Summa Theologica Sancti Thomae - Ita

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SOMMA TEOLOGICA Nuova Edizione in lingua italiana a cura di P.Tito S. Centi e P. Angelo Z. Belloni 2009 © Copyright BEATO ANGELICO: San Tommaso d'Aquino Il P. Tito Centi, del Convento di S. Domenico di Fiesole, che per ben 28 anni si è accollato quasi per intero la ―gioiosa fatica‖di tradurre, annotare, introdurre, correggere, redigere l‘edizione italiana della Somma Teologica, mentre prende atto con piacere che le nuove edizioni italiane riproducono praticamente la sua, avendo ormai raggiunto la venerabile età di 94 anni ha espresso il desiderio che il frutto delle sue immani fatiche diventi, attraverso la rete informatica interne t maggiormente accessibile al grande pubblico senza oneri di sorta. Il sottoscritto si è messo semplicemente a sua disposizione perché tale desiderio diventasse realtà . P. Angelo Zelio Belloni o.p. - Fiesole N.B. Questa edizione on-line non riproduce semplicemente quella pubblicata negli anni 1949- 1975 a Firenze, ma è stata radicalmente rivista e modificata soprattutto nelle introduzioni, nella struttura e nei contenuti con apporti originali. Ci scusiamo per eventuali imperfezioni dovute alla trascrizione elettronica di alcune parti e alla dimensione consistente dell'intero documento.

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In italiano il capolavoro di San Tommaso d'Aquino

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Somma TeoLParteIq82a Lk iti LOpera] Latino SOMMA TEOLOGICA
Nuova Edizione in lingua italiana a cura di P.Tito S. Centi e P. Angelo Z.
Belloni
BEATO ANGELICO: San Tommaso d'Aquino
Il P. Tito Centi, del Convento di S. Domenico di Fiesole, che per ben 28 anni si è accollato quasi
per intero la gioiosa faticadi tradurre, annotare, introdurre, correggere, redigere l‘edizione
italiana della Somma Teologica, mentre prende atto con piacere che le nuove edizioni italiane
riproducono praticamente la sua, avendo ormai raggiunto la venerabile età di 94 anni ha espresso
il desiderio che il frutto delle sue immani fatiche diventi, attraverso la rete informatica internet
maggiormente accessibile al grande pubblico senza oneri di sorta. Il sottoscritto si è messo
semplicemente a sua disposizione perché tale desiderio diventasse realtà .
P. Angelo Zelio Belloni o.p. - Fiesole
N.B. Questa edizione on-line non riproduce semplicemente quella pubblicata negli anni 1949-
1975 a Firenze, ma è stata radicalmente rivista e modificata soprattutto nelle introduzioni, nella
struttura e nei contenuti con apporti originali. Ci scusiamo per eventuali imperfezioni dovute alla
trascrizione elettronica di alcune parti e alla dimensione consistente dell'intero documento.
I PARTE
002.Trattato su Dio. L‘esistenza di Dio
003.La semplicità di Dio
004.La perfezione di Dio
005.Il bene in generale
006.La bontà di Dio
007.L‘infinità di Dio
009.L‘immutabilità di Dio
010.L‘eternità di Dio
011.L‘unità di Dio
013.I nomi di Dio
014.La scienza di Dio
022.La provvidenza di Dio
028.Le relazioni divine
029.Le persone divine
e la pluralità in Dio
032.La nostra conoscenza delle persone
divine
037.Il nome Amore
o proprietà
delle persone divine
044.La derivazione delle cose da Dio,
causa prima di tutti gli esseri
045.Il modo di derivare delle cose
dal primo principio
047.La pluralità e la distinzione
delle cose in generale
in particolare
in se stessa
052.Gli angeli in rapporto al luogo
053.Il moto locale degli angeli
054.La conoscenza degli angeli
056.La conoscenza angelica
delle realtà immateriali
057.La conoscenza angelica
delle realtà materiali
059.La volontà degli angeli
061.La creazione degli angeli
nel loro essere naturale
062.L‘elevazione degli angeli
063.La depravazione degli angeli
064.La pena dei demoni
065.La creazione dei corpi
066.L‘ordine della creazione
in rapporto alla distinzione
in se stessa
070.L‘opera di abbellimento
073.Il settimo giorno
di spirito e di corpo.
