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Sommario

PREMESSA ................................................................................................................................................. 2

CALCOLO PUNTEGGIO CRITERI DI VALUTAZIONE......................................................................... 3

FINALITA’ DELL’INTERVENTO ............................................................................................................. 4

ANALISI STRUTTURALI E CRITICITA’ ................................................................................................ 6

STATO DI FATTO ...................................................................................................................................... 8

CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE ................................................................................................. 10

Realizzazione di rinforzo armatura longitudinale ................................................................................... 10

Rinforzi Locali ....................................................................................................................................... 11

Rinforzo nodi in c.a ................................................................................................................................ 11

Rinforzo dei pilastri in c.a. ..................................................................................................................... 13

Rinforzi dei solai .................................................................................................................................... 14

ADEGUAMENTO IMPIANTISTICO ....................................................................................................... 16

Impianti Antincendio .............................................................................................................................. 16

L’impianto elettrico ................................................................................................................................ 18

INVOLUCRO EDILIZIO .......................................................................................................................... 23

OPERE DI FINITURA............................................................................................................................... 28

INDAGINE TERMOGRAFICA ................................................................................................................ 29

Report sull’attività di indagine ............................................................................................................... 30

RIFERIMENTI LEGISLATIVI ................................................................................................................. 33

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PREMESSA

L’Amministrazione comunale di Longobucco (CS) intende effettuare il seguente

“INTERVENTO DI ADEGUAMENTO SISMICO ED IMPIANTISTICO CON MIGLIORAMENTO

DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DELL’EDIFICIO SCOLASTICO STATALE SANTA

CROCE” in via Matinata a LONGOBUCCO.

L’edificio ospita una scuola omnicomprensiva (Asilo Nido/Scuola Primaria/Istituto di

Istruzione Superiore) che necessita improcrastinabilmente di un adeguamento sismico

ed impiantistico.

Sulle indicazione del progetto definitivo, è stato realizzato un Progetto ESECUTIVO ai

sensi dell’art. 23 del D. Lgs. 50/2016, da allegare alla “MANIFESTAZIONE DI INTERESSE

PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI FINALIZZATI ALLA ESECUZIONE DI INTERVENTI DI

ADEGUAMENTO SISMICO O, EVENTUALMENTE, DI DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE

DEGLI EDIFICI SCOLASTICI” in scadenza il 30.03.2017, bando D.G.R. n. 427 del 10 nov

2016.

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CALCOLO PUNTEGGIO CRITERI DI VALUTAZIONE

- α coefficiente di sicurezza: 0.199;

- Numero studenti scuola: 178;

- Costo dell’intervento: Euro 1.800.253,27

- Livello Progettuale: Progetto ESECUTIVO

- Numero di impianti adeguati: 4

- PSI: punteggio secondo Protocollo ITACA: 2,6

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FINALITA’ DELL’INTERVENTO

Con il progetto esecutivo si intende principalmente effettuare l’adeguamento sismico

delle strutture dell’edificio scolastico, e secondariamente effettuare l’adeguamento di

impianti tecnologici ed involucro edilizio per garantire migliori condizioni di sicurezza e

confort mediante i seguenti interventi:

- Adeguamento sismico delle strutture portanti con operazioni di rinforzo e

consolidamento statico;

- Adeguamento antincendio con la realizzazione di apprestamenti antincendio;

- Adeguamento impianto elettrico con apparecchi luminosi a basso consumo,

linee schermate e quadri elettrici a norma;

- Adeguamento impianto idraulico-sanitario con la realizzazione di impianto

idrico sanitario a basso impatto ambientale e del tipo a risparmio idrico;

- Adeguamento impianto di riscaldamento con impianto radiante a bassa

temperatura in modo da garantire condizioni di benessere elevate agli utenti

e assicurare un notevole risparmio energetico;

- Riqualificazione energetica dell’involucro edilizio, mediante i seguenti

interventi:

a. Isolamento termico (verticale opaco) mediante il sistema accoppiato

“cappotto esterno - rinforzo” esterno con pannelli in materiale

riciclato con λ = 0,0037 e rete di rinforzo strutturale in fibra di vetro;

b. Isolamento termico (orizzontale) mediante l’installazione di pannelli

coibentati nell’estradosso dei solai e nell’ultimo solaio di copertura;

c. Isolamento termico (verticale lucido) mediante la sostituzione degli

infissi esistenti, l’installazione di infissi a doppio taglio termico con

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vetrate termoisolanti del tipo basso emissivo e sistemi di schermature

solari.

- Opere di finitura per il ripristino delle condizioni di agibilità e accessibilità dei

locali interessati dai lavori di consolidamento statico e adeguamento degli

impianti tecnoilogici.

