TERMOLI · Ma come ce po' arruenà stu paèse ca te 'u sòle e 'u märe ca so na meravijje?...

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TERMOLI NEL TUNNEL Difendiamo il volto della nostra città, insieme.

Transcript of TERMOLI · Ma come ce po' arruenà stu paèse ca te 'u sòle e 'u märe ca so na meravijje?...

TERMOLINEL TUNNELDifendiamo il volto della nostra città, insieme.

Tunnel si, tunnel no,quiste gnòrsìjie 'u fatte d'auanne.Marcandonie, ce vo mettedinde a nicchie a tutte quànde.'U mazzemarille, vicchie du mestïreca stä sèmpe ammizze comme geveddïha fatte du cùnde, du righe,accungiäte, addrezzäte e a ditte:-embè ce po fä'.'U büche vè accunge accungeproprie abbàsce 'u pùrte.I ternïse? So quesquijje.Tande ce säa pagà so i termelise.I màchene frastìre n'hanne passà cchiùsotto 'u murajjone.Se vu vedè Tèrmelec'afarécce mbacce jia camenä'-.Me sende abbresciä' l'àneme.

Ma come ce po' arruenàstu paèseca te 'u sòle e 'u märeca so na meravijje?Marcandonie, sinde a me, assafä'.Ne fä' 'u cucciüte.L'assepijjatutte ne fä pe Tèrmele.Sime giovéne ancora,pe ji sottatèrrece sta tìmbe.

Poesia di Antonietta Siviero

:POESIA U’ TUNNEL

CHI SIAMO E PERCHÉDICIAMO NO AL TUNNEL

Siamo cittadini termolesi che considerano la città e il territorio un bene comune irrinunciabile, e di conseguenza non accettano di venire esclusi in maniera arbitraria e autoritaria dalle decisioni che riguardano questo bene e vanno a cambiare in modo irreversibile il volto del luogo che abitiamo.Per questo nel 2015 ci siamo riuniti in due comitati, Termoli Decide e PartecipaTermoli, e abbiamo poi coinvolto altre associazioni nella nostra battaglia di democrazia partecipata.

Siamo convinti che crescita e progresso non significhino necessariamente cemento e affari, e che il distacco dei cittadini dalla politica (intesa come vita della città) si possa curare solo coinvolgendo gli abitanti del territorio nelle scelte e costruendo insieme un’idea organica e condivisa di città.Progetti totalmente e profondamente estranei al sentire comune, come il tunnel e tutto ciò che questa

dicitura nasconde, non possono che provocare spaesamento, cioè la sensazione di aver perso il proprio paese, reso irriconoscibile da questa gigantesca speculazione.

E’ a questo che ci opponiamo e su questo chiamiamo a raccolta tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e il territorio.

STORIA DI UN PROGETTODEVASTANTE E ANTISTORICO

L’idea di realizzare un tunnel di collegamento tra il porto e il lungomare Cristoforo Colombo non è nuova, ma nessuno ha mai valutato seriamente i rischi di un intervento su un tessuto urbano fragile e delicato come quello del Borgo Antico.La nostra storia comincia nel marzo 2015, quando la Regione mette a disposizione del Comune di Termoli 5 milioni di euro per opere di viabilità: si può passare da idea a progetto. Manca più della metà dei fondi necessari. Ma che diamine, non è un problema, c’è la “Finanza di Progetto”!La cosa funziona così: un finanziatore privato si accolla una parte del costo di costruzione di un’opera pubblica, e poi ricava un consistente guadagno gestendo direttamente l’opera realizzata per un certo numero di anni.Ma il tunnel non basta, perché non si può far pagare un pedaggio a chi lo attraversa. Così si aggiunge il parcheggio sotterraneo di piazza S. Antonio e il

recupero del parcheggio di Pozzo Dolce. Quindi, nuovo progetto. E il finanziatore privato? L’Amministrazione comunale ha la “fortuna” di trovarselo già sul posto, ancora prima che la Regione approvi il nuovo progetto: De Francesco, la cui impresa sta ultimando in quel momento i lavori di rifacimento del Corso nazionale.Solo che lui non trova economicamente conveniente la cosa: allora ci si allarga a tutta l’area di Pozzo Dolce.Siamo al terzo progetto, e questa volta al tunnel e ai parcheggi sotterranei si aggiungono : residence , locali commerciali, una sala fitness, una sala polifunzionale . Incredibilmente, tutto questo viene dato o direttamente in proprietà alla ditta (residence, locali commerciali, area di ristorazione, sala fitness, bar) o in diritto di superficie a tempo indeterminato, o ancora in proprietà sotto altra forma (sala polifunzionale e due piani di parcheggi).

la Regione finanzia prima solo il tunnel e successivamente (3 agosto 2015) dà l’assenso alla modifica dell’intervento (tunnel più parcheggi sotterranei). Siamo ancora nell’ambito di un’opera pubblica. Ma il terzo progetto va ben oltre l’opera pubblica. Nessun assenso è finora stato dato dalla Regione, e non crediamo che possa essere concesso, visto che il progetto deve essere approvato unitariamente, e ora contiene troppi elementi che pubblici non sono. Oltretutto, tutta questa folle avventura parte da una colossale bugia, cioè che i finanziamenti regionali fossero vincolati a nuove infrastrutture, come l’Amministrazione Comunale continua a sostenere. Invece, come hanno fatto tanti altri comuni, potevano essere impiegati per migliorare la viabilità esistente; e sappiamo bene quanto bisogno ce ne sia a Termoli!Questa, in breve, la storia del più devastante scempio edilizio che si sta per abbattere su Termoli, e che da oltre un anno e mezzo i comitati cittadini cercano di bloccare.

