Speciale potatura - Natura e RagazziSpeciale potatura: Diamoci un taglio! di Angelo Ranzenigo...

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Speciale potatura: Diamoci un taglio!

di Angelo Ranzenigo

Diamoci un taglio! Sempre più spessol’approccio alla potatura di un albero o diun cespuglio ornamentali è motivato da“imprescindibili” finalità di contenimentodelle dimensioni, di messa in sicurezzaper la stabilità o di bellezza estetica dellapianta che nella maggior parte dei casisono soltanto giustificazioni arbitrarie.

Se escludiamo dal discorso i vegetali daproduzione (come ad esempio le piante dafrutto) la cui potatura è necessaria percontrastare la naturale alternanza diproduzione, il taglio dei rami in unesemplare coltivato in giardino che siastato posto a dimora alle dovute distanzeda edifici o linee di servizi è giustificatosolo da una eventuale presenza di danni erotture che ne possono minare la salute ela sicurezza verso terzi.

La potatura non è mai un interventocurativo e non serve a migliorare lo statodi salute del vegetale: è giustificata solocome prevenzione verso danni meccanicidovuti a rotture o degradazioni del legno.

Se osserviamo con attenzione le piante innatura è facile renderci conto che al di làdell’espressione fenotipica evoluta dallevarie specie, la loro forma risulti nellastragrande maggioranza dei casiomogenea, regolare…e non per le assidueattenzioni delle forbici del giardiniere. Lachioma, globosa o piramidale che sia,porta ad ottimizzare l’efficienza

Nel glossario in fondo all'articolo si trova laspiegazione delle parole in corsivo

fotosintetica del vegetale…che sitraduce ovviamente in energia adisposizione per l’omeostasi e lacrescita.

Proprio da questo dovrebbe partire ilragionamento di chi si appresta a“regolare” lo sviluppo di un albero coninterventi cesori.

La potatura è una pratica cheinteragisce ed influenza l’equilibrio e lacrescita dei vegetali e, comeabitualmente cerchiamo informazionida esperti e veterinari quandodecidiamo di occuparci di un nuovoamico a quattro zampe, dovremmoimparare a porci le stesse domande neiconfronti delle piante: come crescono,come si nutrono, quali condizioniclimatiche prediligono, come siregolano e comunicano.

Quanti di noi hanno risposto a questiquesiti prima di tentare di potare unapianta? Molti si accontentano di tentaredi ripetere sul proprio vegetale quantovisto fare da altri o di cercare nellapropria memoria i ricordi esperienzialidi persone con più pratica. Ma, se purvero che proprio grazie alla loroenorme esperienza, oggi possiamoaffermare di non aver mai vistocommettere grossi errori sulle piantedai nostri nonni, mi domando cosasarebbero stati in grado di fare seavessero avuto la possibilità diaccedere alla conoscenza e alle nozioniche oggi noi facilmente possiamoreperire anche solo attraverso il web.

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Cerchiamo sinteticamente di capirel’albero.

Innanzitutto possiamo partire dal dato difatto che la potatura dei vegetali èpossibile grazie ad una loro peculiarità: adifferenza degli animali, sono a crescitaindefinita, regolata da molecolemessaggere, gli ormoni, che già in piccoleconcentrazioni sono in grado di mettere incomunicazione le cellule tra loroattraverso segnali recepiti dalle proteinebersaglio.

Comunicano informazioni. Pensiamo aquando preleviamo un rametto da uncespuglio per farne una talea. Effettuiamoil taglio in maniera pulita, poniamo latalea nel terreno e dopo qualche mesetorniamo ad osservare il nostro cespuglioe il nostro rametto. Dalla zona vicina alpunto di potatura sul cespuglio troveremonuovi rametti mentre sul punto di tagliodella talea saranno state generate delleradici...

