SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

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SHIATSU IL CICLO CIRCADIANO MILZA UN ORGANO POCO CONOSCIUTO... SPAGYRICA IN CUCINA GLI SPINACI BENESSERE FEMMINILE L'ENDOMETRIOSI ANSIA EVITANE GLI ECCESSI IN PRIMAVERA! CALCOLI RENALI SCOPRIAMO COSA SONO E COME EVITARLI DISCIPLINE ALTERNATIVE I PUNTI DI COMANDO IN AGOPUNTURA SPAGYRIA IL NUMERO DI DIO DEL DR. GIORGINI N. 17 MARZO 2017 MENSILE GRATUITO ALIMENTAZIONE PERCHÉ MANGIARE SPINACI? COLITE UNA PATOLOGIA SEMPRE PIÙ DIFFUSA GAS INTESTINALI NATURALI, MA NON TROPPO! ALLERGIE PRIMAVERILI COME PREVENIRLE SPAGYRICA news dal mondo naturale

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SHIATSUIL CICLO CIRCADIANO

MILZAUN ORGANO POCO CONOSCIUTO...

SPAGYRICA IN CUCINAGLI SPINACI

BENESSERE FEMMINILE

L'ENDOMETRIOSI

ANSIAEVITANE GLI ECCESSI

IN PRIMAVERA!

CALCOLI RENALISCOPRIAMO COSA SONO

E COME EVITARLI

DISCIPLINE ALTERNATIVEI PUNTI DI COMANDO IN AGOPUNTURA

SPAGYRIAIL NUMERO DI DIODEL DR. GIORGINI

N. 17MARZO 2017M

ENSI

LEGR

ATUI

TO

ALIMENTAZIONEPERCHÉ MANGIARE SPINACI?

COLITEUNA PATOLOGIA SEMPRE PIÙ DIFFUSA

GAS INTESTINALINATURALI, MA NON TROPPO!

ALLERGIE PRIMAVERILICOME PREVENIRLE

SPAGYRICAnews dal mondo naturale

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Editoriale4 SPAGYRIA

Il numero di DIO

Giorgini Dr. Martino

10 ANSIA

Come affrontare gli stati d’ansia

eccessivi in primavera?

14 ALLERGIE PRIMAVERILI

Esistono rimedi naturali

per le allergie primaverili?

18 CALCOLI RENALI

Quando i reni fanno i… “contabili”

22 GAS INTESTINALI

È possibile combattere naturalmente

i gas intestinali?

26 MILZA

Un organo polifunzionale,

spesso trascurato

30 COLITE

Conoscere la sindrome

del colon irritabile

34 DISCIPLINE ALTERNATIVE

I punti di comando in Agopuntura

Dr. Giovanni Di Luccio

36 BENESSERE FEMMINILE

L'endometriosi

Dr.ssa Ilaria Fantaccini

38 ALIMENTAZIONE

Perché mangiare spinaci?

40 SPAGYRICA IN CUCINA

Gli Spinaci

Paola Balducchi

42 SHIATSU

Il ciclo circadiano in medicina cinese

applicato allo shiatsu

Monica Zucchini

47 PER SAPERNE DI PIÙDroga, fitocomplesso e principio attivo:

cosa sono?

“Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è una soluzione

perché ti preoccupi?”. La frase attribuita al filosofo Aristotele potrebbe

ben rappresentare Spagyrica di marzo, ove uno degli aspetti che mag-

giormente emerge è un invito alla tranquillità. Attenzione, questa non

va però intesa come sottomissione o come indifferenza, né come sensa-

zione di appagamento che nasce e si sviluppa dall’esperienza ripetitiva

nonché – soprattutto – dall’assenza di confronto. In questo contesto,

la tranquillità va intesa come lucida introspezione per poter meglio

valorizzare (e, perché no, anche apprezzare) ciò che giunge dall’ester-

no, nel tentativo di uniformare ciò che è dentro con ciò che è fuori,

ciò che si trova in alto e ciò che si trova in basso, per dirla con Ermete

Trismegisto – ma riprendendo anche quanto scritto nell’articolo I punti

di comando in agopuntura –.

Alcune problematiche trattate in questo numero partecipano di una

vera e propria assenza di tranquillità che si manifesta oggigiorno con

l’impazienza (anzi forse ne sono, in parte, provocate). Già, proprio

quell’atteggiamento che stride con la gradualità del risveglio primaveri-

le, che da sempre recita un ruolo da protagonista nella stagione ormai

alle porte. Spiegare disturbi come ansia, colite e gas intestinali vuole

dire pertanto “togliere le pieghe”, non lasciare nulla all’oscuro, eviden-

ziando quanto la tranquillità sia spesso assente dalle nostre vite. Ma

per recuperare questa condizione, occorre, paradossalmente, andarla

a ricercare in tutto ciò che non si vuole incontrare. Del resto, come

diceva Platone, tutto ciò che è grande si trova nella tempesta, e questo

vale anche per la tranquillità.

Scontrarsi con determinate problematiche – e con le loro somatizza-

zioni – dovrebbe mettere in moto una o più riflessioni che consentano

di comprendere quanto è stato ceduto e demandato ad altri. Si provi

quindi a riflettere su qualcosa a cui si è dovuto rinunciare, a una parte

di Sé, per uniformarsi a determinati codici comportamentali: gli eccessi

di ansia non sorgono forse anche da ciò?

Se è vero che nel silenzio risuona la parola, è altrettanto vero che per

comprendere un determinato problema è necessario entrarvi dentro,

per ricercarvi lampi di luce: parafrasando Novalis, è abbracciando gli

oscuri percorsi della notte, che è possibile scorgere la luce.

Ma la smania di trovare soluzioni immediate a determinati problemi di

certo non potrà aiutare, al massimo aumenterà i sintomi; l’invito alla

tranquillità diventa quindi un monito per pensare e vivere in maniera

totale, onde evitare la caduta nella cosiddetta frenesia malvagia.

LBM

Un invito alla tranquillità

SPAGYRICA news dal mondo naturale ~ Periodico mensile N. 17 Marzo ~ [email protected]

EDITORE: Elitto Edizioni ~ Via Val della Meta, 4 - 50034 Marradi (FI)

DIRETTORE RESPONSABILE: Lorenzo Bellei Mussini ~ e-mail: [email protected]

REDAZIONE: Federica Stefanini

DIREZIONE, PROGETTO GRAFICO, REDAZIONE, IMPAGINAZIONE E STAMPA (in proprio):© Ser-Vis Srl ~ Via Nanni Costa 30 - 40133 Bologna

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 8414 in data 07/04/2016

Sommario

Ufficio consumatoriPuò contattarci in questi orari: dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00; dal lunedì al venerdì. e-mail: [email protected] - www.drgiorgini.it

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Il NUMERO DI DIOprima parte di quattro

Come si è dimostrato, tutto ciò che è esiste in virtù della somma essenza, ma essa non può esserne la materia e non è concepibile prendere la ma-teria da un’altra parte che non sia la

prima natura, quindi tutto ciò che esiste non è fatto di vera immutabile materia, ma è piuttosto una immagine sensibile.«Tutti i dottori più sapienti, più degni del divino e più santi si sono accordati nel dire che gli enti visibili sono veramente immagini degli invisibili, e che il Creatore si può in modo perspicuo cono-scere nelle creature quasi come in uno specchio e per enigma» (Nicolò Cusano, De docta igno-rantia, 1440).Ma questa immagine sensibile, ci si potrebbe chiedere, come è strutturata? Avendo una sola origine, deve esserci una sola identica “combina-zione” in tutte le diverse immagini sensibili. Pla-tone, nel Timeo, la indica chiaramente: «Ma che due cose si compongano da sole prescindendo da una terza, in maniera bella, non è possibile. Infatti deve esserci in mezzo un legame che con-giunga l’una con l’altra. E il più bello dei legami è quello che di se stesso e delle cose legate fa una cosa sola in grado supremo. E questo per sua na-tura nel modo più bello compie la proporzione. Infatti, allorché di tre numeri o masse o potenze, il medio sta all’ultimo come il primo sta al medio e, ulteriormente, a sua volta, quello medio sta al primo come l’ultimo sta a quello medio, allora il medio diventando primo e ultimo e l’ultimo e il primo diventando ambedue medi, in questa ma-niera, di necessità, accadrà che tutte le propor-zioni siano le stesse, e divenute fra loro le stesse, tutte saranno una unità».

Immaginiamo di avere un segmento a di 1 metro che vogliamo dividere in due parti b e c in modo che:

b : a = c : b ovvero e inoltre b : c = a : b ovvero

C’è un solo numero che soddisfa le condizioni di Platone, ed è 0,6180339…Infatti, se a = 1 e b = 0,6180339, risulterà c = 0,3819661... (1 – 0,6180339)

Possiamo calcolare: b : a = c : b ovvero

= 0,6180339…

possiamo anche calcolare: b : c = a : b ovvero

= 1,6180339…

Il numero 0,6180339… (presente in entrambi i numeri), da dove proviene? Dalla conoscenza degli Antichi, bisogna rispondere! Ne hanno dato prova perché lo hanno applicato nelle forme del-le loro grandi costruzioni in pietra. Questa “combinazione”, questo numero, è pre-sente in tutte le forme e nella crescita di tutti i ve-getali, animali e minerali e perfino nei fiocchi di neve: «tutte le proporzioni sono le stesse»! Oggi ci sono decine di bei libri, con foto, che lo pro-vano, ma gli Antichi (più di 10.000 anni fa) come hanno scoperto questo numero? A questo non posso rispondere, ma certamente sapevano che era quell’identico unico numero presente in tutte le diverse cose, tant’è che lo chiamarono il “Nu-mero di Dio”! Lo chiamarono anche proporzio-ne d’oro, divina proporzione, sezione aurea. Il suo valore si ricava dal rettangolo formato da due quadrati (fig. 1) e dal rettangolo “aureo” (fig. 3).

Fig. 1 – rettangolo formato da 2 quadrati

Sul triangolo ADC della figura 1, eseguiamo queste operazioni geometriche: puntando su C il compas-so si traccia una circonferenza di raggio CD, che interseca il lato AC in E; col compasso puntando in A si traccia una circonferenza di raggio AE che interseca in F il lato AD (fig. 2). Calcoliamo la lunghezza di AF e FD, per poi ricavarne la proporzione.

