superficie in km2.

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26 27ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

Tavola 1.7 Comuni, superficie territoriale, popolazione residente e densità per grado di urbanizzazione dei comuni e regione Anno 2015, valori percentuali sul rispettivo totale

ANNI REGIONI

Grado di urbanizzazione

Basso Medio Alto

Comuni (%)

Superficie (%)

Popola- zione (%)

Densità (a)

Comuni (%)

Superficie (%)

Popola- zione (%)

Densità (a)

Comuni (%)

Superficie (%)

Popola- zione (%)

Densità (a)

2011 67,9 72,5 24,7 67 28,7 22,7 42,6 369 3,3 4,8 32,8 1.3362012 67,9 72,5 24,6 67 28,7 22,7 42,6 372 3,3 4,8 32,8 1.3432013 67,9 72,5 24,3 67 28,7 22,7 42,4 376 3,3 4,8 33,3 1.3902014 67,9 72,5 24,2 67 28,7 22,7 42,4 377 3,4 4,8 33,3 1.391

2015 - PER REGIONE

Piemonte 81,3 79,0 28,7 63 18,4 19,3 45,9 413 0,3 1,7 25,3 2.589Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 86,5 94,2 50,7 21 13,5 5,8 49,3 332 - - - -Liguria 64,7 67,1 11,5 50 33,6 25,3 37,8 434 1,7 7,6 50,7 1.929Lombardia 44,7 58,0 11,7 85 47,1 34,2 47,7 585 8,2 7,8 40,6 2.184Trentino-Alto Adige/Südtirol 86,5 90,7 47,5 41 12,9 7,8 31,4 315 0,6 1,5 21,1 1.065Bolzano/Bozen 87,9 93,5 50,2 38 11,2 5,8 29,4 354 0,9 0,7 20,4 2.036Trento 85,7 87,4 44,8 44 13,8 10,0 33,4 288 0,5 2,5 21,8 743Veneto 52,2 52,2 19,8 101 47,0 43,3 61,3 378 0,9 4,6 18,9 1.101Friuli-Venezia Giulia 70,8 75,3 28,0 58 27,8 22,4 42,9 297 1,4 2,3 29,1 1.966Emilia-Romagna 72,4 71,1 30,2 84 25,0 18,4 33,9 365 2,6 10,5 35,9 677Toscana 65,6 73,8 25,1 55 31,9 23,2 47,7 335 2,5 3,0 27,2 1.482Umbria 87,0 78,0 48,1 65 10,9 14,2 20,7 154 2,2 7,8 31,2 419Marche 77,5 73,3 32,3 72 21,6 24,0 55,1 376 0,8 2,7 12,7 777Lazio 79,4 68,8 19,7 98 20,1 22,1 29,6 456 0,5 9,1 50,8 1.911Abruzzo 89,5 84,1 40,8 59 10,2 15,6 50,1 394 0,3 0,3 9,1 3.522Molise 96,3 93,7 60,1 45 2,9 5,0 24,0 335 0,7 1,3 15,8 881Campania 53,5 68,0 13,2 83 31,1 22,1 27,2 526 15,5 9,9 59,6 2.581Puglia 44,6 53,0 26,9 106 53,1 40,5 51,7 267 2,3 6,5 21,4 684Basilicata 96,9 93,2 72,4 44 1,5 1,2 5,3 252 1,5 5,6 22,2 225Calabria 82,2 79,1 42,7 70 17,1 18,4 40,0 282 0,7 2,6 17,3 876Sicilia 62,3 68,3 23,1 66 36,4 28,6 49,3 338 1,3 3,1 27,6 1.741Sardegna 89,4 84,1 46,3 38 10,1 13,3 36,7 190 0,5 2,6 17,0 446Nord-ovest 61,8 70,1 16,7 66 33,9 25,2 46,3 510 4,4 4,7 37,1 2.209Nord-est 67,3 70,3 27,1 72 31,4 23,9 46,2 361 1,3 5,8 26,7 864Centro 75,7 72,9 25,1 71 22,9 21,7 37,8 362 1,3 5,4 37,1 1.416Sud 71,3 73,7 27,3 71 23,2 21,3 37,3 334 5,5 5,0 35,4 1.361Isole 75,6 75,9 28,8 51 23,5 21,2 46,2 293 0,9 2,9 25,0 1.172ITALIA 67,9 72,5 24,2 67 28,7 22,7 42,5 376 3,4 4,8 33,4 1.389

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali (E); Eurostat

(a) La densità è data dal rapporto tra la popolazione residente e la superficie in km2.

