STORIA CONTEMPORANEA 4 - Aracne editrice - · 2017-09-20 · La Retirada dei volontari dalle...

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STORIA CONTEMPORANEA

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STORIA CONTEMPORANEA

Direttore

Valentina S“Sapienza” Università di Roma

Comitato scientifico

Antonello Folco B“Sapienza” Università di Roma

Giuliano CUniversità Telematica delle Scienze Umane “Niccolò Cusano”

Andrea C“Sapienza” Università di Roma

Giancarlo G“Sapienza” Università di Roma

Giuseppe ILibera Università degli Studi “Maria SS. Assunta” di Roma (LUMSA)

Matteo PUniversità degli Studi di Napoli “Federico II”

STORIA CONTEMPORANEA

La collana ospita monografie e raccolte di saggi critici riguar-danti la storia contemporanea e le relazioni internazionali apartire dal fino ai nostri giorni, comprendendo sia lavoriscientifici e accademici, sia opere dal taglio più giornalistico–divulgativo, in particolare per il periodo relativo all’attualità.L’obiettivo della collana è quello di inserirsi utilmente nel dibat-tito storiografico contemporaneo al fine di arricchire lo statodell’arte con contributi nuovi e originali da parte di storici,di esperti della materia sia italiani che stranieri e di giovanistudiosi che possano aprire nuove prospettive di ricerca.

Questo volume è pubblicato con il contributo della Associazione ItalianaCombattenti Volontari Antifascisti di Spagna.

Via San Marco, – [email protected] – www.aicvas.org

Pietro Ramella

Dalla Despedida alla Resistenza

Il ritorno dei volontari antifascistidalla guerra di Spagna

e la loro partecipazionealla lotta di liberazione Europea

Copyright © MMXIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: aprile

Indice

Premessa

Capitolo IIl dramma della Catalogna

.. La Despedida, – .. L’offensiva nazionalista in Catalogna el’ultima battaglia degli Internazionali, .

Capitolo IIVerso la Francia

.. La Retirada dei volontari dalle memorie di Aldo Morandi el’avanzata del Corpo Truppe Volontarie, – .. L’internamentonel campo di Saint–Cyprien, – .. Campo di Argelès–sur–Mer, – .. Campi disciplinari, .

Capitolo IIIIl campo di Gurs

.. La costruzione, – .. La vita nel campo, – .. Memoriedi garibaldini, – .. Avvenimenti interni ed esterni, – .. Ilcampo dopo la partenza dei volontari, – .. Gli Interbrigatistinella Legione Straniera francese, .

Capitolo IVIl campo di Le Vernet d’Ariège

.. Il campo della vergogna, – .. Gli Internazionali al Ver-net, – .. I fascisti italiani al Vernet, – .. Il campo dopola partenza dei volontari, – .. Carceri francesi, .

Dalla Despedida alla Resistenza

Capitolo VConfino in Italia

.. Estradizioni verso l’Italia, – .. Ventotene, – .. Re-nicci d’Anghiari, .

Capitolo VILa Resistenza

.. Resistenti in Italia, – .. Medaglie d’Oro al Valor Mi-litare, – .. Resistenti in Francia, – .. Resistenti inBelgio, – .. La Consulta Nazionale e l’Assemblea Costituen-te, .

Capitolo VIIDeportazione nei campi di sterminio nazisti

.. Deportati da Francia, Belgio e Lussemburgo, – .. De-portati dall’Italia, .

Capitolo VIIIMemoria di Mario Sangiorgio combattente della Libertàdi Spagna e Italia

Epilogo

Bibliografia

Premessa

L’utopia è come l’orizzonte;cammino due passi, e si allontana di duepassi.L’orizzonte è irraggiungibile.E allora, a cosa serve l’utopia?A questo serve, per continuare a cammi-nare.