Fig. 2 – il segmento AD suddiviso in proporzione “aurea”.

se AC = √5 e CD = CE = 1AE = AC - CE = √5-1ma AE = AF = √5 - 1 = 1,2360679...e se AD = 2FD = AD - AF =2 - (√5 - 1) = 0,7639321...

Quindi, il segmento AD è diviso in proporzione “aurea”. Verifichiamo ora se soddisfa anche la condi-zione platonica: «il medio sta la maggiore come il minore sta la medio». b : a = c : b

a = 2 b = 1,2360679... c = 0,7639321...

0,6180339… = indicato dagli antichi Greci con φ

0,6180339… = φ (sezione aurea)

— — b c a b

=

— — b c a b

=

——————— ——————— 0,6180339... 0,3189661...1 0,6180339...

=

——————— ——————— 0,6180339... 10,3819661... 0,6180339...

=

— — b a c b

=

— — b a c b

=

B

A

√5

C

D

1

2

CD = 1AD = 2AC = √5ricavato col teorema di Pitagora:AC = √AD2+DC2 = √4+1 = √5

AD = aAF = bFD = c

E

A b cF

C

D

a

FDAF

0,7639321...1,2360679...

—— —— —— —— —= = 0,6180339...

ba

1,2360679...2

— —— —— —— —= =

0,7639321...1,2360679...

cb— —— —— —— —= =

Page 4: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

BH = 0,3819661…HA = ED – AE = 0,6180339… - 0,3819661… = 0,2360678…

= 1,6180339… = Φ

Se si tracciano le diagonali dei due rettangoli aurei appena ottenuti, si intersecano sempre ad angolo retto (fig. 5) e determinano gli altri rettangoli aurei più piccoli (figura 6).

Fig. 5

Ma tornando al rettangolo aureo e la spirale del Nautilus, per quelli che ne sono a digiuno, non si può fare a meno di mostrarne la bellezza e perfezione (fig. 6 e 7).

Fig. 6 – Spirale logaritmica.In ciascuno dei quadrati ricavati col procedimento precedente, si tracciano archi di circonferenza che hanno come raggio il lato del quadrato e come centro un vertice di ciascuno di essi ovvero i punti 1, 2, 3, 4, 5… (fig. 6), continuando si ottiene la conchiglia del Nautilus e una spirale logaritmica!

Fig. 7 – Sezione di una conchiglia del Nautilus

e inoltre b : c = a : b

1,6180339… indicato dagli antichi Greci con Φ

1,6180339… Φ (numero d’oro).

1,6180339… è chiamato numero d’oro anche da Keplero e Copernico che l’hanno usato per i loro calcoli astronomici. Si può osservare che questa operazione, genera la serie 0,2360878… di cui, come vedremo, si servirà la sezione aurea per generare il pi greco e compare nel cubito (5,2360678…), unità di misura degli Antichi!Il rettangolo aureo sopra citato ha i lati in rapporto aureo. Si può costruire sul segmento suddiviso in due parti in rapporto aureo: un quadrato con la parte maggiore del seg-mento e un rettangolo con la parte più piccola della (fig. 3). Vedremo che anche questo rettangolo è “aureo”!

AD = 1 ED = EF = 0,6180339… AE = BF = 0,3819661…

Fig. 3 – rettangolo aureo

Se AD : DE = DE : AE, cioè avremo

1,6180339… = Φ

Anche il rettangolo risultante (più piccolo) è in rapporto aureo:

= 1,6180339… = Φ

e anche = 0,6180339 = φ

Se dal rettangolo ABFE si ricava un quadrato (BFGH), anche il rettangolo risultante (AHGE) sarà sempre un rettangolo aureo (fig. 4)!

Fig. 4

6 7

bc

1,2360679...0,7639321...

— —— —— —— —= =

21,2360679...

ab— —— —— —— —= =

B F

A E

C

D

ADDE

DEAE

—— ——=

10,6180339...

0,61803390,3819661

—— —— —— — —— —— —— —

EFAE

—— = 0,6180339...0,3819661...—— —— —— —

EFAE

—— = 0,3819661...0,6180339...—— —— —— —

= =

0,6180339…

B F

A E

C

D

H G

BHHA

—— = 0,38196610,2360678— —— —— —

C F

A E

CD F

A EB

1

23

45

0,3819661…

Page 5: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

Fine della prima parte. Continua. Salve!Giorgini Dr. Martino

8 9

«Questa spirale la incontrano un po’ tutti, non solo i matematici ma anche i botanici, gli astro-nomi, gli zoologi, i biologi marini. Sono spirali logaritmiche i bracci delle galassie, le corna delle capre selvatiche, le conchiglie del nautilus, la sistemazione dei semi in un fiore di giraso-le, ecc. Nota è la fillotassi per cui ogni foglia che cresce attorno al ramo “cerca”, nell’ambito del possibile, di non fare ombra alla sua successiva. Se si osserva il ramo dalla sua estremità si possono vedere i germogli crescere attorno al suo asse centrale come se fosse il centro di una circonferenza e ogni foglia sfasata di un certo angolo rispetto alla precedente (fig. 8). Questo angolo è di 137,50776... gradi, esattamente uguale al rapporto tra l’angolo giro [360] con il quadrato del numero d’oro (Φ2)»1!

Fig. 8 – Fillotassi

Consideriamo anche i due archi di cerchio a e b individuati dall’angolo α, il loro rapporto è

= φ! Quindi la circonferenza è divisa in rapporto aureo!

α = 360 = 360 = 137,50776... Φ2 2,6180339...

β = 360 = 360 _ = 222,49224... Φ 1,6180339...

= 137,50776... = 0,6180339… = φ 222,49224...

Va osservato che 360 - b = a = 360 - 222,49224... = 137,50776... e

= 222,49224... = 1,6180339… = Φ 137,50776...

Ci sono alcune proprietà elementari nel numero d’oro da considerare. Ad esempio:Φ2 = 2,6180339… quindi Φ2 = 1,6180339… + 1 ovvero: Φ2 = Φ + 1Φ2 – Φ – 1 = 0 2,6180339… – 1,6180339… – 1 = 0Si può anche scrivere x2 – x – 1 = 0!

Questa equazione ci servirà per identificare ogni volta rapidamente il numero d’oro!

Φ2 = Φ + 1

Φ3 = 2 Φ + 1

Φ4 = 3 Φ + 2

Φ5 = 5 Φ + 3

Φ6 = 8 Φ + 5

Φ7 = 13 Φ + 8

Φ8 = 21 Φ + 13

Mese Generazioni Totale

1° 1 1

2° 1 1

3° 1 1 2

4° 1 2 3

5° 1 3 1 5

6° 1 4 3 8

7° 1 5 6 1 13

8° 1 6 10 4 21

9° 1 7 15 10 1 34

10° 1 8 21 20 5 55

11° 1 9 28 35 15 1 89

12° 1 10 36 56 35 6 144

Tavola 1. la successione dei numeri di FibonacciFacendo i totali si ottiene la successione dei numeri delle potenze del numero d’oro, Φ!

Inoltre: 3 : 2 = 1,55 : 3 = 1,6668 : 5 = 1,60013 : 8 = 1,62521 : 13 = 1,615…34 : 21 = 1,619…55 : 34 = 1,617…89 : 55 = 1,618…

a

α = 137,50776...

β = 222,49224...

b

ba—

αβ—

βα—

3

α α = 137,50776°...

1

2

Per ottenere un potenza del numero d’oro è sufficiente moltiplicare il numero d’oro per un numero che sia la somma dei coefficienti delle potenze precedenti del nume-ro d’oro e sommare il coefficiente maggiore.Da dove vengono questi numeri? Dovrei rispondere che sono i numeri della ge-nerazione, ma dico che sono noti come “numeri di Fibonacci”!Leonardo Pisano (nato a Pisa nel 1170), noto come Fibonacci, scrisse libri di ge-ometria, algebra e teoria dei numeri (della quale fu un pioniere). L’opera sua più conosciuta è il Liber abaci, in cui si legge: «Quante coppie di conigli avremo a fine anno se cominciamo con una coppia che genera ogni mese un’altra coppia che a sua volta procrea dopo 2 mesi di vita?».

Quindi, per trovare approssimazione del numero d’oro (Φ) è sufficiente dividere i numeri della successione di Fibonacci. Non si può non riportare anche alcune delle curiosità dei numeri di Fibonacci. Ad esempio, la somma dei primi dieci numeri dà un multiplo di 11.1 + 1 + 2 + 3 + 5 + 8 + 13 + 21 + 34 + 55 = 143 = 11 x 13Ma la stessa cosa succede con una qualsiasi serie di dieci numeri:21 + 34 + 55 + 89 + 144 + 233 + 377 + 610 + 987 + 1597 = 4147 = 11 x 377Inoltre la somma è esattamente 11 volte il numero che è nella settima posizione (13 e 377 nei due esempi)!Infine, se prendiamo tre numeri consecutivi qualsivoglia della successione di Fi-bonacci, moltiplicando i due estremi e rapportando il risultato al quadrato del numero centrale il risultato è sempre il quadrato del numero centrale più o meno 1! Per esempio: 5, 8, 13 5 x 13 = 65 82 = 8 x 8 = 64 65 – 64 = 1!

1L’Astronomia n.165, Maggio 1996.

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10 11SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA

Come affrontare gli stati d'ansiaeccessivi in primavera?

Informazione pubblicitaria a cura del Dr. Giorgini

Ans

ia

SEMPRE PIÙ ANSIOSI

Negli ultimi anni, i disturbi di ansia sono sem-

pre più in aumento, d’altra parte, le persone

non sono in grado di gestire lo stress cronico,

prolungato e continuo. Certo, come per lo

stress, anche l’ansia (o meglio lo stato d’ansia),

se presente in giuste quantità, può rivelarsi

utile: essa, infatti, aiuta a far emergere le risor-

se più celate per affrontare al meglio le proble-

matiche che si presentano. Il problema si veri-

fica quando l’ansia è sproporzionata rispetto

alle minacce e costante, quindi patologica.

I sintomi di questa problematica sono vera-

mente molteplici, tant’è che l’ansia può simu-

lare, in piccolo, diverse malattie!

