Sportivissimo Siracusa

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il Settimanale dello Sport Siracusano www.sportivissimosr.it m ercoledì 15 dicembre 2010 - numero 3 - anno 1 - reg. tribunale di siracusa n. 11 del 25 novembre 2010 - Euro 0,50 COPIA OMAGGIO semplicemente Fantastici Con un gol di Abate il Siracusa batte la Lucchese e chiude il girone di andata a quota 24 punti. Meno uno dai play-off più sei dai play-out. Ugolotti ha plasmato un grande gruppo. La salvezza non è un miraggio. Anzi, accarezziamo più di un sogno.

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Numero della settimana dal 15.12 al 21.12.2010

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SPORTIVISSIMOil Settimanale dello Sport Siracusano www.sportivissimosr.it

mercoledì 15 dicembre 2010 - numero 3 - anno 1 - reg. tribunale di siracusa n. 11 del 25 novembre 2010 - Euro 0,50 COPIA OMAGGIO

semplicementeFantasticiCon un gol di Abate il Siracusa batte la Lucchese e chiude il girone di andata a quota 24 punti. Meno uno dai play-off più sei dai play-out. Ugolotti ha plasmato un grande gruppo. La salvezza non è un miraggio. Anzi, accarezziamo più di un sogno.

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Che carattere, che cuore, che grinta hanno tirato fuori gli azzurri per conquistare contro una forte Lucchese un successo sofferto certamente ma che è stato frutto della grande determinazione con la quale hanno giocato gli uomini di Guido Ugolotti. Si sa che il ca-rattere di una squadra viene fuori quando ci sono tante avversità; ed il Siracusa dome-nica scorsa si è trovato in pienissima emergenza. Tra squalificati ed infortunati, il tecnico azzurro ha dovuto rinunziare a ben otto elementi, e fra questi cinque dei sette difensori di ruolo inseriti nell’organico. In queste condizioni, il tecnico ha dovuto reinventare la difesa, inserendovi al centro anche un Giordano sottratto al suo ruolo di centrocampista e sceso in campo in condizioni fisiche non perfette.In queste condizioni di estrema emergenza, è venuto fuori il carattere della squadra az-zurra che, sospinta dal suo pubblico davvero encomiabile, ha sopperito al gap esistente nei confronti della squadra avversaria, che certamente vale più della sua classifica.E con questa vittoria il Siracusa ha anche ritrovato Giovanni Abate, che per sbloccarsi in fatto di gol ha aspettato l’ultima giornata del girone di andata. Ma il suo è stato un gol pesantissimo, che ha dato alla squadra tre punti di platino.E così, il Siracusa chiude il girone di andata a quota ventiquattro, con sei punti di vantag-gio nei confronti della zona play-out e ad un solo punto dai play-off. Nessuno dopo le cinque sconfitte iniziali avrebbe potuto immaginare un Siracusa così piazzato a metà del cammino del campionato.La squadra azzurra ha operato una rimonta che ha del prodigioso, nella quale grandissi-ma parte di merito va ascritta al tecnico. La squadra questi ventiquattro punti li ha con-quistati in dodici partite, marciando alla media di due punti a partita.Sarà difficile mantenere la media delle ultime dodici giornate anche nel girone di ritorno. Ma intanto si è messo insieme un buon gruzzolo di punti buoni per ipotecare al più pre-sto la salvezza. Ora la lunga sosta di fine anno consentirà di recuperare gran parte degli infortunati e soprattutto di tirare il fiato dopo tanto correre.Ma prima della sosta c’è sabato la trasferta di Roma contro l’Atletico, un impegno che gli azzurri potranno affrontare senza eccessivi patemi d’animo e dal quale potrebbe anche venire fuori qualcos’altro di buono.

Editoriale

Siracusa cuor di Leone

di Giuseppe Di Silvestro

IL SOMMARIO

PG 4 Risultati e Classifiche

PG 5 L’importanza di chiamarsi Giovanni

PG 6 Carmine Giordano

PG 8 Arbitri & Rigori Esiste un caso Siracusa?

PG 11 Sciopero Lega Pro

PG 12 Prossimo Avversario

PG 14 Vintage Azzurro

PG 16 Serie D: Noto, frattura squadra-tifosi

PG 17 I giochi Archimedei

PG 18 Pallamano serie A2 Ortigia chi in panca?

ph. valentino cilmi

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FOGGIA - COSENZA 1-2 (1-1)RETI: 11’ Biancolino (C), 13’ Varga (F), 67’ Biancolino (C)FOGGIA: Santarelli, Candrina (63’ Salamon), Regini, Burrai (74’ Palermo), Rigione, Iozzia, Varga, Kone, Sau, Laribi, Insigne - All. Zdenek ZemanCOSENZA: De Luca, Fogolari, Di Bari, Raimondi, De Rose, Matteini, Giacomini, Roselli (93’ Essabr), Biancolino, S. Fiore (82’ Coletti), Mazzeo (89’ A. Fiore) - All. Mario SommaARBITRO: Amerigo Aloisi (Avezzano)SPETTATORI: 5.058

ANDRIA BAT - TERNANA 0-1 (0-1)RETE: 9’ rig. Tozzi Borsoi (T)ANDRIA BAT: Spadavecchia, Pierotti, Di Simone, Thackray (81’ Ar-cidiacono), Ceppitelli, Berretti, Carretta, Paolucci, Cavalli (56’ Lac-arra), Del Core, Doumbia (65’ Evangelisti) - All. Aldo PapagniTERNANA: Visi, Quondamatteo, Imburgia, Fusciello, Borghetti, Giubilato, Nitrite, Arrigoni, Tozzi Borsoi, Artistico (66’ Concas), Nolè (75’ Lacheheb) - All. Fernando OrsiARBITRO: Maurizio Mariani (Aprilia)SPETTATORI: 2.334 ATLETICO ROMA - BARLETTA 3-0 (2-0)RETI: 17’ Caputo (A), 41’ Padella (A), 78’ Esposito (A)ATLETICO ROMA: Ambrosi, Balzano, Doudou, Padella, Tombesi (66’ Angeletti), Mazzarani, Miglietta, Esposito, Caputo (77’ Romon-dini), Franchini, Ciofani (81’ Chiaretti) - All. Giuseppe IncocciatiBARLETTA: Di Masi, Ischia (65’ Masiero), Lucioni, Anselmi, Frezza (81’ Lorusso), Guerri, D’Allocco (68’ Agnelli), Rajcic, Simoncelli,

Shiba, Bellomo - All. Arcangelo SciannimanicoARBITRO: Denis Santonocito (Abbiategrasso)SPETTATORI: 600 circa

FOLIGNO - CAVESE 0-1 (0-0)RETE: 76’ Schetter (C)FOLIGNO: Rossini, Iacoponi (83’ Severini), Bassoli, Papa, Merli Sala, Giovannini, Castellazzi, Sciaudone, La Mantia, Giacomelli, Fal-cinelli (57’ Coresi) - All. Salvatore MatrecanoCAVESE: Pane, M. Ciano, Sirignano, Alfano, Troise, Cipriani, Bac-chiocchi, Di Napoli (63’ Citro), C. Ciano (70’ Turienzo), Schetter (79’ Quadrini), Bernardo - All. Marco RossiARBITRO: Mirko Mangialardi (Pistoia)SPETTATORI: 1.000 circa

