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PIANO DI EMERGENZA ESTERNA

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EDIZIONE 2008

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DECRETO di APPROVAZIONE

Il Prefetto di Massa-Carrara

VISTO l’art. 20 del D.Lgs n° 334/99;

VISTA la Legge n° 225/92;

VISTO il parere positivo espresso, nella riunione del 12 giugno 2008, dal Gruppo Ristretto di

Lavoro, nominato dal Prefetto per la redazione del Piano sottoindicato

A P P R O V A

l’allegato Piano di Emergenza Esterna per il complesso industriale U.E.E. S.r.l. di Aulla.

Lo stesso sarà distribuito secondo l’elenco di cui a pag. 3) , affinché tutti gli Enti e le

Forze Operative coinvolte ne prendano visione e pianifichino quanto di loro competenza,

nell’eventualità di attivazione in caso di incidente rilevante.

Massa, li 12 giugno 2008

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ELENCO di DISTRIBUZIONE

PRESIDENZA CONSIGLIO DEI MINISTRI - Dipartimento della P. C.

MINISTERO dell’INTERNO - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico

e della Difesa Civile

MINISTERO dell’INTERNO - Gabinetto

MINISTERO della SALUTE

MINISTERO dell’AMBIENTE - Servizio Industrie a Rischio

ISPETTORATO GENERALE VIGILI del FUOCO della TOSCANA

COMANDO PROVINCIALE dei VIGILI del FUOCO di Massa-Carrara

QUESTURA di Massa-Carrara

COMANDO PROVINCIALE dei CARABINIERI di Massa-Carrara

COMANDO PROVINCIALE della G. d. F. di Massa-Carrara

COMANDO SEZIONE POLIZIA STRADALE di Massa-Carrara

COMANDO PROVINCIALE del C. F. S. di Massa-Carrara

DIREZIONE AZIENDA SANITARIA LOCALE n° 1 di Massa-Carrara

A.S.L. n° 1 - SERVIZIO EMERGENZA 118

A.S.L. n° 1 – DIPARTIMENTO della PREVENZIONE

COMITATO PROVINCIALE C.R.I. di Massa-Carrara

C.R.I. CORPO MILITARE - VIII^ CENTRO di MOBILITAZIONE

C.R.I. CORPO MILITARE – BASE LOGISTICO-OPERATIVA

A.R.P.A.T. DIPARTIMENTO PROVINCIALE di Massa-Carrara

A.R.P.A.T. U.O. “Impatti e tecnologie dei sistemi produttivi

PRESIDENZA GIUNTA REGIONALE TOSCANA

PRESIDENZA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE di Massa-Carrara

PROVINCIA di Massa-Carrara – Settore Ambiente e Protezione Civile

PROVINCIA di Massa-Carrara – Settore Protezione Civile

COMUNE di

COMUNE di

FERROVIE dello STATO – Esercizio

E.N.E.L.S.p.a. - Direzione Zona

Soc. TELECOM S.p.a.

DIREZIONE STABILIMENTO U.E.E. S.r.l.

ROMA

ROMA

ROMA

ROMA

ROMA

FIRENZE

MASSA

MASSA

MASSA

MASSA

MASSA

MASSA

CARRARA

MASSA

CARRARA

MASSA

FIRENZE

M. di MASSA

MASSA

PISA

FIRENZE

MASSA

MASSA

MASSA

AULLA

LICCIANA NARDI

FIRENZE

MASSA

FIRENZE

AULLA

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INDICE PREMESSA Pag. 8

1.0.0 Linee Guida R.d.S. Pag. 10

1.1 Dati identificativi ed ubicazione dell’impianto Pag. 10

1.1.2 Dati generali Pag. 10

1.1.3 Carta località e viabilità principale Pag. 11

1.1.4 Direttore Responsabili Pag. 13

1.1.5 Progettazione dell’impianto Pag. 13

1.1.6 Responsabile dell’esecuzione del R.d.S. Pag. 14

1.1.7 Localizzazione e identificazione dell’impianto Pag. 14

1.1.8 Mappa dell’impianto Pag. 15

2.0.0 Classificazione degli esplosivi Pag. 16

2.1 Piante e sezioni dell’impianto Pag. 17

3.0.0 Struttura organizzativa in riferimento alla sicurezza pag. 17

3.1 Notizie sull’impianto e sulla produzione Pag. 18

3.2 Produzione esplosivi Pag. 18

3.2.1 Locali di lavorazione Pag. 18

3.3 Depositi esplosivi Pag. 20

3.4 Settore “servizi generali” Pag. 21

4.0.0 Addestramento del personale direttivo e delle maestranze addette

al funzionamento e alla manutenzione Pag. 21

5.0.0 Descrizione delle attività Pag. 22

5.1 Attività dei depositi Pag. 22

5.2 Attività locali preparazione esplosivi Pag. 22

5.2.1 Tecnologia di base adottata nella progettazione del processo Pag. 22

5.2.2 Capacità produttiva dell’impianto Pag. 23

5.3.0 Demilitarizzazione – Procedure Pag. 23

5.4.0 Individuazione e classificazione sostanze Pag. 25

5.5.0 Fase dell’attività in cui intervengono o possono intervenire utilizzi di altre sostanze Pag. 26

5.5.1 Utilizzo di nitrato ammonico e gasolio per produrre l’esplosivo A NFO Pag. 26

5.5.2 Scaricamento di munizionamento e recupero e rilavorazione di tritolo Pag. 26

5.5.3 Utilizzo di tritolo e nitrato ammonico per produrre esplosivi polverulenti Pag. 27

5.5.4 Esplosivo ciclonite Pag. 27

5.5.5. Esplosivo tetrile Pag. 28

5.5.6 Polveri di lancio Pag. 28

5.5.7 Polvere nera Pag. 28

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5.5.8 Spolette e inneschi Pag. 28

5.5.9 Cartucce da caccia e da tiro Pag. 28

6.0.0 Quantità di esplosivi effettiva massima prevista Pag. 29

6.1.0 Rischio di incidente rilevante Pag. 30

6.2.0 Applicazione formula D. LGS. 334/99 modificato con D. LGS. 238/05 Pag. 30

6.3.0 Tabella principale tipologia di esplosivi utilizzati e presenti in deposito Pag. 31

6.4.0 Comportamento chimico o fisico durante il processo Pag. 32

6.5.0 Sostanze che possono originasi per modificazione o trasformazione Pag. 32

6.6.0 Situazione di contemporanea presenza di sostanze incompatibili Pag. 32

7.0.0 Sicurezza dell’impianto Pag. 32

7.1.0 Misure di prevenzione Pag. 32

7.2.0 Misure di protezione Pag. 33

7.3.0 Analisi storica Pag. 34

7.4.0 Reazioni incontrollate Pag. 34

8.0.0 Metereologici e perturbazioni geofisiche meteomarine e cerauniche Pag. 35

8.1.0 Dati geologici Pag. 39

8.2.0 Dati idrografici e idrogeologici Pag. 39

8.3.0 Dati sulla sismicità dell’area Pag. 39

8.4.0 Frequenza dei fenomeni di fulminazione Pag. 41

9.0.0 Interazione con altri impianti Pag. 41

9.1.0 Per i depositi di esplosivo Pag. 41

9.2.0 Per l’attività di lavorazione Pag. 41

10.0.0 Analisi della frequenze degli eventi incidentali Pag. 41

10.1.0 Punti critici dell’impianto Pag. 41

10.2.0 Comportamento dell’impianto in caso di indisponibilità delle reti di servizio Pag. 42

10.3.0 Stima delle conseguenze degli eventi incidentali Pag. 42

10.4.0 Precauzioni per prevenire incidenti Pag. 42

10.4.1 Precauzioni impiantistiche Pag. 42

10.4.2 Accorgimenti per prevenire rischi dovuti ad errore umano in aree critiche Pag. 42

10.4.3 Precauzioni e coefficienti di sicurezza assunti nella progettazione delle strutture Pag. 42

10.5.0 Sicurezza dell’impianto in condizioni normali, anormali, di prova, di partenza e di fermata Pag. 42

11.0.0 Precauzione progettuali e costruttive Pag. 44

11.1.0 Criteri di protezione dei contenitori delle sostanze pericolose Pag. 45

11.2.0 Organizzazioni e procedure di controllo qualità Pag. 45

11.3.0 Sistemi di blocco di sicurezza dell’impianto Pag. 45

11.4.0 Provvedimenti adottati nei luoghi chiusi per evitare la formazione e

persistenza di miscele infiammabili e/o esplosive o pericolose Pag. 45

11.5.0 Precauzioni prese per evitare che i serbatoi e le condotte di trasferimento possano

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essere danneggiate a seguito con collisioni con veicoli o macchine di sollevamento Pag. 45

12.0.0 Sistemi di rilevamento Pag. 46

13.0.0 Situazioni critiche. Condizioni di emergenza e relativi apprestamenti Pag. 46

13.1.0 Sostanze emesse Pag. 46

13.2.0 Effetti indotti su impianti ad alto rischio da incendio o esplosione Pag. 46

13.3.0 Sistemi di contenimento Pag. 46

14.0 Manuale operativo Pag. 47

15.0.0 Segnaletica di emergenza Pag. 48

16.0.0 Fonti di rischio mobili Pag. 48

17.0.0 Misure per evitare cedimenti catastrofici Pag. 49

17.1.0 Protezione dalle scariche atmosferiche Pag. 49

17.2.0 Protezione della centrale di pompaggio e vasca antincendio Pag. 49

17.3.0 Misure di prevenzione incendi Pag. 49

17.4.0 Indicazione dei pericoli mediante apposita segnaletica Pag. 49

17.5.0 Ispezione periodica da parte del servizio di guardiania dello stabilimento Pag. 49

18.0.0 Sistemi di prevenzione ed evacuazione in caso di incidente Pag. 50

19.0.0 Restrizioni per l’accesso agli impianti. Recinzione Pag. 50

20.0.0 Misure contro l’incendio Pag. 50

20.1.0 Impianti, attrezzature e organizzazione per la prevenzione ed estinzione degli incendi Pag. 50

20.2.0 fonti di approvvigionamento idrico Pag. 50

20.3.0 Certificato di prevenzione incendi Pag. 50

21.0.0 Situazione di emergenza e relativi piani Pag. 51

21.1.0 Impianti di trattamento, smaltimento e abbattimento Pag. 51

21.2.0 Abbattimento effluenti gassosi Pag. 51

21.3.0 Misure assicurative e di garanzia per i rischi Pag. 51

22.0.0 Modalità di conduzione di analisi degli incidenti Pag. 51

22.1.0 Analisi richieste Pag. 51

22.2.0 Identificazione degli incidenti Pag. 53

22.2.1 Lista di controllo Pag. 53

22.2.2 Controllo per impianto/deposito Pag. 53

22.2.3 Studi di dettaglio Pag. 53

22.2.4 Anali storiche Pag. 53

22.3.0 Analisi di sicurezza Pag. 55

22.3.1 Valutazione delle probabilità degli eventi incidentali Pag. 55

22.3.2Valutazione del livello di probabilità degli eventi incidentali Pag. 56

22.3.3 Valutazione delle conseguenze Pag. 65

22.3.4 Individuazione degli scenari incidentali Pag. 68

22.3.5 Modellistica di simulazione Pag. 71

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22.3.6 Modello sorgente Pag. 71

22.3.7 Modello trasmissione Pag. 72

22.3.8 Modello di valutazione delle conseguenze Pag. 72

22.4.0 Valutazione conservativa delle conseguenze Pag. 80

22.5.0 Elementi per la predisposizione dei piani di emergenza Pag. 80

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PREMESSA Il Piano di Emergenza Esterna, è strutturato in due parti:

- PRIMA PARTE – lo stabilimento; - SECONDA PARTE – modello organizzativo di intervento.

- Prima Parte:

contiene i lineamenti dello stabilimento, le caratteristiche delle materie prime e delle

lavorazioni, le configurazioni di rischio, presentate dal Gestore con il R.d.S.

Contiene, infine, le valutazioni del C.T.R. incaricato dal Comitato Regionale della

Toscana della revisione del R.d.S. , sintetizzate nello schema della stima delle

conseguenze degli eventi incidentali previsti.

Tale tabella evidenzia i diversi risultati indicati dal Gestore per la revisione del

R.d.S.

Tali diversità derivano dal fatto che il Gestore ha calcolato la stima di danno col

metodo del TNT equivalente, assimilando l’esplosivo ad una nube di vapore/gas.

Tale asserzione per il C.T.R. non appare adeguatamente motivata.

Il C.T.R. ha, pertanto rielaboratola simulazione, relativamente al calcolo della sola

sovrapressione, i cui risultati sono stati presi in considerazione al fine di definire i

raggi di danno.

La prima parte del Piano, potrà essere di supporto alla migliore comprensione di un

accadimento accidentale ed aiutare, quindi, nella fase operativa, alla sua efficacia e

tempestiva gestione.

- Modello organizzativo di intervento:

contiene le procedure di gestione delle varie fasi ed aspetti dell’emergenza, i piani

particolareggiati di intervento di ciascun Ente o Comando coinvolto nelle attività di

soccorso e di sicurezza.

Individua:

Responsabili dell’iniziative automatiche da assumere in caso di incidente rilevante.

Le disposizioni di primo intervento, gestibile dalle persone sicuramente presenti,

all’interno ed all’esterno dello stabilimento, poste a presidio H24 delle strutture

operative interessate all’intervento di emergenza, quando ancora sono prive del

supporto degli organi di livello superiore.

Tali caratteristiche essenziali, nel caso di emergenza industriale ed in particolare

nelle tipologie oggetto del presente P.E.E., che è caratterizzato, per la maggior

parte delle configurazioni di rischio da una rapidissima evoluzione di eventuali

incidenti rilevanti.

Il piano di emergenza esterna (P.E.E.) è stato redatto ai sensi dell’art. 20 del D.L.gs. 17/08/1999, n. 334 e

s.m.i. per lo stabilimento U.E.E. S.r.l. sito in Aulla, rientrante nell’art. 8 del predetto decreto legislativo. Il

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P.E.E. è stato redatto secondo le indicazioni riportate nelle Linee Guida della Presidenza del Consiglio dei

Ministri. I dati riportati nella prima parte del Piano sono stati desunti dal Rapporto di Sicurezza (R.d.S.)

presentato dal Gestore dello stabilimento ed in corso di valutazione da parte del C.T.R.

Il P.E.E. sarà riesaminato, sperimentato e, se necessario riveduto ed aggiornato ad intervalli non superiori a tre

anni (art.20 comma 3 del D. L.gs. 334/99 e s.n.i.).

La stesura del P.E.E. è stata coordinata dalla Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di Massa-Carrara con

la collaborazione tecnico-operativa dei seguenti Enti:

� Comando Provinciale VV.F. di Massa-Carrara;

� Questura di Massa-Carrara;

� Comando Sezione di Polizia Stradale di Massa-Carrara;

� Comando Provinciale Carabinieri di Massa-Carrara;

� Provincia di Massa-Carrara, Uff. di Protezione Civile;

� Comune di Aulla,

� Comune di Licciana Nardi;

� Polizia Municipale di Aulla;

� Polizia Municipale di Licciana Nardi;

� U.S.L. n. 1 di Massa-Carrara (Servizio 118/Dip. Prevenzione);

� C.R.I. Corpo Militare;

� C.R.I. Comitato Provinciale di Massa-Carrara;

� ARPAT di Massa-Carrara;

� ARPAT di Pisa.

Sono stati inoltre interessati ad alcuni aspetti del presente P.E.E. anche i seguente soggetti:

� A.N.A.S. Compartimento di Firenze;

� Enel S.p.a. Distribuzione di Massa-Carrara;

� A.R.I. (Radioamatori) di Massa;

� Coordinamento Associazioni di Volontariato, attraverso il collegamento del Servizio di

Protezione Civile della Provincia di Massa-Carrara.

Successivamente in base alle esigenze previste nel P.E.E. saranno realizzati corsi di aggiornamento ed

addestramento sia per le Componenti Istituzionali che per le Associazioni di volontariato coinvolte, seguite da

una esercitazione, da ripetersi almeno ogni due anni, per assicurare un soccorso tecnico e sanitario efficiente e

tempestivo, in caso di necessità ed una adeguata assistenza alla popolazione eventualmente coinvolta.

Gli Enti interessati alla stesura del P.E.E., qualora si verificassero mutamenti rilevanti ai fini dell’organizzazione prevista nel presente MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO, E’ TENUTO AD EFFETTUARE DEBITA COMUNICAZIONE ALLA PREF ETTURA-UTG PER I NECESSARI AGGIORNAMENTI.

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1.0.0

LINEE GUIDA PER LA PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO DI SICUREZZA

Considerato che l’attività della ditta UEE ITALIA S.r.l. rientra, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 21.09.2005, n. 238 “SEVESO TER” in ART. 8, (in precedenza, lo stabilimento rientrava negli ARTT. 6 e 7 del D. LGS 334/99) è stato elaborato il seguente Rapporto di sicurezza relativo ai rischi di incidenti rilevanti effettuato in conformità alla normativa applicabile.

1.1 DATI IDENTIFICATIVI ED UBICAZIONE DELL'IMPIANTO

1.1.2. DATI GENERALI

U.E.E. ITALIA SRL Stabilimento di Aulla - Via Canalescuro, 9 - 54019 Terrarossa (MS) Le coordinate di seguito specificate si riferiscono all’ingresso dello stabilimento. PROIEZIONE CONFORME UNIVERSAL TRANSVERSE MERCATOR (UTM) FUSO 32 EMISFERO NORD (ZONA) ELLISSOIDE DI RIFERIMENTO WGS84 ORIENTATO A BONN (GERMANIA) UTM X = 578854(E) Y = 4897961(N) (UNITÀ ESPRESSE IN METRI)

SISTEMA CARTOGRAFICO ITALIANO PROIEZIONE CONFORME GAUSS BOAGA ZONA 1 OVEST ELISSOIDE DI RIFERIMENTO WGS84 ORIENTATO A MONTE MARIO (ROMA) X = 1578800(EST) / Y = 4897780 (NORD) (UNITÀ ESPRESSE IN METRI)

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1.1.3 Carta inquadramento località e viabilità principale:

Fig. 1 - UEE ITALIA SRL Via Canalescuro, 9 Stabilimento di Aulla 54019 Terrarossa (MS)

- Carta di inquadramento - Viabilità

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Fig. 1a - UEE ITALIA SRL Via Canalescuro, 9 Stabilimento di Aulla 54019 Terrarossa (MS)

- Carta di inquadramento dello stabilimento nella Carta Tecnica Regionale -

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1.1.4 Direttori responsabili. Direttore tecnico della UEE Italia e Gestore ai sensi del D.Lgs.334/99, è il dr. Bruno Pirozzi, nato a Napoli il 04.06.70 domiciliato c/o la UEE Italia, Stabilimento di Aulla con sede in via Canalescuro, 9 - 54019 Terrarossa (MS). L’Ing. Felipe Manuel Garcia-Saňudo Diez, nato a Soria (Spagna) il 03/07/1970, domiciliato in La Spezia Via Ferruccio 5 è Amministratore Delegato, dello Stabilimento UEE ITALIA S.r.l. di Aulla con sede amministrativa e legale in via Canalescuro, 9 – 54019 Terrarossa (MS). Le responsabilità di Pubblica Sicurezza sono a carico dell’Ing. Felipe Manuel Garcia-Saňudo Diez, titolare della licenza di fabbricazione, di vendita e di deposito in nome e per conto di UEE ITALIA S.r.l.

1.1.5 Indicare il responsabile della progettazione esecutiva dell'impianto, segnalandone il tipo di qualificazione professionale e le esperienze nel campo. La progettazione e la realizzazione dei locali adibiti alla lavorazione e deposito di esplosivi, costituiti da fabbricati di struttura estremamente semplice, è stata effettuata in conformità alla norma cogente specifica da rispettare (T.U.L.P.S.) che definisce le caratteristiche dei locali di deposito, Gli elaborati progettuali sono stati redatti su incarico della società UEE Italia srl, sia mediante personale proprio che attraverso Società e tecnici incaricati. Come sistema di spegnimento è utilizzato l’impianto antincendio esistente in stabilimento, oltre ai presidi antincendio previsti. Per quanto riguarda i locali di lavorazione le macchine esistenti sono state oggetto di analisi di sicurezza, valutazione degli alberi di guasto e individuazione dei componenti critici. Sono state inoltre emesse le relative procedure di utilizzo e di manutenzione; le macchine più recenti, sono state progettate dalla spagnola UEE (UNION ESPAŇOLA DE EXPLOSIVOS, SA), che vanta un’esperienza di oltre 70 anni nel settore. Progettista responsabile è Pedro Ignazio Garcia, responsabile dell’ufficio progettazione del gruppo UEE. La documentazione cartacea aggiornata inerente lo stabilimento, i locali di deposito e di lavorazione nella loro configurazione attuale (vedasi estratto planimetrie e sezioni di seguito allegate), comprende le planimetrie riportate negli allegati 2, 3, 4, 9.

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1.1.6 Responsabile dell'esecuzione del Rapporto di Sicurezza. Responsabile dell’esecuzione del RdS è il Gestore dell’attività della UEE Italia, nella persona del Direttore tecnico della UEE Italia e Gestore ai sensi del D.Lgs.334/99, dr. Bruno Pirozzi, nato a Napoli il 04.06.70 domiciliato c/o la UEE Italia, Stabilimento di Aulla con sede in via Canalescuro, 9 - 54019 Terrarossa (MS). La redazione Rapporto di sicurezza (di seguito RdS) è stata effettuata da Travanini Ing. Claudio, via Tracconaglia, 17 - 25016 Ghedi (BS) iscritto all’ordine degli ingegneri della provincia di Brescia al n. 1046, con la collaborazione dell’Ing. Livio Simoni, piazza Zanardelli, 30 - 25085 Gavardo (BS), iscritto all’ordine degli ingegneri della provincia di Brescia al n. 2251 che ha sviluppato l’integrazione dell’analisi storica, lo sviluppo della probabilità di accadimento con alberi di guasto, la giustificazione dei valori assunti negli alberi di guasto, la stima delle distanze di danno dovute a frammentazioni, come da allegati. Sono riportati in Allegato 1 i curriculum vitae. L’Allegato 2 relativo alle distanze di sicurezza richieste dal T.U.L.P.S. è effettuato a cura della Società UEE ITALIA, come da Licenza di PS in corso di validità. I P&I dell’impianto di scaricamento e del fusore COMPOSITION B (ESOLITE) sono effettuati a cura della Società UEE ITALIA SRL. Il presente documento RdS è stato inoltre redatto sulla base del “know-how” acquisito da UEE ITALIA S.r.l., già come CHEDDITE Italia S.p.a. ed opera nello Stabilimento di Aulla da più di 70 anni in due settori: la “Demilitarizzazione del munizionamento” per artiglieria di tipo convenzionale e la “Produzione di esplosivi industriali”per uso estrattivo e per lavori di ingegneria civile. I due settori godono della sinergia dovuta al riutilizzo degli esplosivi recuperati dallo scaricamento dei proiettili per la produzione degli esplosivi civili. Con il passare degli anni la UEE Italia ha acquisito una notevole capacità tecnica e organizzativa, sviluppando metodologie sempre più aggiornate e perseguendo il miglioramento continuo nel rispetto dell’ambiente, della sicurezza e dell'igiene nei luoghi di lavoro. Negli ultimi anni, grazie anche all’attività di ricerca e sviluppo, la UEE Italia può considerarsi Leader per il servizio di “Demil.” come può provarsi attraverso i numerosi contratti acquisiti con l’Amministrazione della Difesa Italiana, con la NAMSA (Nato Maintenance and Supply Agency) e con Ditte private. Nella stesura del presente Rapporto di Sicurezza ci si è avvalsi, con le dovute integrazioni inerenti il caso specifico, anche della documentazione predisposta, relativamente alla fase di immagazzinamento e movimentazione degli esplosivi e ai locali di lavorazione, a quanto approntato, presso lo stabilimento produttivo.

1.1.7 LOCALIZZAZIONE E IDENTIFICAZIONE DELL'IMPIANT O

Lo stabilimento è sito in luogo boscoso, protetto da rilievi naturali; si accede provenendo da Aulla in direzione Pontremoli sulla strada statale N° 62, si devia sulla strada provinciale per il passo di Lagastrello in direzione di Licciana Nardi. I principali insediamenti ed infrastrutture presenti nel raggio di 5 Km sono: Autostrada Parma - La Spezia, Strada statale N° 62 della Cisa, Ferrovia Parma-La Spezia. Per completezza si riporta, di seguito, carta con viabilità locale stradale in prossimità dello stabilimento con evidenziata l’area compresa in un raggio di 5 km dal baricentro dello stesso. Per un’area più ristretta, in prossimità dell’installazione, viene inoltre inserita, in allegato 4, la planimetria catastale Comuni Aulla-Licciana.

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Fig. 2 - Viabilità locale con evidenziata l’area in un raggio di 5 km dal baricentro dello stabilimento

1.1.8 Mappa dell’impianto. E’ riportata, in allegato 4, Rapporto di Sicurezza la mappa dei locali di deposito e lavorazione degli esplosivi.

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2.0.0 CLASSIFICAZIONE DEGLI ESPLOSIVI Art. 82 del Regolamento del T.U. delle leggi di P.S.

Regio Decreto 6 maggio 1940, n. 635 CATEGORIA I Polveri e prodotti affini negli effetti esplodenti . Polvere nera . Povere da caccia polveri di lancio CATEGORIA II Dinamiti e prodotti affini negli effetti esplodenti (Per l'impiego di questi esplosivi è richiesto, per la loro attivazione, l'uso di un detonatore) . Gelatine dinamiti a base di nitrogliceroglicole (NGG), . Esplosivi polverulenti a base di tritolo (TNT), Munizionamento con carica di scoppio con esplosivi a base di TNT . AN-FO esplosivi a base di nitrato ammonico ed olio combustibile, . Water-gel (soluzioni sature di sali ossidanti, sensibilizzate e stabilizzate con opportuni agenti), . Emulsioni esplosive (emulsioni inverse di acqua in olio sensibilizzate con gas o microsfere di silice ed additivate con opportuni agenti), . Miccia detonante alla pentrite (PETN). CATEGORIA III Detonanti e prodotti affini negli effetti esplodenti. . Detonatori ordinari a fuoco . Relais per miccia detonante . Detonatori elettrici . Detonatori non elettrici ad onda d’urto . Detonatori elettronici Spolette per munizionamento

CATEGORIA IV Artifici e prodotti affini negli effetti esplodenti. . Fuochi pirotecnici CATEGORIA V . Munizioni di sicurezza (cartucce da caccia e tiro) e giocattoli pirici. . Miccia a lenta combustione . Accenditori “Pirea” per miccia a lenta combustione

Fig. 3 – Classificazione degli esplosivi sulla base della normativa vigente.

