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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 197 (48.521) Città del Vaticano domenica 30 agosto 2020 . di PAOLO BENANTI I l 5 agosto 2013 più di duecento giornalisti si sono accalcati nei Riverside Studios di Londra. La folla, analoga a quella che si raduna per la presentazione degli ultimi smartphone o compu- ter dei maggiori brand internazionali, non era pe- rò in attesa di un conglo- merato prodigioso di silicio e vetro, bensì di un panino: un hamburger, per la preci- sione, non meno stupefa- cente dal punto di vista tecnologico. Il panino in questione era una creazione del professor Mark Post, un do- cente di biotecnologia dell’università di Maastri- cht, che confezionò il piatto utilizzando carne sin- tetica (o carne artificiale o carne in vitro). La car- ne, cucinata dal cuoco Richard McGeown del Couch’s Great House Restaurant di Polperro, in Cornovaglia, è stata assaggiata dallo chef Hanni Ruetzler, studioso di alimentazione del Future Food Studio, e da Josh Schonwald. Nel corso della presentazione alla stampa i due assaggiatori hanno detto che, a parte essere un po’ meno saporito di un tradizionale hamburger cosa peraltro incidentale e superabile — il prodot- to artificiale era in tutto e per tutto uguale agli hamburger tradizionali. La stampa ha dato enorme rilievo al fatto creando una serie di nomi per que- sto nuovo hamburger : in provetta, di laboratorio, coltivato, in vitro, prova di principio, senza cru- deltà e persino il fantasioso ed evocativo Franken- burger. Al di là dell’eco mediatica, l’hamburger sintetico era il frutto di cellule muscolari nutrite con pro- teine che avevano prodotto la crescita del tessuto. Il team olandese ha spiegato che, una volta inne- scato il processo, teoricamente è possibile conti- nuare a produrre carne all’infinito senza aggiun- gere nuove cellule da un organismo vivente. Si è stimato che, in condizioni ideali, due mesi di pro- duzione di carne in vitro potrebbero generare 50.000 tonnellate di carne da dieci cellule musco- lari di maiale. La produzione dell’hamburger di Post era costata 331.400 dollari, cifra raggiunta grazie a una donazione anonima di circa 250.000 euro. In seguito si è risaliti al donatore, Sergey Brin, uno dei due fondatori del colosso informati- co Google. La realizzazione di questo alimento in labora- torio ha rafforzato il dibattito che diversi accade- mici stavano portando avanti sulla natura della tecnologia e sul suo significato per l’esistenza umana. Una prima domanda a cui sembra neces- sario rispondere è se la carne in questione sia da considerarsi viva o morta: il tessuto di cui è com- posto l’hamburger cresce e si moltiplica, ma non sembra avere le caratteristiche fondamentali per definirlo vivo. Inoltre questa carne non è natura- le; ma non possiamo neanche classificarla come artificiale. Il costo e la complessità di questo test pubbli- co, di fatto, potrebbero farci pensare che la IVM non sia altro che una prova di concetto destinata a restare tema di teoretiche e ipotetiche discussio- ni accademiche. Eppure il mondo delle biotecno- logie è in fermento; e se lo stesso hamburger do- vesse essere prodotto oggi, costerebbe solamente 10$. Il prezzo è destinato a crollare esponenzial- mente nei prossimi mesi. In questa nuova epoca come dobbiamo capire e classificare la realtà sintetica che stiamo “fabbri- cando”? Di fatto anche la vita sembra essere dive- nuta un qualcosa a disposizione della tecnica, e con questa realizzabile in maniera sintetica e sin- teticamente plasmabile per ottenere le proprietà o le quantità desiderate. y(7HA3J1*QSSKKM( +z!"!{!%!" Frankenburger: vivo, morto o X? Le credenziali del nuovo ambasciatore del Giappone Nella mattina di sabato 29 agosto Papa Francesco ha ricevuto in udienza Sua Eccellenza il signor Seiji Okada, nuovo ambasciatore del Giappone, in occasione della presentazione delle Lettere con cui è stato accreditato presso la Santa Sede Nell’anniversario del celebre discorso di Martin Luther King «I have a dream» Stati Uniti: migliaia in marcia per dire no al razzismo WASHINGTON, 29. Nel cinquantaset- tesimo anniversario, ieri, del celebre discorso di Martin Luther King («I have a dream»), decine di migliaia di persone hanno manifestato a Wa- shington per chiedere la fine della violenza della polizia contro gli afroamericani e le minoranze. Un corteo antirazzismo dal quale si è levato ancora una volta un grido di protesta per le troppe vite recise da una polizia oramai sotto processo in tutti gli Stati Uniti. «Quando è troppo è troppo», ha scandito alla folla Martin Luther King III, il figlio maggiore del politico e attivista sta- tunitense, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani uc- ciso il 4 aprile del 1968. Imponenti le misure di sicurezza: Casa Bianca blindata, obbligo di mascherina e distanziamento sociale. Più di 50.000 persone si sono radu- nati lungo il National Mall, davanti al palco sistemato sulle gradinate del Lincoln Memorial, proprio come il 28 agosto 1963. In quell’occasione, una folla enorme segnò la svolta nel- la lotta per i diritti civili. Ieri, nono- stante i numeri ridotti a causa della pandemia, la speranza del movimen- to è quella di recuperare lo «spirito del 1963», per avviare una stagione in cui l’America faccia definitiva- mente i conti con una questione raz- ziale mai completamente risolta. In tempi di campagna elettorale le divisioni politiche non aiutano. C'è comunque un punto di partenza che potrebbe accomunare le opposte ver- sioni: varare una profonda riforma, a partire dalla formazione e dall’adde- stramento degli agenti di polizia. In Congresso c'è già pronta la “George Floyd Justice in Policing Act”, soste- nuta dal Congressional Black Caucus, che riunisce deputati e sena- tori afroamericani. In testa al corteo c’era il padre di Jacob Blake, il giovane afroamerica- no rimasto paralizzato dopo che a Kenosha, in Wisconsin, un poliziot- to gli ha esploso sette colpi di pisto- la alla schiena: «Mio figlio è in un letto di ospedale e lo tengono am- manettato», ha detto l’uomo. Lo slo- gan è stato “Get your knees off our necks” (via le vostre ginocchia dai nostri colli), riferito alla pratica spes- so usata dagli agenti per immobiliz- zare le persone fermate: come acca- duto a Floyd, morto soffocato. Quando la marcia è partita dal Lin- coln Memorial in direzione del vici- no Martin Luther King Memorial, a sfilare c'erano i familiari di Floyd e di Breonna Taylor, la giovane afroa- mericana uccisa dalla polizia mentre dormiva nella sua abitazione a Loui- sville, in Kentucky. E anche i parenti di Eric Garner, soffocato da una presa al collo degli agenti a New York. Messaggio del patriarca ecumenico Azioni comuni per salvare la Terra In occasione dell’inizio del nuovo an- no ecclesiastico, il 1° settembre, che coincide tradizionalmente con la Gior- nata di preghiera per la protezione dell’ambiente naturale istituita dal Fanar, il patriarca ecumenico, arcive- scovo di Costantinopoli, ha diffuso un messaggio sulla tutela del creato che pubblichiamo integralmente. di BARTOLOMEO C arissimi fratelli gerarchi e amati figli nel Signore, è una convinzione comune che, nel tempo presente, l’ambiente naturale sia minacciato come mai prima nella storia dell’umanità. L’entità di questa minaccia si mani- festa nel fatto che ciò che è in gio- co non è più la qualità, ma la con- servazione della vita sul nostro pia- neta. Per la prima volta nella sto- ria, l’uomo è in grado di distrugge- re le condizioni di vita sulla terra. Le armi nucleari sono il simbolo del titanismo prometeico dell’uo- mo, l’espressione tangibile del “complesso di onnipotenza” del- l'“uomo-dio” contemporaneo. Nell’uso del potere che deriva dalla scienza e dalla tecnologia, ciò che si rivela oggi è l’ambivalenza della libertà dell’uomo. La scienza serve la vita; contribuisce al pro- gresso, ad affrontare malattie e tan- te condizioni finora considerate “fatali”; crea nuove prospettive po- sitive per il futuro. Tuttavia, allo stesso tempo, fornisce all’uomo mezzi estremamente potenti, il cui uso improprio può essere trasfor- mato in distruttivo. Stiamo vivendo il dispiegarsi della distruzione dell’ambiente naturale, della biodi- versità, della flora e della fauna, dell’inquinamento delle risorse ac- quatiche e dell’atmosfera, il pro- gressivo collasso dell’equilibrio cli- matico, nonché altri superamenti di limiti e misure in molte dimensioni della vita. Il santo e grande conci- lio della Chiesa ortodossa (Creta, 2016) ha giustamente e splendida- mente decretato che «la conoscen- za scientifica non mobilita la vo- lontà morale dell’uomo, che cono sce i pericoli ma continua ad agire come se non lo sapesse» (Enciclica, 11). È evidente che la tutela del bene comune, dell’integrità dell’ambiente naturale, è responsabilità comune di tutti gli abitanti della terra. L’imperativo categorico contempo- raneo per l’umanità è di vivere sen- za distruggere l’ambiente. Tuttavia, mentre a livello personale e a livel- lo di molte comunità, gruppi, mo- vimenti e organizzazioni, c’è una dimostrazione di grande sensibilità e responsabilità ecologica, le nazio- ni e gli agenti economici non sono in grado — in nome delle ambizioni La Lev pubblica il libro «Mettersi in gioco» patrocinato da Athletica Vaticana Manuale per gli sportivi firmato Francesco La visita di Hitler a Roma, Napoli e Firenze dal 3 al 9 maggio 1938 Scontro frontale tra Pio XI e Mussolini SERGIO VALZANIA A PAGINA 4 In libreria «Le Nemee» di Pindaro a conclusione della nuova edizione integrale degli «Epinici» Momenti di gloria MARCO BECK A PAGINA 5 Progetto dell’arcidiocesi di Napoli a Poggioreale Una pizza che sa di riscatto sociale VALENTINO MAIMONE A PAGINA 7 ALLINTERNO DA O GGI ON LINE IL NUMERO DI SETTEMBRE NOSTRE INFORMAZIONI Manifestanti al Lincoln Memorial (Epa) Un “manuale” che suggerisce la possibilità di vivere lo sport — ma anche la vita stessa — secondo le indicazioni concrete di un coach d’eccezione: Papa Francesco. Ecco il senso e il valore del nuovo volume Mettersi in gioco. Pensieri sullo sport, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, con il patrocinio di Athletica Vaticana. Il libro raccoglie i pensieri del Pontefice tratti dai suoi discorsi più signifi- cativi agli sportivi: grandi campioni, donne e uomini con disabilità fisica o intellettiva, ma anche bambini e giovani delle periferie della vita. Le frasi del Papa — pro- poste in un formato tascabile e accessibile a tutti — sono la base per un allenamento spirituale e una vera e pro- pria bussola per tutti coloro che intendono orientarsi nella ricerca delle motivazioni più autentiche della pro- pria passione. Lo confermano le tre testimonianze, che fanno da prefazioni alle parole del Santo Padre, firmate da Francesco Totti, dalla ex maratoneta kenyana Tegla Loroupe (responsabile del Team dei rifugiati del Comi- tato olimpico internazionale) e da Alex Zanardi che ha inviato il suo contributo poco prima del grave incidente. PAGINA 8 CONTINUA A PAGINA 6 Il Santo Padre ha ricevuto que- sta mattina in udienza Sua Ec- cellenza il Signor Seiji Okada, Ambasciatore del Giappone, per la presentazione delle Lette- re Credenziali. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: l’Eminentissimo Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Prefetto della Congregazione per l'Evan- gelizzazione dei Popoli; le Loro Eccellenze i Monsi- gnori: Ettore Balestrero, Arcive- scovo titolare di Víttoriana, Nunzio Apostolico nella Re- pubblica Democratica del Con- go; – Felix Gmür, Vescovo di Ba- sel (Svizzera). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Hung Hoá (Viêt Nam), presentata da Sua Eccellenza Monsignor Jean Ma- rie Vu Tât. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia all’ufficio di Vescovo Ausiliare della Diocesi Pa- triarcale di Gerusalemme dei Latini presentata da Sua Eccel- lenza Monsignor Giacinto-Bou- los Marcuzzo. Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Brasile Sua Eccellenza Monsignor Giambattista Diquattro, Arcive- scovo titolare di Giromonte, fi- nora Nunzio Apostolico in In- dia e in Nepal. Nomina di Vescovo Ausiliare Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arciepar- chia di Kottayam dei Siro-Mala- baresi (India) il Reverendo Sa- cerdote Gheevarghese (George) Kurisummoottil, al presente Sincello per i fedeli siro-malan- karesi della medesima Arciepar- chia, assegnandogli la sede tito- lare di Chayal dei Siro-Malanka- resi. L’eletto ha assunto il nome di Gheevarghese Mar Aprem. PUNTI DI RESISTENZA Una giornata particolare MARINA TOMARRO A PAGINA 4

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 197 (48.521) Città del Vaticano domenica 30 agosto 2020

.

di PAOLO BENANTI

I l 5 agosto 2013 più di duecento giornalisti sisono accalcati nei Riverside Studios di Londra.La folla, analoga a quella che si raduna per la

presentazione degli ultimi smartphone o compu-ter dei maggiori b ra n d internazionali, non era pe-

rò in attesa di un conglo-merato prodigioso di silicioe vetro, bensì di un panino:un h a m b u rg e r, per la preci-sione, non meno stupefa-cente dal punto di vistatecnologico.

Il panino in questioneera una c re a z i o n e del professor Mark Post, un do-cente di biotecnologia dell’università di Maastri-cht, che confezionò il piatto utilizzando carne sin-tetica (o carne artificiale o carne in vitro). La car-ne, cucinata dal cuoco Richard McGeown delCouch’s Great House Restaurant di Polperro, inCornovaglia, è stata assaggiata dallo chef HanniRuetzler, studioso di alimentazione del Fu t u reFood Studio, e da Josh Schonwald.

Nel corso della presentazione alla stampa i dueassaggiatori hanno detto che, a parte essere un

p o’ meno saporito di un tradizionale hamburger —cosa peraltro incidentale e superabile — il prodot-to artificiale era in tutto e per tutto uguale aglih a m b u rg e r tradizionali. La stampa ha dato enormerilievo al fatto creando una serie di nomi per que-sto nuovo h a m b u rg e r : in provetta, di laboratorio,coltivato, in vitro, prova di principio, senza cru-deltà e persino il fantasioso ed evocativo Fra n k e n -b u rg e r.

Al di là dell’eco mediatica, l’h a m b u rg e r sinteticoera il frutto di cellule muscolari nutrite con pro-teine che avevano prodotto la crescita del tessuto.Il team olandese ha spiegato che, una volta inne-scato il processo, teoricamente è possibile conti-nuare a produrre carne all’infinito senza aggiun-gere nuove cellule da un organismo vivente. Si èstimato che, in condizioni ideali, due mesi di pro-duzione di carne in vitro potrebbero generare50.000 tonnellate di carne da dieci cellule musco-lari di maiale. La produzione dell’h a m b u rg e r diPost era costata 331.400 dollari, cifra raggiuntagrazie a una donazione anonima di circa 250.000euro. In seguito si è risaliti al donatore, SergeyBrin, uno dei due fondatori del colosso informati-co Google.

La realizzazione di questo alimento in labora-torio ha rafforzato il dibattito che diversi accade-

mici stavano portando avanti sulla natura dellatecnologia e sul suo significato per l’esistenzaumana. Una prima domanda a cui sembra neces-sario rispondere è se la carne in questione sia daconsiderarsi viva o morta: il tessuto di cui è com-posto l’h a m b u rg e r cresce e si moltiplica, ma nonsembra avere le caratteristiche fondamentali perdefinirlo vivo. Inoltre questa carne non è natura-le; ma non possiamo neanche classificarla comeartificiale.

Il costo e la complessità di questo test pubbli-co, di fatto, potrebbero farci pensare che la IVMnon sia altro che una prova di concetto destinataa restare tema di teoretiche e ipotetiche discussio-ni accademiche. Eppure il mondo delle biotecno-logie è in fermento; e se lo stesso h a m b u rg e r do-vesse essere prodotto oggi, costerebbe solamente10$. Il prezzo è destinato a crollare esponenzial-mente nei prossimi mesi.

In questa nuova epoca come dobbiamo capiree classificare la realtà sintetica che stiamo “fabbri-cando”? Di fatto anche la vita sembra essere dive-nuta un qualcosa a disposizione della tecnica, econ questa realizzabile in maniera sintetica e sin-teticamente plasmabile per ottenere le proprietà ole quantità desiderate.

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Frankenburger: vivo, morto o X?

Le credenzialidel nuovo ambasciatore del Giappone

Nella mattina di sabato 29 agosto Papa Francesco ha ricevuto in udienza Sua Eccellenzail signor Seiji Okada, nuovo ambasciatore del Giappone, in occasione della p re s e n t a z i o n e

delle Lettere con cui è stato accreditato presso la Santa Sede

Nell’anniversario del celebre discorso di Martin Luther King «I have a dream»

Stati Uniti: migliaia in marciaper dire no al razzismo

WASHINGTON, 29. Nel cinquantaset-tesimo anniversario, ieri, del celebrediscorso di Martin Luther King («Ihave a dream»), decine di migliaiadi persone hanno manifestato a Wa-shington per chiedere la fine dellaviolenza della polizia contro gliafroamericani e le minoranze.