Tavola 1.8 Comuni e popolazione di alcuni comuni capoluogo di provincia per cintura urbana Anni 2001, 2011 e 2015

COMUNI CAPOLUOGO Comuni Popolazione Variazioni percentuali Densità

al 2015 (a)2001 2011 2015 2011/2001 2015/2011

COMUNI CAPOLUOGO

Ancona 1 100.507 100.497 100.861 .. 0,4 808Bari 1 316.532 315.933 326.344 -0,2 3,3 2.780Bologna 1 371.217 371.337 386.663 .. 4,1 2.745Cagliari 1 164.249 149.883 154.460 -8,7 3,1 1.817Catania 1 306.464 293.902 314.555 -4,1 7,0 1.720Firenze 1 356.118 358.079 382.808 0,6 6,9 3.741Genova 1 610.307 586.180 586.655 -4,0 0,1 2.441Milano 1 1.256.211 1.242.123 1.345.851 -1,1 8,4 7.408Napoli 1 1.004.500 962.003 974.074 -4,2 1,3 8.184Palermo 1 686.722 657.561 674.435 -4,2 2,6 4.200Reggio di Calabria 1 180.353 180.817 183.035 0,3 1,2 766Roma 1 2.546.804 2.617.175 2.864.731 2,8 9,5 2.225Torino 1 865.263 872.367 890.529 0,8 2,1 6.850Trieste 1 209.520 202.123 204.420 -3,5 1,1 2.402Venezia 1 271.073 261.362 263.352 -3,6 0,8 633Verona 1 243.474 252.520 258.765 3,7 2,5 1.301

I CINTURA URBANA

Ancona 8 77.950 85.266 86.790 9,4 1,8 364Bari 10 244.507 253.779 255.804 3,8 0,8 579Bologna 10 167.414 183.516 189.886 9,6 3,5 394Cagliari 8 192.547 209.971 213.907 9,0 1,9 527Catania 12 230.523 251.679 257.813 9,2 2,4 386Firenze 6 186.726 194.496 199.928 4,2 2,8 661Genova 16 65.483 66.330 65.162 1,3 -1,8 134Milano 23 596.109 604.568 628.655 1,4 4,0 2.811Napoli 14 537.747 545.329 552.693 1,4 1,4 4.399Palermo 8 111.147 129.547 135.037 16,6 4,2 193Reggio di Calabria 12 39.651 37.605 37.869 -5,2 0,7 134Roma 29 541.617 690.941 750.150 27,6 8,6 637Torino 14 372.252 408.578 414.089 9,8 1,3 1.459Trieste 5 31.051 30.478 30.454 -1,8 -0,1 239Venezia 12 244.343 263.341 268.125 7,8 1,8 368Verona 16 183.275 207.999 212.555 13,5 2,2 444

II CINTURA URBANA

Ancona 9 119.011 126.424 126.263 6,2 -0,1 301Bari 15 328.564 343.833 346.429 4,6 0,8 230Bologna (b) 14 140.146 165.212 190.105 17,9 15,1 169Cagliari 13 65.657 72.776 80.365 10,8 10,4 73Catania 26 399.082 417.929 424.606 4,7 1,6 202Firenze 12 315.979 344.142 354.980 8,9 3,1 349Genova 29 81.098 82.378 80.648 1,6 -2,1 101Milano 24 414.190 437.008 611.690 5,5 40,0 1.833Napoli 13 436.311 467.936 485.662 7,2 3,8 2.516Palermo 25 261.287 283.532 289.795 8,5 2,2 200Reggio di Calabria 7 29.788 29.148 29.015 -2,1 -0,5 93Roma 31 286.208 358.419 429.804 25,2 19,9 319Torino 26 233.074 262.042 268.917 12,4 2,6 525Trieste 2 27.803 28.482 29.662 2,4 4,1 634Venezia 23 266.230 295.212 298.271 10,9 1,0 291Verona 26 130.050 157.295 162.791 20,9 3,5 193

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R); Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comu-nali (E); Basi territoriali per i Censimenti 2010-2011(R)

(a) La densità è data dal rapporto tra la popolazione residente e la superficie in km2.(b) A seguito dell’istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), mediante fusione

dei comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano, Monteveglio e Savigno, la seconda cintura urbana di Bologna ha subito un significativo incremento demografico.

Page 15: TERRITORIO - Istat2 A seguito della istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), in provincia di Bologna, avvenuta

28 29ANNUARIO STATISTICO ITALIANO | 2016 1 | TERRITORIO

Tavola 1.9 Sistemi locali del lavoro, popolazione residente e dimensione media dei Sll per ripartizione geografica e gruppo di specializzazione prevalente (a) (b) Anno 2015

GRUPPI DI SPECIALIZZAZIONE PREVALENTE

Nord-ovest Nord-est Centro

Numero di Sll Popola- zione

dei Sll (comp.