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2.1 Piante e sezioni dell'impianto in scala non inferiore a 1: 500, con eventuali particolari significativi in scala non inferiore a 1: 200.

Vedi planimetrie negli allegati 2 e 4 Rapporto di Sicurezza 3.0.0 STRUTTURA ORGANIZZATIVA IN RIFERIMENTO ALLA SICUREZZA Lo Stabilimento è situato nel Comune di Aulla (MS), dove occupa un’area recintata di circa 36 ettari. I locali di lavorazione e sussidiari, coprono un’area complessiva di circa 5000 m2, e comprendono i depositi per materiali esplosivi, con una capacità di ricovero pari a 173 tonnellate. Non sono presenti all'intorno dello stabilimento altri stabilimenti connessi con il rischio di incidenti rilevanti. Nello stabilimento prestano servizio circa n. 35 dipendenti, suddivisi tra le funzioni indicate nell’organigramma aziendale e i ruoli specificati nel mansionario reperibile presso l’azienda (Vedi SGS) La sicurezza esterna è affidata a un Servizio di Vigilanza operante 24 ore su 24 le cui guardie hanno tutte la qualifica di addetti antincendio (avendo superato l'esame di addetto antincendio presso i VVFF), e si avvale di un adeguato numero di guardie giurate particolari. Lo Stabilimento è dotato di un impianto idrico con bocche antincendio e n° 2 vasche di alimentazione, munito di n° 1 elettropompa e di n° 1 pompa diesel ausiliaria. Un generatore di corrente alternata assicura la continuità dell’energia elettrica in caso di interruzione dell’erogazione. Tutti i locali e depositi dove si manipolano o conservano esplosivi sono dotati di Gabbie di Faraday di protezione contro le scariche atmosferiche. Gli impianti elettrici dei locali di lavorazione sono realizzati secondo le norme CEI 64/2 per i luoghi con pericolo di incendio o di esplosione e secondo la legge 46/90. L'attività dello stabilimento si articola in un unico turno di lavoro diurno dalle ore 8:00 alle ore 17:00 con un'ora di pausa pranzo dalle 12:00 alle 13:00 Nello stabilimento prestano servizio circa n. 35 dipendenti, suddivisi nella varie mansioni specificate nell'organigramma aziendale. L'adozione delle migliori tecniche disponibili nonché la predisposizione di adeguati programmi di formazione rivolti a tutto il personale, operativo e non, sono presupposti fondamentali dell'organizzazione mediante la quale la Società è costantemente impegnata per assicurare le risorse umane e tecnologiche necessarie all'esercizio in sicurezza dei propri impianti. Le funzioni aziendali e le relative abbreviazioni sono le seguenti: PR Presidente ADD Amministratore Delegato Demil ADEC Amministratore delegato esplosivi civili DS Direttore dello stabilimento e Gestore RSGS Responsabile del sistema gestione sicurezza DT Direttore tecnico UTP Ufficio tecnico programmazione SCQ Servizio controllo qualità LC Laboratorio chimico SM Servizio manutenzioni SG Servizi generali UAC Servizio amministrazione contabilità

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UASAP Ufficio acquisti, spedizioni, amministrativo e personale SEC Settore esplosivi civili SD Settore demilitarizzazione MSEC Magazzino settore esplosivi civili MSD Magazzino settore demilitarizzazione RLS Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RSPP Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Vedi allegato SGS con PGS01 Del Manuale Gestione sicurezza “Funzioni e organigramma aziendale”

3.1 NOTIZIE SULL’IMPIANTO E SULLA PRODUZIONE. La UEE Italia S.r.l., nasce nel 2001 dalla fusione per incorporazione della CHEDDITE Italia S.p.a. grazie all'azione del gruppo UEE (Unión Española de Explosivos SA) che ha sede a Madrid – Spagna. Attualmente è una Società del gruppo PRAVISANI di cui la UEE spagnola ha una partecipazione azionaria. La UEE Italia S.r.l. opera nello Stabilimento di Aulla principalmente in due settori: la demilitarizzazione del munizionamento per artiglieria di tipo convenzionale e la produzione di esplosivi civili da mina per uso estrattivo civile. I due settori godono della sinergia dovuta al riutilizzo degli esplosivi recuperati (Tritolo e compound B) dallo scaricamento dei proiettili per la produzione degli esplosivi civili. Lo Stabilimento è situato nei Comuni di Aulla (MS) e Licciana Nardi (MS), dove occupa un’area recintata di circa 36 ettari. I locali di lavorazione e sussidiari coprono un’area complessiva di circa 5.000 m2, e comprendono i depositi per materiali esplosivi, con capacità autorizzata in licenza di Pubblica Sicurezza pari a 173 t. La sicurezza esterna è affidata a un Servizio di Vigilanza operante 24 ore su 24 e si avvale di un adeguato numero di guardie particolari giurate. Lo Stabilimento è dotato di un impianto idrico con bocche antincendio e vasche di alimentazione, munito di elettropompe. Un generatore di corrente alternata assicura la continuità dell’energia elettrica in caso di interruzione dell’erogazione. Tutti i locali e depositi dove si manipolano o conservano esplosivi sono dotati di Gabbie di Faraday di protezione contro le scariche atmosferiche. Gli impianti elettrici sono realizzati secondo le norme CEI 64/2 per i luoghi con pericolo di incendio o di esplosione. 3.2 Produzione Esplosivi Gli esplosivi da mina prodotti sono essenzialmente di due tipi: esplosivi pulverulenti e ANFO (ammonium nitrate fuel oil). Gli esplosivi pulverulenti non sono altro che esplosivi a base di Nitrato Ammonico e TNT (Amatoli), mentre L'ANFO è a base di Nitrato Ammonico e Gasolio. I nomi commerciali sono rispettivamente Cava 1a, Cava extra 2a, Cava extra 2c, V.E. 5 per gli esplosivi pulverulenti e ANFO 5 per l'ANFO. Si precisa inoltre che la UEE produce per conto terzi la stessa tipologia di esplosivi diversi nella formulazione e con nomi commerciali diversi. 3.2.1 Locali di Lavorazione I locali dove si realizza la lavorazione degli esplosivi civili da mina sono di seguito elencati: - Locale N. 8: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di II categoria max 1.500 kg; N. operai ammessi 15 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito al confezionamento in cartucce di politene o di carta, o in sacchi di politene delle miscele di esplosivo, nonché al confezionamento ed imballaggio in scatole di cartone delle cartucce o dei sacchi. Nel vano a monte vi sono installate due macchine per il confezionamento delle cartucce di politene e in sacchi per l’esplosivo tipo ANFO; nel vano centrale vi sono installate macchine a

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coclea per il riempimento delle cartucce di esplosivo pulverulento. Le macchine per il confezionamento di cartucce sono alimentate con trasportatori pneumatici. Completa l’impianto una serie di bilance, attrezzi manuali quali pennelli, secchi di plastica, scope , spazzole e sassole. - Locale N. 12: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di II categoria max 500 kg; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a macinazione di tritolo con mulini a palle. Vi sono installate due botti in legno azionate da motoriduttori per la macinazione, una tavola di sollevamento idraulica per alimentare le botti, e completa l’attrezzatura una serie di attrezzi manuali quali spazzole, sassole, scope ecc. - Locale N. 32: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di II categoria max 800 kg; N. operai ammessi 5 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito alla preparazione delle miscele con nitrato ammonico e tritolo. Vi sono installati, ciascuno nel proprio vano, quattro mescolatori di tipo planetario per la miscelazione del nitrato ammonico e tritolo ed è prevista una macchina per l’imbibizione del nitrato con il gasolio per la preparazione dell’ANFO. Vi sono una serie di sassole, secchi in plastica spazzole e scope. - Locale N. 50: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di II categoria max 300 kg; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito alla fusione di esplosivi per la preparazione delle miscele a caldo. Vi è installato un fusore per la fusione dell’esplosivo, una bilancia ed attrezzi manuali, quali sassole, secchi in plastica, scope ecc. - Locale N. 51: Adibito a macinazione nitrato ammonico con mulino a pioli. Non è lavorazione esplosivi. È allegata l’analisi dei rischi e la valutazione delle conseguenze di incidente rilevante (Allegati 6, 7, 8, 9) Q.tà max NA 2.000 kg. - Stoccaggio Nitrato Ammonico Tettoia N. 56 q.tà max 100 t. - Demilitarizzazione La demilitarizzazione invece è una lavorazione atipica consistente nella fornitura di un "servizio" con il quale la Società si impegna a rendere inattivo e non più utilizzabile ogni componente dei manufatti militari, dagli esplosivi ai componenti metallici (cartucce, bossoli, granate, spolette etc). Tale attività viene realizzata utilizzando vari macchinari come seghe a nastro, torni, presse, macchine sbossolatrici, trapani a colonna, metal detector, morse idrauliche ed un forno di inertizzazione. I locali dove si realizzano le operazioni di demilitarizzazione sono di seguito elencati: - Locale N. 7: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria, max 700 kg. N. operai ammessi 15 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a disimballo, sconfezionamento e sbossolamento di proiettili e manufatti bellici. Adibito anche a confezionamento delle cariche di lancio in bossolo o in cartoccio. Vi sono installate una macchina idraulica per lo sbossolamento, una serie di morse idrauliche per il fissaggio dei vari manufatti da confezionare, una serie di motoriduttori con dispositivi di svitamento per la separazione dei vari componenti delle cartucce e delle munizioni. - Locale N. 7 bis: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria, max 700 Kg; N. operai ammessi 3 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a montaggio/smontaggio di spolette ed ogive su granate e proiettili di piccolo calibro. Vi sono installate due morse idrauliche per il fissaggio dei manufatti da sconfezionare e due motoriduttori con morse per il dispolettamento delle granate. - Locale N. 19: NON E’ UTILIZZATO PER ESPLOSIVI. In precedenza autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 100 kg ed in alternativa di esplosivo di IV e V categoria, max 100 Kg, N. operai ammessi 6 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a sabbiatura e verniciatura proiettili ed in alternativa sconfezionamento spolette, deformazione ogive e loro particolari metallici inerti. Vi sono installate una serie di svitatori a colonna per lo sconfezionamento di spolette, una pressetta meccanica per la deformazione di vari componenti.

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- Locale N. 27: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 90 kg; N. operai ammessi 12 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a caricamento per fusione, per compressione e in pastoso di proietti, in alternativa adibito a officina di montaggio e smontaggio colpi completi e cartucce di piccolo calibro. Vi sono installati un tornio per cianfrinare le cartucce, una serie di macchine per la misura della resistenza allo sbossolamento, il tutto completato da attrezzi manuali per le operazione suddette. - Locale N. 30: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 90 kg.; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a finitura proiettili carichi, compresa la fresatura delle cariche, applicazione di “custodiette” e spolette, e in alternativa deferrizzazione con metal detector di esplosivi in genere. Vi sono installati un metal detector e una bilancia. - Locale N. 39: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria 500 Kg; N. operai ammessi 3 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a dispolettamento e/ o disogivamento proiettili, ed in alternativa, taglio sott’acqua di granate e manufatti bellici. Vi sono installate due macchine per il dispolettamento e due seghe a nastro per il taglio. Completa l’attrezzatura una serie di chiavi per le operazioni suddette. - Locale N. 40: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria 500 kg; N. operai ammessi 4 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a scaricamento per lisciviazione e/o bagnomaria di proiettili, granate e manufatti in genere. Vi è installato un impianto per la lisciviazione delle granate costituito da vasche di preparazione acqua calda, elettropompe, un collettore reggi granate, due vasche per il bagnomaria, un impianto di scagliettamento con due cilindri di scagliettatura. Completa l’impianto una bilancia e attrezzi vari per le operazioni suddette. - Locale n°52: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o IV V categoria max 300 kg e in alternativa di II categoria max 10 Kg e in alternativa III cat. Max 0,5 kg ; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a piazzola a cielo aperto per la bruciatura dei cascami, degli scarti di esplosivi e delle polveri di lancio. Non ci sono macchine. Sono presenti solo attrezzi manuali, quali rastrelli, pale, ecc. - Locale N. 42: non è autorizzato per la lavorazione di esplosivi. Adibito alla deformazione permanente del bocchino, del codolo e della corona di forzamento di proiettili e granate. Vi sono installati due torni per lo scoronamento. - Locale N. 55: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 100 kg e in alternativa di III categoria max 25 kg e in alternativa IV e V cat. Max 100 kg.; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a inertizzazione di artifizi pirici e cartucciame fino al calibro 20mm, per termodemolizione. Vi è installato un forno rotativo completo di impianto di depurazione dei fumi, con filtri a maniche e carboni attivi. 3.3 Depositi esplosivi I depositi esplosivi sono nettamente separati dai locali di lavorazione e dai depositi di materiali inerti e sono di seguito elencati: - Deposito N. 1: autorizzato per esplosivo di I e/o II categoria: 25.000 kg (4 x 6.250). - Deposito N. 2: autorizzato per esplosivo di I e/o II categoria: 32.000 kg (4 x 8.000). - Deposito N. 3: autorizzato per esplosivo di I e/o II categoria: 32.000 kg (4 x 8.000). - Deposito N. 4: autorizzato per esplosivo di I e/o II categoria: 21.000 kg (4 x 5.250) - Deposito N. 5: autorizzato per esplosivo di II categoria: 20.000 kg. Il deposito non è cruciforme. - Deposito N. 6: autorizzato per esplosivo di I e/o II categoria: 32.000 kg (4 x 8.000). - Deposito N. 9: autorizzato per esplosivo di I e/o II categoria: 5.000 Kg. - Deposito N. 10: autorizzato per esplosivo di I categoria, max 3.000 kg o in alternativa per N. 500.000 detonatori o spolette.

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- Deposito N. 11: autorizzato per esplosivo di I categoria max 3.000 kg o in alternativa per N. 500.000 detonatori o spolette. - Deposito N. 48: Adibito a magazzino cartucce da caccia e da tiro max 5.600 Kg. Nei depositi di esplosivo, è presente saltuariamente per le operazioni di carico e scarico un addetto. 3.4 Settore “servizi generali” - Locale N. 53: Adibito a centrale antincendio. Ospita la motopompa con gruppo elettrogeno di soccorso, la elettropompa di servizio e due vasche di riserva d’acqua. - Locale N. 13: Adibito a posto di guardia. - Locale N. 14: Adibito a posto di guardia e portineria. - Locale N. 15: Adibito a Laboratorio chimico ed uffici. - Locale N. 16: Adibito a refettorio, spogliatoio e docce, distinti tra uomini e donne. - Locale N. 17: Adibito a magazzino materiali inerti e pesa a ponte. - Locale N. 21: Adibito a magazzino materiali inerti ed imballaggi. - Locale N. 22: Adibito a centrale termica per la produzione di vapore. - Locale N. 23: Adibito a officina meccanica. - Locale N. 24: Adibito a deposito attrezzi agricoli. - Locale N. 26: Adibito a cabina elettrica di trasformazione. - Locale N. 31: Pozzo riserva acqua. - Locale N. 37: Adibito ad ufficio di reparto. - Locale N. 38: Adibito a magazzino materiali inerti. - Locale N. 41: Adibito a magazzino materiali inerti. - Locale N. 42: Adibito a magazzino e lavorazione materiali inerti. - Locale N. 44: Adibito a centrale produzione aria compressa. - Locale N. 45,46,47: Adibite a cabine di distribuzione energia elettrica.

4.0.0 Addestramento del personale direttivo e delle maestranze addette al funzionamento e alla manutenzione. Secondo quanto prescritto dal Decreto Ministeriale del 10/03/1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro” con particolare riferimento all’allegato IX “Contenuti minimi dei corsi di formazione per addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze, in relazione al livello di rischio dell'attività”, poiché l’attività in oggetto è classificata, al punto 9.2 del citato decreto, a rischio di incendio elevato il personale ha seguito idoneo corso di formazione di tipo “C” di 16 ore (come previsto al punto 9.5 dell’allegato IX). Il programma di formazione segue i contenuti e le ripetizioni semestrali previste dal DM 16.03.98. Sono inoltre state redatte, da parte dell’azienda, procedure e norme comportamentali che devono essere tassativamente seguite nel corso dello svolgimento del servizio. Per facilitare l’informazione e la formazione del personale le nozioni basilari sono raccolte in apposite procedure operative del SGS. Il sistematico aggiornamento sui prodotti viene attuato mediante distribuzione agli interessati delle schede di sicurezza di esplosivi, accessori da mina e/o manufatti esplodenti. L’azienda provvede inoltre ad effettuare un’attività sistematica di formazione e periodiche verifiche ispettive interne per accertare che le conoscenze siano state ben assimilate dal personale, sia a livello teorico che pratico operativo (vedi SGS con procedura PGS 03).

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5.0.0 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ

5.1 Attività dei depositi Depositi: nell’ottica di fornire la descrizione delle attività oggetto della seguente relazione (nell’ambito del quale l’attività è inserita) si chiarisce che non vi è presenza, se non saltuaria, di personale all’interno dei depositi: l’operatore gestisce esclusivamente l’arrivo delle merci, la movimentazione e la spedizione dei carichi e funge da raccordo tra gli Uffici Tecnici e la Direzione con gli utenti finali. È assente qualunque attività di manipolazione di sostanze, dal momento che la movimentazione riguarda esclusivamente prodotti finiti opportunamente confezionati ed imballati. Le modalità operative all’interno dei depositi si suddividono nelle seguenti fasi principali.

1. Ricevimento delle merci provenienti dai reparti di lavorazione oppure da stabilimenti e/o altri depositi esterni.

2. Stoccaggio. 3. Preparazione dei carichi per il cliente o per i reparti di lavorazione interni. 4. Carico di automezzi per le consegne al cliente e/o trasferimento in altri depositi o per consegne ai reparti

di lavorazione interni. 5 Registrazione delle operazioni giornaliere. 6 Redazione documenti.

5.2 ATTIVITA’ LOCALI PREPARAZIONE ESPLOSIVI

Nei locali dove avviene la preparazione degli esplosivi, le lavorazioni rientrano tra quelle indicate nell’allegato A del Rapporto di Sicurezza per la sola attività di miscelazione dei componenti, senza trasformazioni chimiche. Le operazioni di lavorazione si svolgono nel rispetto delle norme vigenti con particolare riferimento a:

- Regio Decreto n° 773 del 18/06/1931, approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. - Regio Decreto n° 635 del 06/05/1940: approvazione del regolamento per l'esecuzione del T.U. 18 giugno 1931, n. 773 delle leggi di pubblica sicurezza. - Decreto Ministeriale del 04/09/1996. Attuazione della direttiva 94/55/CE del Consiglio concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada. - Decreto Legislativo del Governo n° 626 del 19/09/1994. Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE, 93/88/CEE, 97/42/CE e 1999/38/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro (e leggi in riferimento).

5.2.1 Tecnologia di base adottata nella progettazione del processo. Per quanto riguarda le lavorazioni, sono state seguite le modalità tradizionali delle macchine realizzate a questo scopo nelle fabbriche di esplosivi, prendendo in considerazione le normative specifiche sopra richiamate, i materiali componenti l’installazione, l’analisi Hazop (allegato 6), la classificazione delle zone con pericolo di esplosione ai sensi delle norme CEI 64-2 per i locali, la realizzazione di impianti elettrici di tipo adatto alle aree a rischio di esplosione individuate (norme CEI 64-2), la protezione dai fulmini, come da norme CEI e da TULPS. Degli impianti di lavorazione esplosivi sono presenti nel SGS le procedure di utilizzo in sicurezza che riportano anche le tecniche di lavorazione adottate.

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1.B.1.2.4 Schema a blocchi per le materie prime che entrano e dei prodotti che escono dall'impianto, con la precisazione delle modalità di trasporto, e i relativi regimi di temperatura, pressione e portata. Fornire le modalità di trasporto dei prodotti all'interno dello stabilimento con i relativi regimi di temperatura, pressione e portata.

Sono allegati gli schemi a blocco delle materie prime che entrano e dei prodotti che escono dall’impianto. Vedi allegato 2.

5.2.2 Capacità produttiva dell'impianto. Locale 32: miscelazione: Preparazione ANFO 750 kg/h. (n° 24 preparazioni/giorno). Preparazione esplosivo polverulento a base di NA 1.000Kg/h (n° 26 preparazioni/giorno). Locale 8 confezionamento: confezionamento ANFO : 750 Kg/h confezionamento esplosivo 1.000 Kg/h - Locale N. 12: lavorazione di esplosivi di II categoria max 500 kg; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a macinazione di tritolo con 2 mulini a palle. Vi sono installate due botti in legno azionate da motoriduttori per la macinazione, una tavola di sollevamento idraulica per alimentare le botti, e completa l’attrezzatura una serie di attrezzi manuali quali spazzole, sassole, scope ecc. Capacità produttiva n° 6 preparazioni al giorno, capacità 120 Kg/botte. Macinazione kg TNT/d = 1.440 (200 Kg/h) (Utilizzo del piattaforma di sollevamento oleodinamica n° 6 operazioni giorno). - Locale N. 50: lavorazione di esplosivi di II categoria max 300 kg; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito alla fusione di esplosivi per la preparazione delle miscele a caldo. Vi è installato un fusore per la fusione dell’esplosivo Composition B, una bilancia, ed attrezzi manuali, quali sassole,secchi in plastica, scope ecc. Vengono effettuate 2 operazioni di fusione al giorno di 120 Kg/una (o 4 operazioni da 60 Kg). Capacità produttiva di fusione: Kg Composition B fuso/d = 240 Kg (34 Kg/h). - Locale N. 51: macinazione nitrato ammonico con mulino a pioli. Non è lavorazione esplosivi. E’ allegata l’analisi dei rischi e la valutazione delle conseguenze di incidente rilevante. Q.tà max NA 2.000 kg. Capacità di macinazione nitrato ammonico: da 25 a 32 operazioni da 250 Kg/una al giorno = Kg Nitrato ammonico macinato Kg/d da 6.250 a 8.000 ( Kg/h da 830 a 1.050). - Stoccaggio Nitrato di Nitrato Ammonico Locale Tettoia N. 56

5.3.0 Demilitarizzazione - PROCEDURE La demilitarizzazione è una lavorazione su commessa, consistente nella fornitura di un "servizio" con il quale la Società si impegna a rendere inattivo e non più utilizzabile ogni componente dei manufatti militari, dagli esplosivi ai componenti metallici (cartucce, bossoli, granate, spolette etc). Tale attività viene realizzata utilizzando vari macchinari come seghe a nastro, torni, presse, macchine sbossolatrici, trapani a colonna, metal detector, morse idrauliche e un forno di inertizzazione. I locali dove si realizzano le operazioni di demilitarizzazione sono di seguito elencati: - Locale N. 7: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria, max 700 kg N. operai ammessi 15 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a disimballo, sconfezionamento e sbossolamento di proiettili e manufatti bellici. Adibito anche a confezionamento delle cariche di lancio in bossolo o in cartoccio. Vi sono installate una macchina idraulica per lo sbossolamento, una serie di morse idrauliche per il fissaggio dei vari

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manufatti da confezionare, una serie di motoriduttori con dispositivi di svitamento per la separazione dei vari componenti delle cartucce e delle munizioni. Capacità di sconfezionamento polveri di lancio 300 cariche da 10 kg/una pari a 3.000 Kg/d (420 Kg/h) di polvere di lancio ricavata. Nel caso di sconfezionamento di bombe diam 81 od 84 la capacità di sconfezionamento è di 500 pz/d da cui si ricavano 500 proiettili carichi con 420 o da 470 g. di COMPOSITION B (ESOLITE) e 1.000 Kg/d di polvere di lancio (130 Kg/h). - Locale N. 7 bis: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria, max 700 Kg; N. operai ammessi 3 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a montaggio/smontaggio di spolette ed ogive su granate e proiettili di piccolo calibro. Vi sono installate due morse idrauliche per il fissaggio dei manufatti da sconfezionare, e due motoriduttori con morse per il dispolettamento delle granate. Capacità di dispolettamento da 600 a 1.000 spolette da cui si ricavano 23 g. ogni spoletta di Tetrile o Pentrite o RDX pari al max a 23 Kg/d (3 kg/h) di esplosivo Tetrile o Pentrite o RDX. - Locale N. 19: NON E’ UTILIZZATO PER ESPLOSIVI In precedenza autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 100 kg. e in alternativa di esplosivo di IV e V categoria, max 100 Kg.. N. operai ammessi 6 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a sabbiatura e verniciatura proiettili ed in alternativa sconfezionamento spolette, deformazione ogive e loro particolari metallici inerti. Vi sono installate una serie di svitatori a colonna per lo sconfezionamento di spolette, una pressetta meccanica per la deformazione di vari componenti. E’ attualmente utilizzato solamente per operazioni su componenti inerti. - Locale N. 27: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 90 kg; N. operai ammessi 12 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a caricamento per fusione, per compressione e in pastoso di proietti, in alternativa adibito a officina di montaggio e smontaggio colpi completi e cartucce di piccolo calibro. Vi sono installati un tornio per cianfrinare le cartucce, una serie di macchine per la misura della resistenza allo sbossolamento, il tutto completato da attrezzi manuali per le operazione suddette. Vengo effettuate operazioni di demilitarizzazione con sbossolamento e scannellamento. La capacità di scannellamento è di 400 colpi/d. Ogni colpo contiene un cannello da 20 g di Polvere Nera: si ricavano 8 Kg/d di polvere nera, 400 inneschi. Sono sconfezionati 200 colpi completi/d ricavando 4 Kg di polvere di lancio ciascuno. Sono ricavati in totale 800 Kg/d di polvere di lancio. In alcuni casi sono confezionati 200 colpi completi/d consumando 800 Kg/d di polvere di lancio. - Locale N. 30: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 90 kg.; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a finitura proiettili carichi, compresa la fresatura delle cariche, applicazione di “custodiette” e spolette, e in alternativa deferrizzazione con metal detector di esplosivi in genere. Nelle singole celle si ha la seguente situazione: Cella 1^ adibita a sconfezionamento di n° 600 cariche supplementari al giorno da 135 g/una di TNT , per una capacità totale di 81 kg/d di TNT. Il tritolo recuperato è inviato al locale 40 per il recupero per lisciviazione e scagliettatura. La quantità massima di esplosivo che può detonare è di 135 g di TNT. Cella 2^ è effettuato il dispolettamento di munizioni di piccolo calibro (con granate con peso non superiore a 0,2 kg di TNT equivalente; n° 300 operazioni al giorno). La quantità massima di esplosivo presente nella cella sarà inferiore a 0,2 Kg di TNT equivalente. Cella 3^ è effettuato lo sbossolamento di munizioni o razzi di piccolo calibro (con cariche di lancio da 500 g; n° 360 pz./giorno). La quantità massima di esplosivo presente nella cella sarà inferiore a 0,5 Kg di carica di lancio. Cella 4^ sono installati un metal detector ed una bilancia. Vengono passati al metal detector 100 fusti/d da 30 kg ciascuno di TNT (capacità totale di 3.000 Kg TNT/d passati al metal detector al giorno). La quantità massima di esplosivo presente nella cella sarà inferiore a 30 Kg TNT. Come previsto in licenza, l’attività di deferrizzazione con metal-detector è in alternativa alle altre.