Un corteo antirazzismo dal qualesi è levato ancora una volta un gridodi protesta per le troppe vite recise

da una polizia oramai sotto processoin tutti gli Stati Uniti. «Quando ètroppo è troppo», ha scandito allafolla Martin Luther King III, il figliomaggiore del politico e attivista sta-tunitense, leader del movimento peri diritti civili degli afroamericani uc-ciso il 4 aprile del 1968.

Imponenti le misure di sicurezza:Casa Bianca blindata, obbligo dimascherina e distanziamento sociale.Più di 50.000 persone si sono radu-nati lungo il National Mall, davantial palco sistemato sulle gradinate delLincoln Memorial, proprio come il28 agosto 1963. In quell’o ccasione,una folla enorme segnò la svolta nel-la lotta per i diritti civili. Ieri, nono-stante i numeri ridotti a causa dellapandemia, la speranza del movimen-to è quella di recuperare lo «spiritodel 1963», per avviare una stagionein cui l’America faccia definitiva-mente i conti con una questione raz-ziale mai completamente risolta.

In tempi di campagna elettorale ledivisioni politiche non aiutano. C'ècomunque un punto di partenza chepotrebbe accomunare le opposte ver-sioni: varare una profonda riforma, apartire dalla formazione e dall’adde-stramento degli agenti di polizia. InCongresso c'è già pronta la “G e o rg eFloyd Justice in Policing Act”, soste-nuta dal Congressional BlackCaucus, che riunisce deputati e sena-tori afroamericani.

In testa al corteo c’era il padre diJacob Blake, il giovane afroamerica-

no rimasto paralizzato dopo che aKenosha, in Wisconsin, un poliziot-to gli ha esploso sette colpi di pisto-la alla schiena: «Mio figlio è in unletto di ospedale e lo tengono am-manettato», ha detto l’uomo. Lo slo-gan è stato “Get your knees off ournecks” (via le vostre ginocchia dainostri colli), riferito alla pratica spes-so usata dagli agenti per immobiliz-zare le persone fermate: come acca-duto a Floyd, morto soffocato.

Quando la marcia è partita dal Lin-coln Memorial in direzione del vici-no Martin Luther King Memorial, asfilare c'erano i familiari di Floyd edi Breonna Taylor, la giovane afroa-mericana uccisa dalla polizia mentredormiva nella sua abitazione a Loui-sville, in Kentucky. E anche i parentidi Eric Garner, soffocato da unapresa al collo degli agenti a NewYo r k .

Messaggio del patriarca ecumenico

Azioni comuniper salvare la Terra

In occasione dell’inizio del nuovo an-no ecclesiastico, il 1° settembre, checoincide tradizionalmente con la Gior-nata di preghiera per la protezionedell’ambiente naturale istituita dalFanar, il patriarca ecumenico, arcive-scovo di Costantinopoli, ha diffuso unmessaggio sulla tutela del creato chepubblichiamo integralmente.

di BARTOLOMEO

Carissimi fratelli gerarchi eamati figli nel Signore, èuna convinzione comune

che, nel tempo presente, l’ambientenaturale sia minacciato come maiprima nella storia dell’umanità.L’entità di questa minaccia si mani-festa nel fatto che ciò che è in gio-co non è più la qualità, ma la con-servazione della vita sul nostro pia-neta. Per la prima volta nella sto-ria, l’uomo è in grado di distrugge-re le condizioni di vita sulla terra.Le armi nucleari sono il simbolodel titanismo prometeico dell’uo-mo, l’espressione tangibile del“complesso di onnipotenza” del-l'“uomo-dio” contemp oraneo.

Nell’uso del potere che derivadalla scienza e dalla tecnologia, ciòche si rivela oggi è l’ambivalenzadella libertà dell’uomo. La scienzaserve la vita; contribuisce al pro-gresso, ad affrontare malattie e tan-te condizioni finora considerate“fatali”; crea nuove prospettive po-

sitive per il futuro. Tuttavia, allostesso tempo, fornisce all’uomomezzi estremamente potenti, il cuiuso improprio può essere trasfor-mato in distruttivo. Stiamo vivendoil dispiegarsi della distruzionedell’ambiente naturale, della biodi-versità, della flora e della fauna,dell’inquinamento delle risorse ac-quatiche e dell’atmosfera, il pro-gressivo collasso dell’equilibrio cli-matico, nonché altri superamenti dilimiti e misure in molte dimensionidella vita. Il santo e grande conci-lio della Chiesa ortodossa (Creta,2016) ha giustamente e splendida-mente decretato che «la conoscen-za scientifica non mobilita la vo-lontà morale dell’uomo, che conosce i pericoli ma continua ad agirecome se non lo sapesse» (Enciclica,11).

È evidente che la tutela del benecomune, dell’integrità dell’ambientenaturale, è responsabilità comunedi tutti gli abitanti della terra.L’imperativo categorico contempo-raneo per l’umanità è di vivere sen-za distruggere l’ambiente. Tuttavia,mentre a livello personale e a livel-lo di molte comunità, gruppi, mo-vimenti e organizzazioni, c’è unadimostrazione di grande sensibilitàe responsabilità ecologica, le nazio-ni e gli agenti economici non sonoin grado — in nome delle ambizioni

La Lev pubblica il libro «Mettersi in gioco» patrocinato da Athletica Vaticana

Manuale per gli sportivi firmato Francesco

La visita di Hitler a Roma, Napolie Firenze dal 3 al 9 maggio 1938

Scontro frontaletra Pio XI e Mussolini

SERGIO VALZANIA A PA G I N A 4

In libreria «Le Nemee» di Pindaroa conclusione della nuova edizioneintegrale degli «Epinici»

Momenti di gloria

MARCO BECK A PA G I N A 5

Progetto dell’arcidiocesi di Napolia Poggioreale

Una pizza che sadi riscatto sociale

VALENTINO MAIMONE A PA G I N A 7

ALL’INTERNO

DA O GGI ON LINEIL NUMERO DI SETTEMBRE

NOSTRE INFORMAZIONI

Manifestanti al Lincoln Memorial (Epa)

Un “manuale” che suggerisce la possibilità di vivere losport — ma anche la vita stessa — secondo le indicazioniconcrete di un coach d’eccezione: Papa Francesco. Eccoil senso e il valore del nuovo volume Mettersi in gioco.Pensieri sullo sport, edito dalla Libreria Editrice Vaticana,con il patrocinio di Athletica Vaticana. Il libro raccogliei pensieri del Pontefice tratti dai suoi discorsi più signifi-cativi agli sportivi: grandi campioni, donne e uominicon disabilità fisica o intellettiva, ma anche bambini egiovani delle periferie della vita. Le frasi del Papa — p ro -poste in un formato tascabile e accessibile a tutti — sonola base per un allenamento spirituale e una vera e pro-pria bussola per tutti coloro che intendono orientarsinella ricerca delle motivazioni più autentiche della pro-pria passione. Lo confermano le tre testimonianze, chefanno da prefazioni alle parole del Santo Padre, firmateda Francesco Totti, dalla ex maratoneta kenyana TeglaLoroupe (responsabile del Team dei rifugiati del Comi-tato olimpico internazionale) e da Alex Zanardi che hainviato il suo contributo poco prima del grave incidente.

PAGINA 8

CO N T I N UA A PA G I N A 6

Il Santo Padre ha ricevuto que-sta mattina in udienza Sua Ec-cellenza il Signor Seiji Okada,Ambasciatore del Giappone,per la presentazione delle Lette-re Credenziali.

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza:

l’Eminentissimo CardinaleLuis Antonio G. Tagle, Prefettodella Congregazione per l'Evan-gelizzazione dei Popoli;

le Loro Eccellenze i Monsi-gnori:

— Ettore Balestrero, Arcive-scovo titolare di Víttoriana,Nunzio Apostolico nella Re-pubblica Democratica del Con-go;

– Felix Gmür, Vescovo di Ba-sel (Svizzera).

Il Santo Padre ha accettato larinuncia al governo pastoraledella Diocesi di Hung Hoá(Viêt Nam), presentata da SuaEccellenza Monsignor Jean Ma-rie Vu Tât.

Il Santo Padre ha accettato larinuncia all’ufficio di VescovoAusiliare della Diocesi Pa-triarcale di Gerusalemme deiLatini presentata da Sua Eccel-lenza Monsignor Giacinto-Bou-los Marcuzzo.

Il Santo Padre ha nominatoNunzio Apostolico in BrasileSua Eccellenza MonsignorGiambattista Diquattro, Arcive-scovo titolare di Giromonte, fi-nora Nunzio Apostolico in In-dia e in Nepal.

Nominadi Vescovo Ausiliare

Il Santo Padre ha nominatoVescovo Ausiliare dell’Arciepar -chia di Kottayam dei Siro-Mala-baresi (India) il Reverendo Sa-cerdote Gheevarghese (George)Kurisummoottil, al presenteSincello per i fedeli siro-malan-karesi della medesima Arciepar-chia, assegnandogli la sede tito-lare di Chayal dei Siro-Malanka-resi. L’eletto ha assunto il nomedi Gheevarghese Mar Aprem.

PUNTI DI RESISTENZA

Una giornatap a r t i c o l a re

MARINA TOMARRO A PA G I N A 4

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 domenica 30 agosto 2020

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Macron non esclude un nuovo lockdown in Francia

Virus: l’Ungheriachiude le frontiere

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Riprese le violenzenel Jammu e Kashmir

BRUXELLES, 29. Per fermare la risali-ta dei casi di covid-19, l’Ungheriachiuderà i suoi confini ai visitatoristranieri dal primo settembre, mentregli ungheresi di ritorno dall’e s t e rodovranno restare in quarantena. Loha annunciato Gergely Gulyás, capodi gabinetto del primo ministro Vi-ktor Orbán, citato dai media locali.

Gulyás ha spiegato che gli unghe-resi potranno lasciare la quarantenasolo dopo due tamponi negativi. Leuniche eccezioni per gli ingressi de-gli stranieri riguardano i convoglimilitari, i transiti per motivi umani-tari e i viaggi per business o di per-sonale diplomatico.

L’annuncio di Budapest è arrivatopoche ore dopo che Angela Merkeled Emmanuel Macron hanno ribadi-to di non volerlo fare nei propri Pae-si, coltivando l’idea di un coordina-mento europeo nella reazione allanuova impennata del coronavirus.«Chiudere le frontiere sarebbe inuti-le se non controproducente», ha det-to il presidente francese, che puredeve fare i conti con un drastico,preoccupante e inaspettato incre-mento di contagi in Francia (oltre7.000 nelle ultime 24 ore), tanto danon escludere più un altro lockdowna livello nazionale, come invece ave-va fatto fino a qualche giorno fa.

L’aumento quotidiano dei contagista comunque agitando i Governi dimezza Europa ed è stato il temaportante del consueto incontro an-nuale del cancelliere tedesco con lastampa. Merkel non ha affatto nega-to di essere molto preoccupata: «Da-vanti a noi abbiamo mesi peggiori diquelli estivi — ha avvertito — . La si-tuazione resta seria, prendetela seria-mente». Il cancelliere si è però dataanche dei chiari obiettivi: la Germa-nia non vuole chiudere le frontiere,tanto meno le scuole. Nel Paese cheper primo in Europa le ha riaperte,il segnale di Merkel è stato netto:«Bisogna fare in modo che i bambi-ni non siano i perdenti di questapandemia», ha affermato. «La scuo-la — ha precisato alla stampa — nondeve lasciare indietro nessuno».

In Germania ogni giorno si regi-strano intorno ai 1.500 nuovi casi, undato di fatto che mette apprensione.

Non si potrà tornare alla normalitàdei comportamenti prima dell’arrivodel vaccino e dei farmaci adeguati,ha ripetuto il cancelliere tedesco, chenon ha nascosto una punta di pessi-mismo: «Dopo la pandemia nientesarà più come prima, il virus ci hamesso a dura prova, anche dal puntodi vista esistenziale». Ad ogni modo,ha tagliato corto, «diversamente dal-la crisi finanziaria, dove sapevamoche ricapitalizzando le banche si sa-rebbe tornati a dei livelli economiciragionevoli, non sappiamo quandofinirà questa pandemia».

Contagi in aumento anche in Ita-lia, a fronte, però, di un sempremaggiore numero di tamponi. Sonoinfatti oltre 97.000 i test effettuatinelle ultime 24 ore — oltre 100.000includendo quelli rapidi non conteg-giati dal ministero della Salute — e1.462 i contagiati che si aggiungono.Un trend in costante crescita che ve-de anche 9 morti — erano stati 5 duegiorni fa — e un incremento dei pa-zienti in terapia intensiva. Numeriche non preoccupano ancora troppogli esperti, ma sempre da tenered’occhio, man mano che si vedrannogli effetti del mix viaggi-vacanze-movida. Intanto, si susseguono inuovi focolai in località di villeggia-tura, come Baja Sardinia in Sarde-gna o Cortina d’Ampezzo in Veneto.Persone con mascherine di fronte alla torre Eiffel a Parigi (Epa)

Putin riconoscela validitàdel voto

in Bielorussia

BRUXELLES, 29. La Russia consideravalide le elezioni del 9 agosto scorsoin Bielorussia che hanno visto la vit-toria del presidente Alexander Luka-shenko. Questa la posizione del Cre-mlino espressa oggi dal presidenteVladimir Putin nel corso di un’inter-vista. «Consideriamo le elezioni vali-de» ha detto Putin. Com’è noto, ilvoto ha suscitato nelle scorse setti-mane numerose proteste, dentro efuori il paese.

«Ho sentito tante volte Mosca ri-petere il mantra sul fatto che in Bie-lorussia sono affari interni, e che lo-ro non vogliono interferenze esterne;suppongo che questo sia valido an-che per loro» ha dichiarato l’Altorappresentante Ue per la politicaestera e di sicurezza comune JosepBorrell, ieri, a Berlino in una confe-renza stampa sulla crisi bielorussa.«Questo non dovrebbe essere unaquestione geopolitica. La Bielorussianon dovrà diventare una secondaUcraina» ha aggiunto, illustrando ilprogramma di sanzioni mirate Uecontro membri del governo bielorus-so. Sul tema è intervenuto anche ilpresidente francese, Emmanuel Ma-cron. Un intervento di Mosca inBielorussia sarebbe "la cosa peggio-re" che potrebbe succedere, secondoil presidente francese, EmmanuelMacron, sottolineando che «qualsia-si intervento esterno in Bielorussiaporterebbe ad internazionalizzare laquestione: non vogliamo che si ripe-ta quanto successo in Ucraina».

Un naufrago muore nonostante i soccorsi nel Mediterraneo

Salvati 130 migranti

Operazioni di soccorso nel Mediterraneo (Reuters)

Turchia: è mortal’avvo cato

Ebru Timtik

Malta: caso Caruananuovi risvolti

Il nuovoa m b a s c i a t o redel Giappone

Sua Eccellenza il signor SeijiOkada, nuovo ambasciatore delGiappone presso la Santa Sede,è nato il 2 giugno 1956. È sposa-to e ha due figli

Laureato in Diritto (MeijiUniversity, 1979), ha ricoperto iseguenti incarichi: funzionariopresso il ministero degli Affariesteri (1981); direttore della divi-sione per gli Affari economiciGiappone- Corea del Sud, Dire-zione generale Asia e Oceania(2006); coordinatore regionale,seconda divisione dell’Africa, di-partimento Affari africani, Dire-zione generale affari mediorien-tali e africani (2007); direttoredella seconda divisione dell’Afri-ca, dipartimento Affari africani,Direzione generale Affari me-diorientali e africani (2008);consigliere, ambasciata in Kenya(2009); consigliere, ambasciatain Afghanistan (2010); consolegenerale in Canada (Vancouver)(2012); vice direttore generale,dipartimento Affari africani, Di-rezione generale affari medio-rientali e africani e Direzionegenerale per la Cooperazioneinternazionale (2016); ambascia-tore in Sud Sudan (2017-2020).

A Sua Eccellenza il signorSeiji Okada, nuovo ambasciato-re del Giappone presso la SantaSede, nel momento in cui si ac-cinge a ricoprire il suo alto inca-rico, giungano le felicitazionidel nostro giornale.

LA VA L L E T TA , 29. L’i m p re n d i t o remaltese Yorgen Fenech, accusatodi essere la mente dell’assassiniodella giornalista Daphne CaruanaGalizia, ha testimoniato che KeithSchembri, l’ex capo di gabinetto,ha attivato il piano per l’omicidio.

«È stato Schembri a voler cheDaphne morisse» e l’ex premierJoseph Muscat sapeva come erastato organizzato il massacro. Loha dichiarato ieri in tribunale, in-terrogato dalla polizia per l’inchie-sta indipendente sull’omicidio del-la giornalista, dilaniata da una

bomba piazzata sulla sua autonell’ottobre del 2017. L’ex re deicasinò maltesi, in prigione dal di-cembre scorso con l’accusa di esse-re il mandante, ha puntato il ditosul controverso ex capo di gabi-netto del governo di Muscat. Se-condo la sua versione, fu Schem-bri a chiedere di trovare i sicariche potessero eliminare la giornali-sta e a pagare personalmente 85mila euro a Melvin Theuma, l’in-termediario che ha ottenuto il con-dono tombale in cambio della pie-na collaborazione nell’inchiesta.

AN KA R A , 29. È deceduta in unospedale di Istanbul l’avvocato peri diritti umani, Ebru Timtik. Laquarantaduenne era in scioperodella fame da 238 giorni per chie-dere un equo processo dopo esserestata condannata a 13 anni di reclu-sione per «appartenenza a un’o rg a -nizzazione criminale». Insieme alcollega Aytaç Ünsal, anche lui insciopero della fame, faceva parte diun’associazione che si occupa dicasi politicamente delicati.