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ANALISI STRUTTURALI E CRITICITA’

Il complesso scolastico è costituito da tre piani fuori terra, adibito a scuola Materna a

piano terra, Elementare al primo piano e ad istituto Professionale al piano terzo. Il

complesso scolastico è fondamentale per gli abitanti del centro storico di

Longobucco(CS). L’edificio è interamente delimitato con appositi cancelli d’ingresso e

mura di cinta ed è ubicata in Catasto al foglio n°76 particella n°1460.

All’interno dell’area scuola è presente l’unico edificio oggetto d’intervento. L’edificio

strutturalmente presenta una struttura in c.a., costruito negli anni 1960 con solai gettati

in opera in c.a., reticolo di travi e pilastri poggiante su una fondazione a sezione

rettangolare.

L’edificio presenta allo stato attuale avvallamenti non trascurabili ai solai di luce più

grande, inoltre dal progetto simulato con le norme e i materiali presunti dell’epoca,

risultano sotto le azioni sismiche di progetto, molti nodi strutturali risultano non

adeguatamente armati, alcuni pilastri hanno necessità di essere rinforzati alle

sollecitazioni taglianti, i solaio sono deformati e vanno assolutamente rinforzati.

Con il presente progetto è stata rivista completamente la struttura portante, e riportata

la stessa a norma ai sensi delle NTC 2008 e della Circolare 617/2009 considerando che

l’edificio ricade in zona sismica 2 con classe d’uso 3. I livelli di sicurezza sismica raggiunti

garantiranno il TOTALE ADEGUAMENTO delle strutture alle azioni SISMICHE previste

per l’area in questione.

Il presente progetto, nella parte strutturale, è redatto in conformità alle Norme Tecniche

Costruzioni 2008 e alla Circolare 617/2009, con riferimento alle Prescrizioni tecniche e i

parametri per gli interventi di miglioramento sismico di edifici esistenti.

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Si è affrontata la progettazione strutturale come intervento poco invasivo, rispettoso

dell’esistente, improntato all’ADEGUAMENTO SISMICO del comportamento globale

della struttura prevedendo però la conservazione dei materiali e delle tipologie

strutturali esistenti. L’intervento di progetto risulta così, perfettamente compatibile.

Non sono previsti demolizioni di strutture murarie portanti esistenti. Si procederà

all’adeguamento degli elementi strutturali con l’impiego di fibro-rinforzati in carbonio.

I solai di luce più grande (L=8.00 ml), invece saranno rinforzati con la creazione di un

reticolo di acciaio posto all’intradosso con la funzione di sostenere il solaio stesso.

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STATO DI FATTO

La struttura risale agli anni 60, e tecnici autorevoli locali riferiscono che con molta

probabilità è la prima struttura in c.a. realizzata a Longobucco.

Dalle indagini sulla struttura non emergono segni evidenti di dissesto sulle travi e pilastri,

emergono invece degli avvallamenti evidenti ai solai di luce più grande, in particolare i

solai dell’atrio centrale, che presentano una luce libera netta di 8.00 ml.

La verifica della struttura è stata condotta creando un modello matematico 3D con

elementi FRAME rappresentando le travi ei pilastri. Il suolo di fondazione è stato

discretizzato come trave su suolo elastico. Dall’analisi dello stato di fatto sono emerse

diverse aste con armatura insufficiente a sopportare i carichi sismici previsti dalla

Normativa attualmente vigente NTC 2008. Inoltre i livelli di PGA sono molto contenuti.

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In particolare è emerso:

- Inadeguata armatura longitudinale dei pilastri più sollecitati dei portali

trasversali in prossimità dei nodi;

- Inadeguata armatura trasversale dei pilastri più sollecitati dei portali in

prossimità dei nodi;

- Eccessiva deformabilità dei solai di luce maggiore;

A seguire si indicano i punti critici:

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CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE

Realizzazione di rinforzo armatura longitudinale

E’ previsto il rinforzo dei pilastri più sollecitati, con tessuto FRP in fibra di carbonio di

grammatura 320 g/m² ad elevata resistenza meccanica specifico per gli interventi di

consolidamento strutturale di elementi in c.a.. L’intervento migliora decisamente la

resistenza a taglio globale dei pilastri, migliora la resistenza a flessione, migliora la

duttilità degli elementi strutturali e migliora il comportamento globale della struttura.

