Supponiamo il problema risolto .

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Supponiamo il problema risolto. Allora AP sarà uguale ad un pezzo di PQ, sia PX, e BQ sarà uguale a QX. Ma se AP = PX, a che cosa è uguale l’angolo PXA? PQ è parallelo ad AB; a che cosa è uguale PXA? Allora perché BAX = XAP? Una lettura della storia dell’algebra alla luce dei problemi d’insegnamento/apprendimento 2.1

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Una lettura della storia dell’algebra alla luce dei problemi d’insegnamento/apprendimento 2.1. Supponiamo il problema risolto . Allora AP sarà uguale ad un pezzo di PQ , sia PX , e BQ sarà uguale a QX . Ma se AP = PX , a che cosa è uguale l’angolo  PXA ? - PowerPoint PPT Presentation

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Supponiamo il problema risolto.Allora AP sarà uguale ad un pezzo di PQ, sia PX, e BQ sarà uguale a QX.Ma se AP = PX, a che cosa è uguale l’angolo PXA?PQ è parallelo ad AB; a che cosa è uguale PXA?Allora perché BAX = XAP?Analogamente si ragiona per QBX e XBA

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Supponiamo il problema risolto.Allora AP sarà uguale ad un pezzo di PQ, sia PX, e BQ sarà uguale a QX.Ma se AP = PX, a che cosa è uguale l’angolo PXA?PQ è parallelo ad AB; a che cosa è uguale PXA?Allora perché BAX = XAP?Analogamente si ragiona per QBX e XBA

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I primi riferimenti ad un procedimento di tale tipo dimostrativo si trovano nella Repubblica di Platone: nel celebre passaggio sulla dialettica l’autore espone l’idea di un doppio percorso dalle idee ai principi (ascendente) e dai principi alle idee (discendente). Questo doppio percorso rappresenta un processo completo di conoscenza. In tale forma viene ripreso, meglio definito e chiarito da Aristotele. Egli riesce a farne un procedimento dimostrativo.Nel Commento al primo libro degli Elementi di Euclide (V sec. d. C.) Proclo dice che Platone insegnò il suo metodo (analisi ) a Leodama [di Taso], che pare abbia fatto molte scoperte geometriche per mezzo di esso.

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Dalle Collezioni matematiche di Pappo (ediz. di Commandino 1660, Urbino):“Scripserunt autem hac de rerum Euclides, qui elementa tradit, tum Apollonius Pergaeus, tum Aristaeus senior. Quae quidem per resolutionem, & compositionem procedit. Resolutio igitur est via a quaesito tamquam concesso per ea, quae deinceps consequuntur ad aliquod concessum in compositione: in resolutione enim id quod quaeritur tamquam factum ponentes, quid ex hoc contingat, consideramus: & rursum illius antecedens, quousque ita progredientes incidamus in aliquod iam cognitum, vel quod sit è numero principiorum. Et huismodi processum resolutionem appellamus, veluti ex contrario factam solutionem. In compositione autem per conversionem ponentes tamquam iam factum id, quod postremum in resolutione sumpsimus: atque hic ordinantes secundum naturam ea antecedentia, quae illic consequentia erant; & mutua illorum facta compositione ad quaesiti finem pervenimus, & hic modus vocatur compositio”

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In italiano il brano è tradotto in Fonti per la storia della matematica di U. Bottazzini, P. Freguglia, L. Toti Rigatelli (1992), p. 88“Fu scritto in merito da tre insigni matematici: Euclide, l’autore degli Elementi, Apollonio di Perga ed Aristeo il Vecchio, e il loro approccio [allo studio della geometria] avviene appunto attraverso i metodi dell’analisi e della sintesi. L’analisi è dunque la via, la procedura, che parte da ciò che si cerca, considerato come concesso, per giungere passo dopo passo alla sintesi. Cioè in analisi noi assumiamo ciò che è cercato come se già fosse stato ottenuto, e cerchiamo la cosa da cui esso segue, e ancora ciò che viene prima di questa,...”

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Problema VIII (Ghetaldi, 1630, pp.92-93): Data base trianguli, angulum rectum subtendente, & differentia crurum. Invenire triangulum.

90°, base D, differenza lati B. 90°, base AB, differenza lati Z

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Presentiamo la dimostrazione secondo lo schema (“conspectus”)

Supponiamo il problema risolto. Sia A = somma lati A/2 + B/2 = lM

A/2 B/2 = lm

lM2 + lm

2 = D2

A2/2 + B2/2 = D2

A2 + B2 = 2D2

A2 = 2D2 B2

[questo, come osserva l’autore stesso, è il porisma che permette di trovare la somma dei lati]

DB2 + ED2 = AB2

EB2/2 + FB2/2 = AB2

EB2 + FB2 = 2AB2

EB2 = 2AB2 FB2

EB2 = 2AB2 Z2

EB2 = CB2 EC2

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«Verificare l’esistenza di un limite mediante ladefinizione (scelto >0 esiste >0 ...)»