Palpitazioni, sudorazione eccessiva, inson-

nia, mal di testa, aumento della pressione ar-

teriosa, spasmi intestinali, difficoltà digesti-

ve, ecc. sono solo alcuni degli infiniti sintomi

dei disturbi ansiosi.

È VERO CHE L’ANSIA AUMENTA

IN PRIMAVERA?

Sono diverse le motivazioni che possono pro-

vocare, nei mesi primaverili, un riacutizzarsi

dei sintomi dell’ansia; peraltro, le modalità con

cui questa peggiora in questo periodo posso-

no includere sintomi sia fisici sia psichici. Le

condizioni ambientali che possono incidere

negativamente sono note: instabilità climati-

ca, aumento delle temperature, delle ore di

luce e dell’intensità solare. Tali modificazioni

influiscono già sull’umore e sul fisico di sog-

getti “sani”, pur cui è più che plausibile che gli

effetti possano essere superiori nelle persone

che soffrono di stati d’ansia eccessivi.

Infatti, ormoni e neurotrasmettitori sono molto

influenzati dall’esposizione alla luce solare che

in primavera aumenta il livello di melatonina e

serotonina e indirettamente del cortisolo (l’or-

mone dello stress). Si tratta, invero, del nostro

organismo che sta “uscendo dal letargo”, solo

che chi soffre di stati d’ansia eccessiva percepi-

sce il tutto come un aumento della stessa.

Cos'è l'ansia e come può degenerare in forme patologiche

COME AFFRONTARE QUESTA PROBLEMATICA?

Quando l’ansia è troppo intensa,

duratura e sproporzionata rispetto

alle cause può produrre compro-

missioni, anche gravi, dei compor-

tamenti della persona: ansia nel

prendere l’aereo, l’auto, il treno,

nell’andare alle feste, nel chiedere

un appuntamento, per un colloquio

di lavoro, ecc. la vita dell’ansioso è

quindi limitata. Le forme di ansia

patologica sono diverse: da quella

generalizzata agli attacchi di pani-

co, dalle fobie al disturbo ossessivo

compulsivo. Senza voler entrare

nel merito delle terapie farmaco-

logie, psicoterapiche, o delle psi-

coterapie farmacosequenziali per

gli stati d’ansia patologici, in questo

frangente accenneremo ad alcuni

accorgimenti per prevenire uno

stato d’ansia eccessivo.

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12 13SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.IT

QUALCHE ESSENZIALESUGGERIMENTO

Come detto, l’ansia è utile

quando si vanno a fronteggiare

situazioni complesse che ne-

cessitano di maggiore impegno

e concentrazione. Per questo

motivo, quando si dovrà – per

esempio – affrontare un impor-

tante esame e si vivrà uno stato

d’ansia, sarà inopportuno assu-

mere un sedativo per “placare”

tale sensazione: il tranquillan-

te, infatti, bloccando l’ansia,

impedirà alla persona di tirare

fuori il meglio di sé! Per evita-

re, invece, che l’ansia diventi

eccessiva, occorrerà, laddove

possibile, intervenire sullo stile

di vita, sul ritmo sonno-veglia,

nonché sull’alimentazione per

affrontare in maniera ottimale

gli stati eccessivamente ansio-

si. In questo senso, una grande

opportunità è rappresentata da

alcuni estratti vegetali che pos-

sono, con diversi meccanismi

di funzionamento, favorire l’ad-

dormentamento, migliorare

la qualità del sonno, potendo

altresì garantire un risveglio mi-

gliore al mattino per poi affron-

tare la giornata con maggiore

serenità ed energia. Non do-

vranno tuttavia mancare anche

un’attività motoria e, in genera-

le, uno stile di vita equilibrato

che possano rendere più sereni

e tranquilli.

Un potenziale supporto per prevenire stati ansio-

si eccessivi potrebbe essere rappresentato dalla

SAMe, un composto fisiologico prodotto nell’or-

ganismo dalla combinazione dell’aminoacido es-

senziale metionina con l’adenosintrifosfato. Tale

composto è necessario «alla produzione di impor-

tanti sostanze presenti nel cervello, quali i neuro-

trasmettitori. […] Favorisce il legame dei neurotra-

smettitori ai siti recettori, il che aumenta l’attività

della serotonina e della dopamina e incrementa la fluidità della membrana delle cellule cerebrali»

(M. T. Murray, Guida medica agli integratori alimentari, Milano 2005). Per questi motivi gli integratori

naturali a base di SAMe presentano anche una «attività antidepressiva» (Ibidem), stimolando il rilas-

samento e combattendo eccessi d’ansia e insonnia.

L’insolito aiuto della SAMe (S-adenosil metionina)

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Esistono rimedi naturali per le allergie primaverili?

Il "problema" non è tanto nei pollini, quanto nel sistema immunitario.Dalla Natura una serie di piante per prevenire e arginare le allergie

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Alle

rgie

pri

mav

erili

Con l’Equinozio di primavera, com’è noto,

riprende la stagione primaverile: alberi e

piante in fiore, insetti nuovamente al lavoro

nel trasportare il polline da un luogo a un

altro e, ahinoi, reazioni allergiche, talvolta

anche intense. Dopo le fredde giornate in-

vernali, il desiderio di uscire e trascorre mo-

menti rilassanti o praticare attività sportiva

all’aperto è sempre più forte, tuttavia, per

alcuni ciò risulta complesso, se non addi-

rittura impossibile, vista l’atmosfera carica

di pollini delle piante graminacee che favo-

riscono fastidiose risposte dell’organismo.

PERCHÉ SORGE LA RISPOSTA ALLERGICA?

È stato scritto nelle pagine dei numeri passati di questa rivista che l’allergia – dal greco “allos” (altro) e

“ergon” (effetto) – si scatena a seguito di una reazione anomala del sistema immunitario. Ciò avviene

quando una sostanza esterna, detta allergene, viene identificata come “pericolo” e provoca l’inter-

vento degli anticorpi prodotti all’interno del corpo. La sostanza scatenante può essere un polline, un

pelo di animale o un prodotto chimico; l’organismo, per reazione, rilascia istamina, la responsabile

della sintomatologia tipica delle reazioni allergiche, che provoca infiammazioni nelle parti del cor-

po interessate: orticaria o eczema, tosse spasmodica, asma, raffreddore da fieno, congiuntivite.

ISTAMINA E ANTISTAMINICI

L’istamina è un messaggero chimico che si trova in tutti i tessuti, in particolare nei polmoni, nella

cute e nello stomaco. Per ovviare al problema è d’uso ricorrere nell’immediatezza del sintomo,

ma anche prima, agli antistaminici che inibiscono il rilascio dell’istamina. Questi possono essere

di “prima generazione” – tendenti a scatenare più effetti collaterali – o di “seconda generazione”

– con meno controindicazioni –; tuttavia, quando si assume un antistaminico possono presentarsi

alcune reazioni indesiderate come: sonnolenza, secchezza delle fauci, capogiri, nausea e vomito,

senso di confusione, vista annebbiata, ecc.

Page 9: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

L'Erba degli Angeli

L’Angelica di Boemia è una delle

più stimate piante medicinali negli

antichi erbari; viene detta anche

Angelica arcangelica, forse per allu-

sione alle sue proprietà quasi miracolo-

se. «Secondo una leggenda, l’arcangelica fu

rivelata in sogno come cura per la peste. Una

spiegazione del nome è ricollegabile alla sua fiori-

tura che si verifica verso l’8 di maggio, il giorno in cui

cade la festa dell’Arcangelo Michele: perciò era consi-

derata ‘protettrice contro i demoni e i malefici’» (M. T.

Murray, Il potere delle Piante Medicinali, Milano 2003).

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L’ANTICIPO VINCENTE…

Insomma, la tanto agognata prima-

vera può trasformarsi in una sorta

di inferno per coloro che soffrono

di allergia, sia per i sintomi sia per

i potenziali effetti indesiderati de-

gli antistaminici! Fortunatamente,

è possibile intervenire in maniera

preventiva, anticipando la ricom-

parsa delle allergie, ricorrendo

all’aiuto di alcune erbe. Le piante

più celebri impiegate nella formula-

zione di integratori naturali in tale

ambito sono l’Altea, che promuove

la funzionalità delle mucose aiu-

tando a mantenere il benessere di

naso e gola, l’Angelica di Boemia

e l’Anice verde che favoriscono la

fluidità delle secrezioni bronchiali;

ma nella formulazione di determi-

nati prodotti vengono altresì impie-

gati una serie di nutritivi che vanno

a rinforzare il sistema immunitario.

Significativa e particolare è la fun-

zione, invece, dell’aminoacido es-

senziale istidina che, avendo un’a-

zione immunomodulante, aiuta il

sistema immunitario a modificare

le proprie risposte in determinate

circostanze, come – per esempio –

in presenza di allergeni.

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Page 10: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

Quali sono i sintomi?

Il sintomo più comune è il dolo-

re che comincia quando il cal-

colo passa dal rene all’uretere,

gonfiandolo e bloccandolo, cre-

ando la celebre colica renale,

questa infatti altro non è altro

che la contrazione dell’uretere

che tende a spingere ed espel-

lere il calcolo. Questo dolore è

improvviso e sarà più o meno

fastidioso in base alla dimen-

sione del calcolo. Altri sintomi

possono essere la necessità di

urinare frequentemente, la

sensazione di bruciore durante

la minzione, l’ematuria (sangue

nelle urine), febbre e brividi.

Ma il calcolo può anche essere

asintomatico!

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Quando i reni fanno i..."contabili"Esistono rimedi naturali contro i calcoli renali?

Informazione pubblicitaria a cura del Dr. Giorgini

Cal

coli

rena

li

I reni tramite le vie urinarie hanno il compito di eliminare, in maniera solubile, sostanze

dannose, tossiche e residuali che provengono dal metabolismo dei tessuti effettuato dal

fegato. Alcune di queste sostanze – principalmente calcio-ossalato, calcio-fosfato, acido

urico e cistina – sono poco solubili nelle urine e dunque tendono prima ad aggregarsi

poi a strutturarsi in forma solida cristallina dando origine a calcoli di varie dimensioni.