NEW DELHI, 29. Riesplode la vio-lenza nel Jammu e Kashmir.

Almeno quattro persone sonomorte ieri in scontri a fuoco con leforze di sicurezza indiane nel di-stretto di Skopie, nel sud del setto-re del Kashmir indiano.

Il quotidiano «The Hindu» hariportato le dichiarazioni dell’isp et-tore generale di polizia della regio-ne, Vijay Kumar, secondo il qualeun quinto uomo si è arreso, e cheil gruppo, composto da militantiirregolari, faceva riferimento allaformazione Al Badr.

Le sparatorie sono avvenute du-rante un’operazione di rastrella-mento nel villaggio di Kiloora.

Il sito di notizie online theka-shmirwalla.com denuncia che daalcuni mesi le forze di sicurezza in-diane hanno scelto di non diffon-dere i nomi delle persone uccisenegli scontri a fuoco.

Secondo la rete di associazionidella società civile del Jammu eKashmir (Jammu and KashmirCoalition of Civil Society) e quelladei familiari delle persone scom-parse (Association of Parents ofDisappeared Person), questa nuovapolitica indiana «servirebbe a na-scondere che nelle sparatorie ven-gono coinvolti civili che poi risulta-no scomparsi». Le autorità di NewDelhi hanno smentito questa affer-mazione.

Abitato da quali 13 milioni dipersone, lo Jammu e Kashmir è lostato più settentrionale dell’India.Un anno fa, New Delhi ha abolito

la clausola dell’articolo 370 dellaCostituzione che attribuiva l’auto-nomia speciale alla regione.

La riforma voluta dal Governocentrale ha trasformato il Jammu eKashmir in due in due unità terri-toriali direttamente dipendenti daNuova Delhi. Nelle proteste di unanno fa ci furono numerose vittimecivili e arresti. Una recente riunio-ne informale sul tema, portata alConsiglio di sicurezza dell’O nu,dove il Pakistan può contaresull’appoggio della Cina, si è con-clusa con un nulla di fatto.

R i p re n d o n oi colloqui

in Afghanistan

KABUL, 29. Gli attesi colloqui dipace tra il Governo afghano e i ta-lebani inizieranno a Doha, in Qa-tar, la prossima settimana. Lo haannunciato Abdullah Abdullah, ca-po dell’Alto consiglio per la ricon-ciliazione nazionale afghana, citatodall’agenzia di stampa locale Khaa-ma Press.

I colloqui hanno l’obiettivo dimettere fine al conflitto in Afghani-stan, che si trascina da oltre 18 an-ni. Nelle prime riunioni, si cercheràun’intesa su un cessate il fuoco alivello nazionale. L’inizio dei collo-qui era previsto il mese scorso, maera stato rinviato per una questionelegata al rilascio dei talebani pri-gionieri di Kabul.

Questi colloqui prenderanno ilvia sotto pessimi auspici. Funzio-nari locali della provincia di Kan-dahar hanno reso noto che almeno13 civili sono morti ieri in seguitoall’esplosione di un ordigno piaz-zato lungo una strada nel sud. Inrisposta, le forze di sicurezza han-no attaccato un’avamposto taleba-no nel distretto di Imam Sahib, nelKunduz settentrionale, uccidendoalmeno 31 insorti. Tra le vittime cisono anche quattro leader telabani.Secondo fonti del ministero dellaDifesa di Kabul, il gruppo taleba-no preso di mira stava preparandoun attentato.

ROMA, 29. Tragedia nel Mediterra-neo, mentre continuano gli sbarchia Lampedusa. Almeno un migranteè morto dopo che la nave umanita-ria finanziata dall’artista di stradabritannico Banksy ha effettuato, ie-ri, un’operazione di salvataggio inmare. La nave battente bandiera te-desca «Louise Michel ha assistitoaltre 130 persone, tra cui moltedonne e bambini, e nessuno ci staaiutando», riferisce l’o rg a n i z z a z i o n ein un tweet, lanciando un appelloall’E u ro p a .

«C’è già un morto sulla barca.Abbiamo bisogno di assistenza im-mediata», ha aggiunto l’equipaggiodella Louise Michel, affermando diessere vicina a uno «stato di emer-genza». La nave continua a lanciaresos via Twitter, denunciando una si-tuazione a bordo ormai insostenibi-le e un’Europa che «ignora i nostriappelli di emergenza». L’o rg a n i z z a -zione nel suo ultimo tweet ha rin-novato l’appello: «Ripetiamo — silegge — #LouiseMichel non riesce amanovrare in sicurezza e nessunoviene in nostro aiuto. Le personesoccorse hanno subito un traumaestremo, è ora che vengano portatein un posto sicuro». Nel tweet pre-cedente l’organizzazione aveva spie-gato che il ponte della nave era so-vraffollato. Su una imbarcazione di30 metri — ha riferito — ci sono 219sopravvissuti, 33 si trovano ancorasu una zattera di salvataggio e unapersona è deceduta. Molti dei so-pravvissuti — ha spiegato — hanno

ustioni da carburante, sono in mareda giorni e ora vengono lasciati soliin una zona di ricerca e salvataggio.Intanto, ieri, si sono registrati altritre sbarchi a Lampedusa. In totalesono circa 100 i migranti arrivati

nelle ultime ore, che vanno ad ag-giungersi ai 700 già presentinell’hotspot. «In due giorni ci sonostati circa 40 sbarchi e il silenziodel governo sta diventando insop-portabile» denuncia il sindaco.

Page 3: Stati Uniti: migliaia in marcia per dire no al razzismo per salvare la … · 2020. 8. 29. · Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 L’OSSERVATORE

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 30 agosto 2020 pagina 3

A più di tre settimane dalla terribile esplosione che ha ucciso oltre 200 persone

Unicef: a Beirut trecentomilapersone senza acqua sicura

Mali: l’Ecowas chiedeun governo civile ad interimRazzi da Gaza:

Israele colpiscep ostazionidi Hamas

TEL AV I V, 29. Nella notte scorsanuovi raid aerei israeliani hannocolpito obiettivi legati ad Hamasnel territorio palestinese dopo illancio di razzi e palloni incendia-ri contro il sud dello stato israe-liano.

Su Twitter le forze israelianedenunciano il lancio «da Gaza disei razzi» e aggiungono che «inrisposta la nostra aviazione hacolpito numerosi obiettivi militaridi Hamas» nella Striscia. Traquesti, anche «un sito per la fab-bricazione di armi». In preceden-za le forze armate israeliane ave-vano confermato di aver colpitouna «postazione militare di Ha-mas e un’infrastruttura sotterra-nea» a Gaza dopo il lancio di«palloni esplosivi» da parte di« t e r ro r i s t i » .

Dal canto suo, Hamas ha det-to di ritenere «responsabile Israe-le dell’escalation» su Gaza e«delle sue conseguenze» per ilrialzo della tensione. Il blocco incorso — ha spiegato il portavocedel movimento islamico FawziBarhoum — il peggioramentodella crisi energetica e l’imp edi-mento all’arrivo di beni, combu-stibile e medicinali nella Strisciasono crimini contro l’umanità chenon possono e non debbono es-sere tollerati».

Hamas quindi «non esiterànell’adempimento dei suoi obbli-ghi nazionali nei confronti delnostro popolo e nel proteggerloda questa aggressione». Per que-sto Barhoum ha poi accusatoIsraele di «disprezzo per le per-sone anche alla luce della pande-mia di coronavirus» che in questigiorni ha visto un picco di casi aGaza.

Da segnalare, intanto, che lu-nedì è previsto il primo volocommerciale tra Israele ed Emira-ti Arabi Uniti: è uno degli effettidell’accordo per la normalizza-zione dei rapporti.

BE I R U T, 29. «Sono 300.000 le perso-ne a Beirut che continuano a doveraffrontare la mancanza di accesso adacqua sicura e ai servizi igienici, apiù di tre settimane dall’enormeesplosione che ha devastato la capi-tale libanese. Tra queste, circa100.000 bambini, le cui case sonostate danneggiate o distruttedall’esplosione». Questa la denunciadell’Unicef, il fondo delle NazioniUnite per l’infanzia, che continua aseguire le conseguenze della terribi-le esplosione nella capitale del Liba-no in cui hanno perso la vita oltre200 persone.

«Mentre le infrastrutture idrichepubbliche hanno fortunatamente su-bito solo danni minori e rimangonoper lo più funzionanti, le esplosionihanno aggravato una situazione giàprecaria in termini di accesso all’ac-qua sicura e ai servizi igienico-sani-tari nell’area di Beirut e dintorni,con un numero significativo di ser-batoi d’acqua e di impianti idricinegli edifici danneggiati». La stimadel Fondo rileva «circa 130 edificinell’area colpita completamentescollegati dalla rete idrica principa-le» mentre «i sistemi idrici di oltre500 edifici occupati sono stati dan-neggiati».

Dal momento che «i casi di co-vid-19 continuano ad aumentare»,l’esigenza primaria è quella di «ga-rantire che i bambini e le famiglie lecui vite sono state sconvoltedall’esplosione abbiano accessoall’acqua sicura e ai servizi igienico-sanitari», secondo la rappresentantedell’Unicef per il Libano, YukieMokuo. «Quando le comunità nonhanno accesso a queste necessitàfondamentali, il rischio di malattietrasmesse dall’acqua, così come dicovid-19, può salire alle stelle», haaggiunto.

«L’Unicef e i partner hanno ricol-legato oltre 100 edifici al sistemaidrico pubblico e installato 570 ser-batoi d’acqua nelle abitazioni dan-neggiate su un fabbisogno stimato

di 3.300 serbatoi da sostituire; hainoltre fornito acqua ai primi soc-corritori e ha distribuito più di4.340 kit igienici e 620 kit per bam-bini alle famiglie colpite, e ha assi-curato il trasporto dell’acqua a 20famiglie e a tre centri della CroceRossa libanese» spiegano i rappre-sentanti dell’Unicef, illustrando neldettaglio gli interventi.

Intanto, sul piano politico, da se-gnalare che ieri il Consiglio di sicu-rezza delle Nazioni Unite ha rinno-vato il mandato della missione Uni-fil. Inoltre, sulla crisi libanese è in-tervenuto anche il presidente france-se, Emmanuel Macron, il quale hasottolineato che «se abbandoniamoil Libano, sarà la guerra civile». Nelcorso di un incontro con i giornali-sti, Macron ha detto che una futuraguerra civile in Libano sarebbe «lasconfitta di quella che è l’identitàstessa del Libano».

Per il presidente francese, il Liba-no è «forse una delle ultime formeesistenti di quello in cui noi credia-mo in quella regione, e cioè la coe-sistenza più pacifica possibile dellereligioni, di un modello pluralistache si basa sull’educazione, la cultu-ra, la capacità di fare del commercioin pace». Tutto, per Macron, «ècondizionato in Libano da queste ri-forme indispensabili per arginare lacorruzione e permettere all’econo-mia di funzionare».

Per le presidenziali del 3 novembre

Al via il rush finaletra Trump e Biden

BA M A KO, 29. I leader della Comunità economica degliStati dell’Africa occidentale (Ecowas), riuniti ieri in vi-deoconferenza per un vertice straordinario sul Mali,hanno ribadito la richiesta di un periodo di transizioneguidato da civili che non sia superiore a 12 mesi. Lagiunta militare che ha portato a termine il colpo di Sta-to il 18 agosto, destituendo il presidente Ibrahim Bou-bacar Keita, ceda «immediatamente» i poteri a un go-verno civile ad interim, hanno detto.

Inaugurando i lavori, il capo di Stato nigerino Maha-madou Issoufou — presidente di turno dell’Ecowas — ha

sollecitato l’inizio di consultazioni con la corte costitu-zionale, i partiti e la società civile e sostenuto la necessi-tà di confermare le sanzioni imposte. Issoufou ha chie-sto quindi la nomina di un presidente e di un primoministro che guidino un governo ad interim e lo svolgi-mento entro un anno di elezioni legislative e presiden-ziali. A sostegno dell’Ecowas è intervenuta l’Unione eu-ropea al termine del Gymnich, il Consiglio affari Esteriinformale dell’Ue, a Berlino. È necessaria una «rapidatransizione verso un governo civile», ha sottolineato ilministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.

Togo primo paese africano ad averla debellata

La malattia del sonnomiete ancora vittime

Brasile:governatore di Rio

sosp esoper corruzione

Quattordici morti per il passaggiodell’uragano Laura

WASHINGTON, 29. È salito ad alme-no 14 morti il bilancio delle vittimedel passaggio dell’uragano Laurasulla Louisiana e sul Texas. Lo rife-riscono le autorità locali e sanitarie.Il governatore della Louisiana,John Bel Edwards, ha confermatoche almeno 10 persone hanno persola vita nel suo Stato, di cui cinquea causa del monossido di carbonioprodotto dai generatori portatiliutilizzati all’interno degli edifici acausa della mancanza di elettricità.

Altri 4 sono morti per la cadutadi alberi, mentre un uomo è anne-gato nel naufragio della sua imbar-cazione causato dalla tempesta.Quasi 500 mila case sono senzacorrente elettrica da ieri. Anche inTexas, 3 della 4 vittime sono morteintossicate dal monossido di carbo-nio. Prima di arrivare negli StatiUniti e diventare tempesta tropicalegiovedì scorso, l’uragano Laura ave-

va causato domenica scorsa 31 mortiad Haiti e 4 nella Repubblica do-minicana.

Si teme inoltre che possa verifi-carsi un’impennata dei contagi dacovid-19 a causa della difficoltà dimantenere la giusta distanza nellestrutture di rifugio. Secondo i me-teorologi, inoltre, Laura potrebberiguadagnare forza mentre si spostaverso l’Atlantico e tra sabato e do-menica potrebbe toccare zone den-samente popolate come la Virginia,il Nord Carolina, il Maryland, ilNew Jersey, il Delaware e parte del-la Pennsylvania. Gli esperti hannosottolineato che gli uragani stannodiventando più frequenti e più di-struttivi a causa dei cambiamenticlimatici e in zone come la Louisia-na e il Texas fanno suonare tutti icampanelli d’allarme per la presen-za di decine di stabilimenti petrol-chimici.

Sostegnoall’Ecuador

dall’Fm i

Trump durante il comizio in New Hampshire (Afp)

WASHINGTON, 29. Il Fondo mo-netario internazionale (Fmi) haannunciato un accordo conl’Ecuador per un prestito di 6,5miliardi di euro. L’accordo saràsottoposto al board del Fmi epermetterà di sostenere le politi-che economiche e aiutare la po-polazione a superare la crisi at-tuale. Ad annunciarlo è il diret-tore generale del Fmi KristalinaG e o rg i e v a .

Il presidente dell’Ecuador, Le-nín Moreno, ha definito l’accor-do con l’Fmi «una grande noti-zia» per il paese, che versa ormaida alcuni anni in una profondacrisi economica. L’obiettivo prin-cipale del piano — stando allaEfe — è quello di stabilizzare lefinanze pubbliche e quindi ga-rantire la ripresa dell’economia.

BRASÍLIA, 29. Il governatore dellostato di Rio de Janeiro, WilsonJosé Witzel, è stato sospeso ieridal suo incarico per la presuntapartecipazione a una rete di corru-zione legata all’emergenza sanita-ria. Il giudice Benedito Gonçalvesha stabilito che Witzel sia sospesodal suo incarico per 180 giorni, ac-cusandolo di aver «strutturatoun’organizzazione criminale all’in-terno del governo statale». Tra ireati contestati, contratti irregolariper la costruzione dell’ospedale dacampo accanto allo stadio Mara-caná. L’indagine su corruzione epandemia è però molto più vasta:gli agenti hanno eseguito 17 man-dati di arresto e 72 perquisizioniin sette stati del paese.

A c c o rd otra Washington

e TaipeiTAIPEI, 29. Taipei e Washington siavvicinano al trattato di liberoscambio. «Oggi abbiamo presouna decisione chiave per il futuroallentando le restrizioni sull’im-port di maiale e manzo dagli Usain linea con gli standard interna-zionali», ha annunciato su Twitteril presidente, Tsai Ing-wen, rimuo-vendo uno degli ostacoli ai nego-ziati. «È un altro passo importan-te per rafforzare i collegamenti in-ternazionali e creare un legameeconomico più stretto con gli StatiUniti, nostro partner strategico».

In un tweet, il segretario di Sta-to americano, Mike Pompeo, haaccolto con favore la mossa che —ha scritto — «apre la porta a unacooperazione economica e com-merciale ancora più profonda».

WASHINGTON, 29. Conclusa anchela convention repubblicana (dopoquella dei democratici la scorsa set-timana), i due candidati alla CasaBianca — Donald Trump e JoeBiden — si apprestano ad affrontarela lunga campagna elettorale per ilvoto del 3 novembre.

Il presidente ha iniziato con uncomizio ieri sera in New Hampshi-

re, Stato in bilico, che nel 2016 Hil-lary Clinton gli strappò per meno di3000 voti. Tra oggi e domani andràinvece nel sud del Paese a garantireaiuti economici dopo le devastazionidell’uragano Laura in Texas, dove ètesta a testa con Biden, e inLouisiana, dove invece è in nettovantaggio. Trump ritiene che l’effet-to convention e il ritorno ai comizi

lo aiutino a chiudere il gap nei son-daggi con il rivale democratico, chesi sta già riducendo. Secondo la me-dia di RealClearPolitics, l’ex vice-presidente Biden è avanti del 7,1 percento a livello nazionale e solo del 3per cento negli Stati che hanno con-segnato la vittoria a Trump quattroanni fa. È qui che si gioca la sfidadecisiva, tanto che anche Biden hadeciso di tornare a tenere una seriedi comizi. Nella sua lista ci sonoWisconsin, Minnesota, Pennsylvaniae Arizona, anche questi tutti Stati inbilico. Altro fattore determinante sa-ranno i tre dibattiti televisivi, chepotrebbero spostare migliaia di voti.