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- Locale N. 39: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria 500 Kg; N. operai ammessi 3 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a dispolettamento e/ o disogivamento proiettili, ed in alternativa, taglio sott’acqua di granate e manufatti bellici. Vi sono installate due macchine per il dispolettamento e due seghe a nastro per il taglio. Completa l’attrezzatura una serie di chiavi per le operazioni suddette. Sono tagliate 130 granate contenenti 3 Kg di COMPOSITION B (ESOLITE) o A3 (RDX flemmatizzato con cera) ricavando 390 Kg/d di esplosivo (Composition B od A3). In alternativa sono tagliate 250 cariche di rottura/d contenenti 190 g ciascuna di esplosivo, ricavando 48 Kg/d di esplosivo. - Locale N. 40: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria 500 kg; N. operai ammessi 4 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a scaricamento per lisciviazione e/o bagnomaria di proiettili, granate e manufatti in genere. Vi è installato un impianto per la lisciviazione delle granate costituito da vasche di preparazione acqua calda, elettropompe, un collettore reggi granate, due vasche per il bagnomaria, un impianto di scagliettamento. Completa l’impianto una bilancia e attrezzi vari per le operazioni suddette. Sono scaricate per lisciviazione n° 28 granate per volta (170 granate/d) da 16,3 kg/una. Totale 2.770 Kg/d TNT recuperato. In alternativa sono scaricate a bagnomaria n° 600 granate/d caricate con 3 Kg/una di Composition B. Totale 1.800 Kg/d di composition B recuperato. - Locale n°52: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o IV V categoria max 300 kg e in alternativa di II categoria max 10 Kg e in alternativa III cat. Max 0,5 kg ; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a piazzola a cielo aperto per la bruciatura dei cascami, degli scarti di esplosivi e delle polveri di lancio. Non ci sono macchine. Sono presenti solo attrezzi manuali, quali rastrelli, pale, ecc. La distruzione pirica di polvere di lancio avviene con quantità di 300 Kg/per volta per un totale di 3.000 Kg/d di polvere di lancio distrutta. Sono inoltre distrutti 500 Kg/d di esplosivi di II categoria (TNT, COMPOSITION B (ESOLITE), Tetrile). - Locale N. 42: non è autorizzato per la lavorazione di esplosivi. Adibito alla deformazione permanente del bocchino, del codolo e della corona di forzamento di proiettili e granate. Vi sono installati due torni per lo scoronamento. - Locale N. 55: autorizzato per la lavorazione di esplosivi di I e/o II categoria max 100 kg ed in alternativa di III categoria max 25 kg ed in ulteriore alternativa IV e V cat. Max 100 kg; N. operai ammessi 2 più il personale tecnico di sorveglianza. Adibito a inertizzazione di artifizi pirici e cartucciame fino al calibro 20 mm, per termodemolizione. Vi è installato un forno rotativo completo di impianto di depurazione dei fumi, con filtri a maniche e carboni attivi. Nel forno di termodistruzione sono trattate spolette o codoli di bombe. La quantità è di 600 spolette/d con quantità di esplosivo di 20 g/una. La quantità totale trattata è di 12 Kg/d.

5.4 Individuazione e classificazione sostanze. Nei locali di lavorazione e depositi vengono trattati i seguenti tipi di esplosivo, contenuti nelle loro confezioni originali, di cui si riporta il numero di classificazione ONU secondo le raccomandazioni delle Nazioni Unite (Orange Book).

• Esplosivi ANFO (Nitrato Ammonico) Esplosivi da mina di tipo B UN 0082 1.1D; • Esplosivi polverulenti a base di NA e TNT Esplosivi da mina di tipo B UN 0082 1.1D; • Cartucce da caccia e tiro e per armi di piccolo calibro: UN 0012 1.4S; • Cartucce con proiettile inerte per armi UN 0339 1.4C; • Polvere nera sotto forma di grani o polvere fine: UN 0027 1.1 D; • Esplosivo da mina di tipo E UN 0241 1.1 D; • Detonatori da mina non elettrici UN 0029 1.1 B; • Miccia di sicurezza (miccia lenta o cordone Bickford) UN 0105 1.4 S; • Cordone detonante flessibile UN 0065 1.1 D; • Detonatori da mina elettrici UN 0030 1.1 B; • Assemblaggi di detonatori da mina non elettrici UN 0360 1.1B;

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• Cartucce per armi con cariche di scoppio (Bombe da diam 81mm HE) UN 0321 1.2E; • Cartucce per armi con cariche di scoppio (Razzi diam. 84mm HE) UN 0006 1.1E; • Cartucce con proiettili inerti, armi di piccolo calibro (cartucce diam 9mm) UN 0012 1.4S; • Cartucce con proiettile inerte per armi UN 0328 1.2C; • Proiettili con carica di scoppio (granata 8” HE) UN 0168 1.1D; • Cariche di lancio per cannone UN 0242 1.3C; • Mine con cariche di scoppio (mine antiuomo e anticarro) UN 0137 1.1D; • Oggetti esplosivi N.A.S. (riduttori di fiamma) UN 0463 1.1D; • Tritolo UN 0209 1.1D; • Esolite (Composition B) UN 0118 1.1D; • T4, RDX, Esogeno, Ciclonite, desensibilizzato UN 0483 1.1D; • Tetrile UN 0208 1.1D.

5.5 Fase dell'attività in cui intervengono o possono intervenire utilizzi di altre sostanze. 5.5.1 Utilizzo di nitrato ammonico e gasolio per produrre l’esplosivo ANFO Locale 51:

• Macinazione del nitrato ammonico con mulino a pioli. Stoccaggio in prossimità del mulino di max. 2.000 Kg. di nitrato ammonico in fase di lavorazione.

Locale 32: • Preparazione AN-FO: si utilizzano Nitrato Ammonico e gasolio.

Locale 8:

• Confezionamento ed imballaggio esplosivo ANFO. Il prodotto finito viene trasportato con una bacinella con coperchio dal reparto 32 al reparto 8, dove viene caricato sulle tramogge delle macchine confezionatrici. Il prodotto è confezionato in sacchetti o tubi di polietilene, che sono trasferiti attraverso un nastro a rulli alla zona di imballaggio in scatole di cartone e successiva pallettizzazione. I pallet di prodotto finito vengono immagazzinati nei depositi.

Depositi di II categoria: contengono l’esplosivo ANFO prodotto. Tettoia 56: viene stoccato il Nitrato Ammonico in big bag da 1.000 Kg/uno Deposito Tot. 100 t. 5.5.2 Scaricamento di munizionamento e recupero e rilavorazione di tritolo (o Composition B, Esolite) Locale 40:

• Scaricamento a mezzo di acqua calda, di munizioni cariche di TNT o Composition B e loro recupero per fusione. Il tritolo fuso viene poi solidificato facendo ruotare in continuo un rullo di acciaio inox nella vasca del tritolo. Il rullo è internamente raffreddato e si forma un piccolo strato (pochi decimi di mm) di tritolo solido sul rullo che è distaccato in continuo dal rullo mediante un supporto di bronzo. Nel distacco si formano piccole scagli di tritolo. L’esplosivo composition B (esolite) è invece scaricato con acqua calda a bagnomaria, recuperato e versato in apposite vaschette e lasciato solidificare ricavandone pezzi della dimensione di qualche centimetro.

Locale 12:

• Il tritolo in scaglie proveniente dallo scaricamento, locale 40, viene macinato utilizzando mulini a palle di plastica in botti di legno. La macinazione avviene per mezzo della rotazione delle botti di legno

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mosse da motoriduttori. Non vi è presenza di personale durante il funzionamento delle macchine. L’accesso al locale è impedito dalla presenza di una idonea barriera di arresto dell’impianto in caso di ingresso di persone, posta all’esterno del terrapieno Alla fine del ciclo il tritolo macinato viene scaricato in contenitori pallettizzati. Deve essere utilizzato il metal detector per la verifica di assenza di corpi estranei.

Locale 50:

• L’esplosivo Composition B (esolite) viene fuso utilizzando un fusore riscaldato con vapore acqueo e trasportato al locale 32.

Locale 30: • si ricava TNT dallo sconfezionamento di cariche supplementari. • si controlla il tritolo al metal-detector.

Locale 39: • Si effettua il taglio delle granate e si recupera l’esplosivo Compound B.

Locale 52 • Nel piazzale di bruciatura si brucia il TNT o COMPOSITION B (ESOLITE) di scarto (max 10 kg per

volta). Depositi di II categoria:

• contengono i prodotti sopra citati. 5.5.3 Utilizzo di tritolo (o Composition B, esolite) e Nitrato ammonico per produrre esplosivi polverulenti: Locale 32:

• Preparazione esplosivi polverulenti: si utilizzano il nitrato ammonico macinato, il TNT macinato e, in alcuni prodotti, il Composition B (esolite) fuso, rovesciando manualmente i relativi contenitori nelle bacinelle. Le bacinelle sono trasportate e posizionate sotto i mescolatori per la fase di miscelazione.

• Preparazione di miscele a caldo con esplosivo composition B (esolite) fuso e versato nella bacinella del mescolatore insieme con il nitrato ammonico.

Locale 8: • Confezionamento esplosivi polverulenti: Il prodotto finito miscelato, viene trasportato con una

bacinella con coperchio dal reparto 32 al reparto 8, da dove attraverso un aspiratore pneumatico, viene caricato sulla tramoggia della macchine confezionatrici. Il prodotto è confezionato in tubi di polietilene, che sono trasferiti attraverso un nastro a rulli alla zona di imballaggio in scatole di cartone con successiva pallettizzazione. I pallet di prodotto finito vengono immagazzinati nei depositi.

Depositi di II categoria: • contengono i prodotti sopra citati.

5.5.4 Esplosivo Ciclonite (Esogeno, RDX, T4) Locale 7 bis e locale 30:

• Nel locale si dispolettano le granate. L’esplosivo ciclonite si ricava dalle spolette e booster di manufatti bellici durante le lavorazioni di demilitarizzazione.

Locale 39: • Si effettua il taglio delle granate e si recupera l’esplosivo A3 (RDX flemmatizzato con cera)

Locale 52 • Nel piazzale di bruciatura si brucia l’esplosivo RDX di scarto (max 10 kg per volta).

Depositi di II categoria: • contengono i prodotti sopra citati.

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5.5.5 Esplosivo tetrile: locale 7 bis e locale 30

• Nel locale si dispolettano le granate. L’esplosivo tetrile si ricava dalle spolette e booster di manufatti bellici durante le lavorazioni di demilitarizzazione.

Locale 52 • Nel piazzale di bruciatura si brucia il tetrile di scarto (max 10 kg per volta).

Depositi di II categoria: • contengono i prodotti sopra citati.

5.5.6 Polveri di lancio: Locale 7 e locale 30:

• Si sconfezionano le cariche di lancio e si recuperano le polveri di lancio. Si sconfezionano le bombe da 81 o da 84 e si recuperano le cariche di lancio.

Locale 27: • Sono sconfezionati 200 colpi completi/d ricavando polvere di lancio. In alcuni casi sono riconfezionati

200 colpi completi/d, impiegando polvere di lancio di recente fabbricazione. Locale 52

• Nel piazzale di bruciatura si brucia la polvere di lancio di scarto (max 300 kg per volta) Depositi di I categoria: contengono i prodotti sopra citati. 5.5.7 Polvere nera: Locale 27:

• Sono scannellati 400 bossoli/d ricavando 400 cannelli di PN. I cannelli ricavati sono scaricati ricavandone Polvere Nera ed inneschi.

Depositi di I categoria: contengono i prodotti sopra citati. 5.5.8 Spolette e inneschi: Locale 7bis:

• Sono smontate spolette ed ogive da munizionamento di piccolo calibro. Locale 27:

• è effettuato lo scannellamento dei bossoli e il successivo smontaggio dei cannelli con recupero degli inneschi.

Locale 55: • è utilizzato un forno di termodistruzione per l’inertizzazione di inneschi, spolette, cartucciame fino al

calibro 20 mm e artifizi pirici. 5.5.9 Cartucce da caccia e da tiro: Deposito 48

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• Viene effettuato il semplice deposito. Il prodotto finito è acquistato da ditte esterne custodito in deposito e commercializzato.

6.0.0 Quantità di esplosivi effettiva massima prevista.

Le sostanze pericolose come da notifica 03.03.2006 sono:

UN ADR 1.1 Esplosivi da mina E,T R2

UN ADR 1.1 E,T,N R2

Trinitrotoluene (TNT)

UN ADR 1.1 Compound B E,T R2

UN ADR 1.1 Polvere nera E R2

UN ADR 1.1 - 1.4 Micce detonanti e

di sicurezza E R2

UN ADR 1.1 - 1.4 Detonatori a fuoco, elettrici e ad onda

d'urto E R3

UN ADR 1.1 - 1.2 - 1.5 - 1.6

Munizionamento vario calibro

E,T R2

UN ADR 1.3 E R2

167,4 t

Polveri di lancio e cariche di lancio

UN ADR 1.4 E,T R2 5,6 t

Cartucce da caccia e tiro

Totale quantità di esplosivo come da licenza di P.S. 173 t

Nitrato Ammonico O R7, R38 100 t

Tutti i prodotti sono riconosciuti dal Ministero dell’Interno Direzione Generale di P.S. (Allegato “A” del Regolamento del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, R.D. 635/1940) e sono stati testati e riconosciuti idonei all’impiego da parte del Ministero dell’Industria del Commercio dell’Agricoltura e dell’Artigianato (oggi Ministero delle Attività Produttive) che li ha inseriti in apposito Elenco.

Ogni imballo di esplosivi ed accessori da mina riporta la dichiarazione del fabbricante circa la stabilità chimica dei componenti a garanzia della prevenzione da detonazioni accidentali e/o premature. In allegato del R.d.S.:

- Schede di sicurezza dei prodotti in 16 punti, - Schede tecniche dei prodotti.

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6.1.0 Rischio di incidente rilevante E’ costituito dalla possibilità di esplosione chimico fisica dei prodotti contenuti all’interno delle unità di stoccaggio che è identificato dalle frasi di rischio R2 o R3 (Categoria 5 del D.Lgs. 334/99 modificato con D.Lgs. 238/05) e UN/ADR 1.4 (Categoria 4 del D.Lgs. 334/99 modificato con D.Lgs. 238/05), dal rischio di proiezioni di frammenti in caso di esplosione. Per diminuire il rischio di proiezioni, sono programmati i seguenti interventi: la copertura dei locali sarà realizzata con lastre di materiale incombustibile leggero e friabile, le strutture di copertura, saranno realizzate in materiale leggero e di classe 1 di reazione al fuoco, le parti meccaniche dei macchinari sovrastanti l’esplosivo saranno leggere, comunque prive di masse metalliche importanti, i serramenti saranno in materiale leggero di classe di reazione al fuoco 0 oppure 1, le superfici trasparenti saranno leggere, di classe 1 di reazione al fuoco, prive di schegge pericolose in caso di esplosione. Si sono considerati di minor importanza il rischio di presenza di gas tossici e di vibrazioni dovute al propagarsi di onde sismiche a seguito di un’esplosione. Tutti gli esplosivi sono stati suddivisi in due categorie principali corrispondenti alle seguenti frasi di rischio:

• R2: Rischio di esplosione per urto, attrito o altre sorgenti di ignizione, o R3: Elevato rischio di esplosione per urto, attrito o altre sorgenti di ignizione. (Categoria 5 del D.Lgs. 334/99 modificato con D.Lgs. 238/05)

• UN/ADR 1.4 (Categoria 4 del D.Lgs. 334/99 modificato con D.Lgs. 238/05)

6.2.0 APPLICAZIONE FORMULA D. LGS. 334/99 MODIFICATO CON D.LGS. 238/05ALL. I, NOTA 4 Per stabilire se lo stabilimento rientra negli obblighi prescritti dagli art. 6 e 7 soltanto o anche dall’art. 8 del D. Lgs. 334/99, la formula riportata nell’All. I, nota 4, è stata applicata considerando le quantità limite della colonna 3 della tabella dell’allegato I. Le sostanze pericolose presenti nello stabilimento sono le seguenti: 1. Esplosivi Classe E, R2 o R3, (T) , (N)(R51/53) 167,4 t 2. Nitrato ammonico Classe O 100 t 3. Cartucce da caccia e tiro Classe E, T, UN/ADR 1.4 5,6 t La verifica è effettuata per il gruppo di sostanze il gruppo “E” (E, O, F+, F, R10). q1/Q1 + q2/Q2 + q3/Q3 = 167,4/50 +100/2.500 + 5,6/200= 3,41 > 1 Lo stabilimento è soggetto alle prescrizioni dell’art. 8 del D. Lgs. 334/99.

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6.3.0 Tabella con indicazione delle principali tipologie di esplosivo utilizzati e presenti in deposito

Prodotto Entità del rischio di

esplosione Simbolo Eventuali altri

rischi frasi R Consigli di

prudenza frasi S Fumi

sviluppati

Esplosivo a base di Nitrato Ammonico

AN-FO E R2

Vedi SDS

Vedi SDS

CO, CO2, NOx

Esplosivo polverulento a base di TNT E, T R2

Vedi SDS Vedi SDS CO, CO2,

NOx

Esplosivo TNT E, T, N R2

Vedi SDS Vedi SDS CO, CO2,

NOx

Cartucce da caccia e tiro E,T UN/ADR 1.4

Vedi SDS Vedi SDS SOx, COx, PbOx K2O, AlOx, BaOx,

SbOx

Esplosivo Composition B E, T R2

Vedi SDS Vedi SDS CO, CO2,

NOx

Esplosivo Ciclonite (RDX, T4) E, T

R2

Vedi SDS Vedi SDS CO, CO2,

NOx

Esplosivo Tetrile E, T R2

Vedi SDS Vedi SDS CO, CO2,

NOx

Polvere nera da mina e Polvere nera per uso pirotecnico

E R 2

Vedi SDS Vedi SDS SOx, NOx,

K2O

Miccia detonante alla Pentrite (PETN) E R2

Vedi SDS Vedi SDS NOx, HCl, CO, CO2

Polveri di lancio

E R2

Vedi SDS

Vedi SDS CO, CO2,

NOx

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6.4.0 Comportamento chimico e/o fisico nelle condizioni normali di utilizzazione durante il processo. La stabilità o l'instabilità possono essere desunte da conoscenze storiche e/o da letteratura o in base a risultati di ricerca del tipo A.R.C. (Accelerating Rate Calorimeter). Tutti i prodotti sono riconosciuti dal Ministero dell’Interno Direzione Generale di P.S. (Allegato “A” del Regolamento del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, R.D. 635/1940) e sono stati testati e riconosciuti idonei all’impiego da parte del Ministero dell’Industria del Commercio dell’Agricoltura e dell’Artigianato (oggi Ministero delle Attività Produttive) che li ha inseriti in apposito Elenco. Ogni imballo di esplosivi ed accessori da mina riporta la dichiarazione del fabbricante circa la stabilità chimica dei componenti a garanzia della prevenzione da detonazioni accidentali e/o premature.

6.5.0 Sostanze che possono originarsi per modificazione o trasformazione della sostanza considerata. Non vi sono reazioni chimiche nel processo di fabbricazione con miscelazione e imballo. I componenti utilizzati come additivi, i lubrificanti, le guarnizioni, i materiali con cui il prodotto può venire a contatto sono chimicamente verificati attraverso specifici test di compatibilità con l’esplosivo (“vacuum test”). Si tratta di un test definito dalla specifica STANAG 4147 che consiste nel predisporre, secondo modalità standardizzate, materiale ridotto in polvere, di cui si vuol testare la compatibilità a contatto con l’esplosivo interessato, anch’esso in polvere, all’interno di una provetta. La provetta viene messa sotto vuoto, a bagno-maria a temperatura elevata per molte ore e alla fine del test si verificano le quantità di gas che si sono sviluppati. A seconda del volume di gas sviluppati si determinano delle soglie di perfetta o moderata compatibilità o di incompatibilità.

6.6.0 Situazioni di contemporanea presenza di sostanze incompatibili. Presenza di prodotti combustibili (olio, grasso, gasolio) a contatto con nitrato ammonico. È predisposta specifica procedura di controllo e di pulizia nel SGS.

ANALISI PRELIMINARE PER INDIVIDUARE AREE CRITICHE D I ATTIVITÀ INDUSTRIALE.

vedi analisi di dettaglio allegati 6, 7, 8 dal R.d.S.

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7.0.0 SICUREZZA DELL'IMPIANTO.

Il problema di sicurezza più importante della manipolazione di esplosivi è la possibilità dell’insorgere di un incendio e/o di una detonazione, con sovrapressione e proiezioni. Sono considerati di minor importanza il rischio di presenza di gas tossici e di vibrazioni dovute al propagarsi di onde sismiche a seguito di un’esplosione.

Le materie utilizzate sono in alcuni casi tossiche. Il munizionamento di piccolo e medio calibro depositato e trattato nell’attività, presenta il rischio specifico di proiezioni di schegge. A diminuzione del rischio d’incendio ed esplosione, oltre a quanto riportato nell’analisi di Hazop allegata, sono presi i seguenti accorgimenti sull’impianto: 7.1.0 Misure di prevenzione:

• gli impianti elettrici sono eseguiti in accordo con le norme CEI in vigore (CEI 64-2) per luoghi di classe COZ0, COZ1, COZ2 (vedi relazione di classificazione delle zone AD allegata); sarà rispettato quanto previsto dalla legge 46/90, sarà eseguito il progetto degli impianti a firma da parte di tecnico abilitato, sarà disponibile il Certificato di Conformità da parte della Ditta installatrice. Non sono realizzati impianti elettrici nella zona C0Z0 dell’impianto, né componenti elettrici a sicurezza intrinseca (non sono presenti apparecchiature elettriche in zone della macchina a contatto con l’esplosivo).

• E’ verificata periodicamente la messa a terra di tutti i componenti metallici. 7.2.0 Misure di protezione:

• Nelle zone di deposito e lavorazione di esplosivo, sono installati gli impianti di protezione antincendio approvati ed evidenziati nel PEI.

La gestione dello stabilimento è soggetta a disposizioni tecniche e norme di legge di cui si ribadiscono di seguito le più importanti: - Regio Decreto n° 773 del 18/06/1931: Approvazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. - Decreto del Presidente della Repubblica 19/03/1956 n 302 - Regio Decreto n° 635 del 06/05/1940: Approvazione del Regolamento per l'esecuzione del T.U.L.P.S. 18

giugno 1931, n. 773 delle leggi di pubblica sicurezza. - Decreto Ministeriale del 04/09/1996: Attuazione della direttiva 94/55/CE del Consiglio concernente il

ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada. - Decreto Legislativo del Governo n° 626 del 19/09/1994: Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE,

89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE, 93/88/CEE, 97/42/CE e 1999/38/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro (e leggi in riferimento).

Ai lavori con esplosivi non possono essere adibiti i minori di anni 18. Le singole operazioni di fabbricazione e manipolazione degli esplosivi sono eseguite in laboratori distinti ed isolati, in relazione alla loro pericolosità. I lavoratori che effettuano operazioni presentanti rischi specifici sono protetti con mezzi e attrezzature atti a salvaguardarne l'integrità fisica ed in particolare: a) mediante la difesa dei singoli posti di lavoro e dei lavoratori con schermi di sicurezza e con l'adozione di dispositivi atti a ridurre il pericolo; b) con l'adozione di congegni di nota efficacia che consentano di effettuare le lavorazioni a distanza di sicurezza; c) con l'effettuazione di lavorazioni in blinda o a distanza, comandate da posizioni di sicurezza, nel caso di lavorazioni di maggior pericolo quali la fresatura degli esplosivi, lo smontaggio e il taglio dei proiettili, il petrinaggio meccanico e la molazzatura. I lavoratori, appena entrati negli stabilimenti di fabbricazione, manipolazione o deposito di materie esplodenti, indossano appositi indumenti e calzature di lavoro, che sono forniti loro dalla società. Le calzature sono prive di chiodi, punte od altri elementi di ferro o di acciaio. Negli indumenti di lavoro non ci sono bottoni, fibbie o chiusure di metallo.