Proprietà geometriche e meccaniche del tessuto

Densità filato: 1,8 g/cm3

Deformazione a rottura, εfk :1,9 %

Resistenza meccanica a trazione del filato, ffib :4.800 MPa

Resistenza riferita a ciascuna direzione di tessitura: 787 N/mm;

Modulo elastico, Ef :230 GPa

La Posa in Opera del tessuto prevede l’applicazione di un primer sulle superfici oggetto

dell’intervento di rinforzo dopo averle accuratamente pulite ed asciugate

Successivamente, sul primer “fresco” verrà applicato uno strato di resina di tipo1

livellante e un primo strato resina di tipo 2. A seguito di ciò si procederà con la posa in

opera del tessuto con fibre orientate come da progetto e successivo trattamento con

apposito rullo frangibolle. Applicazione “a fresco” di un secondo strato di resina di tipo

2 e successivo trattamento con apposito rullo frangibolle. Per la posa in opera dell’

intonaco successivo, si effettuerà preventivamente sul sistema ancora “fresco” una

spolveratura manuale con sabbia di quarzo per aumentare la superficie utile di

aggrappo.

Il materiale di rinforzo dovrà garantire le caratteristiche minime prestazionali di

progetto, che dovranno essere adeguatamente certificate da laboratori riconosciuti a

livello nazionale od internazionale, ovvero nel Paese di origine del produttore.

Il sistema da applicare sarà “applicazione di tipo A” come previsto dal CNR-DT 200/2004

e dalle linee guida per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Collaudo di interventi di

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rinforzo di strutture in c.a., c.a.p., e murarie mediante FRP” approvate il 24 lugllio 2009

dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”.

Per l’accertamento delle caratteristiche meccaniche si procederà con il prelievo dei

saggi, la indicazione della posizione nel pezzo da cui essi devono essere prelevati, la

preparazione delle provette e le modalità di prova saranno rispondenti alle prescrizioni

delle norme UNI EU 18, UNI 552, UNI EN 10002/1, UNI EN 10025 nonché Norme

Tecniche per le Costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 e Circolare esplicativa 2 febbriaio

2009, n°617.

Rinforzi Locali

Sono previsti rinforzi locali in carbonio FRP, là dove si possono manifestare lesioni

conseguenti al sisma e dove sono presenti indebolimenti locali delle pareti portanti.

Rimandando agli elaborati grafici di progetto per l’ubicazione degli interventi, se ne dà

qui la seguente ricapitolazione tipologica:

• ricucitura in fibra FRP di carbonio, in corrispondenza di lesioni di elementi

strutturali.

La posa delle fibre è stata progettata in modo intelligente utilizzando tracciati efficaci

dal punto di vista strutturale ma senza interferire con le opere impiantistiche presenti.

Rinforzo nodi in c.a

Durante gli eventi sismici si possono manifestare crisi nel nodo trave-colonna a causa di

fenomeni di:

• Taglio sui pilastri

• Taglio sulle travi

• Taglio del pannello di nodo

Questi fenomeni sono legati all’entità delle forze orizzontali di piano e ai fenomeni di

punzonamento delle murature di tamponamento. Quest’ultimo meccanismo di crisi si

manifesta a causa della rigidezza dei tamponamenti rispetto alla deformabilità dei telai

in c.a, vedi Fig. 1.

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Fig. 1 - Meccanismo di crisi per punzonamento del tamponamento sui pilastri e la zona di nodo

Per quanto riguarda il rinforzo al taglio delle travi in prossimità del nodo si applica sia

in avvolgimento su +45° sia su -45° a formare una X. Per garantire l’ancoraggio perfetto

si può ragionare su tre possibilità:

A) Risvolto sullo spigolo

B) Tasca di ancoraggio con spezzone (validato sperimentalmente per 1strato di tessuto)

C) Tasca di passaggio per portare le fasce a ripiegarsi a croce all’estradosso.

La Fig. 2 presenta una situazione tipica per un nodo di spigolo.

Fig. 2 – Tipologia rinforzi nodi di di spigolo

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Rinforzo dei pilastri in c.a.

Esecuzione di diversi tipi di rinforzi:

- Rinforzi per la sola trazione

- Rinforzi a presso-flessione

- Rinforzi al taglio

Per il rinforzo a flessione dei pilastri e della zona di nodo si utilizza la tecnica N.S.M. (Near

Surface Mounted) che consiste delle seguenti operazioni:

- realizzazione di tasche 2x3cm lungo l’elemento da rinforzare

- prolungamento della tasca con un foro per l’ancoraggio o per il passaggio con

continuità nella zona di nodo

- sabbiatura e stondatura degli spigoli

- pulitura accurata

- riempimento della tasca e riempimento del foro di ancoraggio

- Inserimento della barra ad alta resistenza, in funzione della richiesta strutturale,

e sigillata con pasta epossidica.

- Rasatura per rimuovere l’eccesso di resina

- Fasciatura orizzontale con uno strato di tessuto

- Verniciatura protettiva e intonaco

Le barre sono poste nella zona dove serve il rinforzo, generalmente nelle zone di

estremità del pilastro e, se necessario, anche all’interno della zona di nodo prolungando

la tasca con fori passanti di diametro 14mm. Dopo la posa delle barre si applica una

fasciatura orizzontale per 60cm di altezza sopra e sotto al nodo con tessuto.