– Edoardo Hughes Galeano

Il libro vuole raccontare il cammino di uomini che spinti dall’u-topia di costruire una società più giusta accorsero a difendere lademocrazia e l’indipendenza della Spagna aggredita dalle forzereazionarie sostenute dalle dittature nazista e fascista e di come,anche dopo la sconfitta, non demorsero, ma continuarono acamminare. La storia si sviluppa in un arco di settantacinquemesi, tanto durò il viaggio degli antifascisti italiani che dallaDespedida di Barcellona del ottobre , dopo aver parteci-pato alla guerra di Spagna ed essere stati tra i promotori dellaResistenza europea, poterono finalmente vivere in un paeselibero e democratico. Il viaggio di rientro iniziò dalle localitàcatalane dove erano stati acquartierati dopo il loro ritiro dalfronte, per entrare in Francia nei drammatici momenti dellaRetirada. Qui furono internati in “stazioni” diverse (Argelèssur–Mer, Saint–Cyprien, Le Barcarès, Rieucros, ecc.) i cosidetticamps du mepris (campi del disprezzo) da cui tre mesi dopofurono trasferiti a Gurs nella regione orientale pirenaica, dopotredici mesi nuovo trasferimento a Le Vernet d’Ariège a sud diTolosa (campo sottoposto alla dura disciplina militare), di quicon viaggi singoli o a piccoli gruppi rientrarono in Italia per

Dalla Despedida alla Resistenza

trovarsi nuovamente riuniti nei centri di confino mussoliniano(Ventotene, Tremiti, Renicci d’Anghiari e altri).

Despedida, in spagnolo significa partenza, ma con questotermine viene ricordato l’omaggio tributato dai barcellonesi aivolontari stranieri delle Brigate Internazionali che lasciavanola Spagna in quanto il governo repubblicano li aveva ritirati daifronti di guerra per indurre la Società delle Nazioni a preten-dere il ritiro dei “volontari” italiani, tedeschi e portoghesi checombattevano nella fila dei nazionalisti di Francisco Franco. Il ottobre gli interbrigatisti sfilarono per un’ultima voltasulla Diagonale di Barcellona davanti alle massime autorità re-pubblicane, salutati dal discorso della Pasionaria: « Compagnidelle Brigate Internazionali! Potete partire a testa alta. Voi sietela storia. Voi siete la leggenda, siete l’esempio eroico della soli-darietà e dell’universalità della democrazia! » e dall’appassionatoaffetto della popolazione che lanciava fiori al loro passaggio.

Resistenza, dei tanti significati che a tale vocabolo sono at-tribuibili quello che identifica la Storia italiana ed europea è:« Movimento di lotta politico–militare sorto nei paesi d’Europacontro i nazisti e i regimi a questi asserviti durante la SecondaGuerra Mondiale », quella che Don Lorenzo Milani, il prioredi Barbiana, definì la guerra giusta, l’unica che non fosse offesadelle altrui Patrie, ma difesa della nostra: la guerra partigiana.Per me resta il Valore assoluto, che compendia tutti gli altri, lascelta da che parte stare. Fu la prima volta nella storia d’Italia chesi dovette autonomamente decidere, se asservirsi all’invasore eprendere la “via dell’onore”, che per gli oppositori aveva cometerminale la fucilazione o la morte in un campo di sterminio oscegliere quella più tortuosa e pericolosa della montagna, per« riaffermare il diritto perduto di camminare in piedi », comerecita un verso della poesia che il gappista milanese Tino Azzinidedicò al suo comandante Visone, alias Giovanni Pesce.

. Lettera di don Lorenzo Milani ai cappellani militari toscani che avevanosottoscritto il comunicato dell’ febbraio in cui l’obiezione di coscienza eradefinita un’espressione di viltà.

Premessa

Il libro ha la presunzione di ripercorrere le vicissitudini di ungruppo di uomini, che, dopo aver combattuto per la Libertà e laDemocrazia del popolo spagnolo, ripresero quattro anni dopole armi per riaffermare gli stessi principi negli stati europei dacui provenivano. La difficoltà è stato inserire la micro–storia diquesti uomini nel corso della grande Storia, che va dalla finedel all’aprile del , coprendo un arco di oltre sei anni,caratterizzati dalla più feroce carneficina che l’Umanità nellasua millenaria storia abbia conosciuto. È la storia di uominiche:

si portano dentro la Spagna come una brutta ferita. È attraverso dilei che hanno conosciuto il gusto amaro della disfatta, che hannoscoperto, che è possibile avere ragione ed essere sconfitti, che laforza può sottomettersi lo spirito e che ci sono delle circostanze incui il coraggio rimane senza ricompensa.