L’idea di realizzare un tunnel di collegamento tra il porto e il lungomare Cristoforo Colombo non è nuova, ma nessuno ha mai valutato seriamente i rischi di un intervento su un tessuto urbano fragile e delicato come quello del Borgo Antico.La nostra storia comincia nel marzo 2015, quando la Regione mette a disposizione del Comune di Termoli 5 milioni di euro per opere di viabilità: si può passare da idea a progetto. Manca più della metà dei fondi necessari. Ma che diamine, non è un problema, c’è la “Finanza di Progetto”!La cosa funziona così: un finanziatore privato si accolla una parte del costo di costruzione di un’opera pubblica, e poi ricava un consistente guadagno gestendo direttamente l’opera realizzata per un certo numero di anni.Ma il tunnel non basta, perché non si può far pagare un pedaggio a chi lo attraversa. Così si aggiunge il parcheggio sotterraneo di piazza S. Antonio e il

recupero del parcheggio di Pozzo Dolce. Quindi, nuovo progetto. E il finanziatore privato? L’Amministrazione comunale ha la “fortuna” di trovarselo già sul posto, ancora prima che la Regione approvi il nuovo progetto: De Francesco, la cui impresa sta ultimando in quel momento i lavori di rifacimento del Corso nazionale.Solo che lui non trova economicamente conveniente la cosa: allora ci si allarga a tutta l’area di Pozzo Dolce.Siamo al terzo progetto, e questa volta al tunnel e ai parcheggi sotterranei si aggiungono : residence , locali commerciali, una sala fitness, una sala polifunzionale . Incredibilmente, tutto questo viene dato o direttamente in proprietà alla ditta (residence, locali commerciali, area di ristorazione, sala fitness, bar) o in diritto di superficie a tempo indeterminato, o ancora in proprietà sotto altra forma (sala polifunzionale e due piani di parcheggi).

la Regione finanzia prima solo il tunnel e successivamente (3 agosto 2015) dà l’assenso alla modifica dell’intervento (tunnel più parcheggi sotterranei). Siamo ancora nell’ambito di un’opera pubblica. Ma il terzo progetto va ben oltre l’opera pubblica. Nessun assenso è finora stato dato dalla Regione, e non crediamo che possa essere concesso, visto che il progetto deve essere approvato unitariamente, e ora contiene troppi elementi che pubblici non sono. Oltretutto, tutta questa folle avventura parte da una colossale bugia, cioè che i finanziamenti regionali fossero vincolati a nuove infrastrutture, come l’Amministrazione Comunale continua a sostenere. Invece, come hanno fatto tanti altri comuni, potevano essere impiegati per migliorare la viabilità esistente; e sappiamo bene quanto bisogno ce ne sia a Termoli!Questa, in breve, la storia del più devastante scempio edilizio che si sta per abbattere su Termoli, e che da oltre un anno e mezzo i comitati cittadini cercano di bloccare.

CHI CI GUADAGNA? DITTA DE FRANCESCO

Immobili in proprietà per attività ricettive- 10 unità abitative disposte su 2 livelli sotto piazza Sant'Antonio- Ampia area attività di ristorazione (zona pozzo dolce)- Sala fitness (zona pozzo dolce)- 2 bar (zona pozzo dolce)

Immobili in proprietà per attività commerciali- 10 locali commerciali su 3 livelli- 3 magazzini a servizio dei locali commerciali- 3 aree esterne di pertinenza alle attività commerciali

Immobili in diritto di superficie a tempo indeterminato- Sala polifunzionale (auditorium) in zona pozzo dolce- 2 piani di parcheggi sotto piazza Sant'Antonio (1°P: 85 box e 5 stalli auto, 2°P: 104 stalli auto)

Immobili in diritto di superficie a tempo determinato (30 anni)- 3 piani di parcheggi con un totale di 480 stalli auto e 72 stalli moto- 750 stalli auto nell'area in superficie fino alla ferrovia- Nuova piazza di Pozzo Dolce e nuova Piazza Sant'Antonio

Altri ulteriori introiti- Diritto alla vendita di spazi per fini pubblicitari (totem, espositori, cartelli...), senza l'applicazione della tassa di pubblicità per l'affissione degli stessi.