Primo: la natura dell‘anima
076.L‘unione tra l‘anima e il corpo
077.Le potenze dell‘anima in generale
078.Le potenze dell‘anima in particolare
079.Le potenze intellettive
081.La sensualità
082.La volontà
al corpo rispetto alle realtà materiali
ad essa inferiori
085.Procedimento e sviluppi
conosciuti dal nostro intelletto
conosca se stessa
088.In che modo l‘anima conosca le
realtà ad essa superiori
090.La creazione dell‘anima
092.L‘origine della donna
094.Lo stato e la condizione del primo
uomo quanto all‘intelletto
del primo uomo,cioè la grazia e l‘innocenza
096.Il dominio dell‘uomo nello stato
di innocenza
della specie
che sarebbe stata generata
101.Le condizioni della prole
104.Gli effetti del governo divino
in particolare
di Dio
107.La locuzione degli angeli
108.L‘ordinamento degli angeli
in gerarchie e ordini
110.Il governo degli angeli
112.La missione degli angeli
114.L‘ostilità dei demoni
116.Il fato
rispetto all‘anima
rispetto al corpo
INTRODUZIONI
Prologo
003.L‘ essenza della beatitudine
004.I requisiti della beatitudine
005.Il conseguimento della beatitudine
degli atti
008.L‘oggetto della volizione
010.Come la volontà subisce la mozione
011.La fruizione, atto della volontà
012.L‘intenzione
ai mezzi
relativo ai mezzi
relativo ai mezzi
018.La bontà e la malizia degli atti umani
in generale
della volontà
esterni
in rapporto alla loro bontà o malizia
022.La sede delle passioni
023.La distinzione delle passioni
025.I rapporti reciproci tra le passioni
026.L‘amore
032.Le cause del piacere
033.Gli effetti del piacere
035.Il dolore o tristezza
039.La bontà e la malizia della tristezza
o dolore
042.L‘oggetto del timore
043.Le cause del timore
044.Gli effetti del timore
047.Le cause e i rimedi dell‘ira
048.Gli effetti dell‘ira
050.Il soggetto degli abiti
051.La generazione degli abiti
052.L‘aumento degli abiti
degli abiti
056.Il soggetto delle virtù
da quelle intellettuali
e le passioni
tra loro
065.La connessione delle virtù
066.L‘uguaglianza delle virtù
067.La permanenza delle virtù
071.I vizi e i peccati considerati
in se stessi
074.Il soggetto del peccato
l‘ignoranza
080.Il demonio come causa del peccato
081.L‘uomo come causa del peccato
082.La natura del peccato originale
083.Il soggetto del peccato originale
084.Il peccato come causa di altri peccati
085.Gli effetti del peccato.
086.La macchia del peccato
088.Il peccato veniale
090.I costitutivi essenziali della legge
091.Le divisioni della legge
092.Gli effetti della legge
097.La mutazione delle leggi
100.I precetti morali della legge antica
101.I precetti cerimoniali in se stessi
102.Le cause dei precetti cerimoniali
103.La durata dei precetti cerimoniali
104.I precetti giudiziali
106.La legge evangelica, o legge nuova,
in se stessa
e l‘antica
109.La necessità della grazia
111.Divisione della grazia
114.Il merito
INTRODUZIONI
Prologo
004.La virtù della fede
006.La causa della fede
007.Gli effetti della fede
008.Il dono dell‘intelletto
009.Il dono della scienza
010.L‘incredulità in generale
015.La cecità della mente
017.La speranza
e alla speranza
024.Il soggetto della carità
025.L‘oggetto della carità
026.L‘ordine della carità
028.La gioia
029.La pace
030.La misericordia
031.La beneficenza
032.L‘elemosina
048.Le parti della prudenza
049.Le singole parti integranti
052.Il dono del consiglio
che hanno una somiglianza con essa
056.I precetti relativi alla prudenza
057.Il diritto
058.La giustizia
059.L‘ingiustizia
060.Il giudizio
commesse contro le persone
067.Le ingiustizie del giudice
nell‘amministrazione della giustizia
069.I peccati contro la giustizia dalla
parte del colpevole
071.Le ingiustizie processuali
nelle compravendite
081.La religione
082.La devozione
083.La preghiera
084.L‘adorazione
085.Il sacrificio
087.Le decime
088.Il voto
089.Il giuramento
di scongiuro
nella preghiera di lode
112.La millanteria
113.L‘ironia
123.La fortezza
124.Il martirio
136.La pazienza
137.La perseveranza
139.Il dono della fortezza
141.La temperanza
143.Le parti della temperanza in generale
144.La vergogna
145.L‘onestà
146.L‘astinenza
147.Il digiuno
148.La gola
149.La sobrietà
150.L‘ubriachezza
151.La castità
152.La verginità
153.La lussuria
158.L‘iracondia
159.La crudeltà
160.La modestia
161.L‘umiltà
162.La superbia