Sconfitti ma non vinti, i Valori in cui credevano permiseloro di sopportare privazioni ed umiliazioni per essere protago-nisti della Resistenza, di dare contenuto al messaggio di CarloRosselli: « Oggi in Spagna, domani in Italia ».

Aldo Morandi che nel corso della guerra di Spagna raggiun-se il grado di tenente colonnello comandando unità diversedell’Esercito Popolare spagnolo, lasciò della sua esperienza unamemoria arricchita da documenti, lettere, attestati oltre a centi-naia di fotografie da lui scattate sui diversi fronti e nel campodi Saint–Cyprien. L’ultima parte del suo diario, in cui Morandiracconta le vicissitudini dei volontari italiani dal gennaio ,giorno della decisione di raggiungere la Francia, al febbraio,giorno in cui egli lasciò il campo di Saint–Cyprien, è stata da meutilizzata in terza persona per raccontare questa Retirada. Nelcapitolo che tratta dell’internamento sulle spiagge del Roussil-lon ho inserito articoli di giornali francesi di varia tendenza edel « Grido del popolo » per fornire una testimonianza direttadegli avvenimenti. È la storia di un gruppo non omogeneo nel

. A. C et al., L’Espagne Libre, Calmann–Lévy, Paris .

Dalla Despedida alla Resistenza

senso che nel corso del viaggio i viaggiatori salirono e scesero;nelle singole “stazioni” non passarono tutti, vi furono quelliche non fecero l’intero percorso, scesero prima e presero altrestrade, ma nelle “stazioni” altri si unirono al gruppo principale.Sarebbe impossibile parlare dei singoli, per cui ho usato unaforma impersonale, tentando di raccontare la storia del gruppo,pur nella sua disomogeneità, la struttura delle “stazioni”, la vitain esse, le umiliazioni che dovettero subire e la forza che dimo-strarono nell’affrontarle temprati da ventisette mesi di guerra.Per dimostrare la disomogeneità del gruppo porto ad esempioil differente viaggio dalla Spagna all’Italia di tre garibaldini chemi onorarono della loro amicizia:

— Anello Poma, “passeggero” dell’intero viaggio con sostein tutte le “stazioni”;

— Vincenzo Tonelli, internato al Vernet quale homme d’ac-tion dangereux per la sua attività resistenziale, tradotto inItalia e imprigionato nel carcere di Udine;

— Giovanni Pesce, che transitò solo per la “stazione” diVentotene.

Liberati, si ritrovarono in luoghi e situazioni diverse a pren-dere parte da protagonisti alla lotta di Liberazione in Italia, fortidell’esperienza maturata sui campi di Spagna. Altri evitaronoin tutto o in parte il “viaggio” fermandosi negli stati esteri chegià prima della guerra di Spagna li avevano accolti esuli e furo-no partigiani nella Resistenza locale. Per ultimi ricordo quanticonobbero l’esperienza più drammatica: la deportazione neicampi di sterminio nazisti da cui molti non tornarono.

Ho utilizzato materiale raccolto per i miei precedenti libriLa Retirada, Lampi di Stampa, Milano e Francesco FaustoNitti, Aracne Editrice, Roma . L’intero lavoro si basa sullaraccolta delle biografie riportate ne La Spagna nel nostro cuore— /. Tre anni di storia da non dimenticare edito dall’Asso-ciazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna.In chiusura ho riportato la memoria di un altro combattente di

Premessa

Spagna, Mario Sangiorgio che, evaso dalla Compagnie di Lavo-ro, raggiunse a piedi l’ Italia per contribuire alla liberazione delsuo paese.

Questa è la mia quarta e ultima fatica sulla Guerra di Spagna, ultimaperché ho da poco superato gli ottanta anni e l’età rende tutto piùdifficile. La pubblicazione è stata possibile solo perché mia moglieLella, come per gli altri libri, mi è stata vicina nella raccolta delmateriale o nelle visite ai luoghi della storia fungendo da interprete,autista, consigliera e segretaria. A Lei va il mio ringraziamento,non solo per i libri, ma per gli oltre cinquanta anni di felice vita incomune.

