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e inoltre... CICLISMO RUGBY AUTOMOBILISMO SUB ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012 ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012 ANNO 4 - N. 17 - MAGGIO-GUGNO 2012 - Periodico - Copia gratuita - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008 IT’S HOCKEY TIME!

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Sportdipiù magazine. Ogni giorno “online”! Le news e notizie su tutto ciò che riguarda lo sport veronese direttamente dai protagonisti… E poi il magazine! Un bimestrale freepress dedicato allo sport veronese, con un occhio di riguardo per i giovani sportivi! Divertimento, gioco e salute nel rispetto delle regole: questo è il messaggio che Sportdipiù diffonde, specialmente tra i più giovani. In un momento storico in cui la tecnologia e la società in generale tendono ad “isolare” e a rendere la vita sempre più frenetica, è bello constatare che lo sport è ancora…di moda!

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CICLISMORUGBY

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ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012

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L’editorialeLa vera storia di un vero sportivo

Uffi cio Scolastico VeronaLa Festa Scuola Sport fa venti!

Diocesi VeronaLa vitt oria? Nasce dalla sconfi tt a

Calcio 5Verona Calcio 5 in serie A1

EventoLe “Serate Gialloblù”

CalcioIntervista ai fratelli Cossato

Il puntoLuciano chiama Verona

PattinaggioLe ragazze del Cus Verona

WindsurfOnce into the tunnel, never back!

Football americanoTato, un “mastino” per i Mastini

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Mini basketPedro Paiola: il nonno del basket

Camp estiviBasket Camp Folgaria 2012

Tutela legaleInfortuni a scuola: cosa fare?

Medicina dello sportIl mal di schiena nel golf

PallavoloMarco Meoni si racconta

PallavoloIntervista a Chiara Dall’Ora

Sportivi a 360°Marina Resani

EventoYoung Sport 2012

Speciale veronamaniaUn’estate con Veronamania

EventoBiciclett e e mostra fotografi ca

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Riscopri la sana e buona abitudine della colazione in famiglia:un croissant Paluani da tagliare e farcire con

Fiordifrutta Rigoni di Asiago; il tutto senza zuccheri aggiunti...e la tua colazione non sarà più la stessa!

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I

SKRA Menarini vocalist Lucio Dalla

Premio BeatricePREMIO SOLIDARIETÀ 2012

COLLABORA ALL’INIZIATIVA

L’UFFICIO SCOLASTICO XII DI VERONA

26 maggio ore 21.00

Teatro Filarmonico di VeronaPRESENTA FRANCESCA CHEYENNE RTL 102.5

IL SORRISO DI BEATRICE PRESENTA

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I PREMI SONO REALIZZATI DALLASCUOLA D’ARTE PAOLO BRENZONI

DI SANT’AMBROGIO DI VALPOLICELLA

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Rugby cusTrofeo Citt à di Verona

AlimentazioneConoscere e difendersi dallo stress

Sub VillafrancaAquadive Apnea Team

HockeyIntervista ad Ana Scarone

KartRTC Sport & immagine

Speciale guida sicuraSott osterzo e sovrasterzo

AutomobilismoStallavena-Bosco 2012

DanzaIntervista a Nando De Bortoli

L’angolo fi scaleIl Prospett o Riepilogativo

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Giochi OlimpiciLe Olimpiadi tra ieri e oggi

CiclismoIntervista a Paolo Salvoldelli

HandbikeIl Giro d’Italia di handbike

EventoTrofeo Tommasi 2012

CiclismoVillafranca Bike Racing

Foto&sportSett ing della fotocamera digitale

IniziativaCampo dei Bimbi

PsicomotricitàPsicomotricità e tono muscolare

EventoIl Sorriso di Beatrice

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Anno 4 - Numero 17 -maggio-giugno 2012Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807/2008

Proprietario ed editore: GMC Communication s.a.s. di Matteo Cristani & C.

Sede legale:Via Vaghetto, 1137030 Lavagno - Verona

Redazione:Via Scuderlando, 35037135 Verona

Direttore editorialePiergiorgio Giambenini

Direttore responsabileAlberto Cristani

Vice DirettoreAlessandra Rutili

CaporedattoreMarco Hrabar

RedazioneAlberto Cristani, Alessandra Rutili, Luca Mazzara,

Marco Hrabar, Elena Bazzoni, Andrea Etrari

Grafi ca e impaginazioneSilvia Sorio per GMC Communication s.a.s.

StampaGrafi che Cortella s.r.l - Verona

Contattati:[email protected]

[email protected]

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Hanno collaborato per questo numerodon Andrea Giacomelli, Alberto Fabbri,

Alessandro Betteghella, Andrea Costa,

Benedetta Sartori, Bruno Mostaffi , Dino Guerrini,

Emanuela Biondani, Emanuele Arbetti,

Francesca Paradiso, Giorgio Pasetto,

Lorenzo Fabiano, Luciano Marangon,

Marco Meoni, Marco Trettene, Marina Soave,

Michele Corato, Mirko Simonaio, Monica Magnone,

Patrizia Zanetti, Silvia Ferrari, Silvia Zanolli, Simona

Pettinato, Stella Mazza

FotoArchivio Sportdipiù, Centri Bernstein Verona,

Foto Liborio Verona, Andrea Costa, Mastini Verona,

Hockey Villafranca, Daniele Ghinassi, Aquadive

Apnea Team, Cus Verona Rugby, Veronamania.

Foto copertina: Andrea Costa

a cura del Direttore

Quando il 14 aprile scorso Pier-mario Morosini si è accascia-to al suolo, durante la partita

Livorno-Pescara, è morto un ragazzo. Mi fanno imbestialire i discorsi che sento e i commenti che leggo nei quali si sintetizza che “... se muore un calciatore tanto clamore, se muore una persona qualunque, silenzio”. Chi dice questo non ha capito o non vuole capire. O forse vuole fare sem-plicemente inutile polemica. Non entro nel merito del perché della morte di Morosini e nemmeno sul cosa si poteva (se si poteva) fare per salvarlo. Non sono un esperto in materia tantomeno un medico. Analizzo solo l’unico dato ad oggi incontrovertibile: Piermario Morosini non c’è più. La sua breve vita non è stata per niente facile: rimane orfano di mamma 15 anni, a 17 gli muore an-che il papà. Si suicida anche suo fra-tello disabile. Piermario era rimasto solo con una sorella disabile. Sembra il triste e surreale copione di un fi lm. Invece si tratta della realtà incredi-bilmente vera e straordinariamente crudele. Ma non mi voglio soff ermare nemmeno su questo argomento. Morosini non deve essere ricordato per questo. Mi piace invece eviden-ziare come per lui lo sport sia stato la sua salvezza, il suo “credo”, il suo nuovo mondo, dove trovare la forza e il coraggio per andare avanti, per dire no al destino infame, dire no alla

sfortuna. Soprattutto dire no ad una vita triste. Tanti avranno passato - e purtroppo tanti passeranno ancora - quello che Piermario ha subito. Ma quanti sono riusciti - e riusciranno - a reagire? Quanti sono riusciti - e riu-sciranno - a rialzarsi e vivere a testa alta? Vasco Rossi canta: “Voglio tro-vare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l’ha…”.Morosini nonostante tutto (si dicia-molo pure nonostante una incom-prensibile sfi ga) un senso alla sua vita l’aveva trovato, grazie allo sport.Un messaggio di speranza, pulito, sano. Un messaggio che deve, e sottolineo deve, arrivare a tutti, specialmente ai più giovani. Sport non è sinonimo di vittoria e di campioni. Sport signifi ca mettersi in gioco, sfi darsi per trovare la forza di aff rontare le diffi coltà della vita. Tanti trovano “un senso a questa vita” creandosi un mondo parallelo con senza regole, senza leggi. Forse più facile da raggiungere. Ma a quale prezzo? E soprattutto per quale futu-ro? Piermario Morosini di Bergamo è stato un ragazzo sfortunato che ha avuto la forza di andare avanti, senza compromessi. Avanti per costruirsi una vita bella. Avanti cercando di non farsi annullare da un passato infame. Avanti fi nchè il cuore lo ha guidato. Piermario Morosini, un ragazzo che ha vissuto da grande uomo. E da vero sportivo.

La verastoria di un veroSportivo

editoriale sdp

Direttore editoriale

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ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012ANNO 4 - N. 17 MAGGIO-GIUGNO 2012

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È iniziato il conto alla rovescia: martedì 5 giugno 2012 ore 16.30 a Verona, Palazzo della Gran Guardia, il mondo dello sport scolastico vero-

nese si prepara a celebrare la XX edizione della Festa Scuola Sport!La manifestazione vanta una lunga tradizione di continua e consolidata collaborazione di successo tra l’Uffi cio sco-lastico del MIUR per l’educazione fi sica e sportiva e l’am-ministrazione comunale di Verona - Assessorato allo Sport.Si presenteranno all’appuntamento oltre 500 studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado, vincitori delle varie specialità sportive contemplate nel panorama dei Giochi Sportivi Studenteschi, i loro Insegnanti ed i Diri-genti più attenti a questo aspetto formativo e di ricono-scimento dell’attività scolastica.Anche le Scuole Primarie della città coinvolte nel Pro-

getto Gioco saranno rappresentate dai docenti referenti per l’educazione motoria.Le Autorità che negli anni si sono avvicendate nell’e-sprimere vive congratulazioni ai protagonisti non man-cheranno anche quest’anno nel complimentarsi con gli studenti sottolineando il pregevole valore di questa esperienza formativa scolastica.Saranno attesi: l’Assessore allo Sport del Comune di Vero-na, il Preside della Facoltà di Scienze Motorie di Verona, il Dirigente dell’Uffi cio Scolastico XII, il presidente del CONI provinciale e numerose autorità civili, religiose, culturali e sportive del nostro territorio: i rappresentanti della Polizia Municipale, della Motorizzazione Civile, il rappresentante della Curia Vescovile, Ispettori e Dirigenti Scolastici. Va citata l’azione di grande rilievo progettuale ed orga-nizzativo posta al servizio della popolazione scolastica e

Il 5 giugno al Palazzo della Gran Guardia

Durante la festa verrano inoltre premiati gli istituti vincitori del concorso “Scatta lo Sport a Scuola”

La Festa Scuola Sport fa venti!

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l’opera di promozione della salute e del benessere, avan-zata attraverso le attività motorie, fi siche e sportive.Un ringraziamento sarà espresso inoltre ai Presidenti delle organizzazioni sportive, Federazioni e Enti di Pro-mozione ed ai responsabili delle organizzazioni pubbli-che e private che a vario titolo, sono coinvolti anche nella realizzazione di varie manifestazioni, inclusa la fe-sta scuola sport, che sta via, via diventando un appunta-mento culturale per la città di Verona.Queste agenzie educative e formative contribuiscono alla concreta messa in atto di innumerevoli progetti. Di grande rilievo l’educazione stradale per la quale si asse-gnerà il riconoscimento per “20 anni di educazione stra-dale a Verona” al miglior progetto scolastico realizzato nel 2011/12. Preziosa in merito la collaborazione con le Polizie Municipali, il MIT, la Provincia, l’ACI e molti altri.Da evidenziare inoltre lo sviluppo delle attività in ambien-te naturale, con il CTG e l’Azienda Funivie di Malcesine, Gardaland SeaLife, il Parco Sigurtà e molti altri partners attenti alla promozione del gioco e delle attività moto-rie come momento didattico ed interculturale rivolto al mantenimento delle tradizioni, ai concorsi per gli studenti meritevoli nello studio e nello sport, con il supporto della Ditta Airone e del Parco acquatico Riovalli, per l’assegna-zione del XX Premio “Studente Atleta 2012”.Durante la Festa ScuolaSport 2012 verranno anche pre-miati gli Istituti e gli studenti vncitori del Concorso “Scat-ta lo sport a scuola” organizzato da Sportdipiù magazi-ne in collaborazione con Decathlon, Paliuani Life, Banca della Valpolicella, Olympus e Ennevi Foto di Verona.Le Organizzazioni provinciali donatori di sangue AVIS E FIDAS, da alcuni anni collaborano e progettano con l’Uf-fi cio Educazione Fisica contribuendo allo sviluppo delle attività culturali e di solidarietà civile che gradualmente si stanno promuovendo all’interno delle Istituzioni Sco-lastiche grazie alla collaborazione ed alla sensibilità co-mune degli operatori di queste organizzazioni. Nei tornei e nelle gare compaiono spesso le premiazioni delle due organizzazioni affi ancate, nelle Palestre degli Istituti gli striscioni e nuove sezioni; sono presenti an-che all’interno di progetti didattici per gli studenti e di convegni dedicati alla formazione degli Insegnanti di-mostrando così come di anno in anno la progettazione comune off ra nuove ramifi cazioni e nuovi frutti.Il Logo “AVIS - FIDAS Insieme nella scuola - Insieme nel-lo sport” che compare a fi anco dello slogan “Sport @ Scuola” e del marchio dell’Istituzione scolastica provin-ciale, stanno a sottolineare la concreta collaborazione ed il signifi cato che deriva dalla comunione d’intenti che ha unito questi soggetti nel nome della cultura della so-lidarietà, della donazione, del vivere sano e del valore della convivenza civile.Gli Studenti, con il loro ridondante gioioso entusiasmo, i

Docenti, i Dirigenti e le Autorità, siamo fi duciosi, daran-no vita ad un incontro intriso di questi messaggi e valori.Non resta che dare appuntamento a tutti , anche alle fa-miglie dei premiati, che vorranno presenzia all’evento, al 5 giugno 2012.Che sia per tutti una speciale ed indimenticabile XX FE-STA SCUOLA SPORT!!

Monica MagnoneCoordinatore Uffi cio Educazione Fisica

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La vittoria? Nasce dalla sconfi ttaUffi cio Pastorale dello Sport diocesi di Verona

Il gesto sportivo è metafora di vita che educa e trasmette incitamento ed energia buona

diocesi verona

Una vittoria che ribalta il risul-tato libera il

corpo in un grido di gioia o in un semplice sorriso. Come quello di Carolina Kostner nella sua danza mon-diale. Inevitabile l’ammira-zione e lo stupore per una perfezione che incanta. Una vittoria in una carriera atletica con cadute e riprese, liberatoria. Stupendo corpo leggero e libero non perché svagato e in fuga, ma perché concentrato e attento. Lo sport ha un rapporto tutto particolare col corpo. Un corpo fi nalmente libero e leggero, non “umiliato” dai graffi del ghiaccio mondiale, ha profetizzato un’armonia solo sognata da tanti “corpi” gravati e off esi. “Quotidiani” limiti fi sici e psicologici della precarietà della vita, esiti di una natura fragile, ma purtroppo anche frutto amaro dell’egocentrismo dis-umano. Movimenti armonici fendono l’aria e lievitano fi gure alle quali si vorrebbe partecipare. Non improvvisazione o performance, ma il guadagno del-la pazienza nella ripartenza possibile se la passione conta più dell’orgoglio e della sfi da. Una vittoria attesa eppure sorpresa, perché come ha rac-contato una cronista il successo o meno in questo sport - in tanti sport - può variare di un niente. I successi sono frutto di allenamento disciplinato intenso e continuo ma, “si sa”, l’impegno non è garanzia di vit-toria. Chi “perde” non ha faticato o si è preparato meno. Lo sport è vita anche in questo. Si può gustare e gioire per un primato, ma ci sono valori e successi da riconoscere senza crollare nella “sconfi tta”. Di fronte c’è un’altra gara ancora da fare, una partita da giocare. Quando il risultato si ribalta l’urlo di gioia diventa abbrac-cio. È l’immagine sperata nella vita. Mi vien spontaneo pensare alla risurrezione, alla gioia che possono aver provato gli amici di Cristo nell’incontrarlo vivo e al desiderio rinato di ripartire di rifare sorprenden-temente la strada con il coraggio che si era perso nella ras-segnazione della delusione.

La Pasqua che è fi gura nuova vita richiama il faticoso e tal-volta contradditorio rapporto col nostro corpo fra poten-zialità e limiti. Nella danza sul ghiaccio di Carolina c’è si può leggere una profezia di liberazione e di ripresa possibile. Liberazione di cui abbiamo bisogno. Il gesto sportivo è metafora di vita che educa e trasmette incitamento ed energia buona anche per gli ultimi impegni scolastici e per ogni ambito dell’esistenza. A tutti l’augurio di una buona estate a “corpo libero”.

don Andrea GiacomelliInfo: www.diocesiverona.it

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Verona Calcio 5: fi nalmente è A1!Promozione inaspettata ma meritatissima

Una calvalcata esaltante per i ragazzi capitanati da Tres e guidati da mister Langè. Contro ogni pronostico.

U n’impresa ancora difficile da credere. Una favola, di quelle che puoi solo immaginare. Un’emozione pazzesca, come solo lo sport

riesce a regalare. Il Verona Calcio a 5 ha vinto il cam-pionato nazionale di serie A2 dopo una stagione da urlo e giocherà il prossimo anno in A1 nell’olimpo del futsal italiano. Partita in sordina con l’obietti-vo di una salvezza tranquilla, la squadra guidata da mister Marco Langè e dal suo vice Alberto Ani-ci ha fatto capire partita dopo partita che per ogni avversario sarebbe stata dura contro i gialloblu: e vittoria dopo vittoria la classifica è diventata sem-pre più entusiasmante fino alle ultime gare decise negli ultimi secondi, e capaci di emozionare come poche altre volte nella storia del calcio a 5 verone-se. Su tutte il match casalingo contro Pesaro, chiu-so con un rigore decisivo di capitan Tres a meno di un secondo dalla fine, e la partita di Loreto quando

il gol di Fedele a pochi secondi dalla sirena ha dato la matematica certezza della promozione. Una gioia infinita per tutti, giocatori, tecnici e dirigenti, come Luigi e Massimo Gianmoena, cuore ed anima di una società che in estate aveva rischiato di sparire. Poi la passione e l’amore per questo sport hanno fatto scegliere alla famiglia Gianmoena di andare avanti, aiutati dal direttore generale Stefano Cacciatori e da tante persone che hanno avuto la fortuna di vincere un campionato che resterà nella storia. Con meriti da dividere tra tutti, e con un gruppo di giocatori amalgamato alla perfezione dai tecnici gialloblu. Da Brumatti, portiere capace di parate strepitose e di aiutare la squadra anche in fase di attacco con gol pesanti, ad Alessandro Fontaniello, il suo vice arriva-to dal campionato di C2 ed in grado di calarsi subito in una realtà come quella della serie A2 senza mai far mancare il suo apporto. Dalla forza e la tranquillità

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IL CAMMINO DEI GIALLOBLÙVerona Nautica Store C. 3-2Civitanova Verona 4-3Verona Canottieri Bell. 5-2Cus Chieti Verona 1-7Verona Domus Chia 9-2Brillante Verona 3-3Futsal Villorba Verona 3-7Verona Gruppo Fassina 2-1Italservice Pes. Verona 1-3Verona Tubi Spa Loreto 4-3Comelt Toniolo Verona 3-3Nautica Store C. Verona 2-2Verona Civitanova 6-2Canottieri Bell. Verona 6-3Verona Cus Chieti 4-0Domus Chia Verona 1-8Verona Brillante 4-1Verona Futsal Villorba 6-4Gruppo Fassina Verona 2-5Verona Italservice Pes. 5-4Tubi Spa Loreto Verona 5-6Verona Comelt Toniolo 3-3

di Thiago Resner in difesa, senza dimenticare il suo tiro bomba e i gol da lontano, alla bella scoperta di un Lestingi ancora giovane ma di ottime prospettive, alla voglia e alla grinta di Moris. Passando poi alle emozioni di Enrico Fru-sciante, anche lui catapultato in A2 direttamente dalla C2 e con tanta voglia di imparare ed aiutare i suoi compagni in allenamento, o alla freschezza di Otero, giovane talen-to arrivato in estate e capace di far intravedere un futuro da campioncino. Senza dimenticare i giovani Carone, clas-se 1992 e in pianta stabile nel giro della prima squadra, e Cecchini, che nonostante la sua età ha convinto in fretta mister Langè e tutti gli addetti ai lavori sulle sue qualità di oggi e di domani. Arrivando alla classe di Pedrinho, ex Benfica e Barcellona, capace di giocate da urlo ma anche di mettersi sempre al servizio della squadra, o al talento di Fedele, formidabile in zona gol e attaccante temibile da tutti gli avversari. Per chiudere con Anzolin, il capocanno-niere della squadra, di quelli con l’argento vivo addosso e la capacità di inventare sempre qualcosa, e ovviamente con Tres, il capitano, gran giocatore ma soprattutto ani-ma di una squadra che ha già voglia di regalare altre sor-prese. Dopo aver scritto la storia del calcio a 5 veronese con un risultato incredibile, e dimostrando a tutti che a volte i sogni diventano realtà.

Luca MazzaraInfo: www.www.veronacalcioa5.it

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Continua a riscuotere grande successo l’iniziativa “Sera-te Gialloblu” organizzata dall’Assessore allo sport del Comune di Castel d’Azzano, Massimiliano Liuzzi.

Dopo aver ospitato lo scorso febbraio all’Hotel Malaspina la Marmi Lanza Verona, con protagonisti coach Bagnoli, Meoni, Patriarca ed il consigliere Bazzoni, mercoledì 28 marzo, pres-so la Baita degli Alpini di via Barbarani 6, l’ospite d’onore è stato l’Hellas Verona.La cittadinanza di Castel d’Azzano, ancora una volta, ha rispo-sto presente. Grande l’atmosfera e l’attaccamento dimostra-to nei confronti dei colori gialloblù dell’Hellas. Per la società di via Torricelli, erano presenti il team manager Sandro Mazzola ed il responsabile comunicazione Simone Puliafi to, che hanno accompagnato la star della serata, l’alle-natore Andrea Mandorlini. Non hanno voluto mancare a que-sto appuntamento anche AGSM, con il vice presidente Mirco Caliari e Davide Maggiotto, l’assessore Federico Sboarina, Gianluca Tavellin di Telearena e Giuseppe Bilotta di Studio 7.Più di 500 le persone che hanno preso d’assalto la Baita degli Alpini, alla caccia di una foto o di un autografo con i protago-nisti della gloriosa società veronese. Mandorlini ha avuto un pensiero per tutti, mostrandosi molto disponibile, sia con i più piccoli che con i loro genitori. Una serata molto piacevole, presentata da Alberto Fabbri, dove i ragazzi delle scuole Cesari e Salgari hanno potuto porre le loro domande ai presenti ed in chiusura hanno gustato, in-sieme ai loro beniamini, un ottimo risotto al tastasal (sfornati oltre 400 risotti) preparato dagli Alpini con la solita passione che li contraddistingue.