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Gli addetti a lavorazioni, che comportino particolari rischi, quale la laminazione delle polveri, sono protetti con appositi indumenti. È vietato portare coltelli, chiavi, anelli o qualsiasi altro oggetto di metallo. Nei reparti in cui è necessario, le lavoratrici raccolgono i capelli in apposita cuffia. I preposti hanno l'obbligo di controllare ed assicurare l'osservanza delle norme contenute nei comma precedenti. I pavimenti dei locali di lavoro, esclusi quelli destinati a depositi, hanno i requisiti rispondenti alle caratteristiche dell'esplosivo trattato; in particolare sono senza fessure, di facile pulizia e lavaggio nonchè privi di elementi di ferro o di acciaio affioranti. Qualora la natura della lavorazione lo richieda vengono predisposti rivestimenti a graticci. I pavimenti devono essere raccordati alle pareti lungo i bordi. Sono adottate particolari precauzioni contro l'accumulazione di elettricità statica in vicinanza di materie infiammabili ed esplodenti, secondo i casi e le esigenze della lavorazione, favorendo anche la dispersione delle cariche elettrostatiche con collegamenti a terra. Mezzi idonei sono adottati, ed i lavoratori hanno l'obbligo di farne uso, per evitare possibilità di scariche dovute all'elettricità statica eventualmente accumulatasi sui lavoratori addetti alla manipolazione di esplosivi particolarmente sensibili al manifestarsi di tali fenomeni. Nelle lavorazioni di cui al comma precedente è vietato l'uso di indumenti di lavoro formati con fibre facilmente elettrizzabili. Quando l'esplosivo viene riscaldato, come nel caso di fusione del tritolo e miscele:

a) Sono usati come mezzo scaldante esclusivamente l'acqua oppure il vapore; b) Gli apparecchi con serpentino percorso da vapore o camicia di vapore sono adoperati solo nei casi

richiesti dalla natura dell'esplosivo da fondere. In tale ipotesi la temperatura massima del mezzo scaldante viene limitata, nel caso di vapore, da un gruppo "valvola di riduzione-valvola di sicurezza" applicato tra il generatore di vapore ed il recipiente e da una valvola di sicurezza applicata sul corpo scaldante del recipiente, che limiti la temperatura entro valori compatibili con la natura dell'esplosivo. Le valvole sono di tipo regolamentare e mantenute in perfette condizioni di regolazione e di efficienza. Nel riscaldamento ad acqua calda il recipiente contenente l'acqua è provvisto di tubo di scarico libero ed è costruito e collocato in modo che la temperatura dell'acqua non possa, in ogni caso, superare i 100 gradi centigradi.

c) L'afflusso del mezzo scaldante al dispositivo di riscaldamento dell'esplosivo è regolabile, bloccato su una posizione massima, in relazione alla natura della lavorazione; d) Il recipiente nel quale si effettua il riscaldamento dell'esplosivo è provvisto di strumenti di controllo della temperatura (generalmente doppi) e, se del caso, della pressione.

d) È vietato immettere vapore sull'esplosivo o nelle lance che iniettano acqua calda nei proiettili per il recupero dell'esplosivo a mezzo di fusione.

Per i comportamenti e le procedure da attuare nell’ambito dell’attività oggetto della relazione sono riportate nelle relative procedure PR di utilizzo e nelle istruzioni tecniche IT allegate al SGS.

7.3.0 Analisi storica.

In merito all’esperienza storica e le fonti di informazione relative alla sicurezza di impianti similari, con riferimento alla possibilità di insorgere di incendi, esplosioni ed emissioni di sostanze tossiche ed inquinanti, vedere All. 5 Analisi storica del R.d.S..

7.4.0 REAZIONI INCONTROLLATE.

L’esplosione è un fenomeno di trasformazione chimico fisica che avviene in tempi rapidissimi accompagnata da sviluppo di energia (per buona parte termica) e in genere da sviluppo di gas. Le velocità di decomposizione degli esplosivi sono piuttosto elevate ma possono variare significativamente tra di loro. Quelle che avvengono a velocità inferiori sono dette “deflagrazioni” dell’ordine di centinaia di metri al

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secondo. Un classico esempio è rappresentato dalla polvere nera che rappresenta, di fatto, il “capostipite” degli esplosivi deflagranti classificati secondo il T.U.L.P.S. in prima categoria. Quelle corrispondenti a velocità più elevate sono dette “detonazioni”, dell’ordine di migliaia di metri al secondo. Sono caratteristiche della maggior parte degli esplosivi detonanti che vengono classificati in seconda categoria secondo la sopracitata normativa. I gas prodotti dalla reazione tendono ad occupare volumi di gran lunga superiori a quelli corrispondenti alle sostanze di partenza (da 1 kg di esplosivo si sviluppa approssimativamente circa 1 metro cubo gas in condizioni di elevata temperatura e pressione). L’esplosivo diviene pericoloso e può esplodere se, in qualsiasi modo, viene incendiato in determinate quantità ed in condizioni di spinto confinamento, soprattutto quando il calore dei fumi che progressivamente si sviluppano, fa aumentare la temperatura del locale o degli involucri in cui è contenuto l’esplosivo stesso. Si sottolinea invece come la combustione di piccoli quantitativi di esplosivo, all’aperto ed in condizioni di sicurezza, rappresenti uno dei più efficaci sistemi di distruzione normalmente adottato nella “routine di cantiere” (cave, miniere e gallerie). In queste circostanze l’esplosivo brucia senza evolvere verso processi di deflagrazione e/o detonazione. Per garantire elevati standard di sicurezza tutto il personale che agisce nell’ambito dello stabilimento è comunque a conoscenza che è tassativamente vietato fumare o accendere fiamme libere. È allegato il permesso di lavoro e la procedura di lavori a fiamma libera (vedasi procedure del SGS). In merito a questo aspetto, specifica cartellonistica è stata collocata in prossimità dei locali. Gli esplosivi industriali hanno per contro un’accentuata stabilità (intesa come “resistenza” alla propria decomposizione chimica) che ne permette l’impiego in un ampio campo di temperature e pressioni e per intervalli temporali abbastanza estesi dalla loro data di fabbricazione. Tali caratteristiche sono specificate con maggior dettaglio nelle schede di sicurezza dei prodotti allegate al presente Rapporto di Sicurezza. I normali esplosivi non si decompongono per effetto di normali sollecitazioni meccaniche quali urti, attrito, calore, fiamme od altre sorgenti di ignizione. Per innescare l'esplosione debbono venir impiegati opportuni artifizi, detti comunemente detonatori, che racchiudono al proprio interno esplosivi più sensibili al calore ed agli urti e che vengono fatti esplodere, in modo assolutamente controllato, mediante idoneo trasferimento dell’energia necessaria allo scopo, nell’istante desiderato. Le quantità di esplosivo contenute all’interno dei detonatori sono dell’ordine del grammo e sono contenute in apposite capsule metalliche. Come prescritto dalla normativa (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) le capsule detonanti, classificate in terza categoria, vengono sempre immagazzinate in locali diversi dagli altri esplosivi detonanti o deflagranti. L'effetto nocivo per l'uomo legato al fenomeno delle esplosioni è evidentemente costituito dall’onda di pressione che si sviluppa a seguito del violento quanto rapido rilascio di energia ed alla proiezione di eventuali frammenti costituenti le strutture di contenimento dell’esplosivo. Il controllo dei parametri critici per la sicurezza sono riportati nell’analisi di Hazop, allegato 6, nelle procedure di utilizzo e di manutenzione delle macchine allegate al SGS. Ad evitare reazioni incontrollate, è posta particolare attenzione alle sostanze con cui il materiale esplosivo può venire a contatto. I materiali con cui l’esplosivo può venire a contatto sono sottoposti a test di compatibilità con l’esplosivo stesso attraverso idonei test di laboratorio (saggio Abel e “vacuum-test”). 8.0.0 METEOROLOGICI E PERTURBAZIONI GEOFISICHE, METEOMARINE E CERAUNICHE.

Dati meteorologici, climatici e pluviometrici

L’influenza degli agenti meteorologici, nel caso si verifichi un incidente rilevante, è limitato all’emissione di prodotti di combustione a seguito d’incendio, in quanto l’esplosione è un fenomeno di cinetica elevatissima con rapida dispersione dei prodotti della detonazione (a causa delle elevate temperature e pressioni del processo) senza alcuna possibilità di concentrazione e/o di persistenza dei gas liberati. Il Rischio di Incidente Rilevante è rappresentato soprattutto dai fenomeni impulsivi legati alla creazione di onde d’urto. Si riportano comunque, di seguito, alcuni dati meteorologici rilevati dalla rete regionale della Toscana.

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Inverno: Temperatura Media

(Gradi Centigradi)

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Estate: Temperatura Media

(Gradi Centigradi)

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Precipitazioni Annuali (millimetri totali annuali)

Per quanto riguarda la direzione prevalente del vento i dati disponibili rivelano la preponderanza della direzione del vento lungo la valle del Magra da Nord a Sud o viceversa

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8.1.0 Dati Geologici

Si precisa che la situazione geologica nel nostro caso ha possibili relazioni con il TOP EVENT, solamente per la fase di lavorazione e confezionamento degli esplosivi. Nella preparazione e confezionamento dell’esplosivo AN-FO, nelle operazioni di disimballo e sconfezionamento di bombe e munizioni, nelle operazioni di smontaggio spolette, nelle operazioni di sbossolamento, nelle operazione di controllo con metal detector, la situazione geologica ha basse relazioni con il TOP EVENT, sia in riferimento alle cause scatenanti che alle conseguenze di eventuali incidenti. Nella preparazione e confezionamento di esplosivi polverulenti, nello scannellamento, nella fusione, nello scaricamento, nello sconfezionamento cariche supplementari, nel taglio di granate, nelle operazioni di termodistruzione, la situazione geologica ha possibili relazioni con il TOP EVENT. Come misura di protezione un unico sensore sismico, deenergizzerà tutte le attività di lavorazione con esplosivi, in caso di evento sismico importante, lasciando inserita l’alimentazione ai servizi di sicurezza e antincendio.

8.2.0 Dati Idrografici e idrogeologici

Al centro dello stabilimento passa il fosso del Piano, il cui alveo è mantenuto pulito e sgombro e dotato di idonee protezioni di contenimento rispetto allo stabilimento stesso. L’esperienza storica di alcuni decenni non ha nessun inconveniente al riguardo da segnalare. 8.3.0 Dati sulla sismicità dell’area

Per quanto riguarda la sismicità dell’area in base al decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 03.03.75 (emanato ai sensi dell’art. 3 della legge 64 del 02.02.1974) è stato disposto che le norme tecniche ivi contenute si applicano alle località sismiche attualmente già classificate in virtù delle preesistenti disposizioni in materia, nella 1ª e 2ª categoria, ad esse attribuendo rispettivamente i gradi di sismicità S=12 (coefficiente sismico C=0,1) e S=9 (coefficiente sismico C=0,07). Alle aree precedentemente non classificate viene applicato il valore S=3 (coefficiente sismico C=0,04) (precedente criterio di classificazione). Non si fa spesso sufficientemente distinzione tra sismicità, pericolosità e rischio sismico. Con il primo termine sismicità si intende, in riferimento ad una certa area, il fatto che questa sia più o meno interessata dal manifestarsi dei terremoti, con il secondo la stima che in una data zona si verifichi un terremoto con effetti superiori ad una certa soglia di severità in un certo intervallo di tempo. Per quanto riguarda il rischio sismico, i criteri generali più recenti di classificazione del territorio, ai sensi dell’art. 93 del D.L. 112/98, prevedono 4 tipi di zone a rischio decrescente nei riguardi del fenomeno sismico e individuano il territorio della zona del Comune di Aulla e Licciana Nardi, codice ISTAT rispettivamente 2001 09045001 e 009 rientrante nella zona 2, zona abbastanza esposta al rischio sismico (accelerazione orizzontale con probabilità di superamento del 10% in 50 anni di 0,15-025 a/g). Il rischio sismico in relazione all’accadimento di un incidente rilevante risulta, nel caso dei depositi, estremamente modesto, per l’assenza di qualunque processo produttivo, per la tipologia stessa delle strutture (di contenuto sviluppo verticale), per la tipologia dei prodotti trattandosi in ogni caso di prodotti finiti opportunamente confezionati ed imballati. Per i reparti di lavorazione, dove previsto dall’analisi di sicurezza, è installato un sensore sismico.

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Zone sismiche e loro intensità

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8.4.0 Frequenza dei fenomeni di fulminazione.

Le informazioni sulla frequenza di fenomeni temporaleschi sono confermate dai dati sulla densità annuale di fulminazioni a terra per km quadrato di superficie (n. fulmini / km2 x anno). La zona in esame è localizzata nella fascia di media densità di fulminazione (d = 2,5 fulmini / km2 x anno) ai sensi della norma CEI 81-4). In merito a questo aspetto i locali di stabilimento e deposito, dotati di scarsa elevazione sul piano campagna, sono tutti protetti da terrapieni e muniti di adeguato sistema di protezione dalle scariche atmosferiche realizzato mediante schermo reticolare del tipo a “Gabbia di Faraday”, secondo le prescrizioni dell’allegato “D” del Regolamento T.U.L.P.S. 635/1940 e regolarmente sottoposto a verifica delle resistenza di terra.

9.0.0 INTERAZIONI CON ALTRI IMPIANTI.

Considerare i possibili effetti che altre attività industriali nell'area dello stesso fabbricante possano avere sull'impianto nell'eventualità di un incidente che si verifichi nelle stesse installazioni. Dovranno essere descritte le azioni da eseguire in questa eventualità. Considerare inoltre i possibili effetti che l'attività industriale possa avere sulle altre attività industriali nell'area dello stesso fabbricante nell'eventualità di un incidente che si verifichi nell'installazione in esame.

9.1.0 Per i depositi di esplosivo non è applicabile in quanto non esistono impianti di processo all’interno dell’area del deposito. Si precisa che non sono presenti installazioni nelle immediate vicinanze del deposito. I locali risultano inoltre circondati da terrapieni in modo tale da limitare la propagazione degli effetti verso l’esterno di un’eventuale esplosione accidentale. 9.2.0 Per le attività di lavorazione che si svolgono nello stabilimento si evidenzia che tra i locali non vi sono comunicazioni dirette, ma gli stessi sono separati da robusti terrapieni. I possibili danni sono riportati nei disegni in allegato 9 con le aree di isodanno in caso di incidente nei locali di lavorazione considerando la condizione più conservativa (max quantità di esplosivo ammesso presente, che detona contemporaneamente). Per quanto riguarda la tettoia 56, adibita a deposito di nitrato ammonico, si evidenzia che è posta in zona esterna rispetto all’effetto domino dovuta all’onda d’urto in caso di incidente nei locali 32, 50 o 51. La probabilità di un possibile incidente rilevante sotto la tettoia 56 sarà mantenuta al di sotto del valore di 1E-06, verificando le probabilità di accadimento con il metodo degli alberi di guasto. Nel locale 51, adibito a macinazione del nitrato ammonico, il quantitativo di nitrato presente non supererà 2.000 Kg. Ai fini del calcolo degli effetti (aree di isodanno) il valore rapportato in Kg di TNT equivalente è considerato pari a 1.000 Kg., essendo valutato (in modo conservativo) il rapporto di equivalenza tra il nitrato ammonico e il TNT (vedi allegato 9).

10.0.0 ANALISI DELLA SEQUENZA DEGLI EVENTI INCIDENTALI.

Per la valutazione delle probabilità degli eventi si riportano le conclusioni qualitative delle analisi effettuate. I dettagli di tali analisi quantitative e qualitative vanno resi disponibili esclusivamente per la fase istruttoria.

Si rimanda agli studi di Hazop ed agli alberi di guasto. Vedi allegati 6, 7, 8 del R.d.S.. 10.1.0 PUNTI CRITICI DELL’IMPIANTO. I “punti critici” dell’impianto sono costituiti esclusivamente dai locali di lavorazione di esplosivo, secondo quanto prospettato nella planimetria in allegato 9. Gli elementi critici di ogni impianto/attrezzatura sono riportati negli alberi di guasto e nelle istruzioni tecniche IT allegate al SGS. In caso di incidente le aree di danno più estese sono quelle dei depositi di esplosivi.

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10.2.0 Comportamento dell'impianto in caso di indisponibilità parziale o totale delle reti di servizio quali elettricità, acqua, vapor d'acqua, azoto o aria compressa. Non vi sono conseguenze immediate e dirette nei riguardi dei RIR. Gli impianti di emergenza (antincendio allarme ecc…) rimangono alimentati. L’analisi dettagliata delle conseguenze è riportata nell’analisi di Hazop allegato 6 del R.d.S.

10.3.0 STIMA DELLE CONSEGUENZE DEGLI EVENTI INCIDENTALI.

1.C.1.6.1 Si rimanda alle modalità di esecuzione delle analisi descritte ai punti 6 e 7.

Vedi all. 9 (R.d.S.)

10.4.0 PRECAUZIONI ASSUNTE PER PREVENIRE GLI INCIDENTI

10.4.1 Le precauzioni impiantistiche sono riportate in dettaglio nelle procedure di utilizzo delle macchine, nelle istruzioni di manutenzione delle stesse, nell’analisi di Hazop in allegato 6 e nei disegni dell’allegato 2. Come misure generali dello stabilimento si ha: presenza di personale 24 ore su 24 all’interno dello stabilimento che svolge costantemente attività di custodia e vigilanza. Accurata formazione del personale in merito ai rischi specifici di incidente rilevante ed in grado di verificare l’efficienza generale delle strutture nonché delle attrezzature in uso per la sicurezza. Il layout dei locali è tale da garantire, a priori, un elevato livello di protezione passiva. Sussiste il divieto di fumare e usare fiamme libere all’interno dello stabilimento, ad eccezione delle zone regolamentate.

10.4.2 Accorgimenti previsti per prevenire i rischi dovuti ad errore umano in aree critiche. Sono installati sistemi di interblocco automatico, come precisato dell’analisi di Hazop.

10.4.3 Precauzioni e coefficienti di sicurezza assunti nella progettazione delle strutture. Per la tipologia stessa delle strutture, che sono di scarso sviluppo verticale, il rischio sismico non può provocare incidenti rilevanti nei depositi di esplosivi. Per quanto riguarda le attività di produzione, un evento sismico, potrebbe provocare un incidente rilevante sulle macchine in moto: è perciò prevista l’installazione di un sensore sismico che blocca il loro funzionamento in caso di evento sismico rilevante. Analogamente ha scarsa influenza la ventosità, anche perché le strutture dei locali sono protette da terrapieni e devono essere leggere per evitare proiezioni in caso d’incidente. Particolare attenzione è posta invece nella realizzazione dei terrapieni che devono proteggere le zone esterne e specialmente i percorsi di transito dal propagarsi dell’onda d’urto a seguito di un incidente all’interno del locale di lavorazione. Altro impianto di protezione presente, è rappresentato dall’impianto parafulmine del tipo a Gabbia di Faraday per la protezione dalle scariche atmosferiche, realizzato in ottemperanza alle vigenti leggi ed attuato secondo le norme di buona tecnica (Legge 46/90, Allegato “D” al T.U.L.P.S., norme CEI 81-4). Per le distanze richieste dal TULPS vedasi allegato 2.

10.5.0 Sicurezza dell'impianto valutata separatamente in condizioni normali, anomale, di prova, di partenza di fermata. Per quanto riguarda i depositi, non è applicabile in senso stretto in quanto trattasi di impianto di tipo “statico”, cioè senza processi industriali e/o lavorazioni. La sicurezza dei depositi di esplosivi è stata quindi valutata, nelle normali “condizioni di esercizio” (stoccaggio esplosivi). Allo scopo è stata effettuata una verifica sulla base di quanto espresso al paragrafo precedente per accertare il rispetto delle distanze di sicurezza interne ed esterne in rapporto alla capienza dei magazzini del deposito, vedasi estratto planimetria in allegato 2, 9.

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Per i locali di lavorazione tale valutazione è stata effettuata all’interno della verifica Hazop allegato 6 e per le condizioni di fermata in emergenza, come da procedure d’impiego allegate al SGS. Le condizioni di funzionamento anomalo richiedono la fermata in emergenza dell’impianto. Nell'interno dei locali pericolosi è vietato effettuare lavori di riparazione, manutenzione e demolizione all'edificio, al macchinario e agli impianti senza ordine della direzione. Prima dell'inizio dei lavori di riparazione si provvede a:

a) trasportare in deposito tutti gli esplosivi ed i loro componenti; b) bonificare accuratamente le parti del locale, del macchinario e degli organi in corrispondenza dei punti

in cui devono essere eseguiti le riparazioni e/o gli smontaggi, sotto la diretta sorveglianza di persona competente.

Gli apparecchi ed i recipienti impiegati nella lavorazione degli esplosivi, prima di essere portati alla riparazione, vengono inertizzati. Nella esecuzione di prove di collaudo di impianti, di macchinari e loro parti, che presentano pericolo di scoppio, incendio, disintegrazione, sviluppo di gas o vapori tossici ed emanazioni radioattive, si applicano le seguenti norme. Si considerano macchinari, oltre le macchine propriamente dette, anche le apparecchiature meccaniche, elettriche e magnetiche, i recipienti e le tubazioni/impianti. Definizione di collaudo Sono considerati collaudi: a) le prove eseguite per controllare le rispondenze del funzionamento degli impianti o dei macchinari ai risultati di studi o progetti ovvero alle clausole dei contratti di fornitura; b) le prove eseguite su parti essenziali degli impianti o dei macchinari nel corso delle operazioni di montaggio; c) le prove eseguite dopo i lavori di riparazione che comportino lo smontaggio e la sostituzione di parti od elementi essenziali; d) le prove eseguite per l'impiego e la elaborazione di nuove sostanze su impianti o macchinari già esistenti; e) le prove sperimentali che ingenerino nel materiale sollecitazioni superiori a quelle del normale esercizio. Applicazione delle norme di sicurezza, sorveglianza e responsabilità. Il costruttore o il committente, nel cui stabilimento è eseguito il collaudo, provvede a sorvegliare, sotto la propria responsabilità e per quanto di sua competenza, la regolare applicazione delle norme riportate di seguito. Persone presenti nelle prove. Alle prove parziali o definitive di collaudo possono essere presenti soltanto le persone direttamente interessate e quelle espressamente designate. Dette persone devono essere istruite sul lavoro da compiere, sui pericoli cui sono esposte, sulle precauzioni da prendere per evitarli e sulle operazioni da eseguire nel caso di condizioni di pericolo. Nei locali e nei reparti in cui vengono eseguiti i collaudi deve essere fatto divieto di ingresso ai non addetti ai collaudi stessi ed ai lavori di produzione. Direzione del collaudo. Il costruttore provvede ad affidare la direzione del collaudo, quando questo viene eseguito nel suo stabilimento, ad un tecnico qualificato. Notifiche tra costruttore o fornitore e committente. Il costruttore o il fornitore e il committente devono concordare il giorno o il periodo del collaudo.

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Il fornitore o il costruttore e il committente si notificano a vicenda e prima dell'inizio delle prove, i nominativi e le qualifiche professionali delle persone incaricate di effettuare, sotto la direzione del tecnico indicato nell'articolo precedente, il collaudo nonchè le eventuali sostituzioni o aggiunte. Sia l'accordo di cui sopra che le notificazioni e la designazione, risultano da documentazione scritta. Comunicazione dei rischi al committente. Il costruttore e/o il fornitore deve comunicare al committente, prima del collaudo, istruzioni precise sulla condotta e regolazione dell'impianto o del macchinario e fargli conoscere i rischi noti ed i mezzi per prevenirli ed attenuarli. Ove il rischio di esplosione sia molto grande e probabile quando trattasi di impianti o di macchinari di nuova ideazione o dell'impiego di nuove sostanze o miscele o per la lavorazione di esplosivi, deve provvedersi ad opportuni ricoveri o blindaggi per gli addetti al collaudo ed a comandi a distanza. Tempo delle prove di collaudo Il collaudo presso il committente deve essere effettuato possibilmente fuori dell'orario di lavoro del reparto nel quale viene eseguito il collaudo stesso; qualora non sia possibile, deve essere eseguito a reparto sgombro. In caso di continuità del lavoro, o quando il macchinario da collaudare viene inserito negli impianti per la necessità del ciclo di lavorazione, nel reparto, oltre agli addetti al collaudo, possono permanere soltanto i lavoratori indispensabili alla continuità del processo industriale. In tali casi il macchinario da collaudare viene opportunamente circondato nelle parti pericolose da idonee protezioni. Qualora per la conformazione dello stabilimento in cui viene eseguito il collaudo i pericoli di cui si estendano ad altri reparti, anche in questi si adottano le necessarie misure di cui sopra. Collaudi dopo riparazioni. I collaudi, di riparazioni, effettuati dopo l'installazione presso il committente, di macchinario pericoloso, devono essere eseguiti possibilmente fuori dell'orario di lavoro del reparto. Ove ciò non sia possibile per le esigenze della continuità della lavorazione, il reparto viene lasciato sgombro dal personale, normalmente occupato, per tutta la durata del collaudo. Vengono adottate idonee protezioni contro pericoli di incendio e sostanze dannose.

11.0.0 PRECAUZIONI PROGETTUALI E COSTRUTTIVE.

Norme e/o i criteri utilizzati per la progettazione degli impianti elettrici, dei sistemi di strumentazione di controllo e degli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche e le cariche elettrostatiche.

E’ riportata in allegato 2 la relazione di classificazione delle zone a rischio d’esplosione ai sensi della norma CEI 64-2 per i locali di lavorazione. I locali di deposito non sono provvisti di impianto elettrico. In ottemperanza all’Allegato “D” di cui all’art. 83 del Regolamento di applicazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza R.D. 773/1931 “Norme per la protezione contro le scariche elettriche atmosferiche, degli edifici in cui si lavorano, si manipolano o si conservano sostanze facilmente infiammabili capaci di dar luogo ad esplosioni, oppure sostanze esplosive” ed in riferimento anche alle Norme Tecniche CEI n. 81-4: “Protezione delle strutture contro i fulmini”, è stato realizzato un impianto di protezione delle scariche atmosferiche del tipo a Gabbia di Faraday. E’ stata realizzata l’equipotenzialità di tutto l’impianto elettrico e macchinari per impedire differenze di potenziale verso terra in qualche componente dell’impianto. Gli addetti hanno in dotazioni calzature di sicurezza e tute antistatiche.