I calcoli renali sono quindi aggregati di sali o altre sostanze che quasi sempre vengono

eliminati fisiologicamente dall’organismo.

PERCHÉ SI FORMANO I CALCOLI?

COME CONTRASTARNE LA FORMAZIONE?

La maggior parte di questi cal-

coli (80%) è composta da cal-

cio-ossalato e da calcio-fosfa-

to, mentre una minor parte da

acido urico e cistina. L’ossalato

di calcio è contenuto in tante

sostanze e quando il cristallo

si forma nell’urina diventa un

polo attrattivo che fa deposi-

tare questi elementi uno sopra

l’altro. L’acido urico, invece, si

forma a causa di un alterato

metabolismo: i calcoli saranno

dovuti a una dieta iperproteica

(durante i periodi di guerra, es-

sendoci poca carne, i calcoli re-

nali uratici erano quasi estinti).

Infine, mentre il fosfato deriva

da infezioni, i calcoli composti

da cistina sono ereditari: può

esservi infatti una malforma-

zione che fa produrre questa

sostanza nell’urina e che quin-

di produce i cristalli, oppure vi

può essere una familiarità nei

comportamenti alimentari.

Quando il cristallo si forma

nella cavità renale, diventa un

polo elettrico attrattivo per tut-

ti quei sali, composti organici

e altre sostanze presenti nelle

urine che si vanno ad attaccare

una sopra l’altra. In primo luo-

go, i calcoli renali si formano a

causa di una ridotta assunzio-

ne di acqua: se l’urina è poco

diluita e satura di sali, questi si

cristallizzano con maggiore fa-

cilità. Altri fattori sono le diete

troppo ricche di sali e proteine

(quindi di urato), oppure ano-

malie anatomiche che provo-

cano un ristagno dell’urina nel

rene piena di sali, aumentando

la probabilità che si formino cri-

stalli, nonché una diminuzione

degli agenti inibitori della cri-

stallizzazione.

Conoscendo le cause che pos-

sono provocare la formazione

dei calcoli renali, è anche pos-

sibile capire come prevenire

questi fastidiosi “sassolini”. Sarà

quindi opportuno bere acqua,

avere un’alimentazione varia e

corretta, con poco sale, consu-

mare con moderazione formag-

gi evitando di mangiare troppa

carne e insaccati. Non solo,

ma occorrerà evitare eccessive

sudorazioni con esposizione

diretta al sole o sauna: è stato

riscontrato che i calcoli renali

possono comparire in autunno

proprio a seguito della disidra-

tazione nei mesi estivi.

QUALI SONO I SINTOMI?

Il sintomo più comune è il dolo-

re che comincia quando il cal-

colo passa dal rene all’uretere,

gonfiandolo e bloccandolo, cre-

ando la celebre colica renale,

questa infatti altro non è altro

che la contrazione dell’uretere

che tende a spingere ed espel-

lere il calcolo. Questo dolore è

improvviso e sarà più o meno

fastidioso in base alla dimen-

sione del calcolo. Altri sintomi

possono essere la necessità di

urinare frequentemente, la

sensazione di bruciore durante

la minzione, l’ematuria (sangue

nelle urine), febbre e brividi.

Ma il calcolo può anche essere

asintomatico!

Page 11: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

20 21SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA

PARIETARIA: UNA PIANTA… INSOLENTE!

Detta anche “muraiola”, la Parietaria contiene già nel nome latino la sua peculiarità:

quella di arrampicarsi sui muri. L’etimologia deriva infatti da “paries” che

vuol dire appunto “muro” e non casualmente la pianta è anche

chiamata “erba dei muri”, perché si ancora a essi fino a

sgretolarli. Proprio in relazione a questa sua caratteristi-

ca esiste una favola castigliana dal titolo La parietaria

e il timo, in cui la nostra, «dall’alto del nativo muro,

guardò ironicamente il timo che, nel vicino orto,

fra le pianticelle di verdura, appariva molto basso e

modesto» (F. Palazzi, Enciclopedia della fiaba: Fiabe

e leggende dell’Europa occidentale, Milano-Messina

1963). Questi, allora, le rispose dicendo che era lui, in

realtà, a doverla compatire dal momento che la Parie-

taria, per elevarsi, necessitava dei muri a cui si attaccava!

Considerando comunque l’importanza di eseguire almeno una volta all’anno gli esami

delle urine, se non – in caso di necessità – di un’ecografia, è possibile prevenire la forma-

zione di questi “sassolini” in maniera del tutto naturale. Una pianta come la Parietaria

(Parietaria officinalis), per esempio, «viene utilizzata fin dall’antichità nel trattamento della

calcolosi renale e della renella» (E. Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medici-

nali, Milano 2012); assieme a que-

sta, di grande utilità saranno tutte

quelle piante (Verga d’oro, Ortica,

Mais, Olmaria…) che favoriscono,

se assunte, il benessere delle viene

urinarie! Insomma, sono indispen-

sabili pochi accorgimenti per limi-

tare la formazioni dei calcoli renali:

un organismo – per quanto possibile

– depurato e vie urinarie in salute e

ben funzionanti, grazie al supporto

della Natura!

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Page 12: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

È possibile combattere naturalmente i gas intestinali?Vediamo da vicino di cosa si tratta per individuarne cause e rimedi

Informazione pubblicitaria a cura del Dr. Giorgini

Gas

inte

stin

ali

CHE COS’È IL METEORISMO?

Si tratta di un disturbo provocato da una produzione eccessiva di gas intestinali e da

un loro accumulo all’interno del tubo digerente che a sua volta comporta distensione

e dolori addominali, nonché (talvolta) sensazione di pienezza. Tali sintomi possono ac-

compagnarsi, peraltro, a emissione di gas per via rettale (flatulenza) e a rumori intestinali

percepibili.

QUALCHE PRECISAZIONE

Il “gas addominale” può derivare da aria deglutita (aero-

fagia) o da produzione intestinale (meteorismo). Nel pri-

mo caso, l’aria introdotta provoca il gas gastrico che viene

espulso per via orale con eruttazioni; può essere dovuto

ad abitudini alimentari errate come: pasti veloci, parlare

durante i pasti, masticazione di gomme, eccessivo consu-

mo di bevande gassate, etc.

Il “gas prodotto” è quello intestinale che deriva in primo

luogo dalla digestione degli alimenti o meglio, viene a cre-

arsi con le reazioni biochimiche e con la fermentazione

batterica intestinale. Va tuttavia detto che la quantità me-

dia di gas intestinali in un soggetto sano è di circa 100 ml,

con grande variabilità individuale dai 30 ai 200 ml; inoltre,

le emissioni giornaliere di gas per via rettale sono molto

variabili da soggetto a soggetto, con un numero di passaggi

medi di circa 10-20. I gas prodotti nell’intestino sono com-

posti per il 99% di azoto, ossigeno, anidride carbonica,

idrogeno, metano; una parte di esso (anidride carbonica)

viene assorbita durante il transito intestinale, nondimeno

può essere presente anche nelle flatulenze, a causa della

fermentazione batterica. Il meteorismo si verifica quando

c’è una produzione di gas eccessiva.

QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DELLA PRODUZIONE ECCESSIVA DI GAS INTESTINALI?

Ciò che può provocare un aumento

dei gas prodotti nell’intestino sono diverse:

• consumo eccessivo di legumi;

• fermentazione di zuccheri

e cellulosa;

• intolleranza al lattosio

e al glutine;

• presenza di stipsi;

• sindrome dell’intestino irritabile;

• disbiosi intestinale;

• stress, ansia e nervosismo.

Com’è desumibile, si potrà ovviare, in

parte, al problema andando a contra-

stare, laddove possibile, le cause che lo

provocano. Sarà quindi indispensabile

seguire un’alimentazione equilibrata,

evitando pasti abbondanti e mangiando

lentamente; occorrerà introdurre gra-

dualmente un po’ di fibre alimentari nel-

la propria alimentazione, nonché evita-

re i cibi ricchi di grassi animali. Buona

abitudine sarà quella di non masticare

ripetutamente i chewing-gum e bere con

la cannuccia, riducendo bibite, bevande

fermentate e cibi produttori di gas. In-

fine, sarà opportuno evitare gli alimenti

che contegno lattosio, se si è intolleranti.

22 23SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA

Page 13: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

A CASI ESTREMI…

Oltre alle celeberrime piante carminative (finocchio, cumi-

no, coriandolo…) che agiscono contro il gonfiore addomi-

nale, da tempo, per ridurre meteorismo e flatulenza, vie-

ne consigliato l’utilizzo del carbone vegetale che, com’è

noto, assorbe i gas intestinali contribuendo alla riduzione

dell’eccessiva flatulenza post-prandiale. Si tratta di un car-

bone ottenuto dalla lavorazione del legname di varie specie

di alberi (betulla, pioppo e tiglio, in particolare), per cui

è totalmente naturale. Oltretutto, non venendo assorbito

dall’intestino, dopo aver svolto la sua funzione assorbente,

viene eliminato tramite le feci.

Gas

inte

stin

ali

24 25SCOPRI LA VASTA GAMMA DEI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SUL SITO INTERNET WWW.DRGIORGINI.ITI PRODOTTI DEL DR. GIORGINI SONO DISPONIBILI IN ERBORISTERIA, FARMACIA E PARAFARMACIA

Non ce ne vogliano i puristi della pizza, ma una delle ultime tendenze riguardanti il celebre piatto

italiano è l’impiego del carbone vegetale nella preparazione dell’impasto, non solo per la pizza, ma

anche per il pane. Il carbone vegetale nell’impasto renderebbe il piatto più digeribile e tratterrebbe

i gas che si sviluppano dalla fermentazione durante la digestione. In merito a ciò, è stato pubblica-

to il 22 dicembre 2015 un comunicato del Ministero della Salute, ove si legge che: «se l’impiego

del carbone attivo negli alimenti è motivato per il suo effetto benefico sulla salute occorre fare

riferimento al Regolamento UE n. 432/2012 relativo alla compilazione di un elenco di indicazioni

sulla salute consentite sui prodotti alimentari diverse, da quelli facenti riferimento alla riduzione dei

rischi di malattia e allo sviluppo e alla salute dei bambini» (i cosiddetti “Claims”).