GELA - PISA 2-1 (1-1)RETI: 14’ rig. Carparelli (P), 45’ Cardinale (G), 86’ Cardinale (G)GELA: Nordi, Petrassi, Cardinale, Porcaro, Piva, Stamilla, Giardina, Porcaro, Cunzi, Franciel (63’ Vegnaduzzo), Docente - All. Gianluigi Di MauroPISA: Lanni, Ton (28’ Calori), Audel, Cossu, Favasuli, Passiglia, Tab-biani, Obodo, Cerone (62’ Bizzotto), Carparelli, Mosciaro (80’ Rec-colani) - All. Leonardo SempliciARBITRO: Claudio Gavillucci (Latina)SPETTATORI: 1.086

JUVE STABIA - BENEVENTO 2-1 (1-0)RETI: 40’ Mbakogu (JS), 49’ Pintori (B), 87’ rig. Corona (JS)JUVE STABIA: Fumagalli, Fabbro, Molinari, Scognamiglio, Dianda,

Di Cuonzo, Cazzola, Mezavilla (63’ Davì), Mbakogu (61’ Corona), Raimondi (64’ Valtulina), Albadoro - All. Piero BragliaBENEVENTO: Aldegani, Formiconi, Siniscalchi, Landaida, Zito, Pintori, Bianco, Vacca, La Camera (76’ Furno), Evacuo (79’ Bueno), Clemente (70’ Germinale) - All. Agatino CuttoneARBITRO: Luca Barbeno (Brescia)SPETTATORI: 1.427

VIAREGGIO - TARANTO 2-0 (1-0)RETI: 24’ Pizza (V), 91’ D’Onofrio (V)VIAREGGIO: Merlano, Carnesalini, Bertolucci (87’ Brighenti), Pizza, Massoni, Fiale, Luppi (74’ Cristiani), Castiglia, Longobardi, Marolda (81’ D’Onofrio), Taormina - All. Giuseppe ScienzaTARANTO: Bremec, Cutrupi, Sabatino, Migliaccio, Colombini, Di Deo, Antonazzo, Giorgino (75’ Pensalfini), Innocenti (77’ Rantier), Russo (65’ Ciotola), Garufo - All. Davide DionigiARBITRO: Luca Pairetto (Nichelino)SPETTATORI: 1.017 VIRTUS LANCIANO - NOCERINA 1-2 (0-1)RETI: 32’ Bolzan (N), 49’ Castaldo (N), 86’ Di Gennaro (VL)VIRTUS LANCIANO: Chiodini, Vastola, Colombaretti, D’Aversa (62’ Improta), Romito, Antonioli, Turchi, Di Cecco, Di Gennaro, Amenta (62’ Sacilotto), Zeytulaev (62’ Colussi) - All. Andrea CamploneNOCERINA: Gori, Scalise, Di Maio, De Franco, Nigro, De Liguori, Catania, Bruno (84’ Marsili), Castaldo (84’ Cavallaro), Negro, Bolzan (72’ Pomante) - All. Loreno CassiaARBITRO: Emanuel Tidona (Torino)

tabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINI

RISULTATIrisultati PROSSIMO TURNOprossimoturno CLASSIFICAclassificaDiciassettesima GiornataAndria Bat Ternana 0-1Atletico Roma Barletta 3-0Foggia Cosenza 1-2Foligno Cavese 0-1Gela Pisa 2-1Juve Stabia Benevento 2-1Siracusa Lucchese 1-0Viareggio Taranto 2-0V. Lanciano Nocerina 1-2

19 Dicembre 2010 Atletico Roma Siracusa (sabato) Barletta Lucchese Foggia Cavese Gela Benevento Juve Stabia Cosenza Nocerina Pisa Ternana Taranto Viareggio Andria Bat V. Lanciano Foligno

Nocerina 38Atletico Roma 31 Benevento 31 Cosenza 25 Taranto 25 Juve Stabia 24 Virtus Lanciano 24 Siracusa 24 Foggia [3] 23 Gela 22 Ternana 22 Viareggio 19 Lucchese 18 Pisa 18 Cavese [1] 17 Andria Bat 17 Foligno [2] 15 Barletta 15

SIRACUSA - LUCCHESE 1-0 (0-0)RETE: 57’ Abate (S)SIRACUSA: Baiocco, Di Silvestro, Lucenti, Giordano (55’ Caldarella), Strigari, Spinelli, Bufalino (69’ Bongiovanni), Mancosu, Mancino, Abate (76’ Giurdanella), Cosa - All. Guido UgolottiLUCCHESE: Pennesi, Bova, Baldanzeddu, Mariotti, Pezzi, Pera (72’ Biggi), Grassi, Carloto, Chadi (83’ Taddeucci), Marotta, Marasco - All. Paolo IndianiARBITRO: Marco Di Bello (Brindisi)SPETTATORI: 2.300

COSI’ IL SIRACUSA...

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Ci sono tre storie che valgono la pena di essere raccontate in questa settimana. Tre storie che si infilano e si intrecciano tra Siracusa-Lucchese e il futuro della squa-dra azzurra. Tre storie apparentemente slegate eppure così intimamente vicine. Tre storie ed un nome: Giovanni. Come Iodice, operato lunedì a Roma dal prof. Mariani. Come Abate il ritrovato, at-teso e finalmente decisivo. E come Calda-rella, il piccolo debuttante a sorpresa. Si obietterà che il capitano della Berretti di nome fa Ivan. Ma cos’è mai Ivan se non la versione balcanica del nostro Giovanni?Il primo, in ordine di apparizione nel no-stro elenco, è il ‘capitano’. Non ce ne voglia Ignoffo, ma Iodice porta ormai tatuata al braccio quella fascia. E’ il risultato di anni di militanza, per lui sempre azzurro, nei campionati bui come in quelli gioiosi. Lui che la Prima Divisione l’avrebbe meritata tanto quanto gli altri, e che fin’ora la vista da spettatore. Da quando a gennaio i le-gamenti hanno fatto crack. Lacrime con l’Isola Liri. E l’attesa di un rientro che non arriva mai, con un ginocchio che duole e perde aderenza. Che gira spesso, troppo spesso. Nonostante lunghe riabilitazioni e centri specialistici. Lo si vede fare capoli-

no nella gara contro il Pisa. Un’apparizio-ne fulminea, fino al nuovo intervento, lo scorso lunedì. Doveva essere un semplice intervento al menisco. E’ diventato unariscotruzione di crociato. Ancora lo stesso. Dall’anestesia locale alla totale. “Non cerco colpevoli e non accuso nessuno”, racconta Iodice che spera di avere così chiuso un capitolo di troppa sofferenza. Il recupero sarà più lungo del previsto. “Non importa, niente previsioni. Voglio solo stare bene”. Per riuscirci, sceglierà lui a chi affidarsi per la riabilitazione. Intanto, Natale a casa, a Napoli. Con un treno di affetto in parten-za da Siracusa.Il 2011 sarà il suo anno. Lo dicono gli astri.Si augura buona sorte anche un altro Giovanni, Abate. Minuto 57 di Siracusa-Lucchese: la rete si gonfia. Giovannino può correre verso la curva, dieci anni dopo l’ultima volta. Ci sono voluti 1013 lunghissimi minuti, però il primo gol è ar-rivato. Finalmente applausi più forti delle critiche. Comincia una nuova pagina per lui, ma non finiscono gli esami. Perchè se Ugolotti ne sottolinea l’abnegazione ed i tifosi si aspettano conferme, alla fine sa-ranno i numeri a parlare. Un attaccante lo sa. Che sia dicembre o maggio. “Finchè è

