Storia Economica Del Mondo

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Appunti di STORIA ECONOMICA DEL MONDO

Autori: Profman Aissela Gilipa Patata

Appunti di Storia Economica

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CAPITOLO I INTRODUZIONE: STORIA ECONOMICA E SVILUPPOLo sviluppo economico ineguale ha provocato rivoluzioni e colpi di stato; governi totalitari e dittature militari hanno spogliato intere nazioni della libert politica e molti individui della libert individuale e persino della vita. Gli Stati Uniti ed altre nazioni ricche hanno speso miliardi di dollari in tentativi intenzionati a soccorrere i vicini meno fortunati. Non c' un consenso generale sugli specifici metodi responsabili dei redditi pi elevati delle nazioni ricche. Gli studiosi e gli scienziati non hanno ancora prodotto una teoria dello sviluppo economico che sia utile sul piano operativo e generalmente applicabile. Le statistiche del reddito pro-capite sono una rozza misurazione del livello di sviluppo economico. I termini crescita, sviluppo e progresso sono spesso usati come sinonimi ma questo non corretto. La crescita economica definita come un aumento sostenuto del volume totale di beni e servizi prodotti da una societ. La crescita del prodotto totale pu verificarsi sia in conseguenza dellimpiego di maggiori quantit dei fattori della produzione, sia perch quantit equivalenti dei fattori di produzione sono impiegate con maggiore efficienza. Lo sviluppo economico significa crescita economica accompagnata da un sostanziale cambiamento strutturale e organizzativo delleconomia. La regressione economica avviene durante o in seguito ad un prolungato periodo di declino economico. Leconomia classica ha sviluppato la classificazione tripartita dei fattori di produzione": terra, lavoro e capitale. I mutamenti tecnologici e delle istituzioni sociali costituiscono i fattori pi dinamici del cambiamento dellintera economia. Negli ultimi secoli linnovazione tecnologica stata il fattore pi dinamico di mutamento economico e di sviluppo. Il mutamento tecnologico non per sempre stato cos rapido. La tecnologia dellet della pietra dur per centinaia di migliaia danni senza grossi cambiamenti. Una delle funzioni sociali svolte dalle istituzioni di rappresentare un elemento di continuit e di stabilit, senza il quale la societ si disintegrerebbe; ma nello svolgimento di questa funzione esse possono anche rappresentare una barriera allo sviluppo economico ostacolando il lavoro umano, impedendo lo sfruttamento razionale delle risorse o contrastando linnovazione e lapag. 3

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diffusione della tecnologia. Esempi storici d'innovazioni istituzionali sono i mercati organizzati,. la moneta battuta, i brevetti, le assicurazioni e le varie forme d'impresa. Gli intellettuali marxisti ritengono di aver trovato la chiave non solo del processo di sviluppo economico ma anche dellevoluzione dellumanit. Secondo loro il modo di produzione lelemento cardine; tutto il resto non che sovrastruttura. Lelemento dinamico fornito dalla lotta tra le classi sociali per il controllo dei mezzi di produzione. La produzione il processo mediante il quale i fattori di produzione sono messi in relazione per produrre i beni e i servizi desiderati dalle popolazioni umane. La produzione pu essere misurata in unit fisiche, o in termini di valore, ossia monetari. La produttivit il rapporto tra il risultato utile di un processo di produzione e i fattori di produzione in esso impiegati. Per misurare la produttivit totale dei fattori di produzione necessario ricorrere a misure di valore. Inoltre, determinate combinazioni di fattori di produzione sono in grado di accrescere la produttivit. Importante il concetto di capitale umano. Il capitale umano deriva dallinvestimento in conoscenze e abilit o capacit. Linvestimento pu assumere la forma di uneducazione o di un addestramento formale. Un aumento dei fattori tradizionali di produzione spiega solo in parte laumento della produzione nelle economie avanzate. Gli aumenti della produttivit sono stati particolarmente considerevoli nellultimo secolo. E opportuno considerare la cosiddetta legge dei rendimenti decrescenti, che dovrebbe essere definita come la legge dellutilit marginale decrescente. Un singolo lavoratore, con limpiego di una data tecnologia, semplice o complessa, in grado di ottenere un certo raccolto. Laggiunta di un secondo lavoratore permette una semplice divisione del lavoro, che fa pi che raddoppiare la produzione. Un terzo lavoratore pu accrescere ancora di pi la produzione. In altre parole, pi lavoratori sono aggiunti e pi cresce, fino ad un certo punto, il prodotto marginale. Alla fine per, laggiunta di nuovi lavoratori fa si che essi si ostacolino a vicenda, che calpestino il raccolto, e cos via, e il prodotto marginale decresce. Nel 1798 Thomas Malthus pubblic il famoso Saggio sul principio della popolazione. In esso partiva dal presupposto che la passione tra i sessi avrebbe portato ad una crescita demografica in progressione geometrica, ma che le disponibilit di cibo sarebbero cresciute in progressione aritmetica. Malthus non previde la serie dinnovazioni tecnologiche e istituzionali che hanno accresciuto la produttivit e che hanno ripetutamente ritardato il funzionamento della legge dei rendimenti decrescenti. La struttura economica implicita nelle relazioni tra i vari settori delleconomia, in particolare i tre settori principali noti col nome di primario, secondario e terziario. Il settore primario comprende quelle attivit i cui prodotti sono ottenuti direttamente dalla natura: agricoltura, pesca. Il settore secondario comprende le attivit che trasformano o lavorano i prodotti naturali. Il terziario comprende un ampio spettro di servizi, che vanno da quelli domestici e personali a quelli commerciali e finanziari, professionali e pubblici. Lagricoltura stata la principale occupazione della grande maggioranza della razza umana ma ci tuttora valido per i paesi a basso reddito. La ragione di questo fenomeno che la produttivit era cos bassa che per sopravviverepag. 4

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era necessario dedicarsi alla produzione di generi alimentari. Alcune centinaia di anni fa la produttivit agricola cominci a crescere, cominci cos il processo di industrializzazione, che si protrasse dalla fine del Medioevo fino alla met del XX secolo. Nel frattempo man mano che la forza lavoro impiegata in agricoltura diminuiva, aumentava, anche se non proporzionalmente, quella nel settore secondario. La crescita della forza lavoro impiegata nel settore secondario stata accompagnata dalla crescita del reddito prodotto da quel settore. Dal 1950 in poi le economie pi avanzate hanno conosciuto un ulteriore cambiamento strutturale, il passaggio da settore secondario a quello terziario. Sul versante dellofferta, laccresciuta produttivit rese possibile produrre le stesse quantit di prodotti con meno lavoro. Sul versante della domanda entr in gioco un aspetto peculiare del comportamento umano, definito dalla legge di Engel. La legge di Engel afferma che man mano che cresce il reddito di un consumatore, diminuisce la percentuale di reddito destinata allacquisto di cibo. Man mano che cresce il reddito, cresce la domanda per ogni genere di merce, ma ad un ritmo inferiore a quello del reddito, mentre la domanda di servizi e di tempo libero si sostituisce in parte a quella dei beni concreti. I prezzi dei beni e dei servizi sono determinati dallinterazione tra domanda e offerta. Il termine logistica indica lorganizzazione dei rifornimenti per un grosso gruppo di persone. Ma la logistica anche una formula matematica, la curva logistica che ne deriva ha la forma di una S allungata ed talvolta chiamata curva a S. La curva ha due fasi: una prima fase di crescita accelerata seguita da una seconda di decelerazione. E stato anche osservato che le curve logistiche possono anche descrivere molti fenomeni sociali come la crescita delle popolazioni umane. Ciascuna fase daccelerazione della crescita demografica in Europa stata accompagnata dalla crescita economica. Nel XI, XII e XIII secolo la civilt europea si espanse tra la Loira e il Reno nelle isole britanniche, nella penisola iberica, in Sicilia e nellItalia meridionale, nellEuropa centrale e orientale. Alla fine del XV secolo e nel XVI lesplorazione marittima, le scoperte e le conquiste portarono gli Europei in Africa e nellOceano indiano. Nel XIX secolo, attraverso lemigrazione, la conquista e lannessione, gli Europei instaurarono la loro egemonia politica ed economica sul mondo intero. Un certo numero di paesi dovette affrontare locali crisi di sussistenza, la pi drammatica delle quali fu la carestia irlandese degli anni quaranta del XIX secolo. Secondo Adam Smith la condizione del lavoratore era migliore in una societ progressista, cupa in una societ stagnante e miserabile in una in decadenza. Le fasi finali di tutte le logistiche, e gli intervalli di stagnazione o depressione che seguirono, testimoniarono la propagazione di tensioni sociali, inquietudini e disordini, e lo scoppio di guerre eccezionalmente feroci e distruttive. Forse le guerre non furono che avvenimenti fortuiti che posero termine a periodi di crescita gi avviati al tramonto.

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CAPITOLO V LA SECONDA LOGISTICA EUROPEAVerso la met del Quattrocento, la popolazione europea ricominci ad aumentare. All'inizio del Seicento, per, questa rigorosa crescita incontr i soliti ostacoli delle carestie, delle epidemie e delle guerre. Questi estremi temporali delimitano la seconda logistica europea. Il periodo di crescita demografica corrispose quasi esattamente allepoca delle grandi esplorazioni e delle scoperte marittime che portarono all'individuazione di rotte interamente marittime tra lEuropa e lAsia, alla conquista e alla colonizzazione dellemisfero occidentale da parte degli europei. Nel XV secolo le citt dellItalia settentrionale godevano ancora di quella leadership negli affari economici che avevano esercitato per tutto il Medioevo. Una serie di guerre che videro linvasione e loccupazione dellItalia da parte di eserciti stranieri port ad un ulteriore sconvolgimento del commercio. Il declino dellItalia non fu per immediato n drastico, giacch gli italiani avevano riserve di capitale, di talento imprenditoriale e distituzioni economiche sofisticate tali da bastare per diverse generazioni. Verso la met del Seicento, lItalia si trovava ormai alla retroguardia delleconomia europea, condizione dalla quale non doveva risollevarsi pienamente fino al XX secolo. La Spagna e il Portogallo godettero di una gloria effimera come principali potenze economiche europee. Lisbona si sostitu a Venezia nel ruolo di grande emporio del commercio delle spezie, e gli Asburgo spagnoli, finanziati in parte dalloro e dallargento del loro impero americano, divennero i sovrani pi potenti dEuropa. La ricchezza delle Indie e delle Americhe non fu per adeguatamente distribuita all'interno dei due paesi. Pur conservando i rispettivi sterminati imperi marittimi fino al XIX e al XX secolo, entrambi i paesi erano in piena decadenza, economicamente, politicamente e militarmente, gi alla met del XVII secolo. LEuropa centrale, orientale e settentrionale non partecip alla prosperit commerciale del XVI secolo. La Germania meridionale e la Svizzera, che avevano raggiunto una certa preminenza commerciale nel XV secolo, conservarono per un certo periodo la loro prosperit. Tutta lEuropa centrale cadde preda ben presto di guerre religiose e dinastiche che sottrassero energie allattivit economica. La regione che realizz i maggiori guadagnipag. 6