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Fig. 3.2 – Sezione trasversale rinforzata

Fig. 3.3 – Particolare 3D zona di nodo, se il pilastro è di bordo allora la tasca è continua.

Rinforzi dei solai

I solai risultano avvallati in alcuni punti, pertanto è necessario realizzare un intervento

di rinforzo per riportare il solaio entro la deformabilità consentita dalle NTC 2008.

L’analisi del rinforzo è stata condotta con la creazione di un modello locale 3D che

discretizzi il comportamento del solaio.

I solai saranno rinforzati all’intradosso con delle travi HE 260 incrociate, con nodi di

attacco alle travi perimetrali come di seguito riportato.

36

40

Tasca 2x3cm

Concresive Pasta

MBar Galileo 8

20

10

6

1 fascia w=30cm

MBrace CFRP

Smussatura

R>2cm

Scasso per passaggio

fascia a taglioe posizionamento

MBar Galileo 8

2 fasce MBrace

CFRP w=30cm

1 MBar Galileo 8

in tasca L>2.3m

80cm

80

cm

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Fig. 4.1 – Particolare dei rinforzi ai solai

Fig. 4.2 – Particolare dei tirafondi

I tirafondi saranno ammorsate alle travi di bordo con doppie piastre di ancoraggio. Le

travi in acciaio, infine, saranno nascoste da una controsoffittatura leggera e ignifuga.

Nel complesso, l’insieme delle opere di rinforzo di progetto, consente di riportare la

struttura a livelli di PGA tali da poter considerare la struttura adeguata sismicamente.

Il rapporto di sicurezza α a cui fa riferimento il bando, risulta pari a 0.199.

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ADEGUAMENTO IMPIANTISTICO

Impianti Antincendio

L’edificio occupa più di 100 persone presenti fra alunni e personale, pertanto rientra

nell’elenco delle attività soggette a visite e controlli di prevenzione incendi, attività n°67

dell’All. I del DPR n°151/2011, categoria “A”. Le apparecchiature e gli impianti di

estinzione degli incendi saranno realizzati a regola d'arte ed in conformità a quanto di

seguito indicato. Per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio sarà applicato il

DM 20/12/2012 "Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione

attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione

incendi". L’attività sarà dotata di un adeguato numero di estintori portatili. Gli estintori

saranno distribuiti in modo uniforme nell’area da proteggere, oltre che in prossimità

degli accessi e in vicinanza di aree di maggior pericolo. Gli estintori saranno ubicati in

posizione facilmente accessibile e visibile con appositi cartelli segnalatori che ne

faciliteranno l'individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili saranno installati

in ragione di almeno uno ogni 200 m2 di pavimento, o frazione, con un minimo di un

estintore per piano, e avranno capacità estinguente non inferiore a 13 A - 89 B; a

protezione di aree ed impianti a rischio specifico saranno previsti estintori di tipo idoneo.

L’attività sarà dotata di rete di naspi DN 20, distribuiti in modo da consentire l'intervento

in tutte le aree dell'attività, collocati in ciascun piano negli edifici a più piani, dislocati in

posizione facilmente accessibile e visibile. Appositi cartelli segnalatori devono

agevolarne l'individuazione a distanza. I naspi non saranno posti all'interno delle scale

in modo da non ostacolare l'esodo delle persone. I naspi sono collegati alla normale rete

idrica, poiché questa non è in grado di alimentare, per carenza di pressione, in ogni

momento contemporaneamente, oltre all'utenza normale, i due naspi in posizione

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idraulicamente più sfavorevole, assicurando a ciascuno di essi una portata non inferiore

a 35 l/min ed una pressione non inferiore a 1,5 bar, quando sono entrambi in fase di

scarica. Per tale motivo sarà realizzato un gruppo di surpressione idraulica che garantirà

la pressione minima di progetto.

Fig. 5 - Schema di installazione gruppo di surpressione

Legenda:

1 valvola di ritegno (diam. Non minore della condotta di mandata della pompa);

2 valvola di intercettazione by-pass;

3 tubazione di by-pass pompa-acquedotto;

4 gruppo disconnettore;

5 rete acquedotto;

L’impianto per supplire ad eventuale carenza idrica sarà collegato ad un

serbatoio di riserva munito di una pompa idraulica principale e una di

riserva. La capacità del serbatoio sarà di 10,00 mc.

La rete idraulica comprenderà i seguenti componenti principali:

- alimentazione idrica;

- rete di tubazioni fisse, aperta o ramificata, in pressione, ed a uso esclusivo antincendio;

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- naspi (DN 20);

In particolare, la rete antincendio è costituita da 2 colonne montanti principali, che

dipartendosi dal punto d’origine, alimentano 6 naspi. In particolare:

piano Num. Naspi

terra 2

primo 2

secondo 2

Tutte le tubazioni saranno in acciaio con spessori minimi conformi alla UNI6363serie b,

esternamente protette contro la corrosione (UNI6363).