un giocatore del Siracusa, lo difenderemo dalle critiche”, dice il ds Laneri. Ed è dietro quel “finchè” che molti sentono odore di osservato speciale. Il giocatore, comun-que, incassa la fiducia della società e lavo-ra per riconquistare i consensi perduti.C’è poi un terzo Giovanni, che in realtà si chiama Ivan. In un pomeriggio in cui Ugo-lotti deve schierare il Siracusa-2, causa infortuni e squalifiche, lui si accomoda in panca. Ma al 55.o tocca a lui. Via la fratina, dentro in campo. Corri Caldarella. Il sogno confidato a Sportivissimo una settimana fà si avvera: il debutto in un campionato di grandi. Le gambe tremano, sino a quando tocca il primo pallone, sulle orme del suo idolo Spinelli. Tornerà nella Berretti, ma con qualcosa da raccontare in più. E la sensazione di essere stato, per qual-che minuto, parte di una grande storia, in-farciata di casualità e coincidenze. Come quella di chiamarsi Giovanni, in questa lingua o in un’altra.Ci sarebbe poi un Giovanni ad honorem: Vincenzo Cosa. Meraviglioso nel sacrificio. Ma questa è un’altra storia.

Gianni Catania

L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI GIOVANNI

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(midolo) Il giocatore che piace agli allenatori. Apprezzato dai tifosi e in particolare dalle curve. Poche chiacchiere e tanto lavoro, sacrificio, fatica. Il classico giocatore che, magari, il lu-nedì non avrà i titoloni su tutti i giornali, ma che la domeni-ca suda la maglia. Una vita da mediano, con dei compiti ben precisi, a coprire certe zone, a giocare generosi, lì sempre lì, lì nel mezzo. Già. Parole e musica di Luciano Ligabue che nel Si-racusa fanno da colonna sonora alle giocate di Carmine Gior-dano, professione centrocampista. Un lottatore, un mastino, fondamentale per il gioco di ogni squadra. “Un ruolo particolare, nel senso che tappo buchi a destra e a sinistra ma il gioco passa sempre da noi – puntualizza orgo-gliosamente Giordano - Mi piace tanto. Diciamo che di noi si parla poco ma corriamo tanto. Ho sempre giocato in questo ruolo ma, per esigenze, in passato, ho ricoperto diverse posi-zioni del campo”. Al Siracusa una pedina con queste caratteri-stiche mancava. Non è un caso, allora, che all’arrivo di Ugolot-ti succeda che, mentre tutti aspettano l’ingaggio di un nuovo attaccante, viene formalizzato l’accordo con Giordano. “Mi ha fatto molto piacere. Conoscevo il mister solo per sentito dire, è una grande persona, un grande allenatore. Mi sono trovato subito benissimo come anche con il gruppo. Mi hanno accol-to alla grande. Non capivo proprio che ci facevano in quella posizione di classifica. Ho accettato subito la proposta, non ho guardato la classifica. Anche perché proprio non capivo. Guardando la rosa a disposizione del Siracusa non riuscivo a capacitarmi. Per questo non ho mai dubitato e sono arriva-to il prima possibile. Subito dopo la chiamata del direttore Laneri, ho fatto il biglietto. Ho chiamato tanti amici, che co-noscevano meglio di me la piazza, e tutti mi hanno detto la stessa cosa. Di correre verso Siracusa e che non me ne sarei pentito. E devo dire che anche mia moglie, che è di Legnano, si sta trovando benissimo in città. Per noi è la prima volta in Sicilia. Siracusa è una cittadina molto bella, ambiente caloro-so. Giada, mia moglie, mi chiedeva un anno a mare. È stata accontentata”. Giordano è un tipo coerente. Poche chiacchiere sia in campo che fuori. “Sono molto riservato, dopo gli allenamenti, vado a casa. Mi piace stare a casa con mia moglie, giocare alla Play-

LA VITA DA MEDIANO DI CARMINESPORTIVISSIMO

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Station o guardare qualche film in tv. Sono un ragazzo molto tranquillo. Abbiamo visi-tato Ortigia, un posto molto particolare, un centro storico bellissimo. Per il resto devo an-cora visitare la città per bene”. Torniamo a parlare di calcio. “Vedendo la squadra non avevo dubbi. Potevamo fare di meglio. E in realtà abbiamo fatto benissimo. Adesso bisogna continuare. È una formazio-ne composta da elementi con tanta esperien-za e giovani di qualità. È un bellissimo mix”. In più ha recitato un ruolo chiave il cambio dell’allenatore. “Non conosco Romano ma il cambio ha dato senza dubbio una scossa. Sicuramente sarà stato anche questo”. E poi il gruppo. Argomento ricorrente. L’arma in più. “Sicuramente. Il gruppo fa tanto. Il nostro è spettacolare. E poi è la verità, inutile negar-lo, per ottenere il risultato è proprio questa la base. Avere alle spalle un gran gruppo di ragazzi è fondamentale”. Allora a gennaio meglio non correre nessun rischio oppure la squadra va rinforzata in ogni caso? “Secondo me a livello di giocatori abbiamo una bella rosa. Ma starà alla società decidere. Se voglio-no rinforzarsi, ben venga. Anzi, ci manche-rebbe”. E’ un Siracusa ammazza grandi. Ma Giordano tiene a precisare. “Con le grandi ma non solo. Anche a Terni, per esempio, abbia-mo fatto una grande partita. Ma in quel caso gli episodi sfortunati sono risultati decisivi. Il calcio è anche questo”. Dal “De Simone” è uscita con le ossa rotte an-che la capolista del torneo. Quella Nocerina ben conosciuta dal nostro centrocampista. “E’ il loro anno. È una piazza calda, c’è l’en-tusiasmo giusto. Quando è così li è dura an-che uscire di casa. Andranno in Serie B. Ma la squadra che mi ha impressionato di più è sta-ta la Virtus Lanciano. L’unica ad averci messo sotto. Mi è piaciuta tantissimo. Le altre tutte sullo stesso livello”. Con Spinelli forma una diga da paura. Da in-vidia per tante squadre di Prima Divisione.