Supponiamo risoltoil problema, cioèche esista >0 taleche

|f(x) l|<, se .... Siricava <f(x) l<e con successivipassaggi si arriva a

x0 ()<x<x0+),

cioè il in funzionedi cercato.

Poiché per ipotesiesiste >0, esiste()>0 tale che se

x0 ()<x<x0+(),

allora

|f(x) l|<

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Le uguaglianze sono fondamentali in algebra, ma non sono proprie solo dell’algebraEuclide, Elementi, Libro I, Nozioni comuni: 1. Cose che sono uguali ad una stessa sono uguali anche fra loro2. E se cose uguali sono addizionate a cose uguali, le totalità sono uguali3. E se da cose uguali sono sottratte cose uguali, i resti sono uguali.(2) e (3) sono in Al-Khwarizmi (al-jabr = restaurare, completare e al-muqabala = bilanciare, confrontare)Euclide le usa in una forma ‘quasi algebrica’ (vedere Prop.III-35)

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Euclide, Elementi, Libro II

Le prime 10 proposizioni possono essere viste come identità algebriche provate geometricamente; la 11 e la 14 sono equazioni- i numeri sono sostituiti da segmenti di retta- la somma e la differenza tra numeri è l’ordinaria somma o differenza tra segmenti- il prodotto di due numeri è l’area di un rettangolo i cui lati rappresentano i numeri dati- il prodotto di tre numeri è il volume

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Euclide, Elementi,Libro II, 4

Si divida AB nel punto C e si costruisca il quadrato di lato AB. Preso sul lato BE il punto K tale che BK = CB si traccino da C e da K le parallele rispettivamente ai lati BE e DF. In tal modo il quadrato ABED risulta scomposto nei due quadrati CBKG, HGFD e nei due rettangoli uguali GKEF e ACGH. Posto a = AC, b = BC. Si ha:

(a + b)2 = a 2 + 2ab + b 2

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L’uso delle uguaglianze in Euclide è caratterizzato da un ambiente non numerico. Si confrontano grandezze, non la loro misura. Le operazioni che si fanno sono “mettere insieme”, “ottenere un rettangolo con due dati lati”, ...

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Si può parlare di una aritmetica delle grandezze, ma il significato è molto diverso rispetto a quella dei numeri. Non ci sono i simboli numerici, qui i simboli (per esempio, AC per indicare un segmento) non hanno significato per loro stessi. Le grandezze risultato di un’operazione hanno significato in relazione a quelle da cui provengono.

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Il Libro V degli Elementi riguarda la teoria delle proporzioni

Def. V.3. Rapporto fra due grandezze omogenee è un certo modo di comportarsi rispetto alla quantità

Def.V.5. (in termini moderni)m, n, ma >nb ma >nd ma =nb ma = nd ma < nb ma < nd

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L’uguaglianza di rapporti coinvolge non solo le grandezze, ma anche relazioni fra esse. Siamo ad un secondo livello di astrazione in cui usiamo relazioni di primo livello (uguale, maggiore, minore).

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Riassumendo: Le uguaglianze presso i Greci hanno due aspetti: uguaglianze di grandezze uguaglianze di rapporti (proporzioni)

Due grandezze che sono uguali devono essere dello stesso tipo (segmenti, aree, volumi). Per i rapporti ciò è solo parzialmente vero: si confrontano rapporti che possono essere da una parte tra aree ed aree e dall’altra tra segmenti e segmenti.

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Lo storico danese Zeuthen (1892) ha introdotto il nome di “Algebra geometrica” a proposito del metodo e del trattamento delle quantità usati per risolvere i problemi nel libro II degli Elementi.

Discussione accesa (anni 1975-79): da una parte Zeuthen, Tannery, Neugebauer, van der Waerden; dall’altra Freudenthal, Mahoney, Seidenberg, Unguru, A. Weil.Questa discussione è collegata alla risposta che si dà alla domanda “Che cosa è l’algebra?”Per esempio, quando proponiamo agli studenti un problema del tipo 5 + ∆ = 14, chiediamo di risolvere un’equazione o solo di fare dei calcoli su numeri?

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Van der Waerden (1976) dice:

“Quando parlo di algebra babilonese o greca o araba, intendo algebra nel senso di Al-Khwarizmi o dell’Ars Magna di Cardano, o nel senso della nostra algebra scolastica. L’algebra, allora, è l’arte di manipolare espressioni algebriche come (a + b)2 e di risolvere equazioni come x2 ax = b [...] senza curarsi del simbolismo usato nel testo.Se questa definizione è applicata ad un testo arabo o babilonese è irrilevante quale simbolismo il testo usa”.

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