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dai mutamenti economici associati alle grandi scoperte fu quella attorno al Mare del Nord e alla Manica: i Paesi Bassi, lInghilterra e la Francia settentrionale. Per tutto il XVI secolo, la Francia fu coinvolta in guerre dinastiche e religiose, civili e internazionali, e per la maggior parte di esso il suo Governo segu politiche avverse al commercio e allagricoltura. La Francia perci ebbe meno a guadagnare rispetto allOlanda e allInghilterra. LInghilterra stava appena emergendo dalla condizione di area arretrata e produttrice di materie prime a quella di paese pi o meno manifatturiero. La guerra delle Due Rose decim le schiere della grande nobilt ma lasci indenni le classi medie urbane e quella contadina. Il declino della grande nobilt accrebbe limportanza della piccola nobilt, la gentry. La nuova dinastia Tudor, che sal al trono nel 1485, dipendeva fortemente dal sostegno della piccola nobilt e ad essa concedeva in cambio i propri lavori. Le Fiandre, la regione pi economicamente avanzata dellEuropa settentrionale, si riprese lentamente dalla grande depressione del tardo Medioevo. Anversa si afferm fino a divenire nella prima met del XVI secolo il porto e il mercato pi importante d'Europa. In seguito ad alleanze dinastiche tutte le diciassette province de Paesi Bassi caddero nelle mani della corona spagnola allinizio del XVI secolo. Nel 1568 i Paesi Bassi si ribellarono al dominio spagnolo. La Spagna sed la ribellione nelle province meridionali, ma le sette province settentrionali conquistarono lindipendenza col nome di Province Unite, o Repubblica olandese. Amsterdam divenne la grande metropoli commerciale e finanziaria del XVII secolo. Le innovazioni tecnologiche nelle arti della navigazione e delle costruzioni furono un elemento fondamentale del successo delle esplorazioni e delle scoperte. L'introduzione della polvere da sparo e la sua applicazione da parte degli europei delle armi da fuoco, fu importante per le conquiste europee oltremare. Alla met del Quattrocento la popolazione europea ammontava complessivamente a circa 45-50 milioni dindividui. A met del XVII secolo la popolazione era vicina ai 100 milioni. Cosa determin questa crescita, la susseguente stagnazione e diminuzione? Possibile che si sia verificato un leggero miglioramento climatico. Salari reali pi elevati, conseguenza di un rapporto pi favorevole tra terra e popolazione risultante dal precedente declino demografico, possono aver incoraggiato matrimoni pi precoci e conseguentemente un tasso di natalit pi elevato. La crescita demografica del XVI secolo non fu per niente uniforme. In alcune regioni i poderi furono frammentati man mano che aumentava il numero degli individui che cercava di guadagnarsi da vivere con la terra. In altre la popolazione in eccesso lasci la campagna, volontariamente. In alcuni casi un aumento della popolazione urbana pu essere considerato un segno favorevole di sviluppo economico; ci non era per il caso del XVI secolo. A quellepoca le citt fungevano principalmente da centri commerciali e amministrativi piuttosto che industriali. Molte attivit manifatturiere, come quelle tessili e metallurgiche, accadevano nelle campagne. I mestieri praticati nelle citt erano di solito organizzati in corporazioni, con clausole di lunghi periodi dapprendistato ed altre restrizioni alleccesso. Gli immigrati provenienti dalle campagne possedevano raramente le abilit o le attitudini necessarie per le occupazioni urbane. Nelle citt essi formavano un Lumpenproletariat, un gruppo di lavoratori occasionali e non qualificati, spesso privi doccupazione, chepag. 7

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arrotondavano i loro magri guadagni con elemosine o piccoli furti. Le loro condizioni di vita in ambienti affollati, sporchi e poveri mettevano in pericolo lintera comunit rendendola pi esposta alle epidemie. La situazione dei poveri delle citt e delle campagne fu aggravata da una prolungata diminuzione dei salari reali. Poich la popolazione cresceva pi rapidamente della produzione agricola, il prezzo dei prodotti alimentari crebbe pi velocemente dei salari monetari. Alla fine del XVI secolo e nella prima met del XVII una serie di cattivi raccolti, nuovi focolai di peste bubbonica e altre epidemie, e unaumentata incidenza e ferocia della guerra (la Guerra dei Trentanni) arrestarono lespansione della popolazione. Alla fine del Medioevo notevoli progressi tecnologici furono realizzati nella progettazione delle navi, nella loro costruzione e negli strumenti di navigazione. Navi a tre, quattro o cinque alberi, capaci di navigare di traverso al vento. Nel governo della nave al remo si sostitu il timone. Gli sviluppi della cartografia misero a disposizione carte geografiche e marine molto perfezionate. Gli Italiani erano per tradizionalisti in quanto a progettazione delle navi, e il ruolo guida fu ben presto assunto da coloro che navigavano in mare aperto, vale a dire dai fiamminghi, dagli olandesi e dai portoghesi. Enrico, figlio minore del re del Portogallo, si dedic all'incoraggiamento delle esplorazioni della costa africana con lobiettivo finale di raggiungere lOceano Indiano. Fond nel suo castello una sorta distituto di studi avanzati nel quale fece venire astronomi, geografi, cartografi e navigatori dogni nazionalit. Dopo la morte di Enrico, lattivit desplorazione rallent per mancanza del sostegno regio ma il re Giovanni II riprese le esplorazioni ad un ritmo accelerato. I suoi navigatori si spinsero quasi fino allestrema punta meridionale dellAfrica. Bartholomeu Dias avanz lungo la costa, doppiando il Capo di Buona Speranza, Pedro de Covilhao, invece, attraversato il Mediterraneo e giunto via terra nel Mar Rosso, esplor la parte occidentale dellOceano Indiano. La strada era tracciata per il successivo e pi grande viaggio desplorazione, quello che consenti a Vasco da Gama di raggiungere Calcutta circumnavigando lAfrica. Malattie, ammutinamenti, tempeste incontrati nella spedizione portarono alla perdita di due delle quattro navi di da Gama e di quasi due terzi del suo equipaggio. Il carico di spezie col quale egli fece ritorno compens per di gran lunga tutti i costi del viaggio. Vedendo lentit dei profitti, i portoghesi non persero tempo a mettere a frutto il vantaggio di cui godevano. Nel 1513 una delle loro navi attracc a Canton nella Cina meridionale, e a met del secolo avevano intrecciato relazioni commerciali e diplomatiche col Giappone. Nel 1483 un genovese chiese al re di finanziare una spedizione attraverso lAtlantico per raggiungere lOriente viaggiando verso ovest. Il genovese era Cristoforo Colombo e dopo la bocciatura della sua proposta non si diede per vinto e si rivolse ai sovrani spagnoli, i quali erano impegnati in una guerra e non avevano soldi da investire in un progetto cosi poco realizzabile. Colombo cerc invano di interessare il re di Francia e dInghilterra. Solo nel 1492 i sovrani acconsentirono di patrocinare la spedizione. Colombo salp il 3 agosto 1492 e il 12 ottobre avvist le isole note in seguito come Indie occidentali. Egli credette davvero di aver raggiunto le Indie, infatti Colombo chiam indiani i suoi abitanti. Dopo alcune settimane di esplorazioni tra le isole fece ritorno in Spagna per comunicare la lieta novella.pag. 8

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Colombo effettu quattro viaggi nei mari occidentali, e credette di avere scoperto una via diretta per lAsia. Subito dopo il ritorno della prima spedizione Ferdinando e Isabella, sovrani spagnoli, si rivolsero al Papa perch stabilisse una linea di demarcazione che confermasse i diritti spagnoli sulle terre appena scoperte. Giovanni Caboto, un marinaio italiano che viveva in Inghilterra and alla scoperta di Terranova e della Nuova Scozia. L'anno dopo con il fratello Sebastiano esplor la costa settentrionale del Nord America; poich essi non portarono spezie o metalli preziosi i loro finanziatori persero ogni interesse. Mercanti francesi mandarono negli anni venti un altro italiano, Verrazzano, alla scoperta di un passaggio ad occidente per le Indie. Dieci anni dopo il francese Jacques Cartier effettu il primo di tre viaggi che lo portarono alla scoperta e allesplorazione del fiume San Lorenzo. Cartier rivendic alla Francia la regione nota in seguito come Canada. Allinizio degli anni venti, navigatori spagnoli e daltre nazionalit avevano esplorato lintera costa orientale delle due Americhe. Divenne sempre pi evidente non solo che Colombo non aveva scoperto le Indie, ma anche che non esisteva un passaggio agevole attraverso la parte centrale del nuovo continente. Ferdinando Magellano convinse il re di Spagna a lasciargli guidare una spedizione di cinque navi alle Isole delle Spezie passando per il Mare del Sud oltre listmo di Panama. Magellano non intendeva circumnavigare il globo: credeva di trovare l'Asia a pochi giorni di navigazione al di l di Panama. Il suo problema maggiore era di trovare un passaggio attraverso o attorno al Sud America. Ci riusc, e il tempestoso e infido stretto da lui scoperto porta ancora oggi il suo nome. Alla fine uno dei luogotenenti di Magellano guid lunica nave rimasta con il suo equipaggio attraverso lOceano Indiano fino in Spagna, dopo tre anni di viaggio; questi uomini divennero i primi ad aver portato a termine unintera circumnavigazione del globo. Prima del XVI secolo, Spagna e Portogallo erano rimaste ai margini della civilt europea; in seguito la loro potenza e il loro prestigio declin rapidamente fino a farle piombare all'inizio del XIX secolo, in uno stato di sonnolenza. Nel XVI secolo, invece, i loro domini erano sterminati e la loro ricchezza e la loro potenza non avevano eguali al mondo. I portoghesi erano oramai i padroni dellOceano indiano, Vasco da Gama torn in India con il compito di interrompere il commercio arabo con il Mar Rosso e lEgitto, dal quale i veneziani ricavavano le spezie che distribuivano in Europa. I portoghesi non riuscirono a mantenere a lungo un monopolio effettivo nel commercio delle spezie. Alla fine limpero spagnolo si rivel anche pi redditizio di quello portoghese. Nel XVI secolo gli spagnoli avevano il controllo effettivo dellemisfero. Gli spagnoli, a differenza dei portoghesi, intrapresero fin dallinizio unopera di colonizzazione e di insediamento nelle regioni da loro conquistate. Gli spagnoli introdussero prodotti naturali precedentemente sconosciuti nellemisfero occidentale, quali il grano ed altri cereali, zucchero di canna, caff, molti tipi comuni di verdura e frutta, animali tra i quali cavalli, bovini, pecore, asini. Dal punto di vista economico lespansione determin un grande aumento delle merci scambiate. Nel XVI secolo le spezie orientali e i metalli preziosi occidentali rappresentavano una percentuale schiacciante delle importazioni dal mondo coloniale. Altre merci fecero la loro apparizione nei flussi commerciali: questepag. 9