Ma come ha fatto lo stesso tessuto agenerare rami laddove servivano nuovirami e radici là dove mancavano leradici? La risposta oggi è semplice e laritroviamo in ciò che la selezione naturaleha preferito. I vegetali sono organismisessili: a parte rarissime eccezioninascono e vivono tutta la propria vitanello stesso punto. Questo implica chenon possano che “subire” tutto ciò che licirconda: clima, animali erbivori,parassiti e patogeni. Sono costretti aconviverci e una ottima strategia persopravvivere è ad esempio la capacità dicompensare l’asportazione o la rottura diparti di esse attraverso lo sviluppo e lasostituzione con altre aventi la stessafunzione.

I vegetali hanno cellule meristematiche

totipotenti distribuite sulla maggiorparte del loro cormo: opportunamentestimolate queste cellule si differenzianoin tessuti diversi originando rami eradici, cercando di ricostituirel’equilibrio chioma-radice che è allabasa dello stato di salute del vegetale.E proprio questo equilibrio èfondamentale per la sua crescita o ilsuo mantenimento in salute: esiste unpreciso collegamento tra la chioma(attività fotosintetica) e l’apparatoradicale (assimilazione di acqua e saliminerali) e la modificazione delvolume di uno dei due parametriobbliga il vegetale alridimensionamento dell’altro.

Ovviamente la capacità di rispostadell’albero è in relazione al suo statofisiologico: gli scambi tra chioma eradici sono maggiori durante lagiovinezza e diminuisconoprogressivamente in età matura e nellafase di insenilimento. Quando potiamoasportiamo parte della chiomariducendo di conseguenza la capacitàfotosintetica dell’esemplare che siripercuoterà su un ridimensionamentodell’apparato radicale che “serviva”quella parte di chioma. Conl’emissione dei nuovi rami inprimavera la pianta compenserà talemancanza con lo sviluppo di nuoveradici andando a ricercare un nuovolivello di equilibrio.

Ora sappiamo cosa accade sotto i nostripiedi quando tagliamo i rami: eccospiegato il motivo per cui nonpossiamo considerare la capitozzaturauna tecnica di potatura. Se intesa cometale, è e resta una pratica barbara einsensata in quanto è causa di uno

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scompenso enorme di quell’equilibrio chesappiamo essere alla base della salute diuna pianta. La potatura migliore è quellache riesce a limitarsi alla più piccolapercentuale di asportazione del volumedella chioma pur ottenendo il risultatocercato.

Ma torniamoall’osservazionedegli alberi innatura: comefanno amantenere laforma della lorochiomaregolare? A questo pensano le gemme e gli ormoniche segnalano opportunamente ad esse lanecessità o meno di sviluppo. Sulla cimadi ogni rametto, anche del più piccolo, c’èuna gemma, quella chiamata apicale o“dominante”: finché presente, il ramopotrà crescere in lunghezza nelladirezione della gemma e tenderà a inibireo rallentare lo sviluppo di gemme laterali,posizionate lungo l’asse di tutto ilrametto.

Vi siete mai domandati come mai, altaglio dissennato di un ramo, spesso ilvegetale risponda con l’emissione dimolti rametti nella zona prossimale altaglio? Con la potatura abbiamo asportatola gemma apicale che quindi porta allascomparsa della sua dominanza: legemme laterali, non più inibite dagliormoni prodotti da quella apicale inizianoil loro sviluppo, nel tentativo del vegetaledi ripristinare un apice di crescita.

Ma se il taglio non è stato effettuato inprossimità di una gemma laterale, moltegemme dormienti che non si sarebberosviluppate iniziano la loro crescita

contemporaneamente con laconseguente formazione di “scopazzi”,quegli orribili assembramenti di ramiche sembrano partire dallo stesso puntodi inserzione e che sempre più spessopossiamo osservare sugli alberi neigiardini.

Ora è facile intuire quanto siaimportante conoscere e riconoscere legemme e la loro posizione, in quantocon la loro asportazione determiniamosia la futura forma del vegetale, sia ilsuo livello di salute.

Adesso checonosciamo leparole chiave dellosviluppo edell’organizzazionedi un vegetale, cioèil rapporto chioma-radici, ladominanza apicale(gemme) e gliormoni come

messaggeri, non ci resta che imparare ariconoscere il momento più opportunoper la potatura.