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Il carbone attivo adsorbe i gas intestinali contribuendo alla riduzione dell’eccessiva flatulenza post-prandiale*. *L’effetto benefico è ottenibile con l’assunzione di almeno 1 g di carbone vegetale 30 minuti prima del pasto e di 1 g subito dopo.

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Page 14: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

Un organo polifunzionale, spesso trascuratoCom'è fatta la Milza e quali possono essere le sue problematiche

Informazione pubblicitaria a cura del Dr. Giorgini

Organo appartenente al sistema linfatico, la Milza è posizionata nella parte sinistra dell’addome, sotto la linea diaframmatica, sopra al rene, dietro allo stomaco e in prossimità del pancreas. La sua lunghezza è di circa 13 centimetri, con una larghezza di 8 e un peso che raggiunge i 200 grammi nell’uomo e i 168 della donna. Divisa in due compartimenti principali (polpa rossa e polpa bianca) è circondata da una copertura fibrosa densa, chiamata capsula splenica. Le numerose funzioni fisiologiche della Milza, che riguardano principalmente l’equilibrio nella composizione e nella quantità del sangue, sono le seguenti:

• in età fetale, durante lo sviluppo, essa svolge una funzione emopoietica, ovvero contribuisce alla formazione dei globuli rossi. Tale attività si perde con il tempo benché venga riacquistata in seguito ad alcuni casi gravi, quali una forte emorragia interna;• ripulisce il sangue dai globuli rossi invecchiati o danneggiati recuperando il ferro, controllando al-tresì la presenza di agenti patogeni e particelle estranee;• funge da riserva di globuli rossi che possono entrare nel circolo sanguigno in casi di necessità (inten-sa attività fisica, emorragie o intossicazioni); • svolge un ruolo di difesa perché dà energia a tutto il sistema immunitario: intrappola gli antigeni e li mette in contatto con i linfociti, creando così la risposta immunitaria umorale e cellulare mediata. • partecipa alla regolazione della pressione sanguigna, rilasciando o trattenendo sangue quando ne-cessario.

LE PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA MILZA

Nonostante una varietà così nutrita di funzioni,

la Milza – che è l’unico organo presente solo a

sinistra – non sarebbe indispensabile alla vita!

Infatti, è possibile vivere senza, anche se la

splenectomia (sua rimozione) può favorire al-

cune problematiche, come una maggiore predi-

sposizione alle infezioni, specialmente all’azio-

ne del pneumococco (il batterio responsabile

di otiti, meningiti e polmoniti), all’aumento del

rischio trombotico (formazioni di trombi – am-

massi di fibrina, piastrine e altre cellule nel san-

gue), nonché cardiopatie trombotiche. Un’altra

problematica riguarda invece l’ingrossamento

eccessivo della Milza, detta splenomegalia, che

tuttavia è espressione di altre patologie o distur-

bi. La Milza infatti è un organo a elevato con-

tenuto di sangue, per cui in presenza di un in-

cremento ematico notevole (può trattenere fino

a 2 litri di sangue) si verifica un rigonfiamento

(asintomatico) che può essere legato a modifi-

cazioni del flusso sanguigno interno o a ostaco-

li che impediscano l’uscita del sangue. Anche

se, questa condizione può essere altresì causata

da infezioni virali o batteriche, da ipertensione

portale o malattie epatiche, come la cirrosi. La

cura dovrà quindi riferirsi al malattia che causa

l’ingrossamento e non a quest’ultimo.

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Milz

a

Page 15: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

Un buon modo per salvaguardare la Mil-

za, che nonostante non sia indispensa-

bile alla vita, ha comunque una grande

importanza per l’organismo, sarà quello

di evitarle carichi eccessivi di lavoro.

Per esempio, se il sangue che giungerà

a quest’organo dovesse contenere una

quantità limitata di tossine, ecco che la

depurazione sarebbe più agevole e quindi

si verrebbe a normalizzare l’attività della

Milza. La pianta del Crespino indiano si

rivela un ottimo aiuto in questo senso: dal

momento che è un forte «depuratore e

purificatore del sangue» (F. Perugini Billi,

Manuale di fitoterapia, Azzano San Pao-

lo 2004), lavora così al posto della Milza

contribuendone al riposo e al recupero!

Non solo, ma esso viene altresì indicato

«nella splenomegalia» (Ibidem).

Quel dolore alla Milza quando si corre

Quando si sta compiendo uno

sforzo, magari una corsa, è

possibile accusare una fitta im-

provvisa proveniente dalla si-

nistra dell’addome, localizzata

in profondità: in tale circostan-

za è frequente affermare che

“fa male la Milza”. Non è del

tutto errata questa affermazio-

ne, dal momento che il dolore

proviene effettivamente dalla

zona ove è collocata la Milza.

Tuttavia, questa “fitta” potreb-

be dipendere dall’affaticamen-

to del diaframma e cesserebbe

in seguito con l’allenamento.

Andrebbe quindi riconsiderata

l’ipotesi secondo la quale, il

dolore alla Milza sarebbe lega-

to a una particolare funzione

dell’organo che viene messo in

atto solo in situazioni di neces-

sità: una persona non allenata,

mettendosi a correre, necessi-

terebbe di maggior apporto di

ossigeno, sicché l’organismo

reagirebbe con una contra-

zione nervosa della Milza che

andrebbe a immettere, nei vasi

sanguigni, nuovi globuli rossi

in grado di trasportare ossigeno

in più.

Milz

a

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Page 16: SPAGYRICA MARZO 2017 N. 17 - Dr. Giorgini

Conoscere la sindromedel colon irritabile

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Col

ite

Una breve guida per uno dei più diffusi disturbi

CHE COS’È?

La sindrome del colon irritabile, detta comunemente “colite”, è un disturbo cronico e ricorrente delle

funzioni dell’apparato gastrointestinale. In generale, si distinguono due tipi di questa problematica: la

colite spastica – detta anche nervosa o mucosa – e quella ulcerosa, infiammazione che provoca ulce-

razioni alla mucosa dell’ultimo tratto dell’intestino. In questo articolo si parlerà della prima.

La sindrome del colon irritabi-

le interessa circa il 10% della

popolazione (in particolare le

donne) e si presenta solitamen-

te con sintomi quali: fastidio

o dolore addominale, senso

di gonfiore dovuto al meteo-

rismo – soprattutto dopo i pa-

sti –, stipsi alternata a episodi

diarroici, eccesso di muco nel

colon, nonché emicrania, an-

sia, depressione e stanchezza.

Effettivamente coloro che sof-

frono di colite hanno una qua-

lità di vita per certi versi ridot-

ta, dovuta a questi improvvisi

cambiamenti nelle abitudini

delle defecazioni e ai dolori

addominali.

LE CAUSE: PERCHÉ VIENE LA COLITE?

Pur essendo una patologia molto diffusa le cause sono diverse e non è sempre possibile catalogarle,

dal momento che possono variare da persona a persona. Essendo “nervosa”, è evidente che fattori

psicosomatici possano indubbiamente essere annoverati tra le “cause” primarie: percezione soggettiva

di diverse malattie, aspetti cognitivi ed emotivi, stress, rigidità, eccessivo controllo possono portare

a problemi di colite. A questi possono senz’altro aggiungersi un’alimentazione scorretta – il colon è

collegato all’intestino tenue e allo stomaco, nonché al fegato e al pancreas, sicché tutto ciò che va ad

alterare questi altri organi può interferire e provocare la colite –, eccesso di alcool, farmaci, intolleran-

ze o allergie al lattosio o glutine, ciclo mestruale.

LA COLITE IN PRIMAVERA…

Oltretutto, in questo periodo

la sindrome del colon irritabile

si riaccende perché c’è il pas-

saggio di stagione: pertanto,

essendo una patologia spesso

legata al sistema nervoso, le va-

riazioni meteorologiche repen-

tine del periodo primaverile

possono ulteriormente influen-

zare negativamente la mucosa

intestinale! Occorre infatti non

dimenticare che l’intestino è

un “secondo cervello”, in con-

tinua comunicazione con il

“primo cervello”, sicché nume-

rosi eventi stressanti a livello

psichico tendono a riflettersi

sull’intestino, e viceversa (pro-

blemi addominali che provoca-

no stress psicologici).

STRESS

ALIMENTAZIONE SCORRETTA

PASSAGGIO DI STAGIONE

VARIAZIONIMETEREOLOGICHE

ECCESSO DI ALCOOL

FARMACI

INTOLLERANZEALLERGIE AL LATTOSIO O GLUTINE

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COME SI PUÒ DIAGNOSTICARE LA COLITE?

La diagnosi si basa sui sintomi

che ogni persona manifesta,

prestando comunque attenzio-

ne a quelli più allarmanti come

anemia, febbre, dimagrimento,

sangue nelle feci, ecc. in que-

sto caso, occorreranno esami

specifici come la colonscopia.

Prima di tutto è necessario se-

guire una dieta equilibrata

(con una corretta idratazione)

e un’attività fisica adeguata:

occorrerà evitare, per quan-

to possibile, gli – ormai noti

– alimenti irritanti o che pro-

vocano eccessivo gonfiore. Di

fronte a un’intolleranza al latto-

sio, sarà oltremodo opportuno

limitare l’assunzione di latte

e formaggi – eventualmente si

potranno assumere integratori

a base di enzimi digestivi –. Per

quel riguarda, invece, l’assun-

zione di fibre e fermenti lattici,

va precisato che, qualora ci si

trovi in un momento di stipsi,

non è consigliato assumere, in

dosi massicce, le due sostanze,

dal momento che fermentano

e provocano gonfiore! Cer-

to, potranno essere introdotte

gradualmente, ma senza mai

esagerare. Stesso discorso per

i lassativi: un consumo ecces-

sivo può provocare irritazione,

sicché andranno assunti solo

in presenza di stipsi effettiva.

Un valido aiuto nell’alleggeri-

re stress e rigidità giungerà da

quelle erbe che agiscono per

favorire il benessere mentale,

come Camomilla, Melissa, Pas-

siflora e Valeriana, nonché dal

triptofano che aumenta i livelli

di serotonina (neurotrasmetti-

tore maggiormente coinvolto

nell’asse cervello-intestino). In-

teressante è, infine, il contribu-

to dell’Agar-agar, estratto gela-

tinoso di un alga marina che,

«una volta ingerito, […] forma

uno strato sottile che riveste le

mucose di tali visceri creando

una sorta di barriera meccani-

ca che le protegge da eventuali

danni» (G. Guerini Rocco, Le

erbe per sciogliere i grassi, Mi-

lano 2014).