Intanto, il team della campagnaelettorale di Joe Biden è riuscita adaggiudicarsi il dominio “Keep Ame-rica Great”, slogan utilizzato da Do-nald Trump all’inizio del confrontoper le presidenziali statunitensi del2020. Secondo il sito Politico, è av-venuto dopo che il team del presi-dente non è riuscito a registrarlo.

La frase, hanno ricordato gli ana-listi politici, è stata pronunciata ri-petutamente da Trump durante leprime fasi della campagna elettoraleper il 3 novembre, e i cappellini conla scritta “Keep America Great” so-no ancora in vendita tra i gadget delnegozio online che sostiene il presi-dente degli Stati Uniti.

di ANNA LISA ANTONUCCI

La malattia del sonno o Tripa-nosomiasi africana umanacontinua a mietere vittime in

37 paesi dell’Africa subshariana. Lodenuncia l’Organizzazione mondia-le della sanità (Oms) che ha appe-na certificato l’estinzione della ma-lattia in Togo, il primo paese africa-no ad averla debellata.

«Il Togo è stato un pionierenell’eliminazione della malattia delsonno — ha dichiarato MatshidisoMoeti, direttrice regionale dell’O msper l’Africa — sono fiduciosa che glisforzi del paese ispireranno gli altria far avanzare l’eradicazione defini-tiva della malattia».

La Tripanosomiasi africana uma-na, malattia parassitaria provocatada protozoi appartenenti al genereTrypanosoma, trasmessi all’uomodalla puntura della mosca tse-tseinfettata da esseri umani o da ani-mali portatori del parassita, se nontrattata è quasi sempre fatale, e inAfrica si stima minacci 60 milionidi persone. In media ogni anno so-no 50-70 mila gli infettati e secondole ultime stime nel 2008 i morti do-vuti a questa infezione sono stati 48mila.

La malattia, che deve il suo cu-rioso nome ai tipici sintomi che si

manifestano dopo l’infezione, letar-gia, apatia, incapacità di alzarsi e dialimentarsi da soli, è diffusa tra lepopolazioni rurali che si dedicanoall’agricoltura, alla pesca, all’alleva-mento o alla caccia e sono le piùesposte alle mosche tse-tse. La mo-bilità delle popolazioni, la guerra ela povertà costituiscono inoltre im-portanti fattori che facilitano la tra-smissione.

Il Togo ha presentato la sua pri-ma domanda di certificazionedell’eliminazione del mal di sonnonel 2018. Un team di espertidell’Oms ha esaminato i dati, haformulato raccomandazioni e ha ri-chiesto una revisione da parte delpaese prima di dare la sua approva-zione.

Ma questo risultato del Togo ar-riva dopo più di due decenni di im-pegno politico sostenuto, sorve-glianza e individuazione dei casi.Dal 2000, i funzionari della sanitàpubblica del paese hanno messo inatto misure di controllo.

Nel 2011, il paese ha istituito sitidi sorveglianza negli ospedali dellecittà di Mango e Tchamba, che co-prono le principali aree a rischio dimalattia. «Da allora, i funzionaridella sanità pubblica hanno mante-nuto una maggiore sorveglianzadella malattia nelle aree endemichee a rischio», ha sottolineato l’O ms.

Inoltre, una collaborazione glo-bale guidata dall’Agenzia delle Na-zioni Unite ha sostenuto questisforzi, facilitando la donazione dimedicinali e risorse da parte delleaziende farmaceutiche. Ciò ha con-tribuito a sostenere l’azione di pre-venzione e cura delle autorità localie a garantire la continua disponibi-lità degli strumenti necessari percombattere la malattia.

L’Oms ricorda che ci sono dueforme di malattia del sonno. La pri-ma “Trypanosoma brucei gambien-se”, è presente in 24 paesi dell’Afri-ca occidentale e centrale e rappre-senta oltre il 98 per cento dei casi.La seconda, “Trypanosoma bruceirho desiense”, è presente in 13 paesidell’Africa orientale e meridionale erappresenta il resto dei casi.

L’obiettivo delle Nazioni Unite èquello di eliminare la forma “gam-biana” della malattia come proble-ma di salute pubblica in tutti i pae-si endemici entro il 2030. Intantosono cinque i paesi africani ad averiniziato il processo di convalidadell’eradicazione della malattia: ilBenin, il Burkina Faso, il Camerun,la Costa d’Avorio e il Ghana.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 domenica 30 agosto 2020

La visita di Hitler a Roma, Napoli e Firenze dal 3 al 9 maggio 1938

Scontro frontaletra Pio XI e Mussolini

«Sua Santità si domandase l’apoteosi spinta a tali eccessidi un nemico così confessatodella Chiesa cattolicae della religione di Cristonon sia contraria anche all’articolo unodel Concordatononché al buon senso»

Il racconto del tenore Marco Voleri che dopo aver scoperto di essere affetto da sclerosi multipla ha iniziato una nuova vita

Una giornata particolare

Marco e la moglie Giulia giocano con il figlio Andrea

di SERGIO VALZANIA

Alle prese, in coppia con Roberto Man-cini, con il viaggio in Italia compiutoda Hitler nel maggio 1938, FrancoCardini non si lascia scappare l’o cca-sione per una riflessione a tutto tondo

sul fascismo e sui rapporti che esso ebbe con ilnazismo, sia ideologici che politici e diplomatici.Innanzi tutti gli autori di Hitler in Italia, dal Wa-kalla al Ponte Vecchio, maggio 1938 (Bologna, IlMulino, 2020, pagine 256, euro 22), riflettono suidiversi utilizzi che vengono fatti del termine fasci-sta in ambiti che sarebbe opportuno manteneredistinti, come la ricerca storica e la contesa politi-ca. Quanto può essere concesso nella seconda de-ve essere evitato nella prima, analizzando con at-tenzione le diverse esperienze di regimi di destra,non tutti assimilabili al ventennio italiano.

Una cura particolare è rivolta a distinguere gliautoritarismi volti alla compressione e alla demo-bilitazione delle masse, in sostanza regimi di poli-zia, da quelli invece indirizzati proprio alla mobi-litazione delle masse e alla conquista del consen-so. Lo storico fiorentino e il coautore dichiaranodi condividere l’opinione di Renzo De Felice, cheha analizzato il fascismo italiano nel periodo 1919-1945, definendolo «fascismo storico», per delimi-tare non solo l’intento ma anche l’ambito del purmonumentale lavoro svolto. Cardini e Mancini la-mentano poi la scarsa attenzione degli studiosiitaliani per le ricerche condotte fuori dal nostropaese sul fascismo e in genere sui movimenti poli-tici di destra del Novecento, che contengono sti-moli e contributi di notevole interesse.

La visita di Hitler a Roma, Napoli e Firenzedal 3 al 9 maggio 1938, a un anno e quattro mesidallo scoppio della seconda guerra mondiale, co-stituisce una occasione per cogliere prossimità edifferenze tra fascismo e nazismo e per considera-re i percorsi, non necessariamente convergenti,

che portarono al disastro dell’intero continente edi altre regioni del mondo.

Senza tentare di riassumere i moltissimi spuntiche il libro offre, è opportuno sottolineare comegli autori collochino nella giusta evidenza la posi-zione di totale contrasto con quella del governoitaliano, molto ospitale nei confronti del cancellie-re tedesco, espressa nell’occasione da Pio XI e ri-badita dal cardinale Elia Dalla Costa.

Il viaggio ufficiale di un capo di Stato a Roma,oltre alle manifestazioni e agli incontri di caratterecivile con Vittorio Emanuele III re d’Italia e conMussolini capo del governo, si immaginava com-prendesse anche un’udienza pontificia privata e lavisita ai maggiori edifici sacri della cristianità. Ciònel contesto politico della soluzione della questio-ne romana, raggiunta nove anni prima, l’11 feb-

braio 1929, grazie alla firma del Concordato e deiPatti Lateranensi tra Vaticano e Regno d’Italia eanche di quanto accadeva in Spagna, dove laguerra civile scoppiata nel 1936 vedeva Italia eGermania sostenere il fronte nazionalista, al qualeaderiva la grande maggioranza dei cattolici iberi-ci, contro i repubblicani appoggiati, pur se conminor convinzione, da Urss, Francia e Inghilter-ra.

Pio XI, che pure era stato l’artefice dell’a c c o rd otra Vaticano e l’Italia già governata dai fascisti, ri-fiutò in maniera assoluta di concedere udienza aHitler, non gli permise di accedere agli edifici sa-cri di proprietà del nuovo Stato Vaticano, proibìche le case religiose venissero addobbate e imban-dierate per salutare il passaggio del cancelliere te-desco e chiese espressamente che nel corso dellasua visita alla città non se ne prevedesse il passag-gio da via della Conciliazione o dai dintorni diSan Pietro.

Alla notizia della previsione di una visita di Hi-tler a Roma, Pio XI aveva subito inviato una lette-ra di protesta a Mussolini, nella quale scriveva tral’altro «Sua Santità si domanda se l’apoteosi spin-ta a tali eccessi di un nemico così confessato dellaChiesa cattolica e della religione di Cristo non siacontraria anche all’articolo uno del Concordatononché al buon senso».

A nulla valsero gli sforzi profusi dalla diploma-zia italiana e l’interessamento di padre Pietro Tar-chi Venturi, influente collegamento personale traMussolini e il Vaticano, perché il Pontefice modi-ficasse la sua posizione: durante la permanenza diHitler a Roma tutti i luoghi di culto rimaserosbarrati, con l’unica eccezione del Pantheon, tem-pio funerario della famiglia reale. Nessun cardina-le, nessun vescovo, neppure il nunzio in Italia,che era il decano del corpo diplomatico, parteci-pò alle occasioni di festeggiamento organizzateper l’ospite tedesco. Le indicazioni del Ponteficein relazione alla «venuta in Italia del Cancellieredel Reich, signor A. Hitler» erano state esplicite:

Nessun cardinale, nessun vescovoneppure il nunzio in Italiache era il decano del corpo diplomaticopartecipò alle occasioni di festeggiamentoorganizzate per l’ospite tedesco

«gli eccellentissimi vescovi riceveranno inviti a ce-rimonie in suo onore; il Santo Padre desidera chesi astengano dall’accettarli vista la persecuzionereligiosa in Germania».

Atteggiamento altrettanto rigoroso fu mantenu-to dal cardinale Elia Dalla Costa a Firenze. Nep-pure lì venne concesso a Hitler l’accesso agli edi-fici sacri e le visite al Duomo e a Santa Croce fu-rono cancellate dal programma iniziale. Solo l’esi-stenza di una cripta dedicata ai martiri fascisti co-strinse in cardinale a concedere al cancelliere te-desco di entrare in Santa Croce da un passaggiosecondario, senza effettuare la visita dell’i n t e roedificio. Dalla Costa fu molto chiaro nell’esplici-tare i motivi delle sue decisioni, già nel febbraioin una lettera pastorale dichiarava «affatto contra-rie alla dottrina della Chiesa le teorie di coloroche a Dio sostituiscono la stirpe, lo Stato o qual-sivoglia ideologia politica e pretendono che l’indi-viduo, la famiglia, e persino la Chiesa debbanoservire queste pretese deità».

Pio XI si spense il 10 febbraio 1939. Il 2 marzofu eletto Papa Eugenio Pacelli, che prese il nomedi Pio XII, fu lui a condannare l’aggressione tede-sca alla Polonia del primo settembre 1939, con laquale scoppiò la seconda guerra mondiale. Pochigiorni prima aveva pronunciato la frase profetica«Nulla è perduto con la pace; tutto può essereperduto con la guerra», parole che non furonoascoltate in Europa, in Italia si rifiutarono di farloMussolini e Vittorio Emanuele III, precipitandoanche l’Italia nel conflitto il 10 giugno 1940.

«Quando parlo del primo confrontocon la mia malattiaracconto sempre del giornoin cui tolsi le infraditocon cui sarei andato al mareper entrare dentro un ospedale»

PUNTI DI RESISTENZA

di MARINA TOMARRO

«19 luglio 2006. Svegliadopo una serata passa-ta all’anfiteatro di Fie-sole. C’era GianniSchicchi, un’opera di

Puccini, il mio compositore preferito.Apro gli occhi, l’aria che si respira sem-bra uscita da un phon. Mi alzo, un ca-pogiro. Ricado sul letto. Mi tocco lamano destra, un formicolio incredibile.Gamba destra, lo stesso. Parte destra delviso, idem. Lì finisce la mia prima vita einizia la seconda».

Inizia così il libro Sintomi di Felicità incui il tenore livornese Marco Voleri rac-conta in che modo la scoperta di averela sclerosi multipla sia diventata l’iniziodi una seconda vita, come la definiscelui stesso, perché da quel momento nul-la sarebbe stato come prima. «Quandoparlo dei primi giorni in cui mi sonodovuto confrontare con la mia malattia –spiega il tenore – racconto sempre chequel giorno, dopo quel risveglio così do-loroso, tolsi le infradito con cui sarei an-dato al mare, per entrare dentro unospedale e fare una risonanza magneticache avrebbe cambiato la mia vita». Mar-co in quegli anni infatti si era diplomatoin canto lirico al conservatorio Verdi diMilano e da lì stava muovendo i primipassi nel mondo della lirica. «Questovoleva dire – continua Voleri – che quel-lo che mi stava capitando era totalmenteinconciliabile con la vita che facevo. In-fatti, come tutti coloro che fanno il miomestiere, ero continuamente in viaggio enon era raro trovarsi un giorno in uncontinente per poi svegliarsi, quello suc-cessivo, in un altro». Una vita affasci-nante ma che, almeno in apparenza, nonpoteva essere conciliata con quella pato-logia.

«La sclerosi multipla – chiarisce Mar-co – ha tra gli effetti indesiderati la stan-chezza, l’instabilità e molto altro. Nonsai mai come ti sveglierai la mattina se-guente. Cosa sarebbe accaduto se mifossi sentito male alla vigilia di unospettacolo? Nessuno avrebbe avuto piùfiducia in me». Così il tenore per pauradi essere messo da parte decide di na-scondere la malattia. «Una delle partico-larità della lirica e del teatro in genere –continua Marco – è che ti consente di

interpretare personaggi con sentimentidifferenti. Ad esempio, se nella vita realemagari stai passando un momento pocofelice, ti può capitare di dover interpre-tare un personaggio gioioso o magari ilcontrario, e devi adattarti all’umore cu-po che ti viene richiesto. Non sempre èfacile naturalmente, però questa cosa nelperiodo in cui avevo deciso di non rac-contare quasi a nessuno ciò che vivevo,mi ha in qualche modo aiutato, anche sepoi stava diventando sempre più com-plicato».

Tutto questo fino all’incontro che glicambia ancora una volta il corso dellavita. Marco è a Milano per uno spetta-colo. Canta e alla fine della sua esibizio-ne conosce Arnoldo Mosca Mondadori,il quale gli dice che la sua è una voce diun’anima che ha qualcosa di importanteda raccontare. «All’inizio quelle parolemi hanno lasciato sorpreso – spiega Vo-leri - abbiamo iniziato a parlare e ad uncerto punto gli ho raccontato quello chevivevo, la mia malattia. Lui mi ha sorri-so e mi ha detto che sapeva che c’eraqualcosa di particolare nel mio canto».Da quell’incontro nasce l’idea di un li-bro dove Marco decide di uscire alloscoperto e raccontare il suo percorso,per aiutare anche gli altri a capire che sipuò essere felici oltre la malattia.

Tokyo. Dopo qualche anno diventa suamoglie e nel 2015 nasce Andrea. «La na-scita di mio figlio è avvenuta in una si-tuazione eccezionale – racconta emozio-nato Marco – ero a Torino per cantaredavanti a Papa Francesco. Quando hoterminato, ho avuto l’onore di salutare ilPontefice, al quale ho dato la bella noti-

zia e lui mi ha benedetto, dicendosi feli-cissimo per noi!».

“Sintomi di felicità” nel 2013 diventaanche un’associazione, che produce unospettacolo fatto di testimonianze e musi-ca. In questi anni ha viaggiato non soloin Italia, ma anche in Spagna, Grecia,Cina, Stati Uniti e Giappone. «È statoun crescendo di emozioni, come nellamusica – spiega il tenore – abbiamoportato la mia storia da New York a To-kyo, in Italia abbiamo girato tutto lo sti-vale. Mi hanno accompagnato in questoviaggio tanti amici del mondo della liri-ca e dello spettacolo: dal soprano Ma-riella Devia a Jessica Pratt, dal tenoreFabio Armiliato al maestro Peppe Ves-sicchio, con il quale l’anno scorso abbia-mo fatto due tappe al teatro Bellini diCatania e a Firenze. E poi ancora Mi-chele La Ginestra, Amanda Sandrelli,Michele Mirabella, l’atleta paralimpicaGiusy Versace e molti altri artisti e per-sonaggi dello spettacolo che hanno vo-luto contribuire. Abbiamo avuto l’o n o redi avere ospite anche il cardinale Loren-zo Baldisseri, che ha suonato in un con-certo a Roma».