Anche per questo aspetto, tralasciamoper un attimo la memoria e proviamoinvece a rispondere ricercando nellascienza le informazioni e ilragionamento corretto.

La potatura con l’asportazione dei ramiovviamente comporta da un lato lasottrazione di riserve energeticheimmagazzinate nella pianta e dall’altroobbliga contemporaneamente ad unosforzo energetico grande per laricostituzione dell’apparatofotosintetico e per la rimarginazionedelle ferite. Il momento ottimale saràallora quello in cui la pianta ha la

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maggior energia potenziale (cioè quellache potenzialmente potrà utilizzare a talescopo) a disposizione.

Questi momenti sono stati bendeterminati e descritti da tempo attraversola curva di Askenasy, la quale evidenziadue momenti di massima criticità legati allivello energetico ridotto a disposizionedell’albero.

Il primo è in primavera, con massimacriticità corrispondente al momento in cuitermina la distensione fogliare in cui lapianta ha utilizzato buona partedell’energia accumulata nell’annoprecedente per ricostituire la superficiefotosintetica che le permetterà direcuperare nuova energia.

Il secondo momento critico è in autunno,con particolare pericolo nella fase dicaduta delle foglie durante la quale ivegetali traslocano le sostanze di riserva espendono energia per l’abscissionefogliare e, si suppone, anche per laricostituzione e il rinforzo della simbiosimicorrizica. Ora comprendiamo megliocome mai l’inverno sia il periodomigliore per la potatura, la quale seeseguita invece nei due momenti dimassima criticità può portareprogressivamente alla morte del vegetalee su un albero sano non può esseregiustificata in nessun modo.

Un albero è un essere vivente e soloattraverso il suo studio e la suaconoscenza si può imparare ad interagirecorrettamente con esso: i finti espertipotranno ancora considerare lacapitozzatura come una tecnica dipotatura, ma ora abbiamo tutti glielementi per poter prendere in prestito ilconsiglio di un lungimirante Virgilio….“non ti curar di loro, ma guarda e passa”.

GLOSSARIO

Fenotipo: insieme delle caratteristicheosservabili di un essere vivente.

Omeostasi: tendenza, propria degliesseri viventi, a mantenere stabile ilvalore di alcuni parametri interni.

Patogeni: agenti biologici responsabilidell’insorgenza della condizione dimalattia nell’organismo ospite.

Cellule meristematiche totipotenti:cellule capaci di dividersiindefinitamente per poi differenziarsi inqualsiasi altro tipo di cellula.

Cormo: corpo delle piante superiori,organizzato nei tre organifondamentali: radice,fusto e foglie.

Capitozzatura: pratica che consiste neltaglio dei rami sopra il punto diintersezione con il tronco o un altroramo principale.

Sessili: organismi privi di stelo (neivegetali in generale sottolineal’impossibilità al movimento).

Abscissione: separazione, distacco ocaduta di foglie,fiori,frutti o di altrestrutture od organi mediante laformazione e la rottura di uno strato dicellule preposte.

Simbiosi micorrizica: rapporto divantaggio reciproco tra uno o piùspecie fungine e le radici di una pianta.

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L'AUSTRALIA: LA SUA NATURA, I SUOI PAPPAGALLI Parte 2

di Gianni Ravazzi

“I miti Aborigeni sulla creazione narranodi leggendarie creature totemiche che nelTempo del Sogno avevano percorso inlungo e in largo il continente cantando ilnome di ogni cosa – uccelli, animali,piante, rocce, pozzi – e con il loro cantoavevano fatto esistere il mondo” …“Ferire la terra è ferire te stesso, e sequalcuno ferisce la terra, ferisce te.”

(Bruce Chatwin, Le vie dei Canti)

Riprendiamo il discorso sui pappagalliaustraliani ….

Le parti nord-orientale e sudoccidentaledell’Australia sono quelle con il clima piùtemperato e i terreni fertili. Quiincontriamo il bush composto da eucaliptialti fino a 40 m; il malee formato da

eucalipti non più alti di 5 m; la mulga,composta da piante d'acacia; lo scrubformato da cespugli bassi; la forestapluviale caratterizzata da una vegetazione

arborea alta e fitta che contribuisce acreare un ecosistema caldo e umido.