166.La studiosità
167.La curiosità
174.Divisioni della profezia
e contemplativa
e la vita contemplativa
in generale
185.Lo stato dei vescovi
187.Le attività che convengono
189.L‘entrata in religione
singolare
della Chiesa
010.La scienza beatifica dell‘anima
di Cristo
di Cristo
dell‘anima di Cristo
nella natura umana
nella natura umana
l‘essere e il divenire
017.L‘unità di Cristo quanto all‘essere
018.L‘unità di Cristo quanto alla volontà
019.L‘unità di Cristo in rapporto
alle sue operazioni
021.La preghiera di Cristo
022.Il sacerdozio di Cristo
024.La predestinazione di Cristo
025.Il culto di Cristo
027.La santificazione della Beata Vergine
028.La verginità della Madre di Dio
029.Lo sposalizio della Madre di Dio
030.L‘annunciazione della Beata Vergine
031.La materia a partire dalla quale
fu concepito il corpo del Salvatore
032.Il principio attivo del concepimento
di Cristo
di Cristo
035.La nascita di Cristo
036.La manifestazione di Cristo
da bambino
040.Il modo di vivere di Cristo
041.La tentazione di Cristo
042.L‘insegnamento di Cristo
044.Le singole specie di miracoli
045.La trasfigurazione di Cristo
046.La passione di Cristo
di Cristo
i suoi effetti
050.La morte di Cristo
051.La sepoltura di Cristo
053.La risurrezione di Cristo
055.La manifestazione della risurrezione
056.La causalità della risurrezione
del Padre
061.La necessità dei sacramenti
che è la grazia
che è il carattere
064.La causa dei sacramenti
065.Il numero dei sacramenti
066.Il sacramento del battesimo
067.I ministri del battesimo
069.Gli effetti del battesimo
072.Il sacramento della cresima,
075.La conversione del pane e del vino
nel corpo e nel sangue di Cristo
076.Il modo in cui Cristo è presente in
questo sacramento
080.L‘uso o consumazione di questo
sacramento
sacramento nella sua prima istituzione
082.Il ministro di questo sacramento
083.Il rito di questo sacramento
084.Il sacramento della penitenza
086.L‘effetto della penitenza quanto
alla remissione dei peccati mortali
087.La remissione dei peccati veniali
088.Il ritorno dopo la penitenza
dei peccati rimessi
la penitenza
SUPPLEMENTO ALLA III PARTE
020.Coloro su cui si può esercitare
il potere delle chiavi
della scomunica
024.L‘assoluzione dalla scomunica
030.L‘effetto del sacramento
amministrata l‘estrema unzione
033.La reiterazione dell‘estrema unzione
034.Il sacramento dell‘ordine
036.Le qualità richieste
del carattere
039.Gli impedimenti a ricevere
dell‘ordine
042.Il matrimonio come sacramento
043.Gli sponsali o fidanzamento
044.La natura del matrimonio
o dall‘atto coniugale
048.L‘oggetto del consenso
049.I beni del matrimonio
059.L‘impedimento della disparità di culto
060.L‘uxoricidio
che ne deriva
070.Le proprietà dell‘anima separata
dal corpo e la pena inflittale
dal fuoco materiale
072.Le preghiere dei santi
che sono in cielo
074.Il fuoco della conflagrazione finale
075.La risurrezione
078.Il punto di partenza della risurrezione
079.Le condizioni dei risorti:
primo, la loro identità
082.Le condizioni dei beati
084.L‘agilità dei corpi risorti dei beati
085.Lo splendore del corpo dei beati
086.Le condizioni dei corpi dei dannati
dopo la risurrezione
avranno i risuscitati rispetto ai meriti
e ai demeriti
e il luogo in cui esso avverrà
089.I giudicanti e i giudicati
nel giudizio universale
091.Le condizioni del mondo
092.La visione dell‘essenza divina
da parte dei beati
093.La beatitudine dei santi
e le loro dimore
094.L‘atteggiamento dei santi
verso i dannati
Parte della Somma Teologica:
0II. ARGOMENTO sul Purgatorio
0II. ARGOMENTO sulla pena
Maiora et alia
(La Teologia di S. Tommaso)
L‘espressione sacra doctrina ha un significato molto esteso. Si possono enumerare una decina di
sensi che non coincidono esattamente ma che possono ricondursi a due grandi ambiti. Nel senso
oggettivo («ciò che» si insegna), essa si applica innanzitutto alla verità cristiana come corpo di
dottrine, e questo in una accezione molto ampia che va dalla Scrittura alla teologia. In senso attivo
(l‘azione di insegnare) doctrina designa tutti gli atti tramite i quali la verità cristiana giunge fino a
noi: l‘insegnamento di Dio che si manifesta per rivelazione, la Tradizione, la predicazione della
Chiesa (catechesi compresa), e, naturalmente, l‘insegnamento teologico1.