Mercoledì 11 aprile, all’Hotel Malaspina, ospite d’onore di “Se-rate Gialloblu” il Chievo Verona. Accompagnati dall’addetto stampa Tommaso Franco, davanti a oltre 200 persone, si sono presentati e hanno risposto alle curiose domande dei ragazzi delle scuole Cesari e Collodi, i giocatori Stefano Sorrentino e Sergio Pellissier, il dirigente Fabio Moro ed il vice allenatore, Roberto Murgita.Una serata piacevole, dove i protagonisti sono stati i ragazzi accorsi numerosi alla terza serata organizzata dall’Assessore Massimiliano Liuzzi. Al termine del dibattito, risotto per tutti, due chiacchierare con i giocatori del Chievo Verona condite con autografi e foto di rito.Dopo i successi con Marmi Lanza, Hellas Verona e Chievo Ve-rona, il prossimo appuntamento è in programma il 2 maggio, quando arriveranno a Castel d’Azzano i giganti del basket ve-ronese, la Tezenis.Il gran fi nale è in programma venerdì 11 Maggio, presso la Sede Comunale di via Castello. In quella occasione si eleggerà il vincitore del Concorso “Disegna la tua maglia gialloblu”.Soddifazione infi ne espressa dall’Assessore allo sport del Comune di castel D’Azzano Massimiliano Liuzzi: “Ringra-zio personalmente tutte le Società sportive veronesi e lo-cali, l’Associazione Nazionale Alpini, gli insegnanti e tutti gli alunni della scuola primaria e secondaria per il loro impegni e dedizione, insieme a tutti i Calcio Club, gli sponsor ed il gruppo di genitori che ha aderito a questa nuova iniziativa del mio Assessorato”.

Alberto Fabbri

Le “Serate Gialloblù”: una festa per lo sport veronese

Organizzate dal Comune di Castel d’Azzano

Marmi Lanza, Hellas Verona, Chievo e Tezenis ospiti del comune di Castel d’Azzano. E l’11 maggio il gran finale...

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Mike & Fede: i fratelli gialloblùEx bandiere di Hellas e Chievo

Due attaccanti generosi, due fratelli accomunati dal gol e dalla passione per il calcio. E dall’amore per la loro città

Michele e Federico Cossato, i fratelli giallo-blù. Il primo ribattezzato da tutti “L’eroe di Reggio Calabria” in ricordo di quella rete

che permise al Verona di salvarsi dalla retrocessio-ne, il secondo capace di far perdere lo scudetto all’Inter e di diventare l’incubo del Milan. Due car-riere tutte da raccontare.

Perchè il calcio?M e F. Come tutti i bambini sognavamo di diven-tare calciatori. Eravamo mossi da una grande pas-sione, avevamo sempre il pallone tra i piedi. Ab-biamo iniziato nel Parona a muovere i primi passi ma non potevamo immaginare che saremo riusciti a sfondare in un mondo complicato come quello del calcio.

Cosa invidiate l’uno dell’altro?M. Il colpo di testa è sempre stato l’arma in più di mio fratello.F. Michele oltre ad essere abilissimo nel gioco ae-reo aveva anche un gran sinistro.

Cosa serve oggi per sfondare nel calcio?M. Serve tanta buona volontà e soprattutto spirito di sacrificio. Ci può essere il colpo di fortuna ma se non si ha voglia di soffrire non si va da nessuna parte. F. Quando passa il treno occorre prenderlo al volo anche se è necessario avere la testa a posto per mantenersi a certi livelli.

Michele, com’è stato il passaggio dal Chievo al Ve-rona?Direi stupendo. Sognavo di giocare nella squadra di cui sono sempre stato tifoso. Il presidente Cam-pedelli non ha mai accettato questa mia scelta ma io non ho fatto un torto a nessuno.

Federico, qual è stato il “tuo” Chievo?Sicuramente il secondo anno di serie A con Del Neri. Ho fatto nove gol ed è arrivata anche la convocazione in Nazionale che purtroppo ho do-vuto saltare per la rottura della fascia plantare. Quell’anno andavo a mille all’ora e quell’infortunio

non ci voleva.

Come si sente oggi l’eroe di Reggio Calabria?M. Mi sento ancora apprezzato per quel gol a distan-za di tanti anni. Mi vengono i brividi ogni volta che ci ripenso, è stato il momento più bello della mia car-riera. Porterò sempre nel cuore quei ricordi.

Due derby in serie A da avversari...M. Ricordo una partecipazione incredibile da parte dei tifosi. In città non si parlava d’altro. Vincere quel primo derby ha dato grande soddisfazione a tutti noi: peccato che il secondo sia stato favore-vole al Chievo. Avessimo anche pareggiato ci sa-remmo salvati.F. Il primo lo vidi inizialmente dalla panchina. Cer-to che quarantamila persone al Bentegodi e gli oc-chi di tutta Italia puntati addosso non sono cose da tutti i giorni. Il secondo (24 Marzo 2002 ndr) lo ricordo molto volentieri perchè il giorno prece-

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calcio sdp

dente era nata mia figlia Gaia. Avevo raggiunto in ritardo i compagni in ritiro ma sentivo una gran spinta dentro: doveva giocare Marazzina e non io che avevo anche i crampi dalla tensione. Ho fatto due gol, abbiamo battuto il Verona. Col senno di poi mi spiace pensare che con un risultato favore-vole l’Hellas avrebbe potuto salvarsi.

L’allenatore che ti ha dato di più...M. Sicuramente Malesani. L’ho avuto sia al Chievo che al Verona e credo che tutt’oggi come organiz-zazione di gioco non sia secondo a nessuno. Mi ha dato tanto anche sotto il profilo umano: sapeva come incoraggiarmi e caricarmi.F. Malesani e Del Neri. Il primo non mi ha mai alle-nato ma tramite un amico di mio fratello, Antonino Di Giulio, mi aveva fatto arrivare al Chievo. Il se-condo ha capito che io davo il cento per cento sia che giocassi tutta la partita, sia che entrassi a un minuto dalla fine. C’è sempre stata grande stima reciproca.

Il più grande di tutti i tempi con cui hai giocato...M. Penso che la tecnica di Mutu fosse qualcosa di unico. Era imprevedibile, inventava sempre la gio-cata. Infatti, poi abbiamo visto tutti che carriera ha fatto.F. Oliver Bierhoff. Quando facevamo le azioni un-dici contro zero a chi andava sul fondo a crossare urlava “Basta metterla” e faceva sempre gol di te-sta. E’ arrivato a fine carriera ma vedevi proprio un campione, un esempio di professionalità.

Il rimpianto più grande della carriera...M. Non ho rimpianti, sono orgoglioso di quello che ho fatto. Sono riuscito a raggiungere la serie A, ho affrontato giocatori che pensavo di vedere

solo alla televisione. Ho avuto grandi soddisfazio-ni, quindi rifarei tutto quello che ho fatto.F. Potevo andare in una grande, perchè la Roma mi aveva cercato ma non mi hanno fatto andare. Il rimpianto che mi porterò sempre dentro è di non aver potuto salutare i tifosi del Chievo da giocato-re nell’ultima partita del 2008 al Bentegodi. Sape-vano che avrei smesso, perchè fisicamente non ce la facevo più. Non pretendevo di giocare tutta la partita, mai l’ho preteso, ma meritavo di entrare almeno per tutto quello che ho dato al Chievo nel-la mia carriera. Non me l’hanno permesso, questo non lo posso dimenticare.

Oggi di che cosa vi occupate?M e F. Stiamo organizzando un camp estivo a Vi-piteno per ragazzi dai 7 ai 14 anni. Già due anni fa l’avevamo fatto nella Valpolicella ma nel nostro territorio non ci sono strutture attrezzate per que-ste attività. Per un giovane riteniamo sia un’esperienza importante non tanto per insegnargli a giocare a calcio ma come vera esperienza di vita. L’idea è nata qualche anno fa ed è un sogno che ci portiamo dentro da tanto. Nel tempo libero comunque giochiamo a golf. Ci ha pre-so questa passione; anni fa andavamo spesso in bicicletta ma oggi preferiamo il green.

Alesandro Betteghella

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il puntosdp

Luciano chiama VeronaL’ex terzino del Verona commenta in esclusiva per Sportdipiù magazine gli eventi dello sport scaligero

Ciao amici di Sportdipiù magazine, rieccomi di nuo-vo qui con voi.Il nostro amato Hellas è sempre lassù, nonostante

i continui blackout in trasferta. Diciamo che in alcune oc-casione arbitri (Nocera) e sfortuna (Brescia e Crotone) non ci hanno assistito. Ma l’impressione è che Maietta e compagni lontani da Verona non sappiano essere la squadra quadrata, cinica e schiacciasassi che ammiriamo al Bentegodi.Io però rimango fi ducioso: anche Pescara e Sassuolo - le altre due formazioni che se la giocano con l’Hellas per la promozione diretta (il Torino lo reputo già in A...) fa-ticano e perdono punti. Perciò tutto sommato le nostre sconfi tte in trasferta non sono così deleterie. Se conti-nuiamo a vincere al bentegodi e magari riusciamo a con-quistare - facendo tutti gli scongiuri del caso e toccando tutto quello che c’è da toccare - un paio di vittorie in tra-sferta credo propro che il 27 maggio ci troveremo tutti in Piazza Brà a festeggiare!!!E proprio in previsione di una festa tutta gialloblù l’As-sociazione Culturale Hellas Verona e gli Ex Calciatori Hel-las Verona hanno “creato” «Il Veterano», un vino rosso di grande intensità che riporta sulle etichette due foto

storiche dell’Hellas. Questo buonissimo vino è stato pre-sentato presso la cantina Terre di Pietra di Marcellise in-sieme ai titolari Laura Albertini e Cristiano Saletti, i veri esperti di vino.La produzione del «Veterano», nella prima annata, è di 1800 bottiglie, sono tutte numerate e il ricavato della vendita andrà all’Associazione Culturale Hellas Verona e gli Ex Calciatori Hellas Verona che poi lo devolveranno in benefi cenza. Insomma non ci resta che acquistare questo buonissimo vino, per due semplici ma importantissimi motivi: per aiutare chi sta peggio di noi e per brindare. A cosa? Beh, io la mia idea ce l’ho. E voi?Un abbraccio a tutti

Luciano Marangon

In collaborazione con Radio RCS

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L’azienda agricola TERRE DI PIETRA è una piccola azienda viticola a conduzione familiare che produce i vini classici della Valpolicella: il Valpolicella, il Valpolicella Superiore e l’Amarone. La cantina ha ini-ziato la propria attività a Torbe di Negrar, mentre dal 2012 è stata inaugurata la nuova cantina a Marcellise.Il Veterano 2009, è un vino rosso impor-tante ottenuto da uve Corvina, Cabernet e Merlot,vinificate dopo un leggero ap-passimento. Il vino così ottenuto è stato affinato per 2 anni in botti di legno da 500lt. È un vino rosso di grande struttu-ra e corpo, che si sposa molto bene con i piatti più importanti della tradizione veronese. La pastissada, le carni rosse alla brace e i formaggi stagionati sono gli abbinamenti più indicati.

IL VETERANO non è solo un vino, è anche un ricordo, una passione e una storia centena-ria unite in un ambizioso progetto.Quello di dedicare ogni annata di questo vino ad una delle squadre che hanno fatto la cente-naria storia del Verona Hellas. Le etichette dell’ annata 2009 sono dedicate a due diverse formazioni: quella del 1946/47 e quella del 1956/57 che ha ottenuto la prima storica promozione in serie A. Il risultato è un’elegante e prestigiosa botti-glia, non solo da bere, ma da collezionare nei prossimi anni.Dalle prossime annate nuove foto arricchiran-no le etichette con cui verrà commercializzato IL VETERANO.IL VETERANO è un vino che nasce dal-la passione, l’esperienza e la tradizione; è dedicato agli uomini che da più di cento anni fanno la storia calcistica del Verona Hellas.

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P rosegue con successo la stagione sportiva del Cus Verona sez. Pattinaggio Artistico.La società ha portato in pista ai Campionati Pro-

vinciali dell’ 11-12 marzo scorso, l’atleta Elisa Pagani (cat. Giovanissimi B - 2003), che si è aggiudicata un meritato 3° posto negli esercizi obbligatori, il 5° negli esercizi li-beri, ed il 4° nella combinata. Sempre Elisa Pagani, Do-menica 15 aprile scorso, ha partecipato alla 1^ tappa di obbligatori del Trofeo “Gran Prix Giovani 2012”, svoltasi a Spresiano (TV) migliorando nettamente il risultato del-lo scorso anno.

Il mese di aprile ha visto parte-cipare il Cus Verona Pattinaggio anche alla sua prima gara ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani), svoltasi il 14-15 aprile nella città di Chiarano (TV), por-tando in pista 8 delle 50 atlete iscritte quest’anno, 3 delle qua-li alla loro prima gara in assolu-to. L’atleta Arianna Rossettini neofi ta di questa disciplina ha debuttato nella categoria Pul-cini Master (anno 2003), con-

quistando il 15° posto. Nella categoria Principianti Ma-ster hanno invece partecipato Ginevra Paladino e Maren Lehner (anno 2001), entrambe alla loro prima esperien-za agonistica, raggiungendo rispettivamente il 10° e 13° posto. Sempre nella categoria Principianti Master, è sta-to ottenuto un ottimo risultato dall’atleta Alice Antoni-ni (anno 2000) che ha conquistato la 7^ posizione, l’ 11° posto è stato portato a casa da Michela Chizzola (anno 1999), seguita subito dopo da Veronica Rinaldi ed Elena Menato (anno 2000), rispettivamente al 14° e 15° posto. Nella categoria Ragazzi Master il Cus Verona Pattinaggio ha sfi orato il podio per un soffi o, grazie all’atleta Alice Fantato (anno 1995), che ha portato a casa una meritata 4^ posizione. “Si può sempre migliorare - commentano le insegnan-ti Serena, Stella, Martina e Silvia - ma siamo comunque contente dei risultati raggiunti dalle nostre piccole leve, che nonostante la loro prima “trasferta” in una nuova città, fuori dai loro ambienti familiari, hanno tentato di

tenere a freno ansia e agitazione, terminando così il loro disco di gara”. E ancora aggiungono: “Le esperienze sono importanti perché fanno parte del percorso di cre-scita e maturità in ognuno di noi, quindi, forti di quanto costruito e conquistato, ci prepariamo per le prossime gare a calendario!”. I prossimi appuntamenti saranno il “Trofeo Gruppi Spettacolo Memorial Todisco” a Udine a cui parteciperà il Quartetto Div. Nazionale “Eumenidi”, formato da Stella Mazza, Martina Burato, Silvia Piazza ed Elisa Petrini; la 2^ tappa del Trofeo “Gran Prix Giovani 2012” per Elisa Pagani a Treviso e la 3^ tappa (19 Mag-gio) a Verona; i Giochi Giovanili Provinciali 20 Maggio a Verona per tutte le atlete del Cus Verona Pattinaggio, grandi e piccine. Tante altre gare sono previste per la fi ne di maggio e inizio giugno che chiameranno le atle-te ad altrettante importanti conferme e vittorie. Fiore all’occhiello di questo bimestre è il raggiungimento del 2° gradino del podio ai Campionati Italiani di Federazio-ne e la conseguente qualifi cazione agli Europei di Bla-nes, in Spagna, del Gruppo Sincronizzato Senior, “Sincro Roller” di Bologna, in cui è presente anche la Società Cus Verona con una delle sue atlete, Giorgia Cavalleri, che porterà alto il nome della Società veronese impegnan-dosi al massimo per la vittoria. Complimenti quindi e un grande in bocca al lupo alle at-lete e alla Società Cus Verona Pattinaggio!

Stella Mazza

Ma che brave le ragazze del Cus Verona Pattinaggio!

Maggio e giugno, mesi ricchi di impegni

Le esperienze - più dei risultati - sono tappe fondamentali del percorso di crescita delle giovani (e promettenti) leve

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windsurfsdp

Once into the tunnel, never back!Disciplina in Europa dal 1972

Il Lago di Garda è una delle migliori palestre del mondo per praticare ed apprezzare questo spettacolare sport

Non ce n’è. Nossignore. Non ce n’è di sport come il win-dsurf. Non c’è sensazione più entusiasmante, più appagante,

più gloriosa dello sfrecciare sul pelo dell’acqua, sospinti dalla sola forza del vento. Planare, carvare, saltare, bordeggiare per infi nite distanze. Qualcosa che va oltre la mera classifi cazione di sport. Oltre la massifi cazione. Oltre gli schemi. Ed assurge quasi più a fi losofi a di vita. Massima espressione di libertà. Tutto ciò che è, nella sua semplicità, lo rende puro. Esso è al tempo stesso benessere per il corpo e cibo per la mente, lo spirito. Sublime unione tra uomo e natura, simbiosi con i suoi elementi. L’ acqua e il vento. Per secoli l’uomo ha percorso rotte note o sconosciute, ha solcato mari e oceani, ha esplorato, si è confrontato con le avversità marine. Navigare. Cosa rappresenta dunque per noi? un’ antica reminiscenza che riaffiora dai più reconditi meandri della nostra anima? un bisogno atavico? Fu nel lontano 1968 che

Hoyle Schweitzer e Jim Drake brevettarono il windsurf. In-sieme cominciarono a produrre i primi Windsurfer, con l’inten-to di poter continuare a fare surf anche senza le onde. L’idea era quella di fi ssare un giunto cardanico per governare in piedi una tavola con la vela, la quale era avvolta da un boma a wishbone per poterla impugnare e manovrare. Chi avrebbe mai immaginato che si sarebbe rivoluzionato per sempre il concetto di imbarcazione a vela?Nacque così il Windsurfer Ten Cate che apparve per la prima volta in Europa nel 1972. Successivamente nel 1978 entrò in produzione il Mistral Com-petion, un nuovo concetto di tavola, più leggera e dotata di deriva basculante. Gli anni a seguire segnarono il boom. Un tripudio di colori sgar-gianti, migliaia di vele fl uo invasero le spiagge, l’eco del win-dsurf conquistò il globo terracqueo. Le prime uscite uffi ciali del Mistral avvennero proprio sul Lago

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di Garda che acquisì presto fama internazionale grazie ai suoi venti costanti e divenne una vera e propria sorta di laboratorio europeo per lo sviluppo di nuovi prototipi e una fucina di ta-lenti. E Il fi lo diretto tra Maui - la mecca del surf- ed il Garda, è stato per anni una formula vincente nella sua crescita e svilup-po. L’evoluzione dei materiali dell’ultimo trentennio, ha gioca-to un ruolo fondamentale, rendendo questa disciplina oramai accessibile a chiunque. I materiali di allora (il legno, la stoff a nautica, l’alluminio) sono stati lentamente soppiantati da vetroresina, carbonio, e da fi bre sintetiche altamente tecnologiche. Dunque, mentre un tempo, agli albori, chi praticava il windsurf - annoverato allora come sport estremo - era considerato un duro, oggi tutto è cambiato. Non c’è nulla di più semplice ed accessibile . Perfi no i bambini a partire già dai 4-5 anni possono cominciare. Per loro imparare diventa un gioco. Così come per le ragazze, tanto preoccupate e convinte di “non avere la forza per tirar su la vela dall’acqua”. Giovani surfi ste provette, non temete: la vecchia, pesante e poco maneggevole attrezzatura di un tempo è un ricordo or-mai lontano! La cosa importante per chi si avvicina a questo sport, anche solo per provare, è quella di affi darsi ad una struttura attrez-zata e ben organizzata, dove in poco tempo e con il minimo dispendio di energie si ottengono ottimi risultati. Il nostro cen-tro vanta la presenza di operatori del settore con esperienza oramai pluridecennale. Un team di professionisti vi guiderà, con i consigli giusti e una metodologia adeguata, portandovi già dopo le prime due ore di lezione a muovere i vostri primi passi sulla tavola a vela. E credeteci, once into the tunnel, never back!

Alberto Fabbri

windsurf sdp

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Tato, un “mastino” per i MastiniEsperienza e carisma

Francesco Zamicheli ha le idee chiare: lavorando tanto e con serietà qualsiasi obiettivo è raggiungibile

A luglio aveva firmato un ingaggio come coordi-natore dell’attacco dei Seaman Milano, poi il destino ha deciso per lui diversamente e ha im-

provvisamente dipinto la sua strada di gialloblù riscri-vendo la sua storia sotto il gonfalone dei Mastini, da quest’anno unica franchigia veronese nel panorama del football americano di serie A. Coach Francesco Zamichieli, alias “Tato”, con un viso pacioso e dai forti connotati adolescenziali non ha sfidato il fato e si è fidato dell’istinto assecondando immediatamente il forte legame d’amicizia che da lunga data lo lega al presidente degli scaligeri Simone

De Martin. Storia di vite parallele e di stima reciproca. Uniti dalla passione per il football, dall’ambizione e dalla fame di vittorie, nemmeno la distanza geografi-ca poteva essere un impedimento. Sì perché il nuovo Head Coach gialloblù è solito ab-battere le distanze con una propensione prettamente cosmopolita. Nato a Genova l’11 luglio del 1964, Zamichieli ha vissu-to per molti anni a Milano, oggi vive in Brianza, lavo-ra a Novara e da quest’anno, tre volte alla settimana, “scende a patti” con Verona per guidare i suoi ragazzi alla conquista di ragguardevoli traguardi.

diocesi veronauffi cio scolastico veronasdp football americanosdp

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football americano sdp

“La gestione dell’agenda - chiarisce il coach - non è delle più semplici. A volte passo più tempo in macchi-na che con le mie attività giornaliere. Ho scelto Vero-na soprattutto perché credo nel progetto prospetta-tomi”. Tre anni con una clausola di way out introdotta più per stimolo che per riserve è il contratto. “Con la famiglia De Martin - chiosa Tato - abbiamo parlato chiaro. Gli obiettivi sono importanti ma non devono essere invasivi, soprattutto per le casse del-la società. L’imperativo di quest’anno è il raggiungi-mento dei play-off, nel medio lungo termine invece la salita in serie A1”. E così, passo dopo passo, i Mastini vogliono trasfor-mare i denti “da latte” in pericolose armi contundenti per sbranare gli avversari. “Ma attenzione - sottolinea ancora il coach - il lavoro deve essere continuo e progressivo senza farci pren-dere dagli spasmi di non farcela. Siamo una squadra giovane che quest’anno è partita da una buona base ma che nulla ha ancora dimostrato. Strada facendo abbiamo inserito qualche elemento di valore che già avevo avuto modo di apprezzare, i fratelli Mereu su tutti e, complici le sventure dell’altra squadra di foot-ball di Verona, i Redskins, altri atleti di qualità che han-no impreziosito ulteriormente il nostro roster. Senza dubbio ora le aspettative dei tifosi sono aumentate e di conseguenza anche le mie responsabilità. A gioco lungo sono convinto che avremo ragione anche degli avversari più ostici perché non sono abituato a perdere e perché voglio che il movimento del football veronese targato Mastini varchi al più presto i confi ni della A1 per potersi confrontare nell’Olimpo del circuito contro le formazioni più quotate del panorama italiano”.