“Ci troviamo benissimo con Fernando, corre, rincorre tutti”. Un altro con cui si trova molto bene è Nicola Manino. Entrambi napoletani, si conoscevano già. Ne approfittiamo per chie-dere la sua versione di questo, ormai famoso a Siracusa, Foggia-Pescina. Dalla parte di un ex Pescina. “In quella sfida con Nicola ci siamo ritrovati a fare l’antidoping insieme. All’anda-ta meritavano loro, ma al ritorno sul campo meritavamo noi. Poi è successo quello che è successo. Un po’ di tutto. Partita ferma per venti minuti. A Foggia è un po’ un macello, di-ciamo che doveva andar così”. Esperienza da non ripetere. Per scongiurare questo perico-lo ci aggrappiamo anche al gol stagionale di Giordano. A parte la cinquina a Nocera, uno a campionato lo realizza sempre ben volentie-ri. Tocca farlo in azzurro. “Devo cercare un po’ più la porta da lontano, speriamo accada al più presto. Speriamo in casa, davanti ai tifosi”. A proposito, che idea ti sei fatto della piazza siracusana? “Molto positiva. Contro il Taranto è stata una bella sensazione. Giocare davan-ti a tanta gente è bello. Lo stadio pieno ti da una carica particolare. Poi mi raccontavano che anche dopo le cinque sconfitte consecu-tive non contestavano. E questo è un grande segno di maturità. Anche a Terni dopo quel lunghissimo viaggio hanno applaudito. Meri-tano il meglio. Speriamo di fare bene, di fare più punti possibile. Regalare soddisfazioni e gioie pure a loro, domenica dopo domenica. L’obiettivo restano i 40 punti. Farli il prima possibile per poi giocarcela con tutti. Perché visto il campionato così equilibrato, prima raggiungiamo la quota salvezza prima ci di-vertiamo”. A fine stagione scade il contratto che lega Giordano al Siracusa. Ma non è detto che. vada via. “Senz’altro, io spero di rimane-re, mi sono trovato benissimo con la società e con tutto l’ambiente. Per me sarebbe l’ide-ale”. Idem. Con Giordano a blindare la nostra area di rigore, ci sentiremmo tutti un po’ più tranquilli.

GIORDANO, IL MASTINO AZZURROSPORTIVISSIMO

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Nella foto di Simona Amato, Carmine Giordano in azione nella partita giocata al Liberati di Terni.Giordano è nato a Napoli nel 1982. Interno di cen-trocampo, è arrivato ad ottobre. Lo scorso anno indossava la maglia del Pescina.

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L’analisiSPORTIVISSIMO

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(gct) Spulciando tra i numeri del Siracu-sa relativi al girone d’andata, uno salta subito agli occhi. La squadra di Ugolotti non ha avuto fischiato a proprio favo-re nessun rigore. Ed è l’unica con lo zero nell’apposita casellina in tutto il girone. Non in tutta la Lega Pro perchè, ad esem-pio, nel girone A sono rimasti a secco di penalty anche Bassano, Pergocrema, Spal e Pavia. Di contro, però, il Siracusa si è vi-sto fischiare contro ben sei calci di rigore. Contro nessuna altra squadra ne sono stati assegnati altrettanti. Sei a zero. Dato quantomeno anomalo, non foss’altro per la legge dei grandi numeri. Ma il calcio, si sa, non è scienza esatta. Da qui a ipotizza-re un complotto o una macchinazione ai danni del Siracusa ce ne passa. E nessuno avanza una simile teoria. D’altronde, an-che ragionando per assurdo, sarebbe un controsenso che la Lega Pro ripeschi one-rosamente una società per poi tartassarla all’inverosimile con arbitraggi discutibili. D’altronde, nessuno in società si è mai lamentato dei fischietti che hanno diret-to le gare d’andata. L’unico vero danno il Siracusa lo ha subito a Foligno. Il rigore al 95.o contro il Pisa c’era tutto.Però, per buffa coincidenza, in entrambe le partite arbitro era Diego Cifelli.E’ anche vero che il Siracusa è stato ‘aiu-tato’ in altre occasioni. Al Foggia sono stati annullati due gol in casa proprio nella gara contro gli azzurri, due reti che potevano anche essere convalidate. Così come a Cosenza, l’intervento di Bufalino sul difensore rossoblu nell’azione del de-cisivo 2-1 poteva essere considerato fal-loso. Insomma nel complesso, gli episodi

a favore e contro si bilanciano. Perchè nel conto vanno anche messi il gol annullato ad Abate contro la Juve Stabia ed il rigo-re – evidente – non concesso nella stessa partita.D’accordo, il Siracusa non è preso di mira dai fischietti di Lega Pro. Però si è visto fi-schiare contro sei rigori (tre in casa e tre fuori) e nessuno a favore. I conti non tor-nano. “Ma non è il caso di preoccuparsi”, ci spiega Massimo Leotta che ha seguito la squadra in ogni dove con le sue radio-cronache su Fm Italia e che conduce ogni martedì su Telecolor la trasmissione Sicilia Gol. “Con o senza rigori, il Siracusa è pur sempre a metà classifica. Questo vuol dire che i penalty e gli arbitraggi hanno influi-to poco sul cammino degli azzurri. La ruo-ta, comunque, deve girare”. Esatto, mica si possono sempre e solo subirli i rigori. “Se proprio volessimo farci una doman-da – chiosa Leotta – dovremmo chiederci perchè viene così facile fischiare un cal-cio di rigore contro il Siracusa. Per come gioca la squadra, sei sono troppi. Mica la difesa è composta da delinquenti comuni, anzi. E forse questo è il punto. A mio av-viso, Ignoffo e compagni sono fin troppo educati in campo. Si dovrebbe alzare di più la voce sin dal primo minuto e magari un arbitro sarebbe poi portato a gestire in maniera diversa certi episodi. Ciò non toglie che essere persone per bene è mo-tivo di vanto e che, secondo me, alla fine pagherà”. Viene facile fischiare rigori con-tro il Siracusa. Scarso peso “politico” nelle stanze del palazzo di Firenze? In verità, gli elementi a nostra disposizione portano a credere proprio il contrario. Siracusa ri-

spettato e trattato in guanti bianchi.Il teorema del complotto, quindi, non sta in piedi. Parliamo allora di una classe arbi-trale non sempre attenta. Sperando di non dover reincontrare a breve Cifelli, la società chieda anche arbitri di prima fascia come Emanuel Tidona di Torino (visto alla prima giornata contro l’Atletico Roma), Aurelio Panico di Cassino, Simone Di Francesca di Teramo, Michele Gallo di Barcellona Pozzo di Gotto e Andrea Adduci di Paola consi-derati dalla stampa sportiva specializzata come i migliori del campionato.

Sei rigori contro e nessuno a favoreARBITRI: ESISTE UN CASO SIRACUSA?

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Se il campionato cominciasse a genna-io 2011, più della metà dei club di terza e quarta serie nazionale non potrebbero iscriversi. Si parla di 40-45 società su 85 in gravi difficoltà economiche. Numeri terrificanti, resi pubblici dal presidente Mario Macalli. Ancora una volta, dunque, si materializza lo spettro di un’estate di radiazioni e fallimenti.E così, mentre è stato evitato lo sciopero dei calciatori di Serie A, adesso si profila uno stop in Lega Pro. “Se necessario, an-che ad oltranza”, rincara la dose Macalli che ieri ha proposto la sua idea di lotta alle società riunite a Firenze. Per il Siracu-sa c’era il segretario Seby Galizia. Al cen-tro della questione, la ripartizione degli introiti derivanti dai diritti tv. Anche la società azzurra è pronta a segire le ini-ziative decise da Firenze.Analizzando come lo stato di crisi in cui versa il calcio italiano sia aggravato dal fatto che queste risorse sianoindirizzate solo verso i club di serie A e B, escluden-do gli altri, il presidente della Lega Pro ha chiesto nei giorni scorsi ai deputati della Commissione Istruzione della Camera la modifica della percentuale di riparti-zione delle risorse, minacciando in caso contrario lo stop dei campionati.“Se la Commissione non dovesse cambia-re le percentuali o non stralciasse la par-te riguardante la percentuale dei diritti televisivi, la Lega Pro, in accordo con le ottantacinque società, si vedrà costretta a fermare i campionati, non per un’idea corporativa ma perchè l’Italia sappia che è ora di cambiare il calcio che ha portato ai fallimenti che sono davanti ai nostri occhi ogni giorno”. Queste le parole del