IN CHE MODO CONTRASTARE NATURALMENTE LA COLITE?

Col

ite

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CAMOMILLA

PASSIFLORA

VALERIANA

MELISSA

TRIPTOFANO

SEROTONINA AGAR-AGAR

L’agar-agar è una fibra solubile che non viene digerita né as-sorbita dall’intestino; essa normalizza il volume e la consi-stenza delle feci favorendo la regolarità del transito intesti-nale. I fermenti lattici probiotici sono utili per riequilibrare la flora batterica intestinale. Arricchito con aminoacidi, oli essenziali, sali minerali e altri nutritivi.

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OLI ESSENZIALIAnice, Melissa, Finocchio, Menta

NUTRITIVIBetaina, Bromelina (Ananas)

FERMENTI LATTICIFermenti lattici vivi

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I punti di comando in agopuntura

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I punti di agopuntura sono luoghi che mettono in comunicazione l’inter-no con l’esterno, l’alto con il basso, il cielo con la terra, il macrocosmo con il microcosmo. Si trovano in gran parte lungo il decorso dei Meridiani Principali (MP) e sono in numero di oltre 300. Tra questi ci sono i così det-ti punti di comando che sono molto usati da tutti gli agopuntori.I Punti Shu Antichi sono in numero di 5 per ogni MP e si trovano tutti lungo il decorso dei meridiani sull’avam-braccio e la gamba, tra la punta delle dita delle mani e i gomiti e tra l’estre-

mità delle dita dei piedi e le ginocchia. A pre-scindere dalla direzione del meridiano che può essere centrifuga o centripeta il Qi che scorre dalla periferia al centro cresce progressivamente in larghezza e profondità lungo questi punti. Per questo motivo il primo punto è detto Jing Well ovvero Pozzo, il secondo punto Ying o Fonte, il terzo Shu o Ruscello, il quarto Jing River o Fiume, il quinto He o Mare.I Punti Shu Antichi seguono anche l’evoluzione dei 5 Movimenti secondo la Legge di Genera-zione. Nei MP Yang iniziano con il movimento Metallo al punto Jing Well, mentre nei MP Yin iniziano con il movimento Legno. Questo acca-de perché nei punti Jing avviene un’inversione di polarità graduale tra Yin e Yang. Il passaggio dallo Yang allo Yin, dall’estate all’inverno, è rap-presentato dall’autunno, stagione che si associa al movimento Metallo. Il passaggio dallo Yin allo Yang, dall’inverno all’estate, è rappresentato

dalla primavera, stagione che si associa al movi-mento Legno. Per questo motivo a seconda che si sia su un Meridiano Yang o un Meridiano Yin per ogni Punto Shu Antico avremmo un movimento diverso. I punti Jing Well saranno punti Legno nei MP Yin e punti Metallo nei MP Yang, i punti Ying saranno punti Fuoco nei MP Yin e punti Acqua nei MP Yang , i punti Shu o Ruscello saranno Pun-ti Terra nei MP Yin e punti Legno nei MP Yang , i punti Jing River saranno punti Metallo nei MP Yin e punti Fuoco nei MP Yang, il punti He o Mare saranno punti Acqua nei MP Yin e punti Terra nei MP Yang.I Punti Yuan sono correlati alla Yuan Qi, l’ener-gia ereditaria depositata nei Reni, ed hanno la capacità di richiamare questa energia dai Reni per trasformarla in energia nutritiva Ying Qi ed energia difensiva Wei Qi che andranno a circola-re rispettivamente nei MP e nei Meridiani Tendi-no Muscolari che vedremo successivamente. Nei MP Yin i punti Yuan corrispondono al terzo punto Shu Antico ovvero i punti Shu Ruscello. Nei MP Yang invece seguono il punto Shu Ruscello come punto autonomo. Quando parliamo dei punti Yuan dobbiamo tenere presente il punto Yuan del Triplice Riscaldatore (TR) chiamato Yangchi in grando di attivare la distribuzione della Yuan Qi in tutto l’organismo attraverso il TR. Dai Punti Luo partono i canali Luo Trasvesali che si perdono nei tessuti sfioccando in tanti piccoli ramoscelli e Luo Longitudinali che dal punto Luo arrivano al Punto Yuan del meridiano accoppia-to mettendo in comunicazione l’interno con l’e-sterno. Vedremo successivamente in maniera più dettagliata la funzione dei meridiani Luo.

I Punti Xi sono punti di disostruzione di solito usati nelle sindromi da pienezza e sono molto utili da trattare quando gli Shu Antichi non fun-zionano a causa di un blocco di circolazione energetica all’interno del meridiano stesso.I Punti Chiave dei meridiani curiosi si distin-guono in Punti di Apertura e Punti di Riunione. I primi aprono la circolazione alla Yuan Qi nei Meridiani Curiosi interessati, i secondi mettono in connessione i Meridiani Curiosi con quelli Principali.I Punte He ad azione speciale sono quattro pun-ti situati nella gamba che controllano Stomaco, Grosso Intestino, Piccolo Intestino e Triplice Ri-scaldatore.I Punti Tian finestra del cielo sono situati in cor-rispondenza del collo e regolano la circolazione del Qi tra la testa e il torace.I Punti Shu del dorso si trovano tutti sulla bran-ca interna del Meridiano Principale della Vesci-ca e ce ne sono uno per ogni organo e viscere, vengono molto usati nelle patologie croniche e una volta attivati hanno la funzione di trasporta-re il Qi agli organi e visceri interessati. I Punti Mu si trovano sull’addome e sul torace, come i Punti Shu del dorso ne abbiano uno per

ogni organo e viscere e allo stesso modo traspor-tano il Qi in questi ultimi. I punti Mu e Shu del dorso spesso si trattano contemporaneamente ma possono essere trattati anche distintamente quando vogliamo trattare distintamente lo Yang o lo Yin. Gli Shu del dorso che si trovano in una parte Yang del corpo trattano lo Yin e viceversa fanno i punti Mu.I Punti di Riunione Hui hanno funzioni specifi-che sui Meridiani, il Qi, il Sangue, i Visceri, gli Organi, i Muscoli.I Punti Luo di Gruppo sono 4 punti che muovono in alto o in basso lo Yin e lo Yang.I Punti Nodo e Radice agiscono sui sei livel-li energetici. I Punti Nodo dei livelli energetici Yin si trovano sul torace, quelli Yang sulla testa, mentre ai Punti Radice corrispondono i punti Jing Well del piede.I Punti Vento Feng sono punti che vengono usati per la diagnosi e il trattamento delle patologie da vento calore e vento freddo.

Dr. Giovanni Di LuccioMedico Agopuntore Firenze

[email protected]

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L'endometriosi

Ben

esse

re fe

mm

inile

Si tratta di una patologia in cui il tessuto che normalmente si trova dentro la cavità ute-rina, l’endometrio, si impianta e cresce al di fuori dell’utero. L’endometriosi più comunemente interessa le ovaie, il tessuto che riveste la pelvi, la ve-scica e l’intestino, il tessuto miometriale (adenomiosi) e raramente può estendersi anche oltre la regione pelvica.Di per sé, quindi, non è un tessuto “malato, patologico”, ma un tessuto normale in una sede inusuale che però continua a funzionare come farebbe normalmente, ovvero san-guina con ogni ciclo mestruale.Dato che questo tessuto endometriale non ha modo di uscire dalla vagina come la normale mestruazione, ma rimane all’interno, si addensa e si accumula; così, il tessuto intorno si irrita fino a formare tessuto aderenziale e cicatriziale, fino ad alterare, in casi gravi, la normale architettura della pelvi.

Quando sospettare un’endometriosi: - Ciclo mestruale doloroso: dolore pelvico e crampi in relazione al ciclo o nei giorni precedenti, incluso il dolore lombare e segni come svenimenti, nausea, vomito.- Dolore durante i rapporti sessuali, soprattutto in posizioni dove la penetrazione è più profonda.- Dolore o sanguinamento alla defecazione o minzione, soprattutto durante il ciclo mestruale.- Si possono inoltre avvertire sintomi particolari come cambiamento dell’alvo (diarrea o stitichezza), crampi alle gambe, stanchezza.

Un effetto importante della endometriosi è il rischio di infertilità: la riduzione della pos-sibilità di gravidanza avviene con diversi meccanismi, ma un ruolo chiave lo svolge la presenza di aderenze o di tessuto cicatriziale che tende ad “impacchettare” e dislocare le strutture ginecologiche, creando un danno meccanico soprattutto alle tube, che spes-so si ritrovano in posizioni anomale.

L’endometriosi è una patologia subdola con meccanismi di insorgenza sconosciuti e con sintomi spesso sfumati e molto comuni (dismenorrea), oppure dolore durante i rap-porti (dispareunia profonda) e l’intensità del dolore non è necessariamente un indicatore affidabile della gravità della condizione. Alcune donne con endometriosi hanno dolori e sintomi molto intensi, mentre altre con malattia estesa sono inesistenti. Quindi è sempre necessario fare un controllo dal ginecologo, soprattutto se si notano dei cambiamenti del proprio ciclo.

Dr.ssa Ilaria Fantacciniwww.ilariafantacciniginecologa.it

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Dalla pianta più celebre dell'orto forza e vigore per il nostro organismo

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Perché mangiare spinaci?

Nel 1870, il chimico tedesco Erich Von

Wolf, mentre studiava i contenuti di ferro

nei vegetali a foglia verde, nel trascrivere

quello presente negli spinaci, pose una

virgola al posto sbagliato: i mg divennero

quindi 34 per ogni 100 grammi, anziché

3,4! L’errore venne segnalato nel 1937,

ma ormai gli spinaci erano, nell’imma-

ginario collettivo, la fonte per ottenere

muscoli forti e di ferro, come il noto per-

sonaggio a fumetti, Popeye!