Proprio in questi giorni il maestro Vo-leri sta lavorando su una nuova sfida: ilFestival internazionale Pietro Mascagnidi Livorno, di cui è stato nominato di-rettore artistico. L’evento, che inizierà ilprossimo 2 agosto, promosso dall’ammi-nistrazione comunale di Livorno insiemealla Fondazione Teatro Città di Livorno“Carlo Goldoni” è dedicato al grandecompositore, nato nella città toscana,nell’anniversario del 130° della primarappresentazione del suo capolavoro Ca-valleria rusticana. «Dedicare un Festivala Mascagni, musicista eclettico e sopraf-fino, - spiega il tenore - è un’op erazioneculturale che si deve all’Italia e al mon-do intero, nella consapevolezza che lacultura deve essere al servizio della so-cietà e farsi strumento di diffusione, co-noscenza e confronto». Momento cen-trale del Festival sarà il concerto di Galache si terrà venerdì 11 settembre nellasplendida cornice della Terrazza Masca-gni, con l’Orchestra della Toscana diret-ta da Beatrice Venezi, e l’attore LucaZingaretti, che racconterà momenti ispi-rati ai personaggi delle opere mascagna-ne e dei suoi contemporanei su testi diMichele Santeramo.

Grazie a Sintomi di felicità nella vita diMarco arriva anche Giulia, sua moglie.«Ci siamo conosciuti a Tivoli duranteun convegno Aism – ricorda – lei era in-vitata dalla sezione della nostra città e ioero uno degli ospiti d’onore». Giulia –anche lei con sclerosi multipla – è il ca-pitano della squadra nazionale di sittingvolley, qualificata alle Paraolimpiadi di

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L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 30 agosto 2020 pagina 5

In libreria «Le Nemee» di Pindaro a conclusione della nuova edizione integrale degli «Epinici»

Momenti di gloria

A momenti di elevata ispirazionefanno riscontro passaggi opachi, di «stile basso»Traspare dunque un Pindaro «minore»più artigiano che artista, che non è in contrastocon il Pindaro «maggiore», ma è al suo servizio

Quando lo statista inglese attaccò (a torto) il «Daily Herald»

Winston Churchill e le fake news

Giuseppe Sciuti, «Pindaro esaltaun vincitore nei giochi olimpici» (1872)

Ci sono voluti trentotto annidi strenuo impegno specialisticoper condurre in porto un progettoriguardante uno dei capolavori più arduidell’antica letteratura greca

di MARCO BECK

Trentotto anni di strenuoimpegno specialistico so-no occorsi, per l’équip edi studiosi coordinatidalla Fondazione Loren-

zo Valla in partnership con l’e d i t o reMondadori, al fine di condurre inporto il progetto di una nuova edi-zione integrale degli Epinici di Pin-daro, capolavoro tra i più ardui e af-fascinanti dell’antica letteratura gre-ca. Le asperità filologiche insite nel-lo stabilire criticamente, tradurre, in-terpretare, chiosare testi la cui com-plessità rasenta talora l’indecifrabili-tà, oltre alle difficoltà connesse allafase redazionale, giustificano ampia-mente questa eccezionale dilatazionecronologica. Di fatto, la progressivaattuazione del “piano dell’op era”,abbracciante i quattro elementi costi-tutivi della tetrade pindarica, non haricalcato l’ordine canonico — Olimpi-che, Pitiche, Nemee, Istmiche — corri-spondente alla scansione tramandatadai principali manoscritti, tra i qualispicca il codice Vaticano greco 1312.Il “v a ro ” all’interno dell’ancor giova-ne collana Scrittori greci e latini coin-cise, nel lontano 1982, con la pubbli-cazione delle Istmiche a cura di G.Aurelio Privitera. Seguirono, nel1995, le Pitiche, per la cui curatelal’eminente grecista Bruno Gentili siavvalse della collaborazione di PaolaBernardini, Ettore Cingano e PietroGiannini. Per vedere pubblicate le

rato oracolo di Apollo Pizio. Svol-gendosi nei dintorni del tempio diZeus a Nemea, in una vallata bosco-sa dell'Argolide (Peloponneso orien-tale), le competizioni nemee esercita-vano un richiamo limitato, in sostan-za regionale. Questa condizioned’inferiorità si riflette nel minor nu-

coreutico (mediante particolari movi-menti di danza). Occasioni e temati-che dell’attività poetica di Pindarospaziavano su un’estesa, variegata eoggi purtroppo in gran parte irrecu-perabile tastiera. La sua poliedricacreatività si riversò nella monumen-tale edizione allestita dal filologoalessandrino Aristofane di Bisanzio:17 libri, comprendenti inni, peani,ditirambi, encomi, t h re n o i funebri e,nello specifico, quegli epinici che laselezione operata dal filtro della ci-viltà bizantina salvò dal naufragio,lasciando però inabissarsi tutta la re-stante produzione, polverizzata inappena 350 frammenti, di cui circa140 papiracei.

Carmina non dant panem: il vec-chio adagio, applicabile a qualunquealunno odierno delle Muse, trovanel caso di Pindaro (e dei suoi “riva-li” Simonide e Bacchilide, nonché dialtri simili “p ro f e s s i o n i s t i ” itineranti)una vistosa eccezione. L’encomiastadei vincitori panellenici componevale sue odi ad esaltazione delle loroimprese accettando — previa, si sup-pone, una verifica di congenialità in-tellettuale — remunerative commit-tenze. Di qui l’accusa o il sospetto,emersi più spesso in un’antichità in-vidiosa che non in epoche recenti, divenalità e cortigianeria: insinuazioniche Ugo Foscolo smantellò con unalezione di eloquenza a Pavia, nel1809 (ironia della sorte: malgradoun’intensa operosità letteraria, il di-fensore del “ricco” Pindaro morì aLondra, nel 1827, in penosa indigen-

za). Del resto, perché scandalizzarsiper il fatto che l’esercizio della liricacorale fruttava in Grecia cospicuiemolumenti? Il poeta concepiva eredigeva il proprio testo, inquadratoin rigorose strutture metriche, su mi-sura tanto del festeggiato quantodella città o comunità di apparte-nenza, la quale vedeva riecheggiarein tutta l’Ellade la fama delle sueorigini, tradizioni, relazioni sociali.All’autore competevano anche lapreparazione del coro e la cura dellaperformance in ogni sua sfaccettatu-ra, di fronte a un pubblico colto edesigente formato da compatrioti deltrionfatore di turno: un autenticotour de force. Quale mai presuntavenalità, dunque? I compensi riscos-si da Pindaro equivalevano ai dirittid’autore incassati, ai giorni nostri,da scrittori di successo in seguito al-la pubblicazione di romanzi o saggi(non certo libri di poesia!) ad alta ti-ratura.

Non meno scorretto sarebbe defi-nire “cortigiano” quel «cigno dir-ceo» al quale Orazio consacròun’ode, la IV 2, che si risolve in unpanegirico. Chiarificatore può rive-larsi un confronto proprio con il mo-dello oraziano. Come il Venosinoseppe assicurare al suo otium c re a t i -vo un adeguato sostegno economicoaderendo al circolo culturale del mu-nifico Mecenate e assecondando construmenti letterari la politica impe-riale di Ottaviano-Augusto, così ilTebano riuscì a conquistare la stimae l’ospitalità generosa di potenti per-

sonaggi del macrocosmo ellenico, re-duci da vittoriose partecipazioni adagoni panellenici (in primis i tirannidi Siracusa e Agrigento, Ierone e Te-rone), grazie alle qualità eccelse, alleinimitabili peculiarità, allerisonanze promozio-nali della sua voce

te come le Olimpiche I e VII o l’Istmi-ca VIII, fanno riscontro non pochipassaggi opachi, faticosi, se non ad-dirittura di “stile basso”: «dati reali-stici di vita quotidiana, espressionidi saggezza popolare, vocaboli e co-struzioni dell'uso prosastico» (M.Cannatà Fera). Traspare dunque infiligrana un Pindaro “m i n o re ”, piùartigiano che artista, non in contra-sto con il Pindaro “m a g g i o re ” mapiuttosto al suo servizio, nel senso diallentare la tensione e concederepause di respiro al lettore/ascoltato-re, così da fargli meglio apprezzare,al di sopra di queste ombre, glisprazzi di luce sublimante.

Esaminiamo ad esempio la primadelle Nemee, fonte d’ispirazione perGabriele d’Annunzio. Dopo aver so-stato ad ammirare la strabiliante ar-chitettura formale impostata sulloschema triadico strofe-antistrofe-epo-do, osserviamo, addentrandoci nellalettura, come la grandiosità delledue sezioni mitiche — all’inizio l'e-saltazione della Sicilia beneficata daZeus, alla fine l’evocazione dellaprodezza di Eracle capace ancora inculla di strozzare due serpenti e de-stinato infine all’immortalità — sismorzi nella parte centrale, dove sitratteggia in chiave autobiografica ilrapporto tra l’etneo Cromio, «vinci-

tore coi cavalli» a Nemea, e ilsuo cantore, invitato a

partecipare a «undegno convito».

fondamentali Olimpiche, a cura dellostesso Gentili affiancato da CarmineCatenacci, Pietro Giannini e LianaLomiento, si dovette attendere finoal 2013. Finalmente, a coronamentodi così plurime e pregevoli fatiche,ecco giungere in libreria, nel maggiodi questo travagliato 2020, Le Nemee,curate con acribia da Maria CannatàFera (Milano, Valla/Mondadori, pa-gine lxxx-608, euro 50).

Come i giochi istmici, che si cele-bravano a Corinto in onore di Posi-done, anche gli agoni nemei avevanocadenza biennale e neppure essi go-devano dello stesso prestigio di cuierano ammantati quelli quadriennalidi Olimpia, legati a un popolare cul-to di Zeus, e di Delfi, sede del vene-

mero di epinici dedicati ad atleti vit-toriosi in quelle gare: 11, a frontedelle 14 Olimpiche e delle 12 Pitiche.Si consideri inoltre che, aggiunte inappendice alla raccolta da grammati-ci di età ellenistica, le Nemee IX, X eXI si riferiscono a eventi, due sporti-vi e uno civile, estranei all'ambienta-zione nemea.

Nato intorno al 518 a.C. a Cinoce-fale, presso Tebe, in Beozia, forma-tosi culturalmente ad Atene, Pindarosi era ben presto perfezionato nellanobile arte della lirica corale: un ge-nere di carattere celebrativo e di de-stinazione comunitaria, imperniatosull’interazione fra la recitazione ver-bale-melodica e l’accompagnamentosia musicale (con lira o flauto) sia

lirica. A rendere ambite, e quindiredditizie, le sue prestazioni concor-revano svariati elementi: il radica-mento nel sistema valoriale delle an-tiche aristocrazie, non privo tuttaviadi aperture verso la transizione di al-cune poleis da oligarchie a regimi de-mocratici; la salda tempra etica e ci-vile della sua We l t a n s c h a u u n g ; la pro-fonda religiosità in dialogo col divi-no; la duttilità nella gestione seletti-va del patrimonio mitologico, com-misurato alle contingenze dell’attua-lità e alle aspettative dei committen-ti; la maestosità e luminosità di unostile visionario, trapunto di immagi-ni folgoranti e carico di dinamismo

Rispetto al volare alto del dupliceregistro mitico («Respiro sacro d’Al-feo, / germoglio di Siracusa gloriosa,Ortigia...»; «Io a Eracle / volentierimi volgo / tra grandi vette di vir-tù...») subiscono un abbassamentodi tono anche le tre gnomai interme-die, la prima delle quali enuncia ilfondamento concettuale sotteso adogni epinicio con una formulazionefin troppo scarna, al limite dell’ov-vietà: «È nel successo / il verticedella gloria: e grandi imprese / laMusa ama ricordare».

Ignora invece flessioni tematiche ostilistiche, non infrequenti altrove, lasplendida Nemea X, che pure mira a

per effetto di ellissiespressive, spiazzantisconnessioni logiche (iproverbiali “voli pin-darici”) e balenantisentenze di sapore sa-pienziale, le gnomai.

Sotto il profilo este-tico la sublimità è, perquasi unanime consen-so dei posteri, la cifradistintiva della poesiapindarica. Il primo ad elevarla aquesto livello di assoluta eccellenzafu, intorno al I secolo d.C., l’anoni-mo autore di un singolare trattato dicritica letteraria intitolato per l’ap-punto Sul sublime (in greco perì hyp-sous). Non senza, peraltro, qualcheriserva. Scrive infatti l’Anonimo:«Pindaro e Sofocle, che nel loro tra-sporto creativo infiammano ogni co-sa, pure molte volte, contro ogni at-tesa, si spengono e cadono misera-mente». In effetti, anche lungo iltracciato delle Nemee, a momenti dielevata ispirazione, accostabili acomponimenti dal fascino abbaglian-

incoronare un oscuro lottatore, oltre-tutto vittorioso in giochi di seconda-ria importanza, le Eree di Argo. Lavera, “sublime” vittoria cantata daPindaro con maestria al tempo stes-so poetica e narrativa non è, infatti,quella dell’argivo Teeo, ma quellaconseguita dal Dioscuro immortale,Polideuce, che per amore del Dio-scuro mortale Castore, ucciso incombattimento, ottenne da Zeus unprivilegio inaudito: restare unito alfratello, potendo trascorrere insiemea lui, alternativamente, un giornonella beatitudine dell’Olimpo e ungiorno fra le tenebre degl’Inferi.

Busto di Pindaro

La foto pubblicata sul «Daily Herald» il 4 giugno 1929

Non è certo un mistero che WinstonChurchill non vedesse di buon occhioil giornalismo e i giornalisti rei,a suo avviso, di «inventarsi» le notizienegative a danno dell’immaginedei politici e di «far finta di non vedere»i loro eventuali meriti.Salvo poi ricorrere alla carta stampataper diffondere in modo più vastoe capillare il suo verbo politico,soprattutto in tempo di guerra.Ora un libro appena uscitonel Regno Unito, Winston Churchill.A Life in the News (Oxford, OxfordUniversity Press, 2020,pagine 352, sterline 30) del professorRichiard Toye dell’Università di Exeter,rilancia la polemica, e i toni accesiad essa legati, tra lo statista britannicoe la stampa nazionale,ponendo l’accento su un aspettoche risuona quanto mai attuale:ovvero, le fake news o presunte tali, chegià allora, evidentemente, si sospettavacircolassero in abbondanza eimpunemente.Il libro, a tale proposito, richiamal’episodio legato a una fotografiapubblicata su una paginadel Daily Herald il 4 giugno 1929,la quale mostra Churchill,a Downing Street, che ha sotto il braccioun libro dal titolo, chiaramente visibile,Wa r . La didascalia, posta a corredo,afferma che la guerra è «uno dei temifavoriti» da Churchill.Questi, dopo aver visto la foto, il modoin cui era stata confezionata e aver

subodorato le implicazioni che suggeriva,andò su tutte le furie e ordinòal suo segretario privato, Edward Marsh,di scrivere una missiva all’editore delDaily Herald, William Mellor,in cui avrebbe espresso il suo piùprofondo disappunto.Come risposta, il Daily Herald si rivolseal Morning Post (tra l’altro suo rivale),con il quale in passato il giovaneChurchill aveva collaboratocome corrispondente. Gli espertidel Morning Post — riferisceRichiard Toye — esaminarono la fotoe concordarono all’unanimitàche dall’attento vaglio non era emersonulla che potesse far dubitaredella «perfetta genuinità» del controversoscatto. Tra l’altro anche altri giornaliavevano pubblicato la foto,sebbene la scritta Wa rnon comparisse con altrettanta chiarezza.In seguito, racconta l’autore, Churchillmancò di scusarsi per l’attacco, dunqueinfondato, che aveva scagliato contro ilDaily Herald, limitandosi a definirsi«confortato» dal fatto che la fotografianon era stata manomessa. L’e d i t o reMellor non fu affatto soddisfatto diquesto atteggiamento e chiese a Churchilldi porgere le scuse ufficiali, che luideclinò di fare. Allora il Daily Herald,per avere l’ultima parola in quella spinosadiatriba pubblicò una vignetta, carica diironia, in cui Churchill veniva raffiguratocon in mano un altro libro intitolato Th eManners of Gentleman. Verrebbe dar direintelligenti pauca. (gabriele nicolò)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 domenica 30 agosto 2020

Sull’elaborazione di una teodicea non razionale

Alla ricercadel Dio nascosto

Non dare la colpa ma aiutarsi a vicendaMessaggio della Chiesa ortodossa russa sulla pandemia di coronavirus

Simposi rosminiani

«Una teodicea “intuitiva”»: è questo il titolo dello stralcio, chepubblichiamo, della lezione «La teodicea ieri e oggi. La banaletragicità del male», tenuta in videoconferenza da Giuseppe Lorizio,docente di teologia fondamentale alla Pontificia universitàlateranense, nell’ambito del ciclo di simposi on line dedicati allaTeodicea di Antonio Rosmini che si sono conclusi il 28 agosto. Inquesta relazione Lorizio affronta il tema del rapporto del tragico conil divino, di come quel Dio lontano che sembra rimanere in silenziopossa percepirsi con l’intuizione intellettuale, elaborando trerappresentazioni: “il Dio spettatore”, “il Dio nascosto” e “il Diopaziente” e sofferente, immagine che dà luogo al superamento diuna visione della teodicea come permissione del male da partedell’Onnipotente. Un contributo che aiuti a dare una rispostaumana e cristiana a quanti si vanno interrogando oggi sull’originedel male.