Tra i pappagalli, uno dei più affascinatiè il Grande Cacatua a ciuffo giallo(Cacatua galerita) di taglia notevole edal piumaggio candido. Vive in gruppianche molto numerosi, adattandosibenissimo a diversi ambienti, tanto che èpiuttosto comune incontralo anche neigiardini di Sydney.

E’ gregario e piuttosto diffidente versociò che non conosce: quando il gruppo èa terra che razzola ci sono semprevedette pronte a dare l’allarme. Vive ingrandi stormi, ma nel periodoriproduttivo le coppie si isolano ediventano anche aggressive nella difesadel territorio di nidificazione.

Si nutre soprattutto di semi, frutta,bacche, noci, fiori, germogli, insetti enon sa resistere di fronte al mais e alfrumento al punto di essere stato piùvolte osservato mentre cerca dipenetrare nei silos di essiccazione, neivagoni e nei magazzini delle stazioniferroviarie di campagna, dove questegranaglie vengono collocate dopo ilraccolto in attesa di essere distribuite sui

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vari mercati.

Tra gli appartenenti alla Famiglia deiLoridi (Loridae), caratterizzata dallaparticolare lingua a spazzola che permettedi raccogliere facilmente nettare e pollinedai fiori, che insieme alla frutta e a qualcheoccasionale insetto rappresentano la suadieta, citiamo il coloratissimo Lorichettoarcobaleno con tutte le sue sottospecie(Trichoglossus haematodus), pappagallodalla forma selvatica e dal volocaratterizzato dai rapidissimi cambi didirezione, che si muove sempresottolineando ogni volo con un richiamometallico acuto e persistente.

Una specie molto amata dagli australiani enon per niente chiamato “Australian KingParrot” (Alisterus scapularis) è ilParrocchetto reale, che vive lungo le costesudoccidentali.

È uno dei pochi pappagalli che mostranoun evidente dimorfismo con il maschiodecisamente più ricco di colori dellafemmina e caratterizzato da testa, petto e

ventre rosso intenso e ali verdi. Hataglia media, dalla forma selvatica e conun becco piccolo rispetto alla taglia.

Elegante,tranquillo epiuttosto timido, simuove in bande di15-30 soggettipiuttostosilenziose.

A bande numero-sissime e chiasso-se si muovonoinvece i Cacatuarosati (Eolophusroseicapillis) che

formano anche stormi di centinaia disoggetti. L'elegante piumaggio rosa egrigio e il carattere gioioso, curioso eintraprendente ne fanno uno deipappagalli più amati nel mondo.

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Una rosa per Linneo

di Vittoria Gianuzzi

Mi è capitato di leggere che il 10 gennaio1778 moriva a Uppsala Karl von Linné,chiamato in Italia Linneo, scienziatobiologo svedese, padre dellaClassificazione binomiale delle piante.

Dobbiamo alui il doppionome, comeHomosapiens, cheidentifica ilgenere e laspecie degliesseriviventi. Nel numerodi gennaioquindi mi piacerebbe parlare di lui.

Niente paura, lascio ad Angelo unaesposizione dotta dell'argomento, vistoche lui riesce a farci digerire in allegriaanche i mattoni: mi limito a un po' dipettegolezzi sull'argomento.

Cominciamo con il nome. Il nonno erabotanico e pastore luterano. Era d'uso peri pastori aggiungersi un cognome eall'epoca andava di moda il latino, cosìscelse “Linnaeus”, traduzione in latinomaccheronico di lind, tiglio in svedese, daun grande tiglio del giardino, tutt'oravivente. Il nostro Karl, quando fuinsignito di un titolo nobiliare, lofrancesizzó in von Linné.

Karl espose la Classificazione binomialenel libro Systema Naturae, pubblicato nel1735, e nel volume Species Plantarum nel1753. Girò il mondo e scrisse 180 libri,

tutti in latino, con descrizioni accuratedella natura. Classificò ben 9000 speciedi piante.

