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L a cosa più stupida che uno possa fa- re sono i paragoni tra i grandi viaggi compiuti (Australia,Monzabico,La via del ritorno...) e questo piccolo viagget- tino di sette giorni tra le nostre isolette... naturalmente l'ho fatto, ma ti pare ,la pre- parazione,la programmazione, le prenota- zioni, ci sarà poco o niente da fare... E' invece un viaggio splendido da prepara- re con cura e attenzione, le isole sono set- te e anche i giorni a disposizione, bisogna muoversi con molta intelligenza,perchè ol- tre a dormire e mangiare,qui dobbiamo ri- tagliare i tempi delle salite sui vulcani. Il viaggio è programmato da tempo imme- morabile da Avventure con i traghetti,ci porta in Sicilia col treno e poi siamo pron- ti alle traversate, però esaminando gli ora- ri delle compagnie i tempi sono stretti,non riusciamo a fare tutte le isole, devo pro- grammare levatacce all'alba,corse nottur- ne, è un gioco di incastri molto difficile, so- no in contatto via e-mail con i miei com- pagni di viaggio,che vogliono fare tutto,tut- te le salite, tutte le isole,le escursioni, le ce- ne, le granite....è un rompicapo,i traghetti sono lenti,se facciamo le salite non vedia- mo le spiaggie, le isole non sono a venta- glio ma lontane tra loro, soprattutto Alicu- di, Filicudi e Salina, le più sperdute...... Come nelle tragedie greche a un certo pun- to quando la vicenda era talmente ingarbu- gliata da non avere più soluzione, si faceva scendere dal cielo un Dio che risolveva tut- to..Deus ex machina..e qui il deus ex ma- china lo trovo nelle relazioni dei capogrup- pi percedenti, un pò di euro in più del pre- ventivo e salta fuori Roberto, ha una barca da 40 persone, lo chiamo ed è pronto per noi, mettiamo a punto un programma di massima, ci infiliamo dentro tutte le isole, di straforo, di passaggio, forse potremmo farcela...parlo con gli altri del gruppo e so- no tutti d'accordo, ma certo, con una bar- ca a nostra disposizione è un'altra cosa! Il viaggio parte da Roma, alla stazione in- contro tutti, sono puntuali, ci distribuiamo nelle cuccette notturne, che sono anche comode, lenzuola e cuscini, solo quattro per cabina,sarà un viaggio tranquillo, anche grazie ai tappi di cera che mi sono porta- to, all'alba siamo a Milazzo. Mentre faccio i biglietti per il ferry per Lipari ( Roberto lo vedremo lì) Silvio scopre un bar aperto, e già la nostra pri- ma colazione in Sicilia mi fà capire di che tempra saran- no i miei compagni:cor- netti ripieni di gelato,can- noli di ricotta alle sei di mattina, maritozzi alla marmellata di gelso...li devo strappare dal caffè, il ferry parte! LIPARI Incontriamo Roberto a Lipari, la sua barca è un cabinato tozzo, squadrato,una barca a fondo piatto utile per le calette e i fiordi, ma oggi saremo a terra: avevo prenotato il residence La Giara, vicino al porto, ci tra- sferiamo, le camere sono luminose e puli- te, facciamo un giro per il paese e una visi- ta al museo archeologico e vulcanoligico; una sosta per le prime pizzette ai capperi e poi ci affittiamo due macchine e un ve- spino per il giro dell'isola, famosa fin dai tempi antichi per le cave di pomice: da chi prenderemo le macchine? ma da Roberto, che ha qui un'agenzia nolo macchine, un al- tro tentacolo delle sue molteplici attività.... L'isola è grande e molto caratteristica,è Maggio, quindi c'è poca gente e poco traf- fico, le cave sono dappertutto, ci fermiamo a Marina Lunga, a Canneto in spiaggia, nera e ciottolosa,ma le più belle cave sono a Monte Angelo, finiscono in mare,e le onde grigie di pomice si mischiano alle blu del mare. Facciamo