Lo spinacio (Spinacia oleracea) è una

pianta originaria dell’Iran che venne in-

trodotta in Spagna, nell’XI secolo dagli

Arabi. Come afferma Massimo Monta-

nari ne Il mondo in cucina, «La preco-

ce introduzione di questo ortaggio nella

cucina catalana medievale potrebbe es-

sere una delle conseguenze alimentari

della conquista e colonizzazione, nella

seconda metà del XII secolo, della Cata-

logna Nuova e della Bassa Aragona, due

regioni dove la presenza islamica aveva

lasciato una forte impronta nel paesag-

gio, nelle tecniche agrarie e nel tipo di

coltivazioni».

Una coltivazione più intensa e diffusa

dello spinacio cominciò solo nel XVIII

secolo, particolarmente in Francia, Paesi

Bassi e Inghilterra, diffondendosi più tar-

di nel resto d’Europa.

Questo ortaggio si presenta con foglie

larghe verde scuro, spesso molto arric-

ciate e bollose, che formano una rosetta

nella pianta giovane; la scelta varietale è

molto ampia e permette di disporre del

prodotto per un lungo periodo, dal mo-

mento che esso tende ad andare veloce-

mente a seme, sicché può essere coltiva-

to più volte durante l’anno. Per esempio,

lo spinacio rotondo o estivo si semina

in primavera o in estate, mentre quello

spinoso o invernale ha un uso più ampio

ed essendo molto resistente, può essere

piantato in autunno per l’inverno e la

primavera successivi.

Per quanto sia vero che gli spinaci con-

tengano abbastanza ferro (2,9 mg per

100 g), tuttavia questo è difficilmente

assimilabile e viene trattenuto solo in

minima parte dall’organismo. Tale ortag-

gio contiene, infatti, acido ossalico, una

sostanza capace di limitare in maniera

consistente la biodisponibilità dei mine-

rali forniti dagli ortaggi a foglie verdi. Per

ovviare a questo inconveniente, è nondi-

meno sufficiente condire gli spinaci con

del succo di limone (contenente acido

ascorbico) che favorirebbe una maggiore

assimilazione del ferro.

Ma va detto che gli spinaci rappresen-

tano veramente un’ottima fonte di so-

stanze nutritive: vitamina C, carotenoidi, acido

folico, clorofilla e luteina che ne aumentano le

proprietà antiossidanti e li rendono un valido

prodotto remineralizzante, tonificante e cardio-

tonico. Attenzione però a non esagerare: l’acido

ossalico può favorire la sintesi di calcoli renali di

ossalato di calcio nonché limitare l’assorbimento

di un minerale molto importante come il calcio.

Per mantenere intatte le sue proprietà, lo spina-

cio andrebbe cotto al vapore o al massimo leg-

germente sbollentato. Consumarli lessi vorrebbe

dire privarli di buona parte (fino al 50%) dei loro

nutrienti; è per questo che andrebbero mangia-

ti crudi in insalata, oppure sotto forma di succo

centrifugato, addizionato con succo di carota!

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Sformato di spinaci e patate (PER 6 PERSONE)

Per il primo strato:500 g di patate1 uovo30 g di parmigiano grattugiato50 g di latte1 cucchiaio di prezzemolo tritato100 g di mozzarellasale pepeuna grattata di noce moscata

Per il secondo strato:500 g di spinaci1 uovo30 g di parmigiano grattugiatoburro q.b.

Gli spinaci in cucinaSp

agyr

ica

in c

ucin

a

Quando si parla di spinaci e viene subito in mente l’America degli anni ‘30 quando Brac-cio di Ferro, il simpatico personaggio creato appositamente dalla pubblicità per imporli al gusto del pubblico, le suonava a cattivi giganteschi, per poi prenderle dalla magrissima Olivia. Su Braccio di Ferro gli spinaci in scatola avevano effetto immediato: in questa pubblicità c’era effettivamente qualche cosa di vero… Infatti, gli spinaci sono ricchi di vi-tamina A, C e hanno comunque buona quantità di ferro, potassio e calcio, oltre a fosforo, sodio, magnesio, zinco, alluminio, rame.

Come prepararliGli spinaci si possono consumare sia crudi sia cotti, ma in entrambi i casi è importante lavarli diverse volte.Per consumarli crudi è meglio acquistare spinaci novelli, piccoli e teneri: si possono man-giare in insalata con olio e limone; si sconsiglia l’aggiunta di sale, perché gli spinaci ne sono già ricchi (ne contengono 100 milligrammi ogni etto). Per consumarli cotti – dopo averli ben lavati – bisogna cuocerli ma non troppo, con la sola sgrondatura del lavaggio senza sale. Gli spinaci vengono anche conservati e venduti surgelati: è un tipo di conser-vazione che non altera le qualità nutritive; viceversa quelli conservati in scatola perdono il 50% del valore nutrizionale!

AbbinamentiGli spinaci si abbinano a molti vini sia bianchi sia rossi, a seconda di come sono cucinati.

Se gli spinaci vengono usati per un ripieno di pasta si può abbinare un Lambrusco, oppure un Barbera dei colli di Parma e, perché no, una Falanghina.

Le mie ricette:

Le ricette di:

Paola Balducchi

Appassionata di cucina

e autrice di libri sull’argomento

Flan di spinaci (PER 6 PERSONE)

800 g di spinaci2 uova 4 cucchiai di parmigiano

Per la besciamella:1/2 litro di latte50 g di farina40 g di burrosalenoce moscata

burro e farina per lo stampo

Risotto al verde (PER 4 PERSONE)

350 g di riso1 kg di spinaci1 bicchiere di spumante80 g di burro100 g di parmigiano grattugiato700 g di brodo vegetalesale

DIFFICOLTÀ MEDIA

DIFFICOLTÀ MEDIA

DIFFICOLTÀ MEDIA

PREPARAZIONE (30 minuti):Lavate e lessate gli spinaci, saltateli in padella con il burro, quando sono insaporiti toglieteli dal fuoco e passateli al mixer.Fate la besciamella e unitela agli spinaci; aggiungete il parmi-giano, i tuorli, sale, una grattata di noce moscata e infine gli albumi montati a neve.Mescolate delicatamente e versate in una tortiera imburrata e infarinata. Cuocete nel forno a bagnomaria a 180° per circa 30 minuti. Sfornate e servite!

PREPARAZIONE (60 minuti):Lavate bene gli spinaci e metteteli a cuocere con la sola ac-qua di sgrondatura. Quando sono cotti lasciateli intiepidire poi strizzateli e passateli al mixer e teneteli da parte.

Mettete una casseruola sul fuoco, fatela scaldare bene versate-vi il riso, fatelo tostare, poi versate lo spumante, quando questo è evaporato versate tutto il brodo caldo, dopo circa 10 minuti versatevi gli spinaci passati al mixer. Dopo 4 minuti mantecate il riso con il burro e il parmigiano poi servite!

PREPARAZIONE (60 minuti):

PREPARAZIONE PRIMO STRATO:Lessate le patate con la buccia, poi scolatele, pelatele e passatele nello schiacciapatate.Mettete il passato in un tegame, unitevi un uovo sbattuto a frit-tata, il parmigiano grattugiato, il sale, il pepe, una grattata di noce moscata, il latte tiepido; dipoi mettete il tegame sul fuoco e mescolate fino a quando non si addensa, a fine cottura unite il prezzemolo tritato.

PREPARAZIONE SECONDO STRATO:Lavate gli spinaci e metteteli a cuocere con solo la sgrondatura del lavaggio. Scolateli, strizzateli e tagliuzzateli, fateli insaporire con il burro, poi fuori dal fuoco unite l’uovo e il parmigiano, quindi mescolate. Imburrate una tortiera versate il passato di patate.Sopra mettete la mozzarella tagliata a dadini, coprite con gli spi-naci, cospargete con qualche fiocchetto di burro e cuocete a 180° per circa 30 minuti.Sfornatela, lasciatela intiepidire e servitela!

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Il ciclo circadiano in medicina cineseapplicato allo shiatsu

Tratta da una conferenza tenuta da Monica Zucchini del 2012 al Sana di Bologna

Vi è mai capitato di svegliarvi nel cuore della notte? Vi è mai capitato di svegliarvi per

più notti di seguito?

Vi è mai capitato di svegliarvi sempre alla stessa ora? Vi siete mai chiesti perché?

Il nostro corpo nelle 24 h è influenzato da stimoli endogeni «un complesso orologio in-

terno» che si mantiene sincronizzato con il ciclo naturale giorno/notte, mediante stimoli

naturali

come la luce solare o la temperatura ambientale.

Per capirlo meglio dobbiamo conoscere cos’è il ciclo circadiano per la Medicina Cinese!

Il Ciclo Circadiano o "Ciclo Nictemerale" è il Percorso che esegue il Qi all'interno dei 12

canali principali, chiamati “Meridiani”, nel corpo umano durante le 24 ore della giornata.

In M.T.C. ad ogni meridiano vengono collegate due ore della giornata.

In questo modo avremo 12 orari abbinati a 12 meridiani in cui l'energia sarà maggior-

mente presente nei diversi canali interessati.

L’Orologio Cinese raffigura i 12 meridiani che si estendono su tutto il corpo e che sono

legati, a coppie di due, ad organi e visceri a loro volta appartenenti ad un MOVIMENTO

ENERGETICO.

Il flusso di energia (Ki o Qi) non è costante nel corso della giornata, ma raggiunge punte

massime e minime in momenti diversi, in canali e organi/visceri diversi.

L’Orologio Cinese raffigurato nella tabella sottostante, indica in quali fasce orarie quel

determinato organo/viscere è nel suo apice energetico, quando cioè arriva la maggior

quantità di energia giornaliera e all’opposto (12 ore dopo) quando arriva la minima quan-

tità di energia a quell’organo o a quel viscere.

Nella pratica Shiatsu, individuato il movimento disarmonico, potrebbe essere maggior-

mente utile trattarlo nelle ore consentite del suo massimo rendimento energetico al fine

di ottenere un miglior risultato.