CHI CI GUADAGNA? COMUNE

Immobili in proprietà a scadenza della concessione trentennale- 3 piani di parcheggi con un totale di 480 stalli auto e 72 stalli moto- Le due nuove piazze (Pozzo Dolce, Sant'Antonio)

Oneri a carico del comune- Manutenzione straordinaria di tutti gli immobili e le superfici esterne che rimarranno di proprietà del Comune- Manutenzione ordinaria e straordinaria del Tunnel- Spese di concessione demaniale, costi di realizzazione e di manutenzione della rotatoria all'ingresso del Tunnel lato porto

IL PROGETTO

Planimetria del 1° livello del parcheggio multipiano (quota +4.15) in gestione trentennale (in giallo) e dei locali tecnici delle attività commerciali (in rosso) di proprietà della ditta De Francesco Costruzioni

Planimetria del 2° livello del parcheggio multipiano (quota +7.15) in gestione trentennale (in giallo) e dei magazzini dei locali commerciali di proprietà (in rosso) della ditta De Francesco Costruzioni

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IL PROGETTO

Planimetria del 3° livello del parcheggio multipiano (quota +10.15) in gestione trentennale (in giallo), del ristorante e dei locali commerciali di proprietà (in rosso) della ditta De Francesco Costruzioni.

Planimetria del 4° livello del parcheggio multipiano (quota +13.35) e dell’auditorium in diritto di superficie a tempo indeterminato (in verde) alla ditta De Francesco Costruzioni. I locali commerciali e le strutture ricettive (in rosso) saranno di proprietà della ditta.

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IL PROGETTO

Planimetria del 5° livello del parcheggio multipiano (quota +16.55) in diritto di superficie a tempo indeterminato (in verde) e del 2° piano delle strutture ricettive di proprietà (in rosso) della dittaDe Francesco Costruzioni.

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REFERENDUM EDIBATTITO PUBBLICO

Termoli è per una volta capofila del progresso democratico: è infatti uno dei pochi comuni in Italia, e l’unico in Molise, il cui regolamento preveda la possibilità del referendum cittadino, sia pure solo consultivo. Ci è stata data, dunque, l’opportunità di dire chiaramente sì o no a quesiti di interesse rilevante per la comunità.

Peccato che alla prima richiesta di attuare il referendum, appunto sul tunnel, la risposta dell’amministrazione sia stata una serie di ostacoli, lungaggini burocratiche appositamente messe in campo, boicottaggi più o meno palesi, voto contrario in commissione sull’ammissibilità del referendum e infine bocciatura totale del quesito in Consiglio Comunale (anche questo estorto dopo insisten ze di mesi).

Invece del Referendum, alla città è stato poi offerto un desolante teatrino, quello che hanno chiamato “dibattito pubblico”: nulla a che vedere, però, con il Débat Public francese, modello di partecipazione. Al contrario, una consultazione che non prevede la possibilità di rifiutare l’opera, pagata scandalosamente dalla ditta che realizzerà l’opera, con un garante nominato dal comune (parte in causa), aperta quando la gara d’appalto è già stata eseguita! Una presa in giro offensiva che dovrebbe, nelle parole dell’amministrazione, essere esempio di partecipazione alle scelte e garantire la democrazia…

La vicenda del referendum negato e la beffa del “dibattito pubblico” costituiscono evidentemente il primo, pericolosissimo atto di un copione che prevede l’esproprio totale del territorio, con possibilità di vendita di pezzi di città, la

manipolazione cosciente della volontà dei cittadini, considerati burattini idioti, e la loro definitiva esclusione dai processi di gestione del luogo che vivono.

E’ per questo che la battaglia per fermare i tunnel è un cammino verso un obiettivo fondamentale: riprenderci il territorio e la possibilità di gestirlo in modo democratico e partecipato, scegliendo insieme se e come intervenire su di esso.

Termoli è per una volta capofila del progresso democratico: è infatti uno dei pochi comuni in Italia, e l’unico in Molise, il cui regolamento preveda la possibilità del referendum cittadino, sia pure solo consultivo. Ci è stata data, dunque, l’opportunità di dire chiaramente sì o no a quesiti di interesse rilevante per la comunità.

Peccato che alla prima richiesta di attuare il referendum, appunto sul tunnel, la risposta dell’amministrazione sia stata una serie di ostacoli, lungaggini burocratiche appositamente messe in campo, boicottaggi più o meno palesi, voto contrario in commissione sull’ammissibilità del referendum e infine bocciatura totale del quesito in Consiglio Comunale (anche questo estorto dopo insisten ze di mesi).

Invece del Referendum, alla città è stato poi offerto un desolante teatrino, quello che hanno chiamato “dibattito pubblico”: nulla a che vedere, però, con il Débat Public francese, modello di partecipazione. Al contrario, una consultazione che non prevede la possibilità di rifiutare l’opera, pagata scandalosamente dalla ditta che realizzerà l’opera, con un garante nominato dal comune (parte in causa), aperta quando la gara d’appalto è già stata eseguita! Una presa in giro offensiva che dovrebbe, nelle parole dell’amministrazione, essere esempio di partecipazione alle scelte e garantire la democrazia…

La vicenda del referendum negato e la beffa del “dibattito pubblico” costituiscono evidentemente il primo, pericolosissimo atto di un copione che prevede l’esproprio totale del territorio, con possibilità di vendita di pezzi di città, la

manipolazione cosciente della volontà dei cittadini, considerati burattini idioti, e la loro definitiva esclusione dai processi di gestione del luogo che vivono.

E’ per questo che la battaglia per fermare i tunnel è un cammino verso un obiettivo fondamentale: riprenderci il territorio e la possibilità di gestirlo in modo democratico e partecipato, scegliendo insieme se e come intervenire su di esso.