tutto il giro, ci fermiamo per fo- to mozzafiato a Acquacalda, strapiombo con vista di Salina,e poi facciamo il primo bagno sotto le coltivazioni Quattropani, forse l'acqua è un pò freddina, ma è trop- po pulita e invitante. Torniamo da Roberto, gli ridiamo le mac- chine, siamo un pò cotti, ci riposiamo nel bellissimo giardino della Giara,tra cactus e oleandri; la sera ci passa a prendere Ro- berto, la prima cena è da Nino a Mare, sia- mo sommersi dalle melanzane, peperoni, pasta alle acciughe, ai pinoli, al pesce, ai capperi, tutto è buono, ma differente dalla nostra cucina, fino alla malvasia finale ghiac- ciata... sazi, satolli,ma felici torniamo a casa. VULCANO Colazione alla Giara, sono tutti puntuali, Roberto ci aspetta al porto, alle 7.30 siamo per strada con i nostri trolley,in cinquanta metri riesco a perderne due che tentano di imbarcarsi sul traghetto della Siremar per Napoli, neutralizzo il loro tentativo, li riporto sulla nostra barca e partiamo per Vulcano. La barca è piena di tavoli, panche, sopra c'è la terrazza prendisole panoramica, ci piace, è tutta nostra, Roberto è un vecchio filone ma è simpatico,comincia a marpionare due fanciulle contemporaneamente, giusto, ha poco tempo... Due ore e sbarchiamo a Vulcano,ci lascia al porto, appuntamento alle due. La salita al cratere comincia qui, facili car- telli ci portano su, la passeggiata è vera- mente facile, anche se poi si inerpica e la pendenza aumenta. Il panorama è bellissimo,si vede mezza iso- la con il porto, ma il vulcano è impressio- nante,man mano che saliamo si vede il pen- nacchio di fumo,le fumarole sono visibili,fac- ciamo tutto il giro del cratere,il fondo è pie- no di terra,ma questo è un vulcano serio. Naturalmente scendiamo dove è proibito, le fumarole gialle di zolfo sono spinte dal vento e ci facciamo le foto immersi dentro, torme di francesi ci guardano stupiti poi ci imitano, la gita è oltremodo soddisfacente; torniamo al porto di Levante dove ci fac- ciamo la prima delle mitiche granite, poi passiamo alle piscine col fango bollen- te....beh, è al massimo tiepidino, però ci fac- ciamo grasse risate a ricoprirci di fango gri- gio, sembra argilla. Alle due puntuali e puzzolenti di zolfo sa- liamo in barca, e partiamo per Alicudi, ri- lassamento totale, chi prende il sole, chi dormicchia, chi legge,a noi sembra una cro- ciera di lusso.... ALICUDI L'isola lascia a bocca aperta, è un tronco di cono che emerge perfetto dalle acque, la più lontana, la più sperduta, la luce c'è da poco tempo,strade invece non ce ne sono, macchine nemmeno, e neanche motorini: si va su a piedi o con i muli per sentieri, Ro- berto ci fa lasciare i bagagli grossi in barca, ci vedremo domani, lui resta giù,ha paura per la barca. Al porticciolo trovo il marito di Rosina, af- fittacamere a cui mi ero rivolto da Roma, ci accompagna per una mulattiera che ci spezza il fiato e ci taglia le ginocchia (a me almeno...)ma arrivati su siamo senza paro- le, il silenzio è totale, Filicudi, Salina e le al- tre sono tutte in fila,il mare è blu cobalto, Francesco dice"Qui vorrei finire i miei gior- ni.." le camere sono incastonate nella mon- tagna, c'è un parapetto, poi lo strapiombo, a tutti piace da morire, e di più ci piaccio- no i manicaretti di Rosina, regina e padro- na, totani ripieni, verdure grigliate, due tipi di paste, la malvasia ci spinge a letto,le ca- mere sono tutte differenti l'una dall'altra... Qualcuno si è svegliato per vedere l'alba, Un viaggio Soft on the rock 60 Un viaggio Soft on the rock Da un Eolie Trek Testo e foto di Patrizio Rimassa TACCUINO DI VIAGGIO • TACCUINO DI VIAGGIO Italia