numero uno della Lega di Firenze.Al centro del braccio di ferro, le modifiche

al decreto Melandri. A Macalli non va giù la ripartizione stabilita. Per quanto riguar-

da la percentuale dei diritti radiotelevi-sivi indicati nella originale misura del 10% (6%+4%), ritiene equo indicare la misura della percentuale a favore del-le società di Lega Pro in quella del 3% anzichè l’attuale 1,5% . “La ripartizione della percentuale dei diritti televisivi non può andare verso la serie A e la se-rie B. Va aperto un ciclo nuovo, in cui la missione sia quella di usare le risorse per la valorizzazione dei giovani, così come noi stiamo già facendo”, annota Macalli. Che accusa il sottosegretario Rocco Crimi. “Si era impegnato a rice-verci con tutti i presidenti dei club di Lega Pro e non lo ha fatto. E’ bene che si sappia che manifesteremo il nostro giudizio in ogni sede e luogo”. E per meglio intendere, ecco la precisazione. “Ho tutti i nomi dei componenti della Commissione, e se ci fanno un’ingiu-stizia sono pronto a reagire. Faccio una bella lista, e la rendo pubblica, sotto forma di manifesti e volantini, così i nostri dirigenti sapranno a chi non dare più il voto”. La Lega Pro è pronta anche a fare causa, non solo sciopero. “Stiamo per presentare una denuncia al Coni, non al giudice ordinario, con-tro la Lega di A. Così non possiamo più andare avanti”. Appare francamente difficile che si possa ottenere qualcosa. Ma è na strada che va battuta. Il pro-blema ruota anche attorno alla quota attribuita ai Dilettanti (1%) del potente Tavecchio.

Gianni Catania

(r.s.) Controlli intensificati negli stadi di Lega Pro per verificare il rispetto delle norme federali, soprattutto in materia di ticketing e controlli agli accessi. Primo risultato: il deferimento di 32 club di Prima e Secon-da Divisione. Si tratta di Cavese, Cremonese, Crociati Noceto, Gavorrano, Gubbio, Milazzo, Montichiari, Paganese, Prato, Sangiovannese, Spal, Spezia e Via-reggio, Alessandria, Atletico Roma, Canavese, Como, Fano, FeralpiSalò, Foggia, Latina, Melfi, Monza, Per-gocrema, Prato, Pro Patria, Salernitana, Savona, Tra-pani, Tritium, Valenzana e Virtus Entella. Tutte queste società sarebbero ree di violazioni che riguardano il rilascio delle Licenze Nazionali, obbli-gatorio ai fini dell’iscrizione ai campionati professio-nistici e che entrano nel merito del profilo sportivo/organizzativo. Non si rischiano punti di penalizza-zione ma pesanti ammende pecuniarie.Siracusa ha già ricevuto la visita degli ispettori fede-rali. Hanno mosso piccoli rilievi ma nel complesso il De Simone, il sistema di ticketing e le procedure di ingresso ai singoli varchi hanno superato l’esame. Entrando del dettaglio dei piccoli rilievi, ci sareb-be da aggiustare l’altezza di una traversa di 1cm; contestata l’assenza di lettino per i massaggi negli spogliatoi (ma in realtà esiste una apposita ed at-trezzata saletta massaggi) e di lavagne tattiche. I pali della videosorveglianza lato gradinata ed i rotro andrebbero spostati di circa 20cm indietro. Ma pro-prio la Federaizone aveva in realtà approvato pochi mesi fà il progetto del De Simone. Chiesto anche l’ac-quisto di altri palmari, spesa non indifferente visto che ognuno costa 1.500 euro. Piccoli (e discutibili) dettagli che non hanno inficiato la posizione orga-nizzativa del Siracusa. Parlando di De Simone, è arrivata l’omologazione per la Curva Anna, capace adesso di 1000 posti.

Stadi & OrganizzazionePIOGGIA DI DEFERIMENTI

SIRACUSA OK

LA LEGA PRO VUOLE IL 3% PER LE SUE SOCIETA’ALTRIMENTI SARA’ BATTAGLIA. ANCHE LEGALEE

Lotta per i Diritti Tv SPORTIVISSIMO

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Prima gara del girone di ritorno per gli azzurri di Guido Ugolotti, che giocano sa-bato al “Flaminio” contro l’Atletico Roma. Ed è anche l’ultima partita che si disputa prima della lunga pausa di fine anno.La squadra romana non è più quella del-la fase iniziale del campionato, quando inanellò una serie di cinque vittorie nel-le prime cinque giornate di campionato, portandosi saldamente in testa alla clas-sifica. E dopo cinque giornate di cam-pionato, mentre l’Atletico aveva quindici punti in classifica, il Siracusa era a quota zero! Ora, invece, il Siracusa da dodici giornate a questa parte sta marciando ad un’andatura di certo più spedita rispetto a quella della squadra della Capitale.Difficile indicare le cause di questo innegabile calo di rendimento dell’At-letico Roma. Certamente, il tecnico Giuseppe Incocciati aveva preparato la squadra per una partenza “sparata” e quel tipo di preparazione ha dato ad inizio di campionato i suoi frutti. Ed alla lunga i giallorossi stanno pagando quell’inizio folgorante.Ma i guai per la squadra di Incocciati, numeri alla mano, sono iniziati quando sono arrivati alcuni “pezzi da novanta”: Franceschini (Sampdoria), Baronio (La-zio), Esposito (Roma) e Calderoni (Ata-lanta) oltre al greco Georgios Pelagias, tutta gente che nel campionato prece-dente militava in Serie A e quindi non

avvezza al clima della Prima Divisione. Ed è probabile che questi arrivi abbiano tur-bato la compattezza di uno spogliatoio che vedeva un gruppo ben collaudato ed affiatato da diversi anni di milizia comu-ne nella squadra romana. Fra l’altro, chia-ro segnale di un certo malessere è il fatto che un portierone come Calderoni, tesse-rato per rimpiazzare Ambrosi, da tempo non viene nemmeno convocato.Ciò non toglie, tuttavia, che l’Atletico Roma rimanga una delle squadre più forti del campionato, che ha sempre obiettivo quello di conseguire il salto di categoria o con la promozione diretta o con i play-off. Ma il comportamento della squadra

laziale è certamente stato finora più bril-lante in trasferta, dove ha ottenuto ben sei vittorie e un pareggio, subendo due sole sconfitte. Al “Flaminio”, invece, sono diverse le squadre che hanno ottenuto punti; vi hanno vinto, infatti, la Nocerina e l’Andria, e vi hanno pareggiato la Terna-na, il Foggia ed il Lanciano.L’Atletico si schiera con una formazione ed un modulo (4-3-3) ormai collauda-ti. L’esperto Ambrosi fra i pali, Balzano e Angeletti difensori esterni, Doudou e Padella difensori centrali, Romondini, Chiappara e Franceschini a centrocam-po, Ciofani punta centrale con Franchini e Babù ad attaccare sulle fasce. Ed è una

squadra che può concedersi il lusso di lasciare in panchina elementi come Esposito, Baronio, Caputo, Barrionue-vo, Miglietta…Particolarmente temibili gli attaccan-ti, a cominciare da Ciofani che ha già dieci reti all’attivo, seguito da Fran-chini che di gol ne ha messi a segno quattro.E fu proprio Ciofani a decidere in fa-vore dell’Atletico la partita di andata, siglando a pochi minuti dalla fine il gol che diede alla squadra romana una vittoria non troppo meritata. Ma quello era il periodo nel quale il Sira-cusa veniva inesorabilmente punito alla prima distrazione.