Capitolo I

Il dramma della Catalogna

.. La Despedida

A metà del , dopo un anno di guerra, i repubblicani avevanorespinto le offensive nazionaliste volte a occupare Madrid conconseguente fine della guerra. La conquista della capitale si erainfranta contro l’eroica Resistenza dei madrileni e il tentativodi isolarla era fallito con le grandi battaglie del Jarama e diGuadalajara. Le perdite erano state pesanti da entrambe le parti,ma le massicce forniture d’armi alle due fazioni in lotta avevadeterminato una certa parità tra le stesse per cui nessuna avevaal momento la certezza della vittoria.

— novembre : il Comitato di non–Intervento di Lon-dra nel tentativo di limitare l’estendersi del conflitto ap-provò un piano per il ritiro dei volontari stranieri, pianonon accettato da entrambe le parti.

— ° maggio : il Primo Ministro repubblicano Juan Ne-grín promulgò una dichiarazione in tredici punti per por-re fine alla guerra. Il secondo punto prevedeva « l’espul-sione di tutte le forze straniere », proposta respinta delgenerale Franco.

— luglio : discorso del Presidente della RepubblicaManuel Azaña centrato sui temi “pace, pietà, perdono”.

— settembre : Negrín presentò alla Società delle Na-zioni un piano per il ritiro unilaterale dei volontari stra-nieri combattenti nell’Esercito Popolare repubblicano.Il ° ottobre la Società approvò l’istituzione di una com-

Dalla Despedida alla Resistenza

missione d’ufficiali neutrali per controllarne l’effettivoritiro.

— ottobre : la Repubblica ordinò a tutti gli stranieriincorporati nel suo esercito di abbandonare i reparti edi predisporsi, chi poteva, a lasciare la Spagna. I volon-tari censiti dalla Commissione Militare Internazionalein Spagna alla fine del furono ., di cui circa unterzo feriti.

— ottobre : sfilata d’addio sulla Diagonale a Barcello-na dei volontari: la Despedida. Il giorno dopo gli ufficialidi grado superiore delle Brigate Internazionali furonoinvitati a un ricevimento al Castello di Vic alla presenzadelle massime autorità del governo repubblicano, men-tre i soldati parteciparono a un pranzo a Barcellona, dopodi che raggiunsero i centri di smobilitazione. Furono ac-quartierati in località della Catalogna in base alla lingua,il che corrispondeva, di massima, alla suddivisione nel-le Brigate Internazionali. Gli americani e gli inglesi aRipoll, i polacchi a Palafrugell, i tedeschi e gli slavi aBisaura de Ter (ora Sant Quirze de Besora), Pineda deMar, Calella de Palafrugell, Farnes de la Selva e Olot, gliitaliani a Torelló e Bellserrat (ora Sant Pere de Torelló).A Torelló l’ novembre si svolse il congresso degli attivi-sti delle Brigate Internazionali, erano presenti delegatidi cinquantatre paesi con le bandiere, abbrunate quelledella Cecoslovacchia e dell’Austria, paesi occupati daitedeschi. Alla presenza di delegati del Fronte e dell’E-sercito Popolare, sotto la presidenza di Luigi Longo, ivolontari ribadirono il loro impegno a sbarrare dovun-que la strada al fascismo. Impegno che fu la premessaalla loro attiva partecipazione alla Resistenza europea e alsostegno alle aspirazioni di giustizia e libertà dei popoli

. Per alcuni storici o protagonisti (Thomas, Jackson, Hermet–Bessie, Morandie altri) avvenne il novembre .

. C. V, Las Brigadas Internacionales, Espansa Calpe, Madrid , p. .

