orecchio acerbo

Stefano Benni illustrazioni di Luci Gutiérrez

orecchio acerbo

Stefano Benni Miss Galassia illustrazioni di Luci Gutiérrez

Il pianeta di Vanesium, al centro della Via Lattea, è un pianeta davvero particolare. Gli abitanti di questo mondo sono ossessionati dall’aspetto fisico, vogliono essere belli e giovanili tutta la vita. Il pianeta brulica di palestre, centri di estetica, parrucchieri, negozi di abbigliamento e cliniche dimagranti. Una nube di profumi, vapori di saune e spezie ne satura l’atmosfera.

In questo pianeta invecchiare è un delitto.Il reato più grave è infatti quello di nonneria. Se qualcuno, nell’aspetto vetusto, ricorda un nonno o una nonna, viene arrestato e rinchiuso in appositi centri di riabilitazione. Qui si cerca di ridargli un aspetto giovanile con operazioni plastiche e ginnastiche forzate. Se non ci riesce, o si rifiuta, viene chiuso in un nonnocomio, o in un nonnocarcere, perché non si vuole che il suo aspetto disturbi gli altri abitanti.Qualcuno dice che, volendo sembrare giovani e belli, gli abitanti di Vanesium sono tutti uguali,e quindi insignificanti. Ma forse è invidia.

Vanesium è anche conosciuto perché ogni cosmoanno (circa un secolo terrestre)

vi si svolge il concorso di Miss Universo.

Miss non ha lo stesso significato che ha nella lingua terrestre. Miss è una sigla che significa Multi – Intermorfo – Sessuovario- Stellare. Le categorie terrestri di maschio e femmina terrestre sono infatti inadatte a spiegare le combinazioni sessuali dei mondi della via Lattea.Ogni cosmoanno, quindi a Vanesium si radunano le creature più belle di pianeti, pianetini,asteroidi e satelliti lontanissimi, per vincere la fascia di Miss e il premio, che consiste in un viaggio di settecento anni nei tropici galattici, e in un prosciutto di Vega (tenete presente che su Vega i maiali sono alti quindici metri). Io sono stato a Vanesium, e posso raccontarvi cosa ho visto.

Era proprio la notte del concorso, e ho visto risplendere

l’Arena di Vanesium, un teatro naturale

di cristallo rilucente che può ospitare un milione di spettatori.

In un tripudio di luci, ho visto il presentatore Gnibbo Gnau

salire levitando sul palco, accompagnato da scroscianti battimani,

battizampe e batticode.

Gnibbo è il presentatore più noto e vecchio dell’universo.

Ha centoventimila cosmoanni: alcuni maligni dicono che sia stato lui a fare la radiocronaca del Big Bang.

Gnibbo Gnau è un Cetus di Aldebaran, una specie di balenottero

a portamento verticale, con una parrucca

di alghe tinte.

Ricordo che la sua voce era melodiosa e le pinne si muovevano con disinvoltura mentre annunciava:“E ora, gentile pubblico, saliranno sul palco i concorrenti. Saranno loro stessi a presentarsi e a sostenere la loro candidatura. Voterete alzando la mano, o la parte del corpo più sporgenteverso l’alto, oppure con lancio di liquidi o emissione di ultrasuoni. Sono proibite le esplosioni, i getti di fuoco, ed è soprattutto vietato mangiare chi non è d’accordo con voi”.

“Ecco a voi la prima creatura concorrente a Miss Universo!”

Salì sul palco un gigantesco e variopinto organismo, a metà tra una piovra e una farfalla.

“Sono una multipodia di Hagarahu” disse con voce suadente. “La mia bellezza è l’abbondanza. Ho centosei paia di occhi multicolori,

uno più bello dell’altro. Cento tipi di chiome

ognuna pettinata da un parrucchiere diverso, seicento bellissime gambe e sedici culi.

Se mi girate intorno, potete scegliere il mio lato preferito, e innamorarvi.

So camminare, nuotare e volare con grazia indescrivibile.

Suono la batteria e canto in centosedici lingue galattiche.

Per finire non sono soltanto bella, ma ho anche un cervello, anzi quattro…”

Il pubblico mormorò eccitato. Qualcuno alzò subito il braccio, o la pinna, o il ghirolderkolon.“No, tutti fermi, si vota solo alla fine” disse Gibbo, “avanti il secondo concorrente.”

Si vide salire sul palco, con passi che suscitarono grande rumore e tremore nel suolo, una gigantesca creatura di metallo e roccia infuocata, un vulcano ambulante.

“Sono un Karkaronzkor di Konkaduras.

La mia bellezza è nella forza.

Guardate i miei muscoli di pietra e la pelle in titanio.

Posso gonfiarmi e diventare tre volte più grande.

Sono resistente ad acidi e alte temperature.

Ma ho un cuore d’oro, una tonnellata e mezzo d’oro puro,

incastonata al centro del mio petto di marmo.

Sono un amante bollente e instancabile.

Votatemi o spacco tutto.”

Un applauso un po’ intimidito lo salutò.

Preceduta da una musica melodiosa, salì a questo punto sul palco una sirena di Titano.Era una creatura assai simile alle forme terrestri, con grandi occhi viola e una chioma fluttuante nell’aria, lunga almeno una ventina di metri. I suoi movimenti lenti e sinuosi sembravano subacquei.

