Tales of New York Italian Edition

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Tales of Randy Klein Taking Shape New York

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Come mantenirsi durante agli studi all’Accademia di New York? Randy Klein ha guidato un taxi.

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Tales of

Randy KleinTaking Shape

New York

Come mantenirsi durante agli studi all’Accademia diNew York?Randy Klein ha guidato un taxi.

Queste sono storie vere di omicidi, la fregature, e latruffe per pochi spicci nella “Big Apple”

Taking Shape30 Homeleigh Road London SE15 3EE www.randyklein.co.uk

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Tales of New York è stato scritto e illustrato daRandy KleinQuesto edizione è stato pubblicato in 2009 daTaking Shape, Londratraduzione in italiano di Roberta Panzavolta

L’edizione originale è stato pubblicato in 1998 daMagpie Press in tiratura limitata di 250 copiestampate a mano

ISBN 0-9523880-4-9

Testo e immagini copyright dell’autore 1998

Taking Shape 30 Homeleigh RoadLondon SE15 [email protected]

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of New YorkRandy Klein

Taking Shape books London

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Indice

Lezione di Guida pagina 5

La Rapina pagina 11

13a Street pagina 17

Terminal Systems pagina 27

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Lezione di

uida

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el periodo in cui frequentavo l’Accademia,dovevo trovare un modo per mantenermi eguadagnare un po’ di soldi. “Perché non guidiun taxi per qualche sera la settimana?”, disse

mio fratello Bob. “Io, guidando solo nei weekend, riesco aguadagnare quattro o cinquecento dollari. Devi farti un po’furbo, però” e aggiunse che una sera mi avrebbe portato ingiro lui per insegnarmi i segreti del mestiere. Così, unapiovosa domenica sera verso le dieci, partiamo perl’aeroporto.

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l terminal c’erano decine di passeggeri enessun taxi in vista. Parcheggiamo, Bob scende dal taxi echiede: “C’è qualcuno che vuole un taxiper Manhattan?” “Io!” “Io!” “Io!”Poi va verso un uomo che viaggiava da

solo e gli chiede: “È disposto a pagareesattamente la cifra indicata daltassametro?” “Sì, certo”. Allora Bobmette le valigie nel bagagliaio e gli

dice di aspettare nel taxi. Tornaindietro e ripete la stessa scena fino a che non riesce a far saliretre clienti nel taxi, tutti d’accordo a pagare esattamentel’importo indicato dal tassametro.

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entre percorriamo l’autostradaBrooklyn - Queens versoManhattan, i passeggeri inizianoa parlare fra loro. Alla finedesignano un portavoce: “Perchédovremmo pagare tutti quanti lacifra del tassametro? Potremmodividere per tre il prezzo dellacorsa.”

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ob, senza dire una parola, frena il taxifacendo stridere le gomme, accosta inautostrada e inizia a scaricare levaligie. “Cosa sta facendo?” strillanoquelli.“Se non volete pagare quello cheabbiamo deciso, vi lascio qui.” Tantobastò per farli tacere fino aManhattan. Bob ricavò 62 dollari peruna corsa da 21, anche senza mancia.

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La

apina

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avorando come tassista potevi fare un belpo’ di giochetti non proprio leciti. Al garagegli autisti dovevano aspettare il proprio taxi:“shaping up” lo chiamavano. Normalmentemi toccava aspettare circa un’ora prima diriuscire ad avere un taxi, fino a quando hoimparato a infilare una banconota da 5dollari piegata sotto alla licenza, che passavoall’addetto alla consegna delle auto. Inquesto modo riuscivo ad avere subito untaxi, a qualsiasi ora mi presentassi algarage.

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Uno dei trucchetti consisteva nel conteggiare soltanto metàdel costo della corsa col tassametro, intascando il resto. “Lacorsa normalmente le costerebbe circa 4 dollari – Posso farle3 dollari fissi senza mancia, se per lei non è un problema senon accendo il tassametro.” “Certo” dicevano di solito. ANew York nessuno disdegna una truffa. Quando introdusserole “sedie elettriche”, che facevano scattare automaticamenteil tassametro non appena qualcuno si sedeva sui sediliposteriori, ho dovuto strappare i fili. Questa pensata ticostava una banconota da cinque dollari per il meccanico,quando rientravi dopo il turno.

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ul mio taxi la gente faceva come se fosse acasa propria. Chi si faceva di droga, chi

concludeva affari, chi fotteva – il tutto inmodo disinvolto e rilassato. Al termine di

un lungo sabato sera, sentivi davverol’atmosfera che permeava la vita làfuori per strada.

I taxi avevano un aspetto assurdo – cadevano a pezzi a furiadi sbattere, una notte dopo l’altra, nelle famose buchenewyorkesi. Una sera mi è caduta la sospensione anterioresulla rampa che porta all’autostrada. Ha strisciato emandato scintille finché il taxi si è fermato, poi ho dovutoaspettare quattro ore dentro che arrivasse il furgonedell’assistenza.

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er sicurezza, avrei dovutotenere le portiere del taxi

bloccate e non portare mainessuno nei bassifondi, ma ero

ingenuo e incosciente. Una serafredda ad Harlem ero fermo al semaforoquando un ragazzino si avvicina al finestrino edice “Amico, non è che potresti lasciarmi sulla112a? Non ho soldi, ma tu sei di strada, vaiverso il centro...”