La sua classificazione fu accolta conentusiasmo dai naturalisti dell'epoca,ma molto meno dai puritani, chearrivarono a denunciarlo perimmoralità. Perché? Karl basava laclassificazione sui caratteri sessuali deifiori, in cui riconosceva gli stami,maschili, e i pistilli, femminili, per cuiparlava di “marito e moglie”.

Le sue descrizioni erano poetiche maanche allusive, del tipo: “I petali noncontribuiscono alla riproduzione,servono come letto nunziale che ilGrande Creatore ha preparatogloriosamente, adorno con preziosecortine e profumato dolcemente inmodo che la sposa e lo sposo possanocelebrare le loro nozze con solennità”,o “Nove uomini nella camera da lettodella sposa” per indicare un fiore connove stami e un pistillo.

Si dice che nell'attribuzione dei nomifosse malizioso. Ad esempio si citanola Siegesbeckia orientalis, un'erbacciasgradevole dal fiore insignificante(Siegesbeck era un naturalista che loaveva criticato duramente) e l'Aphanusrolandri, una specie di cimice(Rolander era un suo studente che sirifiutó di inviargli i campioni raccolti inSuriname per pubblicare un libro suo.Aphanus deriva dal greco “a –phainó”cioé non visibile, ignobile).

Ci sono molti esempi di nomi attribuiti

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anche oggi in omaggio a persone famose,aggiungendo una “i” in fondo al loronome. Ci sono ad esempio il ragnoCalponia harrisonfordi, la rana Hylastingi e anche l'Agathidium bushi, A.cheneyi, A. rumsfeldi, tutti tipi discarafaggi. Mi chiedo se gli entomologiche hanno dato questi ultimi tre nomivotassero negli USA per i Repubblicani oper i Democratici.

Ci sono anche nomi buffi come Riga toni,una mosca vissuta più di 30 milioni dianni fa, e molti altri come Unifoliumbifolium, Phallus impudicus, Cucurbitafoetidissima. E a proposito di odorisgradevoli, c'é anche la Rosa foetida dicui vorrei fare omaggio a Linneo.

Cosa, non vi sembra un bell'omaggio? Vichiedete chi si metterebbe in giardino unarosa con un nome così evocativo? Beh,tutti coloro che hanno una rosa gialla,come ad esempio la profumata GoldenCelebration, o arancio, come Pat Austen.

In Europa si conoscevano findall'antichità solo le rose di coloreappunto rosa, con sfumature dal bianco alrosso cremisi, finché nel XVI secolovenne notata in Persia una rosa gialla,descritta nel 1583 da Carolus Clusius chela coltivò nel giardino viennesedell'imperatore Rodolfo II.

La rosa non era poi tanto affascinante:fiore semplice, giallo pallido, non moltovigorosa. Secondo molti puzzava pure,tant'è che Linneo la classificò comeabbiamo letto.

I molti tentativi di ibridare la rosa perottenere qualcosa di più gradevole nonfurono molto convincenti. Fino a metà del1800 si era riusciti ad ottenere solo laRosa foetida persiana, di colore giallovivo e dal fiore doppio, ma sterile nel

polline e nel seme.

Poi Joseph Pernet-Ducher, giovanecoltivatore di rose, decise di creare unarosa gialla resistente al sole e allapioggia e anche profumata. La Rosafoetida persiana era sterile ma Josephera testardo e dopo anni di lavoroottenne un ibrido con fiori doppi,globosi e profumati, dai petali bicolori,arancio-rosso all'interno e giallo oroall'esterno, e soprattutto non sterile.Ibridando ancora questa pianticellaprodusse la prima rosa Pernethana,"Soleil d'Or", presentata nel 1898all'Esibizione Orticola Internazionale diLione. Da lei derivano le rose giallemoderne. La Rosa foetida è quindiquella di cui tutte le rose gialle, maanche quelle albicocca, rosso fuoco,arancio o ramato, portano i geni.