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aumentarono gradualmente di volume e finirono per mettere in ombra le originali esportazioni coloniali in Europa. Il caff e il cacao americano, il t asiatico divennero le pi comuni bevande europee, il cotone e lo zucchero non erano mai stati prodotti su larga scala. Lafflusso di oro e soprattutto argento dalle colonie spagnole accrebbe considerevolmente le scorte europee di metalli adatti alla monetizzazione. Il Governo spagnolo cerc di vietare lesportazione di metalli preziosi in lingotti, ma ci si rivel impossibile. Lo stesso si rivel comunque il principale trasgressore, con le grandi quantit di metalli preziosi inviate in Italia, in Germania e nei Paesi Bassi a pagamento dei debiti e per finanziare le sue interminabili guerre. I metalli preziosi si distribuirono per tutta lEuropa, il risultato pi ovvio e immediato fu uno spettacolare e prolungato aumento dei prezzi. Alla fine del XVI secolo i prezzi erano, in generale, circa tre o quattro volte pi elevati che al suo inizio. Il prezzo dei generi alimentari crebbe pi di quello di gran parte degli altri prodotti. Lincremento demografico fu un fattore forse anche pi importante per la lievitazione dei prezzi. Le conseguenze attribuite alla rivoluzione dei prezzi variano dallimpoverimento della classe contadina e della nobilt alla nascita del capitalismo. La crescita demografica, pur non provocando laumento assoluto dei prezzi, svolse probabilmente un ruolo determinante nel ritardo dei salari, in quanto lagricoltura e lindustria si rivelarono incapaci di assorbire la forza lavoro eccedente. Per lEuropa lagricoltura continuava ad essere di gran lunga la principale attivit economica. Il lavoro manuale era il fattore pi importante di produzione. Il terreno, le sementa e lumidit erano naturalmente essenziali ma il lavoro umano era per lingrediente pi importante di tutti. Nella periferia settentrionale e occidentale dEuropa predominava unagricoltura di sussistenza. Le campagne erano scarsamente popolate, soprattutto quelle pi a nord. Erano ancora applicate tecniche primitive di taglio e incendio della vegetazione spontanea. Nelle aree montuose era particolarmente importante lallevamento del bestiame. Le colture principali erano segale, orzo e avena; lino e canapa erano coltivati per la fibra. Labbondanza relativa di terra faceva s che i poderi fossero fluidi, e che la maggior parte della terra appartenesse a clan di capi tribali o lords. Lorganizzazione sociale era gerarchica ma senza schiavit o legami servili. NellEuropa di oltre lElba e a nord del Danubio, invece, la schiavit o servit personale era laspetto distintivo delle relazioni sociali. La condizione dei contadini fu gradualmente ridotta ad una situazione non molto lontana dalla schiavit. La tecnologia agricola era relativamente primitiva. Nei territori adiacenti al Mar Baltico la produzione finalizzata allesportazione verso i mercati dellEuropa occidentale fu uno stimolo potente alla specializzazione in coltivazioni cerealicole ed altre colture commerciali. LItalia possedeva lagricoltura pi diversificata dEuropa. La produzione agricola italiana non riusc a mantenere il passo della crescita demografica; i terreni erano esauriti dalle coltivazioni e dai pascoli. La Spagna offriva quasi la stessa variet dellItalia, lagricoltura spagnola ricevette una cospicua eredit dai predecessori musulmani. Una delle maggiori difficolt dellagricoltura spagnola derivava dalla rivalit tra contadini e proprietari di greggi. La lana merino spagnola era molto richiesta nei Paesi Bassi, i pastoripag. 10

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seguivano la pratica della transumanza, vale a dire il movimento delle greggi tra i pascoli estivi in montagna e quelli invernali in pianura. Il sistema spagnolo era tuttavia insolito sia per la lunghezza dei tragitti che per la sua organizzazione. Il termine tedesco di Grundherrschaft talvolta usato per descrivere il sistema di possesso fondiario, motivo per cui laristocrazia terriera si era trasformata in una classe di meri proprietari terrieri. Le piccole tenute e i fittavoli indipendenti erano pi numerosi nei pressi delle citt. dove il loro prodotto era vitale per il rifornimento della popolazione urbana. Laltro grande tipo di possesso fondiario era quello mezzadrile, in questo sistema il proprietario della terra provvedeva totalmente o in parte al bestiame e alle attrezzature, partecipava al rischio e alle scelte e si appropriava di una parte del raccolto, di solito la met. Larea agricola pi progredita dEuropa erano i Paesi Bassi, e soprattutto la parte pi settentrionale concentrata attorno alla provincia dOlanda. Nel corso del XVI e XVII secolo lagricoltura olandese sub una straordinaria trasformazione che le fa meritare il titolo di prima economia agricola moderna. La modernizzazione dellagricoltura fu strettamente legata allaffermazione ugualmente straordinaria della superiorit commerciale olandese. La chiave del successo della trasformazione dellagricoltura olandese fu la specializzazione, resa possibile dalla domanda sostenuta delle prospere citt olandesi in rapida espansione. Invece di cercare di produrre il maggior numero possibile di merci necessarie al proprio consumo, come faceva la maggior parte dei contadini europei, gli agricoltori olandesi cercarono di produrre quanto pi possibile per il mercato, acquistando ugualmente sul mercato molti beni di consumo nonch beni capitale e beni intermedi. Gli agricoltori olandesi non si specializzarono esclusivamente nella produzione casearia e nell'allevamento del bestiame. Molti si dedicarono allorticoltura, alcuni coltivavano orzo, lino, canapa; persino i fiori divennero oggetto di sfruttamento commerciale specializzato. La redditivit dellagricoltura olandese e attestata dagli sforzi continui e ininterrotti di creare nuova terra strappandola al mare, prosciugando laghi e acquitrini e mettendo a coltivazione le torbiere una volta estratta e utilizzata la torba. Questattivit, iniziata nel Medioevo, conobbe un enorme sviluppo nel XVI e XVII secolo, ed ebbe carattere particolarmente febbrile nei periodi di prezzi agricoli in rialzo. Lopera di arginamento e di prosciugamento richiedeva un grosso consumo di capitale. I mercanti urbani ed altri investitori si organizzarono in societ di bonifica con lobiettivo di vendere o affittare la terra agli agricoltori attivi. La maggior parte delle innovazioni introdotte nel 500 e nel 600 implic dei miglioramenti relativamente minori di tecniche gi esistenti. Nel 1589 William Lee invent una semplice macchina per maglieria: mentre un abile magliaio a mano poteva arrivare ad intrecciare fino a cento maglie al minuto, la macchina era in grado di ottenerne una media di mille. Altre innovazioni dellepoca, negli strumenti di navigazione, nelle armi da fuoco, nellartiglieria, nellorologeria ebbero unimportanza economica secondaria pur essendo enormemente importanti dal punto di vista politico e sociale. Lorientamento verso il mercato delleconomia europea, pi spiccato nellindustria che non nellagricoltura, incoraggiava gli imprenditori che erano cos in grado di ridurre i costi di produzione e di reagire prontamente alle variazioni della domanda. Esistevano per anche formidabili ostacoli allinnovazione. Uno dei pi diffusi erapag. 11

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lopposizione delle autorit che temevano la disoccupazione, derivante dalle innovazioni che riducevano la quantit di lavoro necessario. A Lee fu rifiutato il brevetto per la sua macchina e fu costretto a rifugiarsi in Francia dove fond una fabbrica sotto la protezione di Enrico V; la fabbrica fall dopo la morte del suo benefattore, ma la macchina per maglieria continu a diffondersi. Linsufficienza delle fonti energetiche e dei materiali da costruzione erano gli ostacoli naturali che si frapponevano ad una maggiore produttivit industriale. Le attivit tessili, prese nel loro complesso rimasero quelle con il maggior numero di addetti nel settore industriale, seguite da vicino dalle attivit di costruzione. Lorganizzazione delle industrie tessili non mut apprezzabilmente rispetto al tardo Medioevo. La figura caratteristica dellindustriale era quella del mercante-manifatturiere che acquistava la materia prima, la distribuiva a filatori, tessitori ed altri artigiani che lavoravano a domicilio e metteva sul mercato il prodotto finale. Sebbene lindustria delle costruzioni nel suo complesso non facesse registrare innovazioni tecniche significative, un singolo settore specializzato di questa industria sub una profonda trasformazione in un paese: fu questo il caso delle costruzioni navali nei Paesi Bassi olandesi. Linnovazione pi significativa fu il flauto, un tipo di nave mercantile introdotta alla fine del XVI secolo equivalente sotto certi aspetti alle moderne navi cisterna, era progettato espressamente per carichi voluminosi e di scarso valore come legname e cereali. Le industrie metallurgiche stavano acquistando unimportanza strategica primaria a causa del peso crescente delle armi da fuoco e dellartiglieria nelle azioni belliche. Le industrie metallurgiche acquistavano rilevanza alla luce della successiva et industriale. Tra esse quella del ferro era la pi importante. Levoluzione dellalto forno fu accompagnata da una serie di innovazioni. La Svezia, favorita da un minerale ferroso di alta qualit e dallabbondanza di legname ed acqua, possedeva una modesta industria del ferro gi nel Medioevo. Nelle industrie metallurgiche i progressi, consistenti soprattutto in un incremento della produzione conseguito attraverso lutilizzazione di tecniche tradizionali e lapplicazione di tali tecniche a nuove fonti di approvvigionamento, furono meno cospicui. La natura non aveva particolarmente dotato lEuropa di metalli preziosi; relativamente abbondanti erano invece i metalli pi utili. Il legname era molto richiesto per le costruzioni comprese quelle navali, per la metallurgia e soprattutto per il riscaldamento domestico. La scarsit di legname nelle aree pi sviluppate dEuropa fu una delle maggiori cause dellintegrazione della Norvegia e della Svezia nelleconomia dellEuropa occidentale. Anche il ferro e altri metalli furono usati al posto del legno, ma laumento della domanda di questi ultimi non fece che accentuare la penuria di legname. Oltre che in Germania e nei Paesi Bassi il carbone era stato estratto anche in Inghilterra durante il Medioevo. La domanda di carbone era per continuamente alimentata da altre industrie. Le scoperte oltre mare, introducendo nuove materie prime, stimolarono direttamente la nascita di nuove industrie; le pi importanti furono la raffinazione dello zucchero e la lavorazione del tabacco, ma molte altre manifatture sorsero per soddisfare nuovi gusti. Nel Medioevo lItalia era stata il principale produttore se non lunico, di manufatti di lusso. La crescita di industrie simili in altri paesi, i cui prodotti spesso erano di qualit inferiore ma costavanopag. 12