ECCO LE IRREGOLARITA’ DENUNCIATE

1) La delibera n. 50 del 17 marzo 2015, con la quale la Giunta Comunale di Termoli ha incaricato l’Ing. Matteo Caruso, dirigente del settore Lavori Pubblici, della redazione del progetto preliminare per l ‘utilizzo dei 5 milioni di euro assegnati dalla Regione, è da considerarsi gravemente irregolare e probabilmente in contrasto con il Codice degli appalti, perché:

a) il parere di regolarità tecnica alla base della delibera è stato rilasciato proprio dall’ingegner Caruso, che risulta tecnico incaricato della delibera per la progettazione;

b) l’ingegner Caruso è nominato inoltre Responsabile Unico del Procedimento, e come tale ha il potere di scegliere anche i professionisti esterni che avranno funzioni di supporto e progettazione: sul dirigente dei Lavori Pubblici vengono a confluire diversi ruoli,

con grande confusione e conflitto di interessi; il DPR 207/2010 vieta espressamente che il responsabile del procedimento possa svolgere le funzioni di progettista o di direttore dei lavori nel caso di interventi di importo superiore a € 500.000,00, somma qui abbondantemente superata;

c) non viene chiesto il parere anticipato del servizio tecnico finanziario, necessario per utilizzare denaro del Comune; d) Viene concessa al responsabile del procedimento (sempre la stessa persona) l’autorizzazione a stipulare contratti entro i 40.000 euro per indagini geologiche e antisimiche, la cui regolarità ed efficacia saranno attestate sempre da lui stesso: chiaramente illegale.Per le analisi, inoltre, viene fissato un limite temporale ridicolo, 30 giorni, che non consentirà mai accertamenti precisi e approfonditi.

ATTO DI SIGNIFICAZIONE O DIFFIDA

2) Anche la successiva delibera di Giunta del 25 giugno 2016, che approva in via preliminare il progetto del tunnel, appare vistosamente incompleta e priva dei pareri e delle autorizzazioni degli organi competenti per quanto attiene alle zone faunistiche paesaggistiche e protette e alle aree con vincolo idrogeologico e archeologico che il progetto va a toccare.

3) Questa delibera contiene anche punti contraddittori, segnalati alla Corte dei Conti, nell’individuazione delle risorse necessarie: prima di parla di risorse comunali e poi viene previsto l’intervento di terzi per un cofinanziamento. L’individuazione del cofinanziatore viene naturalmente affidata al responsabile unico del procedimento.

4) Ma la cosa più grave è il fatto che fino a questo punto negli atti si parla solo di tunnel; solo il 27 luglio 2015 la Giunta chiede alla Regione, con delibera n.196, la riformulazione dell’intervento introducendo il parcheggio multipiano in Piazza Sant’Antonio e il recupero del parcheggio multipiano di”Pozzo

Dolce”. Anche questa decisione è stata presa dal dirigente Lavori Pubblici, nonché Responsabile Unico de Procedimento, nonché incaricato del parere tecnico (ovviamente favorevole!).Qui comincia a definirsi un intervento completamente diverso da quello del semplice tunnel, e per capire i giochi dobbiamo tornare ad una delibera del settembre 2014, che autorizzava il tecnico comunale a iniziare la ricerca di un cofinanziatore per realizzare appunto i due parcheggi: qui compare per la prima volta la magica parola “riqualificazione “ urbana e ambientale della superficie di Piazza S.Antonio con il litorale nord.E’ evidente che tutto questo non era sicuramente assimilabile alla costruzione del tunnel né poteva essere visto come ad esso collegato. Invece nella delibera del luglio 2016 i due interventi vengono definiti opere strategiche e complementari, e viene introdotta la metodica della finanza di progetto. Si tratta chiaramente di una illegittimità, perché i due progetti sono nettamente distinti, e servono quindi ex novo tutte le autorizzazioni richieste per il solo tunnel, già in parte mancanti..

5) Il promotore finanziario per il progetto viene cercato prima che la Regione approvi il progetto. Negli atti deliberativi del responsabile del procedimento non viene indicata la data dell’avviso per la ricerca del cofinanziatore, né i termini di pubblicazione e presentazione della proposta. Non si sa quindi se è stato rispettato il principio della massima partecipazione e concorrenza, e guarda caso perviene una sola proposta! Per di più esaminata e dichiarata di pubblica utilità sempre dal solito ingegnere responsabile unico del procedimento.E’ chiaro che la brevità del tempo per la presentazione dell’offerta, i vincoli territoriali, la complessità dei siti coinvolti hanno fatto sì che nessun altra ditta presentasse proposte

6) La gara per l’affidamento si apre il 25 novembre, con scadenza 3 febbraio; il promotore (ditta De Francesco) è avvantaggiato perché conosce bene il progetto a base d’asta.

7) Ma il progetto definitivo presentato è diverso da quello originario, e viene nominata una commissione, scelta e presieduta dal Segretario Comunale, per valutare l’offerta.Dai verbali di commissione risultano gravi erroneità di procedura, difformità gravi rispetto al progetto originario, che avrebbero richiesto nuove autorizzazioni e nuove indagini idrogeologiche e archeologiche. La commissione conclude facendo rilevare che la ditta non ha chiarito le osservazioni formulate e che sussistono criticità paesaggistiche, culturali, architettoniche e archeologiche da risolvere. Risulta quindi chiaro a tutti che il progetto era irregolare, non attuabile e non aggiudicabile

8) La zona interessata dal progetto poggia su base granitica, come rilevato in passato, e manca l’indagine geomorfologica attinente.