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11.1.0 Criteri di protezione dei contenitori delle sostanze pericolose dalla possibile azione di sostanze corrosive. Non sono presenti sostanze corrosive, tuttavia gli esplosivi sono confezionati in un primo involucro (cartuccia in carta paraffinata e/o di polietilene) ed alloggiate in strati all’interno delle casse di cartone o all’interno di munizioni o manufatti bellici. Eventuali lavorazioni di Demilitarizzazione di munizioni speciali saranno intraprese in accordo con quanto allegato nel SGS.

11.2.0 Organizzazione e procedure di controllo qualità. Sono allegate al SGS le procedure e le istruzioni tecniche, in particolare, la procedura per il controllo delle prestazioni

11.3.0 Sistemi di blocco di sicurezza dell'impianto. Per i locali di lavorazione i sistemi di blocco di sicurezza critici previsti sulle macchine di produzione sono elencati nell’analisi di dettaglio e nelle istruzioni tecniche IT allegate al SGS.

Tali sistemi sono impiegati su impianti similari ed effettuando controlli e manutenzioni programmate nelle IT allegate al SGS, si ottiene una probabilità di guasto dell’ordine di 1E-03/a. In particolare, per migliorare la sicurezza i componenti utilizzati, sono compatibili con l’esplosivo e antistatici; è inoltre perfettamente realizzato e verificato il sistema di equipotenzialità elettrica, gli impianti elettrici sono generalmente dotati di protezioni sovrabbondanti in modo da prevenire situazioni critiche a seguito di guasti e/o surriscaldamenti. Tali sistemi sono impiegati su impianti similari ed effettuando i controlli e manutenzioni programmate nelle IT allegate si ottiene una probabilità di guasto dell’ordine di 1E-03/a (vedi allegato 7).

11.4.0 Provvedimenti adottati nei luoghi chiusi per evitare la formazione e la persistenza di miscele infiammabili e/o esplosive e pericolose. Per i locali di lavorazione, nel caso della preparazione AN-FO, i manufatti e componenti sono costituiti da prodotti che non presentano emissioni di polveri o vapori rilevanti. Per i locali di lavorazione di esplosivi polverulenti sono utilizzate macchine e impianti che prevedono il massimo contenimento possibile dei materiali e dell’emissione delle polveri. I locali di scaricamento e di fusione degli esplosivi sono posti sotto tettoie all’aperto o dotati di grandi superfici di ventilazione naturale. Le operazioni di sconfezionamento di polveri di lancio e di scannellatura non comportano, in genere, emissione di polveri. Nel locale di macinazione del TNT si provvederà a migliorare il sistema di contenimento delle polveri. Vedi procedure ed istruzioni tecniche nel SGS. Non esiste tale problema per i locali deposito. Sulle pareti di ciascun deposito, realizzate in muratura, sono ricavate aperture di aerazione opportunamente realizzate secondo anche quanto previsto nel capitolo dal Regolamento di applicazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza R.D. 635/1940, consentendo un’ottimale aerazione del locale e lo smaltimento di quei pur modesti costituenti dei prodotti caratterizzati da una maggior tensione di vapore e presenza di polvere.

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11.5.0 Precauzioni prese per evitare che i serbatoi e le condotte di trasferimento contenenti materie tossiche o infiammabili possano essere danneggiate a seguito di collisione con veicoli o macchine di sollevamento. Il serbatoio di gasolio da 9 mc è protetto contro possibili urti da parte di veicoli o macchine interne.

12.0.0 SISTEMI DI RILEVAMENTO. È in corso di installazione un sistema manuale di allarme incendio. Il sistema sarà conforme a quanto previsto dalla UNI 9795: “Sistemi fissi di segnalazione manuale d’incendio”. Il sistema viene installato allo scopo di segnalare un incendio nel minor tempo possibile, per avviare un tempestivo sfollamento delle persone, attivare i sistemi di protezione contro l’incendio ed attivare i piani di intervento. Il sistema è dotato di centrale di controllo posta nella zona di gestione dell’emergenza, come evidenziato nei disegni del PEI.

13.0.0 SITUAZIONI CRITICHE. CONDIZIONI DI EMERGENZA E RELATIVI APRESTAMENTI.

13.1.0 SOSTANZE EMESSE.

Sostanze emesse in condizioni di anomalie di funzionamento e nel caso di incidente. Le sostanze esplosive sono in forma solida polverulenta o solida non polverulenta. Non vi sono possibilità di sversamenti pericolosi perché le sostanze sono contenute in appositi imballi o contenitori adibiti al trasporto. I contenitori e gli impianti contenenti esplosivi in fase liquida (fusi) sono dotati di vasche di contenimento in caso di fuoriuscita.

13.2.0 EFFETTI INDOTTI SU IMPIANTI AD ALTO RISCHIO DA INCENDIO O ESPLOSIONE.

Circostanze che possono produrre interazioni dirette tra gli effetti di incendio o esplosione con le parti di impianto ove vengano processate sostanze pericolose in quantità superiore ai limiti di soglia precisati negli allegati al D.Lgs. 334/99 o stoccate separatamente secondo quanto precisato dal D.gs. stesso le cui conseguenze possano essere:

a) incendio di spandimenti e pozze di liquidi; b) esplosioni di nubi di vapore non confinate o semi-confinate; c) prodotti di combustione tossici derivanti da incendio. I locali di lavorazione non contengono altri materiali combustibili, oltre alle quantità prefissate di sostanze esplosive in lavorazione e al materiale di imballo in quantità strettamente necessarie all’attività. Nel reparto 32, gli impianti contenenti gasolio sono dotati di vasca di contenimento in caso di fuoriuscita, con sensore di allarme per diagnosticare eventuali perdite. Possibili inneschi d’incendio possono derivare da guasti dell’impianto elettrico (che è in conformità alle norme CEI 64-2 secondo la classificazione delle zone effettuata (vedasi allegato 2), da frizioni o utilizzo di utensili non adatti (vedi le procedure di sicurezza di utilizzo dei macchinari e le istruzioni tecniche di manutenzione allegate al SGS), da utilizzo di fiamme libere (vedasi permesso di lavoro allegato al SGS), da incendi esterni che si sviluppano sui terrapieni in prossimità dei locali (vedi procedura di utilizzo dei depositi, valida per quanto riguarda la pulizia anche dei locali di lavorazione). Per quanto riguarda la protezione dai fulmini e dalle scariche elettrostatiche vedi quanto già evidenziato ai punti precedenti. Non è stata effettuata alcuna trattazione in merito alle diverse tipologie di incendio (il materiale presente nei locali contenenti esplosivo è unicamente allo stato solido o liquido nei locali di scaricamento e fusione). In caso di combustione i gas che si sviluppano sono principalmente: CO, CO2, NOx

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13.3.0 SISTEMI DI CONTENIMENTO. I contenitori di gasolio saranno dotati di vasca di contenimento in caso di fuoriuscita. Allo stesso modo nei locali 40 (scaricamento) e 50 (fusione) sono installate vasche di contenimento in caso di fuoriuscita accidentale del prodotto.

14.0.0 MANUALE OPERATIVO. Per quanto riguarda i depositi, non applicabile in senso stretto perché manca qualunque impianto di processo. Per l’attività di deposito è stato invece realizzata specifica procedura operativa del SGS relativa a: “Carico, scarico, immagazzinamento esplosivi”. La procedura contiene le norme di sicurezza da seguire in tutte le fasi dell’attività costituita unicamente da movimentazione, stoccaggio e trasporto di prodotti finiti ed opportunamente imballati di cui si riporta un estratto dei punti salienti:

• È vietato portare in deposito fiammiferi, accendini o qualsiasi altro oggetto atto a fare fiamma. • È proibito fumare in deposito e nell'interno del recinto come pure accendere fiammiferi e tenere accesi

fuochi e lampade a fiamma. Questi divieti debbono essere evidenziati con opportuni cartelli. • Le zone interne al recinto del deposito e quelle immediatamente esterne al recinto devono essere tenute

sgombre da materiale infiammabile o comunque combustibile. Si deve pertanto provvedere al taglio dell'erba e, alla sua raccolta evitando accumuli di vegetazione particolarmente quando è secca, e alla rimozione di bottiglie, frammenti di vetro, ecc.

• È proibito lasciare entrare persone non autorizzate nell’area nel deposito. • Si deve curare al massimo la pulizia all'interno dei depositi lavando anche periodicamente i pavimenti

con soluzioni detergenti idonee. Nei depositi non devono esserci oggetti metallici atti a procurare scintille, quali chiodi, chiavi, temperini o altro, se non costituiti di metallo antiscintille quali ad esempio l'ottone.

• La temperatura all'interno del deposito non deve elevarsi a più di 50 gradi centigradi né abbassarsi eccessivamente. In relazione alle condizioni di temperatura ed umidità, la guardia giurata deve provvedere a regolare opportunamente la ventilazione all'interno del deposito, mediante l'apertura delle finestrelle esistenti.

• Si deve controllare periodicamente la continuità delle piattine dei parafulmini accertando il loro buon collegamento con gli spandenti a terra e che i bulloni applicati nei punti di giunzione non manifestino segni di ossidazione.

• Tali controlli devono essere effettuati con idonei strumenti e i dati trascritti in apposito registro. • Si deve sempre accertare l'efficienza dei mezzi antincendio: estintori, manichette, idranti, curando in

particolare che questi ultimi non abbiano a gelare nei periodi invernali. • Gli esplosivi e la miccia detonante devono essere ricoverati nel deposito destinato agli esplosivi di 2a

categoria. • I detonatori, a miccia ed elettrici ed i relais per miccia detonante devono essere ricoverati nel deposito

per esplosivi di 3a categoria. • La polvere nera deve essere ricoverata nel deposito di 1a categoria. • II maneggio delle casse di esplosivi di ogni tipo deve essere fatto con estrema cautela, con delicatezza.

Le casse non devono essere lasciate cadere, né rotolare, né strisciare sul pavimento o le une sulle altre. L'eventuale apertura delle casse, a cura di personale qualificato, deve essere fatta fuori dal deposito, servendosi solo di utensili di rame, ottone o legno.

• Non può circolare, all’interno del deposito nessun tipo di veicolo azionato da motore termico. • Le porte del deposito quando si effettuano le operazioni di carico e scarico degli esplosivi, devono

rimanere chiuse fintanto che il motore dell'automezzo è in funzione. Pertanto all'arrivo si apriranno solo dopo che il motore è stato spento e si chiuderanno prima che lo stesso venga rimesso in moto.

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Per quanto riguarda i locali di lavorazione sono previste dal SGS le procedure di utilizzo e manutenzione delle macchine e le analisi di Hazop allegato 6. Per le modalità di prova vedi quanto riportato al precedente punto 1.C.1.7.4

15.0.0 SEGNALETICA DI EMERGENZA.

Cause di emergenza, indicazioni e sistemi impiegati per individuare e segnalare potenziali di eventi pericolosi. Eventi potenzialmente pericolosi possono verificarsi, come già chiarito, unicamente nell’ambito delle singole unità di lavorazione e stoccaggio (locali del deposito) di cui tutto il personale operante conosce esattamente l’ubicazione. Per maggior chiarezza è stata redatta e distribuita a chi opera nello stabilimento, sia a supporto del piano di emergenza interno che ai fini del coordinamento, un’apposita piantina con indicazione della posizione dei locali (punti critici), dei principali segnali di pericolo e di divieto, della posizione delle attrezzature antincendio (anche ai fini della sorveglianza della cartellonistica presente), nonché delle principali vie di esodo.

16.0.0 FONTI DI RISCHIO MOBILI. Per quanto riguarda i depositi, sono presenti, solo per il tempo strettamente necessario a compiere le operazioni di carico e scarico, automezzi per il trasporto degli esplosivi, omologati secondo le norme ADR, con certificazione di conformità documentata e disponibile su ogni mezzo. I conducenti sono abilitati con patentino ADR al trasporto di materiali pericolosi. Non possono accedere all’interno dei locali, ma vengono caricati e scaricati in prossimità dei magazzini, a distanza di sicurezza ed a motore spento. Gli automezzi, nelle normali operazioni di consegna ai cantieri, attraversano inevitabilmente zone ad alta densità abitativa. Dall’analisi storica non si rilevano episodi di incidente rilevante dovuti all’esplosione di tali mezzi a seguito di incidenti stradali, ribaltamenti di carichi ecc … La movimentazione delle casse di cartucce è realizzata all’interno delle unità di stoccaggio mediante movimentazione manuale (anche con l’ausilio di traspallet). I carrelli elevatori vengono utilizzati esclusivamente all’esterno dei locali. Per quanto riguarda i locali di lavorazione i trasporti avvengono all’aperto utilizzando carrelli elevatori diesel dotati di marmitta antiscintilla con passaggio dei fumi in marmitta a bagno d’acqua, secondo le modalità indicate in procedure ed istruzioni tecniche. All’interno dei reparti la movimentazione è effettuata utilizzando transpallet manuali. La movimentazione in ingresso ed uscita è riportata in allegato 7 insieme con il relativo disegno. Camion in entrata: passano lungo la strada davanti al forno, proseguono verso la mensa, passano davanti al locale 7 e si fermano nell’area E di sosta per il carico e lo scarico, posta tra il deposito 5 e il deposito 48. Camion in uscita: passano davanti al deposito 5, proseguono verso il deposito 4 ed escono dal cancello principale; Movimentazione con carrello elevatore: vedi allegato È verificata l’impossibilità di esplosione per influenza dell’eventuale esplosivo posto sul camion nell’area di sosta “E” rispetto al deposito più vicino (dep. 5), nelle situazioni peggiori. Infatti l’esplosione per influenza all’aria libera, senza interposizione di ostacoli è data da:

d = 0,5 (W) 1/3

in base a quanto stabilito in F. Kinney e altri in “Explosive schock in air”, e in “Compendio di esplosivistica” di S. Petralia, Mariperman, La Spezia, 2000. Nel caso in esame, nelle condizioni peggiori il deposito 5 contiene 20.000 kg da cui d = 13,6 m, mentre la distanza effettiva è > di 32 m. La distanza di sicurezza per non avere propagazione per simpatia, in caso di proiezioni è (vedi “Compendio di esplosivistica” di S. Petralia, Mariperman, La Spezia, 2000):

d = 2,4 (W) 1/3

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È riportata in allegato 9 la possibile distanza di innesco per lancio di frammenti per i depositi e locali contenenti munizionamento. Per impedire possibili proiezioni in fase di scarico e carico, l'area di sosta E, è protetta da terrapieni.

17.0.0 MISURE PER EVITARE CEDIMENTI CATASTROFICI. Lo stabilimento è ubicato in una zona relativamente isolata ed i locali sono protetti da terrapieni. Tale accorgimento rappresenta uno dei più efficaci sistemi di protezione passiva per la limitazione degli effetti indotti da un’eventuale esplosione accidentale. Protezione passiva contro le sovrapressioni in caso di accadimento di incidente rilevante (esplosione.) Dal momento che non è possibile realizzare alcuna struttura di contenimento in grado di resistere alle pressioni generate da un’esplosione che coinvolga i materiali all’interno di ciascuno dei locali, gli stessi sono dotati di coperture leggere in modo tale da offrire una via di fuga preferenziale verso l’alto ai gas sviluppatisi dalla detonazione caratterizzati da elevate temperature e pressioni. Si può prevedere, realizzando questi accorgimenti, il beneficio di una riduzione delle dimensioni medie dei frammenti di materiale (proiezioni “polverizzate”) e l’interessamento di un’area d’influenza di minori dimensioni (raggio di ricaduta). Vedi in allegato 9 la valutazione delle conseguenze.

17.1.0 Protezione dalle scariche atmosferiche (fulminazioni) Impianto parafulmine a gabbia di Faraday realizzato in conformità all’allegato “D” del Regolamento del T.U.L.P.S R.D. 635/1940, legge 46/90, norme C.E.I. 81-4. Le parti metalliche in possibile movimento sono in materiale antiscintilla e collegate a terra.

17.2.0 Protezione della centrale di pompaggio e vasca antincendio contro le sovrapressioni in caso di accadimento di incidente rilevante (esplosione.) − L’unità di riserva d’acqua e di pompaggio antincendio è posta a distanza di 87,5 m dal deposito 2 che ha

una capacità di 32.000 Kg. e 75 m dal deposito 4 che ha una capacità di 21.000 Kg. La pressione effettiva sulle strutture, considerando di realizzare un terrapieno di protezione, rispetto ai due depositi, alla vasca di riserva d’acqua e alla stazione di pompaggio, nelle condizioni peggiori risulta di 0,28 bar.

17.3.0 Misure di Prevenzione Incendi − L’attività soggetta ai controlli di Prevenzione Incendi di cui al D.M. 16.02.1982 è la n. 24 “Stabilimenti ed

impianti dove si producono, impiegano o detengono, sostanze esplodenti classificate come tali dal regolamento di esecuzione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza approvato con Regio Decreto 6 maggio 1940, n. 635 e successive modificazioni ed integrazioni”. L’azienda è attualmente in possesso del CPI. L’impianto antincendio è descritto nella relazione antincendio della richiesta del Parere di Conformità.

Gli operatori della squadra antincendio, individuati nel PEI allegato 4, hanno effettuato corso per addetto alla squadra antincendio, per attività a rischio di incendio elevato, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs 626/94 e del D.M. 10/03/1998.

17.4.0 Indicazione dei pericoli mediante apposita segnaletica. In prossimità di ogni locale contenente esplosivo, sono affissi cartelli indicatori dei pericoli e dei divieti in relazione alla sicurezza contro gli incendi e/o le esplosioni.

17.5.0 Ispezione periodica da parte del servizio di guardiania dello stabilimento. Presenza costante (24 ore su 24) di guardie giurate, secondo le turnazioni, in grado di verificare qualunque situazione anomala nell’ambito dello stabilimento. È inoltre in funzione anche un servizio di controllo

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all’ingresso che garantisce l’accesso allo stabilimento soltanto a personale autorizzato (vedasi punto 1.D.1.9.1).

18.0.0 SISTEMI DI PREVENZIONE ED EVACUAZIONE IN CASO DI

INCIDENTE. Vedasi in merito, Piano di Emergenza Interno.

19.0.0 RESTRIZIONI PER L'ACCESSO AGLI IMPIANTI. RECINZIONE .

L’ingresso allo stabilimento è impedito da una recinzione alta 2,5 metri, come prescritto dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza ed è consentito esclusivamente a personale autorizzato previo controllo all’ingresso dello stabilimento. L’accesso può avvenire attraverso un’unica entrata rappresentata dal cancello principale dello stabilimento.

20.0.0 MISURE CONTRO L'INCENDIO.

20.1.0 Impianti, attrezzature e organizzazione per la prevenzione e l'estinzione degli incendi. I sistemi di lotta antincendio sono costituiti da estintori a polvere e da idranti. La dotazione è già stata illustrata nella relazione del Parere di conformità antincendio. Il personale ha tassativamente ricevuto istruzioni di intervenire esclusivamente su eventuali principi di incendio che non abbiano ancora coinvolto l’esplosivo. Fondamentale è l’azione preventiva, di tipo sistematico, consistente nell’eliminazione di ogni possibile via di propagazione dell’incendio dall’esterno verso l’interno dei locali rimuovendo tutti i materiali combustibili presenti (erbe secche, sterpaglie, ecc …) nei pressi dei locali. Qualora non si abbia la certezza di domare immediatamente l’incendio si deve avvertire prontamente il locale Comando dei VV.F., mentre nel caso in cui l’incendio abbia già interessato l’esplosivo deve essere immediatamente evacuata l’area e messo in atto il Piano di Emergenza Interno a cui si rimanda per maggior dettaglio.

I locali non sono dotati di drenaggi.

20.2.0 Fonti di approvvigionamento idrico da utilizzare in caso di incendio. L’estinzione di eventuali principi d’incendio viene effettuata, in prima battuta, con estintori a polvere, collocati in prossimità di ciascun locale disposti in modo tale da poter intervenire prontamente su principi di incendio in prossimità delle singole unità di stoccaggio.

20.3.0 Certificato di prevenzione incendi. La UEE Italia S.r.l., con sede in Via Canalescuro n. 9 - 54019 Terrarossa (MS) è attualmente in possesso di Certificato di Prevenzione Incendi, prot. n. 1649/1308 in corso di validità.

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21.0.0 SITUAZIONI DI EMERGENZA E RELATIVI PIANI.

Planimetria dell'installazione indicante la dislocazione degl uffici, laboratori, apparecchiature principali.

Vedasi lay-out del PEI con ubicazione dei locali contenenti esplosivo, indicazione dei presidi antincendio e della segnaletica antincendio e di emergenza, cartellonistica di pericolo e divieto.

Il P.E.I. descrive altresì:

• i mezzi di comunicazione all'interno dello stabilimento e con l'esterno;

• l'ubicazione dei servizi di emergenza e del presidio sanitario previsto

• Il programma di addestramento per gli operatori e gli addetti all’attuazione dei piano di emergenza interni.

• Le vie di fuga e le uscite di sicurezza in caso di emergenza, indicandone la posizione sulla planimetria

• 1.D.1.11.7 Il nome della persone e dei suoi sostituti o dell'ufficio qualificato, competenti per la sicurezza e abilitati ad attuare i piani di emergenza interni e ad avvertire le autorità competenti per l'attuazione dei piani di emergenza esterni.

21.1.0 IMPIANTI DI TRATTAMENTO, SMALTIMENTO E ABBATTIMENTO.

Non esistono, negli impianti oggetto del presente Rapporto di sicurezza, impianto di trattamento e depurazione dei reflui, ma solamente di decantazione e filtrazione per l’attività di scaricamento.

21.2.0 ABBATTIMENTO EFFLUENTI GASSOSI. L’impianto di termodistruzione è dotato di sistema di depolverizzazione e depurazione dei fumi, con prefiltro, filtri a maniche in feltro di polipropilene dotato di sistema di autopulizia a getto d’aria compressa e filtro di depurazione a carbone attivo da 750 kg.

21.3.0 MISURE ASSICURATIVE E DI GARANZIA PER I RISCHI.

Lo stabilimento è coperto da assicurazione “Responsabilità civile contro terzi”.

22.0.0 MODALITÀ DI CONDUZIONE DELLE ANALISI DEGLI I NCIDENTI.

22.1.0 ANALISI RICHIESTE.

Ai fini delle analisi di incidenti per gli impianti di processo o depositi separati si procede ad una identificazione degli incidenti ed una analisi di sicurezza così come richiesta nel presente allegato. Per impianto si intende una parte dell'installazione industriale funzionalmente indipendente definita da un processo e/o operazione univocamente determinata, nonché delimitata planimetricamente (circondata da strade e/o sistemi fissi di prevenzione e/o contenimento degli eventi incidentali). Le analisi del presente allegato si intendono applicate alla parte dell'installazione industriale risultante più estesa tra le due determinate in base alle definizioni di cui sopra. Per deposito separato si intende una zona delimitata da contenimenti che includa tutti i serbatoi all'interno di questi. Il fabbricante effettua una analisi per identificare con accuratezza gli eventi incidentali, valuta la probabilità di accadimento, effettua attraversi modelli di simulazione una analisi approfondita della sorgente derivante dai singoli eventi, al fine di ottenere la migliore stima del rilascio in termini di massa ed energia (modalità I della Tab. 1). Qualora l'analisi con la metodologia suddetta non sia attuabile, in quanto non esistono dati tecnici di supporto per documentarne i risultati (come per esempio: dati di progetto, modifiche apportate e non documentate o

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elementi storici di gestione), il fabbricante può effettuare l'analisi utilizzando la metodologia alternativa indicata come modalità II nella Tab. 1. Si sottolinea che tale modalità non va applicata ad impianti (di processo o depositi) nuovi o ad impianti (di processo o depositi) esistenti soggetti a modifiche, per le parti relative alle modifiche stesse. In ogni caso è consigliabile applicare la modalità I della Tab. 1 anche ad impianti di processo esistenti, visto il miglioramento che si può ottenere nella sensibilità dell'esame a seguito dell'esecuzione di un'analisi di operabilità e probabilistica. In base alla seconda modalità, il fabbricante identifica gli eventi incidentali, fornendo una valutazione qualitativa della loro frequenza di accadimento e conseguentemente valuta la sorgente per ciascun evento utilizzando ipotesi conservative di rilascio di massa ed energia. Per entrambe le modalità (I e II) sopra descritte, occorre successivamente valutare gli effetti degli incidenti sull'ambiente circostante, attraverso un'analisi, in funzione della distanza dell'installazione, dell'irraggiamento da incendio, di sovraesposizione da esplosione e di diffusione di sostanze tossiche e/o infiammabili nell'ambiente stesso. Si deve valutare quindi l'entità delle conseguenze degli eventi identificati, in termini di effetti gravi immediati o differiti (decesso, ferimento, avvelenamento o ricovero ospedaliero) sui lavoratori, sulle popolazioni e/o sull'ambiente.