I naspi installati sono del tipo a muro, conformi alla UNI EN 671-1 e conforme alle norme

vigenti.

I naspi si posizioneranno in modo ben visibile e facilmente raggiungibile, nel rispetto

delle due seguenti condizioni:

- ogni naspo non protegga più di 1000mq;

- ogni punti dell’area protetta non disti più di 20m dall’idrante.

Le verifiche idrauliche hanno dato esito positivo e sono rispettate le prescrizioni minime

delle norme vigenti.

Trattandosi di edificio con tre piani fuori terra, sarà installato un attacco di mandata per

il collegamento con le autopompe VV.F.F.

L’impianto elettrico

L’impianto elettrico presente risulta obsoleto, non presenta adeguati sistemi di

protezione, va adeguato con la messa a terra delle masse metalliche.

Gli impianti elettrici dei locali in questione, sono soggetti all’obbligo della progettazione

in quanto trattasi pubblico esercizio con superficie superiore a 400mq. Nel caso in esame

si tratta di mettere a norma l’impianto nel suo complesso, prevedendo la sostituzione

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dei cavi elettrici, la sostituzione o integrazione degli interruttori e delle prese, la

sostituzione e integrazione della componentistica del quadro elettrico generale, la

sostituzione o integrazione dell’illuminazione di emergenza, e della illuminazione

presente con nuovi punti luce tutti di tipologia LED. Visti i limiti dimensionali e la

categoria dell’impianto in oggetto, la Legge 37/08 impone che la redazione del progetto

sia completa di relazione tecnica generale, relazione tecnica dell’impianto di terra,

schemi su planimetrie dell’impianto di terra, dei punti luce e delle cassette di

derivazione, schemi dei quadri di distribuzione. L’impianto sarà alimentato da un’unica

fornitura con misuratore d’energia (contatore). A valle del contatore sarà installato il

Quadro Elettrico Principale. Il quadro principale a guida DIN IP55, conterrà le protezioni

generali contro i contatti diretti e indiretti e le protezioni delle linee di alimentazione dei

vari apparecchi. A tal proposito è opportuno ricordare che gli interruttori differenziali

che si utilizzano negli edifici scolastici, al fine di garantire una protezione aggiuntiva

contro i contatti indiretti, devono avere una Idn non superiore a 30 mA.

L’impianto idraulico sanitario

L’impianto idrico-sanitario è in pessime condizioni e necessita improcastinabilmente di

essere sostituito. Il nuovo impianto sarà quindi realizzato in conformità con quanto

indicato nelle rispettive norme UNI, tenendo conto della specifica destinazione d'uso

dell’ edificio e dello sviluppo planimetrico e altimetrico degli edifici, al fine di garantire

il regolare e sicuro funzionamento. L’acqua addotta dal collettore comunale, tramite una

linea interrata, giunge nel vano contatori situato a piano terra sulla parete prospiciente

il cortile interno. Ogni distribuzione di acqua potabile, prima di essere utilizzata, deve

essere pulita e disinfettata come indicato nelle norme UNI 9182. A tal fine verrà

installato un filtro separatore, esso, oltre alla protezione igienico-fisiologica contro le

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impurità, preserverà tutti gli apparecchi dai corpi estranei solidi quali sabbia, ossidi di

ferro ed altre sostanze in sospensione trascinati nelle condutture, inoltre affinché la

durezza dell’acqua rispetti i parametri di legge verrà istallato un addolcitore subito a

valle del filtro. Per il dimensionamento delle tubazioni, si è tenuto conto della

eventualità che la pressione disponibile immediatamente a monte dei contatori sia

insufficiente a garantire le portate degli erogatori. Le tubazioni che formano il complesso

dell’impianto saranno in Polietilene (PE) multistrato e Polipropilene (PP) atossico,

opportunamente isolate con coppelle in Poliuretano espanso, in modo da evitare il

fenomeno della condensa superficiale per le condotte di acqua fredda e le dispersioni

termiche per quelli dell’acqua calda.

La rete di scarico per le acque nere, dagli apparecchi sanitari, sarà realizzata mediante

tubazioni in PVC per quanto riguarda le colonne e i tratti suborizzontali fino all’entrata

nei tratti interrati della rete fognaria comunale. La rete di scarico sarà costituita

essenzialmente dalle colonne di De 100 mm, affiancate dalla colonna di ventilazione con

De 63 mm. Tali colonne scenderanno negli appositi cavedii per convogliare nei tratti

suborizzontali di raccolta che scaricheranno nei pozzetti (previa sifonatura) posti al

piano terra per poi essere raccordati alla linea del collettore esterno della fogna

comunale. In particolare l’impianto di scarico interno delle acque nere sarà costituito

da:

- Diramazioni di scarico dai singoli apparecchi igienico-sanitari alle relative

colonne di scarico;

- Colonne di scarico e di ventilazione;

- Raccordo previa sifonatura con la fogna comunale.