Giuseppe Di SIlvestro

IL PROSSIMO AVVERSARIO

IL SIRACUSA VOLA NELLA CAPITALEE ANTICIPA AL SABATO LA SFIDA

Nella foto di Simona Amato, un momento del derby dello scorso anno

ph atleticoromacalcio.it

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VINTAGE AZZURRO

Il pubblico più numeroso visto allo sta-dio fu quello accorso il 1° giugno 1979. Quasi 12.000 spettatori all’allora sempli-cemente Vittorio Emanuele. Non c’era un pezzettino di area disponibile. Anche le piste a bordo campo erano occupate. Uno spettacolo! La posta era importante. Si giocava contro la Casertana la partita che avrebbe consentito il secondo posto in classifica e soprattutto il passaggio alla serie superiore la C1.La rete dell’uno a zero fu messa a segno da Antonio Petraccini al 49’. Indescrivibili quei momenti. Il diretto interessato, oggi affermato commerciante a Filottrano in provincia di Ancona, al sentire Siracusa, la città da cui ovviasmente lo chiamiamo, già torna a quel pomeriggio: “indimenti-cabile., stupendo. Spesso ne parlo ancora oggi con mia moglie. Come dimenticare!” Non sente la lontananza perchè “ vi seguo sempre con attenzione. Ora va bene con Ugolotti, forza Siracusa! Andate avanti così, io me ne rallegro. La maglia azzurra la porto ancora, mi siete rimasti nel cuo-re”. Sarà vero? “E perché mentire. Sono stato a Siracusa appena due anni fa, con la mia famiglia. Pochi giorni, poi tappa ad Acireale la società da cui arrivai al Si-racusa. Non ho dimenticato il presidente Imbesi, la tifoseria, l’ambiente, gli amici, la squadra. Dico che quell’anno formammo una grande famiglia. Quando si riesce ad

essere un gruppo non c’è nulla che tiene: si vince”. Petraccini non divenne subito un idolo della tifoseria. ”Inizio difficile. Ma dopo il pubblico mi ha sempre sostenuto.Lavoravo sodo e sudavo tanto per guada-gnarmi il posto. Ci riuscii.”Altri ricordi? “Il clima, il tifo, l’amicizia. Anzi aggiungo che mentre ero a Siracusa assie-me a mia moglie, venivano spesso a tro-varci i nostri genitori, e mio padre, tutte le volte mi diceva che bella città Siracusa. Non aveva torto.”Dopo Siracusa, nonostante ancora avesse 28 anni e ottime referenze, andò in Promo-zione con la squadra della sua città.“Scelta di vita. Mia moglie si era abilitata per una professione, avevamo comperato una at-tività e bisognava impegnarsi per portarla avanti. Così è stato. Il nostro negozio era di appena 7 metri quadrati, oggi è tra i più grandi. Siamo impegnati tutti in famiglia. Anche ma figlia che si è laureata nutrizio-nista, contribuisce nel lavoro di tutti i gior-ni. Il calcio giocato per me è un ricordo. Oggi lo seguo dai giornali e dalla tv”.Tanti i momenti da ricordare con Petrac-cini azzurro. La prestazione maiuscola di Sorrento, ad esempio: segnò due reti. In quell’anno, giocò 22 gare e mise a segno 7 gol. Attaccante atipico, un’ ala che sapeva fare giocate di classe (e qualche serpenti-na di troppo). Un altruista, ma le occasioni che aveva le sfruttava.

Iniziò la c a r r i e r a ad Anco-na serie C e a 17 anni e s o r d ì giocan-do tre gare nella stagione 69-70. Le suc-cessive tre stagioni nell’Anconetana giocò complessivamente 61 gare. Poi il giovane Petraccini fu ceduto alla Paganese, in D. Vi giocò soltanto nel 73-74. L’Acireale ne acquisì le prestazioni nella successiva sta-gione. Ventotto gare e 5 reti. l’anno dopo andò in prestito ad Alba, in C. Rientrò quindi ad Acireale dove rimase per tre sta-gioni consecutive, dal 76 al novembre 79. E la sua stagione più importante fu quella del 76/77 con dodici reti all’attivo. Poi il Siracusa. Una carriera calcistica contenuta ma con tante soddisfazioni. Sicuramente avrebbe potuto godersi altri palcoscenici. Petraccini e l’altro bomber di classe Balla-rin fecero a Siracusa, sotto la direzione e la maestria di quel grande Biasiolo, il cam-pionato più ammirato. A novembre del 1978, durante la campagna trasferimenti, i loro furono indovinati innesti.

Paolo Catania

PETRACCINI GOL E QUEL POMERIGGIOESPLOSE IL “VITTORIO EMANUELE”

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GENY

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Frattura squadra-tifosi

Il presidente Musso strigliail Noto. “Ultime prove opache”

Vincere aiuta a vincere. E allora dopo il soffer-tissimo successo interno di mercoledì scorso, contro la Rossanese, ottenuto in pieno recu-pero grazie ad un gol del solito Savanarola, il Noto si ripete in quel di Mazara del Vallo. Com-pagine, quella mazarese, sempre più in caduta libera e ormai alla settima sconfitta consecu-tiva. Dopo il repulisti delle settimane scorse (sono andati via Occhipinti, Calascibetta e Di Piedi per citarne tre) in casa gialloblu si attendono i rinforzi di dicembre/gennaio per cercare di sal-vare una stagione. Il terzo allenatore in pochi mesi, non è bastato. Giovanni Macera (attuale tecnico) è subentrato, da qualche settimana, ad Antonio Putaggio, a sua volta subentrato a Giovanni Iacono. Il tutto senza grossi risultati. Come non bastano Polessi in porta ed Okolie in avanti. Il Noto, dunque, ne ha approfittato sbancando il “Nino Vaccara” per due reti a zero. A decidere l’incontro, giocato a senso unico dai granata, sono state le reti, entrambe nella ripresa, di Pirrone e Ivan Di Sabato. Quest’ultimo, arriva-to dal Cittanova Interpiana, e ingaggiato nel-la giornata di venerdì. Dopo aver partecipato alla rifinitura della vigilia, è andato immedia-tamente a segno. Esordio migliore non poteva esserci per l’ex attaccante del Siracusa, che a Noto ritrova mister Betta, già suo allenatore proprio a Siracusa in quel campionato di Serie D (2005/06) poi conclusosi ai Play Off. Ma quello di Di Sabato non dovrebbe esse-re l’ultimo innesto in casa Noto. Il presidente Musso ha, infatti, promesso altri ritocchi (dopo gli svincoli di Contino, Catania e company) per provare a disputare un campionato impor-