TABELLA 1. IMPIANTI ESISTENTI O NUOVI. ANALISI DA E SEGUIRE

MODALITÀ I II

IDENTIFICAZIONE INCIDENTI - Lista di controllo 2.2.1 2.2.1 + 2.2.2 - Studi di dettaglio 2.2.3 - - Analisi storica 2.2.4 2.2.4 ANALISI DI SICUREZZA - Valutazione probabilità 2.3.1 2.3.2 - Valutazione conseguenze 2.3.3 2.3.4 - Elementi su piani di emergenze 2.3.5 2.3.5 Nella Tabella 1 sono richiamate sinteticamente le metodologie per la identificazione degli incidenti e le analisi di sicurezza, riferendosi ai paragrafi 2.2. e 2.3. Per quanto riguarda i locali adibiti al deposito degli esplosivi ospitano prodotti finiti (o materie esplosive) opportunamente confezionati ed imballati. Le unità di stoccaggio sono costituite da strutture relativamente semplici. Sono state valutate più avanti le conseguenze conservative della improbabile esplosione in massa della quantità totale di prodotto immagazzinato. È allegata la lista di controllo per depositi di esplosivi e la valutazione della probabilità d’incidente nel deposito (allegato 7). Per quanto riguarda i locali di lavorazione sono allegati: la lista di controllo, lo studio di dettaglio Hazop e la valutazione delle probabilità d’incidente con l’albero dei guasti, applicando le misure di prevenzione e protezione previste (allegati 6,7,8). Infine sono valutate le conseguenze nella condizione più conservativa, considerando l’esplosione in massa di tutto l’esplosivo in quantità massima ammessa all’intero di ognuno dei locali di lavorazione (allegato 9). È allegato inoltre lo studio delle conseguenze delle proiezioni in caso di incidente rilevante. In particolare sono annessi: la determinazione delle distanze di danno per effetto delle proiezioni di attrezzature di lavorazione o di parte di strutture di depositi, la determinazione delle aree di isodanno a seguito di esplosione di munizioni, la verifica della distanza di sicurezza in grado di evitare fenomeni di effetto domino dovuta alla proiezione di frammenti, per i locali o depositi contenenti munizioni. La presenza di terrapieni o muri forti riduce drasticamente tale rischio (vedasi allegato 9).

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22.2.0 IDENTIFICAZIONE DEGLI INCIDENTI

22.2.1 LISTA DI CONTROLLO

Gli eventi indesiderati ipotizzabili possono essere identificati considerando sia le cause interne (cioè cause che si originano entro l'impianto/deposito), sia cause esterne (cioè cause che si originano al di fuori dell'impianto/deposito) Tra le cause interne si possono considerare, quelle inserite lista di controllo allegate per depositi e reparti di lavorazione esplosivi (allegato 6 e procedure del SGS).

22.2.2 CONTROLLO PER IMPIANTO/ DEPOSITO.

Unire causa interna prevista a esplosioni interne; Per quanto riguarda i depositi, tutti i prodotti finiti e materie prime esplosive, si trovano allo stato solido, opportunamente confezionati in cartucce e/o in scatole ed immagazzinati in casse di cartone sigillate. Il rischio di incidente rilevante è riconducibile, quasi sempre, all’eventuale esplosione di una delle unità di stoccaggio (in questo senso è stata evidenziata la voce “esplosioni interne”, riportata dalla norma) innescata da un incendio, da fulminazioni atmosferiche o da errore umano, che dovessero interessare direttamente il materiale contenuto nell’unità stessa. Si precisa infatti che l’innesco dell’esplosivo è in generale dovuto a cause “esterne”, provenienti cioè dall’esterno dell’unità di stoccaggio. (vedi albero dei guasti). Per quanto riguarda i locali di lavorazione è allegato lo studio di dettaglio Hazop degli impianti utilizzati e l’albero dei guasti per le varie attività (vedasi allegati 6, 7, 8).

22.2.3 STUDI DI DETTAGLIO.

È ALLEGATA L’ANALISI CON ALBERI DI GUASTO DI INCIDENTE PER I DEPOSITI DI ESPLOSIVI, CON IL CALCOLO DELLE RELATIVE PROBABILITÀ (allegato7). Altre analisi sono state condotte sulla base delle norme attualmente vigenti, dall’esame preventivo dei progetti e dai riscontri in fase controllo delle commissioni addette. Vedasi anche quanto riportato nel dettaglio al punto 1.C.1.7.3. Per quanto riguarda i locali di lavorazione sono allegati: la lista di controllo, lo studio di dettaglio Hazop e la valutazione delle probabilità d’incidente con l’albero dei guasti, applicando le misure di prevenzione e protezione previste. Vedi allegati 6, 7, 8.

22.2.4 ANALISI STORICA.

• Esperienza storica e fonti di informazione È riportata in allegato 5 la raccolta delle informazioni ricavate dall’analisi storica svolta per questa tipologia di attività, cioè inerente le sostanze esplosive. Si è operato compiendo una ricerca iniziale presso banche dati nazionali ed internazionali su tutti gli incidenti relativi alle sostanze pericolose presenti. Dal gruppo dei dati rinvenuti sono stati selezionati quelli relativi ad installazioni o situazioni che fossero attinenti agli impianti in oggetto, quindi coinvolgenti apparecchiature od operazioni (stoccaggio, movimentazione all'interno dello stabilimento, avviamento, produzione, manutenzione e fermata) coerenti con le attività in analisi. Non sono stati considerati gli incidenti relativi all’attività di trasporto delle sostanze. La raccolta dei dati prende in considerazione sia fatti di cronaca che dati ricavati da report emessi dalle autorità sulla base delle comunicazioni dei fabbricanti sugli incidenti occorsi presso i loro stabilimenti (Safex International e Chemical Incident Reports Center – USA Chemical Safety and Hazard Investigation Board). Le raccolte basate su notizie ed eventi riportati su quotidiani e/o riviste specializzate come fatti di cronaca sono

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quelle che più hanno avuto impatto sull'opinione pubblica; quelle basate sulle comunicazioni dei fabbricanti riguardano invece tutti i tipi di incidente, anche quelli minori e che magari non hanno fatto registrare danni notevoli alle persone ed alle cose. Le notizie ed i dati riportati nella maggior parte dei casi storici reperiti sono comunque molto sintetiche, con informazioni parziali e, qualche volta, inesatte o contraddittorie (fonti diverse riportano dati o testimonianze differenti).

Dall’esame delle informazioni così ricavate, pertanto, non appare plausibile eseguire analisi puntuali, ma solo ottenere indicazioni di massima sulle cause più frequenti di incidente e sulle tipologie ed evoluzione dei fenomeni incidentali per verificare le misure di prevenzione previste. Importante è anche l’indagine statistica sui fenomeni cause degli incidenti ed altri fattori caratteristici degli eventi registrati, al fine di ottenere indicazioni sulla frequenza e sulle sequenze incidentali.

• Le cause principali di incidente individuate sono:

� Guasto apparecchiature;

� Cause esterne (condizioni atmosferiche estreme, incendi in zone limitrofe, ecc.);

� Errori operativi (errori umani in fase di conduzione e di manutenzione, di progettazione,

distrazioni, ecc.);

� Cause non meglio specificate.

Non sempre è possibile ricavare dalla descrizione degli incidenti una definizione univoca della causa iniziatrice della sequenza incidentale. Sono numerose le definizioni ibride quali «avarie strumentali e concomitanti distrazioni» o «innesco per carica elettrostatica». Analogamente, risulta difficoltoso individuare se guasti ad apparecchi, pompe o valvole sono dipendenti da rotture casuali o da mancanza di manutenzione od errori nella scelta dei materiali.

• Le tipologie di eventi incidentali individuati sono le seguenti:

� Esplosione / incendio / VCE; � Esplosione senza incendio.

Le sostanze per le quali si sono trovati riferimenti storici ed il numero delle schede che riportano gli incidenti relativi sono le seguenti:

ESPLOSIVI SCHEDE TRITOLO 6 PENTRITE 2 DINAMITE/NITROGLICERINA 6 POLVERE NERA 5 NITROCELLULOSA 3 DETONATORI 1 AN-FO 2 ESPLOSIVI NON CONVENZIONALI 12 TOTALE SCHEDE 37

Per ognuno di questi gruppi di sostanze si è indagato sulle condizioni dell’impianto al momento dell’incidente (avviamento, manutenzione, ecc.), sul tipo di apparecchi o macchine che hanno dato origine all’evento (fonte del rilascio), sulle cause e sugli effetti dell’incidente stesso.

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Le cause più frequenti derivate dall’analisi storica, sopra riportate, sono state inserite nell’analisi di dettaglio (Hazop) delle macchine / impianti. Per i risultati dell’analisi storica vedasi allegato 5.

22.3.0 ANALISI DI SICUREZZA.

22.3.1 VALUTAZIONE DELLA PROBABILITÀ DEGLI EVENTI I NCIDENTALI.

La individuazione delle sequenze incidentali e la stima delle probabilità di accadimento degli eventi incidentali è sviluppabile sulla base dei seguenti elementi: 1. Frequenza delle cause iniziatrici (Esperienza storica, banche dati, letteratura specializzata, ecc.). 2. Banche dati componenti (Storica, assegnata da manuali con riferimento bibliografico, banche dati componenti). 3. Analisi di affidabilità (quali ad esempio: alberi di eventi, alberi di guasto, diagrammi causa conseguenze, ecc.), che considerino: i guasti casuali, i modi comune di guasto, l'indisponibilità per manutenzione, le prove per componenti in attesa, gli errori umani. 4. Confronto dei risultati con l'esperienza di esercizio dell'impianto, verifica delle procedure e ricostruzione delle sequenze di incidente (si veda par. 2.3.3) (validazione della realtà di impianto o ipotizzabilità della sequenza). 5. Analisi di sensibilità sulla probabilità delle sequenze di incidente, con particolare riguardo alla valutazione dell'errore umano, alla gestione della manutenzione, all'adozione di misure impiantistiche di sicurezza o modifiche.

• Eventi incidentali individuati Dalle analisi svolte sugli impianti con la metodologia hazop (si veda analisi di sicurezza), sono stati evidenziati i seguenti possibili eventi incidentali:

ID TOP EVENT

DESCRIZIONE EVENTO

EVENTI INIZIATORI

TOP01a Esplosione deposito di esplosivi

A causa di varie tipologie di eventi iniziatori quali incendio interno e/o esterno al deposito, fulminazione o caduta di un

aereo, un deposito di esplosivo esplode TOP01b Esplosione deposito di

esplosivi A causa di errori nelle operazioni di movimentazione presso i

depositi, un deposito di esplosivo esplode TOP02a Esplosione al locale 32

(preparazione CAVA) A causa di varie tipologie di eventi iniziatori quali

surriscaldamento olio circuito idraulico, errore operatore, incendio, surriscaldamento agitatore, terremoto, errata

regolazione vapore, un miscelatore di preparazione esplosivo esplode

TOP02b Esplosione al locale 32 (preparazione ANFO)

A causa di varie tipologie di eventi iniziatori quali surriscaldamento olio circuito idraulico, errore operatore,

incendio, effetto domino, surriscaldamento parti rotanti, rottura coclea, il mescolatore con ANFO esplode

TOP03a Esplosione nel locale 8 (incartucciamento CAVA)

A causa di varie tipologie di eventi iniziatori quali frizioni, surriscaldamento, incendio, effetto domino, rottura coclea, il

reparto esplode TOP03b Esplosione nel locale 8

(incartucciamento ANFO) A causa di varie tipologie di eventi iniziatori quali frizioni, incendio, effetto domino, rottura coclea, il reparto esplode

TOP04 Esplosione mulino TNT A causa di vari eventi iniziatori quali attriti, presenza di polvere, caduta piattaforma, manovre incaute,

surriscaldamento olio, terremoto, il mulino esplode TOP05 Esplosione locale fusione

esplosivo A causa di vari eventi iniziatori quali problematiche

sull’agitatore, presenza corpo estraneo, incendio, terremoto, errata regolazione vapore, il locale esplode

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TOP06 Esplosione allo scaricamento del TNT

(locale 40)

A causa di vari eventi iniziatori quali problemi nei livelli di TNT e acqua, attriti, presenza corpo estraneo,

surriscaldamenti, terremoto, mancata presenza vapore, il tritolo esplode

TOP07 Esplosione mulino nitrato ammonico

A causa di vari eventi iniziatori quali incendio, terremoto, presenza corpo estraneo, il mulino esplode

TOP08 Esplosione reparto spolette A causa di vari eventi iniziatori quali surriscaldamento della spoletta, manovre incaute, incendio il reparto esplode

TOP09 Esplosione al reparto taglio granate

A causa di mancanza di acqua di raffreddamento o incendio la granata esplode

TOP10 Esplosione al locale sconfezionamento

sbossolatrici (locale 7)

A causa surriscaldamento olio con possibile incendio, il reparto esplode

TOP11 Esplosione reparto scannellatici

A causa di surriscaldamenti del sistema o per attrito o per manovre incaute il reparto esplode

TOP12 Esplosione reparto sconfezionamento cariche

supplementari

A causa di attriti o di incendio il locale il reparto esplode

TOP13 Esplosione termodistruttore (forno di

inertizzazione)

A causa di un aumento nella velocità di alimentazione o per arresto nella rotazione o per manovra incauta o per incendio il

termodistruttore esplode TOP14 Esplosione al piazzale

bruciatura A causa di errate operazioni compiute dagli operatori si ha una

esplosione sul piazzale TOP15 Esplosione del mezzo

durante il trasporto A causa di incidente di un mezzo che trasporta esplosivo si ha

una esplosione del mezzo di trasporto TOP16 Esplosione al deposito

nitrato ammonico A causa della presenza di materiale organico combustibile e un

sufficiente innesco il nitrato esplode TOP17 Esplosione al reparto di

utilizzo del metal-detector A causa della presenza di energia sufficiente o per

surriscaldamento il tritolo esplode TOP 18 Deflagrazione alla cella

smontaggio carica di lancio locale 30

A causa di surriscaldamento per frizione nella fase di smontaggio

Per quanto riguarda i locali di lavorazione sono allegati: la lista di controllo, lo studio di dettaglio Hazop in allegato 6 al R.d.S.

22.3.2 VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI PROBABILITÀ DEGLI EVENTI INCIDENTALI.

Il rischio di incidente rilevante in tutti le attività industriali dipende dalla occorrenza degli incidenti e dalla loro magnitudo secondo la nota formula:

MxFR =

Per il depositi, la frequenza con cui un esplosione può verificarsi è relativamente bassa, ma la magnitudo può risultare di entità elevata, essendo possibile l’esplosione in massa dei prodotti immagazzinati. Il bilancio degli ultimi 20 anni del settore “depositi di esplosivi industriali” è estremamente confortante non essendosi verificati alcuna fatalità e/o ferimento grave. Tale risultato è senz’altro dovuto anche alle distanze di sicurezza prescritte dalle normative vigenti (allegato “B” al Regolamento del T.U.L.P.S., R.D. 635/1940). È ALLEGATA L’ANALISI DI DETTAGLIO DI INCIDENTE PER I DEPOSITI, CON IL CALCOLO DELLE RELATIVE PROBABILITÀ. Per quanto riguarda i locali di lavorazione sono allegati: la lista di controllo, lo studio di dettaglio Hazop e la valutazione delle probabilità d’incidente con l’albero dei guasti, applicando le misure di prevenzione e protezione previste (vedasi allegati 6,7,8).

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Nella tabella sono indicate le probabilità di accadimento e la descrizione degli scenari ipotizzati per gli eventi individuati.

ID TOP EVENT

DESCRIZIONE EVENTO PROBABILITA’ DI ACCADIMENTO

TOP01a Esplosione deposito di esplosivi 1.10E-04/a TOP01b Esplosione deposito di esplosivi 2.58E-03/a TOP02a Esplosione al locale 32

(preparazione CAVA) 2.21E-02/a

TOP02b Esplosione al locale 32 (preparazione ANFO)

4.62E-03/a

TOP03a Esplosione nel locale 8 (incartucciamento CAVA) 6.53E-03/a TOP03b Esplosione nel locale 8 (incartucciamento ANFO) 5.53E-03/a TOP04 Esplosione mulino TNT 9.36E-03/a TOP05 Esplosione locale fusione esplosivo (locale 50) 4.52E-03/a TOP06 Esplosione allo scaricamento del TNT (locale 40) 3.81E-03/a TOP07 Esplosione mulino nitrato ammonico 4.42E-03/a TOP08 Esplosione reparto spolette 3.25E-02/a TOP09 Esplosione al reparto taglio granate 7.29E-02/a TOP 10 Esplosione al locale sbossolatrici 4,68E-03/a TOP11 Esplosione reparto scannellatici 4.63E-03/a TOP12 Esplosione reparto sconfezionamento cariche supplementari 5.82E-03/a TOP13 Esplosione termodistruttore (forno di inertizzazione) 7.71E-03/a TOP14 Esplosione al piazzale bruciatura 9.20E-02/a TOP15 Esplosione del mezzo durante il trasporto A-B: 1.25E-07/a

B-E: 1.64E-07/a E-B: 4.50E-08/a

TOP16 Esplosione al deposito nitrato ammonico 2.0E-08/a TOP17 Esplosione al reparto di utilizzo del metal-detector 9.2E-07/a TOP 18 Deflagrazione alla cella di smontaggio carica di lancio

locale 30 4.4E-03/a

In Allegato sono riportati: • Allegato 7: Alberi di guasto • Allegato 8: Giustificazione dei valori assunti negli alberi di guasto Si evidenzia che la probabilità di incidente nella fase lavorativa risulta rilevante a causa del fatto che: − I dati assunti sono molto conservativi, non essendo disponibile una banca dati specifica del settore incidenti

su fabbriche di esplosivi. − La manualità nelle operazioni lavorative ha un incidenza notevole con la possibilità che possano verificarsi

errori. Quest’ultimo aspetto è stato considerato nell’implementazione del SGS con procedure specifiche allo scopo di evitare l’errore umano. Dalle analisi effettuate risulta il seguente

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ELENCO DEI COMPONENTI CRITICI:

Generali: − Viti, bulloni e componenti che potrebbero cadere − Materiali che entrano in frizione realizzati con materiale antiscintilla e accoppiando coppie di materiali tra

loro antigrippaggio − Integrità e compatibilità delle guarnizioni poste prima dei cuscinetti − Controllo di assenza corpi estranei − Rete equipotenziale di messa a terra − Attrezzature antiscintilla e antistatiche − Sensore sismico − Impianto elettrico − Funzionamento gruppo pompe antincendio − Indicatori di livello acqua vasca di riserva d’acqua antincendio − Funzionamento Gruppo elettrogeno − Pulizia vegetazione, alberi ed arbusti sui terrapieni in prossimità dei locali − Protezione vasca e locale pompe da sovrapressioni e proiezioni − Protezione zona di sosta per scarico e scarico automezzi − Controllo pallets difettosi − Scintille dal tubo di scarico carrello elevatore (marmitta antiscintilla sprovvista d’acqua) Lavorazioni demil − caratteristiche tecniche delle munizioni in arrivo con le relative schede di sicurezza dei prodotti contenuti,

disegni e specifiche necessarie alle lavorazioni di demilitarizzazione. − esame di fattibilità delle lavorazioni, rispetto alle capacità ed esperienza dell’azienda. − esecuzione lotto pilota demil. − Approntamento della documentazione e l’attrezzatura finale da utilizzare in produzione. Locale di miscelazione 32: − Sistema di bloccaggio delle bacinelle al supporto del mescolatore e supporti stessi − Integrità delle pale del mescolatore − Bloccaggio e integrità rivestimento in materia plastica delle pale − Controllo pressione circuito oleodinamico − Controllo di livello e temperatura centralina oleodinamica − Controllo di assenza corpi estranei nella bacinella, che possono essere immessi nella fase di caricamento

(controllo integrità rete) − Sensore che impedisce l’accesso al reparto delle persone con mescolatori in funzione − Controllo termostato, pressostato, valvola di sicurezza vapore, valvola sicurezza intercapedine bacinella,

circuito della torre di raffreddamento. − Controllo, in caso di riparazione o sostituzione, che la profondità e l’altezza del fondo bacinella sia

invariata − Sistemi di controllo perdite gasolio − Controllo livello gasolio nel serbatoio Locale mulino TNT: − Controllo di livello e temperatura centralina oleodinamica − bacinella in plastica con caratteristiche antistatiche − Telo di raccordo tra la bocca di scarico della botte e la bacinella per impedire dispersione di polvere − Protezioni e pulizia della piattaforma oleodinamica e del piano di carico in lamiera − Valvola limitatrice di flusso che impedisce la caduta rapida della piattaforma oleodinamica in caso di

rottura di tubo oleodinamico

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− Temporizzatore arresto ciclo macchina (n° 2 temporizzatori in serie) − Sensore che impedisce l’accesso al reparto delle persone con mescolatori in funzione Locale 8 incartucciamento: − cinghie di trasmissione antistatiche − Aspo coclea e canotto − Termostato nella zona frizione-freno − Rete sul tubo aspiratore per impedire corpi estranei − Tubo di aspirazione e filtro antistatico Locale 50 fusore: − Sistemi di bloccaggio del supporto gruppo agitatore − Bloccaggio e integrità agitatore − Controllo delle fasi di carico componenti nel fusore, contro il possibile ingresso di corpi estranei − Contenitori in plastica con caratteristiche antistatiche − Regolatori di pressione e pressostato circuito oleodinamico, per limitare la coppia agitatore − Termostato di minima fusore con arresto agitatore − Regolatori della pressione, temperatura, valvole di sicurezza circuiti di riscaldamento − Flussostato di allarme − Pressostato di minima per evitare la cavitazione pompa − Estintori automatici a polvere sulla centrale oleodinamica e di riscaldamento. − Livellostato olio centrale oleodinamica − Termometro e termostato di allarme temperatura olio centrale oleodinamica − Locale 40: impianto di scaricamento − Sistemi di giunzione delle tubazioni che possono dover essere smontate, realizzati a mezzo di flange senza

filettature − Protezione nelle fasi di carico componenti nella vasca e aspirazione tnt, contro il possibile ingresso di corpi

estranei − Controlli di livello tnt e acqua nelle vasche e separatore − Controllo funzionamento eiettori. − Controllo della pressione e temperatura vapore − Controllo temperatura vasche, separatore, fusore − Installazione estintore automatico sulle pompe − Pressostati anticavitazione pompe eiettori − Valvola di ritegno mandata eiettore Locale 51 mulino nitrato ammonico − Setaccio posto a protezione della coclea Locale 7b-30-39 attrezzature svitaggio spolette − Temporizzatore svitamento − Sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione o chiusura sistema di protezione

contro le proiezioni schegge Locale 39 segatrici − Flussostato circolazione acqua di raffreddamento − Sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione − Usura della lama di taglio (contaore o contapezzi) − Sensore di temperatura IR − Impostazione e controllo velocità di taglio

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− Impostazione e controllo pressione di taglio e livello olio circuito oleodinamico Locale 30 nastro trasportatore con metal-detector − Nastro e sacco di contenimento antistatici − Guarnizione di tenuta cuscinetto − Lubrificante compatibile riempimento spazio tra guarnizione e cuscinetto − Cassetta antistatica di contenimento Tettoia 56 deposito NA − Assenza di perdite di nitrato, olio, gasolio Locale 7, 27, sbossolatrici − Manovra incauta (assenza di spigoli vivi) − Regolatore di pressione circuito − Controllo livello olio − Controllo temperatura olio centralina oleodinamica Locale 30 sbossolatrici − Temporizzatore svitamento − Sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione e chiusura sistema di protezione

contro le proiezioni schegge − Pressostati di controllo circuiti pneumatici Locale 27 scannellatrice − Corretta centratura cilindro di scannellatura con sensore di prossimità − Regolatore di pressione circuito − Controllo livello olio e controllo temperatura olio centralina oleodinamica − Protezione per lo sfogo dei gas in caso d’innesco del cannello Locale 30 sconfezionatrice cariche supplementari − Sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione − Microinterruttore di controllo corretto posizionamento carica da sconfezionare Locale 55 impianto di termodistruzione − Controllo della temperatura forno troppo alta, con arresto bruciatore e alimentazione − Controllo di temperatura troppo bassa, con arresto alimentazione. − Sensore di controllo rotazione forno con arresto bruciatore e alimentazione − Sensore ottico/acustico sul camino di uscita gas combustione del bruciatore con arresto dello stesso e

dell’alimentazione (per rottura coclea) − Allarme blocco bruciatore − Interblocco e allarme contro accesso alla zona pericolosa durante il funzionamento

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ELENCO DELLE RACCOMANDAZIONI EMERSE DALL’ANALISI Sono state evidenziate durante l'Hazop e l'analisi di rischio alcune raccomandazioni atte a garantire e/o incrementare la sicurezza nell'esercizio dello stabilimento. Esse sono scaturite dall'analisi critica di tutti i documenti esaminati e dai risultati del lavoro. Le raccomandazioni sono divisibili in due categorie: - raccomandazioni di sicurezza sono classificate in relazione all'incremento che le modifiche possono apportare alla sicurezza dell'impianto in: alta: modifiche impiantistiche o procedurali in grado di ridurre i rischi di incidenti che possono

comportare ingenti danni al deposito, alle persone o all'ambiente, e che possono causare la fermata dell'unità per tutto il tempo occorrente al ripristino della funzionalità

media: modifiche impiantistiche e procedurali mirate a limitare le anomalie di esercizio a fronte delle quali sarebbero richieste reazioni pronte ed immediate per evitare l'instaurarsi di situazioni di rischio

bassa: modifiche necessarie per la prevenzione di incidenti con conseguenze trascurabili (vedi programma interventi di attuazione) - raccomandazioni di operabilità esse sono finalizzate a migliorare l'affidabilità e la gestione del deposito e dell’impianto e non comportano sensibili incrementi di sicurezza dello stesso. Le differenti priorità sono attribuite dal responsabile dell'Hazop in base all'analisi qualitativa della frequenza e delle conseguenze degli eventi incidentali attesi, che le raccomandazioni in esame contribuiscono a mitigare. Si riporta l’elenco delle raccomandazioni di sicurezza. Raccomandazioni valide in generale per tutto lo stabilimento: − Bloccare Viti, bulloni e componenti che potrebbero cadere

priorità alta − Realizzare i componenti che entrano in frizione realizzati con materiale antiscintilla e accoppiando coppie

di materiali tra loro antigrippaggio priorità alta

− Realizzare l’integrità e compatibilità delle guarnizioni poste prima dei cuscinetti, inserendo una doppia guarnizione a protezione del cuscinetto, realizzando uno scarico tra le due guarnizioni. priorità alta

− Realizzare il controllo di assenza corpi estranei prima delle varie lavorazioni priorità alta

− Realizzare rete equipotenziale di messa a terra priorità media

− Utilizzare solamente attrezzature antiscintilla e antistatiche priorità alta

− Installare sensore sismico che arresta le lavorazioni in caso di terremoto lasciando l’alimentazione ai mezzi di emergenza priorità media