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Tutte le colonne saranno munite al piede di sifone ispezionabile con chiusura idraulica

mentre in copertura le stesse verranno prolungate per un metro e protette da un

esalatore d’aria. La pendenza dei collettori suborizzontali, sia di raccolta interni al

fabbricato che esterni interrati, non dovrà essere inferiore all’1%.

L’impianto di riscaldamento

L’impianto esistente è obsoleto e all’interno degli ambienti non sono soddisfatte le

condizioni di benessere.

L’impianto a pavimento prevede l’utilizzo di pannelli radianti sotto-pavimento che

scambiano calore con l’ambiente per effetto del meccanismo dell’irraggiamento e per

quello della convezione. Il sistema è costituito da pannelli in polistirene modulari

appositamente sagomati su cui vengono collocate le serpentine di tubo dove circola il

fluido termovettore; il tutto viene coperto da un massetto con speciali additivi.

Fig. 6 – Sezione Impianto Radiante a Pavimento

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Con il sistema a pannelli radianti, l'aumento della superficie di scambio termico

permette di abbassare la temperatura di esercizio (in merito le norme impongono per

le temperature superficiali di non superare i 29°C; le uniche eccezioni riguardano i bagni

e le zone perimetrali, dove si possono raggiungere i 35°C); grazie alla bassa temperatura

dell'acqua (30/35° C), I'energia viene sfruttata in modo efficiente, il generatore di calore

raggiunge un rendimento elevatissimo ed il risparmio energetico a parità di fabbisogno

termico, si riduce di circa il 35/40%.

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INVOLUCRO EDILIZIO

Il comune di Longobucco è classificato nella zona climatica E – il periodo di accensione

degli impianti termici è dal 15 ottobre al 15 aprile.

Il progetto di un edificio energeticamente efficiente deve necessariamente tener conto

del clima caratteristico dell'area di intervento.

L'inserimento dello specifico progetto nello specifico territorio e nel suo clima è un

elemento importante nell'intero processo progettuale e deve influenzare l'evoluzione

stessa del progetto.

Nel progetto, l’efficientamento energetico dell’involucro si basa su tre principi

fondamentali:

- Nessuno spreco energetico

- Massimo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili

- Ottimizzazione dell’uso di fonti energetiche non rinnovabili

L’intervento sull’involucro edilizio sarà del tipo "green". Green perché gli interventi

sull’edificio sono concepiti, nel rispetto delle normative vigenti in termini di dotazioni e

funzionalità degli spazi, ma con particolare attenzione a tutte quelle soluzioni tecniche

e progettuali che permettono di ridurre i costi di funzionamento in un'ottica di

sostenibilità e risparmio energetico.

La direttiva 2010/31/UE, recente revisione della direttiva EPBD 2002/91/CE, prevede

che gli Stati membri si adoperino affinché nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni

siano realizzati edifici “a energia quasi zero” (Nzeb).

L’efficienza energetica da raggiungere col progetto in oggetto è ottenuta attraverso

accorgimenti architettonici semplici tali da ottenere un adeguato livello di confort

microclimatico, conseguibile tramite adeguati valori di resistenza e inerzia termica.

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Si è puntato sul miglioramento energetico e delle condizioni di benessere all’interno

dell’edificio al fine di migliorare l’efficienza energetica del costruito immobile ai sensi

del DECRETO 11 marzo 2008, coordinato con Decreto 26 gennaio 2010 “Attuazione

dell’articolo 1, comma 24, lettera a) della legge 24 dicembre 2007, n. 244, per la

definizione dei valori limite di fabbisogno di energia primaria annuo e di trasmittanza

termica ai fini dell’applicazione dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296”.

In particolare le indicazioni tecniche sono rivolte soprattutto al miglioramento della

prestazione energetica dei serramenti dell’involucro edilizio e delle pareti verticali ed

orizzontali.

Strutture verticali (opache)

Gran parte dei fabbricati esistenti presenta sia alti consumi energetici sia vulnerabilità

sismica, in particolare per quanto riguarda la fragilità delle tamponature e delle

partizioni in laterizio leggero che facilitano l'innesco di meccanismi di ribaltamento fuori

piano. Infatti, oltre agli elementi strutturali è fondamentale non trascurare le parti non

strutturali, come le tamponature, che possono minare l'incolumità delle persone, anche

nel caso in cui la struttura non subisca danni significativi.