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meno, spiega in parte il declino relativo dellItalia. Molti lavoratori dellindustria soprattutto di quella tessile, si dedicavano part-time allagricoltura. Di tutti i settori dell'economia europea, il commercio fu senza dubbio il pi dinamico nel periodo compreso tra il XV e il XVII secolo. Il XVI secolo era descritto come let della rivoluzione commerciale. I mutamenti pi interessanti e pi significativi per la storia dello sviluppo economico furono quelli che si verificarono nel commercio di lunga distanza. Nel commercio coloniale gli Olandesi mostrarono aggressivit. La guerra dindipendenza interruppe i traffici con la Spagna, ma essi non cessarono di commerciare con lImpero portoghese attraverso Lisbona. Gli olandesi cominciarono immediatamente a costruire navi capaci di affrontare il viaggio verso lOceano Indiano con circumnavigazione dellAfrica. Gli Olandesi, che non furono i soli a trarre vantaggio dalla debolezza del Portogallo, concentrarono la loro attenzione sulle favolose Isole delle Spezie dellIndonesia, e verso la met del XVII secolo avevano affermato la loro autorit. Gli Inglesi, dopo infruttuosi tentativi di mettere piede in Indonesia, fondarono delle basi commerciali fortificate nel continente indiano. Le altre potenze marittime approfittarono della debolezza del Portogallo e della rigidit della Spagna anche per invadere e creare mercati nellemisfero occidentale. Gli Olandesi tentarono di conquistare le colonie portoghesi in Brasile, ma dopo due decenni di combattimenti intermittenti furono definitivamente respinti dagli stessi coloni portoghesi. Il commercio marittimo era di gran lunga la componente pi importante per gli scambi internazionali; non era per trascurabile il commercio interno. Gli scambi di merci voluminose furono resi possibili in primo luogo dai miglioramenti nella progettazione e nella costruzione delle navi. Una branca molto particolare del commercio era quella che trattava gli esseri umani: il traffico degli schiavi. Questo traffico fu dapprima dominato dai Portoghesi, poi di volta in volta dagli Olandesi, dai Francesi e dagli Inglesi. Una volta caricati tanti africani incatenati e ammanettati quanti la nave ne poteva portare, il capitano cedeva il suo carico umano in cambio di zucchero o tabacco. I governi europei non presero alcuna misura concreta per proibirlo fino al XIX secolo. La maggiore dinastia commerciale del 500 fu la famiglia Fugger: il primo di cui si abbia notizia fu un tessitore. Alla fine del XV secolo erano attivi come finanziatori degli imperatori del Sacro Romano Impero. I Fugger dominarono la scena nel XVI secolo, la forma di organizzazione prediletta era la societ di persone, solitamente formalizzata con contratti scritti che specificavano i diritti e gli obblighi di ciascun socio. Non esisteva un capitale societario; ciascun mercante commerciava per conto proprio ma esisteva un quartier generale ed un magazzino comuni e si osservavano le stesse regole, il commercio della lana mantenne la sua importanza. Nella seconda met del XVI secolo nacquero in Inghilterra diverse altre compagnie detentrici di privilegi commerciali monopolistici: la Compagnia della Moscovia, Orientale, delle Indie orientali. Alcune di queste compagnie adottarono la forma di societ regolamentate, altre divennero societ per azioni; mettevano in un fondo comune i contributi dei membri sottoponendoli ad unamministrazione comune. Il regime dei traffici coloniali differiva sensibilmente da quello del commercio interno europeo. Il commercio delle spezie dellImpero portoghese era monopolio della Corona. Ipag. 13

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mercanti portoghesi erano parte attiva del commercio regionale. Il Portogallo produceva poche merci appetite dai mercati orientali, i carichi diretti verso oriente consistevano soprattutto di oro e argento accompagnati da armi da fuoco e munizioni. Il commercio tra la Spagna e le sue colonie non era diverso. Come nel caso del Portogallo, il favoloso Impero spagnolo fu di ben poca utilit per lo sviluppo delleconomia spagnola, ebbe anzi su di essa un effetto ritardante.

CAPITOLO VI NAZIONALISMO ECONOMICO E IMPERIALISMOLe politiche economiche degli stati-nazione nel periodo della seconda logistica europea avevano un duplice obiettivo: costruire la potenza economica per rafforzare lo Stato ed avvalersi della potenza dello stesso per favorire la crescita economica ed arricchire la nazione: profitto e potere dovrebbero andare di pari passo. Prima di tutto gli Stati miravano ad assicurarsi delle entrate, e questa necessit li spingeva frequentemente a porre in atto politiche dannose alle attivit produttive. In epoca medievale le municipalit avevano goduto di estesi poteri di controllo e regolamentazione delleconomia. Esse riscuotevano dazi e tariffe sulle merci. Le corporazioni locali di mercanti e artigiani fissavano i salari e i prezzi e disciplinavano le condizioni di lavoro. Le politiche di nazionalismo economico rappresentarono il trasferimento di queste funzioni da un livello locale ad uno nazionale, in cui il governo centrale tentava di unificare lo Stato sia dal punto di vista economico che politico. I governanti europei si facevano concorrenza con lo scopo di rendere i loro Stati autosufficienti in caso di guerra. Il nazionalismo economico aggrav le divergenze religiose e le rivalit dinastiche che occupavano i governanti europei.

Mercantilismo: un termine equivoco

Adam Smith classific le politiche economiche della sua epoca sotto ununica rubrica, il sistema mercantile. Pur condannando queste politiche tent di offrirne un quadro sistemico con lobiettivo di evidenziarne lassurdit. Dichiar che tali politiche erano invenzioni di mercanti. Proprio come i mercanti si arricchiscono nella misura in cui le loro entrate sono superiori alle spese, cos anche le nazioni si sarebbero arricchite a seconda di quanto le vendite a paesi esteri avessero superato gli acquisti allestero, incassando la differenza, o bilancia commerciale. Per questo motivo incoraggiavano politiche che stimolavano le esportazioni e penalizzavano le importazioni per ottenere una bilancia commerciale favorevole per la nazione nel suo complesso. Per oltre un secolo il termine sistema mercantile mantenne una connotazione negativa. Nellultima parte del XIX secolo alcuni storici fra cui Schmoller ne rovesciarono la concezione. Per loro, nazionalisti e patrioti, il Merkantilismus era una politica di costruzione dello Stato portata avanti da saggi e benevoli. Nelle parole dello Schmoller il mercantilismo una costruzione dello Stato che si accompagna alledificazione delleconomia nazionale. Nei manuali si trovano definizioni del mercantilismo come teoria o sistema di politicapag. 14

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economica caratteristico dellEuropa occidentale e delle loro dipendenze doltremare dal 500 circa fino a forse il 1800. Comunque non ci fu un consenso generale n in campo teorico n in quello politico. Nonostante le somiglianze, ogni paese ebbe una propria politica economica. I propugnatori del nazionalismo in economia sostenevano invariabilmente che le loro politiche avevano lobiettivo di rafforzare lo Stato. La natura dello stato variava dalla monarchia assoluta di Luigi XIV alla repubblica borghese. In nessun stato tutti gli abitanti partecipavano al processo di governo. Poich il nazionalismo dei primi stati-nazione aveva un fondamento di classe, e non popolare, la chiave delle differenze nazionali nel campo della politica economica dovrebbe essere ricercata nella differente composizione e negli interessi divergenti delle classi dominanti. In Francia e nelle altre monarchie assolute niente si situava al di sopra dei desideri del sovrano. Pochi monarchi mostravano interesse per le questioni economiche. Lamministrazione era affidata a ministri e funzionari minori che spesso non conoscevano bene i problemi della tecnologia industriale e delliniziativa commerciale, e rispecchiavano i valori dei loro padroni. In questioni importanti i sovrani spesso sacrificavano per ignoranza o indifferenza sia il benessere economico dei loro sudditi che le fondamenta economiche del proprio potere. Il Governo spagnolo spese pi di quanto gli consentissero le entrate. Persino la Francia di Luigi XIV non fu in grado di sopportare la continua emorragia di ricchezza sacrificata al perseguimento delle ambizioni territoriali del re e al mantenimento della sua corte. Alla sua morte il paese si trovava sullorlo della bancarotta. Le Province Unite governate da e a beneficio dei ricchi mercanti che controllavano le citt principali, seguirono una politica economica pi accorta: stabilendo il libero scambio allinterno del paese.

Gli elementi comuni

Nel Medioevo gran parte dei signori feudali e soprattutto i monarchi possedevano dei forzieri di guerra: enormi scrigni corazzati in cui venivano accumulate monete e verghe di metalli preziosi per finanziare guerre previste o inattese. Ci determin una forma di politica economica nota come bullionismo, vale a dire il tentativo di accumulare allinterno del paese tutto loro e largento possibile, proibendone lesportazione mediante decreti che comminavano la pena di morte ai trasgressori. I tentativi della Spagna di amministrare con parsimonia il tesoro del Nuovo Mondo furono lesempio pi cospicuo di questa politica. Poich erano pochi i paesi europei che possedevano miniere doro e dargento, lacquisizione di colonie in cui esistessero miniere di metalli preziosi fu uno degli obiettivi principali dellesplorazione e della colonizzazione. Il modello da imitare fu il caso fortunato della Spagna. Fu in questo quadro che i mercanti riuscirono ad influenzare i Consigli di Stato ed ad escogitare le argomentazioni a sostegno di una bilancia commerciale favorevole. Secondo la teoria un paese doveva solo vendere, senza acquistare nulla dallestero. In pratica ci era impossibile e si pose la questione: cosa si doveva esportare e cosa importare? A causa dellalta incidenza di raccolti insufficienti e di carestie periodiche, i Governi cercarono di garantirsi abbondanti riserve interne di grano. Allo stesso tempo incoraggiarono le manifatture. Per incoraggiare la produzione nazionale, lepag. 15

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manifatture estere furono tagliate fuori o obbligate a pagare alte tariffe protezionistiche. Le manifatture nazionali furono altres incoraggiate attraverso la concessione di monopoli. Se le materie prime non erano disponibili sul mercato interno, potevano essere importate senza il pagamento di tasse sullimportazione. Le leggi suntuarie (relative ai consumi) tentarono di limitare il consumo di merci estere e di favorire quello di prodotti nazionali. Le grandi flotte mercantili consentivano di ottenere denaro dagli stranieri attraverso la fornitura di servizi di trasporto e incoraggiavano le esportazioni nazionali assicurando un mezzo di trasporto conveniente. Quasi tutti i paesi avevano delle leggi sulla navigazione che avevano lobiettivo di riservare a navi nazionali le importazioni e le esportazioni, e di favorire la marina mercantile. I teorici sottolineavano limportanza dei possedimenti coloniali come fattori della ricchezza e della potenza nazionale. Anche se le colonie non possedevano miniere doro e dargento, esse potevano produrre beni non disponibili nella madrepatria.