“La mia bellezza è dolce e ammaliante. Nessuno può avvicinarsi a me senza cadere preda del mio fascino. Il mio profumo, la mia voce, le mie danze stregano qualsiasi creatura della galassia. Ho sedotto creature e spezzato cuori fino ai più remoti pianeti di Andromeda. Porto tra i capelli tremila anelli di fidanzamento che mi sono stati regalati, e il loro tinnire è l’inno delle mie conquiste. Inoltre vesto abiti di Hunzai, il più grande stilista del cosmo. E per finire, non invecchio. Tra cento anni sarò ancora bella. Bacerò chiunque mi vota…”

“Siete pregati di non salire sul palco” disse lo Gibbo, “il servizio d’ordine è particolarmente efficiente e non mangia da ieri.”Un canosauro annuì con un ruggito…

Il pubblico fremette. Una decina di Steroni di Imbirrau, piccoli orsetti particolarmente facili all’eccitazione, balzarono sul palco e vennero fatti sparire dal servizio d’ordine formato da quattro giganteschi canosauri.

Si ripulì il palco e salì una piccola creatura di cristallo, con una capigliatura di aculei luminosi come raggi laser.

“Sono una Zirconia di Cartierius” disse. “La mia bellezza è la rarità.

Sono l’ultimo esemplare della mia specie.

Il mio corpo è fatto di zirconpoino, il diamante più raro del cosmo.

La mia bellezza è la bellezza che svanisce,

ciò che devi afferrare in un attimo, fragile ed effimera.

Non applaudite troppo forte, potrei spezzarmi.”

Gli spettatori espressero il loro gradimento con tenui sospiri.

Ed ecco, sinuosa e luminosissima una creatura con una voce che mi sembrò di riconoscere.

“Sono Pancalia TrylaHt 163, composto sintetico del Consorzio Galattico 142.

Sono stata fatta al plastocomputer.

Per anni gli scienziati hanno raccolto i dati su quello che gli abitanti

della galassia ritengono bello. Poi li hanno riuniti in me.

Ho gli splendidi occhi dei batteri saturnini,

il corpo perfetto di una Fata di Cormak,

il nasino all’insù del rinocerino di Ariel.

Ho anche i capelli dei sargassoidi di Betel,

le mani dei toccanuvole,

le unghie di lunagatto,

la voce di Marilyn Monroe

e così via per un totale di seicentosedici pezzi.

Essendo io una creatura costruita coi pezzi più belli, non posso che essere la più bella.

Inoltre, ho un kit di ricambio e le istruzioni per l’uso.”

L’applauso fu questa volta fragoroso e entusiasta. Molti non resistettero e alzarono mani, appendici e antenne.

Gnibbo sorrise e già si preparava alla votazione, quando salì sul palco una creaturina assai buffa e bruttarella, una specie di gnomo col barbone verde e le zampe palmate. Reggeva in mano una scatola di cartone.

“Sono l’ultimo concorrente” disse.

Gli spettatori sghignazzarono senza ritegno.

“Ridete pure, ma non sono io la creatura che dovete giudicare.

Io sono uno Snegurock di Gige. Ebbene, forse qualcuno sa che su Gige vive la Imagia,

creatura di cui molti hanno parlato e cantato, senza averla mai vista.

La sua bellezza è infatti tale da non poter essere descritta, e talvolta fatale

a chi la guarda da vicino. L’Imagia è chiusa in questa scatola.”

“Si nasconde e si traveste. Si rende brezza leggera o povero mendicante,

per vedere se saremo in grado di riconoscerla.

Ognuno di voi può immaginarla.

Ognuno di voi può darle il volto che preferisce,

quello che ha sempre desiderato, o che ha amato di più.

Anche se non la vedete, essa è ben presente nei vostri sogni.

La sua bellezza misteriosa, il suo segretissimo splendore

è quello che vi accompagna ogni giorno e ogni notte,

e che voi sperate di incontrare.”

“Non aprirò questa scatola” concluse lo Snegurock. “Ma chiudete gli occhi. E votate per lei.” È così che fu eletta Miss Universo.

© 2008 Stefano Benni (testo) · © 2008 Luci Gutiérrez (illustrazioni) · © 2008 orecchio acerbo s.r.l. · viale Aurelio Saffi, 54 · 00152 Roma · ww.orecchioacerbo.com

Grafica orecchio acerbo

Finito di stampare nel novembre 2008 da Futura Grafica s.r.l., RomaStampato su carta Fedrigoni Arcoprint E. W.

Il pianeta di Vanesium, al centro della Via Lattea,

è un pianeta davvero particolare:brulica di palestre, centri di estetica, parrucchieri,

negozi di abbigliamento e cliniche dimagranti. In questo pianeta invecchiare è un delitto.

Dove dunque, se non su Vanesium, si sarebbe potuto svolgere

il concorso per l’elezione di Miss Galassia?

La notte della finale, a contendersi il titolo, sei concorrenti,

uno più sorprendente dell’altro. Ma gli spettatori galattici del grande teatro

Arena di Vanesium non si fanno incantare né dalla forza,

né dalla rarità, e neppure dalla varietà.Miss Galassia è Imagia.

Non è nemmeno salita sul palco, ma tutti hanno votato per lei.

Nulla è più bello dell’immaginazione.

€ 13,50