Pertanto sulle strutture verticali opache verrà installato un sistema che oltre

l’isolamento delle pareti esterne garantisce, il rinforzo strutturale. Questo tipo di

intervento offre ottime prestazioni, e oltre alla funzione collaborante di rinforzo

strutturale assicura una maggiore capacità isolante della parete, evitando il

raffreddamento eccessivo degli strati più esterni e prevenendo fenomeni di condensa

negli strati interni della parete. Consente inoltre di eliminare completamente i ponti

termici determinati da discontinuità dei materiali presenti nella parete.

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Strutture orizzontali

Le strutture orizzontali, comunemente dette solai, sono gli elementi che costituiscono

le partizioni orizzontali degli edifici. Ogni solaio funziona come soffitto per il piano

sottostante e come pavimento per il piano superiore. Le strutture orizzontali hanno,

principalmente, una funzione strutturale, sono cioè costruite in modo da sostenere il

peso dell'edificio e delle attività che si svolgono al suo interno.

Nel caso in cui si parli non di un solaio interno, ma di un solaio a contatto con l'ambiente

esterno, o comunque con un ambiente non riscaldato, la struttura orizzontale viene

considerata elemento dell'involucro dell'edificio, ed acquisisce una seconda, importante

funzione: controllare i flussi energetici scambiati tra ambiente interno ed esterno

dell'edificio o tra ambiente interno ed ambiente non climatizzato.

L’intervento sui solai mediante l’utilizzo di pannelli coibentati nell’estradosso intende

agire per aumentare la massa termica, diminuire i valori di trasmittanza termica ed eliminare

i ponti termici

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Strutture verticali (lucide)

Si intende utilizzare un infisso in alluminio per serramenti a taglio termico riciclato.

L’infisso dotato di certificazione ambientale LEED sarà dotato di un vetrocamera basso

emissivo di sicurezza che garantisce i livelli di isolamento termico richiesti per gli edifici

della pubblica amministrazione.

E’ contemplata inoltre l’eliminazione del ponte termico con la corretta posa

dell’isolamento termico fino al quarto lato del controtelaio, nonché l’adozione di un

sistema avvolgibile intelligente per il controllo della radiazione solare.

Per il progetto in oggetto, sono stati previsti infissi in alluminio per serramenti a taglio

termico neociclato.

I componenti riciclati consentono di raggiungere ottime prestazioni qualitative

aggiungendo elementi che, in associazione al vetro, lo rendono riciclabile praticamente

al 100%. Questo prodotto è il primo ad aver ottenuto la certificazione della tracciabilità

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dei propri elementi costitutivi, in linea con le prescrizioni normative contenute nei

Protocolli di GBC (Green Building Council) per la certificazione LEED® degli edifici e del

Protocollo ITACA 2011.

La scelta di codesto infisso è stata dettata dal fatto che si vuole promuovere la sostenibilità del

prodotto mediante un’analisi “from cradle to gate” ossia “dalla culla” all’uscita dello

stabilimento.

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OPERE DI FINITURA

Le opere di finitura riguardano gli interventi necessari per garantire le condizioni di agibilità e

accessibilità dei locali interessati dai lavori sulle strutture portanti e di miglioramento sugli

impianti tecnologici.

I principali lavori da effettuare dopo la demolizione sono:

- Rivestimento di pareti interne con piastrelle (WC);

- Tinteggiatura delle pareti interne;

- Opere da falegname per fornitura e posa in opera di porte e cassonetti avvolgirullo.

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INDAGINE TERMOGRAFICA

L’indagine termografica è stata condotta per il Comune di Longobucco(CS), in data 5

Gennaio

2017 in condizioni ambientali ottimali dalle ore 14:30 alle ore 16:00. L’indagine è stata

effettuata mediante una termocamera aventi le seguenti specifiche :

1. Temperatura e umidità di funzionamento da -15°C a 50°C, con meno del 90%

umidità relativa

2. (senza condensazione)

3. Temperatura e umidità di conservazione da -40°C a 70°C, con meno del 90%

umidità relativa

4. (senza condensazione)

5. Alimentazione Batteria al litio (7.4V DC, 2500mAh) Adattatore AC (IN: 100-240V

AC, OUT: 9V

6. DC/4A)

7. Autonomia della batteria Ore di operatività continue: 4 ore (con una

temperatura di 25°C,

8. attivazione dello stato RUN e del display LCD)

9. Potenza assorbita elettrica Condizioni normali: 4.3W (tipico), con una

temperatura di 25°C,

10. attivazione dello stato RUN e del display LCD

11. Resistenza agli urti 294m/sec2 (IEC60068-2-27/JIS C 0041)

12. Resistenza alle vibrazioni 29.4m/sec2 (IEC60068-2-6/JIS C 0040)

13. Protezione ambientale IP54 (IEC60529/JIS C 0920)

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Report sull’attività di indagine

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Alla luce di quanto esaminato riteniamo che le problematiche lamentate siano

attribuibili alla presenza di ponti termici e soprattutto all’assenza di isolamento termico

dell’edificio.