In fondo, per farsi un‘idea molto precisa dell‘ampiezza del campo ricoperto dalla sacra doctrina, è
sufficiente considerare l‘opera di Tommaso e la sua attività. Oltre ai grandi libri eruditi quali sono
lo Scritto sulle Sentenze, le opere di sintesi come le due Somme, le lezioni sulla Sacra Scrittura o i
commenti ad Aristotele, occorre ancora menzionare due ambiti particolari. Da una parte, le
risposte a numerose consultazioni teologiche e le piccole opere composte «su domanda»: riguardo
al prestito ad interesse o al movimento del cuore, le migliori forme di governo, l‘astrologia, le sorti
o la magia; questo teologo nel suo tempo era consultato sui più disparati argomenti. Dall‘altra
parte, vi è la sua opera di predicatore che, senza farne un grande oratore, permette di percepire
meglio il legame che si stabiliva quasi spontaneamente in lui tra le diverse forme del servizio della
Parola di Dio2.
Sacra doctrina comprende tutto ciò, per san Tommaso, ed egli non si sentiva certamente meno
teologo sul pulpito del predicatore che sulla cattedra di professore; ma per attenerci alla forma più
elaborata in cui egli ha praticato questa doctrina, bisogna sapere che si possono distinguere in
essa tre linee di forza. In primo luogo la linea «speculativa» per la quale egli è giustamente
rinomato e che è quella dell‘intellectus fidei propriamente detto: lo sforzo di comprendere con la
ragione ciò che è conosciuto per fede. Questo primo orientamento è stato perseguito con
predilezione dai grandi commentatori come Capreolo, Gaetano o Giovanni di San Tommaso, ma
1 Per maggiori dettagli cf. Y. CONGAR, Tradition et sacra doctrina chez saint Thomas d’Aquin, in J. BETZ - H. FRIES
(edd.), Église et Tradition, Le Puy 1963, pp. 157-194; A. PATFOORT, Thomas d’Aquin. Les clefs d’une théologie,
Paris 1983, pp. 13-47; J.-P. TORRELL, La scienza teologica secondo Tommaso e i suoi primi discepoli, in G.
DONOFRIO, Storia della Teologia nel Medioevo, t. II, Piemme, Casale Monferrato 1996, pp. 849-934. 2 Abbiamo cercato di mostrano in J.-P. TORRELL, La pratique pastorale d’un tbéologien da XIIIe siècle. Thomas
d’Aquin prédicateur, RT 82 (1982) 213-245.
esso è lungi dall‘essere l‘unico perseguibile; Tommaso ha anche praticato un‘altra linea che oggi
chiameremmo «storico-positiva». L‘anacronismo si trova soltanto nelle parole, poiché il fatto è
proprio questo: durante tutta la sua vita Tommaso è stato un commentatore della Scrittura — anzi
era proprio questa la prima forma del suo insegnamento — e non ha mai cessato di documentarsi
sui Padri della Chiesa e la storia dei Concili3. Questo orientamento è stato troppo poco coltivato
dai suoi discepoli; vi fu addirittura un‘epoca in cui lo si è completamente perso di vista a
vantaggio di una esaltazione indebita dell‘apparato filosofico da lui messo in opera. E stato
necessario attendere il nostro tempo per riscoprire le ricchezze dei commenti scritturistici e
rendersi conto che Tommaso doveva molto anche a sant‘Agostino. Vi è infine una terza linea che
si può dire «mistica», ma in un senso che occorre precisare, riscontrabile nel carattere «pratico»
che Tommaso riconosceva alla teologia (e che noi abbiamo preso l‘abitudine di chiamare «teologia
morale»).