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L a cosa più stupida che uno possa fa-re sono i paragoni tra i grandi viaggicompiuti (Australia,Monzabico,La

via del ritorno...) e questo piccolo viagget-tino di sette giorni tra le nostre isolette...naturalmente l'ho fatto, ma ti pare ,la pre-parazione,la programmazione, le prenota-zioni, ci sarà poco o niente da fare...E' invece un viaggio splendido da prepara-re con cura e attenzione, le isole sono set-te e anche i giorni a disposizione, bisognamuoversi con molta intelligenza,perchè ol-tre a dormire e mangiare,qui dobbiamo ri-tagliare i tempi delle salite sui vulcani.Il viaggio è programmato da tempo imme-morabile da Avventure con i traghetti,ciporta in Sicilia col treno e poi siamo pron-ti alle traversate, però esaminando gli ora-ri delle compagnie i tempi sono stretti,nonriusciamo a fare tutte le isole, devo pro-grammare levatacce all'alba,corse nottur-ne, è un gioco di incastri molto difficile, so-no in contatto via e-mail con i miei com-pagni di viaggio,che vogliono fare tutto,tut-te le salite, tutte le isole,le escursioni, le ce-ne, le granite....è un rompicapo,i traghetti

sono lenti,se facciamo le salite non vedia-mo le spiaggie, le isole non sono a venta-glio ma lontane tra loro, soprattutto Alicu-di, Filicudi e Salina, le più sperdute......Come nelle tragedie greche a un certo pun-to quando la vicenda era talmente ingarbu-gliata da non avere più soluzione, si facevascendere dal cielo un Dio che risolveva tut-to..Deus ex machina..e qui il deus ex ma-china lo trovo nelle relazioni dei capogrup-pi percedenti, un pò di euro in più del pre-ventivo e salta fuori Roberto, ha una barcada 40 persone, lo chiamo ed è pronto pernoi, mettiamo a punto un programma dimassima, ci infiliamo dentro tutte le isole,di straforo, di passaggio, forse potremmofarcela...parlo con gli altri del gruppo e so-no tutti d'accordo, ma certo, con una bar-ca a nostra disposizione è un'altra cosa!Il viaggio parte da Roma, alla stazione in-contro tutti, sono puntuali, ci distribuiamonelle cuccette notturne, che sono anchecomode, lenzuola e cuscini, solo quattroper cabina,sarà un viaggio tranquillo, anchegrazie ai tappi di cera che mi sono porta-to, all'alba siamo a Milazzo.

Mentre faccio i biglietti per ilferry per Lipari ( Roberto lovedremo lì) Silvio scopre unbar aperto,e già la nostra pri-ma colazione in Sicilia mi fàcapire di che tempra saran-no i miei compagni:cor-netti ripieni di gelato,can-noli di ricotta alle sei dimattina, maritozzi allamarmellata di gelso...lidevo strappare dalcaffè, il ferry parte!

LIPARIIncontriamo Roberto a Lipari, la sua barcaè un cabinato tozzo, squadrato,una barca afondo piatto utile per le calette e i fiordi,ma oggi saremo a terra: avevo prenotato ilresidence La Giara, vicino al porto, ci tra-sferiamo, le camere sono luminose e puli-te, facciamo un giro per il paese e una visi-ta al museo archeologico e vulcanoligico;una sosta per le prime pizzette ai capperie poi ci affittiamo due macchine e un ve-spino per il giro dell'isola, famosa fin daitempi antichi per le cave di pomice: da chiprenderemo le macchine? ma da Roberto,che ha qui un'agenzia nolo macchine, un al-tro tentacolo delle sue molteplici attività....L'isola è grande e molto caratteristica,èMaggio, quindi c'è poca gente e poco traf-fico, le cave sono dappertutto, ci fermiamoa Marina Lunga, a Canneto in spiaggia, nerae ciottolosa,ma le più belle cave sono aMonte Angelo, finiscono in mare,e le ondegrigie di pomice si mischiano alle blu delmare.Facciamo tutto il giro, ci fermiamo per fo-to mozzafiato a Acquacalda, strapiombocon vista di Salina,e poi facciamo il primobagno sotto le coltivazioni Quattropani,forse l'acqua è un pò freddina, ma è trop-po pulita e invitante.Torniamo da Roberto, gli ridiamo le mac-chine, siamo un pò cotti, ci riposiamo nelbellissimo giardino della Giara,tra cactus eoleandri; la sera ci passa a prendere Ro-berto, la prima cena è da Nino a Mare, sia-mo sommersi dalle melanzane, peperoni,pasta alle acciughe, ai pinoli, al pesce, aicapperi, tutto è buono, ma differente dallanostra cucina, fino alla malvasia finale ghiac-ciata... sazi, satolli,ma felici torniamo a casa.