. Il dramma della Catalogna

di tutto il mondo. Il gennaio , arrivarono per ma-re da Gandia (Valencia) a Barcellona . volontari dellaCXXIX Brigata Internazionale, che era dislocata nellazona centrale, che furono concentrati a Las Planas nellevicinanze della capitale catalana. Giuliano Pajetta, che aValencia era stato rappresentante di Longo, rientrò congli internazionali « più di . in tutto, pigiati nelle stivedi due navi ». Con gli uomini della brigata rientraronoanche molti anarchici stranieri e latinoamericani arruola-tisi nelle formazioni militari spagnole. Gli internazionaliche potevano rientrare negli stati di provenienza, statuni-tensi, canadesi, britannici, francesi, svizzeri, scandinavilasciarono la Spagna. Il novembre passarono la frontie-ra di Portbou . francesi, la settimana seguente inglesi, scandinavi e un numero imprecisato di statu-nitensi. A metà gennaio avevano lasciato la Spagna. uomini di nazioni, di cui . francesi, in-glesi, polacchi, svedesi, svizzeri, americanie italiani residenti in Francia in possesso di regolarepermesso di soggiorno. Il loro rientro non fu senza pro-blemi in tutti gli stati, in Svizzera volontari furonoprocessati e condannati a pene comprese tra i giornie i anni di carcere. A più riprese fu proposta la lororiabilitazione, sempre respinta, finalmente il dicembre il Consiglio Nazionale l’ha approvata e dopo es-ser stata confermata dal Consiglio Federale è divenutalegge il ° settembre (settant’anni dalla fine dellaguerra). Gli americani, schedati dal FBI come PrematureAnti–Fascists subirono il carcere e discriminazioni sul

. G. C, La Spagna brucia, Editori Riuniti, Roma , p. .. G. P, Ricordi di Spagna, Claudio Salemi Tipografo Editore, Roma ,

p. .. Il Parlamento francese il dicembre aveva votato un’amnistia a favore

di quanti avevano combattuto in un esercito straniero.. A. R–F. S, La partecipazione italiana alla Guerra Civile Spagnola

(–), vol. II Testo, Stato Maggiore Esercito, Ufficio Storico, Roma , p. .

Dalla Despedida alla Resistenza

lavoro soprattutto nel corso della cosiddetta “caccia allestreghe” condotta dal senatore McCarthy. Sicuramentepiù drammatico fu il rientro in patria per i sovietici dovemolti, vittime delle “purghe staliniane”, furono uccisi odeportati nei gulag siberiani.

.. L’offensiva nazionalista in Catalogna e l’ultima batta-glia degli Internazionali

Il dicembre , sei corpi d’armata nazionalisti: Marroqui,Navarra, Corpo Truppe Volontarie, (formato dalla divisione Lit-torio e dalle divisioni italo–spagnole Frecce Nere, Frecce Azzurree Frecce Verdi), Aragon, Maestrazgo e Urgel iniziarono unagrande offensiva contro la Catalogna, forti di . uomini,appoggiati da aerei e pezzi d’artiglieria. I repubblicani,che nella battaglia dell’Ebro avevano perso decine di migliaia disoldati e moltissimo materiale bellico, potevano contrapporre. uomini, compresi i coscritti richiamati di recente sottole armi e pertanto scarsamente addestrati, erano . giovaninati nel e , la cosiddetta quinta del biberón, appoggiati da aerei e cannoni, con scarso materiale bellico e munizio-namento. Attuando una strategia, più volte applicata senza moltafortuna, il generale Rojo, capo di S.M. repubblicano predisposetre offensive nel Sud della Spagna, nel tentativo di distogliere par-te delle truppe nemiche, ma il generale Miaja, comandante dellazona centrale, dove l’Esercito del Sud contava su circa .soldati, male armati, si rifiutò di obbedire. Fu il primo tassello deitradimenti che determineranno la fine della Repubblica spagno-la, gli altri saranno attuati dal ten. colonnello Garijo che riveleràai franchisti i piani dell’unica offensiva repubblicana in Estrema-dura e infine del colonnello Casado che tratterà la resa con il

. Fu la leader anarchica Federica Montseny che quando fu presentato in Parla-mento il decreto di mobilitazione esclamò: « Diciassette anni? Ma se prendono ancorail biberon! ».

. Il dramma della Catalogna

generale Franco, appoggiato dagli anarchici, che così si vendiche-ranno dei comunisti per i tragici fatti di Barcellona del maggio e del violento scioglimento del Consiglio dell’Aragona edelle collettività agricole dipendenti.

Secondo gli ordini emanati con l’Instrucción general dal Quar-tier Generale di Francisco Franco, il CTV doveva avanzaresulla direttrice Serós–Sabadell, qui dividersi, e, mentre le Frec-ce Azzurre e Verdi occupavano Gerona, le Frecce Nere e laLittorio avanzando lungo le coste del Mediterraneo raggiun-gevano il fiume Fluviá e lì fermarsi, in quanto, per un accordotra spagnoli e francesi, le truppe straniere non dovevano rag-giungere la frontiera; la stessa disposizione valeva per le truppemarocchine.