Questi tre orientamenti maggiori che Tommaso faceva convergere nell‘unità indivisa della sacra
doctrina, dopo di lui non hanno tardato a divergere. Fin dall‘inizio del XIV secolo — qualunque sia
peraltro l‘interesse che si voglia attribuire a quest‘epoca per la storia del pensiero — tutta una
serie di fattori, sui quali non è il caso qui di soffermarsi, hanno contribuito a quel che l‘osservatore
è obbligato a chiamare uno «sbriciolarsi» del sapere teologico nelle diverse specializzazioni, fino
alla sua disintegrazione. Attualmente si constata — alcuni per deplorarlo, altri per rallegrarsene —
l‘assenza e anche l‘impossibilità di una sintesi teologica. In realtà noi siamo gli eredi di un
processo di disgregazione cominciato secoli fa4 .
La linea speculativa di san Tommaso ha deviato in una «scienza delle conclusioni» dove l‘arte del
teologo consisteva nel ricercare conclusioni nuove tramite il sillogismo, eventualmente definibili
da parte del magistero in virtù, soltanto, della loro certezza teologica. Questo modo di praticare
teologia è oggi così tragicamente fuori moda che ha trascinato nel suo scomparire la stessa
teologia speculativa nel suo sforzo d‘intelligenza della fede. La linea storico-positiva, staccata
dalla precedente — che invero per prima s‘era distaccata da questa seconda — ha evoluto sempre
più verso un‘erudizione storica altamente specializzata. E certamente la branca della teologia che
si è meglio sviluppata (si pensi al progresso dell‘esegesi e della patrologia) e non si potrebbe far
altro che rallegrarsene se la pretesa d‘indipendenza della sua ricerca e dei suoi metodi non
l‘allontanasse sempre più dalla teologia propriamente detta, allorché il suo compito non ha senso
che all‘interno dell‘organicità della teologia. Quanto alla linea mistica, non essendo più onorata da
nessuna delle altre due, essa ha cercato di erigersi da sé in una branca autonoma con una
tendenza anti-ntelletualista ben comprensibile. E così che si è arrivati a una teologia «ascetica e
mistica» cui si devono molte opere (alcune lodevoli, peraltro) fino alla prima metà del nostro XX
secolo. Quando non sono stati gli autori di manuali che, per compensare l‘aridità della loro
teologia, hanno aggiunto essi stessi dei pii corollari alle loro dimostrazioni. In realtà, una teologia
ben intesa deve inglobare questi diversi aspetti e noi capiremo le ragioni di questo ricordando ciò
che è la teologia alla scuola di san Tommaso, che a sua volta ha seguito un filone inaugurato da
sant‘Agostino e da sant‘Anselmo.
UNA SCUOLA DI VITA TEOLOGALE
3 Cf. Tommaso d’Aquino. L’uomo e il teologo, pp. 73-78 e 161-165.
4 Noi abbiamo ricordato questa storia per sommi capi in La théologie catholique («Que sais-je? 1269»), Paris 1994, cap.
II.
Prima di ogni altra cosa, la teologia è un‘espressione della vita teologale, un‘attività che esercita a
pieno le virtù di fede, di speranza e di carità. Se nel seguito di questa ricerca si parla soprattutto
della fede, è per essere brevi e per sottolineare dove si situa il nodo esplicativo di alcune qualità
della teologia, ma deve essere chiaro che questa fede non è dell‘ordine di una pura adesione
intellettuale all‘insieme di verità di cui si occupa il teologo. La fede — in san Tommaso come nella
Bibbia — è l‘attaccamento vitale di tutta la persona alla stessa Realtà divina, raggiunta per mezzo
della fede attraverso le formule che la svelano a noi.