VULCANOColazione alla Giara, sono tutti puntuali,Roberto ci aspetta al porto,alle 7.30 siamoper strada con i nostri trolley, in cinquantametri riesco a perderne due che tentanodi imbarcarsi sul traghetto della Siremarper Napoli, neutralizzo il loro tentativo, liriporto sulla nostra barca e partiamo perVulcano.La barca è piena di tavoli, panche, sopra c'èla terrazza prendisole panoramica, ci piace,è tutta nostra,Roberto è un vecchio filonema è simpatico,comincia a marpionare duefanciulle contemporaneamente, giusto, hapoco tempo...

Due ore e sbarchiamo a Vulcano, ci lascia alporto, appuntamento alle due.La salita al cratere comincia qui, facili car-telli ci portano su, la passeggiata è vera-mente facile, anche se poi si inerpica e lapendenza aumenta.Il panorama è bellissimo,si vede mezza iso-la con il porto, ma il vulcano è impressio-nante,man mano che saliamo si vede il pen-nacchio di fumo,le fumarole sono visibili,fac-ciamo tutto il giro del cratere, il fondo è pie-no di terra, ma questo è un vulcano serio.Naturalmente scendiamo dove è proibito,le fumarole gialle di zolfo sono spinte dalvento e ci facciamo le foto immersi dentro,torme di francesi ci guardano stupiti poi ciimitano, la gita è oltremodo soddisfacente;torniamo al porto di Levante dove ci fac-ciamo la prima delle mitiche granite, poipassiamo alle piscine col fango bollen-te....beh,è al massimo tiepidino,però ci fac-ciamo grasse risate a ricoprirci di fango gri-gio, sembra argilla.Alle due puntuali e puzzolenti di zolfo sa-liamo in barca, e partiamo per Alicudi, ri-lassamento totale, chi prende il sole, chidormicchia,chi legge,a noi sembra una cro-ciera di lusso....

ALICUDIL'isola lascia a bocca aperta, è un tronco dicono che emerge perfetto dalle acque, lapiù lontana, la più sperduta, la luce c'è dapoco tempo, strade invece non ce ne sono,macchine nemmeno,e neanche motorini:siva su a piedi o con i muli per sentieri, Ro-berto ci fa lasciare i bagagli grossi in barca,ci vedremo domani, lui resta giù,ha pauraper la barca.Al porticciolo trovo il marito di Rosina, af-fittacamere a cui mi ero rivolto da Roma,ci accompagna per una mulattiera che cispezza il fiato e ci taglia le ginocchia (a mealmeno...)ma arrivati su siamo senza paro-le, il silenzio è totale, Filicudi, Salina e le al-tre sono tutte in fila,il mare è blu cobalto,Francesco dice"Qui vorrei finire i miei gior-ni.." le camere sono incastonate nella mon-tagna, c'è un parapetto, poi lo strapiombo,a tutti piace da morire, e di più ci piaccio-no i manicaretti di Rosina, regina e padro-na, totani ripieni, verdure grigliate, due tipidi paste, la malvasia ci spinge a letto,le ca-mere sono tutte differenti l'una dall'altra...Qualcuno si è svegliato per vedere l'alba,

Un viaggio Softon the rock

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Un viaggio Softon the rock

Da un Eolie TrekTesto e fotodi Patrizio Rimassa

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(03-89) Articoli+Tac 11-09-2008 10:47 Pagina 60

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ne valeva la pena,colazione e via per il M.teTimpone, sono 670 metri ma 250 li aveva-mo già fatti, alla sommità ci sono parecchirovi,meglio salire in pantaloni o prevede-re graffi, qui però non c'è la bocca del cra-tere, è un monte con una sommità rico-perta di vegetazione con bellissima vi-sta,non molto facile trovare il passaggioper la cima, non ci sono cartelli, gli abitan-ti sono cento, difficile trovarne qualcunoche ti aspetta per darti le dritte...pago la mezza pensione a Rosina, la più ca-ra del viaggio, 40 euro a persona ma è an-che il posto più isolato d'Italia, e sicura-mente uno dei più belli.Ridiscendiamo il ripido sentiero, Robertoci aspettava, riprendiamo posto per la no-stra crociera,potremmo fare il giro dell'i-sola, ma rinunciamo.