Ma non c'érosa senzaspina: laRosafoetidaportóanche la“macchia

nera”, una delle malattie fungine piùimportanti che colpiscono i rosai e chepuò defogliarli completamente. Simanifesta sotto forma di macchie neresu foglie e fusti ed è favorita dal climaumido e piovoso. Le spore viaggianonell’aria e sopravvivono nel terrenoanche nella stagione fredda.

La prevenzione si effettua con unasoluzione composta di una parte dicalce e nove di zolfo da spruzzare ininverno e le foglie infette devonoessere rimosse e distrutte il più prestopossibile.

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Topinambur e patinabò

di Carlo Fortunato

Il topinambur (Helianthus tuberosus),parente stretto del girasole, colonizza ripee golene. Calcando le scene d’autunno èprotagonista di spettacolari fioriturecostituite da una moltitudine di grandimargherite gialle che in taluni luoghivengono chiamate “settembrine”. Con iltermine alessandrino “patinabò” invece siindividua il loro rizoma tuberoso qualeingrediente principe della nostra“bagnacauda”.

Per le potenzialità intrinseche del vegetalequesto esclusivo aspetto alimentare notorisulta decisamente riduttivo. Parliamo di

una infestante la cui parte sotterranea èsimile nella forma e nella consistenza aduna patata (pur contenendo ridottaquantità di amidi) il cui consumo bene siadatta alla teoria del curarsi mangiando:vedremo perché.

Il sapore evoca aromi di nocciola,carciofo e cocco: gradevolezza cherende comprensibile il suo utilizzoculinario anche a crudo,differenziandolo dall’analoga solanaceaorticola. Può essere gustato solo o comeingrediente di una ricca insalata,piuttosto che in pinzimonio con altrecroccanti crudità. Assimilato all’usodella patata - con la cottura il saporecambia caratteristiche e tende aprevalere sugli altri ingredienti - puòessere consumato fritto, bollito ocucinato al vapore per farne purea osformati e può rivelarsi ingrediente dizuppe e minestroni. Una buonagrattugiata di topinambur crudo puòessere il tocco finale per trasformare unsemplice piatto in una pietanzasingolare.

Questo vegetale, reperibile in natura da

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ottobre a marzo, essendo ricco dicarboidrati è adeguato contorno di carni,pesce o formaggi, a coronamento di unpasto completo, leggero e nutriente, oltreche molto appetitoso.

Definiamolo “verdura”, come lo è in altripaesi ove viene diffusamente coltivato ed èregolarmente presente nei mercatiortofrutticoli spesso con denominazionidiverse: “patata del Canada”, “rapatedesca”, “tartufo di canna” o “carciofo diGerusalemme”. Sempre di lui si tratta: inomi sostanzialmente ne ricalcano usi,vicende e luoghi di diffusione.

Dal punto di vista nutrizionale è unaverdura completa in quanto costituita dacarboidrati (inulina, asparagina, betaina,colina, fruttosio), proteine, vitamine A, B eH e sali minerali tra cui potassio, fosforo,calcio e magnesio e di oligoelementi comezinco, rame e selenio, quest’ultimo dallespiccate proprietà antiossidanti.

Il topinambur è adatto per dieteipoglicemiche e nei regimi alimentari perdiabetici: di recente hanno fatto scalporenotizie di presunte guarigioni dal diabete,patologia pressoché inguaribile, imputabilial consumo quotidiano di topinambur;analogamente anche in casi di nefriti,gradatamente migliorate. Notiziecertamente da prendere con le molle…tuttavia, la buona presenza di inulina èartefice anche di rilevanti benefici perl’equilibrio intestinale, quale fonte disostanze probiotiche che agisconoripristinando la flora batterica. Inoltrequesta sostanza ha la capacità di ridurre ivalori di colesterolo e di stabilizzare lapresenza di glucosio nel sangue (glicemia),nonché dell’acido urico. La presenza diinulina ai primi approcci alimentari coltopinambur può generare disturbiintestinali di lieve entità, che andranno a

scemare facendo uso di quantitàprogressive; potranno inveceripresentarsi con consumi eccessivi.