Mazegi, «La Passione di Cristo»

geopolitiche e dell’“autonomiadell’economia” — di adottare le deci-sioni corrette per la protezione delcreato e coltivano invece l’illusioneche la pretesa “distruzione ecologicaglobale” sia una fabbricazione ideolo-gica dei movimenti ecologici e chel’ambiente naturale abbia il potere dirinnovarsi. Tuttavia la domanda cru-ciale rimane: per quanto tempo la na-tura sopporterà le discussioni e le con-sultazioni infruttuose, nonché ogni ul-teriore ritardo nell’assumere azioni de-cisive per la sua p ro t e z i o n e ?

Il fatto che, durante il periodo del-la pandemia del nuovo coronavirus-covid-19, con le restrizioni obbligato-rie alla circolazione, la chiusura dellefabbriche e la diminuzione dell’attivi-tà e della produzione industriale, ab-biamo osservato una riduzione dell’in-quinamento e del suo peso sull’atmo-sfera, ha dimostrato la natura antro-pogenica della crisi ecologica contem-poranea. Ancora una volta è parsoevidente che l’industria, i mezzi ditrasporto contemporanei, l’automobilee l’aereo, la priorità non negoziabiledegli indicatori economici e così via,hanno un impatto negativo sull’equili-brio ambientale e che un cambiamen-to di direzione verso un’economiaecologica costituisce una ferma neces-sità. Non esiste un vero progressofondato sulla distruzione dell’ambien-te naturale. È inconcepibile che siadottino decisioni economiche senzatener conto anche delle loro conse-guenze ecologiche. Lo sviluppo eco-nomico non può rimanere un incuboper l’ecologia. Siamo certi che esistauna via alternativa di struttura e svi-luppo economico oltre all’economi-smo e all’orientamento dell’attivitàeconomica verso la massimizzazionedel profitto.

Il futuro dell’umanità non è l’homoœconomicus. Il patriarcato ecumenico,che negli ultimi decenni è stato pio-niere nel campo della protezione delcreato, continuerà le sue iniziativeecologiche, l’organizzazione di confe-renze ecologiche, la mobilitazione deisuoi fedeli e soprattutto dei giovani,la promozione della protezionedell’ambiente come soggetto fonda-mentale per il dialogo interreligioso ele iniziative comuni delle religioni, icontatti con i leader politici e le istitu-zioni, la cooperazione con le organiz-zazioni ambientaliste e i movimentiecologici. È evidente che la collabora-zione per la tutela dell’ambiente creaulteriori vie di comunicazione e possi-bilità di nuove azioni comuni.

Ripetiamo che le attività ambientalidel patriarcato ecumenico sonoun’estensione della sua autocoscienzaecclesiologica e non costituiscono unasemplice reazione circostanziale a unnuovo fenomeno. La vita stessa dellaChiesa è un’ecologia applicata. I sa-cramenti della Chiesa, tutta la sua vitadi culto, il suo ascetismo e la vita co-munitaria, la vita quotidiana dei suoifedeli, esprimono e generano il piùprofondo rispetto per il creato. Lasensibilità ecologica dell’orto dossianon è stata creata ma è emersa dallacrisi ambientale contemporanea. Lalotta per la protezione del creato èuna dimensione centrale della nostrafede. Il rispetto per l’ambiente è unatto di dossologia del nome di Dio,mentre la distruzione del creato èun’offesa contro il Creatore, del tuttoinconciliabile con i principi fonda-mentali della teologia cristiana.

Fratelli onorevoli e figli amatissimi,i valori favorevoli all’ecologia dellatradizione ortodossa, preziosa ereditàdei Padri, costituiscono un arginecontro la cultura, il cui fondamentoassiologico è il dominio dell’uomosulla natura. La fede in Cristo ispira erafforza l’impegno umano anche di-nanzi alle immense sfide. Dalla pro-spettiva della fede, siamo in grado discoprire e valutare non solo le dimen-sioni problematiche ma anche le pos-sibilità e le prospettive positive dellaciviltà contemporanea. Chiediamo aigiovani uomini e donne ortodossi dicomprendere l’importanza di viverecome cristiani fedeli e persone con-temporanee. La fede nel destino eter-no dell’uomo rafforza la nostra testi-monianza nel mondo.

In questo spirito, dal Fanar, augu-riamo a tutti voi un nuovo anno ec-clesiastico propizio e benedetto, fe-condo di azioni sull’esempio di Cri-sto, a beneficio di tutta la creazione ea gloria dell’onnisciente Creatore ditutte le cose. E noi invochiamo su divoi, attraverso le intercessioni dellaSantissima Theotokos, della Pamma-karistos, la grazia e la misericordia delDio delle meraviglie.

Azionicomuni

per salvarela Terra

CO N T I N UA Z I O N E DALLA PA G I N A 1di GIUSEPPE LORIZIO

«I l tragico è l’organo supre-mo dell’intuizione intellet-tuale e nel nefas della tra-

gedia, nella lontananza massima deldio dall’uomo, traspare, quasi perabsentiam l’unità dell’essere e la pre-senza del divino e della totalità del-la vita nell’uomo» (Remo Bodei,Hölderlin: la filosofia e il tragico, inFriedrich Hölderlin, Sul tragico, Fe l -trinelli, Milano, 2017). Pensando aEdipo e Antigone, il poeta filosofotedesco ebbe a scrivere: «Una intui-zione intellettuale che non può es-sere altro che l’unione con tutto ciòche vive; questa non può essere cer-to sentita da un animo (gemüt) an-gusto, può solo essere presentitanelle sue più alte aspirazioni, mapuò essere riconosciuta dallo spirito(geist) e deriva dall’impossibilità diuna scissione e di un isolamento(v e re i n z e l u n g ) assoluto» (Werke, IV).«Solo l’intuizione intellettuale alculmine della scissione lascia tra-sparire l’unità dell’io con la naturainfinita» (Bodei), ma siamo ancheavvertiti del fatto che non è l’ero etragico il soggetto di tale intuizio-ne, bensì lo spettatore o, se si vuo-le, il lettore, di tragedie. La catarsipassa attraverso questa conoscenzaintuitiva che segue l’immaginazionee precede la riflessione. E il tuttonella prospettiva di quel quartettodelle dissonanze, che mozartiana-mente (K 465) le risolve in armoni-che sequenze (Hölderlin suonatoredi violino e di flauto conosceva be-ne questi termini musicali).L’immaginazione ci lascia intuire epensare tre figure o rappresentazio-ni del divino, connesse con il tragi-co e quindi con la possibilità di ela-borare una teodicea non razionale.La prima di queste figure è quelladello “sp ettatore”. György Lukácsci avverte: «Il dramma è un giocotra l’uomo e il destino: un giocodove Dio è lo spettatore. È soltantospettatore, e la sua parola e il suogesto non si mescolano mai alle pa-role e ai gesti dei giocatori. Su diessi si posano appena i suoi sguar-di. “Chi guarda Dio, muore” hascritto Ibsen [ma noi lo sappiamodalle Scritture]; ma può vivere coluisul quale si è posato lo sguardo diDio?». A maggior ragione se lospettatore divino scommette sull’uo-mo nella sua partita con Satana ocol destino. O forse proprio perchéDio ha scommesso su di noi, pos-siamo sopravvivere al suo sguardo.Ma con quale destino fatale si scon-tra il tragico cristiano? La seconda

figura divina è quella del “Dio na-scosto” (At t i , 17, 23) che, a detta diHans Jonas, l’ebraismo non può inalcun modo reggere (Il concetto diDio dopo Auschwitz. Una voce ebrai-ca, Il melangolo, Genova, 1990, I,ed. 1973), per cui se bisogna sceglie-re fra la possibilità di conoscereDio, la sua onnipotenza e la suabontà bisogna rinunciare alla po-tenza assoluta e accostarsi a un Diotanto compassionevole e misericor-dioso quanto impotente. E così siliquida il paradosso e tutto sembraricomporsi e giustificarsi. Ma il na-scondimento resta e continua a in-terpellarci, per esempio dalle scenedell’ultimo film di Rodolfo Bisatti,Al dio ignoto. Qui l’altare (al dioignoto) è l’hospice nel quale lavoraLucia (Laura Pellicciani), la madreche ha perduto la giovane figlia,Anna, e deve lottare con Gabriel(Francesco Cerutti), il figliuoloadolescente che reagisce al lutto de-dicandosi allo sport estremo dellamountain bike. La liturgia è la pre-ghiera che, nella cappella, pronun-zia i versi del giovane Nietzsche,non ancora credente, che diventerànon più credente: ateismo tragicoche si genera dal desiderio del“Cerco Dio!” che ritroveremonell’uomo folle della Gaia scienza,125: «Io voglio conoscerti, o Igno-to, / che afferri la mia anima nelprofondo / che percorri la mia vitacome una tempesta, / o inafferrabi-le, a me affine! / Voglio conoscerti,anzi servirti».

Giulio (Paolo Bonacelli), il pro-fessore di filosofia morale (forse ilpersonaggio più significativo delfilm) gioca a scacchi, ma non con-tro la morte, come il cavaliere Anto-nius de Il settimo sigillo di Ingmar

Bergman, ma contro il povero Ma-rio, che naturalmente perde. Gliscacchi sono una metafora dell’esi-stenza e del mistero di Dio, allorchéil suo avversario gli chiede: «A cosaserve il re?»; «La sua presenza famuovere tutti i pezzi», risponde ilfilosofo, e Mario: «È come undio!». Il re va “nascosto” dietro latorre, onde preservarlo dagli attac-chi nemici. Alla domanda su chi siaDio, Giulio risponde «una sfera ilcui centro è ovunque e la circonfe-renza in nessun luogo», citando ilLibro dei ventiquattro filosofi (XII se-colo). Del resto Søren Kierkegaardci aveva avvertiti: «Dio non pensa,crea; non esiste, è eterno». E difronte alla morte che lo sta raggiun-gendo, Giulio dice: «È mancato, sene è andato, è scomparso, il caroestinto: quante parole per dire unacosa così semplice: arrivederci, Lu-cia!», come alla signora che stavalasciando l’hospice aveva detto: «Cirivedremo in groppa al drago».

E al silenzio/nascondimento diDio corrisponde quello dell’ero etragico, così come lo interpretaFranz Rosenzweig (La stella dellare d e n z i o n e , Marietti, Genova, 1985, I,ed. 1919): «L’eroe tragico ha soltan-to un linguaggio che gli corrispon-de alla perfezione: il silenzio […].Tacendo l’eroe spezza i ponti che locollegano a Dio e al mondo e sieleva dai campi piatti e uggiosi del-la personalità, che parlando si deli-mita e si individualizza rispetto aglialtri, nella glaciale solitudine delsé».

Finalmente la terza figura, che ciporta al superamento di una visionedella teodicea come permissione delmale da parte di Dio e chiama incausa il “principio di causalità”. Il

Dio “paziente” e sofferente, chepuò patire e persino morire, anziche ha patito ed è morto nel suoFiglio. Il quale risorge, come il Diocantato da Francesco Guccini, dopotre giorni, ma non toglie il tragico,che permane nelle stimmate dellapassione, nella tomba vuota, unicareliquia della Pasqua e nel suo esse-re in agonia fino alla fine del mon-do. Nell’orizzonte della fede cristia-na nella risurrezione, la croce si ca-rica di un senso cosmico e la stau-rologia interpella il nostro oggi, ri-trovandosi carsicamente, ma rifiu-tando di identificarsi con l’antrop o-dicea emergente alle soglie del “no-vacene”. La futura era immaginata— anzi intuita giacché nelle paginedi questo piccolo libro ritorna lanecessità dell’intuizione, che il pen-siero razionale emargina o esclude:«La civiltà umana ha preso unabrutta piega quando ha cominciatoa denigrare l’intuizione. Senza diessa moriremmo. Come ha dettoEinstein: “La mente intuitiva è undono sacro e la mente razionale èun servo fedele”» — da James Love-lock, il geniale inventore dell’“ip o-tesi Gaia”, il quale nel suo ultimosaggio (pubblicato all’età di 100 an-ni: è nato nel 1919) richiama la ne-cessità della teodicea in chiave“ecomo dernista”: «Come ha scrittonel 2016 Clive Hamilton, professoreaustraliano di Public Ethics nel suoThe Theodicy of the “Good Anthropoce-ne” (in Environmental Humanities7/2015): «La promessa aurea di unanuova alba fa sentire le vittime in-clini a protestare contro il sistema al

sicuro nella loro resistenza silenzio-sa. Il messaggio che l’Antrop o cenegeneroso rivolge a chi soffre oggi (ein futuro) a causa della siccità, dellealluvioni e delle ondate di caloreprodotte dagli esseri umani [persinodella pandemia] è: stai soffrendoper un bene maggiore; ti aiuteremoad alleviare la tua sofferenza, sepossiamo, ma il tuo dolore è giusti-ficato» (James Lovelock, Novacene.L’età dell’iperintelligenza, Bollati Bo-ringhieri, Bologna, 2020, I, ed.2019). Non così la teodicea stauro-logica, che ha in comune con que-sto “ottimismo antropologico” eoserei dire “cosmico” soltanto il ca-rattere penultimo della sofferenza edel male, che, come abbiamo impa-rato dalla Arendt non può essereradicale, ma solo “e s t re m o ” e fap ensare.

Nella figura del Dio paziente sitraccia il solco e si segna la diffe-renza fra Gesù di Nazareth e l’ero etragico, fra l’abbandono di Dio spe-rimentato dal crocifisso e la nega-zione del dio pagano, col qualel’eroe ingaggia una lotta impari.«Veritiero è quel detto — suggerisceUnamuno — “chi ti ama, ti faràp i a n g e re ”, perché la verità fa pian-gere. “L’amore che non mortificanon merita un nome così divino”,diceva l’ardente apostolo portoghe-se fra Thomé de Jesus». E il legnodella croce bagnato dal sudore, dalsangue e dal pianto del Figlio, di-viene punto di Archimede per unateodicea iconica, intuitiva e soprat-tutto agapica.

MOSCA, 29. Un buon discernimento cristianopermette di non considerare necessariamentele sofferenze che colpiscono l’uomo, a comin-ciare dall’attuale pandemia di coronavirus, co-me conseguenza del peccato di alcuni e diguardarsi dall’esprimere giudizi affrettati econdannare gli altri: è quanto sottolinea il si-nodo della Chiesa ortodossa russa riunitosigiorni fa sotto la presidenza del patriarca diMosca Cirillo. «Riflettendo sulle cause delladisgrazia che ci ha colpito, dobbiamo mante-nere la sobrietà, la prudenza e il discernimentocristiano. Senza dubbio, le disgrazie che afflig-gono individui in particolare o interi popolisono talvolta la conseguenza del rifiuto dellasalutare protezione divina da parte delle co-munità umane», si afferma in un messaggioindirizzato all’episcopato, al clero, ai monaci eai laici «sulla piaga divampata quest’anno».Secondo san Paolo, prosegue il testo, tutte ledisgrazie che toccano la creazione possono es-sere attribuite innanzitutto «alla caduta in ori-gine dei nostri primi genitori», a causa dellaquale «tutta insieme la creazione geme e soffrele doglie del parto fino a oggi» (Romani, 8,22). Tuttavia, «non è corretto considerare lasofferenza come la conseguenza obbligatoriadei peccati personali».

Nel Vangelo, quando Gesù afferma «Oquelle diciotto persone, sulle quali crollò latorre di Siloe e le uccise, credete che fosseropiù colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusa-lemme?» (Luca, 13, 4), si ricorda così che «idisegni di Dio spesso restano a lungo incom-prensibili agli uomini». Nel testo l’ap ostoloLuca «mette in guardia da giudizi affrettati eimmaturi che quasi sempre portano alla con-danna orgogliosa di alcuni da parte di altri» e«chiama i cristiani ad aspettare umilmente chela pienezza dei propositi di Dio sia rivelata ilgiorno della seconda venuta di Cristo». Il si-nodo ortodosso russo ritiene che «ogni crisi

che si manifesta nella storia dell’umanità con-sente di riesaminare il nostro modo di vivereusuale, di mettere in discussione le motivazio-ni delle nostre azioni. Il comfort, che la socie-tà contemporanea apprezza così tanto, è fragi-le e inaffidabile e, godendo dei doni della mi-sericordia divina e del benessere conferito dalCreatore, siamo, anche se è desolante, incliniall’incoscienza». Da qui l’amarezza del sinodo:«Gli eventi dell’anno in corso sono in granparte una testimonianza di questa incoscienza.Come è inconsistente la presunzione umana!».Tuttavia, aggiunge, «all’incoscienza e alla pre-sunzione», specialmente rispetto alla propriasalute, «molti cristiani ortodossi hanno preferi-to un atteggiamento di responsabilità, preoc-cupandosi per la vita e la salute dei propri ca-ri». In particolare, i fedeli «non hanno avutopaura di fare il loro dovere, ignorando i propridesideri e le proprie abitudini, consapevoli chele misure precauzionali prese per la celebrazio-ne dei servizi liturgici non hanno in alcun mo-do sminuito la nostra fede nell’azione della di-vina Provvidenza, né la santità dei sacramentidella Chiesa, il principale dei quali è il sacra-mento del Corpo e Sangue di Cristo».