La Spagna e lAmerica spagnola

Nel XVI secolo la Spagna era linvidia e il flagello delle teste coronate dEuropa. Il suo re Carlo I eredit non solo il regno di Spagna (in realt i regni distinti di Aragona e di Castiglia) ma anche i domini asburgici in Europa centrale, i Paesi Bassi e la Franca Contea. Il regno di Aragona gli porto la Sardegna, la Sicilia e tutta lItalia a sud di Roma. Nel 1519 Carlo divenne imperatore del Sacro Romano Impero col nome di Carlo V. Sebbene le risorse agricole spagnole non fossero le migliori, la Spagna aveva ereditato lelaborato sistema moresco di orticoltura della Valencia e dellAndalusia, mentre la lana delle pecore merino era molto apprezzata in tutta lEuropa. Essa possedeva inoltre alcune fiorenti industrie (in particolare quella del panno e del ferro). I possedimenti di Carlo nei Paesi Bassi vantavano lagricoltura pi avanzata dEuropa. I domini asburgici nellEuropa centrale assicuravano importanti giacimenti di minerale, loro e largento dellImpero nel Nuovo Mondo cominciarono ad affluire in Spagna in quantit enormi a partire dagli anni trenta. Ma leconomia spagnola non riusc a progredire, gran parte della responsabilit deve essere attribuita alle esorbitanti ambizioni dei suoi sovrani e alla miopia e alla perversit delle loro politiche economiche. Carlo V riteneva sua missione riunificare lEuropa cristiana. A questo scopo combatt i turchi nel Mediterraneo e in Ungheria, lott contro i principi protestanti ribelli in Germania e fece guerra ai Valois di Francia. Incapace di ottenere un successo duraturo su ciascuno di questi fronti abdic nel 1556 al trono di Spagna. Aveva sperato di trasmettere i suoi possedimenti intatti al figlio Filippo, ma il fratello Ferdinando riusc ad ottenere i territori asburgici in Europa centrale e il titolo dImperatore del Sacro Romano Impero dopo la morte di Carlo nel 1558, Filippo II continu gran parte delle crociate paterne, aggiungendo anche lInghilterra. Nel 1588 ci fu la sconfitta definitiva. Per finanziare le guerre e i notevoli consumi Carlo e Filippo si affidarono alle tasse. Il popolo spagnolo era nel XVI secolo quello soggetto alla tassazione pi pesante. I grandi proprietari terrieri, quasi tutti di sangue nobile erano esentati dalle imposte dirette, il carico tributario ricadeva su artigiani, commercianti e contadini. La corona trov uninaspettata fonte di entrate con lapag. 16

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scoperta delloro e dell'argento nell'impero americano. Le entrate raramente pareggiavano le enormi spese del governo. Ci costringeva i sovrani a ricorrere ad una terza fonte di finanziamento, il prestito. Il prestito non era una novit per la Spagna. Ma sotto Carlo e Filippo il ricorso al prestito pubblico divenne una pratica regolare. Carlo gi nei primi anni del suo regno aveva preso a prestito somme enormi dai Fugger e da altri banchieri tedeschi e italiani per comprare i voti degli elettori che lo avevano proclamato Sacro Romano Imperatore. Gli interessi su questi debiti crebbero progressivamente. I prestatori, banchieri fiamminghi e spagnoli oltre che tedeschi e italiani, si assicurarono contratti in cui venivano offerti a garanzia dei prestiti, taluni specifici introiti tributari o quote di future spedizioni di argento americano. Nel 1557 l'onere era divenuto cosi pesante e il governo rifiut di riconoscere una parte sostanziale dei propri debiti, avvenimento definito bancarotta nazionale. I governi, a differenza delle imprese commerciali, non vengono posti in liquidazione in caso di bancarotta. I debiti a breve termine vennero invece tramutati in obbligazioni a lungo termine, furono ridotti il capitale e il tasso d'interesse, e il ciclo ricominci. In otto occasioni gli Asburgo spagnoli dichiararono bancarotta. L'assenza di una sistematica politica economica illustrata dalla storia di due delle maggiori attivit economiche spagnole, la produzione cerealicola e la manifattura del panno. La produzione dei cereali prosper nella prima met del XVI secolo sia per l'incremento demografico che per il moderato aumento dei prezzi. Con laccelerazione dellaumento dei prezzi, il Governo rispose alle lamentele dei consumatori imponendo nel 1539 dei prezzi massimi sui cereali. Il risultato fu che, con l'aumentare dei costi, la terra arabile fu impiegata a fini diversi dalla coltivazione dei cereali, e la penuria di questi ultimi si aggrav. Per porvi rimedio il Governo consent l'importazione esente da dazi di cereali esteri, ci per scoraggi ulteriormente i produttori cerealicoli. Molte terre smisero del tutto di essere coltivate. La situazione era pi o meno identica nell'industria del panno. Lespansione della domanda fece aumentare i costi e i prezzi. L'offerta non era in grado di reggere il ritmo di crescita della domanda. Nel 1548 furono aboliti i dazi sul panno estero e fu proibita l'esportazione del prodotto nazionale. Ci fu una grave crisi. Con una politica economica illuminata Carlo V avrebbe potuto assicurare una durevole prosperit al suo vasto impero. Ogni regione, consapevole delle proprie tradizioni e dei propri privilegi, avrebbe opposto resistenza ad una iniziativa in tal senso. Il monarca era troppo dipendente dalle entrate doganali per abolire le tariffe e i dazi interni sul commercio tra le varie regioni dell'impero. Anche dopo l'unione delle corone di Castiglia e di Aragona ciascuna manteneva le proprie barriere tariffarie contro laltra e persino un diverso sistema monetario. I mercanti e gli industriali dei Paesi Bassi dovettero la loro capillare penetrazione nei mercati spagnoli alla loro superiore capacit concorrenziale piuttosto che a qualche speciale privilegio. I sovrani spagnoli riuscirono a danneggiare il benessere dei loro sudditi e ad indebolire le fondamenta economiche del loro stesso potere. Nei primissimi anni del loro regno Ferdinando e Isabella ottennero dal Papa l'autorizzare a fondare lInquisizione. Le conseguenze iniziali dellInquisizione furono i casi di apostasia tra i conversos - gli ebrei convertitisi al cristianesimo di fatto o solo nominalmente - sebbene gli ebrei praticanti fosseropag. 17

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ancora ufficialmente tolleranti. Molti ebrei e conversos figuravano tra i pi ricchi e colti cittadini spagnoli. Il clima di terrore determinato dallInquisizione spinse molti conversos ed ebrei ad emigrare, portando via con se le proprie ricchezze. I monarchi seguirono una politica analoga nei confronti dei mori musulmani. Nel 1502 decretarono la conversione o lespulsione di tutti i mori; poich questi ultimi erano in maggioranza umili lavoratori agricoli furono costretti a diventare nominalmente cristiani: i moriscos. Nel 1609 un altro Governo spagnolo ordin lespulsione dei moriscos. Le politiche della Spagna nei confronti del suo impero americano furono altrettanto autodistruttive. Non appena cominci a diffondersi una certa consapevolezza della portata delle scoperte nel Nuovo Mondo il Governo impose una politica di monopolio. Nel 1501 fu proibito agli stranieri di stabilirsi nelle nuove colonie o di commerciare con esse. Nel 1503 fu creata a Siviglia la Casa de Contratacin con un monopolio commerciale. Tutte le navi mercantili erano tenute a viaggiare con i convogli armati riuscendo, cos, a proteggere le spedizioni di metalli preziosi. Le politiche monopolistiche si rilevarono talmente ingestibili che il Governo fu costretto a fare marcia indietro. Nel 1524 si permise ai mercanti stranieri di commerciare con lAmerica senza per stabilirvisi. Ci risult una tale manna per i mercanti italiani e tedeschi tanto che nel 1538 il Governo abrog questa politica restaurando il monopolio dei castigliani. Tra il 1529 e il 1573 fu permesso alle navi di altri dieci porti oltre Siviglia di commerciare con lAmerica, ma con l'obbligo di registrare i loro carichi a Siviglia e di scaricare in questa citt le merci trasportate al ritorno. A causa della lievitazioni dei costi questa autorizzazione ebbe scarsi risultati, la politica del monopolio e delle limitazioni incoraggiava invece levasione e il contrabbando. La politica generale era di riservare il mercato dei prodotti di manifattura delle colonie ai produttori della metropoli. Lintrinseca assurdit di questa politica coloniale nel trattamento riservato allunico possedimento spagnolo nel Pacifico, larcipelago delle Filippine. Sebbene ricadessero nell'orbita portoghese le Filippine divennero possedimento spagnolo in virt della scoperta di Magellano. I Filippini ed altri asiatici commerciavano tra loro e con le vicine regioni asiatiche, Cina compresa. Il solo tipo di commercio con lEuropa permesso era indiretto, attraverso il Messico e la stessa Spagna. Ogni anno ununica nave, il galeone di Manila, partiva da Acapulco. L'intero viaggio richiedeva due anni. La nave caricava spezie, sete cinesi porcellane ed altri prodotti di lusso orientali. Ovviamente poche potevano essere le merci che riuscivano a sopportare un tale costo.