Questo legame fra teologia e fede compare già nelle espressioni correnti: «intelligenza della fede»
(intellectus fidei) oppure «la fede cerca di capire» (fides quaerens intellectum). E per quanto
lontano vogliamo risalire nella storia, i pensatori che hanno riflettuto sul metodo da loro
impiegato hanno espresso tale convinzione. Senza usare la parola «teologia», che non doveva
apparire se non molto più tardi, sant‘Agostino parla già di questa scientia «che genera, nutre,
difende e fortifica la fede sovranamente salutare»5. Nella preghiera finale della sua grande opera
sulla Trinità, quando rende conto a Dio di ciò che ha voluto fare, egli spiega con garbo: «Dirigendo
i miei sforzi secondo questa regola di fede, nella misura in cui ho potuto farlo io Ti ho cercato; io
ho desiderato vedere con l‘intelligenza ciò che conoscevo per fede»6 . Stupisce che anche
sant‘Anselmo - inventore della formula fides quaerens intellectum - esprima il suo progetto
teologico in una preghiera: «Io desidero comprendere almeno un po‘ la Tua verità, la Tua verità
che il mio cuore crede e ama», e aggiunge questo, che è molto significativo: «Io non cerco di
comprendere per credere, ma io credo per comprendere (credo ut intelligam)» 7.
All‘origine di quest‘ultima espressione si trova un versetto della Scrittura letto nella versione dei
Settanta: «Se voi non credete, non comprenderete»8. Agostino stesso ha ripreso varie volte questo
versetto, ma non ha temuto di formularne l‘aspetto complementare: «Bisogna comprendere per
credere, ma occorre anche credere per comprendere»9. In Anselmo, come in Agostino, al punto di
partenza vi sono la fede e la sua oscurità, l‘intelligenza e il suo desiderio di sapere, assieme alla
certezza che l‘una incitando l‘altra saranno beneficiarie entrambe del successo della loro comune
impresa. Questo convincimento è rimasto per secoli un bene comune della teologia; i teologi
contemporanei — come d‘altronde quelli del passato — possono divergere su molti punti, ma se
vogliono restare teologi non possono essere in disaccordo su questo legame della teologia con la
fede10.Nell‘eredità di sant‘Agostino e di sant‘Anselmo, il pensiero di san Tommaso si può
riassumere affermando che per lui la teologia intrattiene nei confronti della fede una relazione di
origine e di costante dipendenza senza la quale non esisterebbe. Essa non trova lì soltanto il suo
punto di partenza ma la sua ragione d‘essere. Senza la fede, non soltanto la teologia non avrebbe
alcuna giustificazione, ma non avrebbe nemmeno il suo oggetto: la cosa è facile da capirsi poiché
solo la fede permette al teologo di entrare in possesso di questo. Un parallelo con la filosofia può
essere qui illuminante. Se non vi fosse in noi nessuna possibilità di cogliere il reale, i nostri
ragionamenti non sarebbero che puro artificio. Per quanto fossero logicamente connessi, essi non
esprimerebbero in alcun modo la realtà. La fede costituisce in noi questa aggiunta di capacità di
5 De Trinitate XIV 1, 3 (BA 16, p. 348; NBA 4, p. 465).
6 Ibid., XV 28, 31: «Desideravi intellectu videre quod credidi» (BA 16, p.564; NBA 4, p. 719).
7 Proslogion I, ed. F.S. SCHMITr, p. 100, in ANSELME DE CANTORBÉRY, Monologion. Proslogion, intr., trad. e
note di M. Corbin, Paris 1986, p. 242 8 Is 7, 9; lebraico invero: “..non avrete stabilità”; Trad. CEI.
9 Sermone 43, 7, 9: PL 38,58.
10 Per non citare che un solo esempio del XX secolo, E. Schillebeeckx parla della fede come «punto di partenza e
fondamento permanente della teologia», e sviluppa lidea secondo cui «la fede esige intrinsecamente la teologia», cf.
Approches théologiques, I. Révélation et théologie, Bruxelles-Paris 1963, pp. 84-90.
cui ha bisogno l‘intelligenza umana per essere «all‘altezza» del reale divino. Essa ci permette di
raggiungerlo poiché «l‘atto del credente non termina alle formule [del Credo] ma alla stessa realtà
[divina]»11. Senza la fede noi non saremmo in possesso che di formule vacue e le nostre più belle
costruzioni non sarebbero che botti vuote. Viceversa, con essa si può veramente iniziare ad essere
teologi. A riguardo, Tommaso ha una straordinaria espressione concernente il suo santo patrono:
dal momento in cui cade in ginocchio ai piedi del Risorto che gli…