tante. La classifica, adesso, si è fatta davvero interessante. La vittoria dell’Ebolitana (reti di Sekkoum e Visciglia) sulla Valle Grecanica ha mandato in orbita i campani (+ 5 sulla secon-da, il F&C Benevento sconfitto a Caserta) e fat-to avvicinare il Noto alla griglia play-off, oggi, distante un solo punto. Ma non sono tutte rose e fiori in casa granata. A pesare come una spada di Damocle sul futuro del Noto calcio è il ricorso presentato dall’Aci-reale del direttore Mario Marino, all’indomani della sconfitta acese al “Palatucci”. L’Acireale punta sulla presunta posizione irregolare del calciatore e capitano del Noto Francesco Mon-talto, reo di aver giocato, secondo la tesi etnea, da “squalificato”. Il Noto rischia la sconfitta a ta-volino e un punto di penalizzazione. In totale ben quattro punti in meno. Staremo a vedere. In più si è un po’ raffreddato il rapporto tra la tifoseria e la squadra. Ai più non è andata giù la sconfitta rimediata a Modica, complice una prestazione spenta. Contro la Rossanese, nel momento di maggior difficoltà della squadra, il pubblico ha fischiato i giocatori. Cosa che ha fatto andare su tutte le fuori l’allenatore Giancarlo Betta. “Sono molto amareggiato per quello che è successo. La gente deve capire che questa è una squadra che ha fatto fatica a trovare degli equilibri e che nell’ultimo pe-riodo è stata pure cambiata. Stiamo giocando contro formazioni che non hanno nulla da per-dere, e già questo è un fattore che complica le cose. Eravamo pure stanchi perché i nostri ra-gazzi non hanno mollato mai, e fin’ora hanno avuto sempre lo stesso rendimento. Non può essere una partita sbagliata a Modica a rovi-nare il rapporto tra squadra e pubblico. Sono

davvero amareggiato. Non capisco. Anche ultimamente abbiamo dato tutto per vincere le partite. Tra mille difficoltà ci siamo riusciti. Nessuno ci ha chiesto di vincere il campionato. Stiamo, invece, onorando al meglio i colori del Noto”. A stretto giro di posta la risposta del presiden-te, Giovanni Musso. “Le ultime prestazioni a me non sono piaciute. Contro la Rossanese è stata una gara opaca, simile a quella di Modica. Che ci sia un improvviso calo tecnico è vero in par-te. Bisogna fare un’analisi interna per vedere dove sono queste lacune e intervenire il prima possibile. La contestazione dei tifosi ci sta tut-ta, sono liberi di manifestare, nei limiti del pos-sibile, le proprie idee. Non ho visto differenze, per esempio, tra i nostri super professionisti del calcio e i ragazzini della Rossanese. Il Noto vince ma non convince. Sicuramente interver-remo ancora per dare un peso importante in attacco. Prima, però, dovremo fare delle riu-nioni tecniche tra noi. Perché, forse, qualcuno non ha ancora chiaro l’obiettivo che la società intende raggiungere”. Come se non bastasse, domenica, a far visita alla compagine siracusana sarà la Casertana di mister Cioffi e dei vari Sarli, Capparella, Cordua, Sergi e Corsale. L’occasione buona per spegne-re ogni polemica e chiudere in bellezza il 2010. Un anno che ha regalato all’intera cittadina barocca il ritorno nel massimo Campionato Nazionale Dilettanti. Ogni tanto va ricordato.

Antonio Midolo

Serie D

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(basile) Settimana niente male quella ap-pena trascorsa, per il panorama sportivo siracusano. In pochi giorni, presentati i Giochi Internazionali Archimedei e visita in città del presidente nazionale degli ar-bitri italiana, Marcello Nicchi, in occasione del 70°anniversario della sezione AIA di Siracusa. A cavallo tra i due appuntamen-ti, abbiamo incontrato il presidente del Coni di Siracusa, Pino Corso. Concentriamoci sui Giochi Archimedei. Quattro principalmente i concetti base che hanno idealmente condotto alla loro creazione: il ricordo del genio di Archime-de (non solo tramite appuntamenti di na-tura prettamente culturale); la promozio-ne delle discipline sportive minori (diverse da calcio, pallamano, pallanuoto, basket); la prosecuzione del binomio sport-scuola; e infine la creazione di un momento stret-tamente promozionale per il territorio, in chiave economico-turistica. I Giochi Archimedei - che dovrebbero svolgersi nella loro prima edizione nel 2013, 2.300°anniversario dalla nascita di Archimede - proporanno il confronto di diverse squadre nella pratica di quelle di-scipline individuali nelle quali siano fon-damentali la logica, la meditazione, il cal-colo delle probabilità, l’applicazione delle formule matematiche e fisiche in tutto ciò che riguarda il gesto atletico e sportivo. In soldoni: vela, ginnastica ritmica, biliardo sportivo, bridge, twirling, ippica, scherma e le varie discipline del tiro. Nelle intenzioni dovrebbero partecipar-vi i bambini in età scolare appartenenti a quelle realtà e territori una volta noti come Magna Grecia, da Atene a Cipro

passando per Delfi ed Olimpia, fino alle colonie greche in Italia. Cadenza bienna-le, con sede fissa a Siracusa e una settima-na circa di durata. “Una manifestazione del genere è uni-ca al mondo, non esiste altrove – spiega il presidente Corso – Due sono le vie da perseguire. O l’inserimento della mani-festazione con l’apporto di tutta la depu-tazione regionale e nazionale all’interno dei Por 2007-2013 o la previsione di una legge regionale che finanzi l’organizza-zione e la realizzazione dei Giochi e che ne permetta la cadenza biennale o trien-nale. Tramite il Por daremo ospitalità e lanceremo il prodotto mentre per tutte le edizioni successive ci saranno costi con-tenuti, solo organizzativi, in quanto ogni delegazione si autofinanzierà. Ma i Giochi non saranno solo sport. E’ per questo che ho avviato contatti con il professore Voza, il curerà l’organizzazione di eventi collate-rali, convegni, seminari e rappresentazio-ni sceniche da contorno”. Non servierà alcuna nuova struttura spor-tiva particolare, tutta la pratica potrà re-golarmente essere svolta negli impianti (palestre e spazi) esistenti. “L’Italia vive perennemente una situazione di difficoltà per tutto ciò che non è calcio – ha continuato Corso – E questo è un gra-ve problema di cultura sportiva. Pensare che la stessa stampa tratta di sport minori soltanto in presenza di record o compe-tizioni internazionali come Olimpiadi e Mondiali è frustrante per chi si impegna con costanza in quelle discipline”. I Giochi Archimedei rappresentano la na-turale conseguenza di quella tendenza

che l’istituzione Coni ha assunto negli ul-timi anni, in favore del mondo scolastico. “Con le scuole il Coni svolge due attività principali che sono il Giocosport (nel-la scuola primaria, ndr ) e i Giochi della Gioventù (nella scuola media, ndr). Oltre a questo, il compito a cui devono adem-piere le scuole è quello di tenere aperte le palestre per l’attività sportiva loro e di quelle società sportive siracusane che lì trovano spazio e occasione per la pratica. Il Coni sta investendo molto sull’alfabe-tizzazione motoria nella scuola primaria. Ma con questo non si intende l’attività motoria in sé, quanto piuttosto l’insegna-mento dei movimenti e soprattutto della cultura sportiva: il rispetto dell’avversario e dell’arbitro. Elementi a mio avviso fon-damentali. Insegnare queste cose vuol dire formare delle persone migliori”. In fondo Siracusa è una realtà sportiva importante con tante eccellenze indivi-duali, dal fiorettista Barrera al tennista Di Mauro al pugile Rossitto; e di squadra, il Siracusa calcio e tennistavolo, l’Ortigia pallanuoto, l’Erg Priolo basket, l’Albatro. Dove è possibile migliorarsi? “Il segreto è lavorare molto, nonostante le difficoltà relative agli impianti, con i settori giova-nili. Se mancano questi qualsiasi squadra non ha motivo d’esistere. E non è soltanto un’esigenza economica”.