Il Portogallo

Una delle imprese pi notevoli dellet dellespansione europea fu quella del Portogallo, stato piccolo che riusc ad assicurarsi il dominio su un vasto impero marittimo in Asia, Africa e America. Allinizio del XVI secolo leconomia era prevalentemente di sussistenza, le esportazioni erano di prodotti primari e le importazioni comprendevano il grano e prodotti industriali quali il panno e gli articoli di ferramenta. I fattori che condussero il Portogallo ad ottenere una posizione di predominio furono: la fortuna, allepoca in cui il Portogallo si affacci nellOceano Indiano le realtpag. 18

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politiche in quellarea erano eccezionalmente deboli e divise; le conoscenze accumulate nella progettazione delle navi, nelle tecniche di navigazione e in tutte le arti relative; lo zelo, il coraggio e la capacit degli uomini che si avventurarono nei mari. Nellebbrezza delle scoperte e dei successi asiatici i Portoghesi prestarono scarsa attenzione ai loro possedimenti africani e americani. Il commercio delle spezie prometteva rapidi profitti. Dopo il 1530 per la Corona portoghese fu allarmata dalla presenza di predoni francesi sulle coste del Brasile e decise di favorire linsediamento di coloni portoghesi nellentroterra. Le prime colonie non prosperarono, la popolazione indigena non rappresentava un mercato per la produzione portoghese n unaffidabile forza lavoro. Il Brasile non divenne parte integrante delleconomia imperiale fino agli anni settanta, con lintroduzione della canna da zucchero e di tecniche di coltivazione che prevedevano limpiego di schiavi africani. Subito dopo il Portogallo pass alla Corona spagnola. Il monopolio legale della Corona portoghese nel commercio delle spezie attir a questa ultima gli appellativi derisori di re droghieri ma la realt celata era abbastanza differente da quella che si potrebbe sospettare. Il Portogallo non si assicur mai un controllo effettivo delle fonti di approvvigionamento delle spezie. Alla fine del XVI secolo esse sostenevano un volume di scambi mai visto. Due erano le ragioni principali : i Portoghesi erano semplicemente troppo sparpagliati; la Corona era costretta ad affidarsi, per amministrare il proprio monopolio, a ufficiali regi o ad imprenditori che ne appaltavano una parte; gli ufficiali regi non erano ben pagati e spesso arrotondavano i loro stipendi accettando doni da contrabbandieri o commettendo in prima persona commerci illeciti. Il commercio delle spezie fu la pi famosa ma solo una delle molte branche del commercio che i monarchi portoghesi cercarono di monopolizzare per ragioni fiscali. La Corona portoghese monopolizzava quello con lAfrica le cui esportazioni pi preziose erano loro, gli schiavi e lavorio. Con la scoperta dellAmerica la domanda di schiavi crebbe enormemente. Nel XVIII secolo ci fu la scoperta di oro e diamanti in Brasile. La Corona cerc di monopolizzarne il commercio, ma le navi da guerra inglesi erano veicoli frequenti di questo commercio di contrabbando. Le tentazioni monopolistiche della Corona non si limitarono ai prodotti esotici dellIndia e dellAfrica, ma si estesero a prodotti nazionali di prima necessit e quello che la Corona non riusciva a monopolizzare veniva tassato. Allinizio del XVIII secolo quasi il 40% del valore delle merci spedite legalmente da Lisbona al Brasile era rappresentato da dazi doganali e altre tasse. La ragione prima di monopolio e tasse era quella di assicurare nuove entrate alla Corona; ma levasione era agevole e diffusa. Quanto pi era forte limposizione fiscale tanto maggiore era lincentivo ad evaderla. Anche i Portoghesi cominciarono a chiedere prestiti ad alti tassi di interesse ad italiani e fiamminghi, oppure ai sudditi del re, i nuovi cristiani (questo termine era eufemisticamente applicato ai cittadini portoghesi di origine ebraica). Alcuni di essi si erano realmente convertiti al cristianesimo, ma molti avevano segretamente conservato la loro fede. Re Emanuele aveva nel 1497 obbligato alla conversione gli ebrei a imitazione e su istanza dei monarchi spagnoli, ma per vari decenni non fupag. 19

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preso alcun provvedimento repressivo. In realt cristiani vecchi e nuovi continuavano a vivere insieme in armonia e ad unirsi in matrimonio. Ma alla fine anche il Portogallo ottenne la sua Inquisizione: i cittadini erano addirittura istigati a denunciarsi a vicenda.

LEuropa centrale, orientale e settentrionale

Tutta lEuropa centrale, dallItalia settentrionale al Baltico, era nominalmente unita sotto il Sacro Romano Impero. Il territorio era organizzato in centinaia di principati indipendenti o quasi, da possedimento laici ed ecclesiastici di dimensioni variabili, a quello del singolo cavaliere imperiale, alle terre asburgiche dellAustria, della Boemia e dellUngheria. Con la riforma protestante lautorit dellImperatore ebbe subito una drastica limitazione. La lotta tra il particolarismo locale e le tendenze centralizzatrici dei pi potenti monarchi e principi costituisce gran parte della storia europea della prima et moderna. In Germania i propugnatori del nazionalismo economico sostenevano una serie di principi. Gli scrittori che appartengono a questa scuola sono di solito chiamati cameralisti dalla parola latina camera che nelluso tedesco dellepoca indicava le casse o il tesoro dello stato territoriale. Questi scrittori erano funzionari statali, cio funzionari dei principi territoriali che lottavano per conseguire unautonomia sia politica che economica. Nella loro preoccupazione per il rafforzamento dello stato territoriale, essi invocavano misure che, oltre a riempire le casse dello Stato, avrebbero ridotto la sua dipendenza da altri Stati e lo avrebbero reso pi autosufficiente in caso di guerra: limitazioni al commercio con lestero, incentivazione delle manifatture nazionali, bonifica dei terreni paludosi, offerta di lavoro per i poveri oziosi. Nel XVIII secolo in diverse universit tedesche furono fondate cattedre speciali destinate a preparare i futuri funzionari statali. Il caso pi spettacolare di successo di una politica di centralizzazione senza dubbio quello dellascesa della Prussia degli Hohenzollern. E stato questo successo a spingere alcuni storici a ribaltare la condanna prevalente delle politiche del nazionalismo economico. Questa dinastia arriv al potere nellelettorato del Brandeburgo, nel XV secolo. Gli Hohenzollern estesero i propri domini per via ereditaria. Notevole fu lacquisizione della Prussia orientale nel 1618. La guerra dei Trentanni caus grandi devastazioni ma a partire da Federico Guglielmo (il Grande Elettore) una serie di abili regnanti trasform il Brandeburgo-Prussia in una delle pi grandi nazioni europee. Tra i mezzi impiegati figurano gli strumenti consueti della cosiddetta politica mercantilistica, quali dazi protettivi, concessioni di monopoli e sussidi allindustria, incentivi a imprenditori stranieri e lavoratori specializzati a stabilirsi nei territori meno popolati. Fattore importante fu la gestione delle risorse dello Stato: attraverso la centralizzazione dellamministrazione, il requisito della responsabilit personale imposto al corpo di funzionari statali professionisti da loro creato, lattenta riscossione delle imposte e la parsimonia sul lato della spesa, essi crearono una macchina statale efficientissima. La loro unica stravaganza fu lesercito che arriv ad assorbire pi della meta del bilancio statale. I Re prussiani sfruttarono il loro esercito non solo da un punto di vista militare e politico ma anche economico.pag. 20

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Essi erano in grado di ottenere sussidi dagli alleati ed evitavano di prendere denaro in prestito. Nonostante lo Stato fosse efficiente leconomia del paese era solo moderatamente prospera secondo il metro dellepoca. Allascesa della Prussia si contrappose la scomparsa del regno di Polonia. La caduta della Polonia ebbe cause militari e politiche, quali la debolezza dellautorit regia elettiva ed il liberum veto, in virt del quale ogni singolo membro del sejm, parlamento, poteva annullare gli atti dellintera sessione. Ma la povert e larretratezza delleconomia furono fattori determinanti. Giuridicamente la popolazione era composta per circa tre quarti da servi, legati alla terra e con nessun diritto. La nobilt polacca era abbastanza numerosa, ma nella grande maggioranza era anchessa povera e virtualmente senza terra. La maggior parte della terra era controllata da non pi di una ventina di famiglie. Nel XVI e XVII secolo la Polonia esport in Occidente grandi quantit di cereali, ma con laumento della produzione agricola in Occidente la domanda di grano si contrasse e il paese ritorn ad una agricoltura di sussistenza. Sebbene lassenza di uneffettiva autorit centrale rendesse impossibile per la Polonia una coerente politica economica, alcune regioni che ne facevano parte lavevano: esempio lo stato di Curlandia ma non ebbe lunga vita e scomparve insieme alla Polonia. Nel XVI e XVII secolo la Russia si svilupp sia dal punto di vista economico che politico. Priva di sbocchi sul mare, intratteneva pochissimi scambi commerciali di lunga distanza. La grande maggioranza della popolazione si dedicava ad una agricoltura di sussistenza, condizionata dalle istituzioni servili. Nel frattempo nonostante le numerose rivolte lautorit dello Zar si andava rafforzando. Nel 1696 quando Pietro I (il Grande) divenne unico sovrano, il suo potere allinterno dello Stato era senza rivali. Pietro intraprese un politica di occidentalizzazione: concesse sussidi e privilegi ad artigiani e imprenditori occidentali disposti a stabilirsi in Russia per esercitarvi una professione o un commercio; costru la citt di San Pietroburgo, la sua finestra sulloccidente; si assicur cos un porto e cominci a costruire una flotta per estendere i propri domini; costitu un pi efficiente sistema tributario per raccogliere pi denaro possibile. Quando le industrie del paese si dimostrarono incapaci di soddisfare le sue richieste di articoli militari, Pietro fond arsenali, cantieri navali e fonderie che disponevano di tecnici occidentali il cui compito era di addestrare una forza lavoro indigena, ma il tentativo ebbe scarso successo. Dopo la morte di Pietro la maggior parte delle industrie da lui fondate scomparvero, la flotta cadde in rovina e persino il suo sistema tributario assicur rendite inadeguate a mantenere lesercito e la burocrazia. Tra i suoi successori Caterina (anchessa detta la Grande) fu responsabile di due innovazioni nella finanza statale: laccensione di prestiti allestero e leccessiva emissione di moneta cartacea a corso fiduciario. Nel XVI e XVII secolo la Svezia svolse un ruolo di grande potenza politica. Il suo successo dipese dallabbondanza di risorse naturali (rame e ferro) e dallefficienza amministrativa del suo governo. I Sovrani svedesi abolirono i dazi doganali e le tariffe interne che ostacolavano il commercio negli altri paesi, standardizzarono pesi e misure, istituirono un sistema di tassazione uniforme e presero dei provvedimenti che favorirono la crescita del commercio e dellindustria. Nel XVIII secolo la Sveziapag. 21

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divenne il principale fornitore di ferro sul mercato europeo. LItalia stata esclusa da questa rassegna delle politiche nel periodo del nazionalismo economico perch sub le rivalit delle grandi potenze. Ripetutamente invase le sue citt-stato e i suoi piccoli principati ebbero scarse opportunit di intraprendere o porre in atto politiche indipendenti. Fece eccezione la repubblica di Venezia che riusc a conservare sia lindipendenza politica che una certa prosperit economica fino alla conquista francese del 1797. Venezia svilupp unimportante industria della lana, della vetreria, della carta e della stampa. Il Governo (oligarchia) tent di scongiurare la decadenza commerciale ma con scarso successo.