9) la zona tocca il Borgo Vecchio, tutelato dalla Soprintendenza, che non ha rilasciato alcuna autorizzazione.

10) L’intervento è in totale contrasto con il Piano del Traffico redatto dall’Arch. D’Errico, regolarmente affidato e depositato al Comune, che non può essere ignorato né risulta oggetto di variante.

11) Manca la modifica di destinazione d’uso per la zona di Pozzo Dolce, nonché la variante al PRG (di competenza del Consiglio Comunale, mai convocato) e le analisi geomorfologiche e archeologiche della zona.

12) E’ stata impedita per mesi la convocazione del Consiglio Comunale, come pure la consultazione dei cittadini a mezzo referendum consultivo.

ECCO LE IRREGOLARITA’ DENUNCIATE

1) La delibera n. 50 del 17 marzo 2015, con la quale la Giunta Comunale di Termoli ha incaricato l’Ing. Matteo Caruso, dirigente del settore Lavori Pubblici, della redazione del progetto preliminare per l ‘utilizzo dei 5 milioni di euro assegnati dalla Regione, è da considerarsi gravemente irregolare e probabilmente in contrasto con il Codice degli appalti, perché:

a) il parere di regolarità tecnica alla base della delibera è stato rilasciato proprio dall’ingegner Caruso, che risulta tecnico incaricato della delibera per la progettazione;

b) l’ingegner Caruso è nominato inoltre Responsabile Unico del Procedimento, e come tale ha il potere di scegliere anche i professionisti esterni che avranno funzioni di supporto e progettazione: sul dirigente dei Lavori Pubblici vengono a confluire diversi ruoli,

con grande confusione e conflitto di interessi; il DPR 207/2010 vieta espressamente che il responsabile del procedimento possa svolgere le funzioni di progettista o di direttore dei lavori nel caso di interventi di importo superiore a € 500.000,00, somma qui abbondantemente superata;

c) non viene chiesto il parere anticipato del servizio tecnico finanziario, necessario per utilizzare denaro del Comune; d) Viene concessa al responsabile del procedimento (sempre la stessa persona) l’autorizzazione a stipulare contratti entro i 40.000 euro per indagini geologiche e antisimiche, la cui regolarità ed efficacia saranno attestate sempre da lui stesso: chiaramente illegale.Per le analisi, inoltre, viene fissato un limite temporale ridicolo, 30 giorni, che non consentirà mai accertamenti precisi e approfonditi.

2) Anche la successiva delibera di Giunta del 25 giugno 2016, che approva in via preliminare il progetto del tunnel, appare vistosamente incompleta e priva dei pareri e delle autorizzazioni degli organi competenti per quanto attiene alle zone faunistiche paesaggistiche e protette e alle aree con vincolo idrogeologico e archeologico che il progetto va a toccare.

3) Questa delibera contiene anche punti contraddittori, segnalati alla Corte dei Conti, nell’individuazione delle risorse necessarie: prima di parla di risorse comunali e poi viene previsto l’intervento di terzi per un cofinanziamento. L’individuazione del cofinanziatore viene naturalmente affidata al responsabile unico del procedimento.

4) Ma la cosa più grave è il fatto che fino a questo punto negli atti si parla solo di tunnel; solo il 27 luglio 2015 la Giunta chiede alla Regione, con delibera n.196, la riformulazione dell’intervento introducendo il parcheggio multipiano in Piazza Sant’Antonio e il recupero del parcheggio multipiano di”Pozzo

Dolce”. Anche questa decisione è stata presa dal dirigente Lavori Pubblici, nonché Responsabile Unico de Procedimento, nonché incaricato del parere tecnico (ovviamente favorevole!).Qui comincia a definirsi un intervento completamente diverso da quello del semplice tunnel, e per capire i giochi dobbiamo tornare ad una delibera del settembre 2014, che autorizzava il tecnico comunale a iniziare la ricerca di un cofinanziatore per realizzare appunto i due parcheggi: qui compare per la prima volta la magica parola “riqualificazione “ urbana e ambientale della superficie di Piazza S.Antonio con il litorale nord.E’ evidente che tutto questo non era sicuramente assimilabile alla costruzione del tunnel né poteva essere visto come ad esso collegato. Invece nella delibera del luglio 2016 i due interventi vengono definiti opere strategiche e complementari, e viene introdotta la metodica della finanza di progetto. Si tratta chiaramente di una illegittimità, perché i due progetti sono nettamente distinti, e servono quindi ex novo tutte le autorizzazioni richieste per il solo tunnel, già in parte mancanti..

5) Il promotore finanziario per il progetto viene cercato prima che la Regione approvi il progetto. Negli atti deliberativi del responsabile del procedimento non viene indicata la data dell’avviso per la ricerca del cofinanziatore, né i termini di pubblicazione e presentazione della proposta. Non si sa quindi se è stato rispettato il principio della massima partecipazione e concorrenza, e guarda caso perviene una sola proposta! Per di più esaminata e dichiarata di pubblica utilità sempre dal solito ingegnere responsabile unico del procedimento.E’ chiaro che la brevità del tempo per la presentazione dell’offerta, i vincoli territoriali, la complessità dei siti coinvolti hanno fatto sì che nessun altra ditta presentasse proposte

6) La gara per l’affidamento si apre il 25 novembre, con scadenza 3 febbraio; il promotore (ditta De Francesco) è avvantaggiato perché conosce bene il progetto a base d’asta.