FILICUDIArriviamo a Filicudi in due ore, non distamolto dalla sorella,però è meno selvaggia,ci sono le strade, e anche se poche,giranole macchine.Prendiamo possesso della nostra pension-cina, è questa volta a dieci metri dal por-to,a livello del mare...avevo detto che sa-rebbe stato come ieri, una scarpinata ter-ribile per tre quarti d'ora, il gruppo tentadi affogarmi,poi mi perdona,anche perchèriesco a variare la tipologia delle camere,da piccole con letti da tre a grandi,doppiecon due letti grandi, i soliti problemi degliuomini che non vogliono dormire insiemecon la possibilità di toccarsi nel sonno; sia-mo ferocemente presi in giro dalle donne,che insinuano di tutto,dalla latente omo-sessualità all'evidente cretinismo...Roberto ci lascia perchè ha già un impegnocon una decina di tedeschi che lo copronodi euro (mille...) per una giornata, lo rive-dremo domani a Salina, oggi saremo orfa-ni;facciamo un passeggino in paese,c'è un'u-nica fila di case sul litorale,sembra il fonda-le di un western,un aperitivo sul lungoma-re e poi la cena in albergo,solita scelta diprimi ottimi, poi un piatto tipico eoliano,pesce freddo con sopra anelli di cipolle cal-de,devo dire che non ci è piaciuto molto,ma si sono rifatti con i dolci e le cassate,più la fantastica malvasia, presto saremodrogati e non potremo farne più a meno...

La mattina su per il monte, bella passeg-giata anche in pianura, vediamo le pianta-gioni di capperi, con i bellissimi fiori viola.In tre ore si torna giù,il trek non presen-ta difficoltà, prendiamo i bagagli che ave-vamo lasciato all'hotel, questa volta an-diamo a Salina col ferry, troveremo Ro-berto là.

SALINAE' un'isola grande con due coni vulcanici,noi siamo attesi da Santino a Santa Mariadi Salina,lo storico proprietario della A'Cannata,il ristorante è citato nelle guidefrancesi, c'è addirittura un articolo su Ma-rie Claire che parla della madre, la miglio-re cuoca delle isole: ci porta col suo pul-mino alle camere,bianche e pulite,a 50 me-tri dal lungomare, facciamo un giro ispet-tivo, troviamo anche Alfredo, il vincitoredella migliore granita in Italia al festival delgusto di Torino.La sera a cena i piatti sono semplici ma gu-stosissimi, pasta con alici, pinoli, capperi,pomodorini,formaggi, ma tutto amalgama-to in maniera sublime, moscardini, dolcet-ti,malvasia...la miglior cena,poi passiamo daAlfredo, le migliori granite, indescrivibili.La mattina dopo una super colazione damamma Rosa chi scarpina parte prestoper il monte delle Felci,è piuttosto al-to,962 metri, la sommità anche qui è co-perta dalla vegetazione, è un ex vulcano;per me la cosa più bella è la gita in bus aPollara, la fermata è davanti a Cannata, unbel giro dell'isola con soste a Rinella, Le-ni, Malfa,e finalmente la fantastica spiaggiadi Pollara, 200 metri a strapiombo sul ma-re, una stradaccia che scende in tornantidalla chiesa, vediamo la famosa casa delfilm "Il postino",c'è una spiaggietta lavicacon un mare di un blu di prussia,siamo in-cantati, nessuno in giro, niente bar, caffè,ristoranti,hotel,tre turisti come noi,im-possibile non fare il bagno,tanto tornan-do su siamo asciutti. Ci fermiamo a un'a-zienda a comprare capperi, si lamentanoun pò, si sentono abbandonati, però van-no avanti.Torniamo con l'ultimo autobus delle cin-que,la sera altra cena da mamma Rosa,sap-piamo di essere nel mito,poi rotoliamo daAlfredo.