Il colbertismo in FranciaLesempio archetipo del nazionalismo economico fu la Francia di Luigi XIV. Luigi ne costitu il simbolo e il potere, ma la responsabilit del disegno politico fu del suo primo ministro Jean-Baptiste Colbert. La sua influenza fu tale che stato coniato il termine colbertisme (sinonimo di mercantilismo). Colbert cerc di sistematizzare e razionalizzare lapparato dei controlli statali sulleconomia, ereditato dai suoi predecessori, ma non riusc mai ad ottenere un vero successo. La ragione del suo fallimento fu lincapacit di attingere dalleconomia denaro sufficiente a finanziare le guerre e il lusso smodato della corte di Luigi. Allepoca della guerra dei Centanni le imposte straordinarie (imposte in caso di emergenza) erano divenute voci permanenti delle entrate reali. Alla fine del XVI secolo il Re si era accaparrato il potere di elevare i tassi dimposta e di istituire nuove tasse per decreto, senza il consenso di alcuna assemblea rappresentativa. Alla fine del XVI secolo le entrate tributarie erano aumentate di sette volte rispetto allinizio del secolo. Ma neanche questa manna fiscale riusc a coprire le spese delle campagne italiane. Per raccogliere denaro i Re furono costretti a ricorrere ad altri espedienti come laccensione di prestiti e la vendita degli uffici. I Re francesi avevano preso denaro a prestito nel Medioevo ma fu solo a partire dal regno di Francesco I che i debiti della corona entrarono a far parte del sistema fiscale. Il debito crebbe progressivamente. La Corona si procurava nuove entrate anche attraverso la vendita degli uffici (giudiziari, fiscali e amministrativi). La vendita degli uffici divenne una pratica normale. Questa politica raggiunse il suo obiettivo immediato ma a lungo andare il suo effetto fu deleterio: infatti cre una moltitudine di nuovi uffici privi di funzioni o le cui funzioni erano dannose per le masse. La Corona, per la riscossione delle imposte istitu la figura degli esattori che si impegnavano a pagare allo Stato una somma forfetaria in cambio del privilegio di riscuotere certe specifiche tasse, quali le aides (imposte sul consumo che colpivano diverse merci) e la gabelle (originariamente imposta sul consumo del sale che divenne un tributo fisso) e soprattutto molti dazi e pedaggi. Fu il fallimento del sistema fiscale come produttore di entrate a portare allassemblea degli Stati Generali del 1789, linizio della fine dellantico regime. Oltre che a riformare il sistema tributario Colbert cerc di migliorare lefficienza e la produttivit delleconomia francese. Furono emanati numerosi decreti e ingiunzioni che avevano per oggetto le caratteristiche tecniche dei manufatti e la condotta dei mercanti. Incoraggiarono la proliferazione delle corporazioni e concessero sussidipag. 22

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alle manifactures royales. Per conseguire una bilancia commerciale favorevole crearono un sistema di proibizioni e di alti dazi protettivi. I Re francesi inaugurarono i loro tentativi di centralizzazione del potere sulla nazione e del controllo delleconomia nel periodo successivo alla guerra dei Centanni. Uno dei risultati delle guerre italiane fu di stimolare tra gli aristocratici la domanda di beni di consumo di lusso che Re ed ufficiali avevano conosciuto in quel paese. Luomo che dovrebbe essere considerato il fondatore della tradizione francese delltatisme (statalismo) negli affari economici fu il duca di Sully, primo ministro di Enrico IV. Sully considerato un energico amministratore tuttavia il suo ambiguo legato simboleggiato dai due provvedimenti (solitamente attribuiti ad Enrico) presi nel 1598. Da un lato con leditto di Nantes Enrico concedeva ai protestanti una tolleranza limitata, dallaltro ridusse dautorit sia il capitale che il tasso dinteresse su tutti i maggiori debiti della Corona (regia dichiarazione di bancarotta parziale). Sully accrebbe le entrate derivanti dai monopoli reali sulla produzione di salnitro, polvere da sparo, munizioni e sale. Richelieu e Mazzarino (successori di Sully) non avevano interesse per gli affari finanziari, ma avevano come obiettivo principale laffermazione della Francia nellarena internazionale, essi lasciarono che le finanze statali scivolassero nelle deplorevoli condizioni risalenti a prima di Sully. Uno dei principali obiettivi di Sully era di rendere la Francia autosufficiente dal punto di vista economico e di creare un impero sui mari. Per disciplinare lindustria eman istruzioni dettagliate che abbracciavano ogni fase della manifattura di centinaia di prodotti. Colbert, di salda fede cattolica, appoggiava la limitata tolleranza agli Ugonotti dalleditto di Nantes. Dopo la sua morte il suo debole successore si sottopose alla determinazione di Luigi di sradicare leresia protestante che culmin nella revoca delleditto nel 1685. Ci gett la Francia in una grave crisi economica dalla quale non doveva emergere fino alla fine della Guerra di Secessione spagnola.

La prodigiosa ascesa dei Paesi Bassi

La struttura del Governo della Repubblica Olandese era del tutto diversa da quella delle monarchie assolute dellEuropa continentale ed inoltre leconomia olandese dipendeva dal commercio internazionale molto pi di quelle dei pi grandi vicini. LUnione di Ultrecht del 1579, il patto tra le sette province settentrionali che divennero poi i Paesi Bassi Uniti o Repubblica olandese, fu pi una sorta di alleanza difensiva contro la Spagna che listituzione di uno stato-nazione. Tutte le decisioni dovevano essere raggiunte per accordo unanime, e ciascuna provincia disponeva di un voto; in mancanza di accordo i delegati facevano ritorno nei rispettivi stati provinciali per consultazioni e istruzioni. Gli Stati provinciali erano dominati dalle maggiori citt. Queste erano governate da Consigli cittadini autorinnovanti composti da un numero di membri che erano i veri signori della Repubblica olandese. Originariamente i membri di questa oligarchia venivano selezionati tra le pi facoltose famiglie cittadine. I membri di questo gruppo di Governo, noti come i reggenti cominciarono a provenire da una classe di rentiers composta da proprietari terrieri e possessori di titoli di stato; i reggenti discendevano solitamente da famiglie mercantili o si legavano ad esse per via di matrimonio. Alla base della superioritpag. 23

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commerciale olandese erano i cosiddetti commerci madre, i traffici che collegavano i porti olandesi con quelli del mare del Nord, del Baltico, del Golfo di Biscaglia e del Mediterraneo. La pesca delle aringhe occupava un posto eccezionale nelleconomia olandese. Lagricoltura olandese era la pi produttiva dEuropa e si concentrava sulle produzioni di maggior valore, come burro, formaggio, e colture industriali. I Paesi Bassi mancavano di risorse naturali come carbone e minerali, ma importavano materie prime e prodotti semilavorati, come i tessuti grezzi di lana inglesi, per riesportarli in forma finita, importante era anche lindustria delle costruzioni navali. I Paesi Bassi settentrionali, in special modo lOlanda e la Zelanda, beneficiarono in alto grado della libera immigrazione delle altre regioni europee. La facilit con cui Amsterdam raggiunse la sua posizione di principale centro commerciale europeo fu in parte una conseguenza dellafflusso di mercanti e finanzieri dalla decaduta Anversa che portarono con s il know-how capitalistico e i capitali liquidi. Queste migrazioni furono nello stesso tempo un simbolo e un contributo alla politica di tolleranza religiosa dei Paesi Bassi. Loligarchia mercantile riusc a conservare sia la libert religiosa che economica per i cattolici, gli ebrei e i protestanti. Linteresse olandese per la libert era effettivo, in particolare per quanto riguardava la libert dei mari. La lotta olandese per la libert era un po pi equivoca nelle questioni di politica commerciale e industriale: le citt seguivano politiche di libero scambio, non vi erano dazi che ostacolassero le esportazioni e le importazioni di materie prime e prodotti. Tariffe e tasse sui generi di prima necessit erano finalizzate allottenimento di entrate, non alla protezione delle industrie nazionali. Il commercio dei metalli preziosi era del tutto libero. Amsterdam, con la sua banca, la borsa e la favorevole bilancia dei pagamenti divenne in breve tempo lemporio mondiale delloro e dellargento. La libert era la norma anche nellindustria. Pur non del tutto assenti, le corporazioni non erano n diffuse n potenti come negli altri paesi. La pi notevole eccezione allassenza di regole nel commercio e nellindustria olandesi era il Collegio della pesca sanzionato dal Governo che disciplinava la pesca delle aringhe. Il Collegio licenziava vascelli per il controllo della quantit ed imponeva inoltre rigidi controlli di qualit. Questa politica restrittiva diede generosi risultati finch gli Olandesi riuscirono a conservare il quasi monopolio sul mercato europeo. L dove gli olandesi prendevano pi nettamente le distanze dalla loro regola generale di libert era nei confronti dellimpero coloniale. Gli Stati generali olandesi delegarono il controllo del commercio ma anche i poteri del governo a societ per azioni di propriet privata, la Compagnia delle Indie orientali per lOceano Indiano e lIndonesia e la Compagnia delle Indie occidentali per la costa occidentale dellAfrica e dellAmerica settentrionale e meridionale. Le compagnie scoprirono ben presto che per avere successo dovevano stabilire un controllo territoriale. Nella misura in cui lottennero si trasformarono in stati nello stato, conseguenza inevitabile fu il monopolio commerciale sia nei confronti dei connazionali che della concorrenza straniera.