Sin dall’inizio dell’offensiva nazionalista, molti interbrigatistiavevano chiesto di ritornare a combattere, ma il governo repub-blicano volendo tener fede all’impegno preso con la Societàdelle Nazioni circa il loro ritiro dal fronte, aveva rifiutato. Fuallora che Luigi Longo contattò Juan Modesto Guilloto, co-mandante dell’Esercito dell’Ebro, che con l’Esercito dell’Estcostituivano il Grupo de Ejercito de la Region Oriental (GERO),severamente impegnato nella difesa della Catalogna, il qualeaccettò confidando che l’intervento degli Internazionali, soldatimotivati ed esperti, avrebbe avuto un effetto positivo sul mo-rale piuttosto basso delle sue truppe. Il gennaio nel paesedi La Garriga a nord di Barcellona venne creata l’AgrupaciónForces Internacionales costituita da due raggruppamenti, unoagli ordini dell’ebreo polacco Torunczyk, formato dai volontaridelle disciolte Brigate Internazionali XI, XIII e XV, e l’altro agliordini del ceco Joseph Pavel con i reduci della XII e CXXIX,reparti aggregati alla ª Divisione comandata da Pedro MateoMerino. L’Agrupación venne identificata come la nuova XV Bri-gata Internazionale, tanto che Pajetta che ne era il commissariopolitico commentò: « Va a sapere perché le hanno dato quelnome, che era quello degli anglo–americani della Lincoln! ».

. G. P, Ricordi di Spagna, cit., p. .

Dalla Despedida alla Resistenza

Gli storici danno versioni difformi sul numero dei combattenti:lo Stato Maggiore del CTV ne indica ., Cesar Vidal parla di., Andreu Castello di ., Aldo Morandi riporta nel suo diarioche su circa uomini del suo gruppo solo una ventina decisedi arruolarsi e che sedici vi fecero ritorno. Esaminando le biogra-fie riportate su La Spagna del nostro cuore ho rintracciato diciottonominativi di volontari italiani che tornarono al fronte elencati incalce. I nuovi reparti ricevettero l’ordine di schierarsi nel settoreGranollers–La Garriga, dove la strada dal Sud si biforca per Vic eGerona, che stava per essere investito dal Corpo Truppe Volontarie.Ma il nemico li anticipò, ricorderà Pajetta: « Sin dal primo giornole cose sono andate a modo loro; i nostri dovevano raccogliersi aGranollers ma sono arrivati prima i fascisti battendoci sul tempodi due giorni preziosi, e impedendo alle brigate di congiungersi ».Longo e Pajetta che volevano raggiungere i volontari, non avendoavuto notizie precise dal Comando dove era il fronte, abbando-narono l’auto e si avvicinarono a piedi, quando sentirono spari eraffiche capirono di essere arrivati. Era in corso uno scontro dicui il volontario lettone, Emil V. Steingold, lasciò una memoriasu « i miei ultimi dieci giorni in Spagna » in cui ricordò che il suogruppo fu trasferito in treno a Granollers, dove furono armati epresero posizione sulle rive del Rio Tenes per bloccare la stradache portava al nord. Scrive:

Poco dopo apparvero gli esploratori dell’avanguardia nemica. C’eranodue motociclisti, seguiti da un’autoambulanza con ufficiali. Quandocercammo di catturarli, i motociclisti svoltarono, li uccidemmo aduna curva della strada. Anche l’autoambulanza tornò indietro ma eracircondata [. . . ] Gli ufficiali si arresero e li portammo al comando dellabrigata. Poi comparve una breve colonna di fanteria motorizzata, chevenne bloccata danneggiando il primo e l’ultimo veicolo. Gli italianisaltarono dai camion in preda al panico. Venivano giù come versarepiselli. Molti caddero e non si rialzarono più. Chi era ancora vivo sidiede alla fuga nascondendosi dietro i veicoli. Alcuni camion preserofuoco, e le munizioni e la benzina di bordo cominciarono ad esplodere.Le salme di quei fascisti ricevettero una cremazione gratuita.

. A. B, La Guerra Civile Spagnola, RCS libri SpA, Milano , pp. –.