%)

Dimen- sione

media dei Sll

(n. medio di

comuni)

Numero di Sll Popola- zione

dei Sll (comp.

%)

Dimen- sione

media dei Sll

(n. medio di

comuni)

Numero di Sll Popola- zione

dei Sll (comp.

%)

Dimen- sione

media dei Sll

(n. medio di

comuni)

V. a. Comp. %

V. a. Comp. %

V. a. Comp. %

SISTEMI NON SPECIALIZZATI - - - - - - - - 4 3,8 0,5 4Sistemi non specializzati - - - - - - - - 4 3,8 0,5 4SISTEMI NON MANIFATTURIERI 35 33,0 40,0 25 48 40,3 45,9 12 34 32,4 54,4 11Sistemi urbani 14 13,2 36,3 44 15 12,6 37,7 21 18 17,1 51,8 16Sistemi urbani ad alta specializzazione 2 1,9 24,6 117 2 1,7 9,4 22 1 1,0 31,5 89Sistemi urbani pluri-specializzati 4 3,8 3,4 48 10 8,4 20,8 24 7 6,7 11,9 9Sistemi urbani prevalentemente portuali 4 3,8 6,7 19 3 2,5 7,5 10 4 3,8 3,4 4Sistemi urbani non specializzati 4 3,8 1,6 28 - - - - 6 5,7 5,1 19Altri sistemi non manifatturieri 21 19,8 3,7 13 33 27,7 8,2 8 16 15,2 2,6 5Sistemi turistici 21 19,8 3,7 13 30 25,2 6,9 8 11 10,5 1,5 5Sistemi a vocazione agricola - - - - 3 2,5 1,3 6 5 4,8 1,1 5SISTEMI DEL MADE IN ITALY 34 32,1 21,2 27 58 48,7 47,9 13 50 47,6 28,8 8Sistemi del tessile, abbigliamento e cuoio 12 11,3 11,7 32 8 6,7 5,6 11 26 24,8 15,1 8Sistemi del tessile e dell’abbigliamento 11 10,4 10,6 32 5 4,2 3,2 11 10 9,5 6,6 8Sistemi delle pelli e del cuoio 1 0,9 1,0 28 3 2,5 2,4 10 16 15,2 8,5 9Altri sistemi del made in Italy 22 20,8 9,5 25 50 42,0 42,3 13 24 22,9 13,7 8Sistemi della fabbricazione di macchine 13 12,3 6,5 26 18 15,1 17,0 13 4 3,8 1,0 6Sistemi del legno e dei mobili 1 0,9 0,2 6 17 14,3 14,9 13 9 8,6 5,7 9Sistemi dell’agro-alimentare 7 6,6 2,6 28 9 7,6 6,6 13 8 7,6 5,0 9

Sistemi dei gioielli, degli occhiali e degli strumenti musicali 1 0,9 0,2 13 6 5,0 3,9 14 3 2,9 2,1 6

SISTEMI DELLA MANIFATTURA PESANTE 37 34,9 38,8 33 13 10,9 6,2 12 17 16,2 16,3 11Sistemi della manifattura pesante 37 34,9 38,8 33 13 10,9 6,2 12 17 16,2 16,3 11Sistemi dei mezzi di trasporto 5 4,7 13,2 53 1 0,8 0,4 32 2 1,9 2,2 25

Sistemi della produzione e lavorazione dei metalli 18 17,0 12,4 27 4 3,4 1,2 13 4 3,8 2,4 9Sistemi dei materiali da costruzione - - - - 6 5,0 2,5 8 7 6,7 2,9 4

Sistemi della petrolchimica e della farmaceutica 14 13,2 13,3 35 2 1,7 2,1 10 4 3,8 8,8 18TOTALE 106 100.0 100,0 29 119 100.0 100,0 12 105 100.0 100,0 9

Fonte: Istat,15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni al 9 ottobre 2011 (R); Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R)(a) La nuova partizione dei sistemi locali del lavoro è stata definita nel 2011, in occasione del 15° Censimento della popolazione.(b) I Sll composti da comuni appartenenti a più regioni sono attribuiti alla regione del comune che assegna il nome al Sll.

Tavola 1.9 segue Sistemi locali del lavoro, popolazione residente e dimensione media dei Sll per ripartizione geografi-ca e gruppo di specializzazione prevalente (a) (b) Anno 2015

GRUPPI DI SPECIALIZZAZIONE PREVALENTE

Sud Isole Italia

Numero di Sll Popola- zione

dei Sll (comp.