Michele Coratto Info: www.mastiniverona.net

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«Il minibasket è un rimbalzar di suoni e di palloni, un cesto di allegria, visi di bimbi e... fantasia! Il miniba-sket è un gioco, divertimento, amicizia, libertà di

giocare, un impegno da non rinunciare». E’ questo il cre-do di Gianfranco “Pedro” Paiola, il decano degli istrutto-ri di minibasket veronesi: 70 anni portati benissimo, una vita in palestra con mille e mille minicestisti/e, attuale addetto alle relazioni esterne della Scaligera Basket Te-zenis, da 12 anni dirige ed organizza in prima persona il Biddy Basket Scaligero. Il settore giovanile della Scalige-ra parte proprio da qui: Paiola è l’istruttore di due grup-pi minibasket che svolgono l’attività presso la palestra dell’Istituto Tecnico “G. Marconi” in piazzale Guardini a Verona. Una quarantina di bambini e bambine, dai 5 agli 11 anni, si ritrovano due volte alla settimana agli ordini di “Pedro”: tra essi i fi gli di due grandi campioni dello sport veronese, Thomas Pichlmann e Dusan Vukcevic.«Nonostante la mia età – ci confi da Paiola – la voglia e l’entusiasmo di stare con i bambini è sempre la stessa.

Quest’anno l’apporto dei minicestisti e dei loro genitori è stato importante: pensando all’anno prossimo, confi -do in nuove forze per poter allargare la nostra attività grazie all’innesto di nuovi collaboratori».L’obiettivo del Biddy Basket Scaligero non è certo quello di “costruire” campioni o di vincere le partite: «Tutte le attività che vengono proposte nel mio centro, sono di tipo multilaterale in modo da ampliare le competenze motorie del bambino – conclude “Pedro” – La vittoria è importante ma in una società dove tutti vogliono pri-meggiare, ci sono sempre più perdenti. A questa età il bambino ha bisogno di serenità, sicurezza, divertimen-to e stimoli positivi per apprendere le capacità motorie necessarie ad una crescita armonica. Accompagniamo i nostri fi gli verso uno sviluppo graduale e non priviamoli dell’entusiasmo che hanno dentro. Nello spirito educati-vo del minibasket».

Andrea Etrari

Pedro Paiola: il nonno del basketPassione senza fi ne

Per Paiola - da 12 anni responsabile del Biddy Basket - la pallacanestro è ancora un grande divertimento

mini basket sdp

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camp estivi sdp

I l Basket Camp dei veronesi: così era chiamato il Folgaria Basketball Camp, che quest’anno taglia il prestigioso traguardo dei 25 anni. Sì, perché,

quando nel 1988 il vice allenatore della Glaxo (e re-sponsabile del settore giovanile) Renato Caroli portò a Folgaria 25 ragazzini delle giovanili, tutti di Verona, non avrebbe mai pensato di arrivare al “quarto di se-colo” e che il suo camp potesse diventare uno tra i più importanti e frequentati d’Italia. “Renatone” è tuttora il direttore del Folgaria Basket-ball Camp, ma non dimentica quegli anni a cavallo del 1990 in cui, come detto, tante famiglie veronesi deci-sero di iscrivere il proprio figlio al FBC. Con il passare degli anni il camp si è allargato prima a 2 settimane, poi a 3 fino ad arrivare alle attuali 5 per un totale di circa mille “camperini”, quota raggiunta e pure superata negli ultimi anni. Naturalmente con nu-meri del genere, anche l’organizzazione e la prepara-zione dello staff si è affinata: per ogni turno sono pre-senti un responsabile organizzativo, un responsabile dello staff, un capo allenatore e circa 20-25 istruttori, a seconda del numero dei ragazzi. Lo staff tecnico è composto da diversi nostri concitta-dini o da veronesi acquisiti come Alessandro Giuliani, Roberto Rugo, Gianfranco Paiola, Marcello Ruffo, Ma-rio Reali, Moreno Passatutto, Alberto Zanetti, Marco Fosser.Il Folgaria Basketball Camp, che verrà presentato alla stampa molto probabilmente nella sede della Glaxo-SmithKline a Verona, prenderà il via con il primo tur-no il 17 giugno e si concluderà, al termine della quinta settimana, il 21 luglio. Numerose le star per queste nozze d’argento del FBC, come ama chiamarle Renato Caroli: in primis un per-sonaggio che non ha bisogno di presentazioni, Dan Peterson, e poi altri ‘head coaches’ da tutto il pianeta come Rollie Massimino, Terence Stansbury, Alberto Blanco, Miguel Angel Hoyo, Naoufal Uariachi, Frank Vitucci, senza dimenticare i tecnici passati da Verona come Rudy D’Amico, Paolo Moretti e Alberto Marte-lossi, attuale coach della Tezenis Verona

Andrea Etrari

Info: www.folgariabasketballcamp.it

Basket Camp Folgaria 2012Dal 17 giugno al 21 luglio

Venticinquesimo anno di attività per il “FBC” diretto e coordinato dal deus ex machina Renato Caroli

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Qual è la responsabilità di un istituto scolasti-co in caso di infortunio subito da un minore durante l’attività scolastica?

L’Istituto scolastico potrebbe essere considerato re-sponsabile per “culpa in vigilando”, ovvero per l’o-messa vigilanza sul minore, con un duplice profilo di responsabilità contrattuale, nel caso di danni subiti dal minore su di sé (Cass. civ. n. 9906/10), e di re-sponsabilità extracontrattuale, ex art. 2048 c.c., in caso di danni cagionati dal minore ad altri. L’istituto sarà esente da responsabilità, solamente provando che l’evento dannoso è derivato da una causa non imputabile alla scuola o ad un suo docen-te, per la sua riconducibilità ad una sequenza casua-le non evitabile ed imprevedibile. Vige in materia il principio dell’inversione dell’onere della prova: do-vrà essere l’istituto a fornire tale prova liberatoria. Diventa allora fondamentale assicurare il rispetto delle più elementari regole di prudenza e vigilanza da parte degli insegnanti e del personale, tanto più cogenti quanto più bassa sia l’età del minore. Nell’ipotesi di danno cagionato dal minore ad altri (compagni/terzi) alla responsabilità della scuola con-

corre quella dei genitori per “culpa in educando”, ex art 2048 c.c.. Il presupposto di tale principio norma-tivo si fonda sulla capacità dei genitori di impartire ai figli un’educazione normalmente sufficiente ad im-postare una corretta vita di relazione in rapporto al proprio ambiente, abitudini e personalità (Cass. Civ., n.7459, del 11.08.1997). Entrambi i profili di responsabilità per “culpa in vigi-lando” della scuola e “culpa in educando” dei geni-tori potranno concorrere tra di loro, dando origine ad obblighi di risarcimento del danno in proporzione al grado di responsabilità accertato, di ciascuno. Un’ultima valutazione viene, infine, effettuata anche sulla condotta della vittima del danno. Ove infatti il danno fosse riconducibile a condotta imprudente o negligente del minore, ex art. 1227 c.c., ciò sarebbe sufficiente ad escludere in tutto o in par-te le responsabilità dell’Istituto. Tali profili di responsabilità vengono estesi a tutti i momenti in cui lo studente sia affidato alla vigilanza dell’Istituto scolastico, sia durante le ore di lezione, ed in particolare nell’ora di educazione fisica, che du-rante l’intervallo, ove sussiste maggiore probabilità statistica di infortuni e quindi l’attenzione dell’in-segnante preposto alla sorveglianza deve essere di grado superiore. Diventano fondamentali, in tali occasioni, le polizze assicurative per la responsabilità civile sottoscritte dal singolo istituto scolastico, che tuttavia spesso non coprono per intero tutte le voci di danno subito o causato dal minore, con inevitabili oneri economici ulteriori per l’Istituto scolastico, qualora l’importo del risarcimento del danno accertato sia superiore alla copertura assicurativa.

Avv. Simona PettinatoPresidente Camera Minorile di Verona

Infortuni a scuola: cosa fare?Per genitori e insegnanti

Come comportarsi in caso di infortunio di un giovane studente durante l’orario scolastico

triathlontriathlonsdp tutela legalesdp

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medicina dello sportsdp

Il mal di schiena nel golfCentro Bernstein di Verona

Il mal di schiena (lombalgia) nel golfista è una patologia che va analizzata in relazione alle cause scatenananti

Spesso mi capita di incontrare golfi sti che lamenta-no dolore lombare in particolare a livello L5-S1.Abbiamo recentemente maturato con dei colle-

ghi, una ipotesi teorica specifi ca per il mal di schiena del golfi sta.Il movimento dello swing è un movimento asimmetri-co ed inoltre è un movimento che viene ripetuto infi-nite volte.In particolare il drive richiede una forza esplosiva (po-tenza) signifi cativa.Questo gesto tecnico può determinare una disfunzione vertebrale adattativa a livello D12-L1.Il tratto vertebrale D12-L1 rappresenta il “giunto cardani-co” della nostra colonna vertebrale, ovvero la zona che consente la massima libertà nei movimenti di torsione toraco-lombare. Se per qualche ragione microtraumatrica e/o macro-traumatica il giunto cardanico va in disfunzione (di-sfunzione toraco-lombare) determina un sovraccari-co funzionale sulle vertebre lombari sottostanti. Le vertebre lombari sono costruite biomeccanicamente per la compressione e per la flesso-estensione della colonna vertebrale, ma sono deboli se sottoposte a torsione ed in particolare il disco intervertebrale è l’anello debole della struttura vertebrale lombare (da L1 a S1).Se il disco intervertebrale si indebolisce possiamo passa-re attraverso 4 livelli successivi di lombalgia:- lombalgia lieve da discopatia, ovvero iniziale soff erz

discale;- protrusione discale lieve, di grado 1 / 2, ovvero deran-

gement (debordamento) lieve del disco interverte-brale posteriormente;

- protrusione discale media, di grado 2 / 3 con peggio-ramento del derangement discale;

- ernia discale e/o protrusione grave, con fuoriuscita di liquido dal nucleo polposo e possibile compressione della radice nervosa.

Questa progressione evolutiva negativa può fortunata-mente essere bloccata e regredire.

Come valutare la disfunzione toraco-lombare?La modalità per valutare le disfunzioni vertebrali viene fatta con il test dei pollici montanti.

Come trattarla?L’importante è cercare la causa biomeccanica dello squi-librio della cinematica vertebrale e cercare di normaliz-zare la situazione. La conseguenza della normalizzazio-ne biomeccanica determinerà la riduzione del dolore, della contrattura e dell’infi ammazione.

Come mantenere i benefi ci aquisiti?I test eff ettuati nel GolfLab hanno la funzione di ottimiz-zare il gesto tecnico, riducendo i compensi ed i momenti di forza potenzialmente dannosi per la colonna vertebrale.Inoltre suggerisco gli esercizi di Core Stability per rin-forzare la muscolatura addominale e paravertebrale profonda.

Giorgio Pasetto Info: www.www.centrobernstein.it

Test dei Pollici montanti

Disco intervertebrale

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Banca della Valpolicella promuove e sostiene iniziative volte a trasformare e migliorare la realtà sociale e culturale della comunità. Collabora con scuole ed associazioni sportive per fare assieme un percorso di crescita e di formazione generale.

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diocesi veronauffi cio scolastico veronasdp meonisdp pallavolosdp

Dopo aver conquistato l’ennesima, soff erta ma me-ritata salvezza in con la maglia gialloblù, ed essere stato “incoronato” dai tifosi Mvp della stagione

2011-2012, Marco-Meo Meoni torna a scrivere i suoi pensie-ri sulle pagie di Sportdipiù magazine. Tra aneddoti, curiosità e simpatici ricordi.

Dopo il primo articolo dello scorso numero, quello di presentazione di chi sono e di cosa ho fatto, e cosa farò, nella mia lunga ed onorata (questa frase l’ha aggiunta Alberto Cristani , la più classica delle n.d.r ;-) ) carriera, vo-glio pararvi con queste righe del ruolo del palleggiatore e di come lo vivo.Per i neofi ti della pallavolo il palleggiatore o alzatore è il ruolo meno appariscente ma più strategico. (A tal pro-posito mi ricordo che un giorno un mio allenatore molto simpatico dopo aver assistito ad una serie di alzate non

proprio perfette del secondo palleggiatore, gli disse: “Azz! Tu non sei un palleggiatore, sei un...deviatore!”.Ah ah ah ah!!!)Ruolo meno appariscente perchè diffi cilmente il palleg-giatore è il protagonista nella conclusione del punto, più strategico perché, come i migliori registi, è un po’ l’au-tore e lo sceneggiatore del fi lm che in questo caso è il match. Così come il direttore d’orchestra dirige il violino, la tromba e l’oboe, io palleggiatore ho da “gestire” lo schiacciatore il centrale e l’opposto.Ognuno con il proprio timbro e con il suo momento d’in-gresso. Ecco così che uno vuole la palla più alta, uno più veloce, una più in là, uno più in qua....Una volta il coreano Kim Ho Chul - uno dei più grandi pal-leggiatori del mondo – mi disse: “Il nostro ruolo è un po’ come il cameriere, dobbiamo cercare di servire al com-pagno la palla che preferisce in modo da rendergli la vita

Marco Meoni, il politicamente (S)corretto

Il palleggiatore gialloblù si racconta

Il “Meo” questa volta ci spiega il ruolo del palleggiatore. Ricordando anche il suo grande amico Bovo...

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meoni sdppallavolo sdp

(punto) più facile”. Parole molto belle, anche se alle vol-te altro che cameriere, mi sento più domatore di leoni! Ci vuole frusta e sgabello per gestire questi energumeni di due metri e passa e più di cento chili! Tutti che chiedono la palla e tu che puoi darla solo a uno, cercando di accon-tentare tutti! Una partita nella partita…Alcune volte penso che forse aveva ragione anche un al-tro grandissimo palleggiatore, l’olandese Peter Blangè, che diceva: “tu trova la palla che pensi sia la migliore da giocare per la tua tattica, è lo schiacciatore che si deve adattare. Filosofi a molto lontana dalle mie caratteristi-che ma che riesce a raddrizzare alcuni caratterini meno docili.In questo caso l’esperienza è determinante perchè ti permette di saper gestire tutte le situazioni - anche quel-le apparentemente più complicate - sia con i compagni che con l’allenatore.Anche il rapporto con quest’ultimo è mutato molto nel corso degli anni. Inizialmente era un po’ come il maestro e il bambino, ora è quasi tra professore universitario e studente che porta la tesi, o addirittura tra due profes-sori, un rapporto paritetico e di confronto. (rileggendo quest’ultima frase dopo la stesura ho letto patetico al pasto di paritetico, sarà mica un lapsus freudiano…)Per farvi capire il palleggiatore dovete immaginarvi la preparazione alla gara come ad una partita di scacchi. Io studio il gioco avversario e provo a intuire come si com-porteranno contro di me. Cerco di carpire, tramite fi lma-ti video, i loro punti deboli e i segnali, alle volte quasi im-percettibili, che possono darmi delle indicazioni sui loro movimenti. Studio poi in contemporanea anche il mio gioco, proprio come fossi “avversario di me stesso”, in modo di cercare di prevedere le loro contromosse nelle nostre situazioni di gioco.Insomma…un bel casino! Ma anche una grandissima soddisfazione, credetemi. Insomma, quando sento dire “scacco al Meo” non è un bel segno.Altra circostanza determinante nel corso di una sfi da è l’osservare la panchina avversaria dopo le nostre fasi di attacco per vedere se ad una mia giocata di un certo tipo

corrisponde una reazione dell’allenatore nei confron-ti sia del suo assistente che del suo giocatore. Questo può dire molto perché, per esempi,se si arrabbia con i ragazzi del campo vuol dire che è una cosa che avevano studiato e che io ho fatto ma che loro non sono riusciti a fermare, mentre se parla col secondo in panchina pro-babilmente è per segnalare che è una cosa da segnare e da memorizzare per il proseguo della gara perché di più raro accadimento.Di esempi ce ne sarebbero una marea, solo che alcuni mi vengono in mente solo scrivendo perché non li penso, avvengono per naturalezza, o esperienza, sembra che la chiamino così.È strano perché non so se mi f apiù piacere quando mi fanno i complimenti perché ho fatto ciò che non si aspettavano o perché sono riuscito a fare bene (sempre supportato dalle mie bocche da fuoco, i famosi leoni di prima) le cose che faccio più spesso.Io ho un sacco di storie da dire e raccontare e anche oggi ne dirò una che mi metterà un pochino in imbarazzo ma non ci sono problemi: sembra infatti che Sportdipiù ma-gazine lo leggiamo in pochi intimi… ;)È il 1995, secondo anno in Nazionale seniores, trasferta a Cuba (vi prego evitate battute e pensieri in merito, sono un bravo ragazzo!) albergo all’Havana non proprio re-cente nè tanto meno il massimo della pulizia.Dopo 5 giorni di ritiro in queste camere umide e spor-che avevamo trovato il nostri ritmi di “regolarità” io ero in camera con Vigor Bovolenta (proprio in questi giorni ricordavo questa scena). Fatto sta che un giorno Bovo sente dal bagno un urlo e un gran tonfo. Corre, apre la porta e...mi trova nudo nato con il lavandino tra le mie braccia (ma dietro, come se fosse una sedia tenuta da me) e un getto d’acqua che usciva dalle tubature ruggini che arrivava al soffi tto. Lui scivola e resta a terra piegato a ridere per 5 minuti fi no a che riesce a prendere fi ato e chiamare gli altri e la reception per un aiuto. In fondo non è colpa mia se all’estero non usano avere nei bagni il bidet…Con questo chiudo e vi saluto. Mandatemi le lettere in redazione per qualsiasi curiosità o saluto, vi risponderò. Un saluto a tutti e un bacio parti-colare al mio amico BOVO.

Marco-MEO-Meoni

PS: spero di non essere stato pesante e di diffi cile com-prensione e soprattutto di non avere annoiato nessuno. Se vi va di farmi delle domande o darmi degli spunti di conversazione contattatemi pure via mail scrivendo a: [email protected] Ciao!!!

Info: www.marcomeoni.it

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pallavolosdp

Chiara Dall’Ora: uno scudetto(e non solo) a tinte gialloblù

Campionessa d’Italia con Busto Arsizio

Con la vittoria dello scorso 15 aprile è la prima pallavolista veronese a fregiarsi del tricolore

Chiara Dall’Ora si racconta con molta semplicità e ironia ai giovani lettori di Sportdipiù. L’atleta ve-ronese in un solo campionato, quello 2011-2012, è

riuscita a raggiungere quasi tutti i traguardi che un’at-leta di pallavolo si può prefi ggere. Con la maglia della Yamamay Busto Arsizio ha infatti vinto lo Scudetto, la

Coppa Italia e la Coppa CEV. Chiara, classe 1983, è nata a Negrar e con la vittoria dello scorso 15 aprile contro Villa Cortese è la prima pallavolista veronese a fregiarsi del tricolore. Una ragazza molto semplice, che fi n da piccola adorava stare in compagnia e che andava sem-pre d’accordo con tutti.

Foto: Photofortina Novara - Andrea e Luca Fortina

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pallavolo sdp

Chiara, come è nata la tua passione per la pallavolo?Dal cartone animato più famoso del genere: Mila e Shiro. I primi palleggi li ho fatti in spiaggia e durante le scampa-gnate con mio padre, anche lui pallavolista.

In quali società veronesi hai fatto i tuoi primi salti?I primissimi allenamenti sono stati nella società del mio quartiere Porto San Pancrazio. Poi US Intrepida Un-der14, Anatres Sommacampagna e Cerea Verona.

Avresti mai immaginato di riuscire a fare “il triplete” durante la tua carriera?Decisamente mai, anzi... fi no all’anno scorso persino lo scudetto rappresentava un sogno diffi cile da realizzare. Quando ero bambina sognavo la nazionale, di riuscire a fare schiacciate forti come Mila e di saltare sempre più in alto. Quando a 19 anni sono andata a Padova a giocare in B1 ero già contentissima di giocare titolare e vincere il campionato sembrava la più bella soddisfazione. Rite-nevo la serie A riservata ad atlete più forti. E invece…

Come ti trovi nel ruolo di Centrale? È sempre stato tuo?Agli inizi ho provato sia da banda che da palleggiatore, poi vista la mia altezza e un bagher “lasciato a casa” - anche se adesso sono migliorata - mi hanno affi bbiato il ruolo del centrale. Il fondamentale che mi piace di più è senza dubbio il muro: non c’è soddisfazione più grande che stampare un bel murone alle avversarie.

Quale partita di questa stagione ti è piaciuta di più?Senza dubbio la semifi nale di Coppa Italia, la prima par-tita da “dentro o fuori” della stagione. Partiamo malissi-mo: al secondo set eravamo ancora sotto, ma poi la svol-ta! Volevo avere il pallone a tutti i costi: quella partita la dovevamo vincere noi!

Che rapporto di squadra siete riuscite a creare quest’an-no alla Yamamay?Il nostro unico obbiettivo era di vincere la partita suc-cessiva e ognuna di noi sapeva che doveva arrivare dove non riuscivano le compagne.

La pallavolista a cui ti ispiri o che ti piace in modo par-ticola? Manuela Leggeri: per la sua grinta, il carisma e l’ago-nismo pur avendo delle doti fi siche nella media. Simili alle mie...

Chi ti è stato maggiormente vicino durante questi anni?Senza dubbio i miei genitori che mi hanno sempre aiuta-ta a fare le scelte giuste, non solo per quanto riguarda la pallavolo ma anche nella vita, permettendomi di conci-liare lo sport con lo studio e la vita privata.

Qual è la diffi coltà maggiore nel tuo lavoro?Gli allenamenti nei giorni in cui il tuo fi sico ti fa capire in tutti i modi che hai il bioritmo sotto terra e che vuole andare in vacanza, ma non puoi far altro che infi larti le ginocchiere e andare in palestra. Proporrei almeno due giustifi cazioni all’anno come a scuola...

Quali sono stati quei fattori in più che ti hanno permes-so di arrivare a giocare a questi livelli?Costanza, umiltà e procedere per piccoli passi.

Quali sono i tuoi progetti futuri?Spero di giocare a pallavolo ancora per qualche anno (ancora non si sa se rimarrà alla Yamamay ndr). Nel frat-tempo voglio fi nire l’università ed avere una famiglia e almeno tre bambini. Così potrò palleggiare con loro durante le scampagnate o in spiaggia. Come facevo da piccola con mio papà.

Marina Soave

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Marina Resani: una campionessanella vita e nel lavoro

Dal tatami al successo come consulente Just

Ieri sul tatami e oggi nel lavoro, con la stessa grinta e concentrazione: è passata dal karate ai prodotti co-smetici (è responsabile di un gruppo di incaricati alla

vendita Just Italia in Piemonte) sempre determinata, e attenta agli obiettivi. Marina Resani è l’esempio ideale di come l’agonismo sia una palestra per la vita e la professio-ne, e di come se ti piace lo sport apprezzerai anche Just. Ecco il suo racconto.“Ho sempre fatto sport, fi n da piccola: prima danza classi-ca, poi nuoto e infi ne sono passata alle arti marziali – spiega –. Avevo otto anni e il karate mi ha entusiasmato. La mia carriera agonistica è durata 13 anni, in cui ho raggiunto

obiettivi importanti: sono stata a lungo campionessa regio-nale e italiana, sia individuale che a squadre. Arrivata alla cintura nera secondo Dan avrei dovuto dare l’esame per il terzo, ma ho dovuto dare altre priorità alla mia vita. Il mio sogno – aggiunge Marina – era diventare istruttore e aprire una palestra, ma avevo trovato un lavoro, e non potendo più allenarmi spesso ho preferito smettere”.Il karate richiede impegno, fatica e voglia di fare; è una disciplina dura e occorre essere sicuri di sé, e avere fi du-cia nella squadra. Doti importanti anche nel lavoro e nella vita. Per 14 anni in fabbrica tra offi cina e uffi ci, poi in fami-glia, con il marito Sandro e i fi gli Alessio di 12 anni e Sara di

diocesi veronauffi cio scolastico veronasdp sportivi a 360°

Raggiungere l’obiettivo, precisione, condividere i risultati con la squadra e sentirsi in forma: caratteristiche comu-

ni e riscontrabili nello sport e nell’azienda veronese

sdp

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10, da sei anni Marina è con Just Italia, l’azienda veronese che porta in tutto il Paese l’eccellenza dei prodotti svizze-ri Just. Con Just Marina ha infatti trovato un’interessante opportunità di lavoro, la vendita diretta a domicilio: e con il mondo Just l’agonismo ha in comune la precisione, la tensione verso buoni risultati, il piacere di essere in forma e di stare con le persone.“Uso i prodotti Just fi n da bambina: Crema Attiva, fanta-stica nel punto soggetto ai dolori muscolari degli allena-menti, o Pedicream per ammorbidire e dare sollievo alla pelle dei piedi “strapazzati” dai combattimenti. Mia suo-cera ha venduto prodotti Just per vent’anni e mi faceva provare le novità”, dice Marina. E molti altri possono es-sere i prodotti adatti a chi pratica un’intensa attività spor-tiva: il Balsamo Corpo per il suo eff etto rinfrescante, l’Olio Riattivante come base perfetta per massaggi ritempranti,

fi no al Relax Attivatore per ritrovare una sensazione di ca-rica e serenità nel periodo stressante degli incontri. “Ora che sono anch’io nella famiglia Just so di aver fat-to la scelta giusta: posso gestire la famiglia, la casa, i fi -gli e i loro impegni, i party a domicilio in cui propongo i prodotti Just ai miei clienti. Sono molto felice, ma anche qui non deve mai mancare la voglia di andare avanti e di raggiungere nuovi traguardi”. Nello sport Marina ha sa-lito i gradini più alti del podio, e anche con Just ha fatto grandi passi: è diventata capogruppo dopo solo sei mesi e oggi guida 19 consulenti. “Nella vita bisogna avere de-gli obiettivi – conclude –: se lo vogliamo, tutti possiamo raggiungere un risultato, anche se all’inizio il traguardo sembra lontano e la fatica può essere molta. Ma con la determinazione e un po’ di testardaggine ci si arriva!”

Silvia ZanolliInfo: www.just.it

sportivi a 360°

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programmaprogramma programmap g mm pro

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L a Young Community, la grande comunità che riunisce ragazzi e adulti sanmartinesi, sarà protagonista della manifestazione, in programma da nei giorni 15 16 17

giugno 2012 negli impianti sportivi di Borgo della Vittoria, nel Comune di San Martino Buon Albergo. La kermesse, giunta alla sua quarta edizione, si inserisce all’interno del progetto Young Sport e Cultura, che, aff erma l’assessore allo Sport Amedeo Poddi, «si propone di sostenere i giovani nel loro cammino di crescita, attraverso un progetto di sponsorizza-zione che permetta loro di esprimere al meglio le proprie po-tenzialità umane e sportive». A questa iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di sostenere tutte le società sportive e le attività culturali del paese, han-no aderito molte realtà imprenditoriali del territorio e oltre 1500 atleti appartenenti alle società sportive del paese. Se-condo Poddi, «sono proprio quest’ultime le vere protago-niste della Festa dello Sport, che insieme all’unità pastorale stanno facendo davvero un lavoro prezioso sui giovani».La Festa dello Sport Young Community è un polo d’attrazione molto importante e rappresenta l’occasione ideale per pro-

muovere tutti gli sport: atletica, tennis, pallavolo, basket, base-ball, softball, karate, calcio maschile e femminile.Lo sport ha delle grandi potenzialità: può far riscoprire il senso del sacrifi cio, il senso dell’impegno e della lealtà. A San Marti-no Buon Albergo si allenano ben 1500 atleti, e saranno proprio loro i protagonisti di tre giornate all’insegna dello sport e della condivisione.

Emanuela Biondani

Young Sport 2012: e la festa continuaQuarta edizione

Una tre giorni di sport, gioco e divertimento per i giovani (e non) presso gli impianti sportivi di San Martino B.A.

programmaVENERDI 15 GIUGNOOre 19 Show Young Sport condotto da Gigi Vesentini.Presentazione degli atleti di ogni società sportiva Gli atleti possono pre-parareranno un mini show a loro sceltaper dimostrare le loro capacità all’esterno dell’attività sportiva.Ore 21 Serata musicale con ABBA SHOW TRIBUTE BAND, non il solito entusiasmante spettacolo, ma un nuovo show con nuove coreografi e, luci e canzoni...

SABATO 16 GIUGNOA partire dalle ore 9.00 e fi no alle 16.00 tornei per ragazzi/e di età com-presa tra i 12 e 16 anni.Nella giornata saranno allestiti giganteschi Giochi d’acqua:CALCIO SAPONATO - VOLLEY ACQUATICO - CALCIO BALILLA UMANOStrutture gonfi abili sportive adatte a tutti, dando la possibilità di misu-rarsi e di divertirsi in tutta sicurezza, dato che grandi, piccoli, anziani ...e bambini possono partecipare a tutte le nostre attrazioni sportive. L’unica regola è divertirsi!

ORE 16 NOTTE YOUNGNotte Young... dedicata a ragazzi e ragazze dai 12 ai 16 anni.Una vera e propria notte per i ragazzi/e che si dovranno attrezzare con tende e sacchi a pelo. Sarà off erta la cena, la pasta Notturna e la ormai famosa Colasion de na olta!! Spettacolo musicale compreso..una not-te...solo per loro...i genitori ovviamente sono...a casa!!!

DOMENICA 17 GIUGNOA partire dalle ore 9.00 tornei riservati ai ragazzi/e under 12mini-tennis, mini-basket, mini-volley, mini-calcio, karatè, mini-baseball

e mini-bike. Per tutta la giornata saranno sempre in funzione i giochi d’acqua.Ore 21 Spettacolo musicale con STAND TOGETHER GROUP VERONAI grandi successi di oggi e di un tempo rivivono in musical inediti e coin-volgenti concerti dal vivo, trascinando il pubblico in serate indimenticabili all’insegna dell’arte e della musica di qualità.

Durante i tre giorni funzioneranno stand gastronomici, che saranno aperti sia a pranzo che a cena.

Per informazioni visitate la pagina Facebook Young-Sport-Cultura-Community

o inviate una mail a [email protected]

diocesi veronauffi cio scolastico veronasdp eventosdp

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sdpL ’associazione Veronamania promuove e organizza, an-che in collaborazione con enti pubblici, associazioni e privati, iniziative che servano per diff ondere e ampliare

la cultura sportiva e la fotografi ca amatoriale. L’associazione off re occasioni di incontro e di aggregazione, realizza e sostiene iniziative nel settore sociale, svago, for-mazione e sport per i giovani.

Date di alcuni tornei dell’estate 2012 con servizio fotografi co:

Mila & Shiro 2012 - 9/10 giugnoQuaderni di Villafranca (VR)greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.)Info: 347.5234220 - 347.7782838www.estateinvolley.net - [email protected]

Volta in Volley 2012 - 17 giugno Cascina Boschi - Volta Mantovana (MN)greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.)Info: 347.5234220 - 347.2306700www.estateinvolley.net - [email protected]

12° Havana Volley - 30 giugno/1 luglioCaprino Veronese (VR)greenvolley 4x4 misto (2 m. + 2 f.)Info: 348.3048575 - 347.2306700 - 347.4090079www.eventimania.com/vm/havana_volley.asp [email protected]

6° BeachVibes - 7/8 luglioMarina di Ravenna (RA) beachvolley 4x4 misto (2 m. + 2 f.)basket su piastra 3x3 Info: 347.4474121 - 347.7782838www.eventimania.com/vm/beachvibes.asp

Miki Volley 2012 - 14 luglioCascina Boschi - Volta Mantovana (MN)greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.)Info: 347.2306700 - 347.5234220www.estateinvolley.net - [email protected]

Mojitorneo - 21/22 luglioColognola ai Colli (VR) - Impianti sportivi “G.Fano”greenvolley 4x4 misto (2 m. + 2 f.)Info: 347 9641723 - 349 6162650www.freskovolley.it - [email protected]

Eno Torneo 2012 - 26 agostoCascina Boschi - Volta Mantovana (MN)greenvolley 3x3 maschile e femminile - 4x4 misto (2 m. + 2 f.)Info: 347.5234220 - 347.2306700www.estateinvolley.net - [email protected]

Sul sito www.veronamania.com è possibile trovare informa-zioni sugli eventi, i reportage fotografi ci e le riprese video.Gli organizzatori di tornei di pallavolo possono inserire gra-tuitamente le proprie manifestazioni nella sezione “volley” del sito inviando una email a [email protected]

Tornei di pallavolo estate 2012

speciale veronamania

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diocesi veronauffi cio scolastico veronasdp speciale veronamaniasdp

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sdpsdpspeciale veronamania sdp

HAVANA VOLLEY: ECCO LE NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2012

Il 12° Havana Volley si terrà a Caprino Veronese nelle date del 30 giugno e 01 luglio 2012. Con il patrocinio del Comune e la collaborazione di varie asso-ciazioni (Polisportiva e Pro-Loco in primis) cercheremo di dare sostegno come sempre ad enti benefici, senza dimenticare chi da sempre ci ha dato aiuto ma che ha altrettanto bisogno di tutti noi e delle nostre donazioni di sangue: l’AVIS.Cercheremo il più possibile di fare tesoro del bello e del brutto che 11 anni di Havana ci hanno regalato e sopratutto vogliamo fare “un passo indietro” e riconsegnare il tutto al legittimo pro-prietario: il popolo del Volley!Vedremo quindi di tarare Torneo e Festa in modo che gli iscritti e gli accreditati possano godere di questa due giorni nel modo migliore; vogliamo fare in modo che il campeggio sia recintato ed accessibile solamente a chi realmente partecipa al Torneo, insieme ai suoi accompagnatori che saranno comunque accredi-tati e muniti di braccialetto.Sarà quindi fatto divieto di campeggiare a tutte le altre persone, cosÏ come non sar‡ garantita l’entrata alla Festa ed agli impianti una volta raggiunto un tot di persone a chi non sia munito di idoneo riconoscimento.Verrà ridimensionata la musica sia nei watt, che nel genere, che nella durata.Alla sera faremo “solamente” Festa... la nostra Festa!

Havana Staff

La prima edizione del Mojitorneo, Green Volley 2+2 misto con 200 atleti iscritti, si è conclusa con un bilancio positivo; hanno vinto i giocatori, gli organizzatori, ma vince soprattutto la vo-glia di aiutare i meno fortunati, grazie al contributo che è stato devoluto in beneficienza. Gli organizzatori, Claudio Ambrosi e Francesco Pozzani è già da qualche anno che si sono affezionati all’Istituto Gresner di Colognola ai Colli che accoglie una strut-tura diurna (C.E.O.D.) per utenti disabili di ambo i sessi; i ragazzi provengono sia dal territorio veronese sia da altre provincie, sono inseriti su volontà dei familiari in accordo con i servizi ter-ritoriali di competenza di ogni utente. L’associazione sportiva dilettantistica Fresko Volley nasce dall’i-dea di Claudio Ambrosi e Francesco Pozzani. L’ A.S.D. ha una squadra Regionale maschile di serie C e un settore giovanile a supporto della stessa. L’idea cardine alla base del progetto è quella di sviluppare un “network” di club nel volley, con una si-gnificativa presenza sul territorio veronese, in particolare nella zona Est. Mediante questa collaborazione si può pensare di con-sorziarsi anche con altre Società sportive, al fine di organizzare eventi comuni e di sviluppare sinergie importanti per il Comune dove il progetto prende piede e per le Società stesse. Sono te-stimonianza di tutto ciò l’All Star Game della pallavolo, organiz-zato con l’egida della FIPAV VR, che si terrà il 1° maggio 2012 e il Mojitorneo seconda edizione, prevista per il 21 e 22 luglio 2012. Il punto di partenza del Fresko è sicuramente la collaborazione con l’ Intrepida Volley A.S.D., associazione sportiva di Madonna di Campagna con cui da un quinquennio collaborano, allestendo e organizzando insieme a loro tutto ciò che concerne la prima squadra maschile (in 5 anni sono stati vinti 2 campionati, portan-do la squadra dalla Prima Divisione Provinciale fino allíattuale Serie C Regionale). Il progetto giovani è uno dei punti cardine del programma pre-sentato.

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evento sdp

L a Il 27 marzo scorso, in Sala Rossa al Palazzo Scaligero, il presi-dente Giovanni Miozzi ha presentato i progetti sostenuti dal-la Banca della Valpolicella Credito Cooperativo di Marano per

i licei scientifi ci “Messedaglia” di Verona e “Calabrese Levi” di San Pietro in Cariano negli ambiti ambientale e artistico.Erano presenti: Marco Luciani, assessore alle Politiche per l’Istru-zione; Gabriele Maestrelli, sindaco di San Pietro in Cariano; Zeno Pescarin, vice presidente del consiglio provinciale; per la Banca della Valpolicella Gianmaria Tommasi, presidente, Giovanni Sarto-ri, direttore generale, e Roberto Mascalzoni, direttore della fi lia-le di Piazzale Cadorna. Per il Liceo Scientifi co “A.Messedaglia” il dirigente scolastico Giancarlo Peretti e la curatrice del progetto Clotilde Ambrosetti; per il Liceo Scientifi co “Calabrese Levi”, il di-rigente scolastico Gian Pietro Tiozzo e Elena Ciresola, curatrice della mostra fotografi ca; Pietro Sabelli, studente del Liceo “Mes-sedaglia” e vincitore del concorso grafi co; Marco Zanette, rap-presentante degli studenti del Liceo “Calabrese Levi”.Sono state acquistate 35 biciclette per gli studenti del Liceo Scienti-fi co “Messedaglia” ed è stata allestita una mostra fotografi ca nella sede di San Floriano dal titolo, “Ritratti del potere. Volti e meccanismi dell’autorità a scuola”. Banca della Valpolicella persegue così l’obiet-tivo di avvicinare il mondo economico e fi nanziario a quello dell’istru-zione. “Attraverso queste due iniziative – ha spiegato il presidente Miozzi - la Banca della Valpolicella dimostra, ancora una volta, grande attaccamento al territorio e alla comunità veronese. In un momento diffi cile come quello attuale diventa fondamentale porre delle solide basi per il futuro, con particolare riguardo alle nuove generazioni. Il mondo della scuola ha una rilevanza sociale di primaria importanza e i due progetti dimostrano la volontà dei giovani di essere protagoni-sti del loro avvenire: nostro dovere è ascoltarli e supportarli”. Il presidente della Banca Valpolicella Gianmaria Tommasi: “Abbia-mo riscontrato nei ragazzi e nei loro insegnanti entusiasmo, vo-glia di crescere e sperimentare: ci siamo dunque sentiti in dovere di fi nanziare questi due progetti, un esempio di crescita collettiva della nostra comunità”. La consegna delle biciclette è avvenuta giovedì 29 marzo presso il negozio Zanchi di Verona mentre le immagini e l’elaborazione visiva della realtà sono state proposte e presentate alla città di Verona venerdì 30 presso la Filiale della Banca della Valpolicella Credito Cooperativo di Marano di Piazza-le Cadorna con la mostra fotografi ca dal titolo: “Ritratti del pote-re. Volti e meccanismi dell’autorità a scuola”.

Silvia Ferrari

Biciclette e mostra fotografi ca per gli studenti veronesi

Interessanti progetti educativi

Banca Valpolicella attiva sul territorio con iniziative che coinvolgono studenti e insegnanti delle scuole veronesi

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rugbysdp

Palla ovale protagonista al Torneo Città di Verona

Presso il nuovo centro di Parona

Si terrà il 27 maggio la prima edizione del torneo per formazioni giovanili di età compresa tra i 5 e i 14 anni

Le belle novità e tutti gli avvenimenti importanti vanno festeggiati come si deve. E per una società di rugby il modo migliore di

farlo è quello di organizzare un torneo nazionale di Minirugby, dove i bambini di diff erenti regioni, cul-ture e tradizioni (non solo sportive) si confrontano imparando a conoscersi, oltre a condividere la pas-sione per la palla ovale.

Sono queste le basi di partenza del primo “Torneo Città di Verona”, che il Cus Verona Rugby organizza quest’anno domenica 27 maggio ai nuovi campi di Parona. La manifestazione aprirà i festeggiamenti per il 50esi-mo della società e non a caso si svolgerà ai nuovi impianti di via della Diga, che saranno uffi cialmente inaugurati in questa occasione.

sdp

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l’iniziativarugby sdp

I nuovi campi da rugby, immersi nella natura del parco dell’Adige, offriranno l’ideale cornice a un evento che ha l’ambizione di diventare un appunta-mento significativo e costante per le realtà giovani-li del rugby italiano. Al torneo “Città di Verona” parteciperanno le squadre giovanili delle categorie Under 6, Under 8, Under 10, Under 12 e Under 14 (queste ultime giocheranno allo stadio Gavagnin di via Montorio). Quindici società iscritte, al momento, per un totale di 56 squadre in gioco. Dai più piccoli dell’Under 6 ai più grandi dell’Under 14 sarà uno spettacolo di rugby per tutte le età. Questa la lista delle società che hanno già aderito al “Torneo Città di Verona”: Arezzo, Bologna, Firenze, Caimani Secchia, Fiumicello, Lumezzane, Mantova, Monza, Napoli, Valeggio, Varese, Velate, Venezia Mestre e Vi-cenza, oltre ai padroni di casa del Cus Verona.“Siamo molto contenti di poter organizzare questo evento in occasione delle ricorrenze e degli avveni-

menti che riguardano la nostra società – commenta Loris Renica, direttore del Settore Giovanile del Cus Verona Rugby – e l’obiettivo è quello di allargare ne-gli anni futuri questa manifestazione anche a società europee. Nelle nostre intenzioni c’è sicuramente la volontà di far diventare questo torneo un appunta-mento fi sso che abbia un suo fascino. Vogliamo far di-vertire i ragazzi e creare una manifestazione rugbysti-ca competitiva e di buon livello, affi nché il confronto tecnico e tattico sia buono”. Il Cus Verona Rugby è stato fondato nel 1962 e dal 2005 con l’arrivo di Loris Renica come responsabile di tutto il settore giovanile verdeblù ha deciso di punta-re anche sul settore giovanile. Una scelta lungimirante, che dopo tanto seminare sta facendo raccogliere a tutto lo staff del Cus Verona Rugby frutti di primissima qualità.

Dino GuerriniInfo: www.rugbyverona.it

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Dr. Landi nelle precedenti interviste abbiamo af-frontato i problemi di una vita sedentaria e di una alimentazione scorretta: quali altri fattori sono

importanti per adottare uno stile di vita corretto?La maggior parte delle malattie croniche che affl iggono il nostro tempo sono legate in modo signifi cativo agli sti-li di vita che vengono adottati da ciascun individuo ma è chiaro che una componente importante è anche la pre-disposizione genetica individuale che gioca un ruolo al-trettanto importante. Ogni qual volta stili di vita scorret-ti agiscono su individui predisposti abbiamo le maggiori probabilità di insorgenza di malattie croniche. Un fatto-re che gioca un ruolo importante ma non ancora del tut-to compreso, è certamente lo stress. Si abusa spesso di questa parola, alla quale si attribuiscono spesso diversi signifi cati ma, che nel linguaggio comune identifi ca uno stato di malessere in conseguenza di un evento esterno (o interno) alla persona che lo subisce. Da un punto di vista medico lo stress assume invece un signifi cato mul-tidimensionale e viene piuttosto inteso come la fi sio-logica (o patologica) interazione tra un individuo ed un evento esterno o interno all’individuo stesso in grado di modifi care in senso negativo la propria vita.

Un concetto interessante. Può aiutarci a descrivere meglio come lo stress infl uenza negativamente la no-stra salute?Certamente, lo stress di per se è una risposta diremo fi siologica utile a mantenere o ripristinare un equilibrio attraverso una serie di processi piuttosto complessi. Questi meccanismi coinvolgono sia il sistema nervoso centrale che il sistema ormonale e quello immunitario e si attivano in risposta ad un evento che in base alla nostra individualità al nostro comportamento e alle esperienze passate ci infl uenza negativamente. Di per se lo stress, se riusciamo a gestirlo, non è necessaria-mente negativo perché ci consente di sperimentare fi no in fondo le nostre capacità di risposta e adattamento. L’esempio classico sono coloro che sotto “pressione” riescono ad esprimersi al meglio adattandosi quindi agli eventi avversi in modo da superarli. Il problema è piut-tosto quando non riusciamo a controllare questi eventi

e ci lasciamo soverchiare da-gli stressori con un conse-guente peggioramento delle nostre condizioni sia a livello fi sico che psicologico. Ecco che possiamo avere delle ri-percussioni fi siche oggettive come ad esempio la tachi-cardia (palpitazioni), distur-bi gastrointestinali (cattiva digestione), dolori muscolo scheletrici, stanchezza o mal di testa senza che da un punto di vista medico sia possi-bile riscontrare una patologia ben evidente. E’ altrettan-to evidente che l’apparire di questi sintomi creano nel soggetto ansia e preoccupazione per patologie latenti che non fanno altro che innescare un circolo vizioso che diminuisce sempre più la capacità di adattamento au-mentando e perpetuando lo stress.

Quindi lo stress può essere considerato un vero e pro-prio fattore di rischio per alcune malattie sistemiche?Una domanda ricorrente è se lo stress sia in grado o meno di determinare ad esempio un infarto del miocar-dio. Oggi, alla luce dei dati a disposizione, possiamo ben defi nire lo stress come un fattore di rischio alla stregua del fumo di sigaretta, della ipercolesterolemia o del dia-bete ad esempio. Infatti lo stress può infl uire con una duplice azione nel causare alcune patologie come per esempio l’infarto: Da un lato attraverso quella serie di

alimentazionesdp

Come conoscere, gestire e difendersi dallo stress

In collaborazione con

Nuovo appuntamento con i consigli del Dottor Landi, per una vita sana all’insegna del benessere

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complesse reazioni biochimiche, ormonali e immuno-logiche che alterano l’equilibrio del nostro organismo aumentando la possibilità di avere problemi cardiova-scolari e dall’altro dal fatto che l’individuo sotto stress può avere un atteggiamento psicologico negativo che può indurre l’adozione di stili di vita non corretti come una cattiva alimentazione, il fumo di sigaretta e la man-cata attività fi sica etc. Ecco che quindi l’importanza che stili di vita corretti vengano adottati fi n da adolescenti, considerando che essere fi sicamente attivi, alimentarsi con equilibrio ed evitare abitudini viziose ha una azione nel migliorare e potenziare le capacità di risposta e di adattamento del nostro organismo.

Come ci si può difendere dallo stress? Ci sono vari livello di intervento che possono essere consigliati ed adottati. E’ evidente che ciascun indivi-duo ha una soglia di tolleranza specifi ca verso situazioni o eventi stressanti e ciò che è stressante per una per-sona può non esserlo in generale. In ogni caso il primo passo è prendere coscienza dei propri limiti e cercare di eliminare, modifi care o limitare gli eventi della vita quotidiana che provocano stress. In questo contesto iniziative educative e informative come Paluani Life , che si rivolgono ai più giovani stimolandoli ad adottare uno stile di vita corretto ed equilibrato, sono strumenti fondamentali per ridurre gli eff etti negativi derivanti da comportamenti viziosi. Lo sport ed una alimentazione appropriata infatti intesi come elementi fondamentali per il raggiungimento di un benessere non solo fi sico ma anche psicologico sono strumenti preventivi formidabili per preparare i giovani a gestire ed aff rontare lo stress che la vita quotidiana può causare. E’ chiaro che da solo questo non basta e che non sempre è possibile gestire lo stress in modo positivo. Nel caso sintomi fi sici o di-sagio psicologico si aff acciassero è utile consigliare un consulto medico, per escludere la presenza di eventuali patologie sistemiche, e successivamente cercare anche un supporto di natura psicologica professionale evitan-do di banalizzare il problema o di aff rontarlo in modo inadeguato con l’assunzione di farmaci senza controllo medico o rivolgendosi a individui impreparati ad aff ron-tare tali situazioni . Per la complessità dei risvolti che si-tuazioni come queste possono avere e’ chiaro che ogni sforzo deve essere teso quindi ad evitare che compor-tamenti scorretti vengono erroneamente adottati come elemento anti-stress (ad esempio fumare, mangiare in modo compulsivo etc ) poiché in sintesi determinano un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute.

Lo stress infl uenza anche malattie del cavo orale? Come per altre malattie croniche anche per alcune malattie del cavo orale ed in particolare per alcune le lesioni della mucosa orale, come l’aftosi ricorrente e

la parodontite, lo stress sembra giocare un ruolo non marginale. In particolare sono stati recentemente con-dotti degli studi di popolazione che hanno riscontrato come soggetti “stressati” avevano una maggiore inci-denza di lesioni delle mucose orali e una maggiore gra-vità della parodontite rispetto a soggetti non stressati. Un esempio classico dell’eff etto che situazioni di stress hanno sul cavo orale è rappresentato dalla gengivite ulcero necrotica che è una condizione dolorosa che colpisce la gengiva marginale ed è caratterizzata da ul-cere sanguinanti e maleodoranti che si accompagnano a malessere generale e febbre. Questa condizione era molto frequente in condizioni di elevato stress come ad esempio nelle reclute impegnate in scenari di guer-ra (gengivite da trincea) o negli studenti impegnati a sostenere esami. Oggi una fetta più grande di popo-lazione sperimenta questa condizione per la quale purtroppo non ci sono terapie preventive ma solo sin-tomatiche. Anche in questo caso si deve tenere con-to della duplice infl uenza che lo stress può avere sulle condizioni del cavo orale che da un lato può essere di-rettamente infl uenzata da un abbassamento delle dife-se immunitarie indotto dallo stress e dall’altro in modo indiretto grazie alla mancata adozione di stili di vita e misure di igiene del cavo orale idonee.

Alberto Cristani

Info: www.dentalgroupverona.itDr. Luca Landi - Odontoiatra - C.so Milano 127 - VeronaChiarimenti e domande scrivere a:[email protected] su www.sportdipiu.com e www.paluanilife.tv Questo articolo si può leggere e commentare anche supaluanilife.tv

alimentazione sdp

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subacqueasdp

È nata solamente pochi mesi fa, ed esattamente il 6 ottobre 2011, ma l’Aquadive Scuola Sub e Apnea Team è senza dubbio una delle realtà più impor-

tanti e attive sul territorio veronese per quanto riguarda questo aff ascinante sport acquatico.Subacquea e apnea sono le discipline che lo staff , coor-dinato dal presidente-fondatore Luca Rossi, propone agli iscritti e a tutti coloro che, anche per semplice curio-sità, viene a conoscenza del “mondo Aquadive”.“La scuola Aquadive - spiega il presidente Rossi - è un’associazione sportiva no profi t nata dalla passio-ne e dall’esperienza quasi ventennale di un gruppo di amici amanti del mare. Aquadive è iscritta al CONI e ad oggi vanta ben 100 iscritti, di cui 6 istruttori apnea, 5 istruttori bombole, 3 istruttori di salvataggio e primo

soccorso, 1 istruttore trainer, 2 assistenti istruttori e 1 istruttore di nuoto. Durante l’anno organizziamo corsi di apnea e di su-bacquea di ogni livello, aperti a tutti e per tutte le età. Proponiamo inoltre corsi per disabili e, novità che sta riscuotendo grande successo, corsi di tiro al bersaglio subacqueo. Inoltre la scuola collabora con la protezione civile in addestramenti di ricerca, recupero e salvataggio e promuove corsi tecnici di immersioni profonde”.La sede dell’Acquadive è a Valgatara di Fumane e sem-pre in Valpolicella la scuola svolge i propri corsi indoor, presso il centro sportivo di Fumane. “La nostra attività - prosegue Rossi - trova però ampio sviluppo a Torri del Benaco, sul Lago di Garda, una palestra eccezionale, che ci invidiano in tutto il mondo. L’immersione nelle acque

Con Aquadive Apnea Teamil divertimento è sott’acqua

Fondata nel 2011

Con le numerose iniziative - aperte a tutti - il team presiduto da Luca Rossi vuole portarci tutti...”in fondo al mare”

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del gardesane è davvero qualcosa di unico, sia per i fon-dali molto profondi sia per l’eccezionale fauna ittica pre-sente. Il Garda è misterioso, imprevedibile, a tratti diffi -cile, ma senza dubbio aff ascinate e unico”.Ma l’immersione è uno sport per tutti? Rossi non ha dub-bi: “Assolutamente si. I nostri tesserati hanno dai 6 agli 80 anni. C’è da sottolineare che la nostra attività è ricre-ativa e quindi non si richiedono doti straordinarie, spe-cialmente per quanto riguarda l’attività con le bombole. L’apnea è senz’altro più impegnativa ma con questo non signifi ca che sia proibitiva. Per esempio un nostro socio ha deciso di iscriversi al corso di apnea pur non sapendo nuotare: una sfi da con sé stesso e contro i suoi limiti per sconfi ggere la paura dell’acqua. Una sfi da che ha vinto alla grande”.La didattica alla quale fa riferimento Aquadive Verona è quella proposta da Gianluca Genoni, responsabile della sezione apnea per la didattica subacquea Professional Scuba Schools (PSS).“Con Gianluca - evidenzia Rossi - c’è un grande rapporto di amicizia e di stima reciproca. Lui è un grande espo-nente di questo sport (attuale detentore del record mondiale di immersione in apnea a -152 metri n.d.r.) e collaborare con lui è per noi un grande onore. Insieme organizziamo eventi, corsi e seminari a Verona, in Italia

ma anche all’estero. In programma abbiamo infatti usci-te in Sardegna a matà di maggio con i corsisti della pesca in apnea e nel Mar Rosso per corsi di immersione con le bombole. Inoltre a ottobre organizzeremo un evento di quattro giorni sul Lago di Garda denominato “Il nostro piccolo mare” durante il quale presenteremo corsi, pro-ve di apnea e di tiro a segno subacqueo, oltre a mostre fotografi che, proiezioni di fi lm documentari. Ci sarà inol-tre la possibilità di sorvolare in elicottero e rive del lago e di assistere a lanci di sommozzatori”.La domanda fi nale è d’obbligo: perché praticare questo sport? Luca Rossi non ha dubbi: “Semplicemente perché si può scoprire un mondo aff ascinate e unico che altri-menti non si potrebbe vedere. Inoltre ogni immersione è una piccola-grande conquista, un’avventura sempre nuova e sempre diversa, da vivere tutta d’un fi ato. Tuf-farsi…per credere!”

Bruno Mostaffi

Info: www.aquadivesubverona.com

subacquea

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hockeysdp

Scarone, la mamma okayche vive per l’hockey

Un famiglia, uno sport

Ana Scarone, argentina di nascita, da dieci anni vive, gioca (...e fa la moglie-mamma) a Villafranca

Come avrete potuto leggere sui numeri di Sportdi-più, il nostro intento è quello di dare visibilità alle realtà sportive, ma sopratutto è quello di farvi co-

noscere meglio le persone che vivono lo sport come parte importante della propria esistenza. Vogliamo raccontarvi le ansie, i sacrifi ci, ma anche le gioie e le mille gratifi cazioni che la pratica dello sport porta nella vita degli sportivi. An-che questo contribuisce a fare cultura sportiva perché va oltre le statistiche i numeri, quello che vorremmo raccon-tarvi sono le mille sfumature di colore che ci sono nell’o-pera più grandiosa... la vita dell’essere umano. Il mondo dello sport è pieno di esempi che ci testimoniano come possa cambiare la vita praticando una qualsiasi disciplina sportiva. Ad esempio Fiona May e Giovanni Iapichino for-se non si sarebbero mai conosciuti! Anche noi a Verona abbiamo un esempio simile e i due atleti che vi andiamo

a presentare sono Andrea De Bortoli e Ana Scarone. Mi-litano entrambi nelle formazioni di Hockey su prato, pre-cisamente nell’Hockey Villafranca lui e nell’Hockey club femminile Villafranca lei. Questi due atleti sono all’apice della propria carriera e più volte hanno difeso i colori del-la Nazionale. Diamo precedenza alle donne e andiamo a scoprire cosa signifi ca vivere l’hockey per una donna at-traverso le risposte che ci dà Ana Scarone.

Ana Scarone ci puoi raccontare molto sinteticamente come hai conosciuto l’hockey e come sei arrivata in Italia?Sono nata a Buenos Aires il 30 giugno del 1983, io e mia sorella, Mariela Scarone, abbiamo conosciuto da piccole l’hockey frequentando uno dei clubs polisportivi e incurio-site da questo sport abbiamo deciso di praticarlo. L’hockey su prato, in Argentina, ha molto seguito e per me non è

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sdphockey sdp

stato diffi cile scoprirlo. Da subito ho lavorato molto anche se non mi pesava perché la gratifi cazione e il divertimento mi appagavano. Ho ancora buoni ricordi di quel periodo che mi sembra ora molto lontano. A 16-17 anni ero pronta per entrare in prima squadra nell’ Arcquitectura dove ho giocato per una stagione e poi è arrivata la proposta, per me inaspettata, di venire a giocare in Italia, qui a Villafran-ca. Un po’ presa dalla curiosità di conoscere il mondo e un po’ presa dall’entusiasmo giovanile ho deciso di accettare, ma non avrei mai pensato che il mio futuro fosse lontano dall’Argentina. Sono già passati più di 10 anni vivo ancora a Villafranca dove ho un lavoro, un marito, due fi gli e gioco a hockey su prato in serie A.

Hai anche una sorella che gioca a hockey, vero?Si, e di lei sono molto orgogliosa! È una gran giocatrice (centrocampista n.d.r.) della Nazionale Argentina campio-ne del mondo in carica.

Avere una sorella così forte per te ha signifi cato competi-zione o stimoloper fare di più?Competizione o gelosia sono lontane dal mio modo di pen-sare e di vivere. Per me è solo motivo di orgoglio e sono fi era di averla come sorella. Posso solo essere contenta per lei perché so quanto ha lavorato e quanto ancora suda per restare a quei livelli. Dietro un tale successo ci sono anni di sacrifi ci che solo la passione vera permette di sopportare.

Tu arrivi in Italia a 17 anni conosci tuo marito Andrea con il quale hai due bellissimi fi gli, Santiago che già da tempo frequenta la scuola di mini-hockey e Federico di 2 anni. Cosa vuol dire vivere una vita “normale” fatta di lavoro e famiglia e contemporaneamente una vita da atleta?Per me è una cosa naturale vivere la mia passione per lo sport e coinvolgere la famiglia. Sono stata fortunata per-chè ho conosciuto Andrea che come me non vive senza Hockey. Ovunque andiamo con i bambini abbiamo sem-pre la nostra borsa con i 4 bastoni e le palline, così ogni momento è buono per giocare con i nostri fi gli. Fino ad oggi la passione e i buoni risultati mi incentivano a con-tinuare a giocare in serie A anche se un po’ cominciano a pesare gli allenamenti in settimana. Quando gioco in trasferta mio fi glio Federico, il più piccolo, mi segue ovun-que, mentre il più grande sta con il padre. A volte capita che facciamo tornei o trasferte tutti insieme e questa di-venta una vacanza per tutta la famiglia. Quando giochia-mo in casa tra il pubblico ho i miei tre fans “personali” che mi sostengono gioiosi.

A cosa hai dovuto rinunciare o cosa ti sarebbe pia-ciuto fare?Recentemente ho dovuto dire di no alla Nazionale per-ché implicava la mia assenza da casa per 2 mesi, ma di questo di certo non mi pento. La cosa che un po’ mi

manca è la laurea in biologia che rimane a questo punto un sogno nel cassetto.

Ipotizziamo che un giorno uno dei tuoi fi gli ti dicesse che vorrebbe giocare, per esempio, a basket. Che reazione avresti?Lo sport è sport qualsiasi esso sia. Se i miei fi gli volessero se-guire altri sport io di certo non li ostacolerei perché, come io ho seguito il mio sogno e la mia passione, è giusto che anche loro seguano i propri sogni e le proprie passioni.”

Cosa ricordi con più piacere della tua carriera fi no ad oggi? La cosa che più mi fa stare bene, se penso al passato, è lega-ta al ricordo del gruppo vincente che ho trovato appena arri-vata qui a Villafranca, quindi non penso alle singole vittorie o ai trofei ma al rapporto umano costruito con quelle ragazze, la voglia di trovarsi anche fuori dal campo di gioco, quel sen-so di appartenenza al gruppo che solo allora ho percepito veramente a pieno. Con l’arrivo del nuovo allenatore “Kata” si sta ricreando anche in questa stagione una situazione simi-le e questo mi fa ben sperare per i prossimi anni.

Mirko Simonaio

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triathlonsdp kartsdp

Numero dopo numero, Sportdipiù magazine am-plia i propri orizzonti off rendo ai lettori nuovi contenuti e presentando le numerose realtà

sportive del nostro territorio. In questo numero abbiamo il piacere di conoscere il team RTC Sport & immagine che gareggia per il Trofeo italiano Easykart/Kart Grandprix categoria KZ.Questo campionato prevede un motore 125 cc a 6 marce uguale per tutti mentre il telaio è libero. Il team RTC Sport & immagine nasce a Cavaion Vero-nese nel 2010 grazie alla collaborazione tra Massimo Zanetti, da tempo impegnato attivamente nel mondo del rally e delle gare automobilistiche in generale, e Alessandro Zanoni, vincitore del titolo Italiano ed Eu-ropeo Easykart nel 2008. Questa squadra ha tutte le carte in regola per puntare veramente in alto grazie

anche all’apporto degli sponsor (RTC-technologies & components, Rotal Met srl, Immergas ag. Tonini Fabri-zio, Easyservice, Eximag, Vefi m, Wurth, Ethos, Elettro Zampini e Gopax) che contribuiscono economicamen-te a mantenere vivo il sogno. “Quando abbiamo deciso di fondare questa squadra - spiega Massimo Zanetti - la nostra priorità fu quella di puntare sul divertimen-to, facendo conoscere lo sport kartistico. Lavorando con passione e vedendo che i risultati erano più che incoraggianti, siamo cresciuti fi no alla fondazione, quest’anno, della vera e propria squadra corse”. “Per dare vita a questa realtà - prosegue Zanetti - ab-biamo puntato, come consigliato dall’esperienza di Ales-sandro Zanoni, su tecnici di qualità come Paolo Malvezzi (Paolone), Michele Gorreri e Loris Pezzato. Paolo e Mi-chele, insieme al nostro team leader Alessandro Zanoni,

RTC Sport & immagine:una passione a tutta velocità

Nuova scuderia, grande esperienza

In questo articolo Massimo Zanetti ci presenta il neonato team di Cavaion Veronese e i suoi progetti futuri

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sdpsdpkart sdp

sono stati i fautori dei successi ottenuti nel 2008. Dopo esserci garantiti i responsabili tecnici abbiamo lavorato per ingaggiare anche chi si occupa dell’aspetto pratico ovvero…della guida! Quest’anno abbiamo puntato su ragazzi come Emanuele Quintarelli di Villafranca (attua-le leader della classe Over), Marco De Marco di Coster-mano (al suo esordio con la specialità ma già due volte sul podio di classe Over) e Diego De Marchi di Bussolen-go (autore di un ottimo pre-season ma sfortunato nella prima gara, coinvolto in un incidente)”. “I punti di forza del team - prosegue Zanetti - sono Radim Maxa (rep. Ceca) pilota 17enne già plurititolato e Davide Padovani al rientro dopo 15 anni di inattività e dopo aver perso l’utilizzo del braccio destro per un incidente auto-mobilistico. Davide al suo esordio a Castelletto di Bran-duzzo (PV) si è posizionato 2° assoluto, dietro a Maxa e primo di classe (Over) tenendo dietro concorrenti ben più giovani e allenati. La volontà e la determinazione di Davide hanno sbaragliato la concorrenza. In occasione della seconda gara Davide è partito 9° ed è stato autore di una rimonta esaltante, peccato che una noia tecnica lo abbia costretto al ritiro, dopo aver comunque diverti-to il pubblico.” Velocità, spettacolo e grande competizione nelle gare di kart: questo garantisce divertimento assicurato sia per i piloti sia per il pubblico. Una domanda però sorge spon-tanea: questo sport gode della giusta visibilità?

La risposta di Zanetti non lascia spazio a dubbi: “Assolu-tamente no! Questo sport non gode della giusta e meri-tata attenzione mediatica. Noi ci muoviamo con inizia-tive personali. Per esempio io pubblico ogni weekend sul sito del team gli eventi motoristici che ci riguardano, dando la possibilità all’utente di guardare le dirette delle gare in streaming. Questo è possibile grazie alla colla-borazione tra l’organizzatore del campionato e il canale web/satellitare Primocanale Sport (515 di SKY). Stiamo inoltre mettendo a punto una App per smartphone e tablet con lo scopo di coinvolgere gli utenti kartisti a sfi -darsi in un gioco fatto da tempi veri in pista ma senza l’obbligo di partecipare a campionati o trofei. Lo sport nazionale è il calcio e questo mette in secondo piano qualsiasi altra disciplina, è inevitabile. Se a questo ag-giungiamo la mancanza di adeguati investimenti, anche pubblici, per le altre discipline è ovvio che se ne limita la crescita allontanando i più giovani dalle altre discipline come ad esempio la nostra. Ma non solo. Si allontana anche il pubblico e di conseguenza gli sponsor, renden-do la nostra attività sempre più complicata. Come ovvia-mo? Anche qui la risposta è scontata: con la passione. Una passione che ci fa superare anche i momenti diffi cili e ci spinge a dare sempre il massimo. Perché questa è la vera e unica essenza dello sport.”

Mirko Simonaio

TROFEO NAZIONALEROUND DATA PISTA 1° Round 26 Febbraio Castelletto 2° Round 11 Marzo Siena 3° Round 15 Aprile Viterbo 4° Round 06 Maggio Pomposa 5° Round 20 Maggio Lignano Sabbiadoro 6° Round 17 Giugno Cervia 7° Round 15 Luglio Corridonia 8° Round 15 Settembre Ottobiano 9° Round 16 Settembre Ottobiano

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speciale guida sicurasdp

Sottosterzo e sovrasterzo:attenti alle insidie delle curve

Quarta puntata

Emanuele Arbetti, pilota veronese di rally, ci accompagna alla scoperta del mondo dei motori e della guida

Un saluto a tutti i cari let-tori di Sportdipiù maga-zine. Con questo nuovo

appuntamento analizzeremo il comportamento di una auto-vettura durante la percorrenza di una curva. Esistono due si-tuazioni diff erenti: il sottoster-zo e il sovrasterzo. Vediamo le diff erenze.

Sottosterzo Il sottosterzo avviene quando vi è perdita di aderenza dell’anteriore del veicolo.Più in dettaglio, quando sterziamo per entrare in curva e la vettura tende a proseguire dritta, invece che seguire la traiettoria.Ciò accade a volte per fattori meccanici, come geome-tria delle sospensioni, pneumatici anteriori usurati o sgonfi , ma generalmente per errori di guida del condu-cente, tra i quali:- se alla guida di una trazione anteriore viene eff ettua-

ta una troppo forte accelerata con marce basse (sot-tosterzo di potenza)

- un troppo veloce ingresso in curva (sia con trazione anteriore che posteriore)

- una brusca sterzata (sia con trazione anteriore che posteriore)

SovrasterzoIl sovrasterzo avviene quando vi è perdita di aderenza del posteriore della vettura, il quale allarga verso l’e-sterno della curva, mentre invece l’anteriore rimane in traiettoria. in questo modo l’auto sbanda e và, se non corretto tem-pestivamente, in testacoda.Ciò accade a volte per fattori meccanici, come geome-tria delle sospensioni, pneumatici anteriori usurati o sgonfi , ma generalmente per errori di guida del condu-cente, tra i quali:- se alla guida di una trazione posteriore viene eff ettua-

ta una troppo forte accelerata con marce basse (so-vrasterzo di potenza)

- un brusco rilascio o frenata in curva (sia con trazione anteriore che posteriore)

In conclusione possiamo vedere come alcuni compor-tamenti siano comuni ai due tipi di trazione. Viene così sfatata la convinzione comune che solo la trazione ante-riore sia sottosterzante e che solo quella posteriore sia sovrasterzante.

sdp

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l’iniziativaspeciale guida sicura sdp

Commettere errori durante la guida di un’auto può ave-re conseguenze molto gravi: se il muso allarga la curva e non siamo pronti a reagire, arriveremo contro il guard-rail, oppure fi niremo in un fosso, o ancora, invaderemo la corsia opposta. Se invece è il posteriore ad allargare (sovrasterzo) si rischia un testacoda con tutte le conse-guenze che ne possono derivare.Infi ne occorre ricordare la trazione integrale: essa pre-senta sottosterzo e sovrasterzo come gli altri due tipi di trazione ma ha dei limiti di tenuta in accelerazione mag-giori, soprattutto con fondo stradale viscido.Ricordiamo che c’è sovrasterzo quando la parte poste-riore della vettura tende ad uscire dalla traiettoria. In questo caso bisogna prontamente alleggerire la pres-sione sull’acceleratore, se non rilasciare totalmente, e controsterzare.Controsterzare vuol dire girare il volante dalla stessa parte della sbandata, in modo rapido e bilanciato dalla gestione dell’acceleratore.Occorrerà poi - in base alla vostra sensibilità ed esperien-za - stabilire quando controsterzare e quando riallineare le ruote anteriori. Questo perché altrimenti rischiamo di subire l’eff etto pendolo: una scodata dalla parte opposta alla prima sbandata, per colpa del brusco trasferimento di carico dovuto al rilascio dell’acceleratore.Nei momenti critici occorrre dimenticarsi della posizione delle mani alle 9:15 perchè può succedere di dover girare il volante molto più di 90° gradi; in questo caso la mano-vra corretta è di passarsi il volante tra le mani come se dovessimo fare un parcheggio, nel modopiù rapido possibile. Inoltre il freno durante una sban-data controllata, non deve essere toccato; il posteriore infatti è già più leggero dell’anteriore e se freniamo di-minuisce ancora di più l’aderenza.Esiste inoltre un altro tipo di sbandata del retrotreno,

quella dovuta al trasferimento di carichi dal posteriore all’anteriore in fase di brusca frenata o rilascio dell’acce-leratore in curva.Questa è una situazione che accade quando ad esempio ci accorgiamo che stiamo eff ettuando una curva troppo velocemente in rapporto alle condizioni atmosferiche. In questo caso succede che la prima reazione istintiva sia quella di rilasciare l’acceleratore oppure frenare. A questo punto entra in gioco il trasferimento di carichi longitudinale mentre siamo in curva, e la sbandata del posteriore è assicurata. Ovviamente il controsterzo è la prima cosa da eff ettua-re, ma anche riallineare il volante quandola macchina inizia a tornare dritta, altrimenti rischiamo di subire “ l’eff etto pendolo “.

Come controllare il sottosterzoAnalizziamo il caso di una troppo veloce entrata in cur-va: quando proviamo a sterzare, l’auto tende ad andare dritta e più aumentiamo la sterzata o acceleriamo, più la situazione peggiora.Questo è il sottosterzo: possiamo dire che avviene una sbandata dell’anteriore.Per recuperare l’auto, occorre staccare l’acceleratore, affi nché il trasferimento di carichi sull’anteriore faccia riprendere aderenza ai pneumatici. Se abbiamo esage-rato con il volante, la diminuzione dell’angolo di sterzata fa recuperare direzionalità all’avantreno.Da non dimenticare, che in questa situazione, il com-portamento del guidatore deve essere uguale sia se alla guida di una trazione anteriore che di una trazione po-steriore.

Emanuele Arbetti

Info: www.emanuelearbetti.it - www.arbettimotors.it

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triathlonsdp automobilismosdp

Il 17 giugno prenderà il via l’edizione numero 16 della rievocazione storica “Stallavena-Bosco” la corsa in salita che fra il 1958 e il 1968 era considerata tre

le più veloci ed importanti d’Europa e che per molti sportivi veronesi rappresentò l’ evento automobilisti-co dell’ anno. Tra i vincitori scaligeri ricordiamo Giulio Cabianca su Osca (edizioni 1958 e 1959) e “Noris” su Porche 906 nel 1966.L’evento è organizzato dal Veteran Car Club Enrico Ber-nardi e il Stallavena – Bosco Club Veicoli d’Epoca.Tutto iniziò nel 1997 quando due amici appassionati di auto d’epoca, Giannantonio Bortoletto e Flavio Mas-sella, idearono la 1° edizione della rievocazione. Dopo

la scomparsa di Giannantonio, sotto la guida di Flavioaltri due amici, Rino Boschi e Flavio Bortoletto, hanno portato avanti la tradizione e l’organizzazione di que-sta spettacolare ed aff ascinante manifestazione.Sono ammesse tutte le auto iscritte o certifi cate ASI, FIVA, CSAI, REGISTRI di MARCA o autovetture di parti-colare interesse storico in attesa di certifi cazione na-zionale o internazionale.Il percorso complessivo è di circa 130 chilometri tota-li che verranno percorsi dagli equipaggi alla velocità consentita con media a codice, come da regolamen-to A.S.I. Saranno “toccate” dalla manifestazione le località di

Rombano i motori alla Stallavena-Bosco 2012

Prima edizione nel 1997

Belle, mitiche, aggressive e veloci: sono loro le protagoniste della rievocazione di una classica degli anni Cinquanta

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Grezzana, Stallavena, Cerro Veronese, (dove in Piazza Alferia si svolgerà la più spettacolare prova di abilità su pressostati) Bosco Chiesanuova e Roverè Veronese.Il percorso sarà predisposto su un particolare “radar” Road-Book e da cartografi e che saranno consegnati al momento delle verifi che. Gli equipaggi si presenteranno dalle ore 08.30 alle ore 09.30 del 17 giugno presso il fran-

toio Redoro (Via Marconi Grezzana Verona) per espletare le formalità di rito.Verso le ore 16 in Piazza della Chiesa a Boscochiesanuo-va verranno premiati i più abili nelle varie categorie, e in particolare:-Primi 10 classifi ca assoluta (in base ai coeffi cienti A.S.I.)-Primi 5 con cronometri analogici-Al miglior equipaggio femminile-Trofeo Flavio Massella al Navigatore più giovane-Trofeo Giannantonio Bortoletto: all’auto di particolare interesse storico.La rievocazione storica “Stallavena- Bosco” vuole esse-re, come sottolineano gli organizzatori, un momento di incontro e divertimento ma in particolare un veicolo per far conoscere ai più giovani veri pezzi di storia che viaggiano su quattro ruote, ricordi di un tempo passato che ritornano a far sentire il loro rombo, sempre più aff ascinante, sulle nostre strade. Un evento per tutti: per i giovani per sognare e per i “meno giovani” per ricordare e, probabilmente, rim-piangere i bei tempi passati.

Alberto Cristani

Info: www.stallavenabosco.it

automobilismo sdp

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triathlonsdp danzasdp

Nando De Bortoli è un promoter di eventi, che ha portato a Verona nomi famosi del-la danza HIP-HOP quali Marty Kudelka (co-

reografo-ballerino di J.Timberlake), Eddie Morale (coreografo-ballerino di Mariah Carey-J.Timberlake, J.Jackson), Dante Harper (ballerino nel film Stre-et Dance Fighters), Kevin Maher (ballerino nel film Street Dance Fighters, Roro Tabor (coreografo di Omarion), Misha Gabriel e Nick Bass (dancers nel film This is it) e tanti altri. Con questa intervista co-nosciamo da vicino la sua passione.

Nando come e quando ti sei avvicinato alla danza?Nel lontano 1979. Con un gruppo di amici si è orga-nizzato uno spettacolo nel teatro del paese. Oltre ad una band c’era un corpo di ballo formato da tre coppie di ballerini (tra cui io). Da quell’esperienza è scattata la voglia di imparare sempre più e ho inizia-to quindi a frequentare i corsi jazz di Sisina Augusta a Verona.

Raccontaci della tua formazione fra Italia, States, Londra e Parigi…Dopo aver studiato rock’n roll acrobatico, boogie-woogie e jazz, volevo smettere di ballare: mi man-cavano gli stimoli. Nel ’94, però, un’amica mi fece vedere la registrazione del suo saggio e lì conobbi lo stile funky: fu amore a prima vista. Mi iscrissi subito ai corsi di Rita Pavanello, alla quale devo molto per-ché, oltre a portarmi con sé a Los Angeles, mi aiutò ad aprire le porte del Paradiso!! Da allora le mie ferie lavorative servirono per studiare e perfezionare lo stile hip hop tra New York, Londra, Parigi e Roma.

Cosa rappresenta per te la danza, e dove trovi ispi-razione per le tue coreografie?Dopo ore seduto davanti ad un computer, la danza diventa il momento di sfogo fisico e creativo. I pun-ti d’ispirazione sono tanti e vari: la musica, lo stato d’animo, ma soprattutto una classe da coordinare. Non si può pretendere che gli allievi facciano quello che vuoi tu, devi rispettare il loro livello tecnico ed

è responsabilità dell’insegnante farli crescere passo dopo passo.

Che opinione hai della danza in Italia, e che possi-bilità hanno i giovani ballerini, secondo te, di affer-marsi nel nostro Paese?Sinceramente in Italia più che ballerini, ci sono tanti insegnanti. Vivere di danza sul palcoscenico, soprat-tutto per uno che balla hip hop, è matematicamente impossibile perché la richiesta è troppo bassa. Ho alcuni amici che hanno deciso di lasciare l’Italia per gli States, dove magari le possibilità di lavoro, se hai talento, ci sono. Ma il sostentamento di base rimane l’insegnamento.

Pensi che la Tv sia un mezzo di diffusione della dan-za? Oppure il teatro rimane il palcoscenico migliore per l’irripetibilità del movimento?Sono due realtà completamente diverse: chi balla nei teatri si nutre dell’applauso sincero del pubblico. Una volta in scena non puoi più fermarti. La televi-sione offre sicuramente più visibilità ma, spesso, fa perdere la coscienza della realtà. In Italia vige una brutta regola: basta fare qualcosa in TV per sentirsi arrivati.

Nando De Bortoli, il profeta dell’hip hop

Un vero punto di riferimento

A nessun danzatore scaligero il suo nome è sconosciuto. Con alcuni ha ballato mentre per molti ha coreografato.

Per Sportdipiù magazine, invece, si è semplicemente raccontato

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danza sdp

Da cosa riconosci il talento di un ballerino?Sicuramente l’elemento essenziale è la tecnica. Poi, a parità, vince chi emoziona.

Sport e adolescenti: consigli da dare ai nostri giova-ni lettori?Dico sempre che il nostro corpo è una macchina: se la lasci in garage prima o poi non parte più. Lo sport inteso come movimento è alla base fisica e soprat-tutto psicologica del nostro star bene. Quando sei

arrabbiato prova a fare una bella corsa: vedrai che come per magia il nero sfuma verso il grigio fino a divenire bianco. La danza, ed in particolare la danza hip hop, è sempre stata per me una valvola di sfogo proprio per l’apporto di energia che richiede. La mia formula magica è: il movimento è salute, la musica è divertimento, mettili insieme e... balla anche tu!!

Elena Bazzoni

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l’angolo fi scalesdp

Il Prospetto RiepilogativoObblighi e adempimenti per le Associazioni e Società Sportive

Il Prospetto Riepilogativo, di cui al D.M. 11/02/1997, è un adempimento obbligatorio troppo spesso ignorato

Prosegue il viaggio di Sportdipiù magazine nel mon-do fi scale sportivo. Grazie alle indicazioni e ai chiarimenti del Rispon-

de alle nostre domande il Dott. Giuliano Zocca dello Stu-dio Leonardo Ambrosi & Partners, specializzato nella consulenza alle Associazioni no profi t, qu

Innanzitutto, cos’è il prospetto riepilogativo di cui al D.M 11/02/1997?Il prospetto riepilogativo di cui al D.M. 11/02/1997 rap-presenta il modello espressamente previsto per la regi-strazione delle fatture e degli altri proventi costituenti ricavi, da parte delle associazioni che hanno optato per il regime forfetario previsto dalla legge n. 398/1991.

È un adempimento contabile obbligatorio per tutte le Associazioni?Innanzitutto è doveroso premettere che per quanto riguarda gli obblighi contabili, la legge n. 398/1991 esonera sia da quelli di tenuta delle scritture contabili prescritti dagli articoli 14, 15, 16, 18 e 20 e D.P.R. n. 600/73 e successive modificazioni, sia da quelli previ-sti nel titolo II del D.P.R. n. 633/72. Unico limite all’e-sonero degli obblighi di cui al Titolo II del D.P.R. n. 633/72 (fatturazione delle operazioni, registrazione delle fatture e dei corrispettivi), è quello relativo ad alcune prestazioni tassativamente indicate: sponso-rizzazione, cessione o concessione di diritti di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica, prestazioni pubblicitarie. E’ previsto, invece, l’obbligo per le so-cietà e le associazioni sportive dilettantistiche e simi-lari (del tempo libero, musicali, teatrali, ecc.), di an-notare nell’apposito modello di cui al D.M. 11/02/1997, entro il giorno 15 del mese successivo a quello di rife-rimento, l’ammontare dei corrispettivi e di qualsiasi altro provento conseguito nel mese, nell’esercizio di attività istituzionali e commerciali.

In alternativa, si può utilizzare il registro dei corri-spettivi?Dal punto di vista operativo, è preferibile che il so-dalizio osservi l’obbligo di registrazione degli incassi ai fini Iva utilizzando il predetto prospetto. Tuttavia, ove fosse istituito il registro dei corrispettivi di cui all’art. 24 del D.P.R. n. 633/1972 non dovrebbe scatu-

rire alcuna conseguenza. Naturalmente la circostan-za è subordinata al fatto che l’associazione indichi nel registro tutti i dati che andrebbero inseriti nel prospetto osservando altresì i termini di registrazio-ne. L’Ufficio non dovrebbe infliggere alcuna sanzio-ne in quanto sembra applicabile l’art. 6, comma 5-bis del D.Lgs n. 472/1997 in base al quale le violazioni formali che non incidono sull’attività di controllo non sono punibili.

Dove è possibile reperire un modello che fa al caso del-le Associazioni?Al fi ne di agevolare il lavoro dei responsabili amministra-tivi delle associazioni e, inoltre, di non correre il rischio che qualche dato nella trasmissione telematica vada smarrito, lo Studio Leonardo Ambrosi & Partners ha pre-disposto, peraltro come impone la normativa in vigore, un prospetto riepilogativo su foglio elettronico di facile utilizzo. Invitiamo i dirigenti sprovvisti di tale prospetto a contattarci, lo Studio provvederà ad inviarlo senza al-cun impegno.Non ci stancheremo, infi ne, di ricordare, che il puntua-le ed ordinato adempimento degli obblighi contabili ed amministrativi posti a carico delle Associazioni, costitu-isce la prima essenziale forma di auto tutela in caso di verifi ca da parte degli Organi preposti.

Alberto CristaniInfo: www.ambrosiepartners.it

sdp

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sdpl’iniziatival’angolo fi scale sdp

Per rivolgere le vostre domande all’esperto fiscale scrivete a [email protected]

Sui contributi comunali erogati alla nostra associazione che tipo di ritenuta deve essere operata? L’associazione sportiva dilettantistica è assoggettata alla ritenuta del 4% qualora il contributo erogato da regioni, province, comuni e da altri enti pubblici e privati sia destinato allo svolgimen-to di attività commerciali.Se il contributo sempre erogato, da regioni, province, comuni e da altri enti pubblici e privati, finanzia esclusivamente l’attività istituzionale dell’associazione o l’acquisto di beni strumentali non è soggetto a ritenuta. Stante però la delicatezza della materia è bene considerare singolar-mente caso per caso.

Buongiorno, rappresento un’associazione sportiva dilettantistica in regime 398. Vorrei sapere a quali adempimenti fiscali siamo sottoposti nel caso in cui decidessimo di aprire un piccolo bar all’interno del centro sportivo. Dobbiamo emettere scontrino fiscali?È a tutt’oggi in vigore l’esonero dall’obbligo di rilascio dello scontrino fiscale per le associazioni sportive dilettantistiche (art. 1, n. 15 del D.M. 21/12/1992) che si avvalgono delle disposizioni di cui alla legge n. 398/91 e limitatamente alle operazioni commerciali diverse rispetto a quelle che fino al 31 dicembre 1999 erano soggette all’imposta sugli spettacoli.L’associazione sportiva che gestisce un bar presso l’impianto sportivo deve limitarsi ad annotare i corrispettivi percepiti nel prospetto approvato con il D.M. 11/02/97 e reso obbligatorio per le associazioni sportive dall’art. 9, comma 3, del D.P.R. N. 544/1999 senza certificare gli incassi con l’emissione degli scontrini fiscali.

L’associazione domanda, l’esperto risponde

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triathlonsdp giochi olimpicisdp

Nuove discipline, nuove regole, fattori esterni diversi, sembrano allontanare sempre di più le Olimpiadi moderne da quelle antiche. Ma

è davvero così grande la distanza che le separa? Lo sport ha assunto un valore del tutto nuovo? E quelle che vengono definite oggi da molti come “degene-razioni” dei valori sportivi antichi – il doping, la par-zialità delle giurie, la corruzione, e la specializzazione sempre maggiore delle discipline, che porta a dover battere record sempre più difficili – sono effettiva-mente da considerarsi tali? Davvero nel passato esi-stevano solo campioni veri, che contribuivano a for-mare quell’antico esempio di perfezione e purezza a cui spesso ricorriamo? Alcune fonti in realtà ci dicono proprio il contrario: molti erano i modi in cui gli atleti antichi infrange-vano le regole del gioco. Le irregolarità più tipiche riguardavano patteggiamenti per la vittoria, ricatti nei confronti degli avversari e corruzione di allena-tori o giudici di gara. Ma gli atleti ricorrevano anche ai trucchi più disparati per riuscire ad ottenere van-

taggi che li portassero più facilmente alla vittoria: nelle gare di corsa cercavano di spintonare l’avver-sario, di spingerlo fuori pista o fare uno sgambetto per tentare di assicurarsi la migliore posizione di par-tenza. Molti falli venivano commessi anche nelle di-scipline dell’atletica pesante, come la lotta, la boxe e il pancrazio. Sono molti gli esempi che mettono in luce quanto il modo di gareggiare degli antichi fosse in realtà molto spesso spietato e senza riguardi per l’avversario.Noto già a quei tempi era anche lo stretto rapporto tra politica e sport. Vincere una gara non signifi cava otte-nere un successo momentaneo, bensì una fama dura-tura, e non solo per l’atleta, ma anche per la città di appartenenza. Tipico esempio di politicizzazione dei Giochi Olimpici fu quello dell’imperatore Nerone nel I secolo d.C. In per-fetta coerenza con il suo stile di vita, Nerone commise scorrettezze ed irregolarità di ogni tipo pur di poter ce-lebrare con enorme sfarzo le sue vittorie ed ottenere un grande prestigio politico. L’unico ostacolo alle irregolarità fu il sistema dei con-trolli esercitato dagli ellanodici, giudici sorteggiati e vincolati da giuramento. Per punire i vari tipi di infra-zione essi potevano ricorrere a sanzioni diverse: mul-te salate, castighi corporali, o esclusione dell’atleta (o della sua città d’appartenenza) alle Olimpiadi.Anche nei Giochi Moderni, nonostante le pretese di richiamo all’antica “purezza”, a governare le decisio-ni in merito all’andamento delle Olimpiadi, è la ricerca di prestigio e di denaro, anche sotto forma di fi nanzia-menti e sponsorizzazioni. L’aspetto economico infatti ebbe sicuramente la me-glio nella scelta di Atlanta come sede dei Giochi del 1996, preferita ad Atene, scenario dei Giochi di cent’an-ni prima. Peso determinante in questa decisione lo eb-bero Coca Cola e Cnn, in grado di mettere sul piatto le loro enormi possibilità fi nanziarie. Di tale edizione è importante ricordare il record ottenuto nella parteci-pazione, essendo questa la prima volta in cui tutti i 197 paesi membri accettarono l’invito del Cio. È inoltre l’anno in cui fecero il loro ingresso il calcio fem-minile, la mountain bike e il beach volley. Come ogni edi-zione, anche quella del centenario fu caratterizzata da sospetti di doping e polemiche per la presunta parzialità

Le Olimpiadi tra ieri e oggiInteressante parallelo tra le Olimpiadi antiche e quelle moderne tra novità, innovazioni, cultura e tradizione

In cammino verso Londra 2012

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sdp sdp

di arbitri e giurie in discipline in cui voti e giudizi sono fondamentali per la determinazione della vittoria. Ma ciò che nessuno potrà dimenticare è l’immagine del pugile Muhammad Ali, meglio conosciuto come Cassius Clay, medaglia d’oro nei Giochi di Roma del 1960, che, nel corso della cerimonia iniziale, raggiun-se il braciere, e con la mano tremante accese il fuoco sacro. Questo grande campione, colpito dal morbo di Parkinson, è l’immagine più vera dello sport, capace di superare ogni meschinità e ogni barriera. L’Italia in queste olimpiadi riuscì ad ottenere un ottimo risultato, conquistando il sesto posto nel medagliere.Con i Giochi di Sidney del 2000 il clima olimpico sembrò rinascere, e questa edizione viene ricordata per l’otti-ma organizzazione, la qualità degli impianti e la novità del “Villaggio olimpico”. Sempre più spazio fu dato alla spettacolarizzazio-ne: aumentò il numero delle gare (l’arte marziale del taekwondo ed il triathlon), diminuì il numero di atleti per ogni gara, cambiarono le divise in molti sport. Il tut-to a benefi cio di TV e sponsor. Anche il professionismo ormai era pienamente accet-tato, e la lotta al doping sempre più rigida, o, almeno, provò ad esserlo, in quanto i sospetti erano sempre numerosi, soprattutto per quanto riguardava l’atleti-ca. Una nuova serie di record mondiali venne off erta invece dal nuoto, in cui anche l’Italia riuscì ad ottenere ben tre ori.Nel 2004 i Giochi furono disputati ad Atene, che, riu-scendo ad ottenere la fi ducia del Cio, tornò, dopo 108 anni, ad essere lo scenario dei Giochi Olimpici. Un grande spettacolo venne off erto dalla cerimonia ini-ziale e dalle ambientazioni splendide e suggestive. In particolare la maratona venne fatta ripercorrendo l’iti-nerario seguito da Filippide (soldato morto dopo aver corso da Maratona ad Atene per riportare la notizia della vittoria greca nella guerra contro i persiani) per recuperare in qualche modo il mito dei Giochi Olimpici antichi, e, allo stesso tempo, anche di quelli moderni, con l’arrivo fi ssato nello stadio costruito per i Giochi del 1896, il Panathinaikon. Questa gara venne vinta proprio da un italiano: Stefa-no Baldini. Molteplici, però, furono i casi di eliminazioni e sospetti a causa del doping anche in questa edizione, importan-te anche per aver rappresentato un momento di pulizia del Cio stesso, che eliminò alcuni dei suoi membri per aver accettato denaro sporco in cambio di voti o di al-tri favori. Ma quello che è stato considerato a tutti gli eff etti, e non a torto, un vero e proprio furto fu quello perpetrato nella ginnastica: numerose le contestazio-ni del pubblico contro i giudici per alcune decisioni più che discutibili, prima fra tutte quella dell’oro assegnato

al greco Tampakos nella prova agli anelli, vittoria asso-lutamente immeritata, che penalizzò anche l’italiano Yuri Chechi, il quale riuscì comunque ad ottenere una medaglia di bronzo all’età di 35 anni.L’edizione del 2008 fu disputata, tra diverse polemi-che, a Pechino. Tale scelta venne contestata da molti, specialmente per questioni politiche. Curiosa la deci-sione del regista Steven Spielberg di abbandonare l’in-carico della regia della cerimonia inaugurale, in segno di protesta contro la gestione della crisi del Darfur da parte della Cina. Vi furono inoltre delle novità per quanto riguarda le gare, tra cui l’introduzione dei 3000 siepi donne e la nuova disciplina ciclistica della BMX (Bicycle Moto-cross). In questa edizione l’Italia si posizionò al nono posto, con 27 medaglie, di cui otto ori.Sono trascorsi molti secoli dalle prime Olimpiadi, du-rante i quali lo sport ha mantenuto intatto il suo valo-re, nonostante, oggi come allora, le irregolarità siano innegabili. Da sempre, però, praticare una disciplina sportiva è e resta un mezzo per fortifi care il fi sico e la mente: abi-tua al sacrifi cio, alla tenacia nel perseguire una meta, all’autocontrollo e allo spirito di squadra, oltre che of-frire momenti di aggregazione e, nel caso delle Olim-piadi, di sospensione di eventuali confl itti tra le nazioni.

Benedetta Sartori

giochi olimpici sdp

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ciclismosdp

Salvoldelli: “Verona, sei grande!” Il ritorno del Falco

Alla presentazione del Prestigio d’Oro 2012 l’ex campione elogia la passione dei veronesi per il ciclismo

I l Falco non è voluto mancare alla presentazione della 17° edizione del Prestigio d’Oro Fiera del Riso. A Villa Bevilacqua Paolo Savoldelli, classe 1973, ha

onorato gli organizzatori della serata, primo fra tutti l’ideatore della Challange Agostino Contin, della sua presenza. Ha voluto tenere a battesimo le gare in programma in Veneto e da quest’anno anche in Lombardia. Lui, lom-bardo della Val Seriana, amato professionista, ricorda-to da tutti gli appassionati delle due ruote per le doti di discesista ha raccontato della sua nuova carriera.“Il ciclismo è la mia vita, per questo, dopo tanti anni di bici ha scelto di dedicarmi a qualcosa che fosse sempre legato al mondo dello sport. Sono felice di poter dare ancora qualcosa al ciclismo, ora però sto affrontando il mio nuovo impegno con tanta umiltà”.Per i pochi che non lo sapessero, Savoldelli, vincitore del Giro d’Italia nel 2002 e nel 2005, sceso dalla biciclet-ta ha intrapreso la carriera di commentatore televisivo in Rai.“Non è facile, lo posso assicurare, mentre i miei colle-ghi studiavano io correvo. Proprio per questo cerco di apprendere il più possibile dai giornalisti e da quanti mi sono vicini. Da parte mia però ci metto impegno e tan-ta buona volontà. Ovviamente aver corso per anni ed essere stato un corridore mi aiuta molto. Ma ripeto, ho ancora tanto da imparare!Savoldelli, vincitore nel 1999 del Giro del Trentino, del Trofeo Laigueglia ottenne per un giorno la maglia rosa del Giro di quell’anno, arrivando secondo nella classifi-ca finale. Quella maglia però Paolo non la volle indossa-re. Motivo? La squalifica di Marco Pantani.Un carriera costellata anche da infortuni; il primo nel 2000, e a seguire nel 2003 e nel 2005, anno nel qua-le, con la maglia della Discoveri Channel, vinse il Giro. Come compagno di squadra un certo Lance Armstrong. Cambia ancora casacca, aggiudicandosi nel 2007 il cro-noprologo di Friburgo e il Giro di Romandia. Tutti però lo ricordiamo nel giorno della Festa della Re-pubblica, il 2 giugno del 2007 nella cronometro indivi-duale da Bardolino a Verona. Il Falco, determinato, caparbio e intelligentissimo, deci-de di ritirarsi il 4 luglio del 2008. Non ha ripensamenti, non tentenna e, nonostante gli sportivi sperino in un suo ritorno sulla strada, ancora una volta lui spiazza tutti. “Dal 2010 sono a bordo delle moto-cronaca della RAI, seguo le dirette del Giro e di tante altre corse da un’al-

tra prospettiva. Mi emoziono ancora, sempre. E os-servo i ragazzi che come facevo io pigiano sui pedali. Ripenso a quando correvo. Sono orgoglioso dei corri-dori italiani, perché penso che si stia facendo un otti-mo lavoro. Ritengo fondamentale puntare sui giovani, investire su di loro. Sono il nostro futuro, sono loro gli unici in grado di tenere alti i nostri colori. Quest’anno ci sono anche le Olimpiadi, io faccio il tifo per i nostri Azzurri e per il nostro Ct.”Savoldelli sottolinea anche l’apporto che i ciclisti vero-nesi stanno dando al movimento: “Il Veneto è da sem-pre terra di ciclismo e di ciclisti. Siete fortunati, il vo-stro territorio è eccezionale. Qui si ha la possibilità di correre ogni specialità. Avete grandi atleti. Non parlo solo degli uomini, parlo anche delle donne. La Pezzo in primis. Non solo ma ho appreso con piacere che anche le donne qui hanno la possibilità di crescere. Le bam-bine, come le ragazzine. E poi c’è anche la squadra di professioniste. Insomma Verona è da applausi!” Se a dirlo è uno come Savoldelli... dobbiamo credergli! Ascolteremo i suoi commenti, ci emozioneremo con lui, dalle Tappe del Giro alle Olimpiadi. Quel che conta è che a farlo sia uno che ama ciò che fa.

Alessandra Rutili

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Bontà senza segreti

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Bontà senza segretiBontà senza segreti

in confezioni da gr. 500

in confezioni da gr. 250 a ciuffo

in da gr. 2

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handbikesdp

Amici sportivi veronesi, segnatevi bene in agenda questa data: 29 Luglio 2012. Quel giorno Verona ospiterà una tappa del Giro D’Italia Handbike pa-

trocinato dall’UCI. Un’ora di gara su un distanza prevista di quindici chilometri circa con partenza e arrivo in Corso Porta Nuova: premiazioni e festa alla Gran Guardia. Sarà una grande giornata di sport e solidarietà: le premes-se per una forte partecipazione di pubblico ci sono tutte.

Non è un caso che la nostra città sia una delle otto sedi che ospiteranno la kermesse nazionale: Verona è da anni ormai una delle capitali dell’Handbike italiana grazie all’incontro tra persone con cui la vita è stata partico-larmente crudele, ma che hanno trovato nello sport una forma di rinascita personale e chi ha deciso d’intrapren-dere con loro un percorso di impegno civile e solidale. Questo intreccio si chiama CSG Giambenini: i protagoni-

Il Giro d’Italia di handbike fa tappa a Verona

Ennesimo grande evento per lo sport veronese

Dopo le edizioni maschile e femminile la nostra città accoglie un altro Giro d’Italia, quello dedicato agli handbikers

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handbike

sti sono gli atleti disabili della squadra ed il patròn Pier-giorgio Giambenini; tutto ha inizio nel laboratorio mec-canico della Maddiline Cycles a Ponton una decina di anni fa... Andrea Conti, Marina Perlato e Graziano Buff o, amici e atleti costretti su una sedia a rotelle che cercano nello sport una nuova via, scoprono l’Handbike, fanno qualche uscita insieme, ci prendono gusto e cominciano a partecipare a qualche garetta. Pian piano inziano a fare sul serio; si rivolgono ai fratelli Madinelli che sposano la loro causa e gli costruiscono le bici su misura. Destino vuole che quello stesso laboratorio sia frequen-tato anche da Piergiorgio Giambenini, imprenditore di successo innamorato del ciclismo. Piergiorgio è da anni impegnato con la moglie Laura in progetti a sfondo sociale. Scopre le handbikes, ne rimane colpito e s’illumina: la sua mission diventa il connubbio tra sport e solidarietà. Così nel 2004 nasce la squadra Handbike CSG Giambe-nini. Partiti con soli cinque atleti, oggi sono esattamen-te il triplo.L’ex professionista Pietro Caucchioli ne è il testimonial d’eccezione. Al gruppo storico si sono oggi uniti campioni del calibro di Fabrizio Macchi, due volte campione del mondo a cronometro su strada nel 2009 e 2010, Fabio Triboli, oro nella prova in linea su strada alle Olimpiadi di Pechino 2008, ed un certo Alex Zanardi, che con la sua eccezio-nale carica di umanità ha dato un contributo enorme a tutto il movimento. I tre si stanno ora preparando per i Giochi di Londra con grande dedizione e spirito di sacrifi cio. Ogni loro successo è un messaggio di grande effi cacia per la sensibilità di chi è lontano da queste problematiche ed una dose di carica vi-tale per chi invece ha subìto lesioni gravi ed ha avuto com-promesse importanti funzioni organiche. Piergiorgio Giam-benini ha da poco ricevuto il Premio Cangrande dal Comune di Verona quale riconoscimento per il suo impegno solidale: una grande gratifi cazione per tutta la squadra.

Cosa li spinge? La soddisfazione personale nella con-sapevolezza di avercela fatta, qualunque sia il risul-tato ottenuto, perché quando si arriva si vince tutti, è forse la vera motivazione, oltra alla loro presenza a fianco di atleti normodotati in occasione delle ma-ratone. Presenza che è di monito ma anche d’incoraggiamento per tutti coloro che li guardano: “forza ragazzi...corag-gio: se ce la facciamo noi potete farlo anche voi!!!”. E allora eccoli i nostri campioni di sport e di umanità: Bignotti Dario, Bordignon Paolo, Brigo Roberto, Buff o Graziano, Conti Andrea, Garbin Gianni, Linfozzi Gianvi-to, Perlato Marina, Rizzato Omar, Sacchet Eros, Zanardi Alessandro e Zecchinato Roberto. Uno dei loro obiettivi più importanti è stimolare con il loro entusiasmo altre persone disabili a praticare uno sport bello e senza barriere come il ciclismo. Da diversi anni dedicano tutto il tempo libero a questa attività e grazie a Piergiorgio Giambenini si sono orga-nizzati in una squadra al fi ne trovare un supporto tecni-co ed economico per poter fare di più, sia nella prepara-zione che nella partecipazione alle gare. Quale miglior occasione quindi del 29 Luglio con il Giro d’Italia a Verona...!!! Dalla nostra città parte non solo una squadra ciclisti-ca ma un un vero e proprio movimento, che tende idealmente una mano ad un paese come l’Italia che non ha ancora completato un percorso di maturazio-ne sufficientemente civile e sensibile a questo tipo di problematiche.Il nostro appello rappresenta in questo senso una grande occasione per crescere tutti: vediamo di non sprecarla. In fondo non chiediamo molto: quella do-menica di mezza estate rinunciate ad un paio d’ore di ombrellone, e venite numerosi a dare il vostro piccolo contributo: poi, andare a fare il bagno al lago sarà de-cisamente più bello.

Lorenzo Fabiano

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eventosdp

Ancora una volta al Trofeo Tommasi hanno vin-to tutti: organizzatori, volontari, atleti, stu-denti, istituzioni. L’edizione numero 17 della

gara di handbike - alla faccia della cabala e del meteo - ha fatto registrare lo scorso 14 aprile un boom di presenze, sia come atleti sia come “semplici” spet-tatori, coinvolgendo migliaia di persone. Sul percorso cittadino di Pedemonte sabato 14 aprile si è assistito ad una gara bella, vibrante, vinta sul filo di lana da Roland Ruepp, atleta della Val Venosta, campione olimpico nello sci da fondo alle Paralim-piadi di Salt Lake City davanti a Roberto Brigo, atleta di punta del Gsc Giambenini. Ma la di là del risultato sportivo, chi ha reso anco-ra più “grande” l’evento, sono stati i ragazzi delle scuole della Valpolicella e della città che hanno idea-to e realizzato il libro «I like... handbike» (promosso da Giuseppe Degani, Marina Perlato, Andrea Conti, Piergiorgio Giambenini e da Ezio e Luciana Tommasi) un’ incredibile (per qualità e contenuti) raccolta di testi e disegni dedicata ai ragazzi che “pedalano con le mani”.Una grande dimostrazione di maturità e sensibilità da parte degli studenti che, se ancora ci fossero dub-bi, evidenzia come i giovani non siano solo “pc e te-lefonino” ma anzi, se stimolati con input intelligenti, sanno positivamente stupire ed emozionare. Ecco i premiati del concorso:- Liceo di San Floriano: Mattia Danese 1^B e Marco

Peretti- Istituto Agrario di San Floriano: Riccardo Castioni

1^C e Amanda Veira della 1^B- Calabrese-Levi di San Pietro: Alice Zancarli e Mar-

tina Ferrari della 1^C- Medie di Pescantina: Giulia Benvenuti classe 1^C e

Anna Penna della 1^D- Medie di Ospedaletto: Leonardo Biasi, Riccardo

Fedrigo, Andrea Savoia della 1^F- Medie di Negrar: Isacco Nicolis della 2^F; France-

sca Fedeli e Laura Zantedeschi della 2^E- Medie di Caprino: Adina Popa e Damiano Vigliano,

classe 1^D- Medie di Ronco: Lorenzo Caldogno della 2^B e Ya-

smin Tangou della 2^C.E per ricordare la bellissima giornata ecco di seguito una carrellata di immagini del Torfeo Tommasi 2012.

Tutti sul podio al Trofeo TommasiDiciasettesima edizione

Una gara di handbike che diventa un momento di crescita e di riflessione per gli studenti delle scuole veronesi

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evento sdpsdpsdp

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triathlonsdp ciclismosdp

l Villafranca Bike Racig 2012, è un circuito dedicato agli appassionati della due ruote e non solo. Dopo il successo dell’edizione 2011, quest’anno si ripresenta

più ricco e interessante. Conosciamo direttamente dalle parole di Alberto Albertini, ideatore ed organizzatore, le novità e il calendario delle gare.

Innanzitutto Alberto racconta ai lettori di Sportdipiù magazine come è nata questa bellissima idea… Il circuito è nato lo scorso anno come “mezzo” di ag-gregazione delle varie realtà ciclistiche già esistenti nel villafranchese, con una unica ed innovativa formula di presentazione di tutte le manifestazioni. Abbiamo inte-so valorizzare il ciclismo a 360 gradi e per qualsiasi fascia d’età. Sono presenti le due discipline del ciclismo, stra-da e mountain bike, con le varie tipologie di gara (linea e crono, diurna e notturna) e le varie età (cicloamatori e giovani). Il nostro obiettivo è quello di incentivare la

pratica dello sport ciclistico in tutte le fasce d’età, realiz-zando manifestazioni di alto livello tecnico e agonistico.

Qualche indicazione per quanto riguarda il regolamen-to 2012?Per le gare previste nel calendario di quest’anno verrà redatta una classifi ca fi nale individuale con premiazione ai primi 3 classifi cati di ogni categoria, ed una classifi ca fi nale per società con premio per la prima classifi cata. Saranno utilizzati i piazzamenti dei singoli atleti nelle se-guenti gare: Trofeo “Lamacart - Museo Nicolis” (strada 1/4), Trofeo “Tamburino Sardo” (MTB 25/4), Memorial “Tre Amici” (strada 19/5), Trofeo “Qualità Leone” (stra-da notturna 14/6), Trofeo “San Matteo” (strada 24/9). Al termine di ogni gara verrà redatta una classifi ca di tappa e una classifi ca generale con assegnazione della Maglia del Leader (una per ogni categoria prevista dal rego-lamento Udace), con obbligo di indossarla nella gara

In sella con il PaluaniLife Villafranca Bike Racing

Edizione 2012

Otto gare per un evento che, dopo il successo della prima edizione, promette spettacolo e sano agonismo

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sdpsdpciclismo sdp

successiva pena penalizzazione di 5 punti. Alla fi ne del Villafranca Bike Racing la maglia verrà defi nitivamente aggiudicata. Saranno dati i punti dal primo al ventesimo classifi cato di ogni categoria. La somma dei punteggi ac-quisiti, gara per gara, senza scarto, determinerà i vincito-ri individuali del Villafranca Bike Racing. In caso di parità tra due o più atleti della stessa categoria sarà applicato il regolamento Udace. Il primo classifi cato di ogni catego-ria potrà indossare la maglia di “Campione 2012”. Inoltre per i primi tre di ogni categoria sono previsti premi di elevato valore. Per le stesse gare valide per la classifi ca individuale, ad ogni società verrà attribuito 1 punto per ogni corridore iscritto. Inoltre le società che saranno tra le prime 10 in classifi ca dopo il Trofeo “Qualità Leone” del 14/6, saranno ammesse a disputare la Cronosquadre “Trofeo Giordana” - Memorial “Manessi - De Angelis” del 30/9, che attribuirà i seguenti punteggi: 18-15-12-10-9-8-7-6-5-4. In caso di parità tra due o più società varrà il miglior tempo ottenuto nella cronosquadre del 30/9. Anche per le società il premio sarà di valore elevato.

La prima edizione, quella del 2011, ha fatto registrare un successo che forse non vi aspettavate…Lo scorso anno abbiamo superato ogni aspettativa sia di presenze nelle gare che di prestigio nel mondo del ciclismo giovanile e amatoriale. I numeri parlano chia-ro: 1.460 ciclisti partiti, 260 società iscritte, 28 province rappresentate, 10 regioni rappresentate e ben 21.450 pagine web visitate sul nostro sito www.villafrancabi-keracing.it. Questo a testimoniare una partecipazione davvero totale. Il tutto grazie e soprattutto all’interven-to degli sponsor che ci sostengono. Banca Mediolanum, Multiutility, La Fortezza, Giordana

Novità per quest’anno?Direi che abbiamo puntato a confermare quanto di buo-no abbiamo fatto nell’edizione 2011 aggiungendo qual-che piccola ma “gustosa” innovazione. Per esempio il pacco gara per tutti gli iscritti è ancora più ricco grazie anche all’aiuto dei nostri sponsor. Il percorso gare ri-preso con go pro e le altimetrie e i gps ssono scaricabili caricabili dal sito internet. Inoltre i vincitori circuito si aggiudicheranno un weekend premio. È stata poi ag-giunta la categoria Allievi nel 2° Trofeo “Paluani Life”, per rendere la gara ancora più avvincente. Infi ne, per quanto riguarda la comunicazione, abbiamo trovato in Sportdipiù magazine un alleato e un compagno di viag-gio che ci accompagnerà fi no all’ultima tappa. Insomma, i presupposti per bissare il successo dello scorso anno ci sono tutti. Ora non ci resta che…pedalare!

Alberto CristaniInfo: www.villafrancabikeracing.it

CALENDARIO GARE 201201/04/2012 - 2° Trofeo “Lamacart-Museo Nicolis” strada

25/04/2012 - 17° Trofeo “Tamburino Sardo” MTB

19/05/2012 - 21° Memorial “Tre Amici” strada

14/06/2012 - 20° Trofeo “Qualità Leone” strada notturna

19/08/2012 - 2° Trofeo “PaluaniLife” strada

22/09/2012 - Junior Bike Villafranca gara bambini MTB (promozionale)

24/09/2012 - 26° Trofeo “San Matteo” strada

30/09/2012 - Memorial “Manessi – De Angelis” cronosquadre

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triathlonsdp foto&sportsdp

Aff rontiamo su questo numero di Sportdipiù il set-taggio della macchina fotografi ca digitale.Voglio iniziare prendendo spunto da una doman-

da che mi viene spesso posta: “Come imposti la macchi-na fotografi ca quando scatti?”Un quesito che può sembrare banale ma che invece va aff rontato in mondo abbastanza complesso, partendo innanzitutto dai...compromessi. Già, perchè i compro-messi esistono sempre e per qualsiasi foto. Purtroppo capita rarissimamente di poter fotografare in condizioni ottimali (diciamo pure quasi mai). Ecco che per “sopperire” alle diffi coltà o facciamo spostare il sog-getto, nel caso di modelle, oppure utilizziamo un trep-piede o i fl ash nei casi di poca luce.Nella fotografi a “action” invece solo la capacità del fo-tografo può fare la diff erenza.Queste capacità servono per saper gestire nel modo mi-gliore il compromesso tra le tre principali e importanti impostazioni della fotocamera: velocità (tempo), dia-framma (apertura) e ISO (sensibilità).La variazione di solo uno di questi tre parametri porta ad un diverso risultato; ecco perchè vanno usati con parti-colare attenzione. La gestione dei parametri avviene con modalità diverse, impostabili direttamente dal corpo della macchina foto-grafi ca. Queste modalità sono: automatico, a priorità di tempi, a priorità di diaframma e manuale.Con “automatico” la macchina imposta automatica-mente i parametri in base alla lettura eseguita dall’espo-simetro. Non si avrà così nessun genere di controllo se non quello sull’inquadratura.Con “priorità di diaframma” possiamo invece impostare manualmente il diaframma/tempo mentre la macchina regolerà automaticamente solo la velocità. Questo ci consente di avere pieno controllo sulla profondità di campo che il nostro scatto avrà (quindi su quanto appa-rirà a fuoco nel nostro scatto).La funzione “priorità di tempi” è l’opposto della pre-cedente in quanto permette la scelta manuale della velocità di scatto e sull’apertura. Serve principal-mente quando abbiamo dei soggetti in movimento e quindi la necessità di tempi particolari per poterli “congelare”.Con il “manuale” (impostazione che io uso praticamen-

te sempre...) possiamo ottenere ogni genere di scatto essendo personalizzabile al 100% dall’operatore. In base allamia esperienza sconsiglio il modo automati-co almeno a chi fosse intenzionato ad imparare a foto-grafare in modo più “elaborato”. Per chi invece inizia e non se la sente di lanciarsi subito sul “manuale” le altre due opzioni sono perfette. Si possono così testare i vari eff etti che si possono otte-nere senza andare in panico e bruciare o sottoesporre gli scatti: priorità di diaframma per panorami e ritrattisti-ca mentre priorità di tempi per sport e reportage. Ovvia-mente in base alla situazione si valuterà se utilizzare una funzione piuttosto che l’altra.Si cerca, ad ogni modo, di tenere sempre sotto control-lo quali impostazioni automatiche ci da la macchina in modo da non trovarci in priorità di tempi corretta, ma un diaframma troppo aperto (e quindi con una profondi-tà di campo ridotta) e avere delle parti importanti della foto non a fuoco, o con un diaframma corretto ma una velocità troppo bassa che renderà tutti i soggetti in mo-vimento, mossi!Il modo che trovo migliore per imparare a fotografare in qualsiasi situazione - e che permette di avere lo scatto perfettamente come lo si vuole - è quello manuale.In manuale possiamo, come suggerito sopra, cercare i compromessi per lo scatto perfetto, mentre con le altre modalità, sarà sempre un automatismo della macchina a scegliere il “come verrà la foto”.Trattandosi di fotografi a sportiva, un fattore fondamen-tale è la velocità di scatto. In base alla situazione e al

Il setting della fotocamera digitaleTempo, apertura e sensibilità

Il fotografo veronese Andrea Costa ci spiega come diventare bravi fotografi. O almeno come provarci...

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tipo di sport, la velocità di scatto non dovrà mai esse-re troppo bassa. In genere diffi cilmente si scende sot-to ad 1/400 o 1/500 di secondo. Condizioni di luce per-mettendo, cerco sempre di aggirarmi da 1/640 – 1/800 in su. Sulle impostazioni del diaframma invece abbiamo abbastanza libertà. Questo lo considero un lato a volte creativo e a volte di necessità. Se abbiamo abbastanza luce, e lo sfondo della fotografi a che stiamo per esegui-re è piacevole, possiamo chiudere il diaframma in modo da aumentare la profondità di campo e quindi avere più immagine a fuoco. Nel caso invece avessimo uno sfondo caotico che di-sturba il soggetto ripreso possiamo aprire molto il dia-framma e sfuocare lo sfondo in modo che disturbi meno l’osservazione. Ovviamente quando le condizioni di luce sono scarse siamo costretti a tenere il diaframma sem-pre molto aperto.Nel caso in cui le combinazioni di diaframma e tempi non ci permettano un’immagine suffi cientemente luminosa, saremo costretti a regolare gli ISO, sinora tenuti il più bassi possibile).Qualcuno pone dei limiti nell’utilizzo di sensibilità ISO alte: il tutto però dipende dal come volete l’immagine. Se l’azione deve essere congelata e la luminosità è scar-sa siete obbligati ad impostare un’alta sensibilità.Il compromesso in questi casi sta nell’impostare la vo-stra macchina in modo che i tempi siano suffi centi a “fer-mare” il soggetto, il diaframma permetta di averlo tutto a fuoco e gli ISO non siano troppo alti dando così molto rumore, ne troppo bassi rendendo la foto esageramen-te sottoesposta.Un amico tempo fa mi ha chiesto : “Ma come fai ad im-postare la macchina in modo quasi perfetto solo guar-dando una scena da fotografare?”La risposta è molto semplice. Ho imparato e studiato mol-to in questi anni, ho lavorato a fi anco di ottimi fotografi professionisti...e ho scattato molte foto e in svariate si-tuazioni. Ora quindi mi viene molto semplice impostare i parametri giusti preventivamente allo scatto.Diciamo quindi che l’esperienza e una buona dose di passione e studio possono portare alla realizzazione di ottime foto.

Nel prossimo numero tratteremo le lunghezze focali, ovvero i millimetri degli obbiettivi: a cosa servono, come si diff erenziano e che eff etti sulle foto.

Andrea Costa

Info: www.andrea-costa.org

https://www.facebook.com/pages/TIX-Photo-graphy/309118975800344

foto&sport sdp

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È possibile immaginare una simpatica olivetta di nome Redorina a manina con il draghetto Prezzemolo? Certo! Le due mascotte passeranno insieme la prossima stagione estiva 2012 all’interno di Gardaland, il famosissimo parco dei divertimenti a Castelnuovo del Garda (VR).Animata dalla più grande passione per la produzione dell’olio 100% italiano di altissima qualità e il desiderio di accogliere tutti i piccoli amici e le loro famiglie, la ma-scotte dei Frantoi Redoro, Redorina, aspetta i visitatori di Gardaland per dar loro il benvenuto all’interno del Campo dei Bimbi, area accanto alla giostra dei cavalli.Nel Campo dei Bimbi allestito dai Frantoi Redoro e pre-sente all’interno del parco fino all’inizio del prossimo set-

V inc i un anno di

o l io Redoro

i

Redorina ti aspetta a Gardaland per partecipare al concorso Redoro

e vincere 50 kg d’Olio Extravergine Redoro per tutta la famiglia!

tembre, i visitatori potranno scoprire e conoscere il mondo dell’olio, dalla coltivazione delle olive, fino alla produzio-ne del prezioso “oro verde”. Potranno inoltre effettuare ac-quisti di buon olio Extravergine d’oliva Redoro, rilassarsi tra un’attrazione e l’altra nell’area contigua, assaporando una buona bruschetta e infine partecipare a un fantastico concorso a premi che garantirà al vincitore una fornitu-ra “formato famiglia” di olio Extravergine d’oliva per un anno intero! Da cosa nasce l’idea di questa originale sinergia tra il mondo dell’olio e il parco dei divertimenti più importante d’Italia?“Ci sembrava doveroso - evidenzia il direttore commer-

Il Campo dei Bimbi Redoro approda a GardalandFrantoi Redoro e Gardaland insieme per regalare alle famiglie un’estate di divertimento. All’insegna dell’oro verde...

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Redoro s.r.l. Frantoivia G. Marconi, 30 · 37023 Grezzana (VR) · Italy - tel. +39 045 907622 · fax +39 045 908048

www.redoro.it - [email protected]

Redorina e Prezzemolo ti aspettano

per tutta l 'estate!

Noi siamo QUI!

ciale dei Frantoi Redoro - riservare un tributo al comparto olivicolo, fiore all’occhiello della gastronomia del nostro territorio: così quale miglior vetrina scegliere, se non Gardaland con i suoi milioni di visitatori che ogni anno trascorrono almeno una giornata in questo straordinario parco dei divertimenti? Finalmente un bel palcoscenico per parlare di un prodotto alimentare che tutto il mondo ci invidia”. Ma cos’è il “Campo dei Bimbi” ideato e promosso dai Frantoi Redoro?“Essere imprenditori non vuol dire soltanto produrre; oggi significa anche far conoscere il proprio mondo produttivo, promuoverlo e valorizzarlo, soprattutto se l’azienda, come i Frantoi Redoro, vanta una tradizione produttiva che na-sce nel 1895. Non tutti i bambini sanno che da un olivo si ricava la materia prima per ottenere l’olio. Così nel Campo dei Bimbi si punta a stimolare l’interesse dei più giovani per il mondo olivicolo. Il Campo dei Bimbi invita bambini e famiglie a due appuntamenti all’anno: la potatura degli olivi in primavera e la raccolta delle olive in autunno. I Frantoi Redoro aprono le loro porte per mostrare la bel-lezza di un ciclo produttivo legato alla buona tavola, ma anche alla salute garantita da una sana alimentazione”.

Info: www.ilcampodeibimbi.it

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sdp psicomotricità

Psicomotricità e tono muscolareFederazione Italiana Psicomotricisti

I muscoli non sono solo “strumenti” per il movimento ma anche veri e proprio veicoli per trasmettere sensazioni

Il tono muscolare non si lascia concepire staticamente. L’appa-rente immobilità di un corpo non è che l’apparente assenza di reazione di una vigilanza tonica sempre desta. Esiste un fondo tonico che dipende dalle organizzazioni neurologiche maturate progressivamente e dai modi di reazioni ugualmente variabili se-condo il grado di maturazione. Ma tanto il fondo tonico dinami-co, che la reattività, si modifi cano mediante la relazione.(Cahen M., De Ajuriaguerra)

IIl tono muscolare e la funzione tonica sono elementi fondamen-tali sia nell’intervento psicomotorio sia nelle tecniche di rilassa-mento. Analizziamo, in questa prima parte dell’articolo (secon-

da parte sul numero di luglio-agosto), alcune tematiche.

Origine: interazioni precoci e immagine corporeaNella relazione primaria con la madre il bambino vive molte sensazio-ni. Le manipolazioni corporee, le situazioni di equilibrio/squilibrio (es. essere preso in braccio e spostato), di tensione e distensione (es. allat-tamento) creano un primo involucro contenitore del corpo. La madre può trasformare gli stati dolorosi del corpo (freddo, caldo, fame, etc.) in stati di piacere.Lo sguardo, la voce, le mani, il contatto provocano, dunque, nel bam-bino sensazioni piacevoli, diff use, interne, propriocettive, legate al tono muscolare, base su cui si costruiscono gli atteggiamenti. Questi elementi, costituenti il dialogo tonico di Wallon, diventano essenziali per la strutturazione della relazione. Gli studi di Wallon appunto, di De Ajuriaguerra, di Spitz, di Bergès hanno evidenziato come l’interazio-ne tonico-emozionale primaria madre/bambino sia fondamentale nel determinare ogni sviluppo successivo del bambino sul piano motorio, aff ettivo, intellettivo, infl uenzandone tutta la personalità. Sembra, quindi, esistere un legame molto stretto tra tono ed emozioni. Le emozioni rimandano a variazioni toniche e queste rendono possibile la comunicazione del bambino con l’ambiente.La madre trasforma le emozioni in linguaggio gestuale signifi cativo, dandogli un senso. Il dialogo tonico evolve nel linguaggio parlato e questo passaggio è possibile in quanto l’emozione precede ogni for-mazione mentale. È attraverso il tono, che sottende tutta la vita di relazione e l’aff ettività in generale, che il bambino incontra l’altro da sé nella fi gura iniziale della madre ed entra, così, in contatto con il mo-vimento e l’organizzazione tonica dell’altro.Gli scambi tonici ed emozionali, inoltre, favoriscono nel bambino la ricerca di sperimentazione del movimento.Attraverso le attività motorie, che sono centrate essenzialmente sulle sensazioni propriocettive ed enterocettive (interne) e hanno il carattere di piacere narcisistico, il bambino arriva ad intuire la totalità del suo corpo. Il successivo spostamento dell’investimento libidico, aff ettivo dalle sensazioni propriocettive-enterocettive verso quelle

esterocettive (che provengono dall’esterno e sono elaborate dai re-cettori periferici del corpo) costituisce un requisito essenziale per la formazione dell’Io corporeo.Le percezioni a distanza (immagini uditive e visive) contribuiscono al riconoscimento del mondo oggettuale e alla distinzione da esso.La percezione dei processi interiori, quindi, completata poi dalla per-cezione a distanza, forma la base dell’immagine del corpo. L’immagine corporea rappresenta il primo oggetto narcisistico ed è partecipata aff ettivamente. È la fase del “corpo vissuto” durante la quale il bambino vive con totale globalità le emozioni, le comunica-zioni, le relazioni.Successivamente questa immagine inizierà a staccarsi dalle sensazio-ni corporee attraverso la fantasmizzazione, in assenza della madre, delle sensazioni vissute precedentemente nella relazione con lei. L’in-dividuazione continuerà attraverso la relazione oggettuale che favori-sce l’avvio al processo simbolico.Nel processo di separazione/individuazione si attua il primo livello di integrazione del senso di identità. L’immagine del corpo costituisce, pertanto, il primo nucleo dell’idea di Io, il centro attorno al quale co-minciano a strutturarsi e organizzarsi le tracce corporee, i sentimenti e le idee. Questa immagine, prevalentemente inconscia, è il risultato complessivo di tutti gli stimoli, di tutte le azioni, di tutte le emozioni, che permettono al bambino di viversi come soggetto diff erenziato dall’altro. È la risultante delle esperienze avute nei primi anni di vita,

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psicomotricità sdp

vissute ed espresse soprattutto come desideri, frustrazioni, gratifi ca-zioni, fantasmi, risposte.È un’immagine che, pur rimanendo l’esperienza di base, è ristruttura-ta continuamente attraverso nuovi vissuti.

TonoIl tono si manifesta in uno stato di tensione muscolare variabile ed è l’espressione, da un lato del livello di maturazione e organizzazione neurofi siologica e, dall’altro, della modalità specifi ca di risposta emo-tivo-relazionale del soggetto all’ambiente.In ogni azione c’è sempre una doppia connotazione tonica: neurologi-ca e psicologica. Dal punto di vista neurofi siologico, il tono è lo stato di tensione costante del muscolo che permette l’esecuzione del mo-vimento rifl esso o volontario. Questo stato di tensione permanente varia da persona a persona e costituisce la soglia tonica, cioè un limite standard, che sparisce soltanto nel momento della morte. Inoltre il tono muscolare non sempre è distribuito in maniera uniforme, ma possono esserci parti del corpo più ipertoniche di altre.Nelle attività toniche sono coinvolte le strutture nervose e neuro-muscolari. Le prime, situate a vari livelli del sistema nervoso (centri spinali, vie spinali e sopraspinali, centri sottocorticali e corticali) sono adibite alla regolazione del tono.L’apparato neuromuscolare svolge l’attività di eff ettore dei movimen-ti e quella di recettore degli stimoli che sono generati dai movimenti stessi (stimoli propriocettivi).I recettori neuromuscolari - fusi - creano l’arco diastaltico tra il musco-lo e il midollo spinale, favorendo le contrazioni toniche.Gli eff etti di questo processo automatico sono regolati a livello del Sistema Nervoso Centrale e, in particolare, della sostanza re-ticolata e del talamo; quest’ultimo funge da mediatore tra le vie sensitive grezze provenienti dalla sostanza reticolata e l’analisi diff erenziale della corteccia e fa parte dei meccanismi fi siologici dell’emotività. Il cervelletto regola le sequenze temporali dei mo-vimenti e delle contrazioni muscolari. Il sistema limbico (sottocor-ticale) esercita la sua azione su funzioni che sono collegate con la vita istintivo-aff ettiva.Il tono è una funzione inconscia dell’uomo; in presenza di un coman-do motorio volontario, infatti, avviene una sconnessione del sistema tonico. Ciò signifi ca che quando si vuole lavorare sul tono bisogna eli-minare ogni contrazione volontaria e mettere il muscolo in connessio-ne con il sistema automatico, il cosiddetto tono di base.Il tono, quindi, è il substrato del movimento in quanto prepara la mu-scolatura all’azione, cioè dà qualità all’azione.Dal punto di vista psicologico il tono assume una funzione comunica-tiva. Esso rappresenta una delle categorie della comunicazione analo-gica: è la base della comunicazione primaria del dialogo tonico e della comunicazione gestuale e verbale successiva. Il tono assume signifi cato in rapporto all’altro.Il tono è il modo di sentire se stessi, gli altri, il mondo.Wallon vede il tono come espressione delle emozioni, per cui ogni emozione fa aumentare o diminuire la tensione creando ipertonia, ipotonia o distensione, e sottolinea il nesso esistente tra tensione tonica (rigidità muscolare) e tensione psichica (alterazione degli stati emotivi e mentali riscontrabili a livello somatico con l’alterazione della respirazione, della pressione sanguigna, del battito cardiaco, dell’am-biente biochimico interno).

La comunicazione tonica è indipendente dal movimento ed è legata al contenuto aff ettivo ed emozionale di un determinato gesto. Le mo-dulazioni toniche, che rappresentano la valenza comunicativa che il tono assume nella relazione, permettono di “sentire” più che di capi-re le produzioni corporee ed emotive dell’altro.Esse sono estremamente importanti nelle situazioni terapeutiche in quanto rappresentano una modalità intuitiva ed immediata di conoscere e comprendere il paziente e di identifi carsi parzialmente con lui.

Funzione tonicaDai primi legami tonici madre/bambino nasce la strutturazione della funzione tonica, che si inscrive a livello del CORPO VISSUTO.Durante lo sviluppo, attraverso gesti intenzionali e signifi cativi, la fun-zione tonica si struttura in rapporto alle azioni, allo spazio, agli altri. Per comprendere meglio questa funzione complessa è importante ricordare che il tono si ripartisce nel corpo secondo una duplice orga-nizzazione: assiale o posturale e periferica o cinetica. La prima è legata alla vita primitiva ed emotiva, all’equilibrio, a sentimenti di sicurezza e stabilità di sé; la seconda esprime la vita cognitiva e indica il controllo di sé e la capacità di adattamento alla realtà.Dalla funzione tonica, percepita come “sfondo” del movimento, di-pende la qualità del gesto in quanto il soggetto, per poter compiere l’azione, deve poter disporre di possibilità di tensione e di distensione equilibrate tra loro, deve poter dominare gli impulsi, immobilizzare una parte del corpo quando l’altra continua a lavorare, creare una si-nergia nel movimento senza che scariche toniche di origine aff ettiva intervengano a disturbarlo. Tale abilità e precisione del gesto si stabili-scono solo se alla base c’è un buon equilibrio, che deriva da un’esatta conoscenza del proprio corpo, dello spazio e del tempo.La funzione tonica è soggetta a molteplici fl uttuazioni e agisce, spes-so in maniera inconscia, in ogni relazione che l’individuo instaura con il mondo. Assume un’importanza rilevante nell’integrazione e nella diff erenziazione, a livello psicofi siologico, delle diverse modalità co-municative della personalità umana.È un vero e proprio linguaggio corporeo non-verbale.

Emanuela Caliari: psicomotricista - formatore AIFPemanuela.caliari@fi pm.com tel. 3332938623Marco Trettene: [email protected] tel. 3487646902Rispettivamente Presidente Nazionale e socio della FIPm Federa-zione Italiana Psicomotricisti - Tel. 04578700409

Info: www.fi pm.com - afi [email protected] afi [email protected] di psicomotricità e rilassamento Lo spazio creativo IL MOSAICO, via Zeila, 4/a 37131 Verona - Tel . 045/972652

BIBLIOGRAFIAAA.VV., Iter psicomotorio, Lib. Universitaria Ed., Verona,1992AURIOL B., Tutti i metodi di rilassamento, Red edizioni, Como, 1982 BERGES J., BOUNES M., Il rilassamento terapeutico nel bambino, Masson, Milano, 1978BOSCAINI F., Elementi di psicomotricità, Lib. Universitaria Ed., Verona, 1983BOSCAINI F., I disturbi psicomotori come disturbi della comunicazione, in “Riabilitazione Oggi” n. 7, Settembre 1988COSTE J. C., Psicomotricità: le 50 parole chiave, La Scuola Ed., Brescia, 1978LEMAIRE G.J., Il rilassamento, Ceduc Libri, Milano, 1978

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Il Sorriso di Beatrice premia gli studenti-artisti

Il 26 maggio al Teatro Filarmonico

Un evento organizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico di Verona. Sportdipiù magazine media partner

L’Associazione “Il Sorriso di Beatrice – ONLUS”, con sede a Colognola ai Colli e operante nella Provin-cia di Verona con iniziative a favore degli ammalati

oncologici ha organizzato in collaborazione con l’Uffi cio Scolastico n°12 di Verona un concorso a premi denominato Premio Beatrice.L’obiettivo dell’evento è quello di sensibilizzare la fascia giovanile della popolazione per stimolare i ragazzi alla rifl essione sulle tematiche dell’impegno sociale e del vo-lontariato.Oltre ai premi - ciascuno del valore di mille euro assegnati a tre elaborati scelti tra tutti i partecipanti al Concorso da una apposita commissione - saranno assegnati anche alcu-ni riconoscimento a personalità che si sono distinte per la loro attività nel campo medico, della solidarietà sociale e dell’impegno civile.L’evento è patrocinato dalla Provincia di Verona, UIL Verona, Patronato ITAL Nazionale, Comune di Verona, F.A.V.O. - Fede-razione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.All’evento parteciperanno, e si esibiranno in qualità di ospiti numerosi, artisti nazionali ed internazionali come la Nazionale Cantanti, i Sonohora, I ragazzi di Ti Lascio (RAI 1), Iskra Menarini (vocalist Lucio Dalla), Benedetta Caret-ta (vincitrice Io Canto - Canale 5), Cecilia Cesario, Musica Aspettando Broadway diretto da Robert Steiner, Enzo e Ramon di Colorado Cafè.L’obbiettivo del Premio Beatrice è di svolgere un’opera di sensibilizzazione verso i giovani segnalando singole per-sone, gruppi scolastici, gruppi di volontari, gruppi parroc-

chiali, istituzioni, associazioni che nei settori della scienza, della scuola, della cultura, del lavoro, della politica, dell’e-conomia, dello sport e dello spettacolo, off rono parte del-la loro vita a favore di chi soff re nel mondo. Il Premio Beatrice viene assegnato, a insindacabile giu-dizio del Comitato Organizzatore, alle tre diff erenti ca-tegorie segnalate nel bando, nell’ambito della cerimonia pubblica che si svolgerà sabato 26 maggio 2012 ore 21 presso il Teatro Filarmonico di Verona alla presenza delle autorità veronesi. Eventuali altre opere meritevoli saranno premiate dall’or-ganizzazione con il Premio Beatrice.Il premio in denaro è destinato quindi alle categorie (sin-goli o gruppi) che abbiano presentato un progetto (mu-sica, canzone, video, foto, ballo ed altre forme artistiche, slogan sui diritti sociali) con caratteristiche sociali (onco-logiche e non).Il Premio Beatrice è inoltre riservato a personalità emerite e a professionisti che si sono distinti nell’ambito oncologi-co ma anche nell’ambito di progetti di solidarietà a favore di chi soff re nel mondo. Le personalità scelte dalla commissione per l’edizione 2012 sono: Dottor Enrico Buttitta (Procuratore mili-tare della Repubblica), Adriana Musella (presidente di Riferimenti, Coordinamento nazionale antimafia ), Dottoressa Anna Lisa Tiberio (responsabile interventi educativi presso Ufficio Scolastico Provinciale di Vero-na), Colonnello Roberto Poni (comandante 3° Stormo Supporto Operativo Villafranca di Verona), Dottor Ro-berto Magarotto (responsabile Unità di Cure Palliative Dipartimento Oncologico Ospedali Don Calabria - Sacro Cuore di Negrar), Dottor Maurizio Cianfarini (piscologo e presidente associazione Moby Dick), Lucia Perina (Se-gretario Generale UIL Verona), la Nazionale Cantanti in qualità di ospite e premiata.Sarà inoltre assegnato un premio speciale a Marco Meoni, capitano della Marmi Lanza - BluVoley Verona.La direzione artistica del Premio Beatrice 2012 è ad opera di Rino Davoli, Gigi Giordano, Francesco Davoli mentre la direzione tecnica e di palcoscenico è di Alberto Zennaro.

Marina Soave

Info: www.ilsorrisodibeatrice.commobile: +39 347 870 8011

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www.sportdipiu.com • 83

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KRA Menarini vocalist Lucio Dalla

Premio BeatricePREMIO SOLIDARIETÀ 2012

COLLABORA ALL’INIZIATIVA

L’UFFICIO SCOLASTICO XII DI VERONA

26 maggio ore 21.00

Teatro Filarmonico di VeronaPRESENTA FRANCESCA CHEYENNE RTL 102.5

IL SORRISO DI BEATRICE PRESENTA

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“IO CANTO”

OSPITI SPECIALISonohra, Nazionale Cantanti, Compagnia Musical “Aspettando Broadway, Enzo e Ramon di Colorado Cafè,

i ragazzi di “Ti lascio una Canzone”, Cecilia Cesareo, Iskra Menarini e Benedetta Caretta vincitrice “Io Canto”

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Pio Marasà

I PREMI SONO REALIZZATI DALLASCUOLA D’ARTE PAOLO BRENZONI

DI SANT’AMBROGIO DI VALPOLICELLA

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