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Si comportava come devono aver fatto tutti i poliziotti dacui era stato arrestato. Mi ha fatto appoggiare al taxi abraccia e gambe divaricate, mentre minacciava di farmifuori. Ha preso i soldi, ma per fortuna mi ha lasciato il taxi.Avevo sentito un sacco di storie di tassisti a cui era statorubato anche il taxi, oltre che i soldi.

iccome la mia “sedia elettrica” non era infunzione, gli dico di saltare su, ma lui infila

la pistola fra il mio sedile e il rudimentaleschermo antiproiettile e mi porta in unpalazzo abbandonato in una stradasinistrata di Harlem.

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a polizia ha pensato subito che il mioracconto fosse solo una copertura per ilfatto che avevo rubato io stesso l’incassodal garage, ma alla fine ha accettato lamia versione. Tornandomene verso il

garage ho preso un ultimo passeggero, per procurarmi glispicci per tornare a casa.

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quel tempo vivevo sulla13a strada. Dipingevoquadri di edifici.

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n giorno vidi un uomo assassinato nelcortile dietro al mio appartamento.

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nsomma, non che l’abbia visto propriomentre lo ammazzavano. Ho visto unmio vicino che, insieme a un altrouomo, trascinava via il corpo.

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on volevano ucciderlo – si stavano solodivertendo un po’ infilandogli unmanico di scopa su per il culo, quandolui è caduto e ha battuto la testa nellavasca da bagno.Perlomeno, questo è quello che mi hadetto la polizia. Ho avuto qualcheesitazione prima di rilasciare una

dichiarazione perché il tipo era il mio vicino di casa, dellaporta accanto. “Se è disposto a testimoniareproteggeremo la sua identità”, mi disse il poliziotto.

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Quando sono andato alla centrale, l’uomo cheavevo visto era seduto proprio dall’altra parte deltavolo. Ho detto alla polizia che c’era un dettaglioinconfutabile, utile per identificare l’uomo chetrascinava il corpo. Non aveva su i pantaloni eportava delle mutande di raso di un arancioneacceso. Hanno portato il sospetto fuori percontrollare e quando l’hanno riportato dentro èstato incriminato.

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llora? La protezione della mia identità?” - chiesiandandomene. “Non ti preoccupare, il tipostarà in prigione per bel po’ di tempo”, risposeil poliziotto. La volta successiva che vidi il miovicino fu due giorni dopo. Mi dissero che le

accuse a suo carico erano cadute – a quanto parel’unico altro testimone era sua madre, che rifiutò

di testimoniare contro di lui.

La vittima era un senzatetto alcolizzato, conosciuto datutti nella mia strada perché era solito dormire sullasoglia di casa di uno o dell’altro. Non aveva famigliané amici e la verità è che a nessuno gliene fregavaniente di lui. 25

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Systems

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ontinuavo a perdere il lavoro neigarage di taxi per i giochetti chefacevo e in generale perché eroconsiderato un saccentone. Unavolta presi un taxi solo perportarci in giro la mia ragazza,con cui avevo un appuntamento.Quando riportai indietro il taxicol tassametro a zero, il tipo delgarage disse, “Cosa è successo,

Klein?” “È stata una serata fiacca”, risposi.

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oi sono finito a lavorare nelgarage “Terminal Systems”.

Era famoso fra i tassisti, che loconsideravano l’ultima spiaggia.Se ti licenziavano alla Terminal, non c’eranessun altro posto dove andare, ma era quasiimpossibile essere licenziati alla TerminalSystems.

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ono un ispettore e tu ti beccherai un richiamoper aver guidato con la luce accesa con un

passeggero a bordo.” “Testa di cazzo – tu nonhai idea di cosa ci sia là fuori – gente che ti

punta la pistola addosso, che vomita neisedili di dietro, che perde i sensi o se la

fila senza pagare – è un inferno!” “Senon stai calmo dovrò farti revocare la

licenza.” “Vaffanculo.”

na notte un ispettore mi ha beccato a fare ilvecchio trucco dell’aeroporto che mi avevainsegnato Bob. Stavo per partire con treclienti quando quello mi ha fatto segno diaccostare. Io sono andato dritto. In settimana

mi hanno convocato e mi hanno ritirato lalicenza per sette giorni, ma presto sono tornato

in strada, a trafficare come al solito. Stavoltal’ispettore mi fece fermare per aver lasciato il segno di“libero” con un cliente a bordo (vide che avevo su unpasseggero ma la luce del taxi era ancora accesa). “Perché miha fermato?” dissi. “Lei non è un poliziotto.”

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osì sono finiti i miei giorni cometassista. Senza licenza non eronemmeno tentato di ritornarcisporadicamente per il turno delsabato sera. Fu una verabenedizione. Stava acquisendouna visione delle cose a dir pocodistorta, mi rendeva moltosospettoso e asociale. Ho provatospesso gratitudine perquell’ispettore. Mi ha aiutato aconservare la fiducianell’umanità.

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Randy KleinTaking Shape

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Come mantenirsi durante agli studi all’Accademia diNew York?Randy Klein ha guidato un taxi.

Queste sono storie vere di omicidi, la fregature, e latruffe per pochi spicci nella “Big Apple”

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