− Realizzare impianto elettrico a norma CEI 64-2 priorità alta

− Pulizia vegetazione, alberi ed arbusti sui terrapieni in prossimità dei locali priorità alta

− Protezione vasca e locale pompe da sovrapressioni e proiezioni priorità media

− Proteggere con terrapieni la zona di sosta per scarico e scarico automezzi priorità alta

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Lavorazioni demil − Approntare la documentazione completa per ogni commessa demil

priorità media Locale di miscelazione 32: − Realizzare sistema di controllo del bloccaggio delle bacinelle al supporto del mescolatore

priorità alta − Installare pressostato di controllo pressione circuito oleodinamico

priorità media − Installare controllo di livello e temperatura centralina oleodinamica

priorità media − Attuare controllo di assenza corpi estranei nella bacinella, che possono essere immessi nella fase di

caricamento priorità alta

− Installare sensore che impedisce l’accesso al reparto delle persone con mescolatori in funzione priorità alta

− Sistemi di controllo perdite gasolio priorità media

− Controllo livello gasolio nel serbatoio priorità media

− Controllo termostato, pressostato, valvola di sicurezza vapore, intercapedine bacinella e circuito di raffreddamento. priorità media

Locale mulino TNT: − Installare controllo di livello e temperatura centralina oleodinamica

priorità media − Utilizzare bacinella in plastica con caratteristiche antistatiche

priorità media − Installare pavimento di gomma antistatica sul piano in lamiera esistente

priorità media − Installare valvola limitatrice di flusso che impedisce la caduta rapida della piattaforma oleodinamica in

caso di rottura di tubo oleodinamico priorità bassa

− Installare doppio temporizzatore arresto ciclo macchina (n° 2 temporizzatori in serie) priorità media

Locale 8 incartucciamento: − cinghie di trasmissione antistatiche

priorità media − Termostato nella zona frizione-freno

priorità bassa − Utilizzare rete sul tubo aspiratore per impedire corpi estranei

priorità alta − Utilizzare tubo di aspirazione e filtro antistatici

priorità alta − Locale 50 fusore: − Controllo delle fasi di carico componenti nel fusore, contro il possibile ingresso di corpi estranei

priorità alta

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− Contenitori in plastica con caratteristiche antistatiche priorità media

− Regolatori di pressione e pressostato circuito oleodinamico, per limitare la coppia agitatore priorità alta

− Termostato di minima fusore con arresto agitatore priorità alta

− Regolatori della pressione, temperatura, valvole di sicurezza circuiti di riscaldamento priorità alta

− Flussostato di allarme priorità media

− Pressostato di minima per evitare la cavitazione pompa priorità media

− Estintori automatici a polvere sulla centrale oleodinamica e di riscaldamento. priorità media

− Livellostato olio centrale oleodinamica priorità media

− Termometro e termostato di allarme temperatura olio centrale oleodinamica priorità media

Locale 40: impianto di scaricamento − Utilizzare sistemi di giunzione delle tubazioni che possono dover essere smontate, realizzati solamente a

mezzo di flange senza filettature priorità alta

− Installare rete di protezione nelle fasi di carico componenti nella vasca e aspirazione tnt, contro il possibile ingresso di corpi estranei priorità alta

− Controlli di livello tnt e acqua priorità media

− Installare controllo della pressione e temperatura vapore priorità media

− Installare controllo temperatura vasche, separatore e fusore priorità alta

− Installare estintore automatico a polvere sulle pompe priorità media

− Installare pressostati anticavitazione pompe eiettori priorità alta

Locale 51 mulino nitrato ammonico − Setaccio posto a protezione della coclea

priorità alta Locale 7b-30-39 attrezzature svitaggio spolette − Installare temporizzatore svitamento

priorità media − Installare sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione o chiusura schermo di

protezione contro le proiezioni schegge priorità alta

Locale 39 segatrici − Installare flussostato circolazione acqua di raffreddamento

priorità alta − Sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione

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priorità alta Usura della lama di taglio (installare contaore o contapezzi) priorità media Installare sensore di temperatura IR priorità alta

− Installazione pressostato e livellostato controllo pressione di taglio e livello olio circuito oleodinamico priorità media

Locale 30 nastro trasportatore con metal-detector − Nastro, bacinella e sacco di contenimento antistatici

priorità alta − Guarnizione di tenuta cuscinetto

priorità media − Lubrificante compatibile riempimento spazio tra guarnizione e cuscinetto

priorità media − Cassetta antistatica di contenimento

priorità alta Tettoia 56 deposito NA − Attuazione procedura controllo assenza di perdite di nitrato, olio, gasolio

priorità alto Locale 7, 27 sbossolatrici − Installare pressostato controllo regolazione di pressione circuito

priorità media − Installazione livellostato olio circuito oleodinamico − priorità media − Installazione termostato controllo temperatura olio centralina oleodinamica

priorità media Locale 30 sbossolatrici − Installare temporizzatore svitamento − priorità media − Installazione sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione e chiusura sistema

di protezione contro le proiezioni schegge − priorità alta − Pressostati di controllo circuiti pneumatici

priorità media Locale 27 scannellatrice − Installazione sensore di prossimità corretta centratura cilindro di scannellatura

priorità media − Installazione pressostato circuito oleodinamico

priorità bassa − Installazione livellostato olio centralina oleodinamica

priorità media − Protezione per lo sfogo dei gas in caso d’innesco del cannello

priorità alta

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Locale 30 sconfezionatrice cariche supplementari − Installazione sistema di interblocco contro l’accesso di persone a macchina in funzione

priorità alta − Installazione di microinterruttore di controllo corretto posizionamento carica da sconfezionare

priorità media Locale 55 impianto di termodistruzione − Installare controllo della temperatura forno troppo alta, con arresto bruciatore e alimentazione

priorità media − Installare controllo di temperatura troppo bassa, con arresto alimentazione.

priorità media − Installare sensore di controllo rotazione forno con arresto bruciatore e alimentazione

priorità media − Installare sensore ottico/acustico sul camino di uscita gas combustione del bruciatore con arresto dello

stesso e dell’alimentazione (per rottura coclea) priorità media

− Allarme blocco bruciatore priorità media

− Interblocco e allarme contro accesso alla zona pericolosa durante il funzionamento priorità alta

22.3.3 VALUTAZIONE DELLE CONSEGUENZE.

La simulazione dei probabili scenari di incidente rilevante relativi ai depositi, viene schematizzata nel diagramma riportato in figura 23a. La simulazione dei probabili scenari di incidente rilevante, relativi ai locali di lavorazione esplosivi viene schematizzata nella fig. 23b (vedi in dettaglio allegati 6, 7, 8, 9).

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ESPLOSIONE

SOVRAPRESSIONI

PROIEZIONI GAS TOSSICI

ONDE SISMICHE (VIBRAZIONI)

MODELLO DI PROPAGAZIONE DELLE SOVRAPRESSIONI IN ARIA “ Du Pont”

ESPLOSIONE PARZIALMENTE CONFINATA MODELLO DI CALCOLO DELLE PROIEZIONI

AREA

DEPOSITO

FULMINAZIONE

Singolo Deposito Quantità e tipo esplosivo

INCENDIO

AREA

CIRCOSTANTE

DEPOSITI

ESPLOSIVI

CARTE ISODANNO PER SOVRAPRESSIONE “DM 09.05.01” 4 ZONE LOCALI “TERRAPIENATI” E PROTETTI DA RILIEVI E SITUAZIONI NATURALI CARTE ISODANNO PER PROIEZIONI “DM 09.05.01” PER LE MUNIZIONI LOCALI “TERRAPIENATI” E PROTETTI DA RILIEVI E SITUAZIONI NATURALI EFFETTO DOMINO PER SOVRAPRESS. E PROIEZIONI

Fig. 23a - Simulazione scenario indotto da un inc. ril. in un deposito a partire dalle sue cause scatenanti (innesco).

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ESPLOSIONE

SOVRAPRESSIONI PROIEZIONI

DIFFUSIONE DI GAS ONDE SISMICHE (VIBRAZIONI)

AREA

LOCALI DI

LAVORAZIONE

FULMINAZIONE

LOCALI DI LAVORAZIONE

INCENDIO

AREA

CIRCOSTANTE

REPARTI

LAVORAZIONE

INNESCO DA LAVORAZ. O

IMPIANTI

MODELLO DI PROPAGAZIONE DELLE

SOVRAPRESSIONI IN ARIA “ du Pont” ESPLOSIONE PARZIALMENTE CONFINATA

MODELLO DI CALCOLO DELLE PROIEZIONI

CARTE ISODANNO PER SOVRAPRESSIONE “DM 09.05.01” 4 ZONE LOCALI “TERRAPIENATI” E PROTETTI DA RILIEVI E SITUAZIONI NATURALI CARTE ISODANNO PER PROIEZIONI “DM 09.05.01” PER LE MUNIZIONI LOCALI “TERRAPIENATI” E PROTETTI DA RILIEVI E SITUAZIONI NATURALI EFFETTO DOMINO PER SOVRAPRESS. E PROIEZIONI

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Fig. 23b - Simulazione scenario indotto da un inc. ril. in un loc. lavor. a partire dalle sue cause scatenanti (innesco).

22.3.4 INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI INCIDENTALI. Gli scenari incidentali possono svilupparsi in maniera complessa, così come esemplificato nei diagrammi di seguito riportati (figure 24a, 24b). Il Rischio di incidente rilevante associato ai depositi di esplosivi è rappresentato esclusivamente dall’esplosione dei materiali contenuti all’interno delle unità di stoccaggio. L’esplosione può in certi condizioni essere innescata dall’evoluzione di un incendio oppure da fulminazioni atmosferiche caratterizzate da un elevato livello energetico che dovessero colpire direttamente il materiale all’interno del locale. Più frequentemente, all’interno dei locali di lavorazione, l’esplosione può avvenire per una fonte d’innesco provocata dalle attrezzature, dalle modalità di intervento degli operatori o da reazioni esotermiche per incompatibilità chimica di materiali, come evidenziato nell’analisi di Hazop Le cause di innesco di incidente rilevante, più probabili (incendio, fulminazione, innesco interno ai locali di lavorazione) sono state ben individuate nel presente Rapporto di Sicurezza e predisposte le idonee contromisure mediante idonei sistemi di protezione: - Dispositivi antincendio (contenitori con sabbia secchi e badili, estintori a polvere con quantitativo

idoneo di estinguente). E’ inoltre presente l’installazione di un gruppo antincendio UNI 9490 dotato di riserva idrica ed attacco per autobotte VV.F.

- Impianto di protezione dalle scariche atmosferiche (schermo reticolare del tipo a gabbia di Faraday). - misure di prevenzione e protezioni specifiche riportate nell’analisi di Hazop e nelle procedure PR di

utilizzo dei macchinari e le istruzioni tecniche IT per la corretta manutenzione degli stessi Si riportano, di seguito, sulla base delle indicazioni del precedente diagramma gli scenari incidentali più frequenti, con evidenziate, mediante codifica per colore, le fasi delle sequenze incidentali caratterizzate da un più elevato livello di pericolosità.

INCENDIO

ESPLOSIONE

PROIEZIONI SOVRAPRESSIONI DIFFUSIONE DI GAS

IRRAGGIAMENTO TERMICO ONDE SISMICHE (VIBRAZ.)

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Fig. 24a scenario incidentale (codifica per colore) in evidenza la “catena” Incendio - Esplosione - Sovrapressione in aria, caratterizzata dal maggior livello di pericolosità.

Fig. 24b scenario incidentale (codifica per colore) in evidenza la “catena” Fulminazione - Esplosione - Sovrapressione in aria, caratterizzata dal maggior livello di pericolosità.

Fig. 24c scenario incidentale (codifica per colore) in evidenza la “catena” Innesco da Operazioni/impianti - Esplosione/Incendio - Sovrapressione in aria, caratterizzata dal maggior livello di pericolosità. Si è considerato in generale, di minor importanza, ai fini della valutazione del rischio di un eventuale incidente rilevante, compiere un’analisi circa il rilascio di sostanze fluide (gas sviluppati dall’esplosione). Infatti un’eventuale esplosione diffonde i gas in aria, che si diluiscono rapidamente e formano una colonna ascendente, anche per il fatto che i gas che si sprigionano sono molto più caldi dell’atmosfera, disperdendosi in alto rispetto al suolo. Per lo stesso motivo non è stata fatta effettuata alcuna trattazione in merito alle diverse tipologie di incendio (il materiale presente nei locali contenenti esplosivo è unicamente allo stato solido). Nei riguardi delle onde sismiche (vibrazioni) trasmesse nel terreno da un’eventuale esplosione, la presenza del terrapieno non comporta modifiche alla trasmissione delle onde. La valutazione del PPV (picco della velocità della particella) dipende dai seguenti parametri: quantità di esplosivo, posizione della carica, tipo di terreno, distanza dalla carica esplosiva, ampiezza e frequenza della vibrazione. La carica interrata ha un effetto maggiore (coeff. 0,3) sulla trasmissione delle vibrazioni; la carica appoggiata al terreno (come nel nostro caso) ha un effetto minore (coeff. 0,1). Nel nostro caso i danni che possono provocare una possibile lesione ad elementi architettonici ( 100 mm/s) si verificano a distanze molto più ridotte rispetto agli stessi danni provocati dall’onda di pressione. Il fenomeno è quindi considerato di minor importanza.

INNESCO DA LAVORAZIONI O IMPIANTI

ESPLOSIONE

PROIEZIONI SOVRAPRESSIONI DIFFUSIONE DI GAS/IRRAGG.

INCENDIO

ONDE SISMICHE (VIBRAZ.)

FULMINAZIONE DA SCARICHE ATMOSFERICHE

ESPLOSIONE

PROIEZIONI SOVRAPRESSIONI DIFFUSIONE DI GAS

IRRAGGIAMENTO TERMICO ONDE SISMICHE (VIBRAZ.)

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Riguardo alle proiezioni si fanno le seguenti considerazioni: l’esplosivo è appositamente contenuto in locali con prevista copertura leggera e friabile in caso di esplosione. Gli infissi sono previsti in materiale leggero. I macchinari saranno possibilmente previsti privi di componenti meccaniche pesanti poste al di sopra dell’esplosivo. I terrapieni sono previsti a protezione dei locali, insieme con la presenza di alberi ad alto fusto, ad opportuna distanza, che smorzano l’onda d’urto. Sono inoltre allegati: la determinazione delle distanze di danno per effetto delle proiezioni di attrezzature di lavorazione o di parte di strutture di depositi, la determinazione delle aree di isodanno a seguito di esplosione di munizioni, la verifica della distanza di sicurezza per evitare fenomeni di effetto domino dovuta alla proiezione di frammenti per locali o depositi contenenti munizioni. La presenza di terrapieni o muri forti riduce notevolmente tale rischio. Per quanto riguarda le diverse tipologie di esplosioni si fa riferimento ai modelli riportati in allegato 9. È di primaria importanza sottolineare che nei locali contenenti esplosivi industriali non si ha a che fare, né con polveri diffuse infiammabili, né con gas o vapori infiammabili, ma con prodotti aventi caratteristiche “esplosive” intrinseche caratterizzati da comportamenti simili per quanto riguarda gli effetti nel caso di esplosione e che necessitano di un’energia di attivazione superiore per potersi decomporre. Per innescare una miscela esplosiva di vapori di benzina ed aria oppure di metano ed aria è sufficiente una scintilla, per indurre la detonazione di un comune esplosivo di seconda categoria è necessaria invece un’energia notevole e la forza d’urto di un detonatore. Proprio grazie alla loro elevata stabilità è prevista da numerose norme di legge (D.P.R. 128/59 per le attività estrattive, D.P.R. 302/56 per i lavori di ingegneria civile, allegato “B” al Regolamento del Testo Unico, per quanto riguarda le leggi di Pubblica Sicurezza) la distruzione degli esplosivi, per via pirica mediante specifiche procedure (distruzione al fuoco a distanza di sicurezza, per piccoli quantitativi, in luogo aperto ed in condizioni di assenza di confinamento). Schema dei diversi tipi di esplosioni +-------------------------------------------------- ----------------------+ | +------- -----+ |

| | DI POL VERI | | | +--->|INFIAMM ABILI| | | | +------- -----+ +-----------+ | | +----------+ | |DI PRODOTTI| | | +--->|CONFINATE +>--+------------ ------>|DI REAZIONI| | | | +----------+ | | INSTABILI | | | | | +------- ------++-----------+ | | | +--->|DI GAS/ VAPORI| | | +----------+ | | INFIAM MABILI| | | |ESPLOSIONI+>--| +------- ------+ | | +----------+ | +-----------+ +------- ---+ | | | |TRANSIZIONE| |DI LIQU IDI| | | +--->| RAPIDA DI +------>| | | | | | FASE | |CRIOGEN ICI| | | | +-----------+ +------- ---+ | | | +--------------+ +------- ------+ | | | |NON CONFINATE | |DI GAS/ VAPORI| | | +-->|O PARZIALMENTE+---->| | | | | CONINATE | |INFIAMM ABILI | | | +--------------+ +------- ------+ | +-------------------------------------------------- ----------------------+

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23.3.5 MODELLISTICA DI SIMULAZIONE. La simulazioni dei diversi scenari incidentali viene effettuata secondo quanto riportato nei paragrafi seguenti.

22.3.6 Modello Sorgente Il Modello Sorgente esamina l'evoluzione spazio-temporale dell'evento dannoso nei primi istanti dell'accadimento e nelle immediate vicinanze della sorgente. A titolo indicativo, i modelli sorgente attualmente utilizzati per lo studio di valutazione delle conseguenze sono riportati nella TABELLA 2. TABELLA 2 - Modelli sorgente. +-------------------------------------------------- -----------------------+

| EVENTO | CONDIZIONI | MODEL LO SORGENTE | | INIZIALE | | | +-----------+------------------------+------------- -----------------------| | | |in fase |* incendio da recipiente (Tank fire)| | | |liquida |* incendio da pozza (Pool fire) | | Incendio |localizzato+------------+------------- -----------------------| | | |in fase g/v |* getto di fu oco (Jet fire) | | | |ad alta vel.| | | | +------------+------------- -----------------------| | |in aria |in fase g/v |* sfera di fu oco (Fireball) | +-----------+------------------------+------------------------------------| | | |* reazione sfuggente | | |confinata | (run away reaction) | | | |* miscela gas/vapori infiammabili | | | |* polveri infiammabili | |Esplosione +------------------------+------------------------------------| | |non confinata |* miscela gas/vapori infiammabili | | | | (U.V.C.E.) | | +------------------------+------------------------------------| | |transizione rapida | Esempio: | | |di fase (R.P.T.) |* liquidi criogenici | +-----------+------------------------+-------------------------- ----------| | | | |* dispersione liquido/liquido | | | | | (fluidi sol ubili) | | | |in acqua |* emulsione l iquido/liquido | | | | | (fluidi ins olubili) | | |in fase | |* evaporazion e da liquido | | |liquida | | (fluidi ins olubili) | | | +--------------+------------- -----------------------| |Rilascio | | | | |di sostanze| |sul suolo |* dispersione | |pericolose | | |* evaporazion e | | +---------+--------------+------------- -----------------------| | |in fase |ad alta o |* dispersione per turbolenza (densi-| | |gas/vapo-|bassa vel. di | tà della nu be inferiore a quella | | |re |rilascio | dell'aria) | | | | |* dispersione per gravità (densità | | | | | della nube superiore a quella del-| | | | | l'aria) | +-------------------------------------------------- -----------------------+

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Sono stati evidenziati nella soprastante tabella 2 del D.P.C.M., i modelli più vicini alla situazione esaminata nel presente rapporto di sicurezza, se pur con le precisazioni già effettuate al paragrafo precedente.

22.3.7 Modello Trasmissione. Il Modello Trasmissione esamina il fenomeno della trasmissione dell'evento dannoso per la valutazione degli effetti fisici conseguenti che sono in genere espressi sotto forma di mappe dell'irraggiamento termico da incendi, delle sovrapressioni da esplosioni e delle concentrazioni da rilasci di sostanze tossiche e inquinanti. I modelli di trasmissione riguardano: Modelli di calcolo dell'irraggiamento da: - incendio di pozze di liquido infiammabile (pool-fire); - incendio di rilasci gassosi/vapori ad alta velocità (jet-fire); - incendio di vapori emessi a bassa velocità (flash-fire); - incendio di vapori in espansione (fire-ball). Modelli di calcolo delle sovrapressioni da: - esplosione non confinata (UVCE); - esplosione confinata di vapori e/o polveri (CVE); - collasso termico di recipienti (BLEVE); - transizione rapida di fase da liquido a vapore (RPT); Modelli di calcolo della diffusione di sostanze tossiche e/o infiammabili: - dispersione atmosferica dei rilasci di gas/vapori leggeri; - dispersione gravitazionale di gas/vapori pesanti (gravity spreading); - dispersione atmosferica di gas/vapori pesanti dopo la fase di transizione; - emulsione in acqua di fluidi insolubili; - dispersione in acqua di fluidi solubili. Nota: Si sono evidenziati, nel testo della norma, gli scenari incidentali (UVCE, CVE) “più simili” a quelli dell’attività in oggetto che sono comunque legati all’esplosione di materiali con proprietà esplosive intrinseche e non all’esplosione di nubi di vapore confinate e/o non confinate. Per chiarezza vengono prospettate, al paragrafo successivo, ad integrazione del presente D.P.C.M., alcune definizioni e descrizioni aggiornate dei principali scenari incidentali (CVE, BLEVE, RPT) così come riportate nel successivo D.M. LL.PP. del 09.05.2001. Il rischio di incidente rilevante (RIR) deve essere riferito, nel caso in esame, ad un modello di calcolo per la stima della sovrapressione in atmosfera (AIR BLAST) causata dall’esplosione del materiale all’interno dell’unità di stoccaggio o di lavorazione e alla verifica delle distanze delle proiezioni. I risultati sono riportati nello specifico allegato 9. La diffusione delle eventuali sostanze tossiche prodotte dall’esplosione risulta di scarsa rilevanza, in termini di rischio. Si fa presente che la temperatura dei gas nel momento in cui avviene l’esplosione è dell’ordine di grandezza dei 1.000 gradi centigradi e che la quota parte di gas nocivi risulta estremamente diluita nella massa gassosa globale. Questa conclusione è confermata anche dall’esperienza storica degli incidenti con partecipazione di grandi quantità di esplosivi (depositi). L’incendio non è di per sé in grado di costituire, nell’immediato, un incidente rilevante, ma può diventare pericoloso in quanto possibile sorgente per l’innesco dell’esplosione all’interno del locale, qualora vengano raggiunte le temperature necessarie a far evolvere la combustione in esplosione. Vedi allegato 9 per la stima delle conseguenze.

22.3.8 Modello di valutazione delle conseguenze. Per stimare le conseguenze di eventi pericolosi occorre: a) effettuare una analisi delle modalità di evoluzione di eventi incidentali, sia in termini di energia - incendi, esplosioni - sia in termini di rilasci di sostanze tossiche, inquinanti, etc.; b) valutare gli effetti sull'uomo, sulle cose e sull'ambiente avendo nel contempo informazioni sul contesto ambientale nel quale gli eventi possono produrre conseguenze negative.

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Le aree di danno sono generalmente espresso sotto forma di Mappe delle conseguenze relative a: - irraggiamento termico da incendi; - sovrapressioni da esplosioni; - concentrazioni da rilasci di sostanze tossiche. Tali mappe vanno sovrapposte alle mappe territoriali ove si evidenziano la distribuzione di popolazione e la presenza di strutture abitative ad elevata concentrazione con particolare riferimento a scuole, ospedali e uffici, ecc. Ad ogni evento incidentale esaminato in termini di analisi delle conseguenze occorre infine associare la probabilità (o livello di probabilità) di accadimento dello scenario precedentemente determinata. Sulla base delle mappe citate si valutano le conseguenze degli eventi identificati, in termini di effetti gravi immediati o differiti (decesso, ferimento, avvelenamento o ricovero ospedaliero) sui lavoratori, sulle popolazioni e/o sull'ambiente. Per chiarezza si è evidenziato, nel testo della norma, il fenomeno di interesse per la redazione di idonee mappe delle conseguenze relative all’attività in oggetto.

a) Il Rischio di incidente rilevante (RIR) è rappresentato dalla detonazione dei prodotti esplodenti custoditi all’interno di una delle unità di stoccaggio, che potrebbe avvenire a seguito dello sviluppo di un incendio oppure a seguito di fulminazioni meteoriche che interessino direttamente l’esplosivo in caso di assenza di sistemi di protezione. Nei reparti di lavorazione l’innesco di un incendio/esplosione può avvenire anche a seguito di un’operazione errata o a causa di guasti di elementi critici dell’impianto. Le misure per evitare tali evenienze sono riportate nelle procedure e istruzioni tecniche allegate al SGS. È considerato molto basso il rischio di autocombustione essendo attuate le misure indicate nelle procedure e istruzioni tecniche allegate al SGS (pulizia scrupolosa, assenza di accumulo di materiali pericolosi, rotazione delle merci nei depositi, in modo da evitare la presenza di prodotti con vecchia data di fabbricazione). Per quanto riguarda la protezione attiva da possibili incendi sono state predisposte le opportune attrezzature, come indicato nel PEI.