Nel messaggio il patriarcato di Mosca simostra altresì consapevole che «il ridotto ac-cesso dei laici alla partecipazione ai servizipubblici, e anche il divieto di recarsi in chiesa,hanno particolarmente colpito i cristiani orto-dossi». Una circostanza che «ci invita a riflet-tere ancora sul significato della liturgia e dellapreghiera comune dei discepoli di Cristo nellanostra vita: dobbiamo amare questo dono delSignore, apprezzare ogni opportunità di varca-re la soglia della casa di Dio. Sì, la celebrazio-ne della divina eucaristia non è mai stata in-terrotta, anche in assenza di una gran partedei fedeli sotto le volte delle nostre chiese. Sì,la ritrasmissione degli uffici su internet o in te-levisione, così come la pubblicazione di testi

liturgici, hanno contribuito in parte ad allevia-re la difficoltà del confinamento e costituitouna certa consolazione», si legge nel messag-gio. Tuttavia, «secondo la testimonianza dimolti, pregare da soli a casa si è rivelato moltodifficile». Le trasmissioni «non possono in al-cun modo sostituire la partecipazione persona-le alla liturgia», viene sottolineato, «e nessunmezzo tecnico può consentire al cristiano dipartecipare alla maggior parte dei sacramentidella Chiesa», in particolare l’eucaristia.

La partecipazione molto ridotta dei fedelialla liturgia è stata «un’esperienza personalesenza precedenti per la maggioranza dell’epi -scopato, del clero e dei laici», commentanoinoltre i gerarchi del sinodo. Nel contestodell’emergenza sanitaria la Chiesa ortodossarussa «ha invitato i suoi figli ad astenersi tem-poraneamente dalla loro consueta partecipa-zione alla vita liturgica». Tuttavia, sottolinea-no, «questa decisione, presa in circostanze sto-riche eccezionali, non può diventare una sortadi nuovo standard». La libertà religiosa deverimanere «intangibile», ribadiscono, compresoil diritto dei fedeli a partecipare insieme allefunzioni religiose, anche in circostanze ecce-zionali.

Proseguendo la loro riflessione sugli eventidegli ultimi mesi, gli autori del testo ricordanoche «né la diversità di opinioni, informazionie dicerie, né le differenze di pensiero, inevita-bili nel mondo moderno, devono strappare latunica di Cristo, la sua Chiesa». Le riflessionisulle cause dei vari eventi del mondo, felici oinfelici, le discussioni tra cristiani, «non devo-no essere uno scambio di rivendicazioni, néun’opposizione di personalità l’una contro l’al -tra». Si tratta ancor meno «di seminare odio escisma, ma di aiutarsi a vicenda, di cercare in-sieme i mezzi perché la Chiesa e i suoi figlipossano agire nelle circostanze che si presenta-no, per essere pronti ad ascoltare e capire glialtri, e soprattutto per sentire la voce collegia-le della Chiesa».

Infine, non manca l’appello della gerarchiaortodossa a rispettare le misure per arginare ladiffusione dell’epidemia che devono continua-re a essere applicate, a seconda delle circostan-ze locali. Bisogna inoltre adoperarsi per «la ri-presa delle attività negli istituti religiosi e nellescuole domenicali». In alcuni casi, l’iniziodell’anno scolastico potrà essere posticipato sudecisione del vescovo, a seconda della situa-zione epidemiologica e tenendo conto delledelibere delle autorità civili.

Il messaggio si conclude con l’assicurazionedella preghiera «per il riposo delle anime dicoloro che non sono sopravvissuti alla malattiao ai suoi effetti collaterali», da parte del santosinodo che esprime la sua gratitudine agli arci-pastori, al clero e ai laici «che non hanno maismesso di lavorare per la gloria di Dio Uno eTrino in questi tempi difficili», così come alpersonale medico e sociale, ai dipendenti delleforze dell’ordine e alle organizzazioni munici-pali, ai lavoratori dei servizi pubblici, ai volon-tari e «a tanti nostri fratelli e sorelle che han-no alleviato le sofferenze dei malati e assistitochi non poteva badare a se stesso».

Page 7: Stati Uniti: migliaia in marcia per dire no al razzismo per salvare la … · 2020. 8. 29. · Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 L’OSSERVATORE

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 30 agosto 2020 pagina 7

Una pizzache sa di riscatto sociale

Progetto dell’arcidiocesi di Napoli a Poggioreale

di VALENTINO MAIMONE

Q uella che vi stiamo per rac-contare è la storia di unprogetto di rinascita e ri-scatto, in un contesto trop-

po spesso legato a dolorose vicendeumane di costrizione, tristezza e as-senza di prospettive. Anche i dete-nuti del carcere «Poggioreale - Giu-seppe Salvia» di Napoli potrannomangiare una vera pizza napoletana,preparata all’interno del penitenzia-rio da loro compagni di sventuraaspiranti pizzaioli, che imparerannoun mestiere, studieranno per ottene-re il relativo diploma, e avrannoun’opportunità in più, una volta tor-nati liberi, per reinserirsi nel mondodel lavoro.

È questa l’idea totalmente innova-tiva venuta in mente ad AntonioMattone, direttore dell’Ufficio di pa-storale sociale e del lavoro dell’a rc i -diocesi di Napoli e da circa quindicianni volontario nelle carceri. «Tuttonasce circa cinque anni fa, in occa-sione di un convegno che organizzaia Poggioreale sul tema della salutedei detenuti», racconta Mattone.«Avevo invitato l’allora ministro del-la Giustizia, Andrea Orlando, che amargine di quell’evento mi spiegòche, grazie ai fondi del ministero,avrebbe preso in considerazione unprogetto per far lavorare i detenuti.Fu a quel punto che mi si accese lalampadina: qual era il settore più lo-gico e adatto a creare uno sbocco la-vorativo nella nostra città? Quellodelle pizzerie, che sono tante, lavo-rano molto e assicurano un buon ri-cambio di dipendenti». Tutto il restovenne quasi di conseguenza. C’è vo-luto molto tempo, cinque anni intutto, ma alla fine il progetto ha pre-so corpo fino all’inaugurazione avve-nuta nelle scorse settimane.

La chiave del successo è stata ilcoinvolgimento di quanti più sog-getti istituzionali possibili: «Univer-sità, Regione Campania, le associa-zioni dei pizzaioli, il ministero dellaGiustizia, per citarne solo alcuni.Tutti insieme per cercare di dare unfuturo a queste persone che hannofatto degli errori, ma che voglionorimettersi in gioco. Insomma, un belprogetto di riscatto e di rinascita»,sottolinea Mattone.

«Gli atenei Federico II e Suor Or-sola Benincasa si occuperanno delleselezioni per individuare i detenutipiù adatti e motivati, quelli che dav-

pagnare i detenuti anche lungo unpercorso lavorativo.

I finanziamenti arriveranno per lamaggior parte dalla Cassa delle am-mende, i cui fondi sono destinati amigliorie delle strutture carcerarie oa progetti per i detenuti, e per il re-sto da fondi della Regione. Ognianno verranno individuati quindicidetenuti, più tre cosiddette “riserve”nel caso di eventuali forfeit o libera-zioni anticipate, che seguiranno uncorso da 650 ore per apprendere ilmestiere, ma anche imparare gli ele-menti di base per mettersi in pro-prio: «Ci piacerebbe formare nonsolo futuri pizzaioli in grado di lavo-rare nelle pizzerie di Napoli, ma an-che piccoli imprenditori di se stessi»,osserva Mattone.

All’interno del carcere è stato alle-stito un laboratorio attrezzato condue forni a legna da cui escono ognigiorno almeno cento pizze, in due otre varietà diverse, tra cui ovviamen-te l’immortale “M a rg h e r i t a ”: «Appe-na sfornate, una piccola squadra dicorrieri comincia a fare su e giù peri bracci in modo da esaudire le ordi-nazioni in pochissimi minuti, perché

vero vogliono cambiare vita — p re c i -sa il responsabile — mentre le tre as-sociazioni che riuniscono tutti i piz-zaioli della città si preoccuperannoinvece di favorire la collocazione de-gli aspiranti maestri della pizza pres-so i locali dei propri associati, unavolta che saranno pronti». Già, per-ché il progetto non vuole limitarsi afornire attestati, ma punta ad accom-

Il cardinale Zuppi alla Perdonanza celestiniana

C a m b i a reper vivere meglio

La sera del 28 agosto il cardinalearcivescovo di Bologna ha aperto laPorta Santa nella basilica di Colle-maggio a L’Aquila, per la tradiziona-le Perdonanza celestiniana istituitanel 1294 da Papa Celestino V. Subi-to dopo ha presieduto una concelebra-zione eucaristica. Pubblichiamo stralcidella sua omelia.

di MAT T E O MARIA ZUPPI

San Celestino era un uomo au-stero, senza compromessi, cheindicò il cambiamento alla

Chiesa e al mondo, in un tempodifficile, proponendo il solo Vange-lo, l’umiltà, la preghiera, il docileservizio agli altri. Sì, così si riformala Chiesa e si cambia il mondo. Ciha donato la perdonanza per libe-rare il nostro cuore dal male che lorende lupo degli altri uomini e dinoi stessi e aiutandoci a sentire ilparadiso del perdono.

Questo anno si presenta partico-lare sia per le presenze necessaria-mente limitate sia perché siamoconfrontati tutti con il male e ca-piamo con maggiore chiarezzal’importanza del perdono. Il maleè sempre una pandemia: colpiscetutti e ognuno, si trasmette, ci ren-de contagiosi, ci fa credere di nonstare sulla stessa barca e ci illudeche pensando a noi stessi troviamosicurezza dalla paura. La misericor-dia spezza questa catena, è il vacci-no che ci affranca dal male e dallesue conseguenze, che durano tantoa lungo. Chiediamo perdono perperdonare e disintossicare il nostromondo, che non sa perdonare,dall’odio e dalla divisione. Non ve-niamo qui perché costretti dallapunizione di un Dio castigatore maperché di fronte all’epifania delmale capiamo le nostre complicitàe avvertiamo la necessità di cam-biare. Abbiamo bisogno di futuro.Noi non dobbiamo avere paura dichiamare il peccato peccato e nonsbaglio. Non siamo più comprensi-vi giustificandolo o minimizzando-lo, come se parlare di peccato equi-valga a una condanna o a un giu-dizio troppo severo o definitivo.Capiamo la misericordia se capia-mo il peccato, la sua forza distrut-tiva e divisiva, come il figliolo cheera «rientrato in sé» e torna a casasapendo che andava trattato comeuno dei suoi servi. Trova, invece,l’inaspettata misericordia del Padre

che avrà sorpreso anche a lui oltreche il “giusto” fratello maggiore,che giudica ma non ama. Non di-fendiamoci da chi ci ama. Il Signo-re non condanna i peccatori ma ilp eccato.

In questo anno così particolare ilPapa ha indicato alcuni motivi perchiedere perdono nell’omelia pro-nunciata in una Piazza San Pietrovuota, nel pieno della pandemia.Abbiamo creduto di vivere sani inun mondo malato e quindi siamostati indifferenti verso la sofferenzaaltrui. Abbiamo sciupato con pre-sunzione tante opportunità; ci sia-mo creduti a posto con stereotipicon cui mascheravamo i nostri“ego”, sempre preoccupati dellapropria immagine. Se siamo davve-ro sulla stessa barca come essere in-differenti? Il peccato è sempre larottura della fraternità, il banalepensare a sé, l’egoismo “s d ru c c i o -lo” e quello che diventa sistema divita e di interessi personali e digruppo. Non possiamo vivere iso-lati e il perdono ci aiuta a ricostrui-re la relazione per scoprire il nostroprossimo e che noi siamo prossimidi qualcuno. Il perdono ci restitui-sce a noi stessi perché ci ridonaquello per cui siamo stati creati:amare. Sempre Papa Francesco ciricordava come siamo andati avantia tutta velocità, sentendoci forti ecapaci in tutto, diventando avidi diguadagno tanto che «ci siamo la-sciati assorbire dalle cose e frastor-nare dalla fretta». «Non ci siamofermati davanti ai tuoi richiami;non ci siamo ridestati di fronte aguerre e ingiustizie planetarie; nonabbiamo ascoltato il grido dei po-veri, e del nostro pianeta grave-mente malato». Anzi lo abbiamoazzittito, come se il problema fossel o ro .

E questo è successo davanti aitanti virus che colpiscono la nostragenerazione, le pandemie della po-vertà, della fame, della guerra cheproducono frutti di morte. Non acaso Papa Francesco parlava di unaguerra mondiale a pezzi. Il perdo-no ci rende nuovi per guardare alfuturo con speranza e ci dona lapassione e la leggerezza per metter-ci a farlo. Se vogliamo vivere dob-biamo cambiare, a iniziare daognuno di noi. Se cambio io, cam-bia il mondo. Non rimandiamo,non aspettiamo siano gli altri: ini-zio io. E un uomo solo, quanto èvero, può compiere le cose grandidegli umili, cioè degli uomini veri.Non c’è tempo da perdere e per-derlo è davvero un peccato, cometutto ciò che divide, non ama esciupa le opportunità e l’a m o restesso, rendendolo mediocre o sen-za sapore. Ne sapete qualcosa voicolpiti da quel terribile terremoto,le cui ferite ci portiamo nel cuore,monito a non arrendersi per nonessere mai complici del male. EL’Aquila non si arrende, non si èarresa e guarda con fierezza al fu-turo. Che sia sempre aiutata a co-s t ru i r l o .

La nostra ferita si rimarginaquando ci occupiamo delle feritedel prossimo, di chi abbiamo vici-no, come suggerisce il profetaIsaia. Solo così il nostro io sta be-ne. Ecco come guardare al futurodopo le macerie della pandemia.Se vogliamo guarire questo mondodobbiamo modificare i nostri stili,difendere la vita sempre e con tuttonoi stessi. Molti si chiedono dopola pandemia: saremo diversi o tor-neremo quelli di prima? Dipendeda noi. È la nostra scelta e respon-sabilità. Non perdiamo una sfidacosì importante per cambiare noi erendere migliore il mondo, pensan-do soprattutto a chi viene dopo.

La Chiesa austriaca denuncia il duro trattamento dei reclusi

Ripensare il sistema carcerarioVIENNA, 29. La Chiesa austriaca hadenunciato il trattamento «spietato»dei detenuti permesso dal mondopolitico e mediatico nel paese, rite-nendo invece che si dovrebbe privi-legiare un «approccio più umano».Incoraggiando «punizioni più du-re», ha accusato il vescovo ausiliaredi Vienna, monsignor Franz Scharl,responsabile della pastorale peniten-ziaria dell’arcidiocesi, in un’intervistaall’agenzia di stampa «Kathpress»,si rende sempre più difficile la riabi-litazione dei criminali. Oggi, ha af-fermato il presule, che partecipava aun webinar organizzato dalla Coali-tion of faith based organizations —un’associazione di rappresentanti re-ligiosi, accademici e professionistinel campo della giustizia penale fon-data dalle Nazioni Unite a Viennanel 2019 — le prigioni sono spesso«fabbriche di criminalità» che non

preparano i detenuti a reintegrarsinella società dopo il loro rilascio e anon ricadere più in una spirale nega-tiva.

Per il vescovo, bisogna invece«preferire la grazia alla severità e laprevenzione alla reclusione», pro-muovendo per esempio un uso piùfrequente della cavigliera elettronica.«Piuttosto che un “r i c o v e ro ” dellepersone in carcere», ritiene monsi-gnor Scharl, si potrebbe indirizzarleverso lo svolgimento, sotto controllo,di un’attività lavorativa, il che evite-rebbe un’umiliazione.

Mediante le cappellanie carcerarie,le comunità religiose in Austria, trale quali la Chiesa cattolica, sono te-stimoni di queste tragedie umanecausate dal sistema attuale e negliultimi anni il loro lavoro è diventatosempre più difficile, ha aggiunto ilvescovo ausiliare di Vienna, ritenen-

do necessario un processo di ripen-samento all’interno della Chiesa suquesto tema: «Siamo ancora troppoegocentrici nei confronti dei gruppisociali emarginati e dobbiamo diven-tare più pratici per difenderli in mo-do credibile. La cooperazione e ilbuon esempio sono più importantidei grandi discorsi».

Durante il webinar è intervenutoanche don Brian Gowans, presidentedell’International commission of ca-tholic prison pastoral care (Iccppc),che ha ricordato il sostegno di PapaFrancesco agli sforzi di reintegrazio-ne dei prigionieri, citando in parti-colare le parole rivolte dal Ponteficel’8 novembre 2019 ai partecipantiall’Incontro internazionale per i re-sponsabili regionali e nazionali dellapastorale penitenziaria, promossodal Dicastero per il servizio dellosviluppo umano integrale sul tema«Lo sviluppo umano integrale e lapastorale penitenziaria cattolica». Inquell’occasione, ha ricordato il sacer-dote scozzese, il Papa aveva ribaditoche spesso i luoghi di detenzionefalliscono nell’obiettivo di promuo-vere processi di reinserimento, inparte perché mancano di risorse suf-ficienti per affrontare i problemi so-ciali, psicologici e familiari vissutidai detenuti.

Anche monsignor Franz Scharl hacitato le parole del Pontefice nellasua intervista a «Kathpress». Imp e-dendo alle persone di riacquistare ilpieno esercizio della loro dignità, haaffermato Francesco l’8 novembredell’anno scorso, appena scarcerate«sono nuovamente esposte ai perico-li che accompagnano la mancanza diopportunità di sviluppo, tra violenzae insicurezza».

All’incontro online hanno parteci-pato esperti di tutto il mondo e di

ogni religione, tra i quali gli avvocatipenalisti Karin Bruckmüller, dall’Au-stria, e Yitzhak Ben Yair, da Israele,l’imam Sheikh Mohammad Ismail,dalla Gran Bretagna, e suor AlisonMcCrary, avvocato statunitense.L’evento si sarebbe dovuto svolgerea Kyoto in primavera ma le esigenzesanitarie dovute alla pandemia di co-ronavirus hanno costretto a riman-darlo e a ricorrere alla modalità we-b i n a r.