IDEA CONI: GIOCHI ARCHIMEDEIOGNI DUE ANNI A SIRACUSA, LA MAGNA GRECIA TORNA A SFIDARSIIN SPORT DOVE CONTA LA LOGICA

Giochi Archimedei

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Archiviato l’esonero del tecnico Bufardeci con le due sconfitte con Alcamo e Girgenti, in casa Ortigia il periodo natalizio trascorre-rà all’insegna della pianificazione; cioè della riflessione verso due grandi issue principali. Innanzitutto l’aspetto tecnico. E’ saltata infatti la panchina di Angelo Bu-fardeci per motivi personali, leggasi diver-genze che lo stesso tecnico biancoverde avrebbe avuto con alcuni componenti del-la squadra. Bufardeci ha salutato l’Ortigia dopo 8 gare, con 5 vittorie e 3 sconfitte (di cui 2 ai rigori), 242 reti fatte e 217 subite, 15 punti in classifica e diverse buone prove. Ben poco quindi da rimproverargli, se non qualche piccola defaillance. “Non mi nascondo e devo ammettere che ricoprire quell’incarico mi piaceva molto – ha spiegato Bufardeci – Mettermi in gioco domenica dopo domenica era molto stimo-lante. Andare via non è una bella sensazio-ne, ma resto comunque dentro l’Ortigia, es-sendo uno dei fondatori di questa realtà”. Il presidente Sandro Di Vincenzo deve adesso correre immediatamente ai ripari. “Per noi è veramente sorto un problema non indiffe-rente – ci racconta Di Vincenzo – Ho preso del tempo per riflettere, consapevole del fatto che ogni gara giocata senza tecnico in panchina ci costa parecchio, anche econo-micamente”. Così la scelta è caduta, a conferma delle at-tese, sul duo Cuzzupè-Signorelli. “Abbiamo tesserato Salvo Signorelli, nostro allenatore delle giovanili, che guiderà la squadra con al fianco Andrea Cuzzupè. Questa è una so-luzione diciamo temporanea, perché ci per-mette di prendere dell’ulteriore tempo per pianificare bene l’attività. Puntiamo ad una programmazione seria e duratura, espres-sione del lavoro del tecnico che verrà. Cioè non si fa il bene della squadra se si prende un allenatore da utilizzare soltanto per la stagione in corso. Puntiamo ad un rapporto continuativo”. Allo stato attuale tra i preferiti ci sarebbe Luigi Rudilosso, “vecchia” conoscenza della pallamano siracusana per i suoi trascorsi di giocatore e tecnico, ed attualmente impe-gnato insieme a Sandro Fusina all’interno del settore giovanile della Teamnetwork Al-batro. Meno percorribile, invece, la pista ca-

tanese di cui si era parlato in precedenza; a guidare l’Ortigia deve essere un soggetto co-noscitore dell’ambiente ed espressione del movimento siracusano. “Allo stato attuale, Rudilosso è solo il nostro sogno nel cassetto – ha spiegato Di Vincenzo – Naturalmente è una persona molto preparata che potrebbe fare al caso nostro, però ribadisco, è soltanto un’idea personale, niente di più”. Cuzzupè-Signorelli, e lo stesso Di Vincenzo che fino allo scorso anno ne era il tecnico, guideranno la squadra con l’intento di dare continuità all’inseguimento di quell’obietti-vo minimo di stagione individuato chiara-mente nei playoff, in attesa che dopo la so-sta natalizia qualcosa di definitivo avvenga in seno alla panchina. Con una posizione di classifica e un calendario piuttosto vantag-giosi (secondo posto e 2 gare su 4 restanti prima del termine della regular season, da disputare in casa), e i numerosi scontri di-retti all’interno di un girone decisamente equilibrato, con Ortigia, Aetna, Girgenti e Alcamo a darsi battaglia in un fazzoletto di classifica, forse anche tre punti potrebbero essere sufficienti per entrare matematica-mente tra le prime quattro del girone. “La vittoria contro la Pallamano Girgenti, in quest’ottica, è stata molto importante – ha concluso Di Vincenzo – Non ci sono più i pareggi e adesso arrivano alcuni scontri diretti per cui noi potremmo approfittare di una situazione davvero vantaggiosa che dovrebbe, però, profilarsi sugli altri campi. I ragazzi sono motivati, hanno reagito bene alla situazione che si è venuta a creare. La serie A1? Prima raggiungiamo i playoff”. Per l’Ortigia c’è, intanto, l’esame di maturità

dietro l’angolo. Dopo i due anni trascorsi in serie C e B, dov’era possibile vincere facile dato il divario tecnico non indifferente ed un approccio “dilettantistico” alla categoria, il gruppo biancoverde ha compiuto il salto di qualità per diventare squadra. il cammino è segnato, basta soltanto percorrerlo.

Giuseppe Basile

ORTIGIA, VIA BUFARDECI C’E’ UN DUO IN PANCA. MA E’ REBUS ALLENATORE

Pallamano A2

Festa dello sport alla Piscina “Paolo Cal-darella” per il Trofeo dell’Amicizia. In ac-qua impegnati 41 ragazzini dell’Ortigia, a squadre miste under 11 e under 13 e 9 piccoli atleti del PegasoLe squadre allenate da Aniko Pelle, Fede-rica Tagliaferrri, Francesco Pappalardo e Peppe Sparta hanno dato vita ad avvin-centi match. I partecipanti del torneo: Alessandro Capodicasa, Luciano Zappul-la, Luca Pappalardo, Eduardo Di Grano, Andrea Barone, Giancarlo Campisi, Mat-teo Bandiera, Stefano Bottaro, Francesco Davì, Francesco Cassia, Andrea Leone, Gianmarco Fontana, Libero Artù Gallo, Carlo Di Grano, Lorenzo La Ferla, Anto-nio Serra, Alessia Amodeo, Elettra Eletto, Antonio Tata, Gianluca Catalano, Alessio Zapulla, Giacomo Corallo, Enea Pappa-lardo, Gianmarco Barca, Marco Melluzzo, Simone Frontini, Cristina Comitini, Giulio Palestro, Luca Fiore, Andrea Pulvirenti, Lorenzo Di Caro, Alessio Lo Bello, Samu-ele Maiore, Renato Calore, Gabriele Di Grano, Antonio D’Alpa, Giuseppe Greco, Leonardo Denaro, Marco Venusino, Cris-tina Circo e Erik Bottaro

PallanuotoTROFEO DELL’AMICIZIA

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