%)

Dimen- sione

media dei Sll

(n. medio di

comuni)

Numero di Sll Popola- zione

dei Sll (comp.

%)

Dimen- sione

media dei Sll

(n. medio di

comuni)

Numero di Sll Popola- zione

dei Sll (comp.

%)

Dimen- sione

media dei Sll

(n. medio di

comuni)

V. a. Comp. %

V. a. Comp. %

V. a. Comp. %

SISTEMI NON SPECIALIZZATI 64 37,4 15,8 7 45 40,9 19,6 5 113 18,5 5,9 6Sistemi non specializzati 64 37,4 15,8 7 45 40,9 19,6 5 113 18,5 5,9 6SISTEMI NON MANIFATTURIERI 54 31,6 56,8 13 53 48,2 71,2 8 224 36,7 51,4 13Sistemi urbani 25 14,6 50,4 22 19 17,3 56,6 10 91 14,9 45,2 21Sistemi urbani ad alta specializzazione - - - - - - - - 5 0,8 14,6 73Sistemi urbani pluri-specializzati 9 5,3 14,8 30 3 2,7 19,9 24 33 5,4 12,9 25

Sistemi urbani prevalentemente portuali 6 3,5 25,1 18 2 1,8 17,4 12 19 3,1 11,6 14Sistemi urbani non specializzati 10 5,8 10,6 18 14 12,7 19,3 7 34 5,6 6,0 14Altri sistemi non manifatturieri 29 17,0 6,4 6 34 30,9 14,7 7 133 21,8 6,2 8Sistemi turistici 17 9,9 3,3 5 5 4,5 1,6 5 84 13,7 3,6 8Sistemi a vocazione agricola 12 7,0 3,1 7 29 26,4 13,0 8 49 8,0 2,6 7SISTEMI DEL MADE IN ITALY 43 25,1 19,6 9 4 3,6 0,9 8 189 30,9 25,2 13Sistemi del tessile, abbigliamento e cuoio 13 7,6 7,0 7 1 0,9 0,4 11 60 9,8 8,8 13Sistemi del tessile e dell’abbigliamento 8 4,7 3,5 8 1 0,9 0,4 11 35 5,7 5,6 16Sistemi delle pelli e del cuoio 5 2,9 3,5 6 - - - 25 4,1 3,2 9Altri sistemi del made in Italy 30 17,5 13 9 3 2,7 0,5 7 129 21,1 16,4 13Sistemi della fabbricazione di macchine - - - - - - - - 35 5,7 5,2 17Sistemi del legno e dei mobili 4 2,3 1,6 5 - - - - 31 5,1 4,4 11Sistemi dell’agro-alimentare 26 15,2 11,1 10 3 2,7 0,5 7 53 8,7 5,6 13

Sistemi dei gioielli, degli occhiali e degli strumenti musicali - - - - - - - - 10 1,6 1,2 11SISTEMI DELLA MANIFATTURA PESANTE 10 5,8 7,7 22 8 7,3 8,3 8 85 13,9 17,5 22Sistemi della manifattura pesante 10 5,8 7,7 22 8 7,3 8,3 8 85 13,9 17,5 22Sistemi dei mezzi di trasporto 6 3,5 3,8 27 1 0,9 1,0 10 15 2,5 5,0 35

Sistemi della produzione e lavorazione dei metalli 2 1,2 3,0 18 1 0,9 1,0 9 29 4,7 4,8 21Sistemi dei materiali da costruzione 1 0,6 0,3 18 3 2,7 2,5 6 17 2,8 1,4 7

Sistemi della petrolchimica e della farmaceutica 1 0,6 0,6 5 3 2,7 3,8 7 24 3,9 6,3 25TOTALE 171 100,0 100,0 10 110 100,0 100,0 7 611 100,0 100,0 13

Fonte: Istat, 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni al 9 ottobre 2011 (R); Movimento e calcolo della popolazione residente annuale (R)(a) La nuova partizione dei sistemi locali del lavoro è stata definita nel 2011, in occasione del 15° Censimento della popolazione.(b) I Sll composti da comuni appartenenti a più regioni sono attribuiti alla regione del comune che assegna il nome al Sll.

Page 16: TERRITORIO - Istat2 A seguito della istituzione del nuovo comune di Valsamoggia (legge regionale 7 febbraio 2013, n. 1, in vigore dal 1° gennaio 2014), in provincia di Bologna, avvenuta