Il colbertismo parlamentare in Gran BretagnaLe strategie economiche dellInghilterra e, dopo lunione tra il Parlamento scozzese epag. 24

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quello inglese nel 1707, della Gran Bretagna erano diverse sia da quelle Olandesi che delle monarchie assolute del continente. Mentre le caratteristiche generali delle politiche economiche delle altre nazioni europee rimasero pi o meno le stesse dallinizio del XVI secolo alla fine del XVIII secolo, quelle inglesi e britanniche attraversarono una graduale evoluzione corrispondente allevoluzione del governo costituzionale. Enrico VIII fu per lInghilterra un monarca assoluto. Ma mentre nella maggior parte dei paesi del continente lassolutismo monarchico crebbe nel corso del XVI e XVII secolo, in Inghilterra nel 1688 si ebbe una monarchia costituzionale sotto controllo parlamentare. Unaltra differenza tra lInghilterra e il continente getta luce sulla natura della politica economica. In Spagna e in Francia le necessit fiscali della Corona resero impossibile al Governo di perseguire una politica razionale di sviluppo economico. In Inghilterra le richieste della Corona la posero ripetutamente in conflitto con il Parlamento, fino alla vittoria finale di questultimo. Il Parlamento inglese non aveva mai rinunciato alla sua prerogativa di approvare nuove tasse. Il tentativo di Carlo V dopo il 1630 di governare senza il Parlamento e di riscuotere le tasse senza autorizzazione parlamentare fu uno dei fattori scatenanti dellinsurrezione armata. Dopo linsediamento di Guglielmo e Maria nel 1689 come monarchi costituzionali il Parlamento assunse il controllo diretto delle finanze del Governo e istitu formalmente un debito nazionale distinto da quelle personali del Governo. La cosiddetta gloriosa rivoluzione del 1688-89 rappresenta una svolta importante non solo nella storia politica e costituzionale ma anche in quella economica. Nel campo della sola finanza pubblica, lultimo decennio del 600 vide listituzione di un debito consolidato, la creazione della Banca dInghilterra, la sostituzione della moneta nazionale con moneta di nuovo conio e laffermazione di un mercato organizzato per i titoli pubblici e privati. Il successo del nuovo sistema finanziario non fu immediato, nei primi anni fu sconvolto dalla bolla del Mare del Sud. Uno storico defin colbertismo parlamentare la politica economica inglese del periodo compreso tra la grossa rivoluzione e la rivoluzione americana. Come il termine mercantilismo anche questa definizione imprecisa perch ignora il ruolo notevole avuto dal Parlamento prima del 1688 nelle scelte di politica economica, fuorviante in quanto fa supporre che il Parlamento aspirasse a conseguire un grado di intervento nelleconomia analogo a quello di Colbert. Essa ha comunque il merito di indicare che, in Inghilterra, le scelte di politica economica non erano prerogativa di un monarca assoluto ma rispondevano agli interessi eterogenei di quei gruppi che erano effettivamente rappresentati in Parlamento. E impossibile illustrare dettagliatamente tutti i modi in cui il parlamento influenz leconomia. Esamineremo alcuni tipici e importanti atti legislativi. Lo statuto dei mestieri del 1563 stato spesso additato come esempio archetipo di legge mercantilista, attentamente soppesata ed espressione di un piano di ampio respiro per lintera economia. In realt esso non fu niente del genere, fu una reazione ad una situazione temporanea. La sua maggiore preoccupazione era la stabilit sociale. Le clausole pi importanti imponevano a tutte le persone abili di dedicarsi ad un lavoro produttivo. Stabiliva la norma dei sette anni di apprendistato per tutte le arti e mestieri compresa lagricoltura e specificava gli strati sociali da cui gli apprendisti dovevano essere scelti. Essa avrebbe impedito lopag. 25

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sviluppo economico. Ma lapplicazione domandata ai giudici di pace (funzionari regi non pagati) era approssimativa e di regola inesistente. Altro progetto importante quello di Cokayne. Nel Medioevo la merce pi esportata dallInghilterra era stata la lana grezza e il mercato principale per questi tessuti erano i Paesi Bassi. Nel 1614 sir William Cokayne, mercante, assessore della City di Londra e confidente del re Giacomo I, persuase questultimo a revocare il monopolio dei Merchant Adventures, proib lesportazione di tessuti finiti ad una nuova societ di cui Cokayne era lesponente di maggiore spicco. Il motivo era che i processi di rifinitura erano la fase pi redditizia della manifattura del panno; riservandoli allInghilterra il progetto avrebbe accresciuto il reddito nazionale e colpito gli Olandesi. Questi ultimi risposero proibendo limportazione di lane colorate dallInghilterra. Nel 1617 il Governo ripristin il monopolio dei Merchant Adventures ma la crisi commerciale non si arrest. Nel 1624 su pressione della Camera dei Comuni, il Governo liberalizz il commercio del panno. Altro atto importante furono i Navigation Acts. Le leggi sulla navigazione, il cui scopo generale era di riservare il commercio internazionale di un paese alla marina mercantile di questultimo, non furono unesclusiva dellInghilterra o del XVII secolo. Quasi tutti i paesi avevano proprie leggi in questo campo. La prima era stata promulgata in Inghilterra nel 1381, tali leggi erano inefficaci per due ragioni, mancavano di adeguati meccanismi di applicazione e le marine mercantili non erano allaltezza della concorrenza. Gli Olandesi si sentirono sufficientemente colpiti da dichiarare guerra. Sebbene la legge sulla navigazione non fosse lunica causa di questa dichiarazione di guerra, la sua abrogazione fu uno degli obiettivi perseguiti dagli Olandesi senza successo, nelle trattative che posero termine ad una guerra ormai in una situazione di stallo. Nel 1660 il Parlamento rinnov e diede maggior forza alla legge e divenne una pietra angolare del sistema coloniale inglese. La legge cercava anche di proteggere lindustria delle costruzioni navali imponendo che le navi fossero costruite in Inghilterra, ma in questa clausola si rivel di difficile applicazione. Persino alle navi britanniche era richiesto di importare le merci direttamente dal paese dorigine, in questo modo la legge mirava a indebolire la posizione commerciale di Amsterdam e a colpire il trasporto merci olandese. Il commercio costiero era riservato esclusivamente a navi inglesi. Il commercio con le colonie britanniche doveva inoltre avvenire su naviglio britannico. In pratica questa clausola riservava il mercato coloniale ai mercanti e agli industriali inglesi. Le leggi sulla navigazione non furono di facile applicazione soprattutto nelle colonie ma favorirono la crescita della marina mercantile inglese e del commercio marittimo. Ebbero anche un effetto: la perdita di una larga parte del vecchio Impero britannico. Superate le difficolt iniziali dei primi decenni del Seicento, le colonie inglesi del Nord America erano cresciute prodigiosamente. La crescita del reddito e della ricchezza fu ancora pi impressionante della crescita demografica, man mano che le colonie si specializzarono secondo criteri di vantaggio relativo e cominciarono a commerciare intensamente tra di loro, con la madrepatria e illegalmente con lImpero spagnolo. Sebbene le leggi sulla navigazione disciplinassero il commercio coloniale la loro applicazione non fu particolarmente rigorosa fino a dopo la guerra dei Sette Anni.pag. 26

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Nella seconda met del XVII secolo la Compagnia delle Indie orientali cominci ad importare dallIndia un tessuto poco costoso, leggero e dai vivaci colori detto calic che divenne ben presto popolare. Nel 1701 gli industriali lanieri persuasero il Parlamento ad approvare il primo Calico Act, che proibiva limportazione dei tessuti di cotone stampato: nacque una nuova industria. Quella della lana si sent minacciata, e nel 1721 il Parlamento approv una seconda legge sul calic che proibiva lostentazione e luso dei tessuti di cotone stampato. Ci a sua volta stimol unindustria cotoniera nazionale basata sullimportazione di cotone grezzo. Alla fine del secolo la manifattura del cotone aveva preso il posto della lana come prima industria britannica. In gran Bretagna la crescita del potere parlamentare a spese della monarchia port con s maggior ordine nelle finanze pubbliche, un sistema impositivo pi razionale ed una pi snella burocrazia statale. Lideale era ancora quello di uneconomia regolata e il Parlamento segu una rigorosa politica di nazionalismo economico. Internamente pur desiderando controllare leconomia il Parlamento mancava in generale della possibilit di farlo. Gli imprenditori inglesi godevano di una misura di libert e di opportunit virtualmente unica al mondo.

CAPITOLO VII LALBA DELLINDUSTRIA MODERNAAllinizio del 700 diverse regioni europee avevano sviluppato discrete concentrazioni di industria rurale. Per descrivere tale processo di espansione e di trasformazione occasionale di queste industrie stato inventato il termine di protoindustrializzazione. Le caratteristiche essenziali di uneconomia protoindustriale sono una forza lavoro dispersa, rurale, organizzata da imprenditori urbani che la riforniscono di materia prima e smerciano il prodotto in mercati lontani. La protoindustrializzazione fa riferimento in primo luogo alle industrie dei beni di prima necessit, in particolare tessili. Nel cap. VI si parlato di manifactures royales francesi (situate in grandi strutture simili a fabbriche dove maestri artigiani lavoravano sotto la supervisione di un sovrintendente o di un imprenditore). Analoghe protofabbriche furono organizzate da nobili proprietari terrieri (industria del carbone, ferriere, fabbriche di piombo, rame e vetro) ma, sebbene imponenti furono eclissate nel XVIII secolo dalla nascita di nuove forme di attivit industriale.

Caratteristiche dellindustria moderna

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Una delle differenze pi ovvie tra la societ preindustriale e la moderna societ industriale il forte ridimensionamento in questultima del ruolo relativo dellagricoltura. Alla diminuzione della sua importanza corrisponde una crescita enorme della produttivit dellagricoltura moderna. Una differenza lelevata percentuale di forza lavoro impiegata nel settore terziario, o dei servizi in epoche recenti. Nel periodo della vera e propria industrializzazione la caratteristica saliente della trasformazione strutturale delleconomia fu lascesa del settore secondario (industria estrattive, manifatturiera e delle costruzioni) riscontrabile sia sulla base della forza lavoro impiegata che dei livelli di produzione. La Gran Bretagna definita la prima nazione industriale. Il termine rivoluzione industriale stato usato per indicare gli ultimi decenni del Settecento e i primi dellOttocento: tale espressione imprecisa, il suo uso distoglie lattenzione dalle evoluzioni contemporanee ma differenti dei paesi dellEuropa continentale. La nostra attenzione rivolta allinizio del processo di industrializzazione nella Gran Bretagna del XVIII secolo. Nel corso di questa trasformazione emersero alcune caratteristiche che distinguono in modo netto lindustria moderna da quella premoderna. Esse sono: luso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica; lintroduzione di nuove fonti di energia inanimata (combustibili fossili); impiego diffuso di materiali che normalmente non si trovano in natura. I miglioramenti pi significativi dal punto di vista tecnologico furono quelli che videro lutilizzazione di macchine e di energia meccanica. Ma gli sviluppi pi importanti furono la sostituzione della legna e del carbone di legna col carbon fossile come combustibile e lintroduzione della macchina a vapore nellindustria mineraria, manifatturiera e dei trasporti.

Rivoluzione industriale: un termine equivovoQuesto termine stato usato per oltre un secolo per indicare quel periodo della storia britannica che vide lintroduzione delle macchine e del sistema di fabbrica nel processo di produzione. Le prime descrizioni del fenomeno misero in evidenza le grandi invenzioni e la natura drammatica dei mutamenti. Il cambiamento fu quasi violento, in pochi anni furono perfezionate le invenzioni di Watt, Arkwright e Boulton. Per la maggior parte della sua storia lespressione rivoluzione industriale ha posseduto una connotazione negativa. Alcuni studiosi, consapevoli che nelle descrizioni tradizionali la rapidit dei mutamenti era stata esagerata, proposero un periodo pi lungo per la rivoluzione, come ad esempio quello compreso tra il 1750 e il 1850. Ma la datazione tradizionale ricevette limprimatur di Thomas Ashton, il pi famoso storico delleconomia britannica del XVIII secolo. Lo storico considerava i risultati di questo periodo un traguardo piuttosto che una catastrofe, e sottolineava il fatto che i cambiamenti di questo periodo non furono solo industriali, ma anche socia