Per la protezione dalle scariche atmosferiche sono stati adottati schermi reticolari del tipo a gabbia di Faraday, per ciascun locale, progettati e mantenuti in esercizio secondo quanto prescritto all’allegato “D” del Regolamento del T.U.L.P.S., regolarmente assoggettati a verifica. La realizzazione prevista di unità di locali con coperture relativamente leggere e friabili favorisce, in caso di esplosione, l’evacuazione dei gas in modo tale da ridurre, quanto più possibile, il grado di confinamento ed anche le dimensioni dei frammenti generati dalla disgregazione delle coperture dei locali. Tale configurazione, oltre a mitigare notevolmente gli effetti prodotti da un’eventuale detonazione, esclude la possibilità che si possano verificare fenomeni di effetto domino. Dal punto di vista delle quantità in gioco i depositi più capienti, contengono 32.000 Kg di esplosivi di 2a categoria, e per i locali di lavorazione si riportano ad esempio: il locale 32 con 800 kg di esplosivo di 2a, il locale 8, 1.500 Kg di esplosivo di 2a categoria. Si effettuano, di seguito, alcune schematizzazioni per determinare le energie che possono essere sviluppate in caso di esplosione della maggiore tra le unità di stoccaggio. Al fine di effettuare un’analisi estremamente cautelativa sono stati considerati gli esplosivi dotati di maggiore dirompenza (energia) nell’ambito di ciascuna categoria autorizzata. La massima energia che può svilupparsi a seguito della detonazione risulta, per i vari locali riportati in esempio, la seguente (secondo le varie tipologie di prodotto): Nel caso di esplosivi di II categoria si ha: Depositi più capienti (2, 3, 6) 2acategoria 32.000 Kg x 4,52 MJ/kg = 144 GJ, Locale “32” 2a categoria 800 kg x 4,52 MJ/kg = 3,61 GJ Locale “8” 2a categoria 1.500kg x 4,52 MJ/kg = 6,78GJ Nel caso di esplosivi di I categoria si ha: Depositi più capienti (2, 3, 6): 1acategoria 32.000 Kg. x 3,10 MJ/kg = 99,2 GJ (polvere nera). Nel caso di esplosivi di III categoria si ha:

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Depositi 10, 11 3acategoria carico per ciascuno di 500 Kg. x 2,97 MJ/Kg = 2,97 GJ (miscela esplosivi detonatori) Trattasi di valori relativamente modesti corrispondenti all’energia che si libera dalla combustione dei seguenti quantitativi di gasolio, considerando le condizioni peggiori di esplosivi di II categoria (potere calorifico 42 MJ/kg circa):

Depositi più capienti (2, 3, 6) 3.429 kg di gasolio (32.000 Kg. di esplosivi di II categoria), Locale “32” 86 kg di gasolio (800. Kg. di esplosivi di II categoria), Locale “8” 161 kg di gasolio ( 1.500 Kg. di esplosivi di II categoria).

Tuttavia la pericolosità del fenomeno è legata ad altri fattori ed in particolare alla velocità con cui avviene la reazione di decomposizione dell’esplosivo che genera fenomeni impulsivi quali le onde d’urto caratterizzate da sovrapressioni estremamente elevate con ordini di grandezza pari a 104 - 105 atmosfere (a diretto contatto con l’esplosivo). Tale valore subisce poi una drastica attenuazione all’aumentare della distanza dal punto di scoppio.

b) È evidente come il pericolo maggiore sia quindi rappresentato, per l’uomo, i beni materiali e l’ambiente circostante, dal fenomeno impulsivo delle onde d’urto che investono l’area ed i cui effetti possono essere descritti facendo riferimento ai paragrafi 6.2.1 e 6.2.2 del D.M. LL.PP. 09.05.2001 che, ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs 334/99, integra, chiarisce ed aggiorna, quanto previsto dal D.P.C.M. 31.03.1989 e dall’art. 8 del D.Lgs 334/99 (con particolare riferimento all’allegato II). Con un’assunzione piuttosto drastica ed estremamente conservativa si è assunto, ai fini del calcolo delle sovrapressioni in atmosfera, che il quantitativo maggiore autorizzato tra le varie tipologie di esplosivo fosse interamente costituito da una carica concentrata di Tritolo. Tale “rappresentazione” comporta inevitabilmente una sovrastima degli effetti prodotti da eventuali esplosioni accidentali dei materiali immagazzinati, di qualunque tipologia, a tutto vantaggio della tutela generale dei manufatti posti nel circondario del deposito esplosivi.

“Valori di soglia”, punto 6.2.1 dell’allegato al D.M. 09.05.2001. Il danno a persone o strutture è correlabile all'effetto fisico di un evento incidentale mediante modelli di vulnerabilità più o meno complessi. Ai fini del controllo dell'urbanizzazione, è da ritenere sufficientemente accurata una trattazione semplificata, basata sul superamento di un valore di soglia, al di sotto del quale si ritiene convenzionalmente che il danno non accada, al di sopra del quale viceversa si ritiene che il danno possa accadere. In particolare, per le valutazioni in oggetto, la possibilità di danni a persone o a strutture è definita sulla base del superamento dei valori di soglia espressi nella seguente tabella 2.2.

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Tabella 2.2

Scenario incidentale

Elevata letalità

-Zona 1-

Inizio letalità

-Zona 2-

Lesioni irreversibili

-Zona 3-

Lesioni reversibili -Zona 4-

Danni alle strutture Effetti domino

-Zona 5- Incendio

(radiazione termica

stazionaria)

12,5 kW/m2

7 kW/m2

5 kW/m2

3 kW/m2

12,5 kW/m2

BLEVE/Fireball (radiazione

termica variabile)

Raggio fireball

350 kJ/m2

200 kJ/m2

125 kJ/m2

200-800 m (*)

Flash-fire (radiazione

termica istantanea)

LFL

1/2 LFL

VCE (sovrapressione di

picco)

0,3 bar (0,6 spazi

aperti)

0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar

Rilascio tossico (dose assorbita)

LC50 (30min, hmn)

IDLH

(*) secondo la tipologia del serbatoio

Per la corretta applicazione dei criteri di valutazione della compatibilità territoriale, il gestore esprime le aree di danno con riferimento ai valori di soglia di Tabella 2. 1. In generale, gli effetti fisici derivati dagli scenari incidentali ipotizzabili possono determinare danni a persone o strutture; in funzione della specifica tipologia, della loro intensità e della durata. (vedi punto 3) Il danno ambientale, con riferimento agli elementi vulnerabili indicati al punto 6.1.2 è invece correlato alla dispersione di sostanze pericolose i cui effetti sull'ambiente sono difficilmente determinabili a priori mediante l'uso di modelli di vulnerabilità. L'attuale stato dell'arte in merito alla valutazione dei rischi per l'ambiente derivanti da incidenti rilevanti non permette infatti l'adozione di un approccio analitico efficace che conduca a risultati esenti da cospicue incertezze. Si procede pertanto secondo le indicazioni qualitative di cui al punto 6.3.3. 2. Tali valori sono congruenti con quelli definiti nelle linee guida di pianificazione di emergenza esterna del Dipartimento della Protezione Civile e con quelli definiti nel decreto ministeriale 15 maggio 1996 "Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas di petrolio liquefatto (GPL)" e decreto ministeriale 20 ottobre 1998 "Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di liquidi facilmente infiammabili e/o tossici". La necessità di utilizzo dei valori di soglia definiti deriva non solo dall'esigenza di assicurare la necessaria uniformità di trattamento per i diversi stabilimenti, ma anche per rendere congruenti i termini di sorgente utilizzati nel controllo dell'urbanizzazione con quelli per la pianificazione di emergenza esterna e per l'informazione alla popolazione. 3. Le tipologie di effetti fisici da considerare sono le seguenti:

Radiazione termica stazionaria (POOL FIRE, JET FIRE) I valori di soglia sono in questo caso espressi come potenza termica incidente per unità di superficie esposta (kW/m2). I valori numerici si riferiscono alla possibilità di danno a persone prive di specifica protezione individuale, inizialmente situate all'aperto, in zona visibile alle fiamme, e tengono conto della possibilità dell'individuo, in circostanze non sfavorevoli, di allontanarsi spontaneamente dal campo di irraggiamento. Il valore di soglia indicato per i possibili danni alle strutture rappresenta un limite minimo, applicabile ad obiettivi particolarmente vulnerabili, quali serbatoi atmosferici, pannellature in laminato plastico, ecc. e per

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esposizioni di lunga durata. Per obiettivi meno vulnerabili potrà essere necessario riferirsi a valori più appropriati alla situazione specifica, tenendo conto anche della effettiva possibile durata dell'esposizione. Non applicabile.

Radiazione termica variabile (BLEVE/Fireball) Il fenomeno, tipico dei recipienti e serbatoi di materiale infiammabile pressurizzato, è caratterizzato da una radiazione termica variabile nel tempo e della durata dell'ordine di 10-40 secondi, dipendentemente dalla quantità coinvolta. Poiché in questo caso la durata, a parità di intensità di irraggiamento, ha un'influenza notevole sul danno atteso, è necessario esprimere l'effetto fisico in termini di dose termica assorbita (kj/m2)3 Ai fini del possibile effetto domino, vengono considerate le distanze massime per la proiezione di frammenti di dimensioni significative, riscontrate nel caso tipico del GPL. Non applicabile.

Radiazione termica istantanea (FLASH-FIRE) Considerata la breve durata dell'esposizione ad un irraggiamento significativo (1-3 secondi, corrispondente al passaggio su di un obiettivo predeterminato del fronte fiamma che transita all'interno della nube), si considera che effetti letali possano presentarsi solo entro i limiti di infiammabilità della nube (LFL). Eventi occasionali di letalità possono presentarsi in concomitanza con eventuali sacche isolate e locali di fiamma, eventualmente presenti anche oltre il limite inferiore di infiammabilità, a causa di possibili disuniformità della nube; a tal fine si può ritenere cautelativamente che la zona di inizio letalità si possa estendere fino al limite rappresentato da 1/2 LFL. Non applicabile.

Onda di pressione (VCE) Il valore di soglia preso a riferimento per i possibili effetti letali estesi si riferisce, in particolare, alla letalità indiretta causata da cadute, proiezioni del corpo su ostacoli, impatti di frammenti e, specialmente, crollo di edifici (0,3 bar); mentre, in spazi aperti e privi di edifici o altri manufatti vulnerabili, potrebbe essere più appropriata la considerazione della sola letalità diretta, dovuta all'onda d'urto in quanto tale (0,6 bar). I limiti per lesioni irreversibili e reversibili sono stati correlati essenzialmente alle distanze a cui sono da attendersi rotture di vetri e proiezione di un numero significativo di frammenti, anche leggeri, generati dall'onda d'urto. Per quanto riguarda gli effetti domino, il valore di soglia (0,3 bar) è stato fissato per tenere conto della distanza media di proiezione di frammenti od oggetti che possano provocare danneggiamento di serbatoi, apparecchiature, tubazioni, ecc. Vedasi quanto riportato in precedenza ai punti a) e b) di questo paragrafo.

Proiezione di frammenti (VCE) La proiezione del singolo frammento, eventualmente di grosse dimensioni, viene considerata essenzialmente per i possibili effetti domino causati dal danneggiamento di strutture di sostegno o dallo sfondamento di serbatoi ed apparecchiature. Data l'estrema ristrettezza dell'area interessata dall'impatto e quindi la bassa probabilità che in quell'area si trovi in quel preciso momento un determinato individuo, si ritiene che la proiezione del singolo frammento di grosse dimensioni rappresenti un contribuente minore al rischio globale rappresentato dallo stabilimento per il singolo individuo (in assenza di effetti domino). Si riportano in allegato 9: la determinazione delle distanze di danno per effetto delle proiezioni di attrezzature di lavorazione o di parte di strutture di depositi, la determinazione delle aree di isodanno a seguito di esplosione di munizioni, la verifica della distanza di sicurezza per evitare fenomeni di effetto domino dovuta alla proiezione di frammenti per locali o depositi contenenti munizioni. La presenza di terrapieni o muri forti riduce notevolmente tale rischio. Rilascio tossico Ai fini della valutazione dell'estensione delle aree di danno relative alla dispersione di gas o vapori tossici, sono stati presi a riferimento i seguenti parametri tipici: - IDLH ("Immediately Dangerous to Life and HeaIth": fonte NIOSH/OSHA): concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l'individuo sano, in seguito ad esposizione di 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l'esecuzione delle appropriate azioni protettive.

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- LC50 (30min,hmn): concentrazione di sostanza tossica, letale per inalazione nel 50% dei soggetti umani esposti per 30 minuti. Nel caso in cui siano disponibili solo valori di LC50 per specie non umana e/o per tempi di esposizione diversi da 30 minuti, deve essere effettuata una trasposizione ai detti termini di riferimento mediante il metodo TNO. Si rileva che il tempo di esposizione di 30 minuti viene fissato cautelativamente sulla base della massima durata presumibile di rilascio, evaporazione da pozza e/o passaggio della nube. In condizioni impiantistiche favorevoli (ad esempio, sistema di rilevamento di fluidi pericolosi con operazioni presidiate in continuo, allarme e pulsanti di emergenza per chiusura valvole, ecc.) e a seguito dell'adozione di appropriati sistemi di gestione della sicurezza, come definiti nella normativa vigente, il gestore dello stabilimento puo' responsabilmente assumere, nelle proprie valutazioni, tempi di esposizione significativamente diversi; ne consegue la possibilità di adottare valori di soglia corrispondentemente diversi da quelli di Tabella 2. Nella redazione del Rapporto di Sicurezza, integrando quanto prescritto nell’allegato V (sezione 9) del D.Lgs. 334/99, si sono considerati i valori per le sovrapressioni prospettati in tabella A1, tenendo conto delle soglie indicate nel D.M. LL.PP. 09.05.01. Considerando i vari locali sono state successivamente calcolate le aree di isodanno associate ai livelli di sovrapressione assunti precedentemente come valori di soglia, sulla base della legge di propagazione di cui al “Modello trasmissione”.

TABELLA A1 – LIVELLI DI SOGLIA PER LE SOVRAPRESSIONI IN ATMOSFERA

Sovrapressione in aria (bar)/ Zone

P > 0.6 0.14 < P < 0.6 0.07 < P < 0.14 0.03 < P < 0.07

Elevato letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili

In merito si deve però precisare quanto segue:

1) La semplificazione adottata nel D.M. 09.05.2001 fa riferimento all’esplosione di materiale contenuto all’interno di serbatoi ed a diretto contatto con le sue pareti, mentre nel caso dell’esplosione di un locale di esplosivi il materiale è accatastato generalmente a poca altezza da terra a fronte di un’altezza interna media dell’intradosso del locale molto maggiore (vedasi piante e sezioni dell'impianto). Da ciò deriva un’azione di confinamento assai inferiore, dovuta anche in larga parte alla leggerezza della copertura.

2) La norma (D.M. 09.05.2001) non prende in considerazione eventuali misure protettive dovute all’interposizione di idonee schermature (quali rilievi naturali, terrapieni) che costituiscono un efficace baluardo alla propagazione di onde d’urto e sovrapressioni in atmosfera, con effetti mitigatori di notevolissimo livello. Risulta utile ricordare che nella progettazione delle strutture atte ad ospitare esplosivi (Allegato “B” al Regolamento del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, R.D. 635/1940) le distanze vengono dimezzate in presenza di terrapieni e possono essere ulteriormente ridotte in presenza di condizioni particolarmente favorevoli ad insindacabile giudizio della Commissione Consultiva per le Sostanze Esplosive ed Infiammabili. La finalità più importante della presenza del terrapieno è di impedire che si verifichi l’effetto domino, (vedi articolo “Depositi di esplosivi” dell’ Ing. Nardone, Ispettore del Comando VVF di Cuneo, rivista Antincendio Febbraio 2002 e studi sperimentali effettuati dalla ditta SNPE in Francia). Vedasi disegno allegato 9 “Aree di isodanno”. La funzione di smorzamento dell’onda di pressione da parte del terrapieno è efficace specialmente in prossimità del terrapieno stesso (area di elevata letalità e di effetto domino), mentre tende a ridursi con lo distanza.

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Nel caso in esame si è considerato, ai fini della determinazione delle aree di isodanno da sovrapressioni, che le aree esterne allo stabilimento fossero del tipo prospettato in tabella “A2” (allegato 9). Infatti la finalità più importante della presenza del terrapieno è di diminuire l’effetto di elevata letalità e di impedire che si verifichi l’effetto domino, mentre diminuisce la sua efficacia a distanza dallo stesso. In direzione del territorio del comune di Aulla è presente un rilievo naturale che ulteriormente protegge il territorio confinante. Per quanto riguarda l’effetto delle proiezioni di munizioni, considerando gli effetti mitigatori esercitati da terrapieni e boscaglia che si trovano a ridosso dei depositi stessi, si sono prese in considerazione le distanze riportate in tabella A3, ad eccezione della zona 3 (lesioni irreversibili) per la quale sono stati presi in considerazione i valori della tabella A2, per effetto della ricaduta dei frammenti. Inoltre, la zona 2 di inizio letalità comprende anche la distanza minima consentita, dalle norme di Pubblica Sicurezza, tra locali e depositi con esplosivi e case singole. Per quanto riguarda gli effetti dell’esplosione accidentale di un locale sugli spazi adiacenti (effetto di elevata letalità), sono state prese in considerazione le distanze di tabella A3. Il rispetto delle distanze di sicurezza interne previste dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che risultano ancor più restrittive, garantisce l’impossibilità che la detonazione, pur danneggiando a vario livello i locali adiacenti, ne possa causare l’esplosione “per simpatia”. L’effetto domino è infatti legato, nei locali di esplosivo, esclusivamente a quest’ultimo aspetto non essendo presente alcun impianto che collega i vari locali, o serbatoio o tubazione che, investito da onde di sovrapressione, possa consentire la propagazione degli effetti della detonazione ai locali vicini e conseguente aggravio dello scenario incidentale. L’esplosione per influenza all’aria libera, senza interposizione di ostacoli è data da:

d = 0,5 (W) 1/3

in base a quanto stabilito in F. Kinney e altri in “Explosive schock in air”, e in “Compendio di esplosivistica” di S. Petralia, Mariperman, La Spezia, 2000. La distanza di sicurezza per non avere propagazione per simpatia, in caso di proiezioni è (vedi “Compendio di esplosivistica” di S. Petralia, Mariperman, La Spezia, 2000):

d = 2,4 (W) 1/3 3) Per quanto riguarda il deposito 48, essendo le cartucce depositate catalogate di classe 1.4S, secondo la normativa ADR, si rileva un basso rischio di esplosione in caso di incendio e l’impossibilità di ottenere la deflagrazione o detonazione in massa. Le norme ADR (al punto 2.2.1.1.6) classificano infatti le cartucce da caccia e tiro e per armi di piccolo calibro: 1.4S, con la seguente dizione: “ Materia od oggetto imballato o progettato in modo da limitare all’interno del collo ogni effetto pericoloso dovuto al funzionamento accidentale, salvo che il collo non sia deteriorato dal fuoco, nel qual caso, tutti gli effetti di spostamento d’aria o di proiezione sono sufficientemente ridotti per non complicare in modo apprezzabile o impedire l’intervento antincendio e l’applicazione di altre misure di emergenza nell’immediata vicinanza del collo.” Si considera quindi la possibilità di esplosione in massa di una singola cassa di cartucce, contenente 0,45 Kg. di polvere di lancio. Vedi stima delle conseguenze in allegato 9 insieme con le mappe delle aree di isodanno e delle categorie territoriali compatibili. Allo scopo si riporta la tabella 1, di cui all’art 6.1 dell’allegato del già menzionato D.M. 09.05.2001 “Categorie territoriali”, che classifica le aree circostanti al deposito secondo fasce caratterizzate da diverse vulnerabilità, essenzialmente sulla base di:

- indici fondiari di edificazione (m3/m2), - presenza di strutture sensibili, - livelli di affollamento.

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TABELLA 1 - “Categorie territoriali” CATEGORIA A 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m3/m2. 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti).

CATEGORIA B 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m3/m2. 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti). 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti). 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre 1000 al chiuso). 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno).

CATEGORIA C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m3/m2. 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno).

CATEGORIA D 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m3/m2. 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile - ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc..

CATEGORIA E 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m3/m2. 2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici.

CATEGORIA F 1. Area entro i confini dello stabilimento. 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone.

La norma prevede 2 “Categorie Territoriali compatibili”:

• Quelle riportate in tabella 3a applicabili in caso di presenza di variante urbanistica. • Quelle riportate in tabella 3b, in assenza di variante urbanistica.

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Tabella 3a – Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti (per il rilascio di concessioni e autorizzazioni edilizie in presenza di variante urbanistica

Classe di probabilità degli eventi [occ/anno]

Categoria di effetti

Elevata letalità Inizo letalità

Lesioni irreversibili

Lesioni reversibili

Esplosione 0.3 bar 0.14 bar 0.07 bar 0.03 bar

Incendio 12.5 KW/m2 7 KW/m2 5 KW/m2 3 KW/m2

α < 1.0E-06 DEF CDEF BCDEF ABCDEF

1.0E-04 < α < 1.0E-06 EF DEF CDEF BCEDF

1.0E-03 < α < 1.0E-04 F EF DEF CDEF

α > 1.0E-03 F F EF DEF

Tabella 3b – Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti (per il rilascio di concessioni e autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica)

Classe di probabilità degli eventi [occ/anno]

Categoria di effetti

Elevata letalità Inizo letalità

Lesioni irreversibili

Lesioni reversibili

Esplosione 0.3 bar 0.14 bar 0.07 bar 0.03 bar

Incendio 12.5 KW/m2 7 KW/m2 5 KW/m2 3 KW/m2

α < 1.0E-06 EF DEF CDEF BCDEF

1.0E-04 < α < 1.0E-06 F EF DEF CEDF

1.0E-03 < α < 1.0E-04 F F EF DEF

α > 1.0E-03 F F F EF

Sono state valutate le conseguenze degli scenari incidentali nell’allegato 9. La probabilità di accadimento di incidente rilevante è riportata nell’allegato 7 albero dei guasti. Le conclusioni sono riportate nelle mappe annesse all’allegato 9.

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22.4.0 VALUTAZIONE CONSERVATIVA DELLE CONSEGUENZE.

Nell’analisi di accadimento di un incidente rilevante sono state assunte le ipotesi peggiori, rispetto a quelle riscontrabili nelle normali condizioni di esercizio, ed ipotizzando che fosse interamente costituito dal prodotto esplodente dotato di maggior energia per unità di massa. Le conseguenze dell’incidente rilevante (esplosione) sono immediate e si riferiscono all’onda d’urto che investe persone, beni ed ambiente in prossimità dell’area con la fenomenologia rappresentata dalle zone di ugual danno. Non sono considerate le aree di isodanno in caso di incidente del deposito nitrato ammonico sotto la tettoia 56: sono infatti determinati gli interventi e le procedure di lavoro per contenere il rischio d’incidente rilevante a probabilità inferiori di 1E-06.

22.5.0 ELEMENTI PER LA PREDISPOSIZIONE DEI PIANI DI EMERGENZA.

Ai fini del Piano di emergenza si ha: - L’incidente rilevante è chiaramente identificato ed è rappresentato fondamentalmente dall’esplosione dei

materiali presenti all’interno di una delle unità locali - I fenomeni indotti dall’esplosione non costituiscono un pericolo, né per l’entità di sostanze rilasciate a

seguito dell’esplosione del quantitativo massimo ipotizzato, né per la relativa energia di esplosione (irraggiamento) (Max 144 GJ), né per la trasmissione di onde sismiche (vibrazioni), quanto per la sovrapressione in aria legata ai fenomeni di propagazione delle onde d’urto e alle proiezioni.

- Gli scenari incidentali sono prospettati nelle carte delle conseguenze riportate al punto 22.3.4 e seguenti del presente Rapporto di Sicurezza “Modello di valutazione delle conseguenze” secondo i modelli di propagazione considerati e le soglie riportate e descritte nel DM 09.05.2001.

Per il calcolo del raggio d’influenza delle aree associate alle soglie delle zone di ugual danno si deve tener conto dell’ubicazione dello stabilimento, che risulta inserito in un’area relativamente isolata, protetta da rilievi naturali e da piante, secondo quanto già specificato. Le aree di ugual danno sono state chiaramente ed efficacemente evidenziate nei disegni in allegato 9. - Il livello di probabilità del TOP EVENT è precisato in all. 7 e riportato in allegato 9, per la valutazione

delle conseguenze, secondo la tabella 3a “Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti”. - Le modalità di intervento e le persone incaricate di dare l’allarme sono indicate nel Piano di Emergenza

Interno (PEI). - Per i punti 1-5 si rimanda direttamente al PEI, realizzato e distribuito alle persone e visibile in allegato 4. - Vedi allegato 10 circa le informazioni per le autorità competenti sugli scenari incidentali previsti nei piani di emergenza esterni

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ALLEGATI:

1) CURRICULUM VITAE ESTENSORI RAPPORTO DI SICUREZZA

2) DESCRIZIONE PROCESSO PRODUZIONE. LAY-OUT (- MESCOLATORE ANFO –LOCALE 32 – LOCALE 8 – LOCALE 48) DIAGRAMMI DI FLUSSO – DF003 – DF 005 – DF 008 – FLOWSCHEET TNT LICENZA PS DISTANZE TULPS TAV 04 “CARTA DELLE DISTANZE SECONDO TULPS”

3) CARATTERISTICHE SOSTANZE PERICOLOSE E SCHEDE DI SICUREZZA

4) PLANIMETRIA CATASTALE COMUNI AULLA-LICCIANA TAV 01 RDS. DOCUMENTO PIANO DI EMERGENZA INTERNO TAV 06 RDS “PIANO DI EMERGENZA INTERNO”

5) ANALISI STORICA

6) ANALISI SI DETTAGLIO (HAZOP) e P&I LAVORAZIONI

7) ALBERI DI GUASTO

8) GIUSTIFICAZIONE DEI VALORI ASSUNTI NEGLI ALBERI DI GUASTO

9) STIMA DELLE CONSEGUENZE MAPPE DELLE CONSEGUENZE TAV 02 RDS “CARTA DELLE AREE DI ISODANNO” TAV. 03 RDS “CARTA DELLE AREE DI EFFETTO DOMINO E DELLE DISTANZE DI POSSIBILE PROIEZIONE DI COMPONENTI DI MACCHINARI O DI COSTRUZIONI” TAV 05 RDS “CARTA DELLE CATEGORIE DI DANNO A SEGUITO ESPLOSIONE DI MUNIZIONI”

10) ALLEGATO ALLA SEZIONE 9 DELLA SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE

RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI - INFORMAZIONI PER LE AUTORITÀ COMPETENTI SUGLI SCENARI INCIDENTALI PREVISTI NEI PIANI DI EMERGENZA ESTERNI