7) Ma il progetto definitivo presentato è diverso da quello originario, e viene nominata una commissione, scelta e presieduta dal Segretario Comunale, per valutare l’offerta.Dai verbali di commissione risultano gravi erroneità di procedura, difformità gravi rispetto al progetto originario, che avrebbero richiesto nuove autorizzazioni e nuove indagini idrogeologiche e archeologiche. La commissione conclude facendo rilevare che la ditta non ha chiarito le osservazioni formulate e che sussistono criticità paesaggistiche, culturali, architettoniche e archeologiche da risolvere. Risulta quindi chiaro a tutti che il progetto era irregolare, non attuabile e non aggiudicabile

8) La zona interessata dal progetto poggia su base granitica, come rilevato in passato, e manca l’indagine geomorfologica attinente.

9) la zona tocca il Borgo Vecchio, tutelato dalla Soprintendenza, che non ha rilasciato alcuna autorizzazione.

10) L’intervento è in totale contrasto con il Piano del Traffico redatto dall’Arch. D’Errico, regolarmente affidato e depositato al Comune, che non può essere ignorato né risulta oggetto di variante.

11) Manca la modifica di destinazione d’uso per la zona di Pozzo Dolce, nonché la variante al PRG (di competenza del Consiglio Comunale, mai convocato) e le analisi geomorfologiche e archeologiche della zona.

12) E’ stata impedita per mesi la convocazione del Consiglio Comunale, come pure la consultazione dei cittadini a mezzo referendum consultivo.

ECCO LE IRREGOLARITA’ DENUNCIATE

1) La delibera n. 50 del 17 marzo 2015, con la quale la Giunta Comunale di Termoli ha incaricato l’Ing. Matteo Caruso, dirigente del settore Lavori Pubblici, della redazione del progetto preliminare per l ‘utilizzo dei 5 milioni di euro assegnati dalla Regione, è da considerarsi gravemente irregolare e probabilmente in contrasto con il Codice degli appalti, perché:

a) il parere di regolarità tecnica alla base della delibera è stato rilasciato proprio dall’ingegner Caruso, che risulta tecnico incaricato della delibera per la progettazione;

b) l’ingegner Caruso è nominato inoltre Responsabile Unico del Procedimento, e come tale ha il potere di scegliere anche i professionisti esterni che avranno funzioni di supporto e progettazione: sul dirigente dei Lavori Pubblici vengono a confluire diversi ruoli,

con grande confusione e conflitto di interessi; il DPR 207/2010 vieta espressamente che il responsabile del procedimento possa svolgere le funzioni di progettista o di direttore dei lavori nel caso di interventi di importo superiore a € 500.000,00, somma qui abbondantemente superata;

c) non viene chiesto il parere anticipato del servizio tecnico finanziario, necessario per utilizzare denaro del Comune; d) Viene concessa al responsabile del procedimento (sempre la stessa persona) l’autorizzazione a stipulare contratti entro i 40.000 euro per indagini geologiche e antisimiche, la cui regolarità ed efficacia saranno attestate sempre da lui stesso: chiaramente illegale.Per le analisi, inoltre, viene fissato un limite temporale ridicolo, 30 giorni, che non consentirà mai accertamenti precisi e approfonditi.

2) Anche la successiva delibera di Giunta del 25 giugno 2016, che approva in via preliminare il progetto del tunnel, appare vistosamente incompleta e priva dei pareri e delle autorizzazioni degli organi competenti per quanto attiene alle zone faunistiche paesaggistiche e protette e alle aree con vincolo idrogeologico e archeologico che il progetto va a toccare.

3) Questa delibera contiene anche punti contraddittori, segnalati alla Corte dei Conti, nell’individuazione delle risorse necessarie: prima di parla di risorse comunali e poi viene previsto l’intervento di terzi per un cofinanziamento. L’individuazione del cofinanziatore viene naturalmente affidata al responsabile unico del procedimento.

4) Ma la cosa più grave è il fatto che fino a questo punto negli atti si parla solo di tunnel; solo il 27 luglio 2015 la Giunta chiede alla Regione, con delibera n.196, la riformulazione dell’intervento introducendo il parcheggio multipiano in Piazza Sant’Antonio e il recupero del parcheggio multipiano di”Pozzo

Dolce”. Anche questa decisione è stata presa dal dirigente Lavori Pubblici, nonché Responsabile Unico de Procedimento, nonché incaricato del parere tecnico (ovviamente favorevole!).Qui comincia a definirsi un intervento completamente diverso da quello del semplice tunnel, e per capire i giochi dobbiamo tornare ad una delibera del settembre 2014, che autorizzava il tecnico comunale a iniziare la ricerca di un cofinanziatore per realizzare appunto i due parcheggi: qui compare per la prima volta la magica parola “riqualificazione “ urbana e ambientale della superficie di Piazza S.Antonio con il litorale nord.E’ evidente che tutto questo non era sicuramente assimilabile alla costruzione del tunnel né poteva essere visto come ad esso collegato. Invece nella delibera del luglio 2016 i due interventi vengono definiti opere strategiche e complementari, e viene introdotta la metodica della finanza di progetto. Si tratta chiaramente di una illegittimità, perché i due progetti sono nettamente distinti, e servono quindi ex novo tutte le autorizzazioni richieste per il solo tunnel, già in parte mancanti..