• Polmoni (Massima attività dalle 3 alle 5 - Minima attività dalle 15 alle 17)

• Intestino crasso (Massima attività dalle 5 alle 7 - Minima attività dalle 17 alle 19)

• Stomaco (Massima attività dalle 7 alle 9 - Minima attività dalle 19 alle 21)

• Milza / Pancreas (Massima attività dalle 9 alle 11 - Minima attività dalle 21 alle 23)

• Cuore (Massima attività dalle 11 alle 13 - Minima attività dalle 23 alle 1)

• Intestino tenue (Massima attività dalle 13 alle 15 - Minima attività dalle 1 alle 3)

• Vescica (Massima attività dalle 15 alle 17 - Minima attività dalle 3 alle 5)

• Reni (Massima attività dalle 17 alle 19 - Minima attività dalle 5 alle 7)

• Mastro del cuore (Massima attività dalle 19 alle 21 - Minima attività dalle 7 alle 9)

• Triplice riscaldatore (Massima attività dalle 21 alle 23 - Minima attività dalle 9 alle 11)

• Cistifellea (Massima attività dalle 23 alle 1 - Minima attività dalle 11 alle 13)

• Fegato (Massima attività dalle 1 alle 3 - Minima attività dalle 13 alle 15)

PICCO ENERGETICO NELLE 24 H – REGOLA MEZZOGIORNO MEZZANOTTE

CUORE

MILZA INTESTINOTENUE

TRIPLICERISCALDATORE

FEGATOVESCICOLA

BILIARE

INTESTINOCRASSO

POLMONI

RENI

CIRCOLAZIONEMINISTRO DEL CUORE

VESCICASTOMACO

I.R.T.E.

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Monica ZucchiniInsegnante e operatore I.R.T.E. dal 1995

Commissario Nazionale Esami F.I.S.I. e O.

Sede di Bologna: [email protected] - www.shiatsuirte.it

I 12 MERIDIANI SONO RAGGRUPPATI ALL'INTERNO DEI 5 MOVIMENTI AVREMO QUINDI:

Movimento Metallo: Polmone − Intestino Crasso.Movimento Terra: Milza − Stomaco.Movimento Fuoco Imperiale e Ministro: Cuore – Intestino Tenue / Ministro di Cuore – Triplice riscaldatore.Movimento Acqua: Reni − Vescica Urinaria.Movimento Legno: Fegato – Vescicola Biliare.In ognuno di questi movimenti riconosciamo un aspetto Yin ed un aspetto Yang.I meridiani associati allo Yin hanno un corrispettivo sul piano fisico legato agli organi.I meridiani associati allo Yang hanno un corrispettivo sul piano fisico legato ai visceri.Il binomio meridiano-organo è collegato a tutti gli analoghi dei Cinque movimenti:parti del corpo, emozioni, colori, stagioni, ecc. (come si può vedere dalla seconda tavola sotto riportata).

Nello studio dello Shiatsu questo tipo di osservazione degli analoghi, è utile ai fini della valutazione energetica delle disarmonie.

Ecco una tabella che riassume le caratteristiche di ogni movimento:

LEGNO FUOCO TERRA METALLO ACQUA

Direzione Est Sud Centro Ovest Nord

Stagione Primavera Estate Estate inoltrata o passaggio tra le stagioni

Autunno Inverno

ProcessoCiclico

Nascita Crescita Maturazione Raccolta Tesaurizzazione

Clima Vento Caldo Umidità Secchezza Freddo

Colore Verde Rosso Giallo ocra Bianco Nero

Sapore Aspro Amaro Dolce Piccante Salato

Organo Yin Fegato Cuore Milza Polmoni Rene

Viscere Yang Vescicola Biliare

Intestino Tenue

Stomaco Intestino Crasso

Vescica Urinaria

Organi di Senso OcchiVista

Lingua Tatto Bocca Gusto Naso Olfatto OrecchieUdito

Fluido Lacrime Sudore Saliva Muco Urina

Tessuto Muscoli, Legamentie Tendini

Vasi sanguigni Carne, tessuto connettivo

Pelle Ossa

Espressione vocale

Grida Risa Canto Pianto Lamenti

Emozione Rabbia Gioia Ragionamento logico

Tristezza Paura

Attitudine Creatività Sogni

Affettività TrasformazioneElaborazione

Introspezione Volontà

Ogni movimento energetico ha funzioni armoniche e utili che si esprimono negli orari energetici di rife-rimento, così come in carenza di energia o in blocco e accumulo di energia le funzioni si alterano cau-sando sintomi che vengono letti come analoghi del movimento energetico in disarmonia da sostenere.

Classicamente la medicina cinese fa cominciare il ciclo col movimento metallo e dal suo organo, il Polmone (dalle 3 alle 5) perché la nostra vita fori dal grembo materno comincia con un Inspirazione!Quante volte avete sperimentato su voi stessi che la tosse in queste due ore diventa particolarmente stizzosa fino a non permettervi di dormire?

Tra le 5 e le 7 del mattino l’onda energetica arriva al meridiano del Intestino Crasso, generalmente è l’orario in cui andiamo in bagno e la funzione si esprime in modo armonico ma come detto sopra per il polmone, può essere anche l’orario in cui la funzione non riesce ad esprimersi per carenza o va in blocco per eccesso causando sintomi, quali stitichezza, gonfiori ecc.

Tra le 7 e le 9 lo stomaco è più attivo e quindi è il momento migliore per la colazione ma a volte pos-siamo non sentirci proprio di mangiare appena svegli e di aver bisogno di attendere l’orario di Milza Pancreas tra le 9,00 e le 11,00 per sentire il desiderio di mangiare!E così’ via… per tutti gli altri analoghi dei movimenti che seguono.

Tornando alla domanda che ha aperto il post, quindi, se ci svegliamo sempre tra l’1 e le 3 possiamo verificare nella tabella che è l’orario in cui il fegato ha a disposizione la maggior quantità di energia che solitamente utilizza per “ripulire energeticamente il sangue” mentre il corpo è a riposo e non in-troduciamo cibo.Se siamo insonni in queste ore possiamo andare a verificare se sono presenti analoghi del movimento in disarmonia ad es.: stiamo vivendo emozioni collegate alla rabbia? Abbiamo perso la nostra creativi-tà? La nostra voglia di fare? Non sappiamo scegliere?

Quindi associare un’emozione a quel particolare organo che è attivo in quel particolare momento della giornata, ci può fornire delle indicazioni sull’equilibrio del nostro sistema “energetico”.

Un organo danneggiato manifesterà disfunzioni soprattutto nell’orario della sua massima espressività energetica o magari del suo minimo energetico, coerentemente con eccessi e carenze sul movimento e sui suoi meridiani, che altro non sono che i vettori di quel tipo di energia nel corpo-mente. Ovviamente la lettura delle disarmonie attraverso i sintomi che si ripetono durante le 24 ore è solo una delle tante letture energetiche incrociate che si possono fare su un individuo per comprendere come sostenerlo affinché la sua situazione energetica fluisca meglio e le sensazioni legate ai sintomi decre-scano per intensità e durata fino a sparire.Se il nostro stile di vita fosse più in armonia con l’ambiente circostante e seguissimo i nostri cicli natu-rali di spesa e recupero energetico, la qualità della nostra vita aumenterebbe esponenzialmente.Spesso ci ritroviamo invece ad essere in continua spesa per lavorare, seguire la famiglia, gli hobby, gli amici, la cultura e il divertimento dormendo magari meno del necessario e non lasciando così alle nostre energie il tempo di ricaricarsi. A lungo andare questi ritmi innaturali che ci imponiamo di vivere danneggiano alla base tutto il nostro sistema energetico.Percepire i propri bisogni di recupero e poterli soddisfare è sicuramente un buon punto di partenza verso un miglior equilibrio complessivo.

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Prima di illustrare cosa sia il fitocomplesso, è

necessario ricordare cosa s’intende per “droga

vegetale” in fitoterapia. Con questo termine ci si

riferisce alla parte della pianta – sia essa la cor-

teccia, la radice, i fiori o le foglie – che si utilizza

per l’estrazione del fitocomplesso o dei principi

attivi. Per esempio, se della cicoria si utilizzano

le foglie da mangiare in insalata, la droga sarà

rappresentata dalle radici.

Da questa si estrarrà, appunto, il fitocomplesso

che è l’insieme di tutte le sostanze contenute

nella droga. Per essere più precisi, esso è l’unità

chimico-biologica che raccoglie la sostanza atti-

va principale, le sostanze attive complementari,

le sostanze non attive complementari, indiffe-

renti e indesiderate, nonché le sostanze di soste-

gno vegetali. In pratica, il fitocomplesso contiene

alcune sostanze con proprietà medicamentose e

altre meno, tuttavia tutte indispensabili per ga-

rantire la completezza dell’azione terapeutica

della droga.

All’interno del fitocomplesso, la sostanza attiva

principale è il principio attivo che viene estratto,

isolato, cristallizzato e, se possibile, riottenuto

per sintesi, eventualmente potenziandolo. Il no-

stro organismo lo assumerà puro e a determina-

te dosi che produrranno azioni farmacologiche

ben precise. Tuttavia, in fitoterapia non si usa

il principio attivo, ma il fitocomplesso dal mo-

mento che in esso «ogni componente è legato

all’altro in una struttura vitale» (E. Lazzarini e

A. R. Lonardoni, Manuale pratico di fitoterapia,

I, Roma 1985). È la sinergia del fitocomplesso,

cioè l’azione sinergica di tutti i componenti della

pianta medicinale, a determinarne l’attività; sin-

golarmente, infatti, i diversi principi attivi (soprat-

tutto se di sintesi), risulterebbero insufficienti o

comunque non in grado di fornire la stessa effi-

cacia! Questa è infatti la peculiarità delle piante

medicinali che soltanto attraverso l’integrità del

loro fitocomplesso possono esercitare il massimo

di attività terapeutica.

Glossario Droga, fitocomplesso e principio attivo: cosa sono?

Dare per scontato che a tutti siano chiari certi termini può rappresentare un errore. Talvolta anche chi

scrive non conosce appieno il significato dei lemmi che utilizza. Così, da questo numero in avanti, ver-

rà sfruttato questo spazio per illustrare alcuni concetti chiave – e familiari – dell’Azienda Dr. Giorgini.

Questa sorta di glossario potrà essere di supporto non solo ai consumatori, ma anche a tutti coloro che

nell’Azienda lavorano o che vi entrano a fare parte, per una sempre maggiore partecipazione.

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