La Caritas ambrosiana per i detenuti

MI L A N O, 29. Contro il sovraffollamento delle carceri, divenuto ancorapiù drammatico con il diffondersi del coronavirus, Caritas ambrosia-na e arcidiocesi di Milano hanno elaborato un progetto destinato aidetenuti nei penitenziari del territorio: la possibilità, per coloro chepossono scontare gli ultimi ventiquattro mesi di detenzione all’ester-no del carcere ma non hanno un domicilio, di trovare alloggio in unadelle strutture individuate dall’organismo assistenziale. Il numero deireclusi ammessi al programma, non più di venti e indicati dal magi-strato di sorveglianza, vedrà un aumento di pari passo con l’indivi-duazione di nuovi locali. «La pandemia sta facendo venire al pettinetanti nodi», ha commentato il direttore di Caritas ambrosiana, Lucia-no Gualzetti. «Tra questi, quello del sovraffollamento del carcere, chea causa dell’epidemia in corso, potrebbe assumere caratteristiche tra-giche. Con tale iniziativa vogliamo dare ai detenuti la possibilità discontare la pena al di fuori dei penitenziari, misura già prevista dalnostro ordinamento, ma ancora troppo poco praticata».

le pizze devono arrivare nelle celleancora calde», racconta. «Abbiamofissato un prezzo molto basso, 2,5-3euro per ciascuna, e i detenuti fino aoggi sembrano gradire moltissimo lanovità, se è vero che le ordinazionisono in continuo aumento».

Tra circa un anno potrà scattare laseconda fase del progetto: «Una se-conda pizzeria, gemellata con quelladi Poggioreale, ma all’esterno del

carcere e quindi accessi-bile a tutti. Qui gli exdetenuti pizzaioli po-tranno effettuare il pro-prio tirocinio o lavorareregolarmente retribuiti,

finché non saranno in grado di entra-re a titolo definitivo nel mercato dellavoro. Grazie all’intervento delladiocesi di Napoli, che è stata decisivasia come spinta propulsiva sia per latenacia con cui ci ha aiutato a risol-vere i mille intoppi burocratici, ab-biamo ottenuto la possibilità di uti-lizzare i locali di una chiesa non piùadibita per il culto. Si tratta dell’exchiesa di Santa Caterina al Pallonettodi Santa Chiara, in pieno centro sto-rico. Ed è proprio da qui che prendeil nome l’intero progetto, “BrigataCaterina”», conclude il direttoredell’Ufficio di pastorale sociale e dellavoro dell’arcidiocesi di Napoli.

Il nuovo Messale della Cei presentato al Papa

In continuità con il Concilio

Papa Francesco ha ringraziato peril dono della prima copia del nuo-vo Messale della Conferenza epi-scopale italiana (Cei) — p re s e n t a -togli venerdì mattina, 28 agosto,da una delegazione che ha lavora-to alla pubblicazione del volume— sottolineando l’importanza dellavoro svolto e la continuitànell’applicazione del concilio Vati-cano II. Ne dà notizia un comuni-cato della Cei, riferendo che a gui-dare il gruppo è stato il cardinalepresidente Gualtiero Bassetti.

Salutando il Pontefice, il porpo-rato ha ricordato l’impegno permigliorare il testo sotto il profiloteologico, pastorale e stilistico. IlMessale verrà consegnato nelleprossime settimane ai vescovi ita-liani e alle parrocchie. Potrà essereusato appena pubblicato e diven-terà obbligatorio dalla prossimadomenica di Pasqua (4 aprile

2021). L’edizione è stata approvatasecondo le delibere dell’episcopatoe ha ricevuto l’approvazione delPapa il 16 maggio 2019.

Oltre alle variazioni e agli arric-chimenti della terza edizione tipi-ca latina, propone altri testi facol-tativi di nuova composizione,maggiormente rispondenti al lin-guaggio e alle situazioni pastoralidelle comunità e in gran parte giàutilizzati a partire dalla secondaedizione in lingua italiana del1983. «Il libro del Messale — haspiegato il cardinale Bassetti —non è soltanto uno strumento li-turgico, ma un riferimento pun-tuale e normativo che custodiscela ricchezza della tradizione viven-te della Chiesa, il suo desiderio dientrare nel mistero pasquale, di at-tuarlo nella celebrazione e di tra-durlo nella vita».

Page 8: Stati Uniti: migliaia in marcia per dire no al razzismo per salvare la … · 2020. 8. 29. · Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 L’OSSERVATORE

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 domenica 30 agosto 2020

Antologia di pensieri del Pontefice

Dare il meglio di séin campo e nella vita

I cinque anelli intrecciati, simbolo ebandiera dei Giochi Olimpici, stannoproprio a rappresentare lo spirito di fra-tellanza che deve caratterizzare la mani-festazione olimpica e la competizionesportiva in generale.

(Al Comitato olimpico europeo,23 novembre 2013)

La disabilità che sperimentate inqualche aspetto del vostro fisico, me-diante la pratica sportiva e il sano ago-nismo si trasforma in un messaggio diincoraggiamento per tutti coloro che vi-vono situazioni analoghe alla vostre, e

diventa un invito ad impegnare tutte leenergie per fare cose belle insieme, su-perando le barriere che possiamo incon-trare intorno a noi, e prima di tuttoquelle che ci sono dentro di noi. La vo-stra testimonianza è un grande segno disp eranza.

(Al Comitato italiano paralimpico,4 ottobre 2014)

Vorrei esortare ciascuno di voi a met-tersi in gioco non solo nello sport manella vita, alla ricerca del bene, del verobene, senza paura, con coraggio ed en-tusiasmo. Mettetevi in gioco con gli al-tri e con Dio, dando il meglio di voistessi, spendendo la vita per ciò chedavvero vale e che dura per sempre.Mettete i vostri talenti al serviziodell’incontro tra le persone, dell’amici-zia, dell’inclusione.

(Alla Federazione italiana tennis,8 maggio 2015)

Non lasciatevi “c o n t a g i a re ” dalla falsacultura sportiva, quella del successoeconomico, della vittoria a ogni costo,dell’individualismo. È necessario ritro-vare lo sport “amateur”, quello dellagratuità, lo sport per lo sport.

(Alla Delegazione di atleti SpecialOlympics Italia, 9 giugno 2015)

Vi incoraggio, care amiche e cari ami-ci sportivi, a vivere sempre più la vostrapassione come un’esperienza di unità edi solidarietà. Proprio i veri valori dellosport sono particolarmente importantiper affrontare questo tempo di pande-mia e, soprattutto, la difficile riparten-za. E con questo spirito vi invito a cor-rere, insieme, la corsa della vita.

(Videomessaggio per il MeetingWe Run Together, 20 maggio 2020)

La Lev pubblica il libro «Mettersi in gioco» con il patrocinio di Athletica Vaticana

Un manuale per gli sportivifirmato Francesco

di GI A M PA O L O MAT T E I

Un “manuale” che suggerisce la possibilità di vivere lo sport —ma anche la vita stessa — secondo le indicazioni concrete diun coach d’eccezione: Papa Francesco. Ecco il senso e il valo-

re del nuovo volume Mettersi in gioco. Pensieri sullo sport (pagine 124 -euro 5,00), edito dalla Libreria Editrice Vaticana con il patrocinio diAthletica Vaticana.

Il libro — realizzato con uno stile semplice e diretto tipico del ma-gistero di Papa Bergoglio — raccoglie i pensieri del Pontefice tratti daisuoi discorsi più significativi agli sportivi e da lui stesso condivisi nel-le molteplici occasioni che lo hanno visto insieme ad atleti: grandicampioni, donne e uomini con disabilità fisica o intellettiva, ma anchebambini e giovani delle periferie della vita.

Le citazioni raccolte — selezionate da Lucio Coco e proposte in unformato tascabile e accessibile a tutti — sono la base per un allena-mento spirituale e una vera e propria bussola per tutti coloro che in-tendono orientarsi nella ricerca delle motivazioni più autentiche dellapropria passione. Lo confermano le tre testimonianze, che fanno daprefazioni alle parole del Santo Padre, firmate da Francesco Totti,dalla ex maratoneta kenyana Tegla Loroupe (responsabile del Teamdei rifugiati del Comitato olimpico internazionale) e da Alex Zanardiche ha inviato il suo contributo poco prima del grave incidente.

Il libro sarà presentato a Roma lunedì 7 settembre, alle ore 11.30,nella suggestiva cornice dello stadio “Nando Martellini”, tra la bellez-za delle Terme di Caracalla e l’universalità della sede della Fao. Inter-verranno Giovanni Malagò, presidente del Comitato olimpico nazio-nale italiano, Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralim-pico, monsignor Melchor Sánchez de Toca, sotto-segretario del Ponti-ficio consiglio della cultura, insieme ad atlete, atleti e protagonisti delmondo sportivo. A moderare l'incontro sarà Alessandro Gisotti, vice-direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione.

Mettersi in gioco si inserisce nel progetto “We Run Together”, lan-ciato da Papa Francesco lo scorso 20 maggio e affidato ad AthleticaVaticana che ha appena portato a termine un’asta di beneficienzasportiva volta a contribuire attivamente alla lotta contro il covid-19 enel 2021, se le condizioni sanitarie lo consentiranno, organizzerà unMeeting inclusivo di atletica leggera nel Centro sportivo delle Fiam-me Gialle a Castelporziano.

Le prefazione dell’ex maratoneta kenyana responsabile del Team dei rifugiati del Comitato olimpico internazionale

Correndo insieme dalla povertà alla solidarietà

Zanardi: «Chi è davvero il fuoriclasse» Totti: «Testimonial di fede, vita, speranza»

Alex Zanardi, autentico simbolo dello sportparalimpico e non solo, ha inviato la prefazioneal libro poco prima del grave incidente con lasua handbike avvenuto lo scorso 19 giugno.Nell’edizione di sabato 29 agosto «La Gazzettadello sport» ha pubblicato, in esclusiva, il testodella prefazione. Eccone un breve passaggio:«Passione è la parola [...]. Capire quantoappassionato lavoro ci sia stato dietro la lungacostruzione del gesto di un atleta, ci aiuta aspiegare ai ragazzi chi sia davvero il fuoriclasse.[...]. Forse, assieme ai capelli bianchi, l’unicacosa in comune che sento umilmente di avere colSanto Padre, che ha voluto realizzarequest’opera, è il desiderio di far riflettere nelmodo migliore chi guarda e vive lo sport. Cheassieme a tante storture, va detto, sa ancheregalarci storie meravigliose di cui anche noi,volendo, possiamo essere protagonisti».

La prefazione firmata da Francesco Totti è statapubblicata nell’edizione di sabato 29 agosto, inesclusiva, dal quotidiano «Avvenire». Ecco unbreve stralcio del testo: «Sono particolarmenteonorato del compito che mi è stato attribuito peril Santo Padre, potendo firmare le righe diapertura di un testo che si propone diraggiungere il “n o s t ro ” movimento,abbracciandolo idealmente, facendolo sentire ilcentro nevralgico di un messaggio che è fede,vita e speranza e sa sublimare i valori che cicaratterizzano e di cui cerchiamo di essere fieritestimonial [...]. Ho avuto l’onore di conoscere trePontefici. Il mio primo incontro è stato quasifortuito con Giovanni Paolo II. Avevo solo setteanni [...]. Papa Francesco mi ha accolto [...]pochi mesi dopo la sua elezione. La sua umiltàmi ha messo subito a mio agio trasmettendomisicurezza e umanità».

Le tre prefazioni al libro «Metttersi ingioco. Pensieri del Papa sullo sport»sono state scritte da Alex Zanardi(che ha inviato il testo poco prima delgrave incidente), da Francesco Totti edalla kenyana Tegla Loroupe, unadelle più forti maratonete di tutti itempi. L’atleta, conclusa la carrieraagonistica, ha costituito una fondazio-ne per sostenere lo sviluppo socio-eco-nomico della zona racchiusa tra ilCorno d'Africa e la regione dei Gran-di Laghi. Per il Comitato olimpicointernazionale è responsabile del Teamdei rifugiati che consente ad atleti chenon hanno più una nazionalità dipartecipare alle Olimpiadi. Ecco il te-sto della sua prefazione.

di TEGLA LOROUPE

Sono nata e cresciuta in unaremota zona collinare dellaWest Pokot County, in Ke-

nya: la vita in quella terra poveranon è un letto di rose. I miei geni-tori, contadini, hanno lottato persbarcare il lunario.

Vivevamo in una casa di fangocol tetto di paglia, dormendo supelli di animali stese sul pavimen-to. Ho condiviso una vecchia co-

perta con una delle mie sorelle.Non ho dormito su un vero mate-rasso fino a quando, adolescente,sono andata in collegio.

Ecco perché capisco bene la te-stimonianza e il messaggio di inclu-sione di Papa Francesco. Lo dicoanche da sportiva. Ho iniziato acorrere alle scuole elementari. Pro-prio perché correvo forte sono stataammessa alla Nasokol Girls, unadelle migliori scuole della mia re-gione. Poi sono andata al College aNakuru dove ho continuato a cor-rere. La corsa è diventata la mia vi-ta, non un gioco.

Nel 1994 sono diventata la primadonna africana a vincere la presti-giosa Maratona di New York.Quando ero coi miei 24 fratelli inuna casa di fango non avrei potutoimmaginare che ce l’avrei fatta! Hovinto la Maratona di New York an-che nel 1995.

Ho vinto, più volte, le Maratonedi Berlino, Londra, Rotterdam etante altre ancora. E cinque meda-glie d’oro ai Campionati Mondiali.Nel 2000 ho vinto anche la Mara-tona di Roma: un’edizione specialeper me perché era l'anno del Gran-de Giubileo

La mia vita è stata completamen-te trasformata da queste esperienze.La corsa mi ha insegnato così tantelezioni di vita che ancora oggi leporto con me.

Sì, la corsa mi ha aiutato a supe-rare i momenti più difficili e sonotestimone di come lo sport cambidavvero la vita. Anche su questoconcordo pienamente con PapaFrancesco, sostenendo le sue paroleproprio con la mia esperienza diatleta.

Ma ho voluto fare di più. Nel2003 sono stata invitata in Indone-sia per partecipare a una corsa or-ganizzata per comunicare un mes-saggio di pace dopo il grave atten-tato del 12 ottobre 2002 che, a Gia-carta, ha causato la morte di oltre200 persone. Quella corsa per lapace in Indonesia è stata un grandesuccesso. Ha confermato la miaconvinzione che lo sport può unirele persone e guarire le ferite.

Sono tornata a casa e ho decisosubito di istituire la Tegla LoroupePeace Foundation — sono ancheambasciatore dell'Onu e dell’Uni-cef per lo sport — proprio per so-stenere la convivenza pacifica an-che attraverso la corsa.

Ho pensato anzitutto alle le co-munità rurali in Kenya, in Ugandae in tutto il Sudan: i nostri pro-grammi rilanciano il dialogo tratutti, il reinserimento nelle comuni-

tà di coloro che hanno combattuto,la ripresa economica.

Con lo sport promuoviamo solu-zioni di conflitti e iniziative perprovare a ridurre la povertà e perricuperare le persone povere. Pen-siamo a scuole per bambini, moltidei quali le guerre hanno reso orfa-ni. Il benessere che suscita lo sport,insomma, non è solo un fatto fisicoma riguarda tutta la persona e lesue relazioni.

Uno dei programmi di puntadella Fondazione è lo sport per ri-fugiati: si tratta di dar loro nuoveopportunità di vita. Anche su que-sto ci sostiene molto l'insegnamen-to di Papa Francesco.

I nostri sforzi hanno contribuitoa far ammettere, per la prima volta,il Team dei Rifugiati alle Olimpia-di di Rio de Janeiro nel 2016, sottol’egida del Comitato olimpico in-ternazionale.

Sono fermamente convinta chelo sport sia uno “s t ru m e n t o ” di pa-ce e anche per lo sviluppo sociale,da promuovere con l’idea — affer-mata sempre da Papa Francesco —di non lasciare indietro nessuno, in-dipendentemente dalle circostanzein cui si trova.

Nomina episcopalein India

Gheevarghese Kurisummoottilausiliare di Kottayamdei Siro-Malabaresi

Nato il 9 agosto 1961 a Tiruvalla, dopola scuola primaria è entrato nel St. Sta-nislaw’s Minor Seminary a Kottayam eha compiuto gli studi filosofici e teolo-gici nel St. Joseph’s Interdiocesan Se-minary a Mangalore. Dopo l’o rd i n a z i o -ne sacerdotale il 27 dicembre 1987, è sta-to vice-rettore del seminario minore pertre anni. Ha servito per dieci anni in di-verse parrocchie, prima di conseguire ilgrado di master in Sacred Art pressol’Holy Spirit Maronite University a Ka-slik (Libano), dove ha risieduto dal2001 a 2004. Dopo gli studi superiori,ha insegnato Iconografia al St. EphremEcumenical Research Institute e Teolo-gia delle icone al St. Thomas ApostolicSeminary. È stato direttore della com-missione “Hadusa” per le Arti di spetta-colo dell’arcieparchia di Kottayam dal2009 al 2013, esercitando al contempo ilministero parrocchiale. Dal 2014 è par-roco della St. Theresa’s Catholic Chur-ch, Ranni. Nel 2019 è stato nominatosincello per i fedeli siro-malankaresi af-fidati all’arcieparchia di Kottayam deiS i ro - M a l a b a re s i .

Mettere il Mistero pasquale al centro della vita significasentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso

presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, della violenza,dei soprusi contro la vita, dei disastri ambientali, della povertà

(@Pontifex_it)