5) Il promotore finanziario per il progetto viene cercato prima che la Regione approvi il progetto. Negli atti deliberativi del responsabile del procedimento non viene indicata la data dell’avviso per la ricerca del cofinanziatore, né i termini di pubblicazione e presentazione della proposta. Non si sa quindi se è stato rispettato il principio della massima partecipazione e concorrenza, e guarda caso perviene una sola proposta! Per di più esaminata e dichiarata di pubblica utilità sempre dal solito ingegnere responsabile unico del procedimento.E’ chiaro che la brevità del tempo per la presentazione dell’offerta, i vincoli territoriali, la complessità dei siti coinvolti hanno fatto sì che nessun altra ditta presentasse proposte

6) La gara per l’affidamento si apre il 25 novembre, con scadenza 3 febbraio; il promotore (ditta De Francesco) è avvantaggiato perché conosce bene il progetto a base d’asta.

7) Ma il progetto definitivo presentato è diverso da quello originario, e viene nominata una commissione, scelta e presieduta dal Segretario Comunale, per valutare l’offerta.Dai verbali di commissione risultano gravi erroneità di procedura, difformità gravi rispetto al progetto originario, che avrebbero richiesto nuove autorizzazioni e nuove indagini idrogeologiche e archeologiche. La commissione conclude facendo rilevare che la ditta non ha chiarito le osservazioni formulate e che sussistono criticità paesaggistiche, culturali, architettoniche e archeologiche da risolvere. Risulta quindi chiaro a tutti che il progetto era irregolare, non attuabile e non aggiudicabile

8) La zona interessata dal progetto poggia su base granitica, come rilevato in passato, e manca l’indagine geomorfologica attinente.

9) la zona tocca il Borgo Vecchio, tutelato dalla Soprintendenza, che non ha rilasciato alcuna autorizzazione.

10) L’intervento è in totale contrasto con il Piano del Traffico redatto dall’Arch. D’Errico, regolarmente affidato e depositato al Comune, che non può essere ignorato né risulta oggetto di variante.

11) Manca la modifica di destinazione d’uso per la zona di Pozzo Dolce, nonché la variante al PRG (di competenza del Consiglio Comunale, mai convocato) e le analisi geomorfologiche e archeologiche della zona.

12) E’ stata impedita per mesi la convocazione del Consiglio Comunale, come pure la consultazione dei cittadini a mezzo referendum consultivo.

ECCO LE IRREGOLARITA’ DENUNCIATE

1) La delibera n. 50 del 17 marzo 2015, con la quale la Giunta Comunale di Termoli ha incaricato l’Ing. Matteo Caruso, dirigente del settore Lavori Pubblici, della redazione del progetto preliminare per l ‘utilizzo dei 5 milioni di euro assegnati dalla Regione, è da considerarsi gravemente irregolare e probabilmente in contrasto con il Codice degli appalti, perché:

a) il parere di regolarità tecnica alla base della delibera è stato rilasciato proprio dall’ingegner Caruso, che risulta tecnico incaricato della delibera per la progettazione;

b) l’ingegner Caruso è nominato inoltre Responsabile Unico del Procedimento, e come tale ha il potere di scegliere anche i professionisti esterni che avranno funzioni di supporto e progettazione: sul dirigente dei Lavori Pubblici vengono a confluire diversi ruoli,

con grande confusione e conflitto di interessi; il DPR 207/2010 vieta espressamente che il responsabile del procedimento possa svolgere le funzioni di progettista o di direttore dei lavori nel caso di interventi di importo superiore a € 500.000,00, somma qui abbondantemente superata;

c) non viene chiesto il parere anticipato del servizio tecnico finanziario, necessario per utilizzare denaro del Comune; d) Viene concessa al responsabile del procedimento (sempre la stessa persona) l’autorizzazione a stipulare contratti entro i 40.000 euro per indagini geologiche e antisimiche, la cui regolarità ed efficacia saranno attestate sempre da lui stesso: chiaramente illegale.Per le analisi, inoltre, viene fissato un limite temporale ridicolo, 30 giorni, che non consentirà mai accertamenti precisi e approfonditi.

2) Anche la successiva delibera di Giunta del 25 giugno 2016, che approva in via preliminare il progetto del tunnel, appare vistosamente incompleta e priva dei pareri e delle autorizzazioni degli organi competenti per quanto attiene alle zone faunistiche paesaggistiche e protette e alle aree con vincolo idrogeologico e archeologico che il progetto va a toccare.

3) Questa delibera contiene anche punti contraddittori, segnalati alla Corte dei Conti, nell’individuazione delle risorse necessarie: prima di parla di risorse comunali e poi viene previsto l’intervento di terzi per un cofinanziamento. L’individuazione del cofinanziatore viene naturalmente affidata al responsabile unico del procedimento.