Le maggiori dispersioni termiche che si verificano in un edificio si registrano attraverso i

muri, i serramenti(porte e finestre), il tetto e le fondazioni ed i ponti termici.

I muri danno il maggior contributo alle dispersioni termiche di un edificio, in quanto

rappresentano la maggior superficie esposta al freddo esterno. Un esempio visibile di

perdita di calore attraverso i muri si ha nel caso in cui i termosifoni sono collocati in

prossimità di un muro esterno: il calorifero scalda non solo l’ambiente, ma anche il muro,

che, se non ben isolato, cede direttamente calore all’esterno.

Le finestre provocano perdite di calore sia per lo scarso isolamento(finestre a vetro

singolo), che per le infiltrazioni d’aria attraverso il telaio dell’infisso.

Il ponte termico è determinato dal diverso comportamento termico delle pareti di un

edificio. Uno scadente isolamento termico porta ad un incremento delle perdite di

calore e può provocare la diminuzione di temperatura della superficie interna

dell’edificio tale da causare rischi di condensazione superficiale. I ponti termici possono

rappresentare fino al 30% del calore totale disperso e sono presenti in corrispondenza

di travi, pilastri, davanzali, balconi ed anche in presenza di eterogeneità diffuse nella

struttura quali i giunti di malta tra i blocchi dei termolaterizi. In sintesi le cause principali

di un ponte termico sono:

- presenza di materiali diversi nella sezione dell’edificio (es. muratura di

tamponamento in mattoni con struttura in cemento armato).

- discontinuità geometrica nella forma della struttura (es. angoli).

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- interruzioni dello strato di isolamento termico (es. pilastri, travi marcapiano,

serramenti, ecc.)

La soluzione costruttiva che occorrerebbe adottare per eliminare i ponti termici e quindi

ridurre le dispersioni di calore consiste nell’isolamento termico completo dell’edificio.

Intervenendo con carattere di continuità sull’intero involucro si protegge gli intonaci

della facciata dai danni provocati dagli agenti atmosferici e dai conseguenti effetti

negativi: infiltrazioni di acqua, formazione di crepe, fessurazioni, macchie e lesioni che

costituiscono le ragioni del degrado delle facciate. Inoltre aumenta l’inerzia termica e il

potere fonoisolante delle pareti e porta ad un miglioramento del comfort termico e

acustico dei locali interni. Inoltre per ridurre le dispersioni termiche dovute agli infissi

bisognerebbe rimpiazzare il vetro singolo con un vetro doppio o addirittura triplo:

l’intercapedine tra i vetri può essere resa sottovuoto o riempita di gas inerte (quale

l’argon) che aumentano la resistenza termica del serramento.

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RIFERIMENTI LEGISLATIVI

La progettazione è avvenuta tenendo presente i riferimenti legislativi vigenti in

materia e le loro modifiche e integrazioni:

- Norme per la compilazione dei progetti di edifici ad uso delle scuole elementari e

materne – D.P.R. 01.12.1956 N°1688 e succ.;

- Abbattimento delle barriere architettoniche D.P.R. 24.07.1996 n°503 - D.M.

14.06.1989 n°236 e succ.;

- Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica - D.M. 26.08.1992 e succ.;

- Regola tecnica di prevenzione incendi per i locali di intrattenimento e di pubblico

spettacolo - D.M. 19.08.1996 e succ.;

- Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la

costruzione e l'esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi -

D.M.Interno del 12/04/96 e succ.;

- Progettazione impianti elettrici – L. 01.03.1968 n°186 – L. 05.03.1990 n°46 e succ.;

- Normativa per le opere in conglomerato cementizio normale – L. 05.11.1971 N°1086,

D.M. 09.01.1996, D.P.R. 22.04.1994 n°425;

- Normativa antisismica – L. 02.02.1974 n°64, D.M. 16.01.1996, Ordinanza P.C.M.

n°3274 e n°3316, L.R.17/94, Testo Unico D.M. 11/01/2008;

- Norme sul contenimento dei consumi energetici L.10/91 e succ.

- NORME TECNICHE-QUADRO, CONTENENTI GLI INDICI MINIMI E MASSIMI DI

FUNZIONALITA' URBANISTICA, EDILIZIA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLE

TECNOLOGIE IN MATERIA DI EFFICIENZA E RISPARMIO ENERGETICO E PRODUZIONE

DA FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI, E DIDATTICA INDISPENSABILI A GARANTIRE

INDIRIZZI PROGETTUALI DI RIFERIMENTO ADEGUATI E OMOGENEI SUL TERRITORIO

NAZIONALE. LINEE GUIDA 2013;