PANAREA Roberto è già al porticciolo a aspettarci,ci imbarchiamo felici, non ha mai piovuto,ci stendiamo a prendere il sole, arriviamoa Panarea, la più piccola, la più mondana,qui il clima è differente,scendiamo e chi sa-le al monte, chi passeggia fino a Cala Jun-co, c'è il villaggio preistorico di Capo Mi-lazzese.E' tutta farcita di boutiques, hotel de char-me,barettini sfiziosi, torme di motorini ciguizzano tra le gambe,gli abitanti ci sop-pesano il portafoglio, alla fine ci rifugiamoin spiaggia,Alicudi è lontana.Ripartiamo con la barca, il mare è splendi-do,passiamo davanti a Basiluzzo,è uno sco-glio in mezzo al mare, stormi di folaghe estarne (a detta di Silvio..) starnazzano sul-l'acqua, ci fermiamo per un bagno corro-borante,l'acqua è trasparente anche se an-cora freddina.In direzione di Stromboli ci fermiamo an-cora davanti agli scogli di Strombolicchio,sembra il dito ammonitore di un gigante,siamo contenti della nostra scelta,questaminicrociera è piacevolissima, Roberto cicucina il pesce a bordo,ci racconta episo-di di viaggi e barzellette obbrobbiose, matutti ridono..

STROMBOLIArriviamo al vulcano,passiamo davanti aGinostra, paesino non collegato via terraal paese centrale, Roberto dice "40 abi-tanti: 12 persone, 28 capre" affascinante,poi entra con la barca in una grotta ne-ra,manovre millimetriche, passiamo da-vanti alla Sciara di fuoco,nera discesa dipolvere e sabbia, ed eccoci al porto: sca-richiamo i bagagli e saliamo fino quasi al-la piazza,bella erta ma ci siamo abituati.Ho prenotato all'hotel Roma,che non esi-ste, c'è una pizzeria col boss napoletanoche ha delle camere (abusive..), vista bel-lissima, ci aspetta stasera dopo la salita.Questo è un vulcano vero,è tuttora infunzione,bisogna salire accompagnati, lanostra guida,Zaza,è un veterano, ci cono-sce da anni, gentile, paziente,si parte alle

17 dalla piazza, il sentiero si inerpica age-vole fino ai 400 metri, poi comincia a far-si un pò più difficile,ma Zaza è paziente,ditanto in tanto ci si ferma, hanno fornitogli elmetti gli elmetti di protezione,al tra-monto si arriva sul bordo del cratere,ogni5/6 minuti lapilli e scorie rosse vengonolanciati in aria, la terra trema lievemente,lo spettacolo è di una incomparabile bel-lezza.Si rimane a bocca aperta per molto tem-po, per alcuni è la prima volta che si assi-ste ad un'eruzione vulcanica,Zaza narrae spiega con molta competenza, e pensa-re che lui viene su' tutti i giorni..La discesa viene effettuata dall'altra parte,dal Sabbione, non molto difficile, a parteche si torna coperti di sabbia e terra, pe-rò fieri dell'impresa compiuta.Mangiamoin hotel, bisogna ammettere veramentebene,calamaretti, pasta, dolci,il tutto a unottimo prezzo: centinaia di gruppi nostrihanno portato alla fidelizzazione dell'a-genzia, nessuno vuole rischiare di perder-ci per uno sgarbo o il risparmio di pochieuro.La mattina dopo ultime spese e ultimespiaggie: scendendo sul lungomare ce nesono due, a prima vista sembrano nere,poi ti rendi conto che sono fatte di ciot-toli neri, levigati, scrocchianti tra loro perle onde,sembrano pallottole di antichebombarde,stendersi sopra senza stuoie digomma è roba da fachiri,rimaniamo in-cantati,le onde, la spiaggia,il rumore han-no un che di ipnotico.Roberto ci saluta, domani arriva un nuo-vo gruppo, siamo stati bene con lui, qual-cuno (o qualcuna...) tornerà a trovarlo,leisole sono troppo belle e differenti daqualsiasi altro viaggio, noi prendiamo ilferry per Milazzo e il treno per Roma,nonci rimarrà dentro l'esotismo di terre lon-tane,ma la fierezza di avere luoghi mera-vigliosi, un'ospitalità regale, una gastrono-mia impensabile di sapori, forse il rim-pianto di non averle viste prima.

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(03-89) Articoli+Tac 11-09-2008 10:47 Pagina 61