4) Ma la cosa più grave è il fatto che fino a questo punto negli atti si parla solo di tunnel; solo il 27 luglio 2015 la Giunta chiede alla Regione, con delibera n.196, la riformulazione dell’intervento introducendo il parcheggio multipiano in Piazza Sant’Antonio e il recupero del parcheggio multipiano di”Pozzo

Dolce”. Anche questa decisione è stata presa dal dirigente Lavori Pubblici, nonché Responsabile Unico de Procedimento, nonché incaricato del parere tecnico (ovviamente favorevole!).Qui comincia a definirsi un intervento completamente diverso da quello del semplice tunnel, e per capire i giochi dobbiamo tornare ad una delibera del settembre 2014, che autorizzava il tecnico comunale a iniziare la ricerca di un cofinanziatore per realizzare appunto i due parcheggi: qui compare per la prima volta la magica parola “riqualificazione “ urbana e ambientale della superficie di Piazza S.Antonio con il litorale nord.E’ evidente che tutto questo non era sicuramente assimilabile alla costruzione del tunnel né poteva essere visto come ad esso collegato. Invece nella delibera del luglio 2016 i due interventi vengono definiti opere strategiche e complementari, e viene introdotta la metodica della finanza di progetto. Si tratta chiaramente di una illegittimità, perché i due progetti sono nettamente distinti, e servono quindi ex novo tutte le autorizzazioni richieste per il solo tunnel, già in parte mancanti..

5) Il promotore finanziario per il progetto viene cercato prima che la Regione approvi il progetto. Negli atti deliberativi del responsabile del procedimento non viene indicata la data dell’avviso per la ricerca del cofinanziatore, né i termini di pubblicazione e presentazione della proposta. Non si sa quindi se è stato rispettato il principio della massima partecipazione e concorrenza, e guarda caso perviene una sola proposta! Per di più esaminata e dichiarata di pubblica utilità sempre dal solito ingegnere responsabile unico del procedimento.E’ chiaro che la brevità del tempo per la presentazione dell’offerta, i vincoli territoriali, la complessità dei siti coinvolti hanno fatto sì che nessun altra ditta presentasse proposte

6) La gara per l’affidamento si apre il 25 novembre, con scadenza 3 febbraio; il promotore (ditta De Francesco) è avvantaggiato perché conosce bene il progetto a base d’asta.

7) Ma il progetto definitivo presentato è diverso da quello originario, e viene nominata una commissione, scelta e presieduta dal Segretario Comunale, per valutare l’offerta.Dai verbali di commissione risultano gravi erroneità di procedura, difformità gravi rispetto al progetto originario, che avrebbero richiesto nuove autorizzazioni e nuove indagini idrogeologiche e archeologiche. La commissione conclude facendo rilevare che la ditta non ha chiarito le osservazioni formulate e che sussistono criticità paesaggistiche, culturali, architettoniche e archeologiche da risolvere. Risulta quindi chiaro a tutti che il progetto era irregolare, non attuabile e non aggiudicabile

8) La zona interessata dal progetto poggia su base granitica, come rilevato in passato, e manca l’indagine geomorfologica attinente.

9) la zona tocca il Borgo Vecchio, tutelato dalla Soprintendenza, che non ha rilasciato alcuna autorizzazione.

10) L’intervento è in totale contrasto con il Piano del Traffico redatto dall’Arch. D’Errico, regolarmente affidato e depositato al Comune, che non può essere ignorato né risulta oggetto di variante.

11) Manca la modifica di destinazione d’uso per la zona di Pozzo Dolce, nonché la variante al PRG (di competenza del Consiglio Comunale, mai convocato) e le analisi geomorfologiche e archeologiche della zona.

12) E’ stata impedita per mesi la convocazione del Consiglio Comunale, come pure la consultazione dei cittadini a mezzo referendum consultivo.

La strada che porta all’approvazione del progetto definitivo è ancora lunga.Mancano ancora:

1) la variante al Piano Regolatore2) il Piano Urbano del Traffico,3) la Valutazione di Impatto Ambientale,4) le autorizzazioni e i pareri di vari Enti, tra cui la Soprintendenza ai Beni archeologici e al Paesaggio.

Oltre all’Atto di Significazione inviato a 23 enti istituzionali, noi comitati continueremo a denunciare in tutte le sedi possibili le mille illegittimità commesse in tutta la procedura.

Ma ora tocca ai Cittadini di Termoli: dobbiamo tutti far sentire forte la nostra voce per indurre l’Amministrazione comunale a rinunciare al progetto, se teniamo alla nostra storia e ai luoghi che costituiscono la nostra identità, e se crediamo che il

territorio e la sua gestione appartengano a noi.Da qui l’idea di una grande manifestazione popolare di carattere regionale Per dire No al Tunnel, ma anche per esigere che lo strumento del Referendum, che Termoli è l’unico comune ad avere ma che ci è stato impedito, sia allargato a tutti i paesi e alla Regione.E per chiedere con forza che la Regione approvi immediatamente una Legge Urbanistica che riporti ogni intervento di trasformazione del territorio ad un’ottica di pianificazione condivisa e di controllo pubblico. Se la legge, che il Molise è l’unica regione a non avere, fosse esistita, questa folle storia non sarebbe mai nemmeno cominciata.

COSA FARE!

Grazie, informarsi è essenziale.