Potrei dilungarmi ancora in pagine epagine per descrivere questosorprendente vegetale, ma lo spazioredazionale è tiranno: concludolasciandovi con l’acquolina in bocca econ una semplice ricetta sana e sfiziosa.

Insalata di crudité (quattro persone) -Occorrono 80 grammi topinamburopportunamente lavati e mondati.Tagliateli a scaglie sottili conl’affettatartufi o attrezzo analogo e allostesso modo riducete eguali quantità dicarote, e successivamente di zuccaviolina, coste di sedano e ravanelloinvernale.

Disponete separatamente le scaglie ditopinambur e carote, in ciotole consucco di limone e lasciate riposare percirca mezz’ora: eviteranno così diannerirsi e miglioreranno la lorodigeribilità. Un volta ossidate le scagliemarinate, ponetele a scolare. Versatequindi in una terrina le scagliesgocciolate, unendo anche le altreverdure non sottoposte a marinatura.

Condite con olio extra vergine, succo dilimone, sale e, volendo, decorate conmandorle tostate e qualche fogliolina dimaggiorana.

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Frittelle e coriandoli

di Marisa Nezzo

Carissimi amici di Natura e Ragazzieccomi a voi con una ricetta moltosemplice e molto buona che mi hainsegnato la mia mamma, e visto chesiamo a carnevale vi dedico questa ricettaper le frittelle.

La ricetta è molto semplice e con unapiccola modifica la può gustare anche chiha problemi di intolleranza al glutine.

Questi sono gli ingredienti, le dosi sonoper 3 0 4 persone:

3 uova

3 cucchiai di zucchero

3 bicchieri di vino bianco frizzante

2 pizzichi di lievito per dolci

3 etti di farina di grano tenero

e abbondante olio * meglio se di arachidiper la cottura

Mettete in una ciotola le uova con lozucchero e con una frusta sbattete benesino a quando diventano spumose.

Aggiungete il vino e amalgamate bene,quindi aggiungete la farina a pioggia. Perultimo mettete il lievito, sempremescolando bene.

Se si usa la frigitrice bene, se no prendeteuna pentola non troppo grande ma alta emettete abbondante olio a riscaldare moltobene.

Con l'aiuto di un cucchiaio fate caderel'impasto nell'olio, fatelo colorire e quandole frittelle sono belle colorite scolatele suun foglio di carta assorbente per toglierel'olio in ecesso.

Siamo alla fine: mettete le frittelle su unpiatto, cospargtele di zucchero semolatoe servite ancora calde.

N.B. Se siete intolleranti al glutinesostituite la farina di grano con quella diriso.

A voi tutti un saluto e buona mangiata!

La nota del botanico curioso:i coriandoli.

Moooolto tempo fa durante il carnevale,i ricchi signori in carrozza gettavanosulle persone in maschera granoturco,arance, fiori, gusci d’uovo ripieni diessenze profumate e anche monete.

Dal 1500 si passò a confetti confezionaticon piccoli semi di coriandolo(Coriandrum sativum), una spezia dalleggero sapore piccante, parentedell'aneto e del prezzemolo. Poi, perrisparmiare, con il gesso al posto dellozucchero (!)

Infine a Milano, nel 1800, sicominciarono a tirare piccoli dischetti dicarta bianca che si sollevavano in aria,come se una nevicata ricoprisse i carriche sfilavano.

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Le nostre attività

Per il mese di febbraio continueranno tutti i martedi' i nostri incontri, con una novità: inizia ilcorso di botanica del nostro Angelo. Le lezioni si terranno un martedì sì e uno no a partire da Martedì 2 febbraio, fino alla Green Week di fine maggio.

Come al solito il corso sarà aperto a tutti.

Per martedì 26 gennaio e' invece in programma una conferenza di Carlo Fortunato che ci aiutera' a riconoscere le erbe commestibili.

Per le prossime conferenze e novità consulta come al solito il nostro sito:

http